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DIODORO SICULO
BIBLIOTECA STORICA
Libro I
Nel proemio, costituito dai primi cinque capitoli del primo libro, l'Autore presenta la propria opera sostenendo l'utilità della storia in generale e della narrazione storiografica universale in particolare.
Un'opera di agevole lettura che comprenda le vicende di tutte le popolazioni dall'inizio dei tempi si dimostrerà, secondo
Diodoro
, particolarmente utile a chi intenda trarre profitto dalla conoscenza della storia e dei suoi insegnamenti.
Ancora nel proemio,
Diodoro
descrive il proprio metodo di lavoro, basato sullo studio approfondito delle fonti precedenti ma anche sulla conoscenza diretta acquisita durante una serie di viaggi preliminari alla stesura del testo, stesura che lo vide impegnato per ben trent'anni.
Sul risultato di tanto lavoro l'autore anticipa un primo scorcio schematico:
I primi sei libri riguardano "le vicende precedenti alla guerra di
Troia
e le leggende mitiche"
i libri dal settimo al diciassettesimo il periodo dalla
guerra di Troia
alla morte di
Alessandro Magno
i ventitre libri successivi arrivano all'epoca dell'autore ed alle gesta di
Cesare
. (Ci sono giunti i libri I-V e XI-XX).
Particolare attenzione
Diodoro
dedica alla datazione degli avvenimenti, per la quale ricorrerà a numerosi strumenti come le tavole cronologiche di
Apollodoro di Atene
, la serie dei re di
Sparta
, la successione delle
Olimpiadi
, gli
arconti
di
Atene
, i
consoli
di
Roma
.
Concluso il proemio,
Diodoro
espone molto brevemente la teoria più nota ai suoi tempi in merito alla formazione del mondo, alla comparsa della vita ed alla nascita dell'umanità.
Spinti dalla necessità gli uomini primitivi presero a riunirsi in gruppi ed a comunicare fra loro tramite linguaggi via via più evoluti. Intanto imparavano a trovare rifugio dal freddo e dagli animali selvatici, a sopperire alle proprie necessità e a procurarsi provviste per l'inverno.
Dichiaratamente la trattazione degli uomini "preistorici" viene limitata in poche pagine per mantenere la "giusta proporzione dell'esposizione".
Dopo aver premesso che intende narrare separatamente la storia greca da quella dei popoli non greci,
Diodoro
pone il problema di quale debba essere considerata la più antica civiltà ed infine opta per quella egiziana.
Diodoro
individua nella particolare fertilità del paese e nella mitezza del clima le causee del precoce sviluppo della civiltà egiziana.
I più antichi
Egiziani
adoravano il sole e la luna che identificavano rispettivamente con
Osiride
e
Iside
.
Osiride
(il cui nome
Diodoro
traduce "colui che ha molti occhi") in accordo con
Plutarco
, era identificato dai mitografi greci con
Dioniso
.
Iside
veniva rappresentata spesso con le corna, in riferimento alla falce della luna o al fatto che le era sacra la vacca.
Divinità primordiali,
Osiride
ed
Iside
erano considerati all'origine della materia e del "soffio vitale" che anima gli esseri: i componenti dell'universo che furono a loro volta identificati con altre divinità. Il soffio vitale fu
Zeus
(
Amon
per gli
Egiziani
), il fuoco
Efesto
(
Ptah
), la terra fu la "madre" (
Demetra
-
Iside
), l'acqua venne identificata con
Nun
, dio egiziano della fertilità che per i
Greci
fu
Oceano
.
Infine l'aria venne rappresentata da
Atena
, equivalente alla dea egiziana
Neith
, la cui eterna verginità si riferiva alla purezza dell'atmosfera incontaminata (vivesse oggi,
Diodoro
, forse la penserebbe in altro modo).
Secondo gli
Egiziani
gli dei percorrevano la terra in forma di animali e, a volte, assumevano aspetto umano.
Agli dei fin qui citati se ne aggiungono altri che erano stati esseri umani e che per le loro qualità avevano ottenuto di divenire immortali (fra questi i più antichi re d'
Egitto
); alcuni di questi dei sono omonimi di corrispondenti divinità celesti.
Il primo a reggere il trono egiziano era stato
Elio
(
Amon
) oppure, secondo la tradizione di
Menfi
, il dio
Ptah
che i
Greci
identificavano con
Efesto
il quale aveva scoperto il fuoco e ne aveva fatto dono all'umanità.
Seguirono
Crono
e la sua sorella-sposa
Rea
, ai quali succedettero
Iside
e
Osiride
.
Questi insegnarono l'agricoltura e posero fine al cannibalismo, quindi dettarono ai sudditi le prime leggi.
Una parte degli
Egiziani
attribuiva ad
Osiride
la fondazione della città di
Tebe
, mentre altri la consideravano fondata in epoca più tarda da un re del quale
Diodoro
si ripromette di parlare più avanti.
Figlio di
Zeus
,
Osiride
portò l'
Egitto
a grande splendore, scoprì la vite ed inventò il vino come il suo corrispondente greco
Dioniso
.
Osiride
scelse
Ermes
come proprio scriba, a questo dio, corrispondente all'egiziano
Toth
, si attribuiva l'invenzione della scrittura, dell'alfabeto, della lira e dei primi rudimenti musicali, nonché la scoperta dell'olivo.
Osiride
, costituito un potente esercito, organizzò una grande spedizione per visitare tutte la terra insegnando l'agricoltura. Trasferì ad
Iside
tutto il potere e le affiancò
Ermes
come consigliere.
Mise a capo della difesa militare del paese
Eracle
, variamente identificato con gli dei egiziani, e prese con se
Apollo
(
Horus
) che
Diodoro
definisce "fratello" di
Osiride
, ma in genere la tradizione egiziana considerava
Horus
figlio di
Osiride
.
Alla spedizione presero inoltre parte i due figli di
Osiride
(
Anubi
e
Macedone
),
Pan
(identificato con il dio egiziano
Min
),
Marone
e
Trittolemo
.
Completavano il seguito di
Osiride
i
Satiri
, molti musicisti ed un gruppo di nove vergini abili nel canto che presso i
Greci
furono chiamate
Muse
.
La prima tappa della spedizione fu l'
Etiopia
dove
Osiride
insegnò le arti agricole e fondò grandi città.
Intanto, in
Egitto
, il
Nilo
straripò devastando vaste regioni, in particolare quella governata da
Prometeo
. La piena fu arginata da
Eracle
; poiché per la rapidità delle esondazioni il
Nilo
veniva detto
Aetos
(aquila) da questo episodio sarebbe nato il mito di
Eracle
che uccide l'aquila che tormenta
Prometeo
.
Osiride
, giunto ai confini dell'
Etiopia
, fece costruire dighe ed altre opere atte a regolare il corso del fiume e a controllare la violenza delle sue piene, quindi proseguì il proprio viaggio attraversando l'
Arabia
e spingendosi fino in
India
.
Tornò indietro attraversando l'
Ellesponto
e passando in
Europa
. Questo capitolo (il ventesimo) riprende alcuni episodi del mito dionisiaco: uccise
Licurgo
re della
Tracia
e fondò la città di
Maronea
(che affidò a
Marone
), fece del proprio figlio
Macedone
il re della regione che da lui prese nome. Affidò a
Trittolemo
la diffusione dell'agricoltura in
Attica
.
Tornò in
Egitto
con ricchissimi trofei e quando infine morì fu divinizzato e fatto oggetto di culto.
Osiride
fu ucciso da
Seth
(per i
Greci
Tifone
) che fece a pezzi il suo corpo e distribuì i pezzi a quanti lo avevano aiutato.
Iside
, moglie-sorella di
Osiride
, ed il figlio
Horus
sconfissero
Seth
e ripresero il potere.
Recuperate tutte le parti del corpo di
Osiride
tranne il fallo,
Iside
volle agire in modo che lo sposo fosse venerato in tutto l'
Egitto
ma che il suo sepolcro rimanesse segreto. Fece così tante statue di cera di
Osiride
quante erano le parti del corpo smembrato (ventisei secondo
Diodoro
, quattordici secondo
Plutarco
), ciascuna statua conteneva una di quelle macabre reliquie, e le affidò ai sacerdoti ordinando loro di seppellirle e venerarle e premiandoli con grandi ricchezze. Poiché i sacerdoti furono convocati separatamente ciascuno credette di essere l'unico ad aver ricevuto l'incarico.
In questa occasione sarebbe stato istituito il culto degli animali sacri.
Iside
giurò di non unirsi ad alcun altro uomo e regnò per molti anni sull'
Egitto
con grande giustizia. Alla sua morte fu sepolta nell'
isola di File
nel
Nilo
, dove sorse un grande santuario, luogo del culto di
Iside
ed
Osiride
comune a tutti gli
Egiziani
.
Gli
Egiziani
sostenevano che il mito di
Dioniso
figlio di
Zeus
e
Semele
fosse nato in
Egitto
e trasferito in
Grecia
da
Orfeo
il quale aveva assistito ai riti iniziatici dei sacerdoti.
Secondo la versione in qualche modo razionalizzante che qui
Diodoro
attribuisce agli
Egiziani
,
Cadmo
sarebbe stato un re della
Tebe
di
Egitto
, non di quella greca. Sua figlia
Semele
venne violentata da uno sconosciuto e partorì dopo sette mesi. Per volere di un oracolo (o per nascondere il disonore)
Cadmo
proclamò il bambino una reincarnazione di
Osiride
-
Dioniso
e lo disse nato da
Zeus
. Molto tempo dopo
Orfeo
trasferì in
Grecia
il mito che qui assunse la versione nota a tutti gli
Elleni
.
Non solo nel caso di
Dioniso
gli
Egiziani
rivendicavano al proprio paese le origini del dio o dell'eroe: era così ad esempio anche per
Eracle
,
Perseo
ed
Io
.
Quest'ultima, figlia di
Inaco
amata da
Zeus
e trasformata in vacca da
Era
, era identificata direttamente con
Iside
.
Perseo
aveva, anche nella tradizionale versione greca, ascendenti egiziani in quanto figlio di
Danae
. Quanto ad
Eracle
qui si espone la teoria che l'
Eracle
civilizzatore, portatore di clava e sgominatore di belve, originario dell'
Egitto
e vissuto agli albori dell'umanità, fosse persona diversa dal figlio di
Alcmena
vissuto una generazione prima della guerra di
Troia
.
Non sempre le identificazioni degli dei egiziani con quelli greci erano univoche:
Osiride
, ad esempio, veniva identificato generalmente con
Dioniso
ma anche con
Zeus
,
Plutone
e
Pan
.
Patrona dei malati, creatrice di farmaci e rimedi,
Iside
aveva resuscitato il figlio
Horus
, ucciso dai
Titani
, lo aveva reso immortale e partecipe della sua sapienza medica. Per questo motivo
Horus
veniva a volte messo in relazione con
Apollo
.
Horus
fu l'ultimo dio a regnare sull'
Egitto
. I sacerdoti calcolavano ventitremila anni dal suo regno alla conquista del paese da parte di
Alessandro Magno
. Qui
Diodoro
razionalizza la tradizionale credenza che i più antichi re avessero regnato per secoli spiegandola con un diverso computo del tempo.
L'argomento "
Osiride
ed
Iside
" si conclude (cap. 27) con alcune brevi note: dal prestigio di
Iside
derivava per le donne
egiziane
molta considerazione e condizioni di vita migliori che in altri paesi (ne parla anche
Erodoto
); vengono citate iscrizioni che si potevano leggere sulle supposte sepolture di
Iside
ed
Osiride
ma si conclude che la vera ubicazione di queste tombe era ignota perché i sacerdoti che la conoscevano erano tenuti al segreto.
Nelle generazioni successive dall'
Egitto
mossero molti coloni, fra questi
Belo
che raggiunse la
Babilonia
ed istituì il sacerdozio dei
Caldei
;
Danao
, qui considerato fondatore di
Argo
; ed altri che migrarono fra i
Colchi
, i
Giudei
e gli
Arabi
esportando usanze
egiziane
quali la circoncisione.
Anche alla città di
Atene
si attribuivano remote origini
egiziane
, per vari motivi fra i quali alcune analogie nell'ordinamento giuridico e sociale. Del resto in
Omero
il contingente ateniese che partecipa alla guerra di
Troia
è comandato da
Menesteo
il cui padre si chiamava
Peteo
(o Petes), nome che
Diodoro
ritiene di chiara derivazione egiziana.
Anche ad un altro mitico re ateniese,
Eretteo
, si attribuivano parentele
egiziane
, parentele grazie alle quali egli avrebbe ottenuto aiuto dall'
Egitto
durante una grave siccità.
Al termine del capitolo
Diodoro
prende le distanze dai racconti degli
Egiziani
a proposito delle loro antiche imprese di colonizzatori in quanto non le ritiene correttamente documentabili.
Con il capitolo trenta ha inizio la descrizione geografica dell'
Egitto
. Il paese aveva nei propri confini delle valide difese naturali: il deserto della
Siria
, le Cateratte del
Nilo
, le paludi a oriente che lo separavano dalla
Celesiria
.
Su queste paludi
Diodoro
si sofferma per raccontare le insidie delle sabbie mobili capaci di far sprofondare interi eserciti.
A nord l'
Egitto
si affacciava sul
Mediterraneo
. La costa era piatta ed insidiosa e non offriva approdi sicuri fatta eccezione per il porto dell'
isola di Faro
. I fondali sabbiosi del delta nel
Nilo
, nei quali le imbarcazioni rischiavano sempre di arenarsi costituivano un'ulteriore difesa naturale per il paese. La densità della popolazione era molto alta e già in tempi antichi si contavano diciottomila centri abitati (il dato non differisce molto da quello fornito da
Erodoto
).
Il
Nilo
, che
Diodoro
riteneva il più grande fiume del mondo, scorre da sud verso nord. Nessuno aveva mai raggiunto le sue sorgenti. Il corso maestoso del fiume non era mai violento salvo nei punti dove i dislivelli del suolo formavano piccole cascate dette "cateratte", la maggior parte delle quali segnava il confine fra l'
Etiopia
e l'
Egitto
.
Fra le varie isole nel corso del fiume la più grande era
Meroe
, con la città omonima fondata da
Cambise
, ricca d'oro e di altri metalli.
Dividendosi in più rami, il
Nilo
forma il delta e sfocia nel mare con sette "bocche". Da una di queste bocche, detta Pelusiaca, si dipartiva un canale artificiale che raggiungeva il
Mar Rosso
(un tracciato analogo a quello dell'attuale Canale di Suez). Il canale fu iniziato dal faraone
Neco II
(XXVI dinastia), portato avanti dal re per persiano
Dario
e completato da
Tolomeo II Filadelfo
.
Le inondazioni periodiche, grazie al fango depositato, rendevano il terreno fertilissimo e facile da coltivare, ma anche la vegetazione spontanea era molto varia e ricca di frutti nutrienti. Fra i vari prodotti dell'agricoltura e della raccolta,
Diodoro
ricorda il pane di loto, le fave
egiziane
, bacche dolcissime, l'olio ottenuto dal kiki (ricino) usato per l'illuminazione e per la cura del corpo, nonché la birra d'orzo detta zythos.
Molti animali popolavano il
Nilo
,
Diodoro
ricorda il coccodrillo ed il "cavallo di fiume". Entrambi gli animali erano venerati in alcune regioni
egiziane
ed esecrati in altre. Le loro carni non erano commestibili. La descrizione di questi animali deriva chiaramente da quella fornita da
Erodoto
.
Anche la pesca nel
Nilo
era molto abbondante e gli
Egiziani
svolgevano anche una fiorente attività commerciale con il pesce salato.
Le piene del fiume, attentamente controllate dai funzionari, rendevano estremamente facile l'irrigazione grazie anche alla conformazione pianeggiante del terreno che faceva scorrere l'acqua senza irruenza.
Sulle causee naturali delle esondazioni del
Nilo
nessun autore, secondo
Diodoro
, aveva fornito spiegazioni attentibili, anzi molti si erano del tutto astenuti dal parlarne.
Anche fonti autorevoli come
Ellanico
,
Ecateo
ed
Erodoto
risentono della scarsità delle informazioni, del resto la più antica spedizione in
Etiopia
, verso la fonte del fiume, risaliva a
Tolomeo II Filadelfo
, vissuto una generazione dopo
Alessandro Magno
.
Talete
riteneva la piena dovuta al fatto che la foce del
Nilo
fosse orientata in opposizione ai venti etesi, i quali avrebbero impedito alle acque di defluire in mare, ma
Diodoro
non accetta questa spiegazione perché il fenomeno riguardava il solo
Nilo
e non tutti i fiumi in condizioni analoghe. Rifiutata anche la tesi di
Anassagora
che attribuiva le piene estive allo scioglimento del ghiaccio in quanto
Diodoro
, considerando il clima della regione, non crede all'esistenza di ghiaccio presso la fonte del fiume.
Erodoto
espresse l'opinione che il livello naturale del fiume fosse quello della piena e che le acque si ritirassero durante l'inverno a causa dell'allontanarsi del sole verso settentrione, anche qui può valere l'obiezione sull'univocità del fenomeno.
Democrito di Abdera
attribuiva le piene a torrenziali piogge estive sui monti dell'
Etiopia
portate dai venti Etesi, ma
Diodoro
non condivide i suoi calcoli in merito alla stagionalità di quelle piogge. Dal canto suo
Eforo
, riferendo un'ipotesi più recente, riteneva che fosse il suolo poroso ad assorbire grandi quantità di acqua in inverno restituendole d'estate.
Diodoro
rifiuta anche questa spiegazione e polemizza con
Eforo
che dimostrava di non essere ben informato sulla natura dei luoghi.
Dei filosofi egiziani non meglio identificati sostenevano che il
Nilo
provenisse dalla parte della terra "opposta alla nostra nelle sue stagioni" ed attraversasse nel suo corso una regione caldissima. La piena sarebbe dunque causata dalle tempeste invernali nell'altra parte del mondo (che si svolgono quando da noi è estate). Anche questa spiegazione viene seccamente respinta dall'autore.
Contestato anche
Enopide di Chio
che cercava la causa del fenomeno nelle variazioni dell'umidità sotterranea: perché solo il
Nilo
?
Infine viene accettata con qualche esitazione la spiegazione di
Agatarchide di Cnido
che parlava di forti precipitazioni estive in
Etiopia
.
In effetti sono proprio le piogge a far crescere il
Nilo
, piogge provocate dai monsoni e dagli elisei che sospingono sulle alture etiopi l'umidità causata dalla forte evaporazione del periodo più caldo.
Conclusa la descrizione della geografia del paese,
Diodoro
si accinge a parlare della "vita primitiva degli
Egiziani
". Per molto tempo questi vissero di raccolta, di caccia e di pesca, abitando capanne di canne e vestendo le pelle degli animali. Successivamente passarono all'agricoltura, secondo alcuni miti insegnata loro da
Iside
o da
Ermes
.
Ad un lungo periodo in cui regnarono dei ed eroi, seguirono monarchi umani per circa cinquemila anni fino ai tempi dell'autore. Durante il suo soggiorno in
Egitto
, ricorda
Diodoro
, regnava
Tolomeo XII
. Le dinastie
egiziane
furono di tanto in tanto interrotte per brevi periodi da re etiopi, persiani ed infine macedoni.
La datazione adottata da
Diodoro
non è esattissima, egli inoltre trascura l'invasione degli Hyksos ed i sovrani libici. Racconta che esistevano cronache curate dai sacerdoti su ciascun re, materiale dunque vastissimo che egli si propone di riepilogare.
La serie dei faraoni inizia con
Menas (Narmer-Menes)
che viene ricordato principalmente per il lusso dei costumi da lui istituiti, costumi che, molto più tardi, saranno riformati da
Tnefacto (Tefnakht)
che promosse la frugalità e maledisse la memoria di
Menas
.
Durante il regno di cinquantadue successori di
Menas
Diodoro
non annota alcun evento rilevante. Accenna dunque a due sovrani di nome
Busiride
ai quali attribuisce la fondazione di
Tebe
, questi personaggi non sono identificabili.
Tebe
era famosa per lo splendore dei suoi templi i cui ricchissimi arredi furono saccheggiati dai
Persiani
quando
Cambise
invase l'
Egitto
. I
Persiani
saccheggiarono inoltre molte delle tombe reali impadronendosi degli immensi tesori in esse contenuti.
Fra i famosi monumenti funebri egiziani,
Diodoro
sceglie di descrivere quello costruito da
Ramses II
nel XIII secolo a.C.
Oltre alle dimensioni ed alla disposizione degli ambienti e delle statue del santuario,
Diodoro
descrive i grandi affreschi che immortalavano le gesta del re nella battaglia di Qadesh, combattuta nel 1288 a.C. contro gli
Ittiti
.
Dopo aver ricordato brevemente la profonda competenza dei
Tebani
in campo astronomico, l'Autore passa a raccontare come la città di
Tebe
fu soppiantata da una nuova capitale costruita sul delta di nome
Menfi
. Qui la narrazione diodorea contrasta con le fonti
egiziane
secondo le quali
Menfi
fu capitale prima di
Tebe
e fu fondata dal primo faraone
Narmer-Menes
, mentre
Diodoro
attribuisce la fondazione ad un re di nome Ucoreo che non è stato identificato.
Questo re avrebbe dato alla città il nome della propria figlia la quale fu amata dal fiume
Nilo
in forma di toro e generò
Egitto
, il nuovo re, che fu eponimo dell'intero paese (qui accidentalmente
Diodoro
riprende un racconto mitologico, per altro alternativo alla versione canonica che voleva
Egitto
figlio di
Belo
e fratello di
Danao
).
Successivamente il faraone
Meride (Amenemhet III, XII dinastia)
abbellì ed ingrandì ancora
facendo costruire i propilei meridionali e scavando un grande lago artificiale che prese il suo nome.
Il racconto di
Diodoro
passa ora a un faraone che egli chiama
Sesoosi
, vissuto "sette generazioni più tardi". Si tratta di
Sesostri III
, della XII dinastia, ma alcuni episodi sembrano riferiti ad altri sovrani con lo stesso nome. L'autore, che qui segue prevalentemente
Erodoto
, tiene del resto a precisare che le fonti a sua disposizione sull'argomento erano spesso imprecise e contraddittorie e che egli stesso ha selezionato le notizie che si sono sembrate più attendibili.
In gioventù
Sesostri
ricevette una completa preparazione militare che, ancora prima di salire al trono, mise in pratica operando conquiste in
Arabia
e
Libia
.
Divenuto re si mostrò saggio e munifico, operò riforme e riorganizzò il paese dividendolo in distretti.
Formata una grande armata la guidò alla conquista dell'
Etiopia
, delle isole del
Mar Rosso
e di spinse fino in
India
(quest'ultima notizia non pare attendibile agli studiosi moderni).
Svolse campagne anche in
Europa
ed in
Asia
arrivando alla palude
Meotide (oggi Mare di Azov)
dove lasciò un folto presidio che successivamente formò la popolazione dei
Colchi
(notizia presente anche in
Erodoto
).
Nel complesso le campagne di
Sesostri III
, che si conclusero in
Tracia
, durarono nove anni.
Egli trattò con moderazione i popoli sottomessi e, tornato in patria, ricompensò i veterani con ricchi donativi.
Utilizzando la grande quantità di prigionieri catturati durante le sue campagne, il faraone si dedicò alla realizzazione di grandi opere, con particolare attenzione all'irrigazione delle campagne ed alla canalizzazione delle piene del
Nilo
.
Costruì molti monumenti religiosi, abbellì i santuari ed in particolare quello di
Efesto
(
Ptah
) a
Menfi
, come dono votivo per essersi salvato da una congiura.
Si suicidò dopo trentatre anni di regno per aver perso la vista. La sua fama fu grande nei secoli seguenti tanto che, durante l'invasione persiana, anche
Dario
rese onore alla sua memoria.
Il figlio di
Sesostri
non fece nulla di notevole ma gli capitò un singolare episodio: avendo perso a sua volta la vista pregò a lungo gli dei finché un oracolo gli ordinò di lavarsi gli occhi con l'orina di una moglie fedele. Non fu facile trovare il rimedio e quando finalmente vi riuscì il faraone fece bruciare vive tutte le fedigrafe che aveva così scoperto.
Molte generazioni dopo prese il potere un sovrano di nome Amasi (non chiaramente identificabile) il quale fu sconfitto dal re etiope
Actisane
che diede così inizio al periodo di dominazione etiope in
Egitto
. Di questo monarca
Diodoro
dice che fu saggio e moderato, ricorda che istituì la colonia penale di Rinocolura (odierna El-Arish) in una regione arida ed inospitale confinandovi quanti erano stati giudicati colpevoli di furto, dopo aver fatto loro mozzare il naso.
Concluso il periodo etiope regnò un faraone di nome Mendes o Marros (forse si tratta ancora di
Amenemhet III
) che fece costruire un
labirinto
simile a quello di
Creta
ancora visibile ai tempi dell'autore. L'edificio è citato anche da
Erodoto
,
Plinio
e
Strabone
.
A questo seguì un periodo di cinque anni di anarchia quindi fu eletto un certo Ceten (forse
Sethnakht
, iniziatore della XX dinastia) che potrebbe corrispondere al mitico
Proteo
della tradizione postomerica.
Diodoro
razionalizza la leggenda della capacità di
Proteo
di trasformarsi supponendo che sia nata dall'usanza dei faraoni di adornarsi con pelli di animali.
A questo re successe il figlio Remfis (Ramsinito in
Erodoto
, forse
Ramses III
, 1182-1151 a.C. ) il quale non compì imprese particolari ma fu buon economo ed accumulò grandi ricchezze.
Seguirono altre generazioni di re non degne di nota fino a Chemnis (
Cheope
, IV dinastia) il quale fece costruire "la più grande delle tre piramidi annoverate fra le
sette meraviglie del mondo
", piramidi delle quali
Diodoro
fornisce un'accurata descrizione.
Egli riferisce che per costruirle si realizzarono terrapieni artificiali, poi eliminati, ipotesi che convince i moderni più di quella di
Erodoto
che pensava a macchine di sollevamento.
Diodoro
segue
Erodoto
anche nell'errore cronologico di considerare
Cheope
(vissuto nel XXV secolo a.C.) successivo a
Sesostri
e a
Ramses III
che vissero rispettivamente nel XIX e nel XII secolo a.C.
A
Cheope
successe il figlio
Chefren
(Khafa). Questi fece costruire un'altra piramide, più piccola della precedente.
A
Chefren
successe il figlio
Micerino (Menkaure)
che a sua volta costruì una piramide, più piccola delle precedenti ma ad esse superiore per qualità della pietra e tecnica costruttiva.
Come già
Erodoto
,
Diodoro
racconta che
Micerino
ristabilì un governo equo dopo le ingiustizie perpetrate dai suoi predecessori
Cheope
e
Chefren
.
A questi sovrani seguì
Bocchori (Bekenrinef, XXIV dinastia)
ricordato per la sua saggezza.
Più avanti regnò
Sabacone (Shabako, XXV dinastia)
, sovrano etiope che abolì la pena di morte e realizzò importanti opere pubbliche. Convinto da sogni premonitori,
Sabacone
lasciò il trono ed il paese spontanemante. In realtà gli
Etiopi
governarono l'
Egitto
per alcuni decenni dopo
Shabako
e la loro dominazione non terminò in modo pacifico.
Seguì un periodo di anarchia e, per ristabilire l'ordine, i dodici capi più autorevoli decisero di dividere il regno fra loro.
I dodici re governarono in armonia e, dopo quindici anni, decisero di costruire una grandiosa tomba comune nei pressi del lago Meride. Prima che l'opera fosse compiuta, tuttavia, la gelosia che uno dei dodici,
Psammetico
, suscitava nei colleghi provocò discordie che presto culminarono nella guerra. Infatti
Psammetico
, dominando la regione costiera, aveva avuto modo di svolgere frequenti commerci con altre popolazioni, procurandosi ricchezze ed alleanze. Quando si vide isolato dai colleghi utilizzò queste alleanze e, con aiuti venuti dalla
Caria
e dalla
Ionia
, vinse i rivali nella battaglia di Momemfi (città non identificata).
Divenuto unico sovrano del paese,
Psammetico
aprì i confini agli stranieri, ai
Greci
in particolare dei quali ammirava molto cultura e tradizioni, ciò comportò un cambiamento radicale negli usi degli
Egiziani
che da sempre erano xenofobi. Forse per questo motivo
Diodoro
colloca sotto il regno di
Psammetico
una rivolta che si svolse alcuni decenni più tardi e che portò alla secessione di una parte della popolazione.
A
Psammetico
seguì
Aprie
che regnò per ventidue anni. Combattè contro i
Fenici
e conquistò
Sidone
.
Si verificò una ribellione, capitanata dal nobile
Amasi
che riuscì ad uccidere e sconfiggere
Aprie
, prendendo il potere.
Amasi
regnò per cinquant'anni, morendo poco prima dell'invasione persiana dell'
Egitto
.
A questo punto
Diodoro
interrompe la narrazione delle successioni dei faraoni rimandando quelli successivi ad
Amasi
ad altre sezioni dell'opera, secondo un criterio cronologico, e dichiara di voler chiudere il primo libro trattando ancora di costumi e leggi degli
Egiziani
.
Nel capitolo 70 viene rapidamente descritto il protocollo al quale il faraone doveva sempre attenersi, dalle abluzioni del mattino ai cerimoniali religiosi, dal disbrigo della corrispondenza alla dieta da seguire.
Il faraone, dice
Diodoro
, disponeva di una servitù personale formata da individui selezionati che ricevevano la migliore educazione, così da essere sempre in contatto con persone virtuose ed istruite.
Anche nell'amministrazione della giustizia il faraone era tenuto al più rigoroso rispetto delle leggi, nulla era lasciato alla sua personale volontà: questo sistema, secondo
Diodoro
, garantì la giustizia in
Egitto
e rese possibili lunghissimi periodi di stabilità politica.
Quando moriva un faraone si indiceva un periodo di lutto per settantadue giorni durante il quale il popolo svolgeva riti funebri ed era tenuto ad astenersi da molti cibi, dal vino e dal sesso.
Prima della sepoltura veniva istituito un tribunale che giudicava le azioni del defunto, lodandone le imprese e deprecandone i misfatti. Anche questa usanza, secondo l'autore, sarebbe servita a far tenere ai sovrani una condotta onorevole.
L'
Egitto
era diviso in distretti, ciascuno dei quali governato da un monarca. Oltre al re godevano di grande prestigio la classe dei sacerdoti e quella dei militari. Agli appartenenti a queste classi venivano assegnate per legge ricche proprietà terriere.
Il resto della società era composto da agricoltori, pastori ed artigiani. L'appartenenza a questa categoria era strettamente ereditaria, anzi le leggi facevano obbligo agli
Egiziani
di continuare la professione svolta dagli antenati. A tutti era proibito avere più di un'occupazione.
La giustizia veniva amministrata tramite il "tribunale dei trenta" composto da tre decine di cittadini rispettivamente di
Eliopoli
,
Tebe
e
Menfi
. I processi avvenivano secondo precise procedure che prevedevano memorie scritte dell'accusa e della difesa che venivano collegialmente esaminate e discusse dai Trenta, con continuo riferimento ad un codice di leggi scritte.
Il fatto che il processo egiziano non prevedesse le arringhe degli avvocati, commenta
Diodoro
, tendeva a garantire una maggiore equità da parte dei giudici che, in questo modo, non venivano influenzati dall'eloquenza delle parti in causa.
Quanto alle leggi in vigore presso gli antichi egizi, l'autore sceglie di citare soltanto le più particolari: era prevista la pena di morte per gli spergiuri e per i casi più gravi di omertà con i criminali, oltre che per l'omicidio anche ai danni degli schiavi.
Particolarmente cruenta era l'esecuzione di chi uccideva i genitori mentre chi uccideva un figlio aveva salva la vita ma veniva tenuto legato per tre giorni e tre notti al cadavere della vittima.
I disertori venivano puniti con disonore e con la privazione della "libertà di parola" e potevano essere redenti in seguito al proprio comportamento. Alle spie si tagliava la lingua, ai falsificatori le mani. Gli stupratori venivano evirati.
Il faraone
Bocchori (Bekenrinef)
emanò norme in materia di contratti fra privati che regolavano prestiti, interessi, ecc., abolendo la schiavitù per debiti.
Diodoro
ipotizza che
Solone
abbia importato in
Grecia
queste norme
egiziane
(ma la notizia è poco attendibile).
Per quanto concerne il furto era in vigore in
Egitto
una strana consuetudine: non era punito a condizione che il ladro consegnasse la refurtiva al "capo dei ladri" che poteva renderla al proprietario dietro riscatto.
Gli
Egiziani
avevano prole molto numerosa. I figli venivano allevati con minima spesa dando loro cibi a basso costo; la clemenza del clima consentiva di minimizzare la spesa per l'abbigliamento.
L'educazione dei figli dipendeva dal mestiere dei genitori. Quanti ricevevano un'istruzione più approfondita studiavano la scrittura (geroglifica e demotica), la geometria, l'aritmetica e l'astronomia. La formazione dell'egiziano non comprendeva la ginnastica e la musica. In campo medico gli
Egiziani
credevano in una forte relazione fra alimentazione e salute, quindi davano grande importanza alla dieta, specialmente in caso di malattia. I medici erano pagati dallo stato e seguivano discipline tradizionali; in caso di insuccesso potevano essere processati.
Diodoro
torna sull'uso di venerare gli animali, uso che evidentemente incuriosiva molto i
Greci
, e racconta come gli animali sacri fossero nutriti e curati dai sacerdoti e come si desse loro sepoltura con tutti gli onori. Chi uccideva volontariamente un animale sacro veniva condannato a morte e spesso la giustizia popolare arrivava prima del processo. Particolari riti erano riservati al
Toro Api
, sacro ad
Osiride
: quando moriva i sacerdoti giravano tutto il paese per trovarne un altro con le stesse caratteristiche (ne parla anche
Erodoto
).
Premesso che ritiene le vere ragioni della venerazione degli animali oggetto di un sapere segreto posseduto dai soli sacerdoti,
Diodoro
prova ad indagare sulle opinioni più diffuse su questa usanza.
Alcuni la riferiscono ad epoche antichissime, quando gli uomini non erano ancora civilizzati e dovevano convivere e lottare con gli animali.
Altri la mettevano in relazione con le insegne degli antichi eserciti che, in genere, avevano appunto aspetto di animali.
La terza opinione, infine, spiegava il culto come un segno di gratitudine per l'aiuto che gli animali danno all'uomo nel lavoro e nella vita. Ad esempio i coccodrilli del
Nilo
venivano considerati una difesa verso eventuali invasori da parte dei popoli confinanti.
La descrizione dell'
Egitto
e dei suoi costumi non sarebbe completa se non si parlasse del culto dei morti.
Diodoro
precisa che erano in vigore tre tecniche di imbalsamazione e descrive la più costosa che prevedeva l'asportazione degli organi e la mummificazione con olio di cedro, unguenti e sostanze vegetali.
Al momento della sepoltura si svolge il "processo" (citato in precedenza a proposito delle esequie del faraone) e se il morto viene considerato colpevole gli vengono negati i tradizionali onori funebri.
Le famiglie che non disponevano di un sepolcro privato custodivano le bare dei parenti in un apposito locale della casa.
Era tradizione (in
Egitto
come in altri paesi) considerare i legislatori ispirati dalla divinità.
Diodoro
elenca i più antichi ed importanti legislatori:
Menes
,
Sasichi
(forse
Shoshenq I
, XXII dinastia, 942 - 924 a.C.),
Sesoosi
(
Sesostri
) e
Bocchori
.
A questi seguì
Amasi
che riformò l'amministrazione e viene ricordato come modello di saggezza ed equità . Infine, durante la dominazione persiana, il re
Dario
completò la legislazione egiziana nella forma che rimase inalterata finché non presero il potere i
Macedoni
.
Questa legislazione fu ammirata e studiata dai
Greci
: filosofi e uomini politici
greci
visitarono l'
Egitto
a questo scopo importando in patria leggi, credenze e costumi egiziani. Il primo libro della Biblioteca si conclude appunto con un riepilogo dell'influenza egiziana sul diritto greco (
Licurgo
e
Solone
), sulla letteratura (
Omero
), sulla religione (
Orfeo
), sulla filosofia (
Pitagora
e altri) e sulle scienze (
Eudosso
ed altri).
Libro II
Dopo un breve riepilogo del precedente libro dedicato all'
Egitto
,
Diodoro
passa a narrare la storia degli
Assiri
.
Il primo re assiro di cui l'autore dichiara di avere notizie fu
Nino
. In realtà la storia e la cronologia degli
Assiri
risalgono almeno ad un millennio prima del periodo al quale
Diodoro
si riferisce e
Nino
è personaggio leggendario che i
Greci
consideravano fondatore dell'impero assiro e della città di
Ninive
.
Alleatosi con gli
Arabi
,
Nino
invase
Babilonia
e ne sottomise la popolazione eliminando i regnanti locali. Passò quindi ad invadere l'
Armenia
il cui re Barzane si sottomise volontariamente ed ottenne da
Nino
la liberazione in cambio di aiuti militari.
Fu poi la volta della
Media
che oppose resistenza e venne duramente sottomessa.
Continuando tali imprese, nell'arco di diciassette anni,
Nino
sottomise gran parte dell'
Asia
; infine, posto termine alle campagne militari, si dedicò alla costruzione della grande città di
Ninive
.
Successivamente
Nino
intraprese nuovamente la conquista della
Battriana
, uno dei pochi paesi che era riuscito a resistergli, e qui conobbe e sposò
Semiramide
.
Sul conto di
Semiramide
, forse identificabile con la regina
Shammuranat
nata in
Siria
e vissuta nell'
ottavo secolo a.C.
, si narrava una leggenda.
Si diceva che fosse figlia della dea siriaca Derceto (probabilmente equivalente ad
Astarte
) la quale l'aveva avuta da un amore occasionale.
La bambina era stata esposta e nutrita dalle colombe finché i pastori del luogo non l'avevano trovata e portata ad un funzionario del re, di nome Simmas, che l'aveva adottata.
Una volta cresciuta,
Semiramide
fu notata dal governatore
Onnes
, che volle sposarla. Quando
Onnes
seguì
Nino
nella campagna in
Battriana
,
Semiramide
lo raggiunse e, vestitasi da uomo, comandò un manipolo che riuscì ad espugnare la capitale assediata.
Nino
, colpito dalla bellezza e dal coraggio di lei, chiese ad
Onnes
di cedergliela e questi, innamorato della moglie ma atterrito dalla potenza del re, finì per suicidarsi, così
Semiramide
divenne la regina degli
Assiri
.
Qualche tempo dopo
Nino
morì lasciando a
Semiramide
un figlio di nome
Ninia
ed il trono di
Assiria
.
Semiramide
realizzò per lui un grandioso monumento funebre a
Ninive
quindi, ambiziosa di superare il marito, volle fondare la città di
Babilonia
.
Nei capitoli successivi
Diodoro
, attingendo da
Ctesia di Cnido
, descrive gli aspetti più grandiosi della città, le tecniche di costruzione, il ponte sull'
Eufrate
, i due palazzi reali, i rivestimenti in mattoni smaltati. Viene descritta anche la grande ziggurat, l'altissima torre sacra sulla quale i
Caldei
svolgevano i loro studi astronomici,
Diodoro
attribuisce anche questo edificio a
Semiramide
mentre fu realizzato dal re
Nabopolassar
.
Si parla dei giardini pensili precisando che non furono opera di
Semiramide
ma di un altro monarca che li avrebbe donati ad una sua concubina persiana, in effetti furono realizzati da
Nabucodonosor II
per la moglie.
Completata la costruzione di
Babilonia
e di altre città,
Semiramide
condusse altre imprese militari e viaggiò a lungo nei suoi domini realizzando ovunque grandi opere e fondando nuove città.
Diodoro
accenna anche ai costumi dissoluti della regina che, evitando sempre di risposarsi per non vedersi contendere il potere dal nuovo marito, usava intrecciare brevi e frequenti relazioni con i membri più avvenenti del suo esercito, relazioni che si concludevano sempre con la sparizione del malcapitato.
Desiderando realizzare l'impresa bellica più importante, che a
Nino
non era riuscita,
Semiramide
decise di tentare la conquista dell'
India
e spese due anni in importanti preparativi fra i quali la costruzione di una flotta fluviale composta di navi smontabili che, in caso di necessità, potessero essere trasportate via terra a dorso di cammello. Per contrastare l'arma tradizionale dell'esercito indiano, gli elefanti, la regina fece fabbricare migliaia di finti pachidermi, ciascuno trasportato da un cammello, nella speranza di incutere il terrore nelle schiere nemiche.
Da parte sua il re degli
Indiani
Stabrobate
, attuò preparativi ancor più grandiosi moltiplicando le sue navi fluviali, reclutando nuove truppe e catturando nuovi elefanti da combattimento.
Gli
Assiri
vinsero una prima battaglia navale sul fiume
Indo
,
Semiramide
fece costruire un ponte e superò il fiume spingendo il grosso delle sue forze all'interno del paese ma qui, soprattutto grazie agli elefanti veri di cui disponeva,
Stabrobate
ebbe la meglio, del resto l'inganno degli elefanti, reso noto agli
Indiani
da alcuni disertori assiri, aveva perso il suo effetto.
Costretto ad una rovinosa ritirata, l'esercito assiro tornò oltre l'
Indo
e
Semiramide
, che aveva subito delle ferite, riuscì ad evitare il peggio facendo tagliare le corde del ponte prima che gli inseguitori riuscissero a superare il fiume.
Abbandonata l'impresa,
Semiramide
tornò in patria e qui scoprì una cospirazione contro di lei ad opera del figlio
Ninia
. Poiché questo evento era stato predetto da un oracolo egiziano, la regina non tentò di punire il cospiratore, anzi gli consegnò il regno e sparì misteriosamente; aveva sessantadue anni ed aveva regnato per quarantadue.
Diodoro
, che fin qui ha seguito
Ctesia di Cnido
, precisa che altre fonti fornivano versioni diverse a proposito di
Semiramide
e c'era chi sosteneva che, per prendere il potere, avesse eliminato il marito.
Ninia (Adab-Nirari III)
regnò senza intraprendere nuove conquiste. Fu, secondo
Diodoro
, un sovrano politicamente inerte e personalmente votato al lusso ed al piacere.
Con grosso errore cronologico,
Diodoro
(ed evidentemente così la sua fonte
Ctesia
) colloca
Ninia
trenta generazioni prima della caduta degli
Assiri
mentre si ritiene che
Semiramide
sia identificabile con la regina
Shammuramat
vissuta nell'
ottavo secolo a.C.
, ipotesi per altro coerente con la narrazione erodotea.
L'ultimo successore di
Ninia
fu
Sardanapalo
(forse il penultimo re assiro
Assurbanipal
) del quale
Diodoro
, conforme ad una radicata tradizione greca, fornisce un ritratto scandalistico: molle, effeminato, incline a ogni tipo di godimento ... avrebbe fatto imprimere sulla sua tomba un'iscrizione inneggiante al piacere materiale. La sua morte provocò (o almeno coincise con) "il completo abbattimento dell'egemonia assira".
Il generale medo
Arbace
ed il grande sacerdote babilonese
Belesi
cospirarono contro
Sardanapalo
e riuscirono a radunare un esercito ribelle per attaccare
Ninive
.
I ribelli subirono tre gravi sconfitte ma
Belesi
, che era indovino, li convinse a resistere prevedendo l'arrivo di aiuti insperati. In effetti alcuni giorni dopo giunsero rinforzi dalla
Battriana
e, questa volta, i rivoltosi ebbero la meglio in un'azione a sorpresa e riuscirono ad assediare
Ninive
.
L'assedio durò due anni perché la città era ben fortificata e gli abitanti disponevano di ricche provviste. Fu una piena dell'
Eufrate
a demolire parte delle mura e, poiché questo evento realizzava un antico vaticinio,
Sardanapalo
comprese che la fine era giunta e decise di morire con tutte le sue concubine ed i suoi eunuchi. Subito dopo i ribelli entrarono in città ed
Arbace
fu proclamato re.
Belesi
, che fu nominato governatore della
Babilonia
, tentò di ingannare
Arbace
defraudandolo del tesoro di
Sardanapalo
e venne perdonato il ché procurò ad
Arbace
fama di grande saggezza e moderazione.
Arbace
distrusse
Ninive
dopo averla evacuata e trasferì la capitale ad
Ecbatana
in
Media
(in realtà
Ninive
venne devastata nel
612 a.C.
dal re medo
Ciassare
).
A questo punto
Diodoro
apre una digressione sui
Caldei
che, per i
Greci
, erano una stirpe babilonese tradizionalmente dedita all'astronomia ed alla mantica. In realtà i
Caldei
erano un popolo diverso dai Babilonesi e di questi nemico. Il re caldeo
Nabopolassar
sconfisse i Babilonesi nel
625
e fondò l'impero neo-babilonese.
La digressione comprende una descrizione delle dottrine filosofico-astronomiche dei
Caldei
i quali ritenevano che il cosmo fosse governato dal preciso volere degli dei e che alcuni pianeti, con i loro movimenti ed i fenomeni ad essi correlati, fornissero segni interpretabili di tale volere.
Conclusa la digressione, l'Autore passa a confrontare le sue fonti sull'egemonia dei
Medi
. Secondo
Erodoto
(ma la sintesi di
Diodoro
non è del tutto fedele alla narrazione erodotea) alla caduta degli
Assiri
sarebbe seguito un periodo di democrazia o di autarchia delle città finché non fu eletto
Ciassare
(Kashtariti) che riunificò e rifondò l'impero (ma
Erodoto
definisce
Deioce
unificatore di un impero che passò al figlio
Fraorte
poi al figlio di questi
Ciassare
).
Dopo
Ciassare
l'impero proseguì finché
Astiage
non fu sconfitto da
Ciro
. Dal canto suo
Ctesia di Cnido
presenta una diversa successione di re medi (che
Diodoro
riprenderà più avanti) ritenendo la durata della dominazione meda molto più lunga di quanto non calcolasse
Erodoto
. Si deve tener presente che, almeno nelle linee generali, sia le antiche fonti orientali, sia la critica moderna, tendono a confermare la versione presentata da
Erodoto
.
Seguendo
Ctesia di Cnido
, dunque,
Diodoro
racconta che dopo la sconfitta degli
Assiri
regnò sui
Medi
Arbace
al quale succedette il figlio
Mandoce
, quindi
Sosarmo
,
Artica
,
Arbiane
e
Arteo
.
Sotto
Arteo
si verificò una grande rivolta da parte dei
Cadusi
che abitavano la regione settentrionale della
Media
. Ad
Arteo
successe
Artine
, poi
Astibara
ed infine
Astiage
che fu sconfitto dal re persiano
Ciro
.
Fedele al suo intento di seguire un preciso schema cronologico, a questo punto
Diodoro
rimanda la narrazione delle successive vicende persiane per passare ad occuparsi della storia dell'
India
nel periodo che sta esaminando.
Situata fra il massiccio centrale dell'
Asia
, il fiume
Indo
e il "grande mare", cioè l'Oceano Indiano, l'
India
era un grandissimo paese che "più di ogni altra parte del mondo comprende il circolo del solstizio d'estate".
Particolarmente fertile, l'
India
era ricca di vegetazione e di animali, fra questi i grandi elefanti, più forti di quelli africani, spesso utilizzati con successo in combattimento.
L'abbondanza e la qualità dei frutti della terra, la purezza dell'aria e dell'acqua conferivano agli
Indiani
una costituzione fisica superiore alla media.
Il sottosuolo era ricco di metalli: oro, argento, rame, ferro, stagno.
La campagna produceva grande varietà di cereali e legumi grazie all'abbondante irrigazione fluviale ed alla duplice stagione delle piogge.
Presso le popolazioni indiane l'agricoltura era considerata sacra e quanti vi si dedicavano erano esentati dal partecipare alle attività militari e rispettati da tutti.
In
India
scorrevano numerosi fiumi, molti dei quali erano affluenti del
Gange
. Presso la foce del
Gange
viveva il popolo dei
Gandaridi
che grazie ai suoi enormi elefanti non fu mai sottomesso, anche
Alessandro Magno
, che conquistò tutta l'
Asia
, evitò di molestare i
Gandaridi
.
La grande quantità di fiumi che percorrono l'
India
era attribuita da studiosi e filosofi al fatto che il Paese riceve le acque dei territori confinanti che si trovano tutti a maggior altitudine.
Molti antichi popoli abitavano l'
India
, tutti autoctoni. Gli
Indiani
più dotti tramandavano la storia di
Dioniso
che invase il loro Paese con una grande armata ma all'arrivo dell'estate dovette ritirarsi nella zona montuosa per evitare che una pestilenza decimasse il suo esercito.
In
India
,
Dioniso
divulgò la conoscenza enologica e fondò importanti città, introducendo leggi e tribunali.
Conquistata tutta l'
India
, secondo la versione indiana del mito,
Dioniso
vi regnò per cinquantadue anni, quindi morì di vecchiaia lasciando il Paese ai suoi discendenti che lo tennero per molte generazioni.
Gli
Indiani
affermavano anche che
Eracle
nacque presso di loro e suddivise il regno fra i suoi numerosi figli. Anche
Eracle
fu fondatore di molte città, fra queste Palibotra (odierna Patna).
Presso gli
Indiani
vigeva l'usanza, molto lodata da
Diodoro
, di non avere schiavi e di considerare tutti gli abitanti come uomini liberi.
La popolazione indiana era divisa in sette parti (le caste). La prima era costituita dai filosofi, dotati del massimo prestigio ed esentati da ogni servizio. I filosofi svolgevano funzioni sacerdotali ed erano consiglieri del re e dei singoli cittadini.
La seconda parte, quella più numerosa, era composta dagli agricoltori. Erano esenti dal servizio militare e considerati benefattori della comunità. Gli agricoltori passavano la vita sulla propria terra e pagavano un affitto al re.
La terza casta era quella degli allevatori che vivevano in accampamenti fuori dalle città e si dedicavano anche alla caccia.
La quarta casta era quella degli artigiani, la cui utilità era premiata con elargizioni di derrate ed esenzioni fiscali.
La quinta casta era formata dai militari, mantenuta a spese del tesoro reale ed esente da ogni lavoro in tempo di pace.
Gli ispettori costituivano la sesta casta, controllavano tutto ciò che accadeva e riferivano al re ed ai magistrati.
Componevano la settima casta, considerata la più nobile, i consiglieri ed i sinedri ai quali spettavano le decisioni sui pubblici affari. Non era permesso cambiare casta ed erano vietati i matrimoni fra membri di caste diverse.
Caratteristici dell'
India
erano gli elefanti. La loro gravidanza durava da sedici a diciotto mesi, partorivano in genere un solo piccolo e lo allattavano per sei mesi, potevano vivere fino a duecento anni.
Gli stranieri in visita erano assistiti e curati da appositi magistrati.
Esaurita la sua trattazione sugli
Indiani
,
Diodoro
passa a parlare degli
Sciti
, abitanti nel paese confinante.
In tempi antichi gli
Sciti
erano una piccola popolazione ma grazie "alle loro prodezze ed al loro valore" avevano potuto estendere il proprio territorio.
I miti degli
Sciti
raccontavano di una fanciulla nata dalla terra, la parte inferiore del corpo aveva forme di serpente.
Zeus
si unì a lei e generò
Scite
, che diede il suo nome a tutta la popolazione.
Due fratelli discendenti da
Scite
,
Palo e Nape
, divisero il regno fra loro e dai loro nomi due gruppi della popolazione si chiamarono
Pali e Napi
.
Successivamente gli
Sciti
sottomisero ampi territori spingendosi fino in
Egitto
. Sconfissero ed asservirono molti grandi popoli e provocarono grandi migrazioni fra le quali quella proveniente dalla
Media
che originò la popolazione dei
Sauromati
. Molti anni più tardi i
Sauromati
devastarono una grande regione della
Scizia
rendendola deserta.
Fra gli
Sciti
seguì un periodo di anarchia, quindi il regno delle donne. Le regine scite furono grandi e valorose. Quando
Ciro
re dei
Persiani
condusse una spedizione in
Scizia
fu sconfitto e, fatto prigioniero dalla regina, venne impalato.
L'argomento trattato induce
Diodoro
ad una digressione sulle
Amazzoni
delle quali, pur premettendo che "sembrerà un racconto mitico a causa del suo carattere straordinario", sembra voler affermare la storicità.
Diodoro
localizza il territorio delle
Amazzoni
lungo il fiume
Termodonte
(odierno Terme, costa del
Mar Nero
, Turchia). Le donne detenevano il potere e formavano l'esercito. La regina aveva l'appellativo di "figlia di
Ares
" mentre agli uomini spettavano le occupazioni più umili. I nati maschi venivano storpiati negli arti per precludere loro la possibilità di combattere mentre alle femmine veniva bruciata la mammella destra che le avrebbe ostacolate nell'uso delle armi (di qui
a-mazos
, senza seno, ma l'etimologia è dubbia).
La prima regina delle
Amazzoni
fondò la città di
Temiscira
(oggi Samsun in Turchia).
Le regine successiva accrebbero la potenza delle
Amazzoni
estendendo i loro domini fino in
Siria
. Molte generazioni più tardi ad
Eracle
fu ordinato di impadronirsi della cintura della regina
Ippolita
: la sconfitta inferta loro da
Eracle
stroncò la potenza delle
Amazzoni
. Pochi anni più tardi la regina
Pentesilea
, che regnava sulle poche superstiti, fu espulsa dal paese per aver involontariamente ucciso una consanguinea, si alleò con i
Troiani
e dopo aver ucciso molti
Greci
venne a sua volta uccisa da
Achille
.
In seguito il popolo delle
Amazzoni
, sempre più indebolito, finì per scomparire ed il ricordo delle donne guerriere entrò a far parte del mito.
Continuando la descrizione delle contrade asiatiche settentrionali,
Diodoro
passa a parlare del popolo degli
Iperborei
, abitanti dell'estremo Nord che derivavano il nome dal fatto di occupare la zona "da dove soffia
Borea
". In quella fertile regione sarebbe nata
Latona
, di qui il culto di
Apollo
prevalente presso gli
Iperborei
.
Gli
Iperborei
erano in ottimi rapporti con i
Greci
, in particolare con
Ateniesi
e
Deli
, e si diceva che uno di loro, una sorta di sciamano, avesse in tempi remoti visitato la
Grecia
stabilendo vincoli di amicizia e di benevolenza. Secondo il mito
Apollo
visitava ogni diciannove anni il paese degli
Iperborei
.
La descrizione dell'
Asia
prosegue con l'
Arabia
, paese situato fra la
Siria
e l'
Egitto
.
L'
Arabia Orientale
era abitata dai
Nabatei
, poiché il loro territorio era in gran parte desertico i
Nabatei
erano dediti al brigantaggio e spesso saccheggiavano le regioni confinanti. Dopo queste scorrerie rifugiavano nel deserto dove gli inseguitori erano costretti dalla mancanza d'acqua a ritornare sui propri passi.
Forti del fatto di essere gli unici conoscitori dei pozzi d'acqua del loro paese, i
Nabatei
restarono sempre liberi: nè gli
Assiri
, nè i
Medi
, nè i
Persiani
riuscirono mai a sottometterli.
Nel paese dei
Nabatei
si trovava una "roccia" in posizione strategica con una sola via di accesso (si tratta della città di
Petra
) ed un lago maleodorante dal quale emergevano grandi masse di bitume che procuravano ai
Nabatei
consistenti entrate, così come le resine balsamiche che venivano estratte dai palmeti.
L'altra regione dell'
Arabia
, ricca e fertile, era detta "
Arabia Felice
". Vi si producevano mirra, incenso, spezie e legnami pregiati. Dalle miniere si estraeva oro puro con il quale si fabbricavano bellissimi monili. Abbondantissimo il bestiame che forniva sostentamento a numerose popolazioni di nomadi. Molti gli animali selvatici fra i quali lo struzzo, qui definito "un misto di volatile e di cammello", il "camelopardo" (forse la giraffa) ed altri animali fantastici.
L'
Arabia Felice
era ricca anche di pietre preziose come smeraldi, berilli, topazi. L'intensità e la varietà dei colori di queste pietre, così come del piumaggio degli uccelli, erano attribuite all'intervento della luce del sole particolarmente intensa in quelle regioni.
Conclusa la trattazione dell'
Arabia
si passa a descrivere "l'isola dell'Oceano meridionale" (forse Ceylon o Giava).
Si raccontava che un mercante greco di nome Giambulo, catturato dai briganti, era stato condotto in
Arabia
come schiavo e da qui espulso dopo alcuni anni secondo un rito di "purificazione" del paese. Giambulo ed un suo compagno furono dotati di una barca e di provviste per sei mesi, fu loro ordinato di navigare verso meridione. Un responso oracolare aveva stabilito che se i due avessero trovato un'isola tutto il popolo sarebbe vissuto in pace e prosperità per seicento anni mentre se fossero tornati indietro per timore del mare ne sarebbero derivate terribili sciagure.
Dopo quattro mesi di difficile navigazione i due raggiunsero l'isola del presagio.
Inizia a questo punto una descrizione di gusto fantastico degli abitanti dell'isola: alti, glabri, avvenenti ed eleganti, gli indigeni erano dotati di lingue biforcute, caratteristica che permetteva loro di imitare perfettamente i versi degli uccelli ma anche di conversare contemporaneamente con due interlocutori.
Il clima mite e la fertilità dell'isola assicuravano il loro sostentamento: si nutrivano di pane fatto con i frutti bianchi di una pianta che cresceva molto abbondante, forse il riso. Erano di sana costituzione e molto longevi, giunti ad un'età prestabilita si suicidavano seguendo un'antica tradizione. Le donne erano in comune ed i bambini venivano allevati da tutte le nutrici.
Giambulo ed il suo compagno rimasero per sette anni presso quel popolo, poi vennero scacciati perché ritenuti malfattori e costretti a riprendere il mare. Il compagnò annegò mentre Giambulo sbarcò sulla costa indiana e raggiunse la città di Polibotra dove fu accolto benevolmente ed ottenne un salvacondotto con il quale, attraversando la
Persia
, riuscì finalmente a tornare in
Grecia
. Nelle memorie di Giambulo si leggeva la descrizione delle sue avventure e dei luoghi visitati.
Libro III
Dopo aver trattato dell'
Egitto
e dell'
Asia
,
Diodoro
si accinge a parlare degli
Etiopi
, dei
Libi
e del popolo detto degli
Atlanti
.
Era opinione di molti storici che quello degli
Etiopi
fosse il popolo più antico, sostenendo che "è verosimile che sia stata la contrada più vicina al sole a produrre per prima specie viventi".
Famosa la religiosità degli
Etiopi
, della quale parlava già
Omero
, religiosità che veniva forse premiata dagli dei, dal momento che il loro paese non era mai stato sottomesso dagli stranieri.
La conquista dell'
Etiopia
era stata tentata senza successo da
Cambise
e da
Semiramide
, mentre
Eracle
e
Dioniso
avevano rispettato gli
Etiopi
per il loro sentimento religioso.
Si sosteneva anche che gli
Egiziani
fossero in origine coloni etiopi, ipotesi suffragata da molte affinità delle tradizioni e della scrittura
egiziane
con quelle che esistevano in
Etiopia
.
Presso gli
Etiopi
il re veniva scelto dai sacerdoti in base ai responsi oracolari.
Il re poteva condannare a morte, il condannato aveva il dovere di togliersi la vita; non esistevano esilio ed altre forme di punizione dei criminali. Anticamente il collegio dei sacerdoti del tempio di
Amon
stabiliva, su ispirazione divina, il momento in cui il re doveva uccidersi: questa usanza venne abolita da
Tolomeo II Filadelfo
che fece sgozzare i sacerdoti.
Se il re subiva una mutilazione i suoi amici intimi si provocavano il medesimo danno e veniva considerato onorevole uccidersi alla morte del monarca.
Gli
Etiopi
formavano molte tribù, la maggioranza aveva la pelle nera, naso camuso e capelli crespi. In generale
Diodoro
dimostra di considerarli primitivi, per i loro comportamenti selvaggi e per le loro deprecabili abitudini igieniche. Armati con lance di legno e scudi di pelle, vivevano nudi o vestiti rozzamente con pelli di animali. Si nutrivano di piante e frutti selvatici, carne, latte e formaggi.
Gli
Etiopi
distinguevano fra divinità eterne ed incorruttibili (il sole, la luna) ed eroi divinizzati come
Iside
,
Pan
o
Eracle
. Praticavano riti funebri, alcune tribù affidavano i cadaveri alla corrente dei fiumi, altre li conservavano rivestendoli di vetro, altre ancora davano loro sepoltura nei pressi dei santuari.
Gli
Etiopi
erano perennemente in guerra con i
Libi
per il possesso di una regione particolarmente ricca ed amena posta sul confine fra i rispettivi territori.
Conclusa la sua descrizione dell'
Etiopia
, l'autore precisa di aver raccolto le informazioni durante un viaggio in
Egitto
e di averle integrate con le opere di
Agatarchide di Cnido
e di
Artemidoro di Efeso
.
Passa quindi a parlare della regione situata lungo il
Mar Rosso
, regione ricca di miniere d'oro.
Queste miniere venivano lavorate da una moltitudine di schiavi, detenuti e prigionieri di guerra dei quali
Diodoro
descrive in toni drammatici le condizioni disumane di vita.
Fra i popoli che abitavano la regione erano gli
Ittiofagi
(mangiatori di pesce), selvaggi che vivevano nudi e si sostentavano con le enormi quantità di pesce che la marea spingeva fra gli scogli delle loro coste.
Un altro popolo abitante "all'estremo del golfo" aveva costumi ancora più primitivi, si nutriva esclusivamente di pesce crudo, senza bere poiché l'umidità delle carni crude bastava a calmare la sete, e si mostrava del tutto insensibile al dolore fisico ed alle emozioni.
Gli
Ittiofagi
abitavano nelle grotte, negli anfratti naturali della scogliera o in capanne costruite con costole di cetacei ed alghe essiccate.
Le isole prossime alla costa erano abitate da una stirpe di
Ittiofagi
detti Chelonofagi che ricavavano sostentamento dalle grandi tartarughe marine.
Nelle regioni dell'interno abitavano i
Rizofagi
che si nutrivano di radici, la cui tranquilla esistenza era turbata soltanto dai leoni del deserto.
Gli Ilofagi (mangiatori di legno) e gli Spermatofagi (mangiatori di semi) si nutrivano di quanto raccoglievano nei boschi, mentre i Cinegi vivevano di caccia.
Di una forma cruenta ed eroica di caccia all'elefante vivevano anche gli
Etiopi
Elefantomachi, abitatori delle boscose contrade occidentali.
Gli Strutofagi, invece, cacciavano gli struzzi, numerosissimi nella loro regione, che
Diodoro
paragona a giovani cammelli.
Il popolo degli
Acridofagi
, abitando in una regione desertica e priva di risorse, si nutriva di locuste. La loro vita era molto breve e morivano sempre di ftiriasi (infezione da larve di acaro), malattia che
Diodoro
descrive con abbondanza di raccapriccianti particolari.
I tre capitoli successivi sono dedicati al popolo dei Trogloditi. L'etnonimo indicava generalmente gli abitatori delle caverne, qui
Diodoro
si riferisce a quelli stanziati nella regione del Tibesti (Sudan).
Allevatori nomadi, erano divisi in gruppi governati da tiranni, spesso in lotta fra loro per il possesso dei pascoli.
I Trogloditi praticavano la circoncisione e seppellivano i morti sotto mucchi di pietre. Gli anziani non più in grado di seguire le greggi venivano soppressi.
Non manca la descrizione della fauna etiope: rinoceronte, elefanti, babbuini, grandi felini ed anche animali fantastici come il toro carnivoro. Ampio spazio viene dedicato ai serpenti,
Diodoro
racconta le avventure di un gruppo di cacciatori che catturarono un enorme rettile per farne dono al re
Tolomeo II
il quale, addomesticata la bestia, amava mostrarla ai propri ospiti.
Si prosegue con la descrizione delle coste africane del Golfo Arabico.
Nel golfo si trovava l'isola di Ofiade (oggi Zabargad), famosa per i giacimenti di topazi. Una parte del golfo presenta fondali molto bassi, insidia che spesso provocava naufragi, come testimoniavano i molti relitti incagliati che venivano lasciati sul luogo per segnalare il pericolo ai naviganti.
Si passa quindi alla costa orientale del golfo, con le sue oasi ricche d'acqua considerate sacre in un paese desertico.
Un ampio tratto di questa costa era abitato dagli
Arabi
Nabatei
, dediti alla pastorizia, che avevano spesso praticato la pirateria ai danni dei mercanti di
Alessandria
.
Vengono citate le popolazioni della costa fra cui i Sabei, abitanti dell'
Arabia Felice
e famosi produttori di balsami e spezie.
Si passa ora ad una breve descrizione della
Libia
e delle sue popolazioni.
I
Libi
erano divisi in tribù, alcune delle quali erano dedite all'agricoltura o alla pastorizia e relativamente civili mentre altre erano selvagge e praticavano il brigantaggio.
Se la zona circostante
Cirene
era molto fertile, la parte meridionale del paese era desertica ed infestata dai serpenti velenosi.
Molti gli antichi miti connessi a questa regione, fra i quali quello delle
Amazzoni
di
Libia
. Più antiche e meno note delle
Amazzoni
del
Ponto
, queste guerriere vissero molte generazioni prima della guerra di
Troia
.
Queste
Amazzoni
dedicavano una parte della loro vita al servizio militare conservando la verginità, una volta congedate potevano avere figli. Gli uomini dovevano occuparsi dei lavori domestici e della cura dei figli ed erano esclusi da ogni carica militare o politica.
Anche questo popolo usava bruciare le mammelle alle neonate perché non fossero di ostacolo nei combattimenti. Abitavano l'isola di Espera, molto fertile e ricca di bestiame. Di qui mossero le loro azioni belliche conquistando ampi territori in
Libia
.
Una loro regina di nome
Mirina
, attaccò e sconfisse il popolo degli
Atlanti
conquistandone la capitale, quindi combattè contro un'altra popolazione matriarcale detta delle
Gorgoni
. Anche in questo caso
Mirina
raggiunse la vittoria e catturò non meno di tremila prigioniere. In epoca successiva le
Gorgoni
ripresero grande potenza e furono definitivamente sconfitte da
Perseo
(versione razionalizzante del mito di
Medusa
). Quanto alle
Amazzoni
libiche furono sterminate da
Eracle
in età successiva (ma in genere la guerra con
Eracle
si riferisce alle
Amazzoni
asiatiche).
Mirina
strinse un patto di alleanza con l'
Egitto
di
Horus
, il figlio di
Iside
, quindi si spinse a conquistare la
Siria
, il Tauro, la
Frigia
e la
Misia
. Conquistata l'isola di
Lesbo
vi fondò la città di
Mitilene
, quindi giunse all'isola che chiamò
Samotracia
dove fece erigere altari alla
Madre degli Dei
. Qui, secondo il mito, la
Madre degli Dei
insediò successivamente la stirpe dei
Coribanti
ed istituì i riti misterici.
In quel periodo l'esule
Mopso
di
Tracia
raccolse un esercito ed invase il paese delle
Amazzoni
uccidendo in battaglia la regina
Mirina
e molte sue compagne.
Tornando al popolo degli
Atlanti
,
Diodoro
racconta che secondo il mito nel loro paese sarebbero nati gli dei.
Il primo re degli
Atlanti
fu
Urano
, qui presentato come grande civilizzatore, che distolse gli uomini dall'ignoranza insegnando loro come coltivare la terra e costruire città.
Urano
era un essere umano che fu divinizzato per i suoi meriti, i suoi profondi studi di astronomia fecero si che fosse considerato una divinità del cielo e del cosmo.
Ebbe quarantacinque figli di cui diciotto, nati da
Titea (Gaia)
, furono detti
Titani
.
Fra le sue figlie furono
Basileia
e
Rea
, la prima fu detta Grande Madre e succedette al padre sul trono. Sposò il fratello
Iperione
e partorì
Elio
e
Selene
. Alcuni fratelli di
Basileia
, per gelosia, uccisero
Iperione
ed
Elio
mentre
Selene
si suicidò per il dolore. A seguito di una visione onirica
Basileia
chiese al popolo di venerare i suoi figli morti come divinità, quindi impazzì e prese a vagare con i capelli sciolti suonando timpani e cembali, quando sparì le fu dedicato un culto mentre
Elio
e
Selene
furono identificati con il sole e con la luna.
In un'altra versione del mito la
Madre degli Dei
era nata in
Frigia
. Esposta sul mente Cibelo dai genitori che non volevano allevarla, fu nutrita dalle belve finché non fu trovata da alcune donne che la presero con loro e la chiamarono
Cibele
.
Cresciuta, divenne molto bella ed intelligente, dotata di arti magiche con le quali curava i bambini infermi. Suo amico era il frigio
Marsia
, suonatore di flauto, ma
Cibele
amava un giovane di nome
Attis
.
Quando
Cibele
venne riconosciuta dai suoi genitori era incinta, per questo motivo
Attis
venne ucciso e la giovane impazzì e prese a vagare per le campagne gemendo e suonando il cembalo, accompagnata da
Marsia
che la seguiva per amicizia e compassione.
Entrato in competizione artistica con
Apollo
,
Marsia
si cimentò con il flauto a due canne, contro la cetra del dio, quando
Apollo
aggiunse il canto alla musica
Marsia
, non potendo cantare mentre suonava il flauto, fu sconfitto.
Apollo
scuoiò vivo
Marsia
poi, pentito, ruppe le corde della cetra.
Di
Cibele
si innamorò
Dioniso
che prese a vagare con lei ed ordinò ai Frigi di onorarla come una dea.
Dopo la morte di
Iperione
due figli di
Urano
si divisero il regno:
Atlante
e
Crono
.
Atlante
perfezionò l'astronomia e diffuse la dottrina della sfera,
Diodoro
collega questo particolare con l'immagine di
Atlante
che sostiene il mondo mentre nella versione più diffusa si tratta di una punizione per aver aiutato i
Titani
contro gli dei.
Espero
, figlio di
Atlante
, fu rapito dai venti e venne identificato con la stella della sera.
Le sette figlie di
Atlante
(le
Pleiadi
dal nome della madre
Pleione
) furono progenitrici del genere umano, molti loro figli per le loro qualità ebbero nomi di dei e di eroi.
La più anziana,
Maia
, unitasi a
Zeus
generò
Ermes
.
Crono
, fratello di
Atlante
, era empio ed avido. Sposò sua sorella
Rea
e fu padre di
Zeus
. Un altro
Zeus
, fratello di
Urano
, fu re di
Creta
e padre dei
Cureti
.
Zeus
figlio di
Crono
, poi detto Olimpio, governò le terre occidentali e sconfisse il padre che aveva mosso una spedizione contro di lui con i
Titani
. Fu così giusto e benevolo che alla sua morte fu proclamato signore del cosmo per l'eternità.
Completato il racconto dei miti degli
Atlanti
,
Diodoro
passa a parlare di
Dioniso
del quale si è già occupato nella sezione dedicata all'
Egitto
(
Osiride
corrisponde al
Dioniso
greco). Consapevole della molteplicità dei miti riguardanti
Dioniso
, l'autore si propone di presentare una sintesi comparativa ed inizia con il distinguere tre principali versioni: quella di chi parlava di un solo
Dioniso
, quella di chi conosceva tre diverse divinità con questo nome e, infine, quella di chi negava una forma umana di
Dioniso
identificandolo con il vino e con tutto ciò che riguarda la viticoltura.
In ogni caso
Diodoro
mette in evidenza i significati allegorici, ad esempio
Dioniso
dilaniato e fatto bollire dai figli di
Gea
quindi rinato ad opera di
Demetra
rappresenta la produzione del vino da parte degli agricoltori ed il ritorno della vite a fruttificare, dopo la vendemmia, grazie alla natura.
Nelle versioni che attribuiscono a
Dioniso
un corpo umano, egli è lo scopritore della vite e l'inventore del vino.
Alcuni mitografi parlavano di un
Dioniso
più antico, indiano, che visitò tutta la terra abitata diffondendo l'uso di bere vino.
Il secondo
Dioniso
era figlio di
Zeus
e di
Persefone
, oppure di
Demetra
. Eroe civilizzatore, diffuse non solo l'enocoltura ma tutte le arti legate all'agricoltura.
Il terzo
Dioniso
nacque a
Tebe
da
Zeus
e
Semele
, figlia di
Cadmo
.
Per gelosia
Era
convinse
Semele
a chiedere a
Zeus
di mostrarsi a lei nel suo vero aspetto, ma la visione del dio ornato di tuoni e fulmini uccise la ragazza.
Zeus
salvò il feto e portò a termine la sua crescita cucendolo nella propria coscia. Il bambino fu affidato alle
ninfe
di
Nisa
d'
Arabia
e venne chiamato
Dioniso
.
Cresciuto
Dioniso
riunì un esercito di donne armate di tirsi e fece una spedizione su tutta la terra abitata introducendo riti iniziatici, agoni musicali e solenni adunate.
In generale era ben accolto come portatore di concordia e civiltà, ma alcuni deprecavano il suo corteo di
Baccanti
e sostenevano che il fine di
Dioniso
fosse quello di impadronirsi delle donne altrui.
Dioniso
puniva costoro con la morte, spesso facendoli smembrare dalle
Baccanti
invasate, come avvenne a
Penteo
.
Licurgo
, re di
Tracia
o di
Arabia
(a seconda delle fonti) si finse ospitale con
Dioniso
ma gli tese un agguato nel quale perirono tutte le
Baccanti
,
Dioniso
lo sconfisse e lo fece impalare.
Dopo una spedizione durata tre anni,
Dioniso
tornò a
Tebe
con un ricco bottino e fu il primo a celebrare il trionfo.
Molte erano le città che sostenevano di aver dato i natali a
Dioniso
. Alquanto diffusa era la versione secondo la quale il dio sarebbe nato in
Libia
.
Si raccontava che il famoso musico
Lino
, inventore del ritmo e della melodia, ebbe molti discepoli fra i quali
Eracle
,
Tamiri
e
Orfeo
.
Poeta e letterato,
Lino
fu anche autore di racconti sul primo
Dioniso
. Secondo questi ed altri analoghi racconti,
Ammone
(generalmente identificato con
Zeus
) sposò
Rea
ma la tradì con una bellissima
ninfa
di nome
Amaltea
.
Temendo la gelosia di
Rea
,
Ammone
occultò il neonato trasferendolo nei pressi della città di
Nisa
, in
Libia
, lo sistemò in un antro che si trovava in una località amena e lo affidò a
Nisa
, figlia di
Aristeo
.
Lo stesso
Aristeo
fu scelto come precettore del bambino e ad
Atena
fu affidato il compito di vigilare per prevenire eventuali rappresaglie di
Rea
.
Così allevato
Dioniso
crebbe rapidamente dimostrando bellezza, forza e grandi capacità. Ben presto inventò il vino e divenne grandemente famoso.
Rea
abbandonò
Ammone
e sposò il fratello
Crono
al quale chiese di vendicarla.
Crono
attaccò
Ammone
costringendolo alla fuga, quindi organizzò una spedizione contro
Dioniso
a
Nisa
.
Dal canto su
Dioniso
preparò la difesa con l'aiuto dei
Libi
e delle
Amazzoni
, formando un'armata comandata dallo stesso
Dioniso
e da
Atena
.
Dioniso
vinse la battaglia, quindi trattò gli sconfitti ed i prigionieri con tanta clemenza che quasi tutti passarono dalla sua parte e gli giurarono fedeltà.
A
Dioniso
si unirono, fra gli altri, i
Sileni
, membri dell'antica nobiltà di
Nisa
che avevano ereditato dal capostipite
Sileno
il singolare attributo della coda.
Dioniso
continuò, compiendo varie imprese, la sua guerra contro
Crono
e
Rea
fino a sconfiggerli definitivamente ma poi li perdonò e li volle tenere con se.
Rea
lo amò come un figlio mentre la benevolenza di
Crono
non fu sincera.
In quel periodo, secondo questa versione dei miti, a
Crono
e
Rea
nacque un figlio che divenne in seguito lo
Zeus
olimpio.
Dioniso
conquistò l'
Egitto
e ne fece re
Zeus
, quindi giunse in
India
e più tardi uccise tutti i
Titani
in una grande battaglia combattuta insieme a
Zeus
e ad
Atena
.
Libro IV
Iniziando questo libro, che riguarderà ancora argomenti mitici,
Diodoro
lamenta le difficoltà che si incontrano trattando eventi così antichi, difficoltà che hanno dissuaso molti storiografi dal raccontare i miti, ma
Diodoro
non intende imitarli. Dopo aver descritto le credenze di altri popoli, quindi, ora affronterà il complesso scenario della mitologia greca, iniziando da
Dioniso
.
Dopo aver cercato inutilmente la sorella
Europa
,
Cadmo
si stabilì in
Beozia
ove fondò
Tebe
e sposò
Armonia
con la quale generò
Semele
,
Ino
,
Autonoe
,
Agave
e
Polidoro
.
Di
Semele
si innamorò
Zeus
ma quando il dio le si mostrò nel suo vero aspetto la fanciulla morì per il terrore e
Zeus
salvò dal suo ventre il bambino che insieme avevano concepito. Il neonato fu allevato a
Nisa
dalle
ninfe
ed ebbe il nome di
Dioniso
.
Dioniso
visitò l'intera terra insegnando la viticoltura e, dove non era possibile piantare la vite, insegnò ad ottenere una bevanda dall'orzo: la birra.
Conquistò l'
India
con un esercito che comprendeva molte donne, le
Menadi
, in memoria delle quali si tenevano processioni e rituali bacchici.
Anche i
Greci
credevano che fosse esistito un altro
Dioniso
, da alcuni chiamato
Sabazio
, molto più antico del figlio di
Semele
. Di quest'ultimo si diceva fosse incline all'erotismo. Amava circondarsi di donne e lo accompagnavano anche le
Muse
dilettandolo con le loro arti.
Suo maestro fu
Sileno
, del suo seguito facevano parte anche i
Satiri
. Amante delle arti,
Dioniso
istituì agoni, introdusse l'uso del teatro ed organizzò concerti musicali.
Figlio di
Dioniso
e di
Afrodite
fu
Priapo
: divinità tradizionalmente legata all'idea di virilità e di fertilità maschile, riceveva sacrifici ed una gioiosa venerazione.
Le
Muse
erano considerate in genere figlie di
Zeus
e
Mnemosine
, ma alcuni sostenevano fossero nate da
Urano
e
Gea
. A ciascuna di loro veniva attribuita particolare attitudine per una specifica arte.
Eracle
nacque dall'unione di
Alcmena
con
Zeus
il quale non volle usare la violenza ma preferì assumere l'aspetto di
Anfitrione
, marito di
Alcmena
, perché la donna si unisse a lui senza opporre resistenza.
Zeus
annunciò, poco prima della nascita di
Eracle
, che il primo nato di quel giorno sarebbe stato re, ma
Era
per gelosia chiese ad
Ilizia
(la dea protettrice del parto) di ritardare le doglie di
Alcmena
facendo in modo che
Euristeo
(figlio di
Anfitrione
) nascesse per primo.
Battuto dallo stratagemma di
Era
,
Zeus
convenne con lei che
Eracle
avrebbe conquistato comunque l'immortalità portando a termine dodici imprese scelte da
Euristeo
.
Per timore della gelosia di
Era
,
Alcmena
abbandonò il neonato, lo trovò
Atena
che persuase proprio
Era
ad allattarlo.
Ancora neonato,
Eracle
soppresse due serpenti inviati da
Era
per ucciderlo e nella prima gioventu liberò
Tebe
dalla soggezione ad
Ergino
, re dei
Mini
. Scacciò infatti gli esattori che venivano ad esigere tributi ed affrontò, con un piccolo gruppo di
Tebani
, l'armata di
Ergino
vincendola ed uccidendo
Ergino
stesso.
Creonte
, re di
Tebe
, volle premiarlo facendogli sposare la figlia
Megara
ed associandolo al governo della città, ma gli dei ordinarono, tramite un responso oracolare, che
Eracle
si presentasse ad
Euristeo
e si ponesse al suo servizio.
L'idea di servire
Euristeo
provocò ad
Eracle
grande depressione, ne approfittò
Era
per renderlo folle ed egli uccise i figli avuti da
Megara
. Ripresosi dalla follia, ma soffrendo profondamente per quanto aveva compiuto,
Eracle
si rassegnò al proprio destino e si presentò ad
Euristeo
.
La prima fatica ordinata da
Euristeo
fu la cattura del
leone di Nemea
. Enorme ed invulnerabile, la bestia aveva la sua tana in un cunicolo del monte Treto, fra
Micene
e
Nemea
. Qui
Eracle
la catturò e non potendola uccidere con le armi la soffocò con la forza delle braccia; fece un mantello della sua pelle.
Per la sua seconda impresa
Eracle
affrontò l'
Idra di Lerna
, mostro dalle cento teste: per ogni testa mozzata ne rinascevano due e fu necessario l'aiuto di
Iolao
per bruciare con la fiaccola le ferite della bestia, impedendo che le teste si riformassero. Uccisa l'
Idra
, l'eroe ne prelevò la bile per ottenere micidiali frecce avvelenate.
Eracle
catturò il
cinghiale di Erimanto
e lo portò vivo al cospetto di
Euristeo
che fuggì per lo spavento. Durante questa impresa fu ospite del
centauro
Folo
che gli offrì un vino invecchiato da quattro generazioni, dono di
Dioniso
.
L'intenso odore di quel vino fece impazzire i
Centauri
che vivevano nelle vicinanza e che attaccarono
Folo
ed il suo ospite.
Eracle
ingaggiò una lunga lotta contro di loro e li sconfisse. Anche
Folo
morì, ferendosi accidentalmente con la punta avvelenata di una freccia di
Eracle
.
Per la sua quarta fatica
Eracle
catturò viva la cerva dalle corna d'oro, usando l'intelligenza più che la forza per riuscire a prendere illeso il velocissimo animale.
E si servì ancora dell'inventiva per portare a termine la quinta impresa che consisteva nel cacciare gli
uccelli dal lago Stinfalide
: li spaventò con il frastuono di un sonaglio di bronzo.
Per ripulire le stalle di
Augia
in un solo giorno deviò il corso del fiume
Alfeo
, evitando anche il disonorevole compito di trasportare letame.
Catturò il
toro di Creta
: quello amato da
Pasifae
... e lo portò nel
Peloponneso
.
Istituì i
Giochi Olimpici
, dedicandoli al padre
Zeus
, e vi partecipò vincendo tutte le gare. Ricevette doni dagli dei, alcuni dei quali divennero suoi tipici attributi come la clava donatagli da
Efesto
.
Dopo la nascita di
Eracle
,
Zeus
non si unì più a donne mortali perchè
non volle far seguire al meglio il peggio
.
Eracle
partecipò alla guerra contro i
Giganti
e liberò
Prometeo
che aveva donato il fuoco ai mortali, convincendo
Zeus
a perdonarlo.
Per la successiva fatica
Eracle
si impadronì delle cavalle di
Diomede
, re dei
Bistoni
in
Tracia
, che venivano cibate di carne umana.
Eracle
gettò
Diomede
in pasto alle cavalle e poi consegnò gli animali ad
Euristeo
che li consacrò ad
Era
.
A questo punto l'eroe prese parte alla spedizione degli
Argonauti
che sarà descritta più avanti.
Per conquistare la cintura di
Ippolita
regina delle
Amazzoni
,
Eracle
fu costretto ad affrontare le terribili guerriere, ne uccise molte ed altre ne fece prigioniere, fra queste
Antiope
che fu donata a
Teseo
.
Ordinandogli la decima fatica,
Euristeo
chiese ad
Eracle
di portargli le mandrie di
Gerione
, figlio del ricchissimo re dell'
Iberia
Crisaore
. La potenza di
Crisaore
che disponeva di grandi forze militari rendeva l'impresa particolarmente difficile e rischiosa.
Senza perdersi d'animo
Eracle
radunò una flotta e salpò da
Creta
, in
Libia
uccise il gigantesco
Anteo
, in
Egitto
eliminò
Busiride
che faceva morire tutti coloro che entravano nel suo paese e fondò la città di Ecatompile (conquistata dai
Cartaginesi
nel
247 a.C.
).
Attraverso la
Libia
giunse allo stretto (
Gibilterra
) ed innalzò due colonne che ricordassero la sua impresa.
In
Iberia
affrontò e sconfisse le tre armate comandate dai figli di
Crisaore
e si impadronì delle mandrie di
Gerione
. Durante il ritorno attraversò la
Celtica
e fondò la città di
Alesia
che fu conquistata da
Giulio Cesare
. Combattendo il brigantaggio fece proseliti, superò le
Alpi
e giunse in
Liguria
, attraversò il paese dei
Tirreni
ed arrivò nel luogo dove, molto più tardi, sarebbe sorta
Roma
.
Qui si trovava, sul colle
Palatino
, una piccolissima città abitata da una popolazione indigena i cui notabili lo accolsero con grande onore. Fra loro erano
Cacio (Caco)
e
Pinario
. Al primo si attribuiva la scala di pietra che saliva al
Palatino
(
Scalae Caci
), il secondo veniva considerato capostipite dell'antica gente dei
Pinarii
.
In questa occasione venne stabilita l'usanza di offrire ad
Eracle
doni votivi (la decima) propiziatorii per la prosperità.
Superato il
Tevere
,
Eracle
continuò a procedere verso Sud fino a raggiungere il
Vesuvio
e la pianura Flegrea, sede di un popolo di giganti che lo attaccarono e vennero eliminati.
In
Sicilia
fu sfidato da
Erice
, figlio di
Afrodite
, vinse ed ottenne in premio le terre dello sfidante, terre che lasciò agli abitanti del luogo con l'intesa che le avrebbero consegnate quando un suo discendente fosse giunto a richiederle. Molte generazioni più tardi, infatti, lo spartano
Dorieo
riprese quelle terre e vi fondò
Eraclea
, successivamente distrutta dai
Cartaginesi
.
Ancora in
Sicilia
,
Eracle
istituì rituali in onore di
Core
e si scontrò vittoriosamente con i
Sicani
.
Giunto a
Leontini
,
Eracle
accettò per la prima volta che si tributassero sacrifici in suo nome e rese grazie con varie opere fra le quali la costruzione di un recinto sacro a
Iolao
, recinto che veniva considerato miracoloso.
Attraverso l'
Adriatico
, l'
Epiro
ed il
Peloponneso
,
Eracle
tornò in
Grecia
dove ricevette da
Euristeo
l'ordine di catturare
Cerbero
nell'
Ade
.
Prima di affrontare questa impresa, si recò ad
Eleusi
per farsi iniziare ai Misteri da
Museo
, figlio di
Orfeo
.
Accolto benevolmente da
Persefone
,
Eracle
riuscì a liberare dall'
Ade
Teseo
e
Piritoo
e gli fu consentito di portare con se
Cerbero
per mostrarlo ad
Euristeo
.
L'ultima fatica consisteva nell'impadronirsi delle mele d'oro custodite nel giardino delle
Esperidi
.
Figlie o nipoti di
Espero
, le sette
Esperidi
furono rapite dai pirati agli ordini del re egiziano
Busiride
.
Eracle
uccise i pirati e riportò le ragazze ad
Atlante
il quale, per ricompensarlo, lo aiutò nel compiere la fatica e gli insegnò l'astrologia.
Prima di ricevere l'immortalità,
Eracle
seppe dall'oracolo di dover inviare i figli avuti dalle
Tespiadi
in
Sardegna
per fondare una colonia.
Affidò la spedizione a
Iolao
il quale conquistò l'isola ed avviò fiorenti coltivazioni che resero la
Sardegna
contesa per i secoli a venire.
Eracle
cedette a
Iolao
la propria moglie
Megara
perché temeva di avere altri figli da lei avendo ucciso i precedenti in un accesso di follia. Chiese quindi di sposare
Iole
, figlia del re
Eurito
, ma questi rifiutò ed
Eracle
si vendicò rubandogli le cavalle. Quando uccise
Ifito
, figlio di
Eurito
che cercava di riprendere le cavalle,
Eracle
si ammalò e seppe dall'oracolo che sarebbe guarito solo lasciandosi vendere come schiavo. Fu acquistato da
Onfale
che si innamorò di lui e lo sposò generando un figlio di nome
Lamo
.
Quindi
Eracle
con un piccolo gruppo di uomini attaccò
Troia
per punire
Laomedonte
che non aveva mantenuto la parola data in precedenza. Conquistò la città ed affidò il potere a
Priamo
, l'unico figlio di
Laomedonte
che si era comportato correttamente e fece sposare il proprio compagno
Telamone
con
Esione
, figlia di
Laomedonte
.
Tentò senza risultato di punire anche
Augia
che gli aveva negato il compenso stabilito per la pulizia delle stalle, quindi uccise il
centauro
Eurizione
che durante un banchetto aveva insultato la giovane
Ippolita
, figlia di
Dessameno
.
Subì l'esilio insieme ad
Alcmena
,
Ificle
e
Iolao
per volontà di
Euristeo
che lo accusava di cospirazione. Fu in questo periodo che riuscì ad uccidere i suoi nemici
Eurito
ed
Augia
.
Quando
Ippocoonte
esiliò da
Sparta
il fratello
Tindaro
ed i suoi figli uccisero
Eono
, cugino di
Eracle
, l'eroe intervenne, uccise
Ippocoonte
ed i suoi figli e ripristinò sul trono
Tindaro
.
Durante il ritorno da
Sparta
,
Eracle
violentò
Auge
, figlia di
Aleo
. Quando la giovane raccontò al padre chi le aveva usato violenza,
Aleo
non le credette e la consegnò a
Nauplio
perché la gettasse in mare.
Nauplio
non eseguì l'ordine ma consegnò
Auge
ad un gruppo di stranieri che la portarono al re di
Misia
Teutrante
. Il bambino che nacque durante il viaggio venne abbandonato sul
monte Partenio
e salvato dai pastori del re di
Tegea
Corito che lo trovarono mentre una cerva lo stava allattando. Corito lo adottò e lo chiamò
Telefo
. Cresciuto,
Telefo
ritrovò la madre e fu accolto da
Teutrante
che gli fece sposare sua figlia
Argiope
.
Quattro anni più tardi
Eracle
si trasferì a
Calidone
dove sposò
Deianira
, sorella di
Meleagro
. A questo punto
Diodoro
racconta brevemente la vicenda di
Meleagro
: offesa da
Oineo
che l'aveva trascurata nei sacrifici,
Artemide
aveva inviato un feroce cinghiale a devastare la regione.
Meleagro
, figlio di
Oineo
, aveva organizzato la caccia ed essendo stato il primo a colpire l'animale ne aveva avuto in premio la pelle. Donando il trofeo ad
Atalanta
, della quale era innamorato,
Meleagro
aveva offeso i fratelli di sua madre
Altea
che avevano rubato la pelle aggredendo
Atalanta
.
Meleagro
aveva ucciso gli zii, quindi era morto a sua volta perché gli dei avevano realizzato la maledizione scagliata da
Altea
oppure, in altre versioni, perché
Altea
aveva gettato nel fuoco un tizzone al quale le
Parche
avevano legato la vita del figlio.
Nel paese dei Calidoni
Eracle
deviò il corso del
fiume Acheloo
recuperando un grande e fertile territorio, opera questa che nel racconto mitologico veniva simboleggiata con un combattimento fra
Eracle
ed il dio del fiume.
Avendo ucciso involontariamente un giovane,
Eracle
decise di andare in esilio volontario lasciando
Calidone
. Portò con se la moglie
Deianira
ed il figlio
Illo
. Durante il viaggio colpì con una freccia il
centauro
Nesso
che stava per violentare
Deianira
. In fin di vita il
centauro
consigliò alla donna come fare un filtro d'amore con il suo seme ed il suo sangue.
Deianira
seguì il consiglio e conservò il filtro nascondendolo al marito.
Eracle
, la sua famiglia ed il suo seguito arrivarono a
Trachis
e vi si stabilirono presso il re
Ceice
.
Per punire un sacrilegio contro il santuario di
Delfi
,
Eracle
attaccò e sconfisse i
Driopi
, uccidendo il loro re
Filante
.
Accolse la richiesta di aiuto dei
Dori
contro i
Lapiti
, sconfisse anche questi ultimi ed uccise il loro re
Corono
.
Tornando a
Trachis
,
Eracle
fu sfidato da
Cicno
, figlio di
Ares
, e lo uccise. Chiese in moglie
Astidamia
, figlia del re
Ormeno
, ed ottenendo un rifiuto uccise il re, fece prigioniera
Astidamia
e concepì con lei un figlio che fu chiamato Ctesippo.
Condusse quindi una spedizione ad
Ecalia
, contro
Eurito
che gli aveva negato la mano di
Iole
, uccise
Eurito
e fece prigionera
Iole
. Per gelosia
Deianira
unse la tunica di
Eracle
con il filtro datole dal
Centauro
che conteneva il veleno dell'
Idra
provocando all'eroe atroci sofferenze.
Resasi conto dell'errore commesso,
Deianira
si uccise mentre
Eracle
, interrogato l'oracolo, faceva preparare una pira sull'
Eta
. Solo
Filottete
fu disposto ad accendere il rogo, ma quando
Iolao
e i suoi compagni non trovarono le ossa di
Eracle
fra le ceneri si persuasero che fosse passato fra gli dei.
Dopo l'apoteosi
Eracle
fu adottato da
Era
che lo fece sposare con
Ebe
.
Concluso il racconto dei miti riguardanti
Eracle
,
Diodoro
passa a parlare degli
Argonauti
.
Giasone
figlio di
Esone
era nipote di
Pelia
che aveva usurpato il trono di
Iolco
e che temeva che il giovane aiutasse
Esone
a riconquistare il potere. Per questo motivo quando
Giasone
dimostrò la propria ansia di compiere imprese gloriose,
Pelia
fu ben lieto di affidargli la ricerca del
Vello d'Oro
, che si trovava in
Colchide
, certo che i selvaggi abitatori del
Ponto
avrebbero ucciso il suo pericoloso nipote.
Giasone
costruì la nave
Argo
, di eccezionale grandezza, e reclutò cinquantaquattro famosi condottieri fra i quali
Castore e Polluce
,
Eracle
e
Telamone
.
Giunti in
Troade
,
Eracle
liberò
Esione
figlia del re
Laomedonte
che era stata offerta in sacrificio per placare l'ira di
Poseidone
. In premio ebbe la mano di
Esione
e le cavalle di
Laomedonte
ma convenne con quest'ultimo che avrebbe preso con se la ragazza e gli animali al suo ritorno dalla missione in
Colchide
.
Proseguendo la navigazione, gli
Argonauti
scamparono ad una tempesta placata dal magico canto di
Orfeo
e giunsero in
Tracia
.
Qui trovarono due giovani sottoposti a tortura, erano i figli di
Fineo
e di
Cleopatra
condannati dal padre perché ingiustamente accusati dalla matrigna
Idea
.
Liberati dagli
Argonauti
(
Eracle
uccise
Fineo
) i due giovani si unirono alla spedizione affidando il regno alla madre
Cleopatra
.
Gli
Argonauti
ignoravano che gli abitanti del
Ponto
uccidevano tutti gli stranieri sacrificandoli ad
Artemide
. L'usanza era stata istituita da Ecate, figlia di Perse, poi madre di
Circe
e di
Medea
e sposa del re
Eeta
.
Circe
e
Medea
avevano appreso l'arte di preparare filtri magici dalla madre, la prima si era trasferita in
Italia
e vi esercitava i suoi sortilegi con crudeltà mentre la seconda era rimasta in
Colchide
dove pietosamente cercava di aiutare i malcapitati visitatori.
Fu
Medea
, infatti, ad avvertire gli
Argonauti
dei pericoli che correvano ed accettò di aiutare
Giasone
nella conquista del
Vello
a condizione di divenire la sua sposa.
Raccontando brevemente la leggenda di
Frisso
giunto in
Colchide
in groppa ad un
ariete dal vello d'oro
mentre la sorella
Elle
precipitava in mare,
Diodoro
fornisce alcune versioni razionalizzanti:
Frisso
navigò con una imbarcazione la cui prora era ornata da una testa di ariete, oppure Ariete (Crio) era il nome di un pedagogo che lo accompagnava.
Un profezia diceva che
Eeta
sarebbe morto quando uno straniero si fosse impossessato del
Vello
(la pelle del mitico ariete volante) per questo motivo
Eeta
istituì un servizio di vigilanza del trofeo e proseguì nell'usanza di eliminare i visitatori.
Con l'aiuto di
Medea
gli
Argonauti
penetrarono nottetempo nel recinto sacro e presero il
Vello
. Fuggendo si scontrarono con
Eeta
e con i suoi uomini ma ne uscirono vittoriosi,
Eeta
venne ucciso insieme a molti
Colchi
mentre i superstiti si davano alla fuga.
Medea
curò le ferite di
Giasone
e dei suoi compagni. Durante il viaggio di ritorno scamparono ad una nuova tempesta con l'aiuto del dio marino
Glauco
che in quell'occasione predisse il destino di
Eracle
e dei
Dioscuri
.
Ripassando dalla
Troade
,
Eracle
inviò messaggeri a
Laomedonte
per ottenere
Esione
e le cavalle promesse, ma il re rifiutò, fece prigionieri i messaggeri ed organizzò un agguato ai danni degli
Argonauti
.
La salvezza venne da
Priamo
, figlio di
Laomedonte
, che rifiutando di condividere l'ingiusto comportamento del padre svelò l'inganno. Ne seguì una dura battaglia,
Eracle
uccise
Laomedonte
, conquistò la città e consegnò il regno a
Priamo
. In altre versioni, annota
Diodoro
,
Eracle
non prese
Troia
con l'aiuto degli
Argonauti
, ma in una successiva spedizione. Intanto a
Iolco
si era diffusa la voce che
Giasone
e tutti i suoi compagni fossero morti, ne aveva approfittato
Pelia
per eliminare
Esone
e tutto il suo parentato.
Gli
Argonauti
, rientrati segretamente in patria ed approdati non lontano da
Iolco
, vennero a conoscenza dei misfatti di
Pelia
e decisero di organizzare un esercito per attaccarlo, ma
Medea
assicurò loro che sarebbe riuscita, grazie alle sue arti magiche, a punire
Pelia
da sola e a consegnare loro la città. Travestita da vecchia sacerdotessa di
Artemide
, infatti,
Medea
riuscì a penetrare nella reggia di
Pelia
e a convincerlo che grazie al volere della dea ed alla propria magia lo avrebbe reso di nuovo giovane.
Le bastò liberarsi del travestimento e mostrarsi di nuovo giovane per vincere ogni perplessità e convincere le figlie di
Pelia
a fare a pezzi il padre per bollirne le carni dicendo che questo era il rito necessario per ringiovanirlo.
Ricevuto da
Medea
il segnale convenuto,
Giasone
ed i suoi penetrarono nella reggia e ne presero facilmente possesso eliminando le guardie.
Giasone
affidò il regno ad
Acasto
, figlio di
Pelia
, che si era unito alla spedizione contro il volere del padre. Si occupò quindi del destino delle figlie di
Pelia
procurando loro nobili mariti, quindi si trasferì a
Corinto
dove fu benevolmente accolto dal re Creonte.
Su proposta di
Eracle
gli
Argonauti
si promisero mutuo soccorso in caso di futura necessità ed il giuramento fu suggellato con l'istituzione dei
Giochi di Olimpia
.
Dopo dieci anni
Giasone
si stancò di
Medea
e si innamorò di
Glauce
, figlia di
Creonte
. Tentò di convincere
Medea
a concludere il loro matrimonio senza liti per il bene dei figli ma la maga furibonda fece morire
Glauce
e
Creonte
incendiando il loro palazzo oppure, come affermano altri autori, avvelenando i loro indumenti.
Medea
uccise quindi i propri figli e fuggì da
Corinto
, mentre
Giasone
si toglieva la vita. Molti anni dopo
Tessalo
, unico figlio di
Giasone
e
Medea
sopravvissuto si recò a
Iolco
, seppe che
Acasto
era morto e prese il trono che gli spettava per diritto ereditario.
Quanto a
Medea
cercò rifugio presso
Eracle
che si era fatto garante del giuramento di fedeltà fra lei e
Giasone
, lo trovò in preda alla crisi di follia provocata da
Era
che gli aveva fatto uccidere i propri figli e lo guarì con le sue arti magiche, quindi si trasferì ad
Atene
presso
Egeo
.
A seconda delle versioni
Medea
ebbe un figlio di nome
Medo
da
Egeo
, oppure
Medo
nacque più tardi da un re asiatico che accolse
Medea
cacciata da
Atene
sotto accusa di veneficio.
Con il racconto delle imprese degli
Argonauti
si conclude la trattazione relativa ad
Eracle
e l'autore passa alla storia dei suoi figli. Dopo l'apoteosi di
Eracle
i suoi figli ed i suoi compagni rimasero a
Trachis
presso il re
Ceice
ma dopo qualche tempo
Euristeo
intimò a
Ceice
di cacciarli. Consapevoli di non essere in grado di affrontare una guerra, gli
Eraclidi
lasciarono spontaneamente
Trachis
e vagarono per la
Grecia
finché non trovarono ospitalità in
Atene
.
Anni dopo gli
Eraclidi
, con l'aiuto degli
Ateniesi
, organizzarono un esercito che, comandato da
Illo
,
Iolao
e
Teseo
affrontò ed uccise
Euristeo
e tutti i suoi figli.
Dopo questa vittoria,
Illo
assunse definitivamente il comando e mosse contro il
Peloponneso
.
A
Micene
, morto
Euristeo
, aveva preso il potere
Atreo
che, contro gli
Eraclidi
, si alleò con
Tegea
.
Illo
propose di risolvere la guerra con un duello: se avesse vinto gli
Eraclidi
avrebbero avuto il regno di
Euristeo
, altrimenti sarebbero rimasti fuori dal
Peloponneso
per cinquanta anni. Raccolse la sfida il re di
Tegea
Euchemo ed uccise
Illo
. Rispettando i patti gli
Eraclidi
tornarono a Tricorito, presso
Atene
. Alcuni di loro, fra i quali
Licimnio
e
Tlepolemo
, si stabilirono ad
Argo
, altri richiesero a
Egimio
figlio di
Doro
la restituzione delle terre che
Eracle
gli aveva affidato e vissero con i
Dori
.
Più tardi
Tlepolemo
litigò con
Licimnio
e lo uccise, fuggì da
Argo
e si stabilì a
Rodi
dove divenne re, in seguito partecipò alla guerra di
Troia
come comandante delle truppe di
Rodi
.
Emulo delle imprese di
Eracle
fu
Teseo
.
Figlio di
Egeo
e di
Etra
, crebbe con il nonno materno
Pitteo
a
Trezene
, divenuto adulto prese con se i segni di riconoscimento lasciati dal padre e si mise in viaggio verso
Atene
, compiendo durante il percorso imprese memorabili.
Liberò le strade da molti e famosi briganti:
Corinete
,
Sinide
,
Scirone
,
Cercione
,
Procuste
ed uccise il feroce
cinghiale di Crommione
.
Giunto ad
Atene
lottò con il
toro di Maratona
che
Eracle
aveva portato da
Creta
e lo offrì ad
Egeo
. L'uccisione del
Minotauro
da parte di
Teseo
è occasione per raccontare gli antichi miti cretesi.
L'isola di
Creta
fu colonizzata da
Elleni
e
Pelasgi
guidati da
Tectamo
, figlio di
Doro
, figlio di
Elleno
, figlio di
Deucalione
.
Tectamo
sposò una figlia di
Creteo
e generò
Asterio
. Questi sposò
Europa
ed adottò i figli nati dall'unione di lei con
Zeus
:
Minosse
,
Radamanto
e
Sarpedone
.
Minosse
successe sul trono ad
Asterio
, sposò
Itone
figlia di
Littio
ed ebbe un figlio di nome
Licasto
, questi sposò
Ida
figlia di Coribante e generò un secondo
Minosse
. Anche questi fu re e portò
Creta
alla supremazia sul mare, sposò
Pasifae
, figlia di
Elio
e
Crete
, generando
Deucalione
,
Catreo
,
Androgeo
ed
Arianna
.
Androgeo
fu ucciso in un'imboscata ad
Atene
per volontà di
Egeo
che temeva che
Minosse
volesso sottrargli il potere.
Non ottenendo soddisfazione
Minosse
mosse guerra ad
Atene
mentre le sue maledizioni provocavano la siccità in tutta l'
Ellade
. Guerra e siccità ebbero fine solo quando
Atene
accettò di pagare un tributo in vite umane: sette fanciulli e sette fanciulle ogni nove anni per tutta la vita del
Minotauro
.
Teseo
volle essere scelto fra le vittime sacrificali per eliminare il mostro e concordò con
Egeo
che al ritorno avrebbe segnalato una vittoria entrando in porto con le vele bianche, le vele nere avrebbero invece annunciato una sconfitta.
Arianna
si innamorò di
Teseo
, lo aiutò a sfuggire al
labirinto
e partì con lui ma nell'isola di
Nasso
venne rapita da
Dioniso
che ne fece la propria sposa. Per il dolore
Teseo
dimenticò di cambiare le vele ed
Egeo
, credendolo morto, si uccise.
Teseo
sposò
Fedra
, figlia di
Deucalione
figlio di
Minosse
, e generò con lei due figli:
Acamante
e
Demofonte
.
Fedra
si innamorò di
Ippolito
, figlio di
Teseo
e dell'amazzone
Ippolita
, non corrisposta accusò il giovane di aver tentato di sedurla. Vedendo che
Teseo
non le credeva
Fedra
si uccise, quanto ad
Ippolito
venne a sapere della calunnia mentre si trovava alla guida di un carro: per lo stupore perse il controllo e cadde ferendosi mortalmente (notare come la versione di
Diodoro
differisce da quella canonica).
Piritoo
figlio di
Issione
dopo la morte di
Fedra
propose a
Teseo
di rapire
Elena
, figlia di
Leda
e di
Zeus
. A rapimento compiuto stabilirono per sorteggio che
Teseo
avrebbe sposato
Elena
impegnandosi ad aiutare l'amico a trovare un'altra donna. Poiché
Elena
aveva solo dieci anni fu affidata ad
Etra
, madre di
Teseo
. Il giuramento fatto costrinse
Teseo
ad aiutare
Piritoo
nel tentativo di rapire
Persefone
ma entrambi rimasero prigionieri nell'
Ade
.
Teseo
fu liberato da
Eracle
ma sulla sorte di
Piritoo
le antiche fonti erano discordi.
Durante la prigionia di
Teseo
i
Dioscuri
liberarono
Elena
e presero prigioniera
Etra
.
Laio
, re di
Tebe
, interrogò la
Pizia
perché non riusciva ad avere figli dalla moglie
Giocasta
e l'oracolo lo avvertì che se avesse avuto un figlio questi lo avrebbe ucciso ed avrebbe arrecato grandi disgrazie al suo casato. Quando gli nacque un figlio, dunque,
Laio
lo espose dopo avergli ferito le caviglie.
Salvato dai servi, il piccolo fu chiamato
Edipo
e fu allevato dalla moglie del re
Polibo
. Divenuto adulto si mise in viaggio ed incontrando
Laio
venne a lite con lui e lo uccise senza sapere chi fosse avverando la profezia.
Edipo
riuscì a risolvere il quesito della
Sfinge
, mostro biforme che uccideva chi non sapeva rispondere. Indovinò infatti che l'uomo è, nelle varie fasi della vita, "bipede, tripede e quadrupede" perché da bambino si muove su quattro arti, da adulto sulle gambe e da vecchio si aiuta con il bastone.
Come stabilito da una profezia, la
Sfinge
sconfitta si uccise ed
Edipo
ebbe in premio il trono e la mano di
Giocasta
. Così, senza saperlo, sposò la propria madre ed ebbe quattro figli:
Eteocle
,
Polinice
,
Antigone
e
Ismene
.
Scoperti il parricidio e l'incesto,
Edipo
fu costretto a cedere il potere ai figli che si accordarono per regnare ad anni alterni. Quando fu il turno di
Polinice
, tuttavia,
Eteocle
rifiutò di cedere il trono e
Polinice
andò ad
Argo
presso il re
Adrasto
.
Ospite ad
Argo
era anche
Tideo
, esule dall'
Etolia
per aver ucciso i propri cugini.
Adrasto
, memore di una profezia, li accolse entrambi e li fece sposare con le sue figlie promettendo loro di aiutarli a tornare in patria.
Anfiarao
, che era indovino, sapeva che partecipando alla spedizione sarebbe morto. Convenne con
Adrasto
di affidare la decisione a
Erifile
(moglie di
Anfiarao
e sorella di
Adrasto
) ma questa si lasciò corrompere da
Polinice
e convinse il marito a partire.
Anfiarao
fece giurare al figlio
Alcmeone
di vendicarlo.
Fallito un tentativo diplomatico,
Polinice
ed
Adrasto
organizzarono una spedizione militare contro
Tebe
alla quale aderirono
Tideo
,
Anfiarao
,
Ippomedonte
e
Partenopeo
.
Eteocle
e
Polinice
si uccisero a vicenda,
Capaneo
precipitò mentre scalava le mura,
Anfiarao
fu inghiottito dalla terra e tutti i comandanti morirono tranne
Adrasto
. I
Tebani
non consentirono di dare sepoltura ai cadaveri, se ne occuparono più tardi gli
Ateniesi
.
Alcmeone
, con i figli dei comandanti della prima spedizione, detti
Epigoni
, ed i buoni auspici dell'oracolo di
Delfi
, organizzò una nuova impresa e questa volta
Tebe
venne conquistata. I
Tebani
fuggirono, fu catturata
Dafne
figlia dell'indovino
Tiresia
(in genere indicata con il nome di
Manto
) e fu dedicata al servizio del santuario di
Delfi
come offerta votiva ad
Apollo
,
Tiresia
morì e fu sepolto dai
Tebani
con grandi onori.
Per introdurre l'argomento di
Neleo
e della sua discendenza,
Diodoro
ricostruisce una genealogia degli
Eoli
e dei
Beoti
che in molti aspetti non corrisponde con altre versioni.
Deucalione
fu padre di
Elleno
, questi padre di
Eolo
. Questo
Eolo
ebbe numerosi figli e figlie fra cui
Arne
che, sedotta da
Poseidone
, fu scacciata dal padre e condotta a
Metaponto
. Qui generò
Beoto
ed un altro
Eolo
.
Anni dopo
Eolo
si impadronì delle isole che da lui presero il nome di
Eolie
mentre
Beoto
della regione poi detta
Beozia
. Figlio di
Beoto
fu
Itono
che a sua volta ebbe quattro figli:
Ippalcimo
,
Elettrione
,
Archiloco
e
Alegenore
. Figli di
Ippalcimo
furono
Peneleo
,
Leito
,
Clonio
,
Protosenore
e
Arcesilao
che parteciparono alla guerra di
Troia
.
Figlio di
Eolo
(il fratello di
Beoto
) fu
Salmoneo
, fondatore di
Salmonia
, sul fiume
Alfeo
.
Salmoneo
sposò
Alcidice
dalla quale ebbe la bellissima
Tiro
. Questa si unì con
Poseidone
generando
Pelia
e
Neleo
, quindi sposò
Creteo
generando
Amitaone
,
Ferete
ed
Esone
.
Pelia
regnò su
Iolco
,
Neleo
organizzò una spedizione nel
Peloponneso
, fra i suoi compagni erano
Melampo
e
Biante
, figli di
Amitaone
.
Grazie alla sua arte di indovino
Melampo
curò la follia delle donne invasate da
Dioniso
ottenendo una parte del regno di
Argo
che condivise con
Biante
.
Neleo
proseguì la spedizione e giunto presso
Messene
fondò
Pilo
. Sposò
Cloride
ed ebbe dodici figli il maggiore dei quali fu
Periclimeno
, il minore
Nestore
.
Si passa quindi (libro IV, cap 69-70) alla storia della guerra fra
Lapiti
e
Centauri
.
Apollo
si unì a
Stilbe
, figlia di
Peneo
, e generò
Lapite
e Centauro.
Lapite
ebbe due figli:
Forbante
e
Perifante
.
Forbante
aiutò
Alettore
re di
Elea
ed ebbe parte del regno di
Elide
. Furono suoi figli
Egeo
ed
Attore
che regnarono sugli
Elei
.
Da
Perifante
e da
Astiagia
figlia di
Ipseo
nacquero otto figli fra i quali
Anzione
che unendosi a Perimela figlia di
Amitaone
fu padre di
Issione
.
Issione
sposò
Dia
, figlia di
Deioneo
, con la quale generò
Piritoo
, ma rifiutò di consegnare i doni nuziali che aveva promesso, anzi uccise orribilmente
Deioneo
. Fu purificato da
Zeus
ma osò insidiare
Era
.
Zeus
lo trasse in inganno facendolo accoppiare con una nuvola alla quale aveva dato le sembianze di
Era
. Ne nacquero i
Centauri
. Dopo la morte
Issione
fu condannato a scontare eternamente la pena della ruota.
Diodoro
propone una razionalizzazione del mito dei
Centauri
, spiegando che l'idea della loro natura ibrida nacque perché furono i primi a tentare di montare i cavalli. I
Centauri
chiesero a
Piritoo
parte del regno di
Issione
, non ottenendolo dichiararono guerra a lui ed ai
Lapiti
.
Più tardi si riconciliarono ma quando i
Centauri
furono invitati al banchetto nuziale di
Piritoo
ed
Ippodamia
si ubriacarono e violentarono le donne presenti,
Piritoo
e
Teseo
li scacciarono e la guerra riprese.
La narrazione dei miti greci prosegue con la storia di
Asclepio
. Figlio di
Apollo
e di
Coronide
apprese la scienza medica al punto che
Ade
si lamentò presso
Zeus
perché il numero dei morti che affluivano al suo regno diminuiva a causa delle guarigioni.
Zeus
fulminò
Asclepio
.
Apollo
lo vendicò uccidendo i
Ciclopi
che avevano forgiato le folgori di
Zeus
e fu condannato a servire un essere umano.
Figli di
Asclepio
furono
Macaone
e
Podalirio
, anche essi medici, che parteciparono alla guerra di
Troia
curando le ferite dei compagni.
Fra i figli di
Oceano
e
Teti
fu
Asopo
, eponimo di un fiume dell'
Argolide
, che sposò
Metope
procreando due figli,
Pelasgo
e
Ismeno
, e dodici figlie:
Corcira
,
Salamina
,
Egina
,
Pirene
,
Cleone
,
Tebe
,
Tanagra
,
Tespia
,
Asopide
,
Sinope
,
Ornia
,
Calcide
.
Sinope
fu amata da
Apollo
nel luogo dove sorse la città con il suo nome e generò
Siro
che regnò sul popolo dei
Siri
.
Corcira
fu portata da
Poseidone
nell'isola che da lei prese il nome e generò
Feace
, eponimo del suo popolo e padre di
Alcinoo
che aiutò
Odisseo
.
Analoga sorte toccò a
Salamina
che con
Poseidone
generò
Cicreo
il quale liberò la sua isola da un mostruoso serpente.
Egina
, amata da
Zeus
, generò
Eaco
che regnò sull'isola che prese il nome della madre.
Figli di
Eaco
furono
Peleo
e
Telamone
.
Peleo
uccise involontariamente il fratellastro
Foco
e fu bandito dal padre, si recò a
Ftia
dove divenne re, con
Tetide
generò il famoso
Achille
.
Telamone
visse a
Salamina
, sposò
Glauce
figlia di
Cicreo
ereditando il regno. Morta
Glauce
sposò
Peribea
di
Atene
e generò
Aiace
.
Ares
, unitosi ad
Arpine
figlia di
Asopo
generò
Enomao
. Questi ebbe una figlia di nome
Ippodamia
.
Poiché un oracolo aveva detto che
Enomao
sarebbe morto quando
Ippodamia
si fosse sposata,
Enomao
aveva stabilito che i pretendenti dovessero competere con lui in una gara equestre perdendo la vita se sconfitti.
Munito di cavalli velocissimi,
Enomao
uccise molti aspiranti finché
Pelope
non corruppe il suo auriga
Mirtilo
riuscendo a vincere la gara. Comprendendo che l'oracolo si era compiuto,
Enomao
si uccise.
Pelope
era figlio di
Tantalo
, a sua volta figlio di
Zeus
. Ricco e fortunato,
Tantalo
era stato ammesso alla mensa degli dei, ma quando rivelò agli uomini cose segrete cadde in disgrazia e dopo la morte fu condannato in eterno. Oltre a
Pelope
,
Tantalo
aveva avuto una figlia,
Niobe
. Questa ebbe sette figli e sette figlie ed offese
Latona
vantandosi di essere più prolifica di lei.
Apollo
ed
Artemide
, figli di
Latona
, vendicarono l'offesa uccidendo tutta la prole di
Niobe
.
Quando incorse nell'ira degli dei,
Tantalo
fu cacciato dalla
Paflagonia
da
Ilo
, membro della stirpe regnante a
Troia
.
Il primo re della
Troade
fu
Teucro
, figlio del fiume
Scamandro
. Gli successe il genero
Dardano
, figlio di
Zeus
, al quale seguirono il figlio
Erittonio
ed il nipote
Troo
.
Troo
ebbe tre figli:
Ilo
,
Assaraco
e
Ganimede
, fondò la città di
Ilio
.
Figlio di
Ilo
fu
Laomedonte
che fu padre di
Titono
e di
Priamo
.
Titono
amò
Eos
generando
Memnone
che fu ucciso da
Achille
:
Priamo
sposò
Ecuba
ed ebbe molti figli, il più insigne dei quali fu
Ettore
.
Assaraco
fu padre di
Capi
e generò
Anchise
, padre di
Enea
.
Ganimede
fu rapito dagli dei e divenne coppiere di
Zeus
.
Discendente di
Eretteo
, l'ateniese
Dedalo
era inventore di molti strumenti ed abilissimo scultore.
Il suo allievo e nipote
Talo
inventò la sega imitando la dentellatura dei denti dei serpenti. Per invidia
Dedalo
lo uccise ma venne scoperto e processato. Costretto a fuggire da
Atene
si stabilì a
Creta
presso il re
Minosse
. Quando
Minosse
evitò di sacrificare uno splendido
toro
a
Poseidone
il dio si adirò e fece innamorare del
toro
Pasifae
, moglie di
Minosse
.
Dedalo
aiutò
Pasifae
ad accoppiarsi con il
toro
costruendo una finta vacca e da questa unione nacque il
Minotauro
. Ibrido mostruoso, metà uomo e metà toro, il
Minotauro
crebbe nel
labirinto
appositamente realizzato da
Dedalo
divorando le vittime sacrificali inviate da
Atene
.
Ancora una volta
Diodoro
razionalizza la leggenda: temendo la punizione di
Minosse
Dedalo
fuggì da
Creta
con un'imbarcazione procurata da
Pasifae
. Suo figlio
Icaro
, durante la fuga, cadde in mare ed annegò; l'autore comunque cita anche la versione più diffusa parlando del volo di
Dedalo
ed
Icaro
.
Dedalo
giunse in
Sicilia
e fu ben accolto da
Cocalo
re dei
Sicani
per il quale realizzò molte opere artistiche ed architettoniche.
Minosse
venne a sapere che
Dedalo
si trovava in
Sicilia
e chiese a
Cocalo
di consegnarglielo ma
Cocalo
, dopo averlo invitato per trattare, lo uccise a tradimento. I
Cretesi
che avevano accompagnato
Minosse
rimasero in
Sicilia
e vi fondarono due colonie.
Aristeo
era figlio di
Apollo
e di
Cirene
. Allevato dalle
ninfe
aveva appreso da loro la cagliatura del latte, l'apicoltura e la coltivazione degli olivi.
Stabilitosi in
Beozia
sposò
Autonoe
, figlia di
Cadmo
, generando
Atteone
. Questi fu sbranato dai propri cani per aver offeso
Artemide
.
Dopo la morte di
Atteone
,
Aristeo
andò a
Ceo
, in
Sardegna
, in
Sicilia
ed infine in
Tracia
recando ovunque la sua sapienza e ricevendo spesso onori divini.
Erice
, figlio di
Afrodite
e del re
Bute
, regnò su una parte della
Sicilia
ove fondò una città cui diede il suo nome e nella quale sorse il santuario di
Afrodite Ericina
, famosissimo e prestigioso. I
Romani
, che consideravano
Afrodite
propria progenitrice, tributavano a questo santuario grandi onori per decreto del
senato
.
In
Sicilia
, nella regione dei
monti Erei
, particolarmente fertile ed amena, nacque
Dafni
figlio di
Ermes
e di una
ninfa
. Cantore melodioso, inventò i canti bucolici. Una
ninfa
si innamorò di lui ma quando
Dafni
giacque con un'altra donna che lo aveva fatto ubriacare la
ninfa
lo privò della vista.
Ancora alla
Sicilia
era legato li mito di
Orione
, costruttore di grandi opere come il porto di
Messene (Messina)
.
Libro V
Questo libro è dedicato a "Le Isole", a cominciare dalla
Sicilia
che in antico si chiamò
Trinacria
per la sua forma, poi
Sicania
dai
Sicani
ed infine
Sicilia
dai
Siculi
. Sacra a
Demetra
e a
Core
, nel mito fu dono di
Zeus
per le nozze di
Plutone
e
Persefone
.
Si diceva che la
Sicilia
fu la prima terra a produrre spontaneamente grano ed orzo,
Demetra
e
Core
la amavano e vi soggiornavano spesso e fu nei prati di
Enna
che avvenne il rapimento di
Core
.
A
Demetra
ed a sua figlia in
Sicilia
si dedicavano molti riti e si consacravano luoghi.
I primi ad abitare la
Sicilia
furono i
Sicani
, autoctoni per alcune fonti, di origine iberica per altre.
Inizialmente insediati nella parte orientale dell'isola, i
Sicani
migrarono verso ovest per evitare le eruzioni dell'
Etna
. Successivamente i territori da loro abbandonati furono occupati dai
Siculi
provenienti dall'
Italia
.
Siculi
e
Sicani
combatterono spesso finché con un trattato non definirono chiaramente i rispettivi confini.
Con il tempo molti
Greci
giunsero in
Sicilia
e vi fondarono importanti colonie: la lingua greca prevalse ed i coloni si fusero con i
Siculi
e
Sicani
che finirono con il perdere la propria identità etnica.
Fra la
Sicilia
e l'
Italia
si trovano le sette
Isole Eolie
:
Strongile (Stromboli)
,
Evonimo (Panarea)
,
Didime (Salina)
,
Fenicode (Filicudi)
,
Ericode (Alicudi)
, l'isola sacra ad
Efesto
(
Vulcano
) e
Lipara (Lipari)
. Le
Isole Eolie
sono tutte di origine vulcanica e si credeva fossero in comunicazione con l'
Etna
tramite canali sottomarini. Il primo ad occupare le
Eolie
fu
Liparo
, figlio del re
Ausone
, che fu sconfitto dai suoi fratelli e fuggì dall'
Italia
, sbarcò nell'isola che da lui prese il nome di
Lipara
e vi fondò una città.
Molti anni più tardi
Eolo
sposò
Ciane
, figlia di
Liparo
ed aiutò il suocero a tornare in
Italia
dove
Liparo
regnò sulla contrada di
Sorrento
. Si tratta dell'
Eolo
citato nell'
Odissea
, aveva imparato a predire l'andamento dei venti tramite osservazioni meteorologiche, di qui il mito gli aveva attribuito la funzione di "dispensiere dei venti".
Eolo
ebbe sei figli (
Astioco
,
Xuto
,
Androcle
,
Feremone
,
Giocasto
,
Agatirno
) che regnarono su varie zone della
Sicilia
e della costa calabra, tutti con grande moderazione ed equità. In particolare
Giocasto
assoggettò le coste italiche fino a
Reggio
.
Ancora più tardi (circa
580 a.C.
) giunse un gruppo di
Cnidi
e di
Rodi
a fondare una nuova colonia in
Sicilia
. Li guidava
Pentatlo di Cnido
che si diceva discendente di
Eracle
tramite
Ippote
.
Furono coinvolti in una guerra fra
Segesta
e
Selinunte
e molti morirono fra cui lo stesso
Pentatlo
. I superstiti si stabilirono a
Lipara
fondendosi con le genti del posto. Adottarono un regime comunistico coltivando la terra in comune ed approntando le opportune difese contro i pirati etruschi che spesso li attaccavano.
L'isola era famosa per le sue sorgenti termali e per le miniere di allume.
Oltre
Lipara
si trovava l'isola deserta di
Osteode
(generalmente identificata con
Ustica
) dove un tempo furono abbandonati i capi di una ribellione dei mercenari al soldo dei
Cartaginesi
. Privi di sostentamento i ribelli morirono di fame lasciando sull'isola una grande quantità di ossa (Osteode=ossuta).
Tre isole situate in alto mare a Sud della
Sicilia
sono l'argomento dei successivi paragrafi:
Melite (Malta)
, famosa per l'artigianato tessile e fiorente colonia dei
Fenici
;
Gaulo (Gozo)
e Cercina (Kerkenna) più vicine alla
Libia
erano attivi porti commerciali.
In altra posizione nel
Tirreno
l'isola di
Etalia (Elba)
era ricca di rocce ferrose dalle quali si ricavavano grandi quantità di metallo.
Più ad occidente di Etalia si trova la
Corsica
con importanti porti e città. Vi abitarono i
Focesi
, poi scacciati dai
Tirreni
. Ai tempi di
Diodoro
la
Corsica
era abitata da circa trentamila "barbari" che vivevano pacificamente dedicandosi all'agricoltura ed alla produzione del miele.
Vicina alla
Corsica
, la
Sardegna
era abitata dal popolo degli
Iolei
ritenuti discendenti dei coloni guidati da
Iolao
. Quando i
Cartaginesi
invasero l'isola, gli
Iolei
rifugiandosi in zone montuose riuscirono a mantenere la propria indipendenza. Anche quando l'isola passò ai
Romani
questo popolo, continuando ad abitare nell'interno, non venne sottomesso.
Diodoro
narra dell'antica tradizione secondo la quale questa duratura indipendenza era stata profetizzata da un oracolo ai tempi di
Iolao
.
Oltre la
Sardegna
l'isola di Pitussa, una delle
Baleari
, era abitata prevalentemente da genti di origine fenicia, produceva olio e lana.
Nei pressi si trovavano altre isole chiamate Gimnesie dai
Greci
e
Baleari
dai
Romani
. Gli abitanti di queste isole non usavano moneta, vivevano di agricoltura e di allevamento.
Diodoro
ricorda alcune loro usanze primitive come la condivisione della sposa e lo smembramento dei cadaveri. Combattevano usando la fionda, arma che sapevano maneggiare con particolare perizia.
Oltre le Colonne di Ercole, nell'Oceano, si trovava un'altra isola della quale
Diodoro
non cita il nome. Terra di particolare bellezza, era ricca di giardini e di ville i cui abitanti vivevano lussuosamente. Tale era la sua dovizia di frutti, di cacciagione e di pesce che molti la consideravano "luogo di dimora di essere divini e non di uomini".
Nel descrivere quest'isola
Diodoro
attinge probabilmente alla letteratura utopica, è comunque possibile che questo tipo di racconti siano nati in conseguenza alla scoperta di isole sconosciute.
L'autore prosegue dicendo che i primi ad approdare sull'isola di cui parla furono i
Fenici
che già in tempi antichi avevano fondato sulla costa atlantica della
Spagna
Gadira (Cadice)
ed altre colonie. Successivamente gli
Etruschi
tentarono di raggiungere l'isola ma i
Cartaginesi
lo impedirono in quanto intendevano utilizzarla come sede alternativa in caso di gravi sconfitte e calamità.
Più a Nord, lungo le coste europee dell'Atlantico, si incontrano molte altre isole, la maggiore delle quali è la
Britannia
. Mai raggiunta in precedenza da armate straniere, la
Britannia
fu conquistata da
Giulio Cesare
. Il clima della
Britannia
era molto freddo, la popolazione coltivava cereali conducendo uno stile di vita semplice e modesto.
Nella zona del promontorio Belesio (in Cornovaglia) si estraeva lo stagno, ciò ha portato la popolazione locale a frequenti contatti con i mercanti stranieri ed un modo di vivere più evoluto.
In un'altra isola dell'Atlantico chiamata Basileia (probabilmente l'isola tedesca di Helgoland) si raccoglieva l'ambra. Nel mito questo materiale proveniva dai pioppi in cui furono trasformate le sorelle di
Fetonte
quando piangevano la morte del fratello.
La regione continentale prossima a queste isole è la
Celtica
. Nel mito
Eracle
, durante la spedizione contro
Gerione
, si unì ad una principessa celtica generando Galata che divenne re e volle che i suoi sudditi si chiamassero
Galli
.
I
Galli
erano divisi in numerose tribù, il loro paese era molto freddo e ricco di fiumi come il
Rodano
, il
Danubio
ed il
Reno
. Sul
Reno
Cesare
fece costruire in tempi brevissimi un ponte per attraversarlo con il suo esercito ed attaccare i
Galli
che si trovavano oltre il fiume.
Segue una descrizione pittoresca dei costumi e dei caratteri dei
Galli
: amanti del vino, della birra d'orzo e dei banchetti, si mostravano molto ospitali con i visitatori ed erano soliti adornarsi con monili d'oro. In guerra tentavano di atterrire i nemici con varie esibizioni, ingaggiando duelli e cantando le gesta proprie e degli antenati. Usavano staccare ed imbalsamare le teste dei nemici uccisi.
Esibizionisti, minacciosi e teatrali, i
Galli
non mancavano di intelligenza. Fra loro erano poeti lirici detti Bardi, filosofi esperti di religione ed indovini.
Vicini dei
Galli
erano i
Celtiberi
, popolazione nata dalla progressiva fusione di tribù di
Iberi
con tribù celtiche. Estremamente bellicosi, misero in difficoltà per molto tempo anche gli eserciti romani. Dei popoli della
Penisola Iberica
facevano parte anche i
Lusitani
, anche questi molto bellicosi, esperti di guerriglia e difficili da combattere per la loro profonda conoscenza della regione montuosa che abitavano.
Nel paese degli
Iberi
, in particolare sui monti
Pirenei
, si trovavano ricchissime miniere d'argento. Questo metallo, il cui valore era ignorato dagli autoctoni, consentì ai
Fenici
di condurre importanti commerci.
Passando ai
Liguri
, dei quali ha già parlato nel contesto delle imprese di
Eracle
,
Diodoro
ricorda il loro modo di vivere primitivo dovuto all'ostile ambiente montuoso che abitavano, il loro coraggio e la loro forza fisica.
Quanto ai
Tirreni
(gli
Etruschi
) l'autore sottolinea come inventarono molte usanze poi adottate e perfezionate dai
Romani
, come la tromba in guerra, il peristilio e lo studio dei fenomeni naturali.
Si passa alla descrizione delle isole dell'Oceano Meridionale, il mare a sud di quella parte dell'
Arabia
detta Felice per la fertilità del suolo e per l'amenità dei luoghi.
Nell'
isola di Iera
era proibito seppellire i morti, vi si producevano incenso, mirra e spezie profumate. I suoi abitanti erano detti Pancei e si dedicavano al commercio con i mercanti arabi.
Pancei erano detti anche gli abitanti di un'altra isola situata molto più a oriente detta, appunto,
Pancea
, anche questa ricca di foreste e giardini.
Anche in questo brano
Diodoro
descrive paesaggi e popolazioni nello stile della letteratura utopica, dipendendo da
Evemero di Messene
.
Nel
Mare Egeo
si trovava invece l'isola di
Samotracia
, in origine abitata da un popolo autoctono, poi colonizzata da genti provenienti da
Samo
e dalla
Tracia
(da qui il nome).
Saone
figlio di
Zeus
stabilì le leggi e governò l'isola. A
Samotracia
nacquero anche altri figli di
Zeus
:
Dardano
,
Iasione
ed
Armonia
.
Dardano
passò in
Asia
su una zattera e fondò la città che più tardi ebbe il nome di
Troia
.
Iasione
apprese da
Zeus
il rito iniziatorio dei misteri e fu il primo a praticarlo. Quanto ad
Armonia
sposò
Cadmo
che giunse a
Samotracia
durante la ricerca di
Europa
.
Per queste nozze gli Dei tennero una festa ed offrirono agli sposi molti doni, durante il banchetto
Demetra
si innamorò di
Iasione
.
L'isola di
Nasso
era in origine chiamata Strongile (rotonda). Secondo un mito
Bute
, figlio di
Borea
, cospirò contro il fratello
Licurgo
, scacciato dalla
Tracia
si rifugiò a
Nasso
con i suoi complici e si dedicò alla pirateria. Avendo poche donne
Bute
e si suoi uomini organizzarono una spedizione sulla terraferma per rapirne. Si imbatterono nelle nutrici di
Dioniso
,
Bute
violentò
Coronide
, poi si uccise perché
Dioniso
lo fece impazzire.
Fra le altre furono rapite
Ifimedia
, moglie di
Aloeo
, e sua figlia
Pancratide
, quest'ultima sposò
Agassemeno
, succeduto a
Bute
nel comando.
L'isola di
Nasso
era legata alla figura di
Dioniso
dal mito secondo il quale
Zeus
l'avrebbe scelta per far nascere
Dioniso
dalla propria coscia dove aveva cucito il feto dopo la morte di
Semele
.
L'isola di
Simi
fu governata da
Nireo
, che partecipò alla spedizione contro
Troia
. Successivamente l'isola fu colonizzata da
Cari
,
Lacedemoni
ed
Argivi
.
I primi abitatori di
Rodi
furono i
Telchini
. Questi educarono il piccolo
Poseidone
affidato loro da
Rea
e quando il dio divenne adulto si unì ad
Alia
, sorella dei
Telchini
, generando sei figli maschi ed una femmina,
Rodo
, dalla quale l'isola prese il nome.
I figli di
Poseidone
impedirono ad
Afrodite
di approdare a
Rodi
, la dea facendoli impazzire li indusse a violentare la madre e a commettere altre nefandezze.
Alia
si gettò in mare e
Poseidone
, scoperto l'accaduto, rinchiuse i propri figli sotto terra.
Secondo un mito un
diluvio
sommerse l'isola di
Rodi
e solo chi riuscì a raggiungere le zone più alte si salvò; tuttavia
Elio
si innamorò di
Rodo
e fece sparire le acque.
Elio
ebbe da
Rodo
, o fece nascere spontaneamente dalla terra, sette figli che si distinsero per la cultura e che successivamente portarono il loro sapere in varie regioni del mondo abitato. I loro nomi erano
Ochimo
,
Cercafo
,
Macareo
,
Acti
,
Tenage
,
Triopa
,
Candalo
.
Elio
e
Rodo
ebbero anche una figlia di nome
Elettrione
che morì prestissimo e ricevette a
Rodi
onori eroici.
A
Rodi
si ricordava anche un soggiorno di
Danao
, in fuga dall'
Egitto
con le sue figlie e di
Cadmo
in cerca di
Europa
. Il primo aveva consacrato una statua ad
Atena
, il secondo aveva costruito un recinto sacro a
Poseidone
lasciando a custodirlo alcuni
Fenici
dai quali poi discese la stirpe dei sacerdoti di
Rodi
.
Altemene
, figlio del re cretese
Catreo
, si trasferì a
Rodi
quando un oracolo lo avvertì che avrebbe ucciso il padre. Eresse un santuario a
Zeus
e fu onorato dalla gente del luogo ma quando
Catreo
, per il desiderio di ritrovarlo, raggiunse di notte
Rodi
si scontrò con gli abitanti ed
Altemene
, non riconoscendolo, lo uccise avverando la profezia. Per questo motivo
Altemene
si ritirò in solitudine ed alla fine morì di dolore.
Poco prima della guerra di
Troia
giunse a
Rodi
Tlepolemo
, in fuga da
Argo
per aver involontariamente ucciso
Licimnio
, e divenne re dell'isola che governò con saggezza finché non partì con
Agamennone.
La relazione fra le vicende di
Rodi
e quelle del
Cherroneso
inducono
Diodoro
a parlare anche di questa regione, corrispondente all'odierna penisola di Marmaris.
Anticamente il
Cherroneso
fu occupato da alcuni dei
Cureti
, discendenti di quelli che avevano nutrito
Zeus
, quindi vi si stabilì un gruppo di
Argivi
. Questi ultimi erano arrivati con
Cirno
al quale
Inaco
aveva affidato una flotta per cercare
Io
e, non trovandola, aveva rinunciato a tornare in patria.
In seguito arrivò nel
Cherroneso
Triopa
, figlio di
Elio
e di
Rodo
in fuga per aver ucciso il fratello
Tenage
.
Nella città di
Castabo
si trovava il santuario di
Emitea
,
Diodoro
racconta il relativo mito.
Stafilo
aveva avuto tre figlie da
Crisotemi
:
Molpadia
,
Reo
e
Parteno
.
Reo
fu sedotta da
Apollo
. Il padre scoprendola incinta la fece gettare in mare in una cassa, si salvò miracolosamente e partorì
Anio
. Le sue sorelle si gettarono in mare per aver rotto l'orcio del vino del padre e furono salvate da
Apollo
che le portò nel
Chersoneso
:
Parteno
a
Bubasto
, dove ebbe un recinto sacro, e
Molpadia
a
Castabo
dove fu chiamata
Emitea
e venerata nel santuario.
Il santuario era molto frequentato e ricco di offerte votive perché si riteneva che
Emitea
soccorresse gli infermi ed i sofferenti.
I capitoli successivi sono dedicati alla descrizione dell'isola di
Creta
. I più antichi abitatori di
Creta
furono gli
Eteocretesi
presso i quali secondo il mito nacquero numerose divinità a cominciare dai
Dattili Idei
dei quali fu discepolo
Orfeo
che da loro apprese i riti misterici. Stregoni ed artefici legati alle origini della metallurgia.
Più tardi vissero a
Creta
i
Cureti
, dei quali si è già parlato, dediti alla pastorizia ed alla caccia, furono tutori di
Zeus
. Segue una ricapitolazione del mito di
Zeus
nella quale viene ribadito il concetto, caro a
Diodoro
, che gli dei furono in origine esseri umani poi divinizzati per i loro grandi meriti.
Molte generazioni più tardi nacquero gli eroi di
Creta
, tra i quali
Minosse
,
Radamanto
e
Sarpedone
, figli di
Zeus
e di
Europa
.
Minosse
regnò sull'isola e vi fondò le più importanti città:
Cnosso
,
Festo
e
Cidonia
(attuale Canea).
Come si è detto i primi abitanti di
Creta
furono gli
Eteocretesi
. Più tardi giunsero i
Pelasgi
che occuparono una parte dell'isola, quindi i
Dori
.
Da
Creta
la narrazione passa all'isola di
Lesbo
i cui primi abitanti furono i
Pelasgi
ivi condotti da
Xanto
figlio di
Triopa
.
Dopo il
diluvio
dei tempi di
Deucalione
,
Lesbo
rimasta deserta tu ripopolata dai seguaci di
Macareo
, appartenenti a vari popoli. A dare il nome all'isola fu
Lesbo
, figlio di
Lapite
e nipote di
Eolo
, che sposò
Metimna
, figlia di
Macareo
.
Più tardi
Tenete
, figlio di
Cicno
(figlio di
Poseidone
e di
Calice
, re di
Colone
in
Troade
) colonizzò un'altra isola e la chiamò
Tenedo
. Nel mito
Tenete
era stato scacciato dal padre a causa delle calunnie della matrigna.
Tenete
fu ucciso da
Achille
durante la presa di
Tenedo
ad opera degli
Achei
in viaggio verso
Troia
oppure, per altre fonti, sul continente all'inizio della guerra.
Libro VI
Di questo libro perduto possediamo alcuni frammenti.
Eusebio di Cesarea
(
Preparazione Evangelica
) cita un brano relativo alla teoria razionalistica di
Evemero di Messene
sull'origine umana degli dei.
Da
Eustazio
riceviamo un breve brano nel quale si raccontava che
Xanto
e
Balio
, i cavalli immortali di
Achille
, erano in origine due
Titani
che avevano aiutato
Zeus
e
Poseidone
nella guerra contro gli altri
Titani
. Per non mostrarsi in questo frangente ai loro fratelli avevano chiesto ed ottenuto di essere trasformati in cavalli.
Ancora
Tertulliano
,
Giovanni di Antiochia
ed alcuni scolii tramandano frammenti dai quali si evince che il sesto libro era dedicato alle figure della mitologia greca rilette in chiave razionalistica.
Libro VII
I frammenti in nostro possesso indicano che nel libro VII
Diodoro
passava dalla narrazione mitografica a quella degli eventi successivi alla guerra di
Troia
, da lui considerati storici; in particolare vengono esposte le vicende di
Enea
dopo la caduta della città.
Enea
fu ammirato dai
Greci
per il coraggio e la pietà dimostrati quando, lasciando
Troia
in fiamme, aveva preso con se i
Lari
ed il vecchio
Anchise
, aveva quindi ottenuto il permesso di partire indisturbato.
Il frammento successivo parla di
Enea
che aveva assunto il regno dei
Latini
tre anni dopo la caduta di
Troia
e, dopo tre anni di governo, era scomparso dal mondo degli uomini.
Ascanio
, figlio di
Enea
, succeduto al padre fondò la città di
Albalonga
.
Enea
stesso aveva progettato questa fondazione assistendo al prodigio di una scrofa bianca che aveva partorito in quel luogo trenta porcellini, ma era stato dissuaso da un sogno, grazie al quale aveva compreso che i trenta maialini indicavano altrettanti anni da attendere prima di costruire la nuova città. Così fu
Ascanio
a procedere, appunto dopo trent'anni, e scelse il nome
Albalonga
in riferimento al colore della scrofa (Alba=bianca) ed alla forma allungata delle mura.
Dopo la morte di
Ascanio
il regno fu conteso fra suo figlio
Iulo
e suo fratello
Silvio
, figlio di
Enea
e di
Lavinia
o di
Silvia
, prima moglie di
Latino
. Infine, per elezione popolare, il trono andò a
Silvio
mentre
Iulo
fu nominato
pontefice massimo
.
A
Silvio
, che regnò per quarantanove anni, successe il figlio
Enea Silvio
, che resse il potere per trent'anni.
Gli successe
Latino Silvio
, che in cinquant'anni di saggio governo fondò diciotto città nei territori limitrofi da lui conquistati.
A
Latino
successe
Epito Silva
(
Capeto
in
Livio
e
Dionigi di Alicarnasso
) che regnò per ventisei anni, gli successe il figlio Calpeto (tredici anni) e quindi
Tiberio Silvio
(otto anni). Quest'ultimo morì annegato nel fiume
Alba
che da allora prese il nome di
Tevere
.
Seguì il regno di
Agrippa
(quarantuno anni), quindi quello di
Arramulio Silvio
(
Allodio
in
Dionigi di Alicarnasso
, diciannove anni).
Questo personaggio fu tanto superbo da ordinare ai suoi soldati di percuotere gli scudi durante i temporali per superare il rumore dei tuoni. Venne colpito da un fulmine e la sua casa fu sommersa dalle acque del
Lago Albano
. Gli successe
Avenzio
(che
Diodoro
considera eponimo del colle
Aventino
) che morì in battaglia dopo trentasette anni di regno lasciando il potere al figlio
Proca Silvio
che regnò per ventitre anni.
Il figlio più giovane di
Proca
,
Amulio
, si impadronì del trono ai danni del fratello maggiore
Numitore
che, alla morte del padre, si trovava lontano. Dopo quarantatre anni
Amulio
fu ucciso da
Romolo
e
Remo
, fondatori di
Roma
.
Il successivo frammento del VII libro comprende una cronologia dei re di
Sparta
, cronologia che l'autore dichiara di prendere come riferimento per il periodo di tempo che intercorre fra la guerra di
Troia
e la prima
Olimpiade
.
Vengono quindi enumerati i re spartani delle due famiglie (
Agiadi
ed
Euripontidi
) a partire da
Euristene
che salì al trono dopo ottanta anni dalla guerra di
Troia
. Durante il regno di
Alcamene
, ottavo discendente di
Euristene
nella dinastia degli
Agiadi
, fu istituita la prima
Olimpiade
.
Primo degli
Euripontidi
fu
Procle
. La prima
Olimpiade
si svolse durante il regno del suo ottavo discendente,
Teopompo
.
Nel nono frammento si passa alla storia di
Corinto
. Quando gli
Eraclidi
si impossessarono del
Peloponneso
vollero affidare
Corinto
ad
Alete
, il quale regnò per trentotto anni. I discendenti di
Alete
tennero il trono di
Corinto
per oltre quattro secoli, fino alla tirannia di
Cipselo
.
Seguono frammenti nei quali si parla di
Licurgo
, il famoso legislatore spartano, che raccontano come egli venne ispirato dall'oracolo di
Apollo
a basare le leggi sulla concordia e sul coraggio.
Si passa quindi alla cronologia dei re
macedoni
, il primo dei quali fu
Carano
, discendente di
Temeno
, il quale riunì un esercito di
Argivi
e conquistò la
Macedonia
. Dopo aver governato trent'anni,
Carano
morì lasciando il regno al figlio
Coino
, il quale regnò per ventotto anni. Fu quindi la volta di
Tirimno
(quarantatre anni), poi di
Perdicca I
(quarantadue anni).
Seguirono
Argeo
,
Filippo I
,
Aieropa o Aeropo I
,
Alceta
,
Aminta I
,
Alessandro I
,
Perdicca II
,
Archelao
,
Aieropa o Aeropo II
,
Pausania
,
Tolomeo
,
Perdicca III
,
Filippo II
e infine
Alessandro Magno
, che combattè a lungo contro i
Persiani
.
Libro VIII
Anche del libro VIII ci sono giunti solamente frammenti. Si parlava dell'
Elide
e del santuario di
Zeus
ad
Olimpia
dove dal
776 a.C.
si svolsero ogni quattro anni i
Giochi Olimpici
.
Per questo motivo l'
Elide
fu a lungo considerata sacra ed i suoi abitanti furono esentati dal partecipare ad imprese militari come accadde, ad esempio, durante la
seconda guerra persiana
.
Si parla quindi, rapidamente, del mito di
Romolo
e
Remo
, della loro contesa per il potere e dell'uccisione di
Remo
ad opera di Celere (come in
Dionigi di Alicarnasso
).
I frammenti successivi si riferiscono alla guerra fra
Sparta
e
Messene
. Tradizionalmente a provocarla fu uno spartano che dopo aver concordato con un messeno di gestire in comune dei terreni confinanti truffò il socio vendendo segretamente schiavi e bestiame ed impadronendosi del ricavato. Il messeno scoprì la truffa ma non ottenne soddisfazione, anzi lo spartano gli uccise un figlio ... e fu la guerra.
Si narra anche della contesa fra due guerrieri messeni che si erano distinti in combattimento per la successione al comando e di un oracolo pronunciato dalla
Pizia
in merito all'esito della guerra.
Negli ultimi frammenti, molto brevi, si raccontano aneddoti, oracoli, usanze e particolari della storia di varie città. Si parla infine brevemente del re
Tarquinio Prisco (Lucio Tarquinio)
e di come in gioventu fu amico e consigliere del suo predecessore
Anco Marzio
.
Frammenti del libro IX
1
La famiglia di
Solone
era originaria di
Salamina
. Ricevuta la migliore educazione raggiunse i massimi livelli di sapienza e cultura e, accompagnandosi sempre ai più dotti del suo tempo, fu annoverato fra i
Sette Sapienti
.
Famosa la sua legislazione che operò negli
Ateniesi
, dediti agli agi ed alla lussuria, un cambiamento radicale tanto che
Armodio
e
Aristogitone
tentarono di abbattere i figli di
Pisistrato
.
2
Creso
re di
Lidia
interrogò
Solone
sulla felicità e
Solone
rispose che nessun uomo può essere considerato pienamente felice finché non si sappia se la sua fortuna sia durata per l'intera vita. Più tardi, quando sconfitto da
Ciro
stava per essere arso vivo,
Creso
ricordò le parole di
Solone
e prese ad invocare il suo nome, ciò indusse
Ciro
a liberarlo e tenerlo presso di se come amico.
3
Quando scoppiò una contesa fra
Coo
e
Mileto
sull'appartenenza di un tripode d'oro rinvenuto in mare la
Pizia
decretò che il tripode andava consegnato all'uomo più saggio. I
Milesi
lo portarono a
Talete
che preferì fosse consegnato a
Solone
ritenendolo più saggio di lui.
Solone
consigliò di dedicarlo ad
Apollo
, il più saggio di tutti.
4 - 5
Ormai molto anziano
Solone
si presentò nell'agorà indossando un'armatura per spronare la cittadinanza ad abbattere
Pisistrato
. Al tiranno che chiedeva chi fossero i suoi mandanti
Solone
rispose che il suo unico sostegno era la vecchiaia.
6
Lo scita
Anacarsi
interrogò l'oracolo di
Delfi
per sapere chi fosse più saggio di lui e gli fu indicato
Misone
.
7
Misone di Malide
viveva isolato. Fu inserito fra i
Sette Sapienti
quando
Periandro di Corinto
ne venne escluso per la sua tirannide.
8
Curioso di conoscere
Misone
,
Solone
lo cercò e lo trovò in un'aia intento ai lavori agricoli.
9
Chilone
, un altro dei
Sette Sapienti
, ebbe il merito di vivere una vita coerente con la sua dottrina mentre, secondo
Diodoro
, molti filosofi non potrebbero dire altrettanto di se stessi.
10
Chilone
incise tre massime su una colonna del tempio di
Delfi
: "conosci te stesso", "niente di troppo", "al pegno segue la sventura".
A proposito della terza massima alcuni hanno ritenuto che
Chilone
fosse contrario al matrimonio, ma secondo
Diodoro
voleva dire di non prendere impegni a lungo termine perché il futuro è imperscrutabile e le circostanze possono cambiare.
11
Di
Pittaco di Mitilene
si diceva non avesse alcun difetto: sapiente e giusto come legislatore, moderato e affabile nei rapporti umani, coraggioso in guerra, disinteressato al denaro.
12
Pittaco
era solito rifiutare i doni: lo fece con i concittadini che gli offrivano la metà delle terre conquistate combattendo e lo fece con
Creso
che gli offriva tutto il denaro che desiderava. Quando il poeta
Alceo
, suo acerrimo avversario, cadde nelle sue mani
Pittaco
lo lasciò andare dicendo che il perdono è preferibile alla punizione.
13
Biante di Priene
riscattò dai briganti alcune nobili ragazze della
Messenia
e le ospitò fino all'arrivo dei loro genitori dai quali non accettò alcun compenso. Anche rispetto a
Biante
si parlava di un tripode con la scritta "al più saggio" ripescato in mare.
Era un grande oratore ed usava la propria eloquenza a vantaggio di chi era vittima di un'ingiustizia.
14 - 15
Più della potenza conta il saperla usare.
Polidamante di Scotussa
era fortissimo, uccideva i leoni con le mani, correva più veloce dei carri e tentò di sostenere una grotta che crollava.
16
Da tempo gli abitanti di
Cirra
erano assediati per aver tentato di saccheggiare il santuario delfico (prima guerra sacra) ma l'oracolo dava responsi negativi sull'assedio.
17
Solone
visse in
Atene
nel periodo dei tiranni, quarantasette anni dopo
Dracone
.
18 - 19
Lo scultore
Perillo
realizzò un grande toro di bronzo per il tiranno
Falaride
, la statua cava poteva contenere un uomo per ucciderlo surriscaldando il bronzo. Colpito dalla perversità di
Perillo
,
Falaride
volle che lo scultore fosse il primo a provare questa orribile fine.
20
Solone
era avversario di
Pisistrato
e nonostante la vecchiaia non esitava a fare propaganda contro il tiranno.
Ciassare fondò l'impero dei
Medi
che durò fino ad
Astiage
che fu sconfitto da
Ciro
. Di questi argomenti
Diodoro
parlerà ampiamente nella sede opportuna.
21
Ciro
divenne re dei
Persiani
nell'anno della cinquantacinquesima
Olimpiade
(
560
/
559 a.C.
) come affermano concordemente tutte le fonti.
22 - 24
Ciro
, figlio di
Cambise
e di
Mandane
figlia di
Astiage
, fu uomo di grandi qualità, coraggioso in guerra e giusto con i sudditi.
Al contrario
Astiage
era di natura violenta ed iracondo e quando fu sconfitto da
Ciro
punì molti suoi soldati e sudditi diffondendo il malcontento.
25
Creso
stava approntando una flotta per attaccare gli abitanti delle isole ma fu dissuaso da
Biante
ed abbandonò l'impresa.
26
Creso
convocò alcuni fra gli uomini più sapienti del suo tempo:
Anacarsi
,
Biante
,
Solone
e
Pittaco
. Ad
Anacarsi
chiese chi fossero, fra gli esseri viventi, i più coraggiosi, i più giusti ed i più saggi. Ad ogni domanda
Anacarsi
rispose "gli animali selvatici", pronti a morire per la loro libertà che vivono secondo le leggi divine superiori a quelle umane.
27
Chiese a
Solone
chi fosse il più felice e
Solone
fornì la già citata risposta sulla fine della vita.
Biante
confermò le parole di
Solone
aggiungendo che la vera ricchezza è la sapienza e
Pittaco
affermò che il miglior governo è quello basato sulle leggi.
28
Esopo
affermava che i sapienti non sono in grado di stare in compagnia dei signori.
29
Il frigio
Adrasto
che viveva in
Lidia
uccise involontariamente
Atys
figlio di
Creso
. Sconvolto dall'errore pregò il re di farlo morire nonostante non avesse alcuna colpa ma
Creso
, che aveva già deciso di bruciarlo vivo, vedendo il comportamento dell'uomo placò la sua ira e lo perdonò. Comunque
Adrasto
si uccise sulla tomba di
Atys
.
30
Falaride
vedendo uno sparviero che inseguiva molte colombe notò come la paura facesse fuggire le colombe che altrimenti per il loro numero avrebbero potuto aver ragione dello sparviero. Ma la vittoria dipende dal coraggio, non dal numero. Più tardi
Falaride
perse il potere.
31
Creso
attaccò i
Persiani
e fu rovinosamente sconfitto. Aveva male interpretato un ambiguo responso dell'oracolo. Quando fu
Ciro
ad attaccare l'oracolo disse a
Creso
che il suo regno sarebbe durato finché un mulo non lo avesse conquistato ma anche questa volta
Creso
non comprese ed interpretò il responso positivamente. Il mulo era
Ciro
, figlio di un persiano e di una donna originaria della
Media
. Giunto in
Cappadocia
Ciro
inviò messaggeri a
Creso
per proporgli la resa e
Creso
rispose che erano i
Persiani
a doversi rassegnare ad essere sudditi dei
Lidi
.
32
Creso
inviò un certo
Euribato di Efeso
nel
Peloponneso
per assoldare mercenari ma
Euribato
andò da
Ciro
e gli svelò i piani di
Creso
, il tradimento di
Euribato
divenne proverbiale.
33
Creso
aveva un figlio muto e l'oracolo l'avvertì che quando avrebbe parlato sarebbe stato un giorno infausto. Dopo la sconfitta
Creso
chiese a
Ciro
perché i soldati
persiani
stessero saccheggiando beni che ora appartenevano a
Ciro
.
Ciro
riflettè e fermò il saccheggio incamerando tutto nel tesoro reale.
34
Considerandolo uomo pio e saggio,
Ciro
fece di
Creso
un suo consigliere.
35
Quando i
Greci
d'
Asia
inviarono ambasciatori a proporre amicizia a
Ciro
, intervenne
Arpago
comandante della forza persiana e li paragonò ad un uomo che gli aveva rifiutato la figlia in sposa. Quando
Arpago
aveva ricevuto il favore di
Ciro
quell'uomo lo aveva cercato per riproporgli il matrimonio ma questa volta
Arpago
rifiutò e disse di accettare al massimo la ragazza come concubina. Così i
Greci
che in passato avevano rifiutato le proposte amichevoli di
Ciro
ora dovevano aspettarsi che il re li trattasse come schiavi.
36
Gli
Spartani
che diffidarono
Ciro
dal molestare le città greche dell'
Asia
ottennero solo una risposta sprezzante.
Consultato l'oracolo sul loro progetto di conquistare l'
Arcadia
, gli
Spartani
seppero che avrebbero avuto solo
Tegea
e da un altro responso seppero che in questa città si trovavano le spoglie di
Oreste
.
37
Due aneddoti su
Pisistrato
: perdonò un giovane che vedendo la figlia del tiranno sfilare in processione l'aveva baciata dicendo che non si deve punire chi ci vuole bene. Esentò dalle tasse un contadino che aveva visto arare un campo angusto e sassoso perché questo gli aveva detto che quel campo gli procurava solo affanni ed afflizione ma lo consolava il fatto che la decima parte andasse a
Pisistrato
.
Frammenti del libro X
1
L'anziano
Servio Tullio
si recò in
Senato
per fermare gli intrighi di
Tarquinio (il superbo)
il quale, dopo un alterco, lo scaraventò giù dai gradini.
Tullio
tentò di fuggire ma venne ucciso.
2
Servio Tullio
aveva regnato per quarantaquattro anni realizzando molte opere di pubblico interesse.
3
Ai tempi della 61ma
Olimpiade
(
532 a.C.
) era famoso il filosofo
Pitagora
la cui eloquenza affascinava i cittadini che ogni giorno si affollavano intorno a lui. Insegnava la moderazione ed esortava a rinunciare al lusso.
Quando seppe che il suo vecchio maestro
Ferecide
era malato lo raggiunse a
Delo
, fece di tutto per guarirlo e lo assistette fino alla morte.
I suoi discepoli vivevano come fratelli, sempre pronti a mettere in comune quanto possedevano.
4
Si raccontavano molti episodi di solidarietà fra i seguaci di
Pitagora
come quello di
Clinia di Taranto
che portò una grossa somma di denaro a
Prore di Cirene
che era caduto in disgrazia senza averlo mai conosciuto, o come quello di
Damone
che fece da garante per l'amico
Finzia
condannato a morte dal tiranno
Dionisio il Vecchio di Siracusa
e che rischiò di finire sul patibolo al posto dell'amico.
5
I Pitagorici solevano compiere esercizi per sviluppare la memoria e l'autocontrollo.
6
Pitagora
credeva nella metempsicosi e proibiva di mangiare carne. Riteneva se stesso la reincarnazione di
Euforbo
, guerriero troiano ucciso da
Menelao
. Come è noto fu il primo a risolvere alcuni problemi di matematica e di geometria.
7
Convinto che la smodatezza arrecasse malattie ed ottundesse la mente,
Pitagora
esortava i discepoli a condurre una vita semplice, mangiare frugalmente evitando di bere vino.
Il suo discepolo
Archita di Taranto
una volta si irritò con i suoi servi ma non li punì proprio per controllare la propria agitazione.
8
Per i Pitagorici l'amicizia era sacra. Usavano conservare i precetti della loro comunità nella propria memoria e non lasciarono nulla di scritto in merito.
9
Pitagora
consigliava ai suoi discepoli di evitare i giuramenti e, se avessero giurato, di mantenere ad ogni costo la parola data.
Rispetto ai piaceri sessuali consigliava la massima moderazione e di evitare i rapporti in estate quando il sesso, se praticato frequentemente, debilita il fisico.
Nelle preghiere si doveva chiedere agli dei ciò che è bene, non cose come il potere o la vendetta.
10
Pitagora
non credeva che un uomo, a causa dei suoi limiti, possa essere veramente sapiente e diceva che un saggio si sarebbe potuto correttamente definire "amante della saggezza".
11
Un certo
Cilone di Crotone
chiese di entrare nella scuola pitagorica ma non venne accettato perché era violento ed iracondo. Offeso
Cilone
organizzò una fazione che non cessò mai di contrastare i Pitagorici.
Il pitagorico
Liside
divenne precettore di
Epaminonda
accogliendolo come figlio adottivo e trasmettendogli precetti di fortezza, semplicità e virtù della sua scuola.
12
Il lavoro dello storico, secondo
Diodoro
, serve appunto a tramandare la memoria di uomini come i Pitagorici perché siano di esempio alle generazioni future.
13
Dopo aver sottomesso i Babilonesi ed i
Medi
,
Ciro
si convinse che nessuno avrebbe potuto resistergli ed ideò il progetto di conquistare il mondo intero.
14
Cambise
era un dissennato che il potere aveva reso feroce. In
Egitto
fece aprire la tomba del faraone Amasi per oltraggiarne la mummia che alla fine fece bruciare. Prima di muovere contro gli
Etiopi
ordinò di profanare il tempio di
Ammone
.
15
Quando
Cambise
ebbe conquistato l'
Egitto
i
Libi
e i Cirenei gli si sottomisero spontaneamente.
16
Policrate
tiranno di
Samo
usava inviare triremi in mare e depredare i naviganti. Quando alcuni fuggitivi politici della
Lidia
si recarono da lui a chiedere asilo li accolse benevolmente ma poi li fece uccidere per impadronirsi dei loro averi.
17
Tettalo figlio di
Pisistrato
, fautore dell'uguaglianza, rinunciò alla tirannia mentre gli altri figli
Ipparco
e
Ippia
furono tiranni violenti e spietati.
Aristogitone
tentò di abbatterli e con grande coraggio affrontò la tortura.
18
Il filosofo
Zenone
cospirò contro il tiranno
Nearco
, fu arrestato e sottoposto a tortura perché rilevasse il nome dei suoi complici. Giunto al limite della sopportazione disse che avrebbe parlato, fece avvicinare
Nearco
e gli morse un orecchio senza che gli aguzzini riuscissero a fargli aprire le mascelle.
19
Megabizo, amico del re
Dario
, mutilò il suo viso per fingersi un disertore e trarre in inganno i Babilonesi.
Dario
non approvò e disse che avrebbe preferito averlo integro piuttosto che conquistare la
Babilonia
.
Dario
, che ormai possedeva tutta l'
Asia
, mirava a prendere anche l'
Europa
per governare in tutto il mondo allora abitato.
I
Tirreni
, guidati da Ermone, abbandonarono l'isola di
Lemno
per paura dei
Persiani
.
20 - 21
Sesto
, figlio di
Tarquinio
, ospite di
Lucio Collatino
costrinse con le minacce la moglie di questi
Lucrezia
a concederglisi. Quando
Sesto
si fu allontanato
Lucrezia
convocò i parenti per chiedere vendetta, quindi si uccise.
22
Lucio Tarquinio
governò in modo dispotico e spesso faceva morire i cittadini facoltosi per incamerare le loro ricchezze.
Lucio Giunio
, nipote di
Tarquinio
, era orfano e molto ricco e guardava al re con sospetto. Si fingeva stupido nell'attesa del momento opportuno per abbattere il regno.
23
I
Sibariti
fecero guerra a
Crotone
con un esercito di trecentomila uomini ma furono sconfitti.
24
Gli
Ateniesi
, vinti
Beoti
e
Calcidiesi
, si impadronirono di
Calcide
. Con la decima parte del bottino dedicarono nell'
Acropoli
un carro di bronzo.
25
Dopo la battaglia di Lade (fallimento della rivolta ionica contro i
Persiani
) la diplomazia di
Ecateo di Mileto
che andò ambasciatore presso
Artaferne
, riuscì a mitigare le conseguenze della sconfitta e a ottenere per la città ribelle un trattamento mite.
26
In un frammento isolato
Diodoro
parlava di una rivolta cittadina (probabilmente ad
Argo
) e della liberazione degli schiavi.
27
Il generale persiano
Dati
, medo di origine, reclamò dagli
Ateniesi
il potere che era stato dei suoi avi in quanto
Medo
, figlio di
Egeo
re di
Atene
e di
Medea
, era stato cacciato dalla città. Avuta risposta negativa
Dati
si preparò allo scontro.
28
Ippocrate
tiranno di
Gela
dopo aver vinto i
Siracusani
si accampò nei pressi del Tempio di
Zeus
nel quale sorprese alcuni
Siracusani
intenti a rubare offerte votive e li cacciò avendoli severamente redarguiti. Egli si astenne dal depredare il tempio non volendo offendere la divinità.
Terone di Acragas
superò tutti i
Sicelioti
per nobiltà d'origine, ricchezza e umanità.
29
Aneddoti su
Gelone
di
Siracusa
: sconvolto da un incubo fu svegliato dal suo cane; da bambino inseguendo un lupo che gli aveva rubato le tavolette per scrivere si salvò dal terremoto che fece crollare la sua scuola.
30 - 31
Cimone figlio di Milziade
assunse il debito del padre che era morto in prigione non potendo pagare una multa pur di riavere la salma per dargli sepoltura.
Dalla moglie
Isodice
ebbe un figlio di nome
Callia
. Sposò anche
Elpinice
, sua sorella, e
Callia
pagò una forte multa per evitare al padre di essere processato per questa unione incestuosa.
32
Temistocle
consigliò ad un uomo in cerca di un genero ricco di preferire un uomo bisognoso di ricchezze a ricchezze bisognose di un uomo e quello fece sposare la propria figlia a
Cimone
. Così
Cimone
pagò la multa paterna e mise sotto inchiesta i magistrati che lo avevano arrestato per prevaricazione.
33
Minacciati da
Serse
i
Greci
chiesero aiuto a
Gelone
ma questi pose come condizione di avere il comando supremo dell'esercito e della flotta.
34
Il frammento contiene considerazioni sull'importanza della gloria, superiore ad ogni bene materiale, che sembrano far parte del discorso di qualche personaggio che si rivolga ai
Greci
nell'imminenza della guerra contro i
Persiani
.
Libro XI
1
Questo libro tratterà gli eventi della spedizione di
Serse
contro i
Greci
nell'anno precedente la spedizione di
Cimone
contro
Cipro
(
480 a.C.
-
451 a.C.
).
Fu il cugino
Mardonio
, per ambizione, a convincere
Serse
ad attaccare la
Grecia
.
Serse
inviò ambasciatori ai
Cartaginesi
concordando che questi avrebbero attaccato le colonie greche in
Sicilia
ed in
Italia
mentre i
Persiani
si sarebbero occupati della
Grecia
. In tre anni di preparativi i
Cartaginesi
approntarono un esercito di trecentomila uomini ed una flotta di duecento navi.
2
Negli stessi tre anni
Serse
, sfruttando le immense risorse del suo impero, fece costruire milleduecento navi e riorganizzò il grande esercito lasciatogli dal padre
Dario
.
Serse
partì da
Susa
e giunto a
Sardi
mandò messaggeri a chiedere a tutte le città greche l'offerta di acqua e terra. Intanto realizzò due grandi opere: un ponte sull'
Ellesponto
ed un canale nell'istmo del
Monte Athos
per facilitare i movimenti dell'esercito e della flotta. Lo spartano
Sineto
e l'ateniese
Temistocle
al comando di diecimila
opliti
occuparono in
Tessaglia
il passo di
Tempe
ma quando seppero che la maggior parte dei
Tessali
e dei
Greci
che abitavano in quella regione avevano offerto a
Serse
acqua e terra abbandonarono la posizione.
3
Una parte dei
Greci
appoggiò i
Persiani
(
Eniani
,
Dolopi
,
Magneti
,
Locresi
,
Tessali
, parte dei
Beoti
ed altri). Altri si mantennero neutrali.
Serse
partì da
Sardi
e attraversò il ponte costruito sull'
Ellesponto
con il suo esercito entrando in
Europa
. A Dorisco l'esercito si ricongiunse con la flotta. Con gli aiuti degli alleati ora l'esercito di
Serse
arrivava a ottocentomila uomini, la flotta a tremila navi.
4
I
Greci
inviarono la flotta al
Capo Artemisio
in
Eubea
ed un contingente di quattromila uomini a difendere il passo delle
Termopili
comandati dal re di
Sparta
Leonida
. Mille erano
Spartani
, gli altri provenivano da altre città.
Leonida
disse di sapere che le sue forze erano inadeguate ma preferiva non privare
Sparta
di tutte le sue risorse all'inizio della guerra.
5
La flotta di
Serse
superò il canale scavato nel
Monte Athos
senza difficoltà. Avendo saputo che il passo delle
Termopili
era stato occupato, il re inviò messaggeri a proporre la resa.
Leonida
rifiutò orgogliosamente.
6
Serse
avanzò con l'esercito ponendo in prima fila i
Medi
dopo aver deriso
Demarato
, esule da
Sparta
e rifugiato presso di lui, che lo aveva avvertito di non sottovalutare il coraggio dei
Greci
.
Leonida
riunì i suoi nel punto più stretto del passo.
7
Seguì un'aspra battaglia. Forti della loro posizione i
Greci
sconfissero i
Medi
, poi i Cissi e i Saci, infine il corpo scelto degli "Immortali". Al calar della sera il passo era pieno di cadaveri ma
Leonida
aveva perso solo pochi uomini.
8
Anche il giorno seguente i
Greci
resistettero agli attacchi dei
Persiani
. Un uomo di
Trachis
propose a
Serse
di condurre parte dell'esercito per un sentiero scosceso in modo da aggirare i
Greci
e prenderli alle spalle.
Serse
aderì entusiasticamente e fece molti doni a quell'uomo. Un certo Tirrastiada che era fra i
Persiani
per onestà volle avvertire
Leonida
.
9
Appresa questa notizia,
Leonida
decise di mandare via i suoi uomini perchè si mettessero in salvo e trattenne con se soltanto cinquecento
Spartani
. Durante la notte
Leonida
e i suoi presero del cibo per aumentare il proprio vigore e si lanciarono all'assalto del campo nemico prima di essere presi alle spalle.
10
Con il favore del buio i
Greci
fecero strage di nemici, inoltre nella confusione molti
Persiani
si uccisero fra loro.
Leonida
e i suoi penetrarono nel campo nemico e trovarono la tenda di
Serse
ma questi era fuggito.
Con il levar del sole, tuttavia, i
Persiani
si resero conto di quanto pochi fossero gli attaccanti e, accerchiatili, li uccisero tutti con lance e frecce.
11
Encomio di
Diodoro
a
Leonida
e ai suoi e citazione di un componimento poetico in loro onore.
12
Dopo aver così superato il passo delle
Termopili
,
Serse
ordinò al comandante della flotta Megabate di tentare uno scontro navale con i
Greci
e Megabate salpò, perse trecento navi per una tempesta, ma circumnavigò l'
Eubea
verso la flotta greca che si trovava all'
Artemisio
. La comandava
Euribiade
ma
Temistocle
era molto ascoltato e prevalse la sua proposta di attaccare subito senza dare il tempo al nemico di assumere una formazione ordinata. In un primo momento infatti i
Greci
affondarono diverse navi nemiche isolate ma quando i
Persiani
si schierarono l'esito della battaglia divenne incerto e al tramonto nessuno poteva dire di aver vinto.
13
Dopo la battaglia una nuova tempesta distrusse molte navi persiane. Pur intimoriti i
Persiani
attaccarono il mattino seguente cercando di forzare lo stretto dell'
Euripo
difeso dai
Greci
, ma anche questa volta lo scontro non ebbe vincitori e, a sera, le navi tornarono nei rispettivi porti. Giunta la notizia delle
Termopili
la flotta greca abbandonò la zona e si portò all'isola di
Salamina
dove si stava rifugiando la popolazione ateniese, mentre la flotta persiana attaccava e saccheggiava l'
Eubea
.
14
Intanto
Serse
marciò nella
Focide
portando saccheggio e distruzione, attraversò quindi la regione dei
Dori
suoi alleati dove si astenne da ogni violenza e passò in
Beozia
mandando una parte dei suoi a distruggere il tempio di
Delfi
. Questi uomini furono dispersi o uccisi da una tempesta, evento che fu considerato intervento divino in difesa del tempio. Procedendo
Serse
incendiò
Platea
, invase l'
e rase al suolo
Atene
, ormai disabitata, mentre la sua flotta raggiungeva le coste attiche.
15
I capi dei
Greci
si riunirono per decidere in quali acque affrontare di nuovo la flotta persiana. Ancora una volta prevalse l'opinione di
Temistocle
che proponeva la zona di
Salamina
dove gli spazi ristretti avrebbero messo in difficoltà le grandi e pesanti navi nemiche.
16
Le dimensioni delle forze nemiche terrorizzavano i combattenti greci, i
Peloponnesiaci
costruirono un muro per bloccare l'Istmo e rinforzarono altre fortificazioni. A
Salamina
la paura spingeva i soldati a non ascoltare i loro comandanti.
17
Temistocle
inviò un suo uomo da
Serse
, un finto disertore, per far sapere al re che le navi greche avrebbero lasciato
Salamina
per dirigersi verso il
Peloponneso
.
Serse
si affrettò a bloccare il transito e ad attaccare le navi greche dove si trovavano. Un uomo di
Samo
( o di Teni secondo
Erodoto
e
Plutarco
) abbandonati i
Persiani
portò ai
Greci
notizie sulle manovre del nemico e sull'intenzione degli
Ioni
di disertare da
Serse
. Incoraggiati da questo fatto e dalle esortazioni di
Temistocle
ed
Euribiade
, i
Greci
salparono per affrontare la battaglia.
18
Ateniesi
e
Spartani
si schierarono nell'ala sinistra,
Egineti
e
Megaresi
a destra. I
Greci
occuparono lo stretto fra
Salamina
e l'Eracleion e quando vi giunsero i
Persiani
la mancanza di spazio li costrinse a rompere il proprio schieramento. La nave ammiraglia persiana fu la prima ad affondare e la mancanza di ordini precisi gettò lo scompiglio fra le altre navi. Gli
Ateniesi
partirono all'assalto e speronarono molte imbarcazioni nemiche.
19
Gli
Ateniesi
si occuparono di mettere in fuga le navi fenicie e cipriote e via via tutti i contingenti navali di
Serse
furono costretti a prendere il largo allontanandosi dal luogo della battaglia. Così i
Greci
, che persero quaranta navi, sconfissero i
Persiani
che ne persero oltre duecento.
Serse
minacciò di morte i
Fenici
che erano stati i primi a fuggire e quelli disertarono tornando in
Asia
.
Temistocle
escogitò un nuovo stratagemma per diminuire le forze terrestri del nemico: informò
Serse
che i
Greci
stavano per distruggere il ponte sull'
Ellesponto
ed il re, temendo di rimanere bloccato in
Europa
, tornò in
Asia
con il grosso dell'esercito lasciando il resto a
Mardonio
che fu incaricato di continuare la guerra.
20
Intanto i
Cartaginesi
, come concordato con
Serse
, avevano completato grandi preparativi per fare guerra ai
Sicelioti
ed avevano affidato il comando supremo al generale
Amilcare
. Questi approdò al porto di
Panormo
e dopo pochi giorni attaccò la città di
Imera
.
Terone di Agrigento
, accorso in aiuto degli
Imerei
, mandò a chiedere rinforzi a
Gelone di Siracusa
.
21
Gelone
aveva già un esercito pronto e si portò rapidamente ad
Imera
dove, piantato il campo, inviò la cavalleria a catturare migliaia di
Cartaginesi
e a fare bottino nelle vicinanze.
Mentre
Amilcare
era impegnato ad offrire sacrifici agli dei
Gelone
gli inviò un dispaccio che annunciava l'arrivo da
Selinunte
di duecento cavalieri che si sarebbero messi a disposizione dei
Cartaginesi
. In relatà
Gelone
inviò duecento suoi cavalieri con l'ordine di uccidere
Amilcare
ed incendiare le navi nemiche.
22
All'alba i cavalieri di
Gelone
si presentarono al campo cartaginese dove furono accolti come alleati ma subito si precipitarono su
Amilcare
, lo uccisero e presero ad incendiare le navi. Al segnale convenuto
Gelone
attaccò il campo con il suo esercito e i
Cartaginesi
si difesero valorosamente finchè non si persero d'animo alla vista delle navi in fiamme ed alla notizia della morte del loro generale.
L'esercito di
Gelone
ne trucidò oltre centocinquantamila, i rimanenti si rifugiarono in un luogo fortificato ma la mancanza di acqua li costrinse ad arrendersi.
23
Diodoro
confronta gli stratagemmi e le vittorie di
Gelone
con quelli di
Temistocle
. Ottennero entrambi grandi successi ma il destino volle che
Temistocle
finisse i propri giorni esule in
Persia
mentre
Gelone
governò fino alla fine amato e rispettato da tutti.
24
Caso volle che la vittoria di
Gelone
e la sconfitta delle
Termopili
avvenissero nello stesso giorno.
A
Imera
i superstiti fuggirono per mare ma fecero naufragio e solo pochi arrivarono a
Cartagine
dove annunciarono la disfatta. I
Cartaginesi
furono sgomenti e costernati da questa inattesa catastrofe e mentre la città era in lutto, temendo che
Gelone
li volesse attaccare, gli mandarono ambasciatori.
25
Gelone
premiò i cavalieri che avevano ucciso
Amilcare
e i soldati che si erano comportati più valorosamente, quindi distribuì il bottino fra i suoi e gli alleati tenendo gli oggetti più belli per adornare i templi di
Siracusa
. Enorme fu il numero di prigionieri che furono utilizzati per opere pubbliche ed abbellimenti in varie città.
26
Tutte le città che erano state ostili a
Gelone
gli mandarono ambasciatori per scusarsi e proporre amicizia. Ai
Cartaginesi
assicurò che non li avrebbe attaccati ma chiese loro duemila talenti di argento a titolo di risarcimento delle spese di guerra.
Gelone
era affabile e benvoluto da tutti e quando si presentò in assemblea fu acclamato dalla cittadinanza. Decise di intervenire in
Grecia
per portare aiuto contro i
Persiani
ma quando seppe della vittoria di
Salamina
desistette. Con il bottino fece costruire due templi dedicati a
Demetra
e
Core
e mandò a
Delfi
un tripode d'oro come ringraziamento per la vittoria. Stava facendo costruire un tempio a
Demetra
anche ad
Etna
(
Catania
) quando la morte lo sorprese.
27
La flotta persiana svernò a Cime ed allinizio dell'estate raggiunse
Samo
per sorvegliare le città della
Ionia
.
Intanto era iniziato l'antagonismo fra
Sparta
e
Atene
per la supremazia sul mare. Dissapori nacquero anche per il riconoscimento dei premi al valore.
Temistocle
ricevette molti premi e lodi ma fu rimosso dalla carica di stratego.
28
Mardonio
inviò ambasciatori ad
Atene
promettendo ricompense ed immunità nel caso in cui gli
Ateniesi
fossero passati ai
Persiani
. Anche gli
Spartani
inviarono ambasciatori per pregare gli
Ateniesi
di non ascoltare i
Persiani
e continuare a difendere la
Grecia
. Gli
Ateniesi
assicurarono che lo avrebbero fatto ma invitarono gli
Spartani
ad inviare soldati in
Attica
perché temevano la reazione di
Mardonio
al loro netto rifiuto. Infatti
Mardonio
invase l'
Attica
e gli
Ateniesi
ebbero appena il tempo di rifugiarsi di nuovo a
Salamina
prima che i
Persiani
arrivassero a radere al suolo quello che rimaneva della loro città.
29
Mardonio
tornò a
Tebe
e i rappresentanti delle città greche riuniti in assemblea decisero di far causa comune contro i
Persiani
. Pronunciato un solenne giuramento presso l'Istmo dove si erano concentrati, i
Greci
si misero in marcia verso la
Beozia
ed arrivati nei pressi di
Eritre
vi piantarono il campo. Comandava gli
Ateniesi
Aristide
mentre lo spartano
Pausania
aveva il comando supremo.
30
Per affrontare i
Greci
Mardonio
raggiunse il fiume
Asopo
ed installò un campo fortificato. I
Greci
erano centomila, i barbari cinquecentomila. I
Persiani
attaccarono per primi ma i
Greci
riuscirono a resistere. I
Megaresi
si trovarono in difficoltà e vennero soccorsi dagli
Ateniesi
che decimarono la cavalleria nemica e ne uccisero il comandante. I
Greci
si dimostrarono superiori e ripresero la speranza di una completa vittoria. Si trasferirono oltre l'
Asopo
fra il fiume ed una collina dove gli spazi ristretti avrebbero ostacolato il grande esercito nemico. Soddisfatto della posizione
Pausania
ed
Aristide
decisero di attaccare.
31
La battaglia che si svolse nei pressi di
Platea
fu violentissima.
Mardonio
attaccò per primo alla testa di un corpo scelto ed uccise molti
Greci
, ma quando lo stesso
Mardonio
morì i
Persiani
persero il coraggio e cominciarono a fuggire incalzati dai
Greci
e molti si chiusero nel loro campo fortificato. I
Greci
che erano con
Mardonio
andarono a
Tebe
mentre Artabazo raccoglieva quarantamila uomini e si ritirava nella
Focide
.
32
I
Greci
si divisero per inseguire i fuggitivi. Gli
Ateniesi
si occuparono di quanti cercavano di raggiungere
Tebe
poi tornarono indietro per aiutare gli
Spartani
ad espugnare il campo nemico. Il campo venne preso e quanti vi si trovavano furono trucidati.
33
Il premio al valore venne assegnato a
Sparta
e a
Pausania
. Si svolsero esequie e giochi funebri, fu dedicato un tripode d'oro al santuario di
Delfi
e poste iscrizioni sui luoghi della battaglia. Artabazo con i suoi quarantamila
Persiani
tornò in patria in colonna. I
Greci
si fecero consegnare i capi tebani che avevano voluto l'alleanza con i
Persiani
e li giustiziarono.
34
Lo stesso giorno della battaglia di
Platea
,
Greci
e
Persiani
combatterono anche nella
Ionia
.
Leotichida
e
Santippo
che avevano il comando della flotta, infatti, ricevute richieste di aiuto, navigarono fino a
Micale
e qui mandarono un araldo ad annunciare che i
Persiani
erano stati sconfitti e che i
Greci
venivano ora a liberare le città della
Ionia
. Questo annuncio comportò la ribellione dei
Greci
che si trovavano fra le file dei
Persiani
.
35
Il giorno successivo
Leotichida
annunciò ai suoi la vittoria di
Platea
per incoraggiarli al combattimento. Si è pensato tuttavia che si trattò di un espediente di
Leotichida
che non poteva ancora essere informato, data la distanza, degli eventi di
Platea
.
I
Persiani
disarmarono i
Greci
che erano con loro e si prepararono a loro volta per la battaglia.
36
I
Persiani
si lanciarono all'attacco,
Sami
e
Milesi
, avendo deciso di combattere per la
Grecia
, avanzarono contro il nemico ma gli uomini di
Leotichida
e
Santippo
, equivocando, credettero che si trattasse di ulteriori forze mandate da
Serse
e furono presi dal panico. La battaglia tuttavia era ormai inevitabile ed i
Greci
l'affrontarono mettendo in fuga il nemico disorientato anche per l'arrivo degli
Etoli
e di altre genti greche dell'
Asia
.
Anche a
Micale
i
Persiani
subirono grandissime perdite. Quando
Serse
fu informato delle sconfitte di
Platea
e
Micale
si mise in viaggio verso
Ecbatana
lasciando a
Sardi
una parte dell'esercito.
37
Si considerò senza attuarla la possibilità di far passare in
Europa
tutti i
Greci
della
Ionia
. Gli
Spartani
tornarono in
Laconia
. Gli
Ateniesi
si portarono nel
Chersoneso Tracico
dove conquistarono la città di
Sesto
e vi si insediarono.
38
L'anno successivo la
Sicilia
, liberatasi dai
Cartaginesi
, godette di un periodo di pace sotto l'autorità moderata e benevola di
Gelone di Siracusa
. Quando questi morì i
Siracusani
costruirono per lui uno splendido monumento funebre poi distrutto dai
Cartaginesi
. Lasciò il potere al fratello Terone che lo tenne per undici anni e otto mesi.
39
Richiamate le famiglie da
Salamina
gli
Ateniesi
iniziarono la costruzione di una cinta di mura.
Sparta
mandò degli ambasciatori per sconsigliare questa iniziativa e fu chiaro che portarla avanti avrebbe provocato una guerra.
Temistocle
decise di andare personalmente a
Sparta
e raccomandò agli
Ateniesi
di completare le mura il più rapidamente possibile durante la sua assenza.
40
A
Sparta
Temistocle
negò che i suoi concittadini stessero costruendo delle mura ed invitò i magistrati a controllare trattenendo lui stesso e quanti lo accompagnavano in ostaggio. Gli
Spartani
aderirono alla proposta ma i loro legati furono imprigionati ad
Atene
e rilasciati solo in cambio di
Temistocle
e dei suoi compagni. Così gli
Ateniesi
fortificarono la città senza che gli
Spartani
riuscissero di fatto ad intervenire.
Nello stesso periodo i
Romani
sconfissero
Equi
e
Tuscolani
.
41
Mirando alla supremazia sul mare della sua città,
Temistocle
che godeva in quel periodo di grande prestigio progettò la costruzione del porto del
Pireo
.
42
Temistocle
dichiarò di aver concepito nuovi progetti utili alla città ma per evitare nuove ingerenze degli
Spartani
non li avrebbe rivelati pubblicamente. Ne avrebbe parlato soltanto con due persone scelte dalla cittadinanza che godessero la fiducia di tutti. Furono scelti, anche per la loro rivalità verso
Temistocle
,
Aristide
e
Santippo
che confermarono la validità delle proposte. Tuttavia il popolo, sospettando che
Temistocle
aspirasse alla tirannide, pretese che mettesse a parte delle sue idee anche la
boulè
ed anche questo consesso approvò le proposte.
43
Astutamente
Temistocle
mise in imbarazzo gli
Spartani
inviando loro ambasciatori per discutere sull'utilità di un grande porto nel caso di un nuovo attacco persiano. Il porto venne costruito più rapidamente del previsto, inoltre
Temistocle
convinse gli
Ateniesi
a costruire ogni anno venti nuove navi e ad agevolare l'immigrazione di forestieri in
Atene
per formare gli equipaggi.
44
Nominato navarco,
Pausania
ebbe l'incarico di liberare tutte le città dove ancora si trovavano guarnigioni persiane. Con navi spartane e navi
ateniesi
comandate da
Aristide
,
Pausania
liberò
Cipro
e
Bisanzio
. Ma
Pausania
si era segretamente accordato con
Serse
del quale stava per sposare una figlia. Il generale
Artabano
gli forniva denaro per corrompere altri funzionari greci ed egli aveva assunto un atteggiamento dispotico ed arrogante che spinse parte dei suoi uomini ad abbandonarlo e a denunciarlo.
45
Pausania
aveva concordato con tutti i
Persiani
destinatari dei suoi messaggi di eliminarne il latore. Un uomo incaricato di portare una lettera in
Persia
si insospettì ed aprì il plico, quindi denunciò
Pausania
agli efori. Per dimostrare le sue accuse si fece trovare da
Pausania
in un tempio (gli efori nascosti udivano la conversazione) e lo accusò di aver scritto nella lettera di ucciderlo.
Pausania
ammise, si scusò e promise una ricompensa.
Quando gli efori decisero di arrestarlo,
Pausania
si rifugiò nel tempio di
Atena
ma sua madre lasciò senza dire nulla un mattone all'entrata del tempio. Gli efori accolsero il suggerimento e murarono vivo
Pausania
. Successivamente dovettero espiare con doni votivi la profanazione del tempio.
46
Il suo debole per la ricchezza e i lussi portò
Pausania
, glorioso per
Platea
e per altre imprese, all'infamia ed alla morte.
Sparta
perse la sua supremazia e lasciò agli
Ateniesi
ogni libertà di agire. L'autorità di
Aristide
era riconosciuta da tutti.
47
Su proposta di
Aristide
i
Greci
costituirono a
Delo
un fondo comune per far fronte alle spese di un'eventuale nuova guerra contro i
Persiani
. Nel ripartire i relativi contributi
Aristide
dimostrò tanta equità da meritare il soprannome di Giusto.
48
Morì
Leotichida
e gli successe
Archidamo
. Morì anche
Anassilao
tiranno di
Zancle
e di
Reggio
lasciando i figli ancora bambini, il potere andò temporaneamente a Micippo.
Ierone
, succeduto a
Gelone
, era geloso e sospettoso nei confronti del fratello
Polizelo
, gli ordinò perciò di soccorrere i
Sibariti
assediati dai
Crotoniati
nella speranza che morisse nei combattimenti.
Polizelo
rifiutò e si rifugiò presso
Terone di Acragas
, si rischiò così una guerra fra
Siracusa
e
Acragas
.
Si rivolsero a
Ierone
gli abitanti di
Imera
per lamentare i metodi violenti del loro governatore
Trasideo
e gli offrirono di schierarsi al suo fianco contro
Terone
. Ma
Ierone
voleva evitare la guerra ed informò
Terone
rappacificandosi con lui, anche
Polizelo
fu reintegrato alla sua dignità e
Terone
fece eliminare gli
Imerei
suoi avversari.
49
Ierone
concentrò a
Leontini
gli abitanti di
Naxos
e
Catane
e ripopolò questa città con coloni dorici provenienti dal
Peloponneso
o da
Siracusa
. Lottizzò il territorio di
Catane
ed i territori limitrofi. Anche
Terone
ripopolò
Imera
con coloni dorici e di altre etnie.
50
Gli
Spartani
discussero se fare la guerra ad
Atene
per recuperare l'egemonia sul mare. La
Gerusia
ed il popolo erano favorevoli ma un anziano li convinse a desistere argomentando che la supremazia marittima non era negli interessi di
Sparta
.
51
Gli abitanti di
Cuma
chiesero aiuto a
Ierone
contro i
Tirreni
che erano allora signori del mare lungo le coste italiche.
Ierone
intervenne e sconfisse i
Tirreni
aumentando il già grande prestigio di
Siracusa
.
52
In
Italia
Iapigi
e
Tarentini
si fecero guerra coinvolgendo le popolazioni limitrofe. Alla fine gli
Iapigi
conseguirono una grande vittoria e conquistarono anche
Reggio
, alleata dei
Tarentini
.
53
Terone di Acragas
morì e gli successe il figlio
Trasideo
, odiato per i suoi metodi dispotici e continuamente soggetto a congiure ed attentati.
Trasideo
fece guerra a
Siracusa
ma fu sconfitto in modo umiliante e fuggì a
Megara
dove sperava di trovare protezione ma fu condannato a morte. Gli
Acragantini
si diedero un governo democratico e fecero pace con
Ierone
di
Siracusa
.
Roma
intanto combatteva contro i
Veienti
e veniva sconfitta sul
Cremera
dove morirono trecento membri della famiglia dei
Fabi
.
54
Per screditare
Temistocle
gli
Spartani
lo accusarono di connivenza con
Pausania
.
Temistocle
venne indagato, processato ed assolto, ma i suoi avversari politici continuarono ad agire contro di lui.
55
Temistocle
fu colpito dall'ostracismo quando risultò che i cittadini lo ritenevano pericoloso per la democrazia ed andò esule ad
Argo
. Tuttavia gli
Spartani
rinnovarono le accuse di connivenza con
Pausania
e chiesero che fosse giudicato dall'assemblea di tutti i rappresentanti della
Grecia
. Sapendo che questo consesso rispettava più la volontà di
Sparta
che la giustizia,
Temistocle
fuggì da
Argo
.
56
Temistocle
si rifugiò presso
Admeto
re dei
Molossi
il quale lo accolse benevolmente ma quando gli
Spartani
imposero ad
Admeto
di consegnarlo minacciando la guerra,
Temistocle
dovette fuggire di nuovo e, dopo una serie di avventure e traversie, arrivò in
Persia
dove fu ospitato dall'amico
Lisitide
(
Nicogene
in
Plutarco
) che lo introdusse alla corte di
Serse
il quale lo accolse e lo ascoltò senza fargli del male.
57
Mandane
, sorella di
Serse
che aveva perso i figli nella battaglia di
Salamina
, chiese al re di condannare
Temistocle
. Non ricevendo soddisfazione si rivolse ai nobili ed al popolo finché
Serse
non indisse un processo per giudicare
Temistocle
. Questi, che intanto aveva imparato il persiano, si difese da solo e venne assolto. Molto lieto di questa conclusione
Serse
gli fece sposare una giovane nobile persiana e gli assegnò governo e rendite di tre città:
Magnesia
,
Miunte
e
Lampsaco
.
58 - 59
Così
Temistocle
visse in pace ed agiatezza gli ultimi anni della sua vita. Quando
Serse
valutò di attaccare di nuovo la
Grecia
gli chiese di assumere il comando,
Temistocle
fece giurare al re che non lo avrebbe fatto senza di lui e subito si suicidò. Fu sepolto a
Magnesia
dove il suo grande monumento funebre era ancora visibile ai tempi di
Diodoro
.
Considerazioni di
Diodoro
sui meriti di
Temistocle
e sull'ingratitudine degli
Ateniesi
.
60
Gli
Ateniesi
elessero stratego
Cimone figlio di Milziade
e lo incaricarono di liberare la città della costa asiatica che si trovavano ancora sotto il dominio persiano.
Cimone
partì, conquistò
Eione
e
Sciro
e, dopo essersi rifornito al
Pireo
, fece vela verso la
Caria
. Qui persuase le città fondate dai
Greci
a ribellarsi ai
Persiani
mentre conquistò altre città dove il controllo persiano era più stretto.
Via via le navi che gli alleati gli conferivano aumentarono la flotta ateniese.
Cimone
affrontò la flotta persiane nelle acque di
Cipro
, affondò molte navi nemiche e ne catturò cento.
61
Non accontentandosi di questa vittoria,
Cimone
decise di attaccare subito i
Persiani
anche sul terreno e per raggiungere il campo nemico presso il fiume
Eurimedonte
ricorse ad un espediente. Utilizzò le navi prese ai
Persiani
e fece vestire i suoi soldati con gli abiti dei prigionieri, in questo modo, di notte, arrivò fin dentro l'accampamento persiano senza destare sospetti e, colti di sorpresa i nemici, ne fece strage. Compiuta l'impresa gli
Ateniesi
tornarono alle navi e ripartirono per
Cipro
.
62
Con questi successi
Cimone
acquisì grande prestigio mentre
Atene
vedeva la sua potenza e la sua prosperità continuamente accresciute. I
Persiani
, preoccupati, approntarono altre navi.
63
Sparta
fu sconvolta da un terribile terremoto che fece moltissime vittime (forse
464 a.C.
). Ne approfittarono Iloti e
Messeni
per ribellarsi ed attaccare la città, ma il re
Archidamo
riuscì, nonostante tutto, ad organizzare le difese.
64
Iloti e
Messeni
, vedendo che gli
Spartani
erano ancora in grado di combattere, si ritirarono in una fortezza dalla quale presero a devastare i territori della
Laconia
. Erano accorsi in aiuto gli alleati di
Sparta
ed anche gli
Ateniesi
ma questi furono rimandati indietro nel timore che appoggiassero i
Messeni
. Per
Atene
si trattò di un affronto che avrà gravissime conseguenze. La guerra fra
Spartani
, Iloti e
Messeni
durò dieci anni, con alterne fortune.
65
Gli
Argivi
, che da tempo temevano che i
Micenei
contendessero loro l'egemonia sull'
Argolide
, approfittarono dei problemi di
Sparta
per attaccare
Micene
. I
Micenei
infatti avevano gli
Spartani
come unici alleati e non si erano mai adeguati alle decisioni di
Argo
. Gli assedianti resistettero ma alla fine furono sopraffatti e
Micene
venne rasa al suolo.
66
Convocati i figli del defunto
Anassilao
,
Ierone
di
Siracusa
fece loro dei doni e consigliò di prendere il governo di
Reggio
che era stato del padre chiedendo al reggente Micito un resoconto della sua amministrazione.
Micito presentò un resoconto talmente dettagliato ed onesto che i figli di
Anassilao
gli offrirono di rimanere ma Micito rifiutò ed andò a vivere in
Arcadia
.
Ierone
morì a
Catane
dove era considerato fondatore della città ed ebbe le esequie riservate agli eroi. Gli successe il fratello
Trasibulo
.
67
Se i
Siracusani
avevano tollerato l'avarizia e la violenza di
Ierone
per rispetto alla memoria di
Gelone
, non furono disposti a sopportare
Trasibulo
il quale, difeso da una guardia di mercenari che aveva assoldato, non perdeva occasione per tormentare e spesso mandare a morte i cittadini. L'intera città si sollevò e
Trasibulo
, compresa la gravità della situazione, chiamò in suo aiuto i coloni che
Ierone
aveva insediato a
Catane
ed altri alleati. Occupò l'
Acradina
e l'Isola e da qui tentò di sedare la rivolta.
68
I
Siracusani
chiamarono in loro aiuto
Gela
,
Acragas
,
Selinunte
ed altre città e sconfissero due volte
Trasibulo
che era stato abbandonato dai suoi alleati. Alla fine il tiranno si arrese e sotto la garanzia di una tregua partì per
Locri
dove visse il resto dei suoi giorni come privato cittadino. I
Siracusani
insediarono un governo democratico e la libertà durò sessanta anni fino alla tirannide di
Dionisio
.
69
Artabano
, un funzionario di corte, uccise
Serse
ed accusò del delitto il figlio
Dario
che fu ucciso dal fratello
Artaserse
.
Artabano
stava per uccidere anche
Artaserse
ma questi, pur ferito, reagì rapidamente e soppresse
Artabano
.
Artaserse
ereditò così il trono imperiale.
70
Gli
Ateniesi
sottomisero gli abitanti di
Taso
con i quali erano in contrasto per certe miniere, quindi attaccarono
Egina
che si era ribellata alla loro supremazia.
Gli
Ateniesi
, con il crescere della loro potenza, erano diventati arroganti e le ribellioni erano frequenti.
71
Artaserse
prese a governare e a riorganizzare l'impero secondo le proprie idee e nel complesso ebbe il consenso dei suoi sudditi. Ma gli
Egiziani
decisero di approfittare della morte di
Serse
per reagire: scacciarono gli esattori
persiani
, scelsero un re di nome
Inaro
, si armarono e chiesero aiuto agli
Ateniesi
che mandarono loro trecento navi.
Da parte sua
Artaserse
svolse arruolamenti ed allestì nuove navi per fronteggiare la rivolta egiziana.
72
La
Sicilia
viveva ora in pace e prosperità ma i
Siracusani
, instaurata la democrazia, decisero di revocare la cittadinanza concessa da
Gelone
a circa settemila mercenari che vivevano in città.
73
Costoro si ribellarono ed occuparono i quartieri fortificati dell'
Acradina
e dell'Isola, ma i
Siracusani
li isolarono costruendo un muro ed i mercenari, pur con il vantaggio della loro esperienza militare, si trovarono presto a corto di rifornimenti.
74
Artaserse
mandò in
Egitto
un grande esercito comandato da suo zio
Achemene
ma i
Persiani
furono sconfitti soprattutto grazie al ruolo svolto dagli
Ateniesi
.
Artaserse
allora offrì una grossa somma agli
Spartani
perché attaccassero gli
Ateniesi
distraendoli dall'
Egitto
ma gli
Spartani
rifiutarono ed al re non rimase che preparare un nuovo esercito che questa volta affidò ai generali Artabazo e Megabizo.
75
I due generali spesero un anno nei preparativi per un attacco navale all'
Egitto
. Lo stesso tempo gli
Ateniesi
trascorsero nell'assedio ai
Persiani
sconfitti che si erano rifugiati in una fortezza.
76
I
Siracusani
, dopo molti combattimenti, riuscirono ad avere la meglio sugli stranieri ribelli.
Il capo dei
Siculi
Ducezio
, insieme ai
Siracusani
, attaccò i coloni di
Crotone
e riprese i territori che gli erano stati tolti sotto
Ierone
.
I figli di
Anassilao
furono cacciati da
Reggio
e
Zancle
. Via via le città trovarono l'accordo, quanti erano stati trasferiti con la forza dai tiranni tornarono alle rispettive città ed infine, salvo qualche occasione, tutta la
Sicilia
fu pacificata e liberata dai tiranni.
77
I
Persiani
inviarono altre forze in
Egitto
interrompendo l'assedio attuato dagli
Ateniesi
. Gli
Egiziani
, spaventati, raggiunsero un accordo con i
Persiani
lasciando isolati gli
Ateniesi
.
I
Persiani
, deviando dei canali, avevano portato in secco le navi greche e gli
Ateniesi
le incendiarono per impedire che il nemico le utilizzasse. Non potendo più lasciare l'
Egitto
gli
Ateniesi
si prepararono a combattere ad oltranza ma Artabazo e Megabizo, considerato che sconfiggerli sarebbe comunque costata la vita a molti
Persiani
, decisero di lasciarli andare.
Intanto in
Atene
Efialte
, capo dei popolari, era riuscito a promuovere riforme che limitavano i poteri dell'
Areopago
, ma morì poco dopo assassinato in circostanze misteriose.
78
Gli
Ateniesi
sconfissero
Corinto
ed
Epidauro
, quindi attaccarono
Egina
sottomettendola definitivamente e costringendola ad aderire alla loro lega con il pagamento dei relativi tributi.
In
Sicilia
Ducezio
fondò la città di Menanion e sottomise quella di Morgantina.
79
Vi fu una guerra fra
Corinzi
e
Megaresi
per questioni di confine. Vinse
Megara
grazie al decisivo aiuto di
Atene
. I
Focesi
attaccarono i
Dori
che abitavano le città di Citinio, Beo e Erineo ed in un primo tempo ne ebbero ragione ma gli
Spartani
inviarono un esercito comandato da Nicomede figlio di
Cleomene
che liberò quelle città e riconciliò
Focesi
e
Dori
.
80
Mentre gli
Spartani
tornavano dalla guerra contro i
Focesi
furono aggrediti dagli
Ateniesi
e si scatenò una durissima battaglia. I
Tessali
che erano con gli
Ateniesi
defezionarono e passarono agli
Spartani
. Dopo aver combattuto tutto il giorno con molte perdite per entrambe le parti, al calare della sera la battaglia fu interrotta.
Durante la notte i
Tessali
intercettarono un carico di provvigioni inviato dall'
Attica
, se ne impadronirono ed uccisero gli uomini che lo scortavano.
Dopo un altro giorno di cruenta battaglia non fu possibile stabilire a chi spettasse la vittoria e fu stabilita una tregua di quattro mesi.
81
I
Tebani
, la cui potenza era decaduta dopo l'alleanza con
Serse
, chiesero aiuto agli
Spartani
per recuperare la supremazia sulla
Beozia
promettendo che in cambio avrebbero fatto guerra ad
Atene
. Trovando la proposta vantaggiosa, gli
Spartani
costrinsero tutti i
Beoti
a sottomettersi ai
Tebani
. Per ostacolarli gli
Ateniesi
prepararono un esercito di cui affidarono il comando allo stratego
Mironide
di
Callia
. Nonostante l'esercito beota fosse molto più numeroso,
Mironide
lo sconfisse (Enofita, settembre
457 a.C.
).
82
Secondo
Diodoro
l'importanza di quella battaglia non fu inferiore a quella delle più famose battaglie di
Maratona
o di
Platea
perché in questo caso gli
Ateniesi
, senza alcun alleato ed in forte minoranza numerica, sconfissero i
Beoti
che erano combattenti molto agguerriti come più tardi dimostrarono a
Leuttra
e a
Mantinea
.
Mironide
espugnò
Tanagra
, invase la
Beozia
e distribuì il bottino fra i suoi soldati.
83
I
Beoti
reagirono riorganizzando il proprio esercito ma furono nuovamente sconfitti e
Mironide
sottomise tutte le città della
Beozia
ad eccezione di
Tebe
. Sottomise quindi la
Locride Opunzia
e passò in
Tessaglia
, ma dopo aver rinunciato all'assedio di
Farsalo
che opponeva eccessiva resistenza tornò ad
Atene
.
84
Talmide, capo della flotta ateniese, volendo emulare le imprese di
Mironide
attaccò la
Laconia
. Disponeva di cinquanta triremi e di quattromila
opliti
di cui tremila volontari. Conquistò il porto e la città di
Giteo
, le isole di
Zacinto
e
Cefalonia
e la città di
Naupatto
.
85
L'anno successivo gli
Ateniesi
nominarono stratego l'aristocratico
Pericle
figlio di
Santippo
, al quale affidarono cinquanta navi e mille
opliti
.
Pericle
saccheggiò il
Peloponneso
e penetrò nell'
Acarnania
sottomettendo diverse città.
86 - 87
Dopo questi eventi gli
Ateniesi
e i
Peloponnesiaci
firmarono un accordo quinquennale negoziato da
Cimone
.
In
Sicilia
una guerra per questioni territoriali lasciò in una situazione caotica le città di
Segesta
e
Lilibeo
. A
Siracusa
il tentativo di impadronirsi del potere da parte di un certo Tindaride fallì e si concluse con la condanna a morte dell'aspirante tiranno e dei suoi sostenitori. Data la frequenza di episodi di questo genere i
Siracusani
istituirono una legge simile a quella ateniese sull'ostracismo per allontanare i soggetti pericolosi. Questa legge fu presto abrogata perché i
Siracusani
si accorsero che spesso venivano espulsi i personaggi più competenti mentre la città rimaneva in mani ai demagoghi.
88
Pericle
occupò il
Chersoneso
e distribuì mille lotti di terreno ai cittadini, altrettanto fece Talmide in
Eubea
.
Decisi a liberarsi della pirateria dei
Tirreni
, i
Siracusani
nominarono navarco Faillo ma questi si lasciò corrompere dai
Tirreni
, scelsero quindi Apelle che saccheggiò le coste della
Tirrenia
, le isole di
Cirno (Corsica)
ed Etalia e tornò in
Sicilia
carico di prigionieri e di bottino.
Ducezio
fondò la città di Palikè (vicina all'attuale Mineo in provincia di
Catania
) nei pressi del recinto sacro dei Pelici.
89
Il recinto sacro circondava i "crateri", grandi soffioni sulfurei che erano ritenuti in collegamento con i Pelici (divinità probabilmente indigene, non elleniche).
Era usanza prestare i giuramenti in quel luogo in quanto si riteneva che gli spergiuri avrebbero sofferto una punizione divina.
90
La città fondata da
Ducezio
crebbe rapidamente ma più tardi fu rasa al suolo. Venne rifondata
Sibari
dopo cinquantotto anni dalla sua distruzione da parte dei
Crotoniati
ed anche la nuova città venne distrutta, ma
Diodoro
rimanda questi eventi al prossimo libro.
91
Ducezio
conquistò
Etna
ed assediò Motyon nel territorio di
Acragas
, gli mossero contro
Acragantini
e
Siracusani
ma vennero sconfitti. Bolcone, stratego di
Siracusa
, venne condannato a morte perché riconosciuto colpevole di essersi lasciato corrompere da
Ducezio
.
Il nuovo stratego, pur subendo grandissime perdite, riuscì a mettere in fuga i
Siculi
. Contemporaneamente gli
Acragantini
liberavano la roccaforte di Motyon.
92
Rimasto ormai con pochissimi uomini,
Ducezio
si arrese e si presentò supplice a
Siracusa
. I
Siracusani
, dopo aver lungamente discusso, decisero di non mandarlo a morte e lo esiliarono a
Corinto
per il resto della vita.
Libro XII
1
Dopo l'insperata conclusione della guerra contro
Serse
, la
Grecia
conobbe un cinquantennio di prosperità e progresso. Fiorirono artisti come
Fidia
, filosofi come
Socrate
,
Platone
ed
Aristotele
, oratori come
Pericle
e
Isocrate
, strateghi come
Mironide
e
Cimone
.
2
Nel benessere generale fu
Atene
a raggiungere l'egemonia. Con i propri mezzi e senza aiuti gli
Ateniesi
piegarono i
Persiani
costringendoli a liberare tutte le città greche conquistate, comprese quelle in
Asia
. In questo libro
Diodoro
racconterà gli eventi successivi fino alla guerra fra
Atene
e
Siracusa
(
450 a.C.
-
415 a.C.
).
3
Avendo deciso di liberare le città greche dell'
Asia
dai
Persiani
gli
Ateniesi
armarono duecento navi ed affidarono il comando a
Cimone figlio di Milziade
.
Cimone
si portò nelle acque di
Cipro
dove affrontò e sconfisse la flotta persiana comandata da Artabazo. I
Persiani
fuggirono in
Cilicia
, presso il loro esercito comandato da Megabizo. Gli
Ateniesi
li inseguirono, sbarcarono e vinsero un'altra battaglia contro le forze di terra facendo grande strage di nemici. Nel combattimento morì eroicamente
Anassicrate
, l'altro stratego collega di
Cimone
.
4
Tornato a
Cipro
,
Cimone
prese a conquistare le città dell'isola liberandole dai
Persiani
. Mentre assediava
Salamina
il re
Artaserse
propose un incontro per trovare un accordo e gli
Ateniesi
accettarono. Capo della delegazione ateniese era
Callia
che concluse un trattato di pace con i
Persiani
nel quale veniva stabilito lo sgombro da parte persiana di tutte le città greche e venivano definiti i confini che le due parti non avrebbero più dovuto oltrepassare in futuro. Poco dopo
Cimone
morì di malattia mentre tornava da
Cipro
(
449 a.C.
).
5
Nel
448 a.C.
i
Megaresi
si ribellarono contro
Atene
e cercarono l'alleanza di
Sparta
(ma ciò avvenne nel
446 a.C.
). Subirono una punizione punitiva ateniese e furono sconfitti.
6
Gli
Spartani
invasero l'
Attica
e dopo numerosi saccheggi rientrarono nel
Peloponneso
(
447 a.C.
). Nello stesso anno l'ateniese occupò
Cheronea
ma venne sconfitto ed ucciso dai
Beoti
che fecero molti prigionieri; per liberarli gli
Ateniesi
dovettero riconoscere autonomia a tutte le città della
Beozia
.
7
Come conseguenza di questa sconfitta gli
Ateniesi
persero molti alleati e l'
Eubea
si ribellò ma venne sottomessa da
Pericle
. Fu stipulata una tregua trentennale fra
Sparta
e
Atene
.
8
Intanto
Ducezio
, esule a
Corinto
, rientrò in
Sicilia
per fondare la città di Calacta (probabilmente per iniziativa dei
Corinzi
con finalità ostili ad
Acragas
). Gli
Acragantini
, che consideravano i
Siracusani
responsabili di non aver soppresso
Ducezio
, dichiararono guerra a
Siracusa
.
Siracusa
vinse una grande battaglia presso
Imera
, dopo di che fu stipulata la pace fra le due città.
9
In
Italia
, nella potente città di
Sibari
, prevalse la fazione democratica guidata da Telys che esiliò cinquantaquattro esponenti dell'aristocrazia. Questi cercarono asilo a
Crotone
e i
Sibariti
minacciarono la guerra a questa città. Su consiglio di
Pitagora
che si era stabilito da anni a
Crotone
, i
Crotoniati
concessero l'esilio ai supplici ed affrontarono il grande esercito sibarita. Comandati dal famoso atleta Milone, i
Crotoniati
opposero le loro capacità strategiche alla superiorità numerica del nemico e riportarono una grande vittoria.
10
I
Sibariti
furono sterminati e la loro città devastata venne abbandonata. Molti anni dopo i superstiti la rioccuparono ma vennero di nuovo cacciati dai
Crotoniati
. A questo punto i
Sibariti
, guidati da Lampone e Senocrito, cercarono aiuto in
Grecia
. Gli
Spartani
rifiutarono, gli
Ateniesi
invece fornirono loro dieci navi e contribuirono alla fondazione di una nuova città, nel sito indicato da un responso oracolare, che ebbe il nome di Turi dalla sorgente Turia che si trovava nelle vicinanze.
11
Ma la vita della nuova colonia fu presto turbata dalla rivalità fra i
Sibariti
originali (che volevano godere di svariati privilegi) ed i coloni che si erano loro uniti successivamente. Questi ultimi prevalsero, mandarono a morte tutti i
Sibariti
originali e fecero arrivare nuovi coloni dalla
Grecia
. La popolazione fu divisa in dieci tribù secondo le regioni di provenienza (Arcade, Achea, Elea, Beotica, Anfizionica, Assica, Ionica, Ateniese, Euboica, Insulare).
Caronda di Catane
fu incaricato di formulare le leggi della nuova città.
12 - 18
Leggi di
Caronda
:
chi imponeva una matrigna ai suoi figli perdeva il diritto di votare;
i colpevoli di diffamazione dovevano portare un contrassegno per farsi riconoscere da tutti;
veniva condannato chi frequentava noti cattivi soggetti;
i giovani erano obbligati ad imparare a leggere e a scrivere, le spese per lo studio erano a carico dello stato;
i beni degli orfani dovevano essere amministrati dai parenti del padre (che avevano diritti ereditari), la loro educazione doveva essere curata dai parenti della madre (che non li avevano). Ciò voleva evitare che gli aventi diritto tentassero di eliminare i figli del defunto per impadronirsi dell'eredità;
chi abbandonava il suo posto durante una battaglia doveva rimanere per tre giorni in piazza vestito di abiti femminili: pena più umana di una condanna a morte ma molto più disonorevole;
chi proponeva l'emendamento di una legge doveva essere immediatamente strangolato se la proposta veniva respinta.
19
Caronda
partecipò ad un'assemblea popolare senza rendersi conto di avere con se un pugnale. Poiché le sue leggi vietavano di presentarsi armati in assemblea, i suoi rivali approfittarono per accusarlo e
Caronda
, per dimostrare il suo rispetto della legge, usò il pugnale per suicidarsi sul posto.
20
Avendo parlato di
Caronda
,
Diodoro
passa a ricordare anche
Zaleuco di Locri
, un colto nobile già discepolo di
Pitagora
che elaborò le leggi della sua città.
Zaleuco
introduceva il suo codice invitando i cittadini alla pietà ed alla scrupolosa osservanza religiosa, li esortava a non serbare rancore e a non escludere mai la possibilità di riconciliarsi con gli avversari.
Impose inoltre ai magistrati di giudicare sempre con serenità senza lasciarsi influenzare dai propri sentimenti nei confronti delle parti in causa.
21
Per contenere la prostituzione e le forme di degradazione dovute alla lussuria,
Zaleuco
emanò delle norme restrittive che in pratica costringevano gli interessati a dichiarare pubblicamente la propria condizione subendo il conseguente disonore. Ad esempio stabilì che una donna libera potesse indossare indumenti ricamati in oro e circolare di notte solo se era una prostituta.
22
Chiuse le digressioni sui legislatori si torna al racconto degli eventi (anno
452 a.C.
). I
Sibariti
sopravvissuti alla proscrizione di Turi fondarono una nuova colonia sulle rive del fiume Traente (oggi Trionto) e la chiamarono
Sibari
, più tardi anche questa città venne distrutta dai Butti, una popolazione di origine osca.
Gli
Ateniesi
, guidati da
Pericle
, riconquistarono l'
Eubea
e vi stabilirono una nuova colonia.
23
Venne istituito a
Roma
il primo
decemvirato
per la codifica di leggi scritte. Ne fecero parte Claudio Cornelio Regilliano, Tito Minucio,
Spurio Veturio
, Gaio Giulio,
Gaio Sulpicio
(secondo
Livio
si tratta di
Servio Sulpicio Camerino
già console nel
461 a.C.
),
Publio Sestio
, Romulo, Spurio Postumio Calvinio (la lista è incompleta, manca
Appio Claudio
che presiedeva il concilio dei
decemviri
, inoltre non tutti i nomi citati corrispondono con quelli forniti da
Livio
).
24
L'anno seguente (
450 a.C.
) venne eletto un nuovo
decemvirato
per completare i lavori del precedente:
Appio Claudio
,
Marco Cornelio
,
Lucio Minucio
,
Gaio Sergio
, Quinto Publio,
Manio Rabuleio
,
Spurio Veturio
(questo elenco è più vicino del precedente alla notizia liviana ma mancano tre
decemviri
).
Uno dei decemviri invaghitosi di una giovane plebea che non cedeva alle sue proposte intentò un processo basato su false prove per far dichiarare la ragazza schiava di un suo cliente, ma il padre di lei per salvarla dalla schiavitù e dal disonore preferì ucciderla, quindi fuggì presso l'esercito accampato sul
Monte Algido
. Qui raccontò la sua vicenda muovendo a compassione i soldati che giunsero nottetempo a
Roma
ed occuparono l'
Aventino
.
25
Seguirono al mattino dei momenti di grande tensione ed alcuni senatori si sforzarono di evitare che si passasse all'uso delle armi. Infine, per allontanare il pericolo di una guerra civile, il
patriziato
dovette cedere e la
plebe
recuperò le conquiste precedenti l'istituzione dei
decemviri
, furono ripristinati i
tribuni della plebe
e si decise di tornare ad eleggere i
consoli
, uno dei quali doveva essere plebeo. (Durante il governo dei
decemviri
tutte le altre magistrature erano state sospese).
26
I
consoli
dell'anno successivo aggiunsero due tavole di leggi alle dieci compilate dai
decemviri
(secondo
Livio
le prime dieci furono compilate dal primo
decemvirato
e le ultime due dal secondo, completando così la raccolta delle
Dodici Tavole
).
Le
Dodici Tavole
incise in bronzo vennero affisse ai
rostri
davanti alla
curia
.
In quel momento nel resto del mondo regnava la pace: i
Persiani
avevano concluso accordi con i
Greci
, gli
Ateniesi
con gli
Spartani
e i
Siracusani
con i
Cartaginesi
e con gli
Acragantini
.
27 - 28
Quando si riaprirono le ostilità fra
Samo
e
Mileto
i
Samii
coinvolsero anche gli
Ateniesi
accusandoli di favorire i
Milesi
.
Pericle
attaccò
Samo
con quaranta triremi e dopo averla conquistata instaurò un governo democratico.
Dopo la partenza di
Pericle
iniziarono le ostilità fra i sostenitori del governo democratico ed i loro avversari, questi ultimi cacciarono i democratici dalla città.
Pericle
ritornò e dopo aver sconfitto in mare le navi dei
Sami
raggiunse l'isola ed iniziò l'assedio della città conquistandola dopo nove mesi. Punì i responsabili della rivolta, pretese il rimborso delle spese belliche sostenute ed instaurò un governo democratico.
29
Ducezio
morì in
Sicilia
dopo aver fondato la città di Calacte. Dopo la sua morte i
Siracusani
intrapresero l'azione decisiva contro i
Siculi
completando la conquista del loro territorio.
30
Mentre i
Siracusani
si organizzavano militarmente per conquistare l'intera
Sicilia
, in
Grecia
le discordie intestine della città di
Epidamno
coinvolsero
Corinto
e
Corcira
portando a quella che fu detta guerra di
Corinto
.
I
Romani
, reagendo alle devastazioni portate dai
Volsci
nel loro territorio, li sconfissero e ne fecero strage.
31 - 35
L'anno successivo (
445 a.C.
), dice
Diodoro
, "si costituì la nazione dei
Campani
", riferendosi alla conquista da parte dei
Sabelli
delle città di
Capua
e di
Cuma
. La conseguente fusione dei conquistatori con le genti locali di stirpe etrusca e greca è considerata, anche dai moderni, all'origine del popolo dei
Campani
.
In
Grecia
i
Corciresi
sconfissero i
Corinzi
in una grande battaglia navale e conquistarono la città di
Epidamno
. Questa battaglia tuttavia non pose fine al conflitto e l'anno seguente
Corinzi
e
Corciresi
si dedicarono a potenziare le rispettive flotte.
Entrambi i contendenti chiesero aiuto ad
Atene
. Qui l'assemblea deliberò di intervenire in favore di
Corcira
. I
Corinzi
attaccarono per primi con una flotta superiore a quella corcirese ma l'arrivo di nuovi rinforzi
ateniesi
capovolse la situazione in favore di
Corcira
.
Corinzi
e
Calcidiesi
si allearono con il re macedone
Perdicca
contro
Atene
, nello stesso momento gli
Ateniesi
furono impegnati nella rivolta contro di loro della città di
Potidea
che fu soccorsa dai
Corinzi
. Gli
Ateniesi
sconfissero i soccorritori ed assediarono
Potidea
.
In
Italia
i cittadini di Turi erano in disaccordo sull'origine dei fondatori della colonia che aveva visto fra i suoi primi abitanti sia
Ateniesi
che
Peloponnesiaci
, interrogato in merito l'oracolo di
Delfi
rispose che l'onore della fondazione spettava ad
Apollo
, risolvendo la contesa.
36 - 37
Nel
442 a.C.
l'astronomo ateniese Metone calcolò il
ciclo di diciannove anni
, un metodo per far coincidere gli anni solari con le lunazioni.
A
Roma
venne ucciso
Spurio Melio
per aver aspirato alla tirannide.
Gli
Ateniesi
vinsero una battaglia a
Potidea
ma lo stratego Callia perì nello scontro e fu sostituito da
Formione
.
Tucidide
inizia da questo periodo la sua narrazione riguardante la guerra del
Peloponneso
.
38 - 40
La guerra fra
Atene
e
Sparta
durò ventisette anni ed ebbe inizio, secondo
Diodoro
, per volontà di
Pericle
. Questi avrebbe provocato il conflitto per distrarre l'attenzione dei cittadini dai fondi pubblici che aveva speso e dei quali non avrebbe potuto rendere conto.
I suoi avversari politici avevano coinvolto
Pericle
in un processo contro lo scultore
Fidia
accusato di aver sottratto somme destinate al tempio di
Atena
.
Fidia
venne arrestato e
Pericle
accusato di sacrilegio.
In quel periodo gli
Ateniesi
emanarono sanzioni contro i
Megaresi
(rei di aver violato i confini e di aver accolto schiavi fuggiti da
Atene
). I
Megaresi
si rivolsero agli
Spartani
che intimarono ad
Atene
di revocare le sanzioni, ma
Pericle
convinse l'assemblea a rifiutare e a dichiarare guerra a
Sparta
.
Forte della sua oratoria,
Pericle
descrisse minuziosamente le risorse militari ed economiche a disposizione di
Atene
che, anche senza contare i contributi degli alleati, erano di gran lunga superiori a quelle degli
Spartani
e con questi argomenti riuscì a persuadere i concittadini prospettando loro la guerra contro
Sparta
come un conflitto facile e breve.
41 - 42
Da parte loro gli
Spartani
fecero i preparativi per la guerra insieme ai loro alleati e cercarono di coinvolgere nel conflitto anche i
Persiani
. Il primo episodio della guerra fu l'attacco dei
Tebani
contro la città di
Platea
che era indipendente ed alleata degli
Ateniesi
. I
Tebani
occuparono la città con l'aiuto di un gruppo di traditori plateesi ma la cittadinanza oppose una coraggiosa resistenza ed i soldati occupanti vennero scacciati o catturati. I
Tebani
inviarono subito contro
Platea
un contingente più nutrito che procedette facendo stragi nella campagna. Gli
Ateniesi
intervennero in aiuto dei
Plateesi
e gli
Spartani
, considerando l'atto una violazione della tregua, dichiararono loro guerra.
L'esercito formato dagli
Spartani
e dai loro alleati al comando del re
Archidamo
invase l'
Attica
compiendo incursioni e devastazioni ma
Pericle
inviò un esercito ateniese a fare altrettanto nel
Peloponneso
; gli
Spartani
preoccupati di difendere la loro città si affrettarono a richiamare l'esercito liberando l'
Attica
.
43
Gli
Ateniesi
saccheggiarono il
Peloponneso
e assediarono molte fortezze, soprattutto nella zona del litorale. Non riuscirono a espugnare la fortezza di Metone difesa dal giovane
Brasida
che si distinse per il suo coraggio e la sua determinazione.
Nell'
Elide
conquistarono la fortezza di Feia ma in seguito ne furono cacciati dagli Elei.
44
Lo stratego ateniese Cleopompo attaccò la
Locride
, conquistò la città di Thronion e vinse una battaglia, quindi occupò un'isola e ne fece un caposaldo contro i
Locresi
.
Gli
Ateniesi
accusarono gli
Egineti
che vivevano nella loro città di collaborare con
Sparta
e li scacciarono, gli
Spartani
li accolsero nella città di Tirea.
Pericle
saccheggiò la regione di
Megara
.
45
Gli
Spartani
e i loro alleati invasero per la seconda volta l'
Attica
portando devastazione in quasi tutta la regione. Gli
Ateniesi
non osarono affrontarli, nella loro città era scoppiata la peste e l'arrivo dei fuggitivi dalle campagne contribuiva a peggiorare l'epidemia. Ancora una volta inviarono una flotta al comando di
Pericle
a saccheggiare il litorale del
Peloponneso
per costringere gli invasori a ritirarsi dall'
Attica
.
Gli
Ateniesi
esausti per i combattimenti e per l'epidemia attribuirono la responsabilità della guerra a
Pericle
, lo multarono e lo sollevarono da ogni incarico ma dopo il fallimento di un'ambasceria a
Sparta
per proporre la pace scelsero di nuovo
Pericle
come stratego.
46
(
429 a.C.
) Morì
Pericle
, superiore ai concittadini per le sue qualità di oratore e di stratego.
Il nuovo stratego
Agnone
fu incaricato di concludere l'assedio di
Potidea
. Nonostante il grande impiego di mezzi e la determinazione di
Agnone
,
Potidea
non cadeva, sia per la resistenza degli abitanti, sia perché gli assedianti erano indeboliti dalla peste. Infine
Agnone
, perduti molti uomini, lasciò una parte dei soldati a continuare l'assedio e tornò con gli altri a
Atene
poco dopo i Potidati si arresero e fu loro concesso di andare via incolumi, si stabilirono in
Tracia
presso i
Calcidesi
mentre mille coloni
Ateniesi
occupavano
Potidea
.
47
Lo stratego ateniese Formione sbarcò a
Naupatto
e agì in modo da bloccare la navigazione degli
Spartani
i quali intanto inviavano un esercito in
Beozia
al comando del re Archidamo che pose il campo a
Platea
ma non riuscì ad espugnare questa città. Gli
Ateniesi
furono sconfitti dagli abitanti di Olino mentre gli
Spartani
alleatisi con gli
Ambracioti
tentavano l'invasione dell'
Acarnania
e venivano a loro volta battuti.
48
Formione riportò una grande vittoria sulla flotta spartana le cui navi superstiti fuggirono verso
Patrasso
in
Acaia
dove furono raggiunte da altre navi. In un secondo scontro la vittoria di Formione fu incerta e quando giunsero rinforzi
Ateniesi
gli
Spartani
si ritirarono a
Corinto
.
49
(
428 a.C.
) Cnemo navarco spartano sapendo che gli
Ateniesi
ritenevano il
Pireo
inattaccabile volle tentare l'impresa. Attaccò prima
Salamina
ma gli abitanti dell'isola avvertirono con le fiaccole gli
Ateniesi
che gli impedirono di avvicinarsi al porto.
50
Sitalce
re di
Tracia
estese il suo dominio da
Abdera
all'
Istro
, si alleò con gli
Ateniesi
contro i
Calcidesi
e invase la
Macedonia
per abbattere
Perdicca
e insediare
Aminta
.
51
Tessali
,
Achei
, Magneti e altri popoli greci, preoccupati dalle azioni di
Sitalce
si allearono e formarono un potente esercito. Quando
Sitalce
lo venne a sapere, considerando anche il sopraggiungere dell'inverno, si riconciliò con
Perdicca
, stabilì una parentela con lui tramite un matrimonio e tornò in
Tracia
.
52
Il re spartano Archidamo invase l'
Attica
e la devastò approfittando della peste e della carestia che opprimevano gli
Ateniesi
.
53
(
427 a.C.
) I
Siracusani
attaccarono i
Leontini
che chiesero aiuto a
Atene
tramite una delegazione guidata dal famoso
Gorgia
che affascinò gli
Ateniesi
con la sua oratoria e in particolare con le nuove figure retoriche che fu il primo a utilizzare. Gli
Ateniesi
strinsero alleanza con
Leontini
.
54
Gli
Ateniesi
accolsero volentieri la richiesta di
Gorgia
per intervenire in
Sicilia
con il pretesto della consanguineità con gli abitanti di
Leontini
ma in realtà con l'obiettivo di prendere il controllo dell'isola. Votarono quindi di sostenere
Leontini
e inviarono in
Sicilia
una squadra di venti navi comandate da Lachete e Careade che posero la propria base a
Reggio
dove ricevettero rinforzi, si qui fecero incursioni nelle isole
Lipari
alleate dei
Siracusani
, quindi vinsero una battaglia con i
Locresi
e occuparono una loro fortezza.
Da
Atene
giunsero altre quaranta navi comandate da Eurimedonte e Sofocle ma nel frattempo i
Leontinesi
si erano riconciliati con i
Siracusani
e la flotta ateniese rientrò in patria.
55
I
Lesbi
defezionarono da
Atene
e si allearono con
Sparta
promettendo numerose navi. Gli
Ateniesi
intervennero subito assediando
Mitilene
che fu conquistata mentre gli
Spartani
invadevano nuovamente l'
Attica
. A
Atene
, su proposta di
Cleone
, si decise di trucidare i cittadini di
Mitilene
ma subito dopo l'assemblea rivide la decisione e la pena fu limitata alla demolizione delle mura e all'esproprio dei terreni.
56
I
Plateesi
assediati dagli
Spartani
tentarono un'azione notturna e una parte di loro riuscì a fuggire ma il giorno successivo gli
Spartani
con un attacco particolarmente violento costrinsero gli altri a capitolare. Caduta
Platea
i cittadini vennero messi a morte, la città fu distrutta e il terreno dato in affitto.
57
A
Corcira
si verificò una rivolta fomentata dal partito oligarchico che riuscì ad abbattere il governo democratico ma dopo breve tempo l'intervento ateniese ripristinò la democrazia. I ribelli, rifugiatisi come supplici nei templi, furono graziati ed espulsi ma continuarono a cospirare dall'esilio.
58
(
426 a.C.
)
Atene
fu colpita da una nuova ondata di epidemia a causa degli acquitrini formati dalle abbondanti piogge, del clima torrido, dei raccolti umidi e di cattiva qualità. In base a un oracolo furono scavate tutte le sepolture dell'isola di
Delo
e i cadaveri trasferiti altrove, si celebrarono le feste delie trascurate da tempo e si proibì di partorire o morire in quell'isola.
59
Un terremoto sconvolse la
Grecia
e fermò gli
Spartani
che stavano per invadere di nuovo l'
Attica
. Gli
Spartani
colonizzarono
Trachis
che era quasi deserta a causa della guerra e, d'intesa con i
Trachinii
, ne fecero una grande città che chiamarono
Eraclea
.
60
(
425 a.C.
) A
Atene
fu nominato stratego
Demostene
che invase e saccheggiò il territorio di
Leucade
quindi passò in
Etolia
dove fu sconfitto e costretto a ritirarsi a
Naupatto
. Fece strage degli abitanti di
Ambracia
ma quando decise di occupare la città fu abbandonato dagli alleati acarnani che temevano che gli
Ateniesi
al loro confine sarebbero stati pericolosi. A causa di questa defezione
Demostene
vide diminuite le sue forze e torno a
Atene
.
61
Demostene
attaccò Pilo e in venti giorni la circondò con un muro. Pilo era poco distante da
Sparta
e particolarmente sicura, gli
Spartani
non tollerarono l'occupazione ateniese e concentrarono le loro forze terrestri e navali per liberarla, si svolsero violenti combattimenti e gli
Spartani
subirono molte perdite mentre gli
Ateniesi
, avvantaggiati dalla posizione e dal muro che avevano costruito, difendevano agevolmente la roccaforte.
62
Durante l'assedio di Pilo si distinse
Brasida
che affrontò da solo i nemici finché non cadde sopraffatto dalle troppe ferite. Nel combattimento perse lo scudo e gli
Ateniesi
se ne impadronirono. Perdere lo scudo era considerato un grande disonore ma per
Brasida
fu motivo di gloria perché lo perse morendo dopo aver ucciso molti nemici.
63
Una squadra navale ateniese bloccò l'accesso all'isola di
Sfacteria
antistante Pilo dove si trovava un contingente di
opliti
Spartani
che rischiarono di rimanere senza cibo. Gli
Ateniesi
rifiutarono le trattative proposte da
Sparta
e continuarono l'assedio finché quanti si trovavano a
Sfacteria
non capitolarono, trecento uomini che furono portati a
Atene
in catene da
Cleone
. Il presidio di Pilo fu affidato a un contingente di Messeni che erano particolarmente ostili agli
Spartani
.
64
Morì
Artaserse
re dei
Persiani
dopo quarant'anni di regno, suo successore fu
Serse
che regnò solo un anno.
In
Italia
gli
Equi
si ribellarono e
Aulo Postumio
fu nominato
dittatore
, Lucio Giulio comandante della cavalleria.
Postumio
sconfisse i ribelli e celebrò il trionfo. Si dice che il
dittatore
abbia fatto morire il figlio che nell'eccitazione della battaglia si era spinto in avanti abbandonando il posto assegnatogli.
65
Gli
Ateniesi
nominarono stratego
Nicia
affidandogli sessanta navi e tremila
opliti
con l'ordine di saccheggiare le terre degli alleati di
Sparta
.
Nicia
attaccò e saccheggiò Melo, isola delle
Cicladi
, ma prolungandosi eccessivamente l'assedio rinunciò e puntò sulla
Beozia
dove invase la regione di
Tanagra
e si unì a un altro contingente ateniese comandato da Ipponico. I due strateghi sconfissero i
Tebani
poi
Nicia
proseguì per saccheggiare la
Locride
, quindi per attaccare
Corinto
dove vinse due battaglie.
Conquistò
Crommione
, fortificò Metone lasciando un presidio e rientrò a
Atene
.
In una successiva spedizione
Nicia
occupò
Citera>, devastò la flotta del
Peloponneso
e conquistò la città di Tirea.
66
A
Megara
La guerra contro
Atene
aveva crato molti danni e molti problemi economici. All'interno le fazioni erano in lotta: i democratici volevano consegnare la città agli
Ateniesi
mentre gli esuili aristocratici premevano per rientrare. Gli strateghi
Demostene
e Ippocrate furono introdotti in città da cospiratori con seicento soldati che la occuparono mentre gli
Spartani
della guarnigione fuggivano al porto di Nicea dove furono assediati e si arresero incondizionatamente.
67
Sopraggiunse
Brasida
con le sue truppe e cacciò gli
Ateniesi
da Nicea e da
Megara
ristabilendo l'alleanza con
Sparta
.
Brasida
proseguì fino a
Acanto
dove indusse con la diplomazia gli abitanti a defezionare da
Atene
e accettare l'alleanza con
Sparta
, esempio poi seguito da altre città della
Tracia
.
Per continuare la guerra
Brasida
chiese rinforzi e gli Spartiati ne approfittarono per liberarsi di mille iloti fra i più turbolenti e pericolosi. Altri duemila iloti ritenuti potenzialmente ribelli furono individuati con un inganno e fatti morire in città.
68
Brasida
occupò
Anfipoli
e propose condizioni di resa molto miti che furono subito accettate, senza combattere portò dalla sua parte Esime, Galepso e Mircino. Dopo una soste sul fiume Strimone per riorganizzare l'esercito completò l'occupazione della
Tracia
.
69
Una parte dei
Beoti
si accordò con gli strateghi
Ateniesi
per consegnare loro le città.
Demostene
con gran parte dell'esercito invase la
Beozia
ma poichè la notizia del tradimento era trapelata ripartì senza concludere nulla. Ippocrate cinse con un muro la città di Delio e attese l'attacco dei
Beoti
che arrivarono prima del previsto comandati da Pagonda.
70
Breve descrizione della battaglia di Delio che fu vinta dai
Beoti
.
Tebe
fu arricchita di monumenti grazie al ricchissimo bottino e furono istituite le feste chiamate
Delie
in ricordo di questa battaglia. Cacciano o uccidendo gli
Ateniesi
rimasti a difendere Delio i
Beoti
conquistarono la città trasformando in un disastro il tentativo ateniese.
71
Morì
Serse
dopo un solo anno di regno e il trono passò al fratello
Sogdiano
che fu ucciso sette mesi dopo da
Dario
che regnò diciannove anni.
72
(
423 a.C.
) La città di Scione passò a
Brasida
. Gli esuli lesbi si radunarono a
Antandro
e presero ad attaccare frequentemente gli
Ateniesi
che occupavano
Mitilene
ma furono sconfitti da un contingente proveniente da
Atene
e cacciati da
Antandro
.
Atene
e
Sparta
stipularono una tregua di un anno e avviarono trattative per la pace ma il possesso di Scione e di Mende costituiva un ostacolo. Gli
Ateniesi
mandarono una flotta comandata da
Nicia
e
Nicostrato
che conquistò Mende e assediò Scione.
73
(
422 a.C.
) Gli
Ateniesi
cacciarono gli abitanti di
Delo
dalla loro isola accusandoli di collaborare con gli
Spartani
. Gli esuli furono accolti nella città di
Adramitto
. Lo stratego
Cleone
partì per una nuova campagna in
Tracia
, conquistò la città di Torone e assediò
Eione
nei pressi di
Anfipoli
.
74
Brasida
e
Cleone
si scontrarono nella battaglia di
Anfipoli
e comportandosi eroicamente entrambi persero la vita. La battaglia fu vinta dagli
Spartani
, poco dopo fu sottoscritta una tregua di cinquant'anni (Pace di
Nicia
) che mise fine alla
Guerra del Peloponneso
. La madre di
Brasida
fu onorata pubblicamente per la dignità con cui accolse la notizia della morte del figlio.
75
(
421 a.C.
) La pace conclusa fra
Atene
e
Sparta
non riguardava le città alleate nelle quali nacque il sospetto che si trattasse di un accordo per sottomettere l'intera
Grecia
e per potersi difendere si coalizzarono. Le principali fra loro erano
Argo
,
Tebe
,
Corinto
e
Elide
.
Argo
assunse la guida della lega e addestrò un corpo scelto di mille uomini.
76
Gli Iloti che avevano militato in
Tracia
con
Brasida
ebbero la libertà, gli
Spartani
che erano stati prigionieri a
Sfacteria
riebbero i diritti civili.
Sparta
varò una politica di moderazione anche verso gli alleati per rafforzare il suo controllo sul
Peloponneso
. Al contrario gli
Ateniesi
distrussero Scione come monito verso coloro che tramavano la defezione.
In
Italia
i
Campani
saccheggiarono
Cuma
e ridussero in schiavitù molti suoi cittadini.
77
(
420 a.C.
) I
Deli
trasferiti a
Adramitto
tornarono alla loro città restituita dagli
Ateniesi
, ma la mancata restituzione di Pilo agli
Spartani
causò una nuova ostilità. Gli
Argivi
si allearono a
Atene
e i
Corinzi
a
Sparta
.
Enioni, Dolopi e Meliei si coalizzarono per attaccare
Eraclea Trachinia
che chiese aiuto ai
Tebani
.
78
(
419 a.C.
) Gli
Argivi
dichiararono guerra agli
Spartani
mentre
Alcibiade
stratego ateniese entrava nell'
Argolide
con un esercito in loro supporto. Insieme attaccarono
Trezene
devastandone il territorio. Per reazione gli
Spartani
mandarono un esercito comandato dal re
Agide
verso la città di
Argo
ma non si arrivò alla battaglia perché i comandanti conclusero una tregua di quattro mesi. Nelle rispettive città questa iniziativa non fu gradita e i responsabili dei due eserciti furono puniti e rischiarono il linciaggio.
78
(
419 a.C.
) Gli
Argivi
dichiararono guerra agli
Spartani
mentre
Alcibiade
stratego ateniese entrava nell'
Argolide
con un esercito in loro supporto. Insieme attaccarono
Trezene
devastandone il territorio. Per reazione gli
Spartani
mandarono un esercito comandato dal re
Agide
verso la città di
Argo
ma non si arrivò alla battaglia perché i comandanti conclusero una tregua di quattro mesi. Nelle rispettive città questa iniziativa non fu gradita e i responsabili dei due eserciti furono puniti e rischiarono il linciaggio.
79
In seguito gli
Ateniesi
spedirono a
Argo
un corpo scelto comandato da Lachete e
Nicostrato
, era con loro anche
Alcibiade
ma privo di comando. Decisero di rompere la tregua e attaccarono
Orcomeno
in
Arcadia
, conquistatala passarono a attaccare
Tegea
. Per distogliere il nemico da
Tegea
gli
Spartani
attaccarono
Mantinea
dove vinsero una grande battaglia.
Agide
, per riscattare i suoi precedenti errori, avrebbe voluto uccidere tutti gli
Argivi
ma ne fu dissuaso dai consiglieri che avevano il compito di controllare il suo operato.
80
(
418 a.C.
) Pace fra
Argo
e
Sparta
. Viene instaurato un governo aristocratico a
Argo
che manda a morte tutti gli esponenti del partito popolare ma viene a sua volta rovesciato dopo otto mesi.
Gli
Ateniesi
guidati da
Nicia
conquistano
Citera>, Nisea e Melo.
I
Romani
entrano in guerra contro i
Fidenati
,
dittatore
Anio Emilio
e
Aulo Cornelio Cosso
comandante della cavalleria.
81
(
417 a.C.
) Invasione spartana dell'
Argolide
e distruzione delle lunghe mura di
Argo
.
Alcibiade
, stratego ateniese, intervenne a
Argo
per esiliare gli aristocratici filospartani e consolidare la democrazia.
82
(
416 a.C.
)
Bizantini
, Calcedoni e
Traci
coalizzati invasero la
Bitinia
. In
Sicilia
guerra tra
Segesta
e
Selinunte
per contese territoriali, gli
Egestani
sconfitti chiesero aiuto a
Agrigento
,
Siracusa
e ai
Cartaginesi
ma non lo ottennero.
83
Segesta
e
Leontini
si rivolsero a
Atene
per chiedere aiuto rispettivamente contro
Selinunte
e contro
Siracusa
e gli
Ateniesi
inviarono una commissione di indagine. Alla spedizione in
Sicilia
si opponeva
Nicia di Nicerato
sostenendo che
Atene
, già impegnata contro gli
Spartani
, non poteva affrontare contemporaneamente un'altra guerra.
84
Prevalse
Alcibiade
favorevole all'impresa e fu allestita una flotta con il contributo delle città alleate. Partirono cinquemila
opliti
con tre comandanti:
Alcibiade
, Licia e Lamaco.
Libro XIII
1
Argomento del tredicesimo libro saranno gli avvenimenti della spedizione ateniese contro
Siracusa
fino all'inizio della seconda guerra fra i
Cartaginesi
e
Dionisio tiranno di Siracusa
.
2
(415 a.C.) Mentre
Alcibiade
,
Nicia
e Lamaco preparavano la spedizione molti cittadini facoltosi si prodigavano in contributi e molti altri chiedevano di essere arruolati, tutti spinti dalla speranza di partecipare alla distribuzione delle terre siciliane.
In quei giorni accadde che tutti i busti di
Ermes
in città furono spezzati, il popolo interpretò l'atto sacrilego come opera di chi voleva abbattere la democrazia e cominciò la ricerca dei colpevoli. Un delatore fece il nome di
Alcibiade
ma cadde in contraddizione e la sua testimonianza fu ignorata.
3
La flotta ateniese salpò dal
Pireo
dove si era riunita l'intera popolazione per salutare e benedire quelli che partivano, sostò a
Corcira
per imbarcare alleati e attraversato lo
Ionio
attaccò il
promontorio Iapigio (Santa Maria di Leuca)
. Da qui gli
Ateniesi
proseguirono per
Metaponto
,
Eraclea
, Turi e
Reggio
.
4
In
Sicilia
Acragas
e
Naxos
dichiararono agli ambasciatori siracusani che si sarebbero alleati con
Atene
,
Camarina
e
Messina
e le città dei
Siculi
si mantennero neutrali mentre
Imera
,
Selinunte
,
Gela
e
Catania
fecero lega con
Siracusa
. Gli
Egestani
rivelarono di disporre di soli trenta talenti (mentre in precedenza avevano promesso molto di più) con grande delusione degli
Ateniesi
. I
Greci
si portarono a
Naxos
poi a
Catane
dove furono accolti con freddezza ma entrarono in città con la forza e il partito filoateniese ebbe il sopravvento.
5
A
Atene
gli avversari di
Alcibiade
, prendendo le mosse dalla decapitazione delle erme e da un tentativo di colpo di stato a
Argo
che vedeva coinvolti alcuni
Ateniesi
, lo accusarono di tramare contro la democrazia.
Alcibiade
e alcuni suoi amici furono richiamati per essere processati ma fuggirono durante il viaggio e furono condannati a morte in contumacia.
Alcibiade
si rifugiò a
Sparta
e convinse gli
Spartani
a muovere guerra agli
Ateniesi
.
6
Gli strateghi rimasti in
Sicilia
saccheggiarono la piccola città di Iccara per ricavare fondi quindi occuparono i dintorni del porto di
Siracusa
dopo averne allontanato i nemici con uno stratagemma. Seguì una battaglia vinta dagli
Ateniesi
.
Diagora detto l'Ateo fuggì da
Atene
perché accusato di empietà e fu stabilita una taglia per chi lo avesse ucciso. In
Italia
i
Romani
conquistarono
Labico
.
7
(414 a.C.) I
Siracusani
chiesero aiuto a
Sparta
e
Corinto
, gli
Spartani
inviarono Gilippo, i
Corinzi
Citene.
Nicia
e Lamaco attaccarono nottetempo
Siracusa
occupando l'
Epipoli
, quindi iniziarono la costruzione di un muro interno alla città. Intanto Gilippo sbarcò a
Imera
dove riunì un esercito di tremila fanti e duecento cavalieri con il quale marciò verso le città assediate.
8
Nella battaglia che vide
Spartani
e
Siracusani
contro gli
Ateniesi
cadde lo stratego Lamaco ma la vittoria fu degli
Ateniesi
. In seguito, con rinforzi giunti da
Corinto
, Gilippo assediò l'
Epipoli
e riuscì a sgomberarla dagli
Ateniesi
.
Nicia
invitò
Atene
a mandare altri strateghi essendo rimasto solo dopo la fuga di
Alcibiade
e la morte di Lamaco e chiese altre triremi per affrontare le navi che i
Siracusani
stavano armando. Gli
Ateniesi
inviarono dieci navi al comando di Eurimedonte.
In
Grecia
gli
Spartani
ruppero la tregua iniziando una guerra che durò dodici anni.
9
(
413 a.C.
)
Agide
e
Alcibiade
guidarono l'invasione spartana dell'
Attica
e conquistarono la fortezza di
Decelea
. In
Sicilia
, durante una battaglia navale, i
Siracusani
attaccarono i campi degli
Ateniesi
in quel momento poco difesi e li saccheggiarono. Alla fine gli
Ateniesi
prevalsero in mare e gli
Spartani
sulla terraferma.
10
Avuta notizia dell'arrivo imminente di una nuova flotta comandata da
Demostene
, gli
Ateniesi
decisero di temporeggiare mentre i
Siracusani
li provocavano continuamente ma infine accettarono lo scontro e subirono una sconfitta.
11
L'arrivo di Eurimedonte e
Demostene
con una nuova flotta e un poderoso esercito spense l'entusiasmo dei
Siracusani
per i recenti successi, tuttavia gli
Ateniesi
non riuscirono a riconquistare l'
Epipoli
e persero molti uomini nel tentativo.
12
i responsabili
Ateniesi
si riunirono per decidere sulla situazione aggravata da un'epidemia ma non si trovò un accordo fra quanti come
Demostene
proponevano di tornare in
Grecia
per combattere contro gli
Spartani
abbandonando la
Sicilia
al suo destino e quelli che sostenevano
Nicia
nell'affermare che lasciare l'isola in quel momento sarebbe stato vergognoso. Alla fine prevalse l'opinione di
Demostene
e la partenza fu fissata per il giorno successivo ma durante la notte la luna si eclissò e gli indovini fecero rimandare la partenza di tre giorni.
13
Informati dai disertori delle intenzioni degli
Ateniesi
, i
Siracusani
li attaccarono immediatamente e li sconfissero in modo disastroso. Lo stratego ateniese Eurimedonte morì per le ferite, gli
Ateniesi
persero duemila uomini e diciotto navi.
14
I
Siracusani
costruirono con grande rapidità uno sbarramento per bloccare le uscite del porto. Gli
Ateniesi
, vedendosi privati di ogni possibilità di fuga, imbarcarono i loro soldati migliori e si prepararono alla battaglia decisiva.
15-17
Nicia
parlò solennemente ai comandanti delle navi per incitarli a combattere al massimo del loro valore, quindi la flotta ateniese uscì dal porto sfondando la barriera ma trovò al largo lo schieramento delle navi nemiche. Seguì una lunga e violentissima battaglia dalla quale gli
Ateniesi
uscirono sconfitti, persero sessanta navi e contarono gravissime perdite.
18
Gli
Ateniesi
abbandonarono le navi per cercare scampo all'interno presso le città alleate, i
Siracusani
non li inseguirono perché i loro soldati erano stanchi e molti feriti.
Ermocrate
mandò alcuni uomini che fingendosi di
Leontini
convinsero gli
Ateniesi
a rallentare per dare tempo ai
Siracusani
di riorganizzarsi.
19
L'esercito siracusano molestò per tre giorni gli
Ateniesi
in marcia e infine li circondò presso il fiume Assinaro. Diciottomila
Ateniesi
furono trucidati, gli altri presi prigionieri e fra questi furono
Demostene
e
Nicia
.
Innalzati trofei e offerti sacrifici i
Siracusani
si riunirono per decidere il destino dei prigionieri. Un capopolo di nome Diocle propose di mandare alla tortura e poi a morte gli strateghi e condannare ai lavori forzati tutti gli altri.
Ermocrate
raccomandò moderazione scatenando l'ira popolare. Parlò quindi l'anziano e autorevole Nicolao.
20-27
Il discorso di Nicolao: dopo aver riconosciuto di aver motivo di odiare gli
Ateniesi
che gli hanno ucciso in guerra due figli, Nicolao esorta i concittadini a usare moderazione nel giudizio per umanità e per prudenza. Dimostrare clemenza è un segno di virtù che tutti apprezzano, al contrario delle punizioni crudeli che arrecano biasimo e disprezzo a chi le commina. Inoltre
Atene
è genitrice di leggi, costumi e cultura di cui molte genti,
Siracusani
compresi, hanno sempre beneficiato.
I
Siracusani
dovranno ricordare che il rovescio subito dagli
Ateniesi
, per quanto grave, non basterà ad estinguere la potenza della loro città che in passato ha sempre dimostrato enormi capacità di ripresa anche in situazioni più gravi di quella presente.
28-32
In risposta a Nicolao parlò lo spartano Gilippo, irriducibile nemico di
Atene
, il quale definì inammissibile il perdono dei prigionieri perché non potevano essere considerati vittime dell'avversa fortuna ma soltanto perfidi nemici sconfitti.
Se non avessero portato guerra in
Sicilia
, dice in sostanza Gilippo, non avrebbero subito alcun male, quindi le loro attuali condizioni sono conseguenza delle loro azioni e non della sorte contraria.
Inoltre perdonarli significherebbe offendere la memoria dei caduti e tradire
Sparta
e le altre città che hanno aiutato
Siracusa
. Gilippo prega quindi i
Siracusani
di non farsi commuovere dal discorso di Nicolao, di onorare caduti e amici punendo i nemici e evitando che in futuro possano rialzarsi e tornare a nuocere ancora.
33
Il discorso di Gilippo convinse il popolo e gli strateghi vennero giustiziati mentre gli altri
Ateniesi
furono lasciati morire nelle latomie salvo alcuni uomini di cultura che furono salvati da loro ammiratori.
Dopo la guerra Diocle dettò un codice di leggi molto severe. Una delle sue norme prevedeva la condanna a morte di chi fosse andato in piazza armato. Quando per un falso allarme uscì di casa prendendo istintivamente la spada e gli fecero notare che stava trasgredendo la sua stessa legge si uccise sul posto.
34
(412 a.C.) A seguito del rovescio in
Sicilia
gli
Ateniesi
persero molti alleati che passarono a
Sparta
e il popolo rinunciò alla democrazia scegliendo il governo oligarchico di quattrocento membri. Fu approntata una flotta che fu sconfitta dagli
Spartani
a Oropo. I
Siracusani
ricompensarono adeguatamente i soldati migliori e gli alleati e mandarono a
Sparta
trentacinque triremi al comando di
Ermocrate
per partecipare alla guerra contro gli
Ateniesi
.
35
Il principale esponente del collegio dei legislatori nominato a
Siracusa
dopo la guerra fu Diocle che godeva della massima stima della cittadinanza tanto che quando morì gli fu dedicato un tempio. Anche altre città della
Sicilia
adottarono le leggi di Diocle al quale
Diodoro
dedica un encomio.
36
La sconfitta ateniese a Oropo fu dovuta alla discordia fra i due strateghi e alle loro scarse capacità. L'evento contribuì a far perdere credibilità agli
Ateniesi
che si trovarono privi di alleati mentre anche i
Persiani
inviavano navi in aiuto agli
Spartani
.
37
Alcibiade
, che era desideroso di tornare in patria, volle rendersi utile agli
Ateniesi
e lo fece persuadendo il
satrapo
Farnabazo
a non mandare le trecento navi promesse agli
Spartani
. In seguito
Alcibiade
fu richiamato in patria e vinse gli
Spartani
in molte battaglie.
38
(411 a.C.) A
Atene
per iniziativa di
Teramene
i
Quattrocento
furono deposti e si tornò alla democrazia. La direzione della guerra fu affidata a
Trasillo
e
Trasibulo
che radunarono la flotta a
Samo
e iniziarono le esercitazioni.
Mindaro, comandante della flotta spartana, dopo aver lungamente atteso le navi promesse da
Farnabazo
rinunciò a questa speranza, salpò con ottantatre navi per l'
Ellesponto
e inviò Dorieo con tredici navi a
Rodi
per controllare che il governo filospartano resistesse al potere.
Gli
Ateniesi
mossero da
Samo
con sessanta navi per affrontare il nemico e puntarono su
Chio
mentre
Spartani
e alleati si concentravano a
Lesbo
.
39-40
Nella battaglia dell'
Ellesponto
la superiore esperienza dei piloti
Ateniesi
fu decisiva e la flotta spartana comandata da Mindaro e da
Ermocrate
fu costretta a rifugiarsi a
Abido
dopo aver perduto numerose navi.
Trasibulo
innalzò un trofeo e salpò per sottomettere
Cizico
che si era alleata con
Farnabazo
contro
Atene
.
41
Mindaro provvide alle riparazioni delle navi e inviò in
Eubea
Epicle che radunò altre cinquanta triremi ma mentre navigava per raggiungere Mindaro a
Abido
questa flotta fu completamente distrutta da una tempesta all'altezza del
Monte Athos
.
42
Alcibiade
venne prosciolto dalle accuse e partendo da
Samo
con le sue navi sottomise
Alicarnasso
al pagamento di un tributo e saccheggiò Meropide distribuendo il bottino ai soldati.
Gli
Spartani
aiutarono la città di
Antandro
a liberarsi della guarnigione persiana che la controllava come reazione al ritiro da parte di
Farnabazo
delle navi promesse.
A questo punto della storia termina la narrazione di
Tucidide
e iniziano quelle di
Senofonte
e di
Teopompo
.
43
(
410 a.C.
) In
Sicilia
gli
Egestani
per timore di rappresaglie siracusane cedettero spontaneamente il territorio conteso ai
Selinuntini
ma quando questi tentarono di impadronirsi di un'area molto più grande si rivolsero ai
Cartaginesi
.
Il senato cartaginese, dopo qualche perplessità dovuta alle recenti vittorie dei
Siracusani
, decise di accogliere l'appello degli
Egestani
e affidò il comando a
Annibale figlio di Giscone
. I
Selinuntini
ribadirono le loro pretese mentre i
Siracusani
si astenevano dall'intervenire.
44
I
Cartaginesi
inviarono truppe agli
Egestani
che le utilizzarono per attaccare i
Selinuntini
che continuavano a devastare il loro territorio. Dopo la battaglia, vinta dagli
Egestani
, i
Selinuntini
chiesero aiuti a
Siracusa
che questa volta scese in campo e così ebbe inizio la guerra fra
Cartagine
e
Siracusa
. I
Cartaginesi
iniziarono un massiccio arruolamento con l'intento di attraversare il mare agli inizi della primavera seguente.
45-46
Dorieo e Mindaro combatterono una grande battaglia contro gli
Ateniesi
presso il promontorio Dardanio, fu decisivo l'arrivo casuale di
Alcibiade
con venti navi: le navi spartane fuggirono e alcune furono catturate.
47
Calcide
e
Aulide
furono unite con un terrapieno interrompendo la navigazione nell'
Euripo
dai rispettivi abitanti che temevano rappresaglie
Ateniesi
.
Teramene
inviato con una flotta a ostacolare il lavoro non riuscì a superare il forte presidio di soldati, preferì desistere e saccheggiare il territorio nemico.
48
I democratici di
Corcira
chiesero aiuto a
Atene
contro gli oligarchici filospartani. Intervenne
Conone
che sconfisse gli oligarchici e uccise, imprigionò o mandò in esilio i loro capi.
49
Teramene
intervenne in aiuto di
Pidna
assediata da
Archelao re di Macedonia
al quale si era ribellata. Si riunì quindi con
Trasibulo
e
Alcibiade
e insieme mossero verso
Cizico
che era stata occupata da Mindaro e
Farnabazo
.
50-51
Gli
Ateniesi
riuscirono a dividere le navi nemiche,
Alcibiade
le attirò lontano dalla città mentre
Trasibulo
e
Teramene
impedivano loro di tornare verso la costa. Una parte delle navi spartane fuggirono inseguite da
Alcibiade
ma quando gli
Ateniesi
si avvicinarono alla riva scoppiò il combattimento con l'esercito di
Farnabazo
. Gli
Ateniesi
vinsero la battaglia terrestre, Mindaro cadde sul campo, i vincitori occuparono
Cizico
.
52
Incoraggiati da questa vittoria gli
Ateniesi
armarono nuove truppe progettando di conquistare tutte le città alleate di
Sparta
. L'ambasciatore spartano Endio parlò a
Atene
chiedendo la pace ma ricordando che malgrado la recente sconfitta era ancora
Sparta
la più potente per uomini, ricchezze e alleati.
53
In
Atene
Cleofonte era il principale esponente di coloro che volevano continuare la guerra e prevalse sugli avversari.
54
(409 a.C.)
Annibale
salpò con un grosso esercito e sbarcò a
Lilibeo
, da qui arrivò a
Selinunte
e l'assediò con molte macchine.
55-56
Pur essendo poco abituati a combattere i
Selinuntini
difesero valorosamente la loro città anche quando i
Cartaginesi
riuscirono a aprire una breccia nelle mura. Resistettero per nove giorni prima che il nemico riuscisse a entrare in città senza che gli alleati si fossero mossi per aiutarli.
57-58
Selinunte
venne distrutta, sedicimila cittadini trucidati, cinquemila fatti prigionieri, le donne subirono ogni tipo di violenza. I duemilaseicento che riuscirono a fuggire si rifugiarono a
Acragas
dove furono accolti e assistiti con sollecitudine.
59
Annibale
rifiutò di liberare i prigionieri dietro riscatto come proposto dai
Siracusani
ma permise agli esuli di tornare nella loro città e coltivare la loro terra assoggettandoli a un tributo.
Passò quindi a assediare
Imera
dove giunsero da
Acragas
quattromila uomini comandati da Diocle di
Siracusa
per aiutare gli assediati.
60
L'indomani gli
Imerei
uscirono dalla città e attaccarono improvvisamente gli assedianti facendone strage ma
Annibale
schierò altre truppe riequilibrando lo scontro.
61
Prevedendo un attacco in massa dei
Cartaginesi
Diocle imbarcò le sue truppe oltre alle donne ai bambini e parte degli uomini di
Imera
e si diresse a
Siracusa
.
62
Gli
Imerei
rimasti in città resistettero ancora due giorni
Imera
cadde in mano a
Annibale
che la fece saccheggiare e radere al suolo mentre tutti i sopravvissuti venivano trucidati.
Annibale
liquidò gli alleati e tornò a
Cartagine
carico di bottino.
63
Ermocrate di Siracusa
comandante della flotta inviata in
Grecia
era stato destituito ed esiliato per accuse mosse dai suoi avversari. Restituita la flotta si era accordato con
Farnabazo
che lo aveva finanziato, quindi era tornato in
Sicilia
con cinque triremi e mille soldati ed aveva occupato
Selinunte
. Riuniti seimila soldati aveva attaccato le regioni soggette a
Cartagine
recuperando la stima dei
Sicelioti
e di molti concittadini che manifestarono la volontà di richiamarlo.
64
Trasibulo
attaccò
Efeso
e dopo una furiosa battaglia si diresse a
Lesbo
. In seguito
Teramene
operò per conquistare Calcedone e
Bisanzio
mentre
Trasibulo
fu inviato in
Tracia
in cerca di alleanze.
Alcibiade
si unì a
Trasibulo
e gli
Spartani
attaccarono Pilo sapendo che gli strateghi
Ateniesi
erano impegnati altrove. Da
Atene
fu inviato a Pilo
Anito
che tornò indietro per il mare cattivo e venne processato ma si salvò corrompendo il tribunale. Gli
Spartani
si impossessarono di Pilo.
65
I Megaresi occuparono Nisea che era in mano agli
Ateniesi
i quali intervennero e misero in fuga gli occupanti. Intanto il navarco Cratesippida occupava l'acropoli di
Chio
riportando in patria gli esuli della città e allontanando il loro avversari.
66
Dopo aver fortificato e presidiato
Lampsaco
,
Alcibiade
e
Trasibulo
raggiunsero
Teramene
che stava assediando Calcedone. Nella battaglia che seguì Ippocrate che comandava la guarnigione spartana a Calcedone perse la vita.
Teramene
rimase per trattare la resa mentre
Alcibiade
partì per l'
Ellesponto
, si ricongiusero a
Bisanzio
e ne intrapresero l'assedio. L'impresa era molto difficile per lo spiegamento di forze spartane e bizantine ma quando il comandante spartano
Clearco
si allontanò i
Bizantini
(che lo odiavano) consegnarono la città nelle mani di
Alcibiade
.
67
Gli
Ateniesi
organizzarono una finta partenza e più tardi nella notte simularono un attacco al porto, la popolazione e la guarnigione spartana accorsero a difendere le navi mentre i
Bizantini
che avevano preso accordi con
Alcibiade
lasciavano entrare gli
Ateniesi
in città.
Alcibiade
si impegnò a non far del male alla cittadinanza e in questo modo convinse i
Bizantini
a rivoltarsi contro gli
Spartani
che furono quasi tutti uccisi, quindi restituì la città ai suoi abitanti assicurandosi la loro alleanza.
68
Dopo aver conquistato
Bisanzio
e sottomesso l'intero
Ellesponto
, gli strateghi tornarono a
Atene
con le navi cariche di bottino, di prigionieri e di spoglie del nemico. Tutta la popolazione accorsa a riceverli al
Pireo
guardava ammirata
Alcibiade
, l'eroe del momento.
69
Cancellata ogni accusa,
Alcibiade
fu nominato stratego con pieni poteri in terra e in mare. Con lui furono nominati
Adimanto
e
Trasibulo
. Allestita una flotta,
Alcibiade
costeggiò
Andro
e passò a saccheggiare
Cos
e
Rodi
.
70
A
Sparta
il nuovo navarco
Lisandro
organizzava una nuova flotta per sostituire quella perduta nella disfatta di Mindaro. Stabilì la sua base a
Efeso
e strinse accordi con il principe persiano
Ciro
figlio del re Dario.
71
Contravvendendo agli ordini di
Alcibiade
il suo pilota
Antioco
approfittò di un'assenza dello stratego per attaccare i
Persiani
presso
Nozio
. Fu immediatamente sconfitto da
Lisandro
e la sua nave fu affondata con altre ventuno, gran parte dell'equipaggio fuggì sulla costa.
Alcibiade
tornò a
Nozio
ma
Lisandro
non ebbe il coraggio di uscire dal porto per affrontarlo.
72
Trasibulo
espugnò
Taso
e costrinse gli abitanti a lasciar rientrare gli esuli filoateniesi, quindi si recò a
Abdera
e ottenne l'alleanza della città.
Agide
attaccò
Atene
contando di trovarla poco difesa ma la cavalleria ateniese lo respinse.
73
Dopo un secondo inutile tentativo di attaccare
Atene
,
Agide
rientrò nel
Peloponneso
.
Alcibiade
venne a sua volta respinto a
Cuma
i cui abitanti mandarono ambasciatori a
Atene
accusando
Alcibiade
di averli attaccati senza ragione e di collaborare con
Farnabazo
e con i
Persiani
.
74
La reputazione di
Alcibiade
subì un duro colpo e furono eletti dieci strateghi:
Conone
, Lisia,
Diomedonte
,
Pericle
, Erasinide,
Aristocrate
, Archestrato, Protomaco,
Trasibulo
e Aristogene.
Conone
sostituì
Alcibiade
nel comando della flotta. Coinvolto in vari processi,
Alcibiade
si portò a Pactie in
Tracia
in esilio volontario.
75
Morì il re di
Sparta
Plistoanatte dopo cinquanta anni di regno e salì al trono
Pausania
. Nell'isola di
Rodi
tutti gli abitanti delle città di Ialiso, Lindo e Camiro si concentrarono nell'unica città chiamata
Rodi
come l'isola.
Ermocrate esule da
Siracusa
raccolse i resti dei caduti di
Selinunte
rimasti insepolti e li mandò ai suoi concittadini provocandone l'indignazione contro Diocle che aveva trascurato di onorare i defunti. Diocle fu esiliato ma Ermocrate non fu comunque richiamato perché sospettato di aspirare alla tirannide. Dopo qualche tempo Ermocrate tentò di rientrare in città con un sotterfugio ma venne ucciso, fra i suoi sostenitori e compagni nell'impresa era
Dionisio
, futuro tiranno di
Siracusa
che si salvò fingendosi morto.
76
Conone
assunse il comando della flotta a
Samo
mentre
Lisandro
, scaduto il suo mandato, veniva sostituito da
Callicratida
che prese in consegna centoquaranta navi e subito attaccò gli
Ateniesi
che occupavano Delfinio nel territorio di
Chio
e conquistò la fortezza, prese Teo e
Metimna
cacciandone gli
Ateniesi
. Puntò quindi su
Mitilene
affidando a Torace il comando degli
opliti
.
77
Disponendo di meno navi di
Callicratida
,
Conone
fece in modo di essere inseguito dalle navi nemiche così da isolare le più veloci e attaccarle mentre erano in minoranza.
78
Lo stratagemma di
Conone
avrebbe dato buoni frutti se una parte delle sue navi non si fosse spinta troppo avanti finendo intrappolata fra i nemici che sopraggiungevano. Agli
Ateniesi
superstiti non rimase che cercare scampo a
Mitilene
abbandonando le navi. Una volta a terra
Conone
si preoccupò subito di ostruire l'entrata del porto nel timore di un assedio.
79
Gli
Spartani
riuscirono comunque a entrare nel porto e iniziare l'assedio di
Mitilene
.
In
Sicilia
la situazione fra
Siracusa
e
Cartagine
era tesa, i
Cartaginesi
preparavano l'invasione dell'isola e nel frattempo inviarono un gruppo di volontari a fondare una città che chiamarono
Thermai
80
(
406 a.C.
) Preparata una grande armata per invadere la
Sicilia
, i
Cartaginesi
ne affidarono il comando a
Annibale
ed essendo questi in età avanzata gli affiancarono
Imilcone
, suo parente.
81
I
Siracusani
, in vista dell'attacco cartaginese, cercarono aiuti a
Sparta
e in
Italia
e si rivolsero a altre città dell'isola proponendo di far fronte comune. La città più esposta era
Acragas
il cui territorio confinava con il dominio cartaginese. Disponendo di magnifiche coltivazioni di vite e di ulivo gli
Acragantini
erano diventati ricchissimi vendendo a
Cartagine
i loro prodotti.
82
I magnifici templi di
Acragas
, soprattutto quello di
Zeus
mai completato, dimostravano la ricchezza della città ma gli eventi bellici ne provocarono la rovina senza che i cittadini trovassero più le risorse per ricostruirli.
Un lago artificiale realizzato fuori città veniva utilizzato per allevare il pesce destinato ai banchetti pubblici. Nel periodo dello splendore di
Acragas
i cittadini vivevano nel lusso come testimoniavano anche i monumenti e le sepolture.
83
L'uomo più ricco di
Acragas
era Tellia, famoso per la sua generosa ospitalità verso gli stranieri.
84
Un altro cittadino di nome Antistene, in occasione delle nozze della figlia offrì un banchetto a tutta la popolazione stranieri compresi, e fece illuminare tutta la città.
85
Gli
Acragantini
rifiutarono la proposta di alleanza di
Annibale
e i
Cartaginesi
cominciarono subito l'assedio. A difendere la città era anche lo spartano Dessippo con 1500 mercenari di
Gela
.
Annibale
e
Imilcone
piazzarono due torri d'assedio dove le mura sembravano più deboli e attaccarono uccidendo molti nemici ma durante la notte i difensori incendiarono le torri.
86
Annibale
ordinò di demolire i monumenti sepolcrali che si trovavano intorno alla città per costruire un terrapieno alto quanto le mura ma quando si prese a demolire la tomba di Terone, eccezionalmente grande, questa fu colpita da un fulmine che gli indovini interpretarono come presagio di sventure spargendo il terrore tra gli assedianti. Poco dopo il campo cartaginese fu invaso da un'orribile pestilenza che uccise anche lo stesso
Annibale
.
Imilcone
tentò di placare gli dei con molti sacrifici fra cui uno umano ma non interruppe l'assedio.
Intanto si era raccolto un esercito di trentamila soldati fra
Siracusani
e alleati che stava marciando verso
Acragas
al comando di Dafneo.
87
I
Cartaginesi
si scontrarono con l'esercito di Dafneo sul fiume
Imera
e furono sconfitti ma i vincitori non riuscirono a approfittare dell'occasione per annientarli. Gli
Acragantini
volevano uscire contro gli invasori ma i loro comandanti, forse corrotti, lo impedirono e più tardi vennero linciati.
I
Cartaginesi
si erano rifugiati in un campo più lontano dalla città mentre il precedente fu occupato da Dafneo.
88
Dafneo evitò di assalire il campo nemico che era troppo ben difeso ma lo circondò per impedire i rifornimenti. A corto di viveri,
Imilcone
progettò di impadronirsi delle navi siracusane che dovevano rifornire
Acragas
. Riuscì nell'intento e capovolse la situazione lasciando gli
Acragantini
privi di viveri, gli alleati si allontanarono e ai comandanti di
Acragas
non rimase che ordinare di evacuare la città.
89
La popolazione in massa lasciò la città scortata dai soldati lasciando indietro i vecchi, i malati e quanti preferirono il suicidio alla partenza. Giunsero a
Gela
e in seguito si stabilirono a
Leontini
offerta loro dai
Siracusani
.
90
Imilcone
entrò in città trucidando quanti vi si trovavano. Tellia si era rifugiato con degli amici nel tempio di
Atena
ma vedendo che i barbari non rispettavano i luoghi sacri incendiò il tempio evitando il furto sacrilego delle offerte votive e lo scempio del suo cadavere. Il bottino comprendeva un'immensa quantità di opere d'arte, le più prestigiose come il toro di
Falaride
furono spedite a
Cartagine
, le altre vendute. Il toro fu recuperato a
Cartagine
duecentosessanta anni dopo da Scipione.
91
La fine di
Acragas
provocò il panico in
Sicilia
, molti si trasferirono a
Siracusa
e altri fuggirono in
Italia
.
Dionisio
, sostenuto da
Filisto
, mosse molte accuse agli strateghi oligarchici chiedendone il processo per direttissima e propose che la guerra fosse affidata ai democratici.
92
Dionisio
riuscì a farsi nominare fra gli strateghi e a far richiamare dall'esilio molti suoi potenziali sostenitori. Mirava a screditare i colleghi per rimanere unico stratego e diventare in breve tiranno di
Siracusa
.
93
Di recò con duemila soldati a
Gela
che aveva chiesto aiuti e bloccò un tentativo di instaurare l'oligarchia, riscosse il consenso popolare ma non riuscì a convincere Dessippo che comandava le difese della città a unirsi a lui.
94
Tornato a
Siracusa
,
Dionisio
manifestò la volontà di dimettersi per non essere coinvolto nell'operato dei colleghi che si stavano accordando con
Imilcone
, gettò il discredito su molti magistrati e nel popolo si cominciò a proporlo come unico stratego.
95
Dionisio
ottenne rapidamente la carica nonostante i sospetti di molti cittadini, poi simulando un attentato ai suoi danni si fece assegnare una guardia del corpo di seicento soldati scelti.
96
Dionisio
assegnò tutti i ruoli di comando a amici fidati, raccolse intorno a se mercenari, esuli e rei di empietà e si dichiarò apertamente tiranno. Sposò la figlia di Ermocrate e fece sposare la propria sorella a
Polisseno
cognato dello stesso Ermocrate così da stringere una parentela con una famiglia potente, quindi mandò a morte gli avversari Dafneo e Demarco. Governò per trentotto anni come tiranno, la più lunga tirannide della storia.
97
Gli
Ateniesi
concessero la cittadinanza a meteci e stranieri disposti a arruolarsi, costruirono sessanta navi e con i contributi degli alleati riunirono a
Samo
una flotta di centocinquanta navi, fecero quindi vela verso le
Arginuse
con l'intenzione di liberare
Mitilene
.
Callicratida
mosse a sua volta con la flotta spartana verso le
Arginuse
. Alla vigilia della battaglia entrambe le parti ebbero funesti presagi.
98
Callicratida
, al quale era stata predetta la morte in battaglia, nominò
Clearco
come suo successore. Con
Callicratida
comandava Trasonda.
Gli
Ateniesi
erano comandati da
Trasillo
, da Pericle figlio del famoso
Pericle
detto Olimpio, e da
Teramene
.
La battaglia delle
Arginuse
fu ricordata come la più grande combattuta da
Greci
contro
Greci
.
99
Callicratida
si portò nel vivo della battaglia, speronò la nave di Lisia e l'affondò, colpì varie altre navi finché il suo rostro rimase incastrato nella nave di Pericle. Fu circondato e dopo essersi battuto valorosamente fu abbattuto dai nemici. La notizia della sua morte sparse il panico tra gli
Spartani
che fuggirono verso
Chio
e Cime.
100
Gli
Ateniesi
inseguirono i nemici per un lungo tratto ma poi decisero di doversi fermare per raccogliere i cadaveri ma ne furono impediti da una tempesta e approdarono alle
Arginuse
.
Convenuti a
Efeso
, gli alleati chiesero a
Sparta
di avere come navarco
Lisandro
che aveva dimostrato maggiori capacità di comando ma poiché la legge non ammetteva due nomine consecutive per la stessa persona fu scelto come navarco Araco e Linsandro fu associato come consigliere.
101
L'entusiasmo per la vittoria delle
Arginuse
era rovinato dal lutto per i caduti rimasti insepolti.
Teramene
e
Trasibulo
tornarono a
Atene
per primi e gli altri strateghi, temendo di essere accusati, scrissero lettere per addossare a loro la responsabilità dell'abbandono dei cadaveri. L'oratoria di
Teramene
e i suoi amici influenti capovolsero la situazione e furono gli altri strateghi ad essere processati ad eccezione di
Conone
al quale fu affidato il comando della flotta. Il processo si concluse con le condanne a morte e la confisca dei beni.
102
Prima di morire uno dei comandanti,
Diomedonte
, raccomandò al popolo di adempiere ai voti fatti agli dei dagli strateghi per la vittoria delle
Arginuse
.
103
Presto gli
Ateniesi
conobbero il dominio dei Trenta Tiranni e
Diodoro
considera ciò una punizione divina per l'ingiusta condanna degli strateghi.
In quell'anno morì il tragediografo
Sofocle
all'età di novanta anni, si dice che morì per l'emozione di aver vinto ancora una volta con la sua ultima tragedia. Secondo
Apollodoro
nello stesso periodo morì anche
Euripide
ma la datazione non è da tutti condivisa.
104
(405 a.C.) Nominato stratego, Filocle raggiunse
Samo
per affiancare
Conone
nel comando della flotta e i due salparono subito per l'
Ellesponto
.
Il principe persiano
Ciro
incaricò
Lisandro
di sorvegliare le città sotto la sua giurisdizione durante una sua assenza e gli assegnò nuovi finanziamenti.
Lisandro
conquistò e distrusse le città di Iasio in
Caria
e di
Lampsaco
.
A
Mileto
gli oligarchici presero il potere con l'aiuto dei
Persiani
e giustiziarono molti esponenti democratici, altri ne fuggirono presso
Farnabazo
.
105
Gli
Ateniesi
concentrarono le loro forze presso il fiume
Egospotami
per liberare
Lampsaco
ma i
Peloponnesiaci
evitarono la battaglia.
Alcibiade
si presentò al campo ateniese offrendo il suo aiuto e quello dei
Traci
suoi amici per risolvere la situazione ma gli strateghi non volendo dividere con lui un eventuale successo lo allontanarono dall'accampamento.
106
Filocle tentò di costringere il nemico a battersi e si schierò con trenta navi ma
Lisandro
, informato in tempo da disertori, lo prevenne e gettò gli
Ateniesi
in grande confusione. Ne approfittò per mandare truppe a occupare il campo ateniese mentre affrontava la battaglia navale e affondava molte navi nemiche.
Conone
si salvò con la fuga e non osando tornare a
Atene
riparò presso il suo amico
Evagora di Cipro
. Filocle fu catturato in seguito e ucciso.
Lisandro
conquistò
Sesto
e passò ad assediare
Samo
. Gilippo, già comandante delle forze in
Sicilia
, fu incaricato di portare il bottino a
Sparta
e si approprio di trecento talenti, scoperto e condannato a morte lasciò per sempre la città. Analogo destino era toccato al padre Clearco per lo stesso reato.
107
Dopo la sconfitta gli
Ateniesi
rinunciarono a dominare il mare e si preoccuparono di difendere il loro paese. I re spartani
Agide
e
Pausania
infatti invasero l'
Attica
mentre
Lisandro
giungeva al
Pireo
con più di duecento navi.
Gli
Spartani
non tennero a lungo l'assedio di
Atene
ma si limitarono a vigilare con le navi per impedire l'arrivo di rifornimenti finché gli
Ateniesi
non furono costretti ad arrendersi a causa della fame. Le condizioni furono durissime: abbattere le lunghe mura e le fortificazioni, tenere non più di dieci navi da guerra, ritirarsi da tutte le città, assoggettarsi agli
Spartani
. Si concluse così la
Guerra del Peloponneso
durata ventisette anni.
108
Poco più tardi morì
Dario
re dei
Persiani
lasciando il potere al figlio
Artaserse
. Fiorì in questo periodo il poeta
Antimaco
.
Imilcone
completò la distruzione di
Acragas
e la spoliazione dei suoi templi, attaccò quindi
Gela
e dopo aver razziato il territorio si impadronì di una grande statua bronzea di
Apollo
che mandò a
Tiro
sulla quale nacquero diverse superstizioni.
I
Geloi
difesero con grande vigore la loro città respingendo i ripetuti attacchi dei
Cartaginesi
e spesso compiendo sortite contro gli assedianti.
109
Dionisio
di
Siracusa
radunò un'armata e si portò nei pressi di
Gela
. Per venti giorni impedì agli assedianti di procurare rifornimenti, quindi li circondò dividendo le sue forze in tre ali e sferrò l'attacco.
110
L'impresa di
Dionisio
e dei suoi alleati non ebbe fortuna e il tiranno, rendendosi conto che le sue truppe stavano subendo una sconfitta, ordinò la ritirata all'interno delle mura.
111
Constatato di non trovarsi nel luogo adatto per affrontare il nemico,
Dionisio
decise di evacuare
Gela
e
Camarina
trasferendo la popolazione a
Siracusa
.
112
Molti ritenevano che
Dionisio
volesse far leva sulla paura che i
Cartaginesi
suscitavano per impadronirsi di altre città. Molte circostanze sembravano deporre in questo senso:
Dionisio
si era ritirato al primo scontro dopo una sconfitta non grave, il nemico non lo aveva inseguito e altro. Gli alleati italici abbandonarono
Dionisio
e tornarono alle loro case mentre i cavalieri siracusani anticipavano l'arrivo del tiranno e giunti a
Siracusa
si impadronirono del tesoro e della moglie di
Dionisio
che fu torturata senza pietà.
113
Durante la notte
Dionisio
entrò in città incendiando le porte con seicento mercenari e trucidò i cavalieri ribelli e chiunque gli si opponeva.
114
Imilcone
propose la pace a
Dionisio
che accettò. Ai
Cartaginesi
fu riconosciuta l'egemonia sui precedenti domini, su Elimi e
Sicani
.
Selinunte
,
Acragas
,
Imera
,
Gela
e
Camarina
rimasero libere a condizione di non costruire fortificazioni e pagare un tributo.
Siracusa
rimase a
Dionisio
.
Imilcone
ripartì con l'esercito dimezzato dalla peste.
Libro XIV
1
Considerazioni morali di
Diodoro
su alcuni casi di abuso di potere.
Nel primo anno della 94ma
Olimpiade
gli
Ateniesi
ottennero la pace dagli
Spartani
a condizione di abbattere le mura e ristabilire il governo tradizionale. Si aprì una diatriba su quale fosse la forma di governo da adottare e i sostenitori dell'oligarchia si rivolsero allo spartano
Lisandro
che conferì il potere a un consiglio di trenta membri respingendo l'opposizione di
Teramene
.
Sperando che potesse mitigare la tirannia il popolo elesse
Teramene
fra i trenta che fu costretto a scegliere.
Quando i Trenta Tiranni cominciarono con l'appoggio di una guarnigione spartana a commettere abusi e proscrizioni,
Teramene
si oppose e fu fatto uccidere da Crizia presidente dei Trenta.
Morto
Teramene
le proscrizioni continuarono e molti cittadini lasciarono
Atene
ma gli
Spartani
emanarono un decreto che faceva obbligo a chiunque incontrasse un fuoriuscito ateniese di catturarlo e consegnarlo ai Trenta. A questi provvedimenti si opposero
Argo
e
Tebe
che accolsero molti esuli
Ateniesi
.
2
A
Siracusa
Dionisio
fece costruire fortificazioni sull'Isola, attrezzò il porto e assegnò terreni e case ai suoi sostenitori. Consolidata la sua signoria assediò Erbesso ma fu richiamato urgentemente per una ribellione scoppiata a
Siracusa
. Assediato nelle
Epipoli
,
Dionisio
scese a patti con i ribelli e ottenne di poter lasciare
Siracusa
ma intanto aveva contattato i
Campani
offrendo denaro e richiamato trecento mercenari.
Con
Campani
e mercenari
Dionisio
domò la ribellione e riprese il potere offrendo il perdono ma solo una parte dei rivoltosi accettò di tornare in città mentre gli altri, diffidando del tiranno, si stabilirono a
Catania
.
Intanto in
Grecia
Lisandro
continuava a instaurare regimi oligarchici nelle città sottomesse e a imporre tributi.
Aristo spartano fu inviato a
Siracusa
con il pretesto di abrogare la tirannide ma in effetti aiutò
Dionisio
a consolidarla.
Farnabazo
uccise
Alcibiade
forse per far cosa gradita agli
Spartani
o forse, come narrava Eforo, perché
Alcibiade
si era accordato con il
satrapo
di Paflagonia per una missione presso Dario.
Morì il filosofo
Democrito
a novant'anni.
3
(403 a.C.) I
Bizantini
chiesero a
Sparta
un comandante che risolvesse le discordie interne e fu inviato
Clearco
che si comportò da tiranno, fece uccidere i magistrati e i cittadini più in vista e sequestrò i loro beni, quindi assoldò molti mercenari stranieri e si impossessò del potere.
Conquistò la città di Selimbria e vi si trasferì per potersi difendere dai
Bizantini
e dagli
Spartani
che gli mandarono contro un esercito comandato da Pantoida. Sconfitto dagli
Spartani
fuggì nella Ionia dove si fece amico
Ciro
fratello del re.
Ciro
, che progettava di far guerra al fratello
Artaserse
, lo incaricò di reclutare un esercito.
A
Sparta
Lisandro
, orgoglioso dei suoi successi, mirava a essere incoronato re e per riuscirci tentò di corrompere i sacerdoti dell'oracolo di
Delfi
e poi di quello di
Dodona
ma senza successo.
Si recò allora a
Cirene
per tentare con i sacerdoti di
Zeus Ammone
ma questi lo denunciarono a
Sparta
e
Lisandro
, processato, riuscì a scagionarsi con molta difficoltà.
In
Sicilia
Dionisio
, dopo aver domato la ribellione, si occupò di estendere il suo dominio. Conquistò
Enna
mentre tralasciò
Leontini
che mostrava di avere le risorse per difendersi. Prese
Catania
accordandosi segretamente con il governatore Arcesilao che gli conquistò la città, fece altrettanto con Procle governatore di Nasso.
Attaccò di nuovo
Leontini
che questa volta si arrese.
4
(
402 a.C.
) Si verificarono disordini nella città di Oropo, poi risolti con l'intervento dei
Tebani
. Gli
Spartani
attaccarono gli Elei con vari pretesti, aveva il comando il re
Pausania
. Entrato in
Elide
e occupati alcuni siti,
Pausania
tentò l'assedio di Pilo ma i difensori si mostrarono superiori alle sue aspettative.
A
Siracusa
Dionisio
, che aveva deciso di far guerra ai
Cartaginesi
, fece costruire un muro per difendere la città in caso di assedio.
5
(
401 a.C.
)
Ciro
intraprese la guerra contro il fratello con il contributo spartano di venticinque triremi e ottocento fanti. Nel totale l'esercito di
Ciro
comprendeva tredicimila uomini del
Peloponneso
i cui comandanti erano Clearco per
Sparta
, Prosseno per la
Beozia
, Socrate per gli
Achei
e Menone di Larissa per i
Tessali
.
Ciro
aveva rivelato lo scopo della missione soltanto ai comandanti mentre ufficialmente si trattava di domare ribellioni in
Pisidia
e in
Cilicia
. Giunto in
Cilicia
,
Ciro
ricevette l'obbedienza della capitale Tarso, quindi il re del luogo, informato sugli obiettivi, promise aiuto contro
Artaserse
e mise a disposizione un grosso corpo di armati, ma per salvaguardare in ogni caso la sua sicurezza informò
Artaserse
dell'accaduto.
Durante la marcia
Ciro
dovette spendere molto denaro e molte capacità di persuasione per convincere i soldati a seguirlo in quella che sembrava una missione lunghissima e pericolosa.
In effetti quando arrivò nei pressi di
Babilonia
trovò ad attenderlo un'immensa armata schierata da
Artaserse
che era stato avvertito anche da
Farnabazo
dei piani del fratello.
Artaserse
aveva il vantaggio numerico,
Ciro
poteva contare sulla maggiore esperienza di combattimento soprattutto per quanto riguardava i contingenti greci.
Artaserse
fu ferito dalla lancia di
Ciro
e fu allontanato dalla mischia mentre
Tissaferne
prendeva il suo posto al comando.
Ciro
, fattosi più ardito, si spinse troppo in avanti e fu ucciso da un soldato nemico.
Morto
Ciro
, il suo esercito si disperse,
Clearco
ritirò i suoi uomini dalla battaglia per evitare che cadessero in trappola. Durante la notte i
Persiani
attaccarono il campo degli
Spartani
ma vennero messi in fuga.
Artaserse
, pur avendo subito molte più perdite, riteneva di aver vinto la battaglia e mandò messaggeri ai capi dell'esercito di
Ciro
a ordinare di lasciare le armi offrendo clemenza, ma
Clearco
, Prosseno e Socrate rifiutarono.
I comandanti greci e
Arrideo
che aveva sostituito
Ciro
nel comando dei
Persiani
, intrapresero la marcia di ritorno guidando l'esercito lungo una strada diversa da quella percorsa all'andata.
Artaserse
li raggiunse ma non li attaccò, anzi li rifornì di scorte per il viaggio e garantì loro la sicurezza del perdono, quindi tornò a
Babilonia
dove premiò i più valorosi e fece sposare sua figlia a
Tissaferne
.
Tissaferne
raggiunse l'esercito ancora in marcia, ne attirò i capi in un tranello e ne fece strage. I
Greci
superstiti, ancora inseguiti da
Tissaferne
per un tratto, fecero un viaggio pericolosissimo in paesi inospitali e nelle nevi delle montagne armene dove molti morirono per il gelo.
Diodoro
racconta la lunga marcia con particolari pittoreschi come il miele di certe api in
Colchide
che procurò ventiquattro ore di catalessi a chi lo aveva assaggiato, o la sosta a Trapezunte dove si diceva fosse approdata la nave
Argo
.
Alla fine dei diecimila
Greci
che erano partiti con
Ciro
ne tornarono a casa meno di quattromila.
6
I
Tebani
che spesso ospitavano gli esuli
Ateniesi
fornirono a
Trasibulo
un gruppo di uomini con i quali tentare un'azione e
Trasibulo
occupò il castello di Fila non distante da
Atene
. I Trenta inviarono delle truppe per assediare quel castello ma in seguito rinunciarono.
Continuarono le proscrizioni e molti
Ateniesi
andarono a unirsi a
Trasibulo
. I tiranni tentarono di cooptarlo al posto di
Teramene
ma
Trasibulo
rifiutò seccamente e si giunse a uno scontro armato.
Trasibulo
con milleduecento fuoriusciti vinse un primo assalto, attaccò il
Pireo
e occupò la
Munichia
. Le truppe dei Trenta assediarono la collina comandati da Crizia ma quando questi venne ucciso cominciarono a disperdersi e furono sgominate da un ulteriore attacco di
Trasibulo
.
Tutti gli
Ateniesi
che non sopportavano più la tirannia scesero in piazza e cacciarono i Trenta. Furono nominati dieci magistrati per ristabilire l'ordine, anche questi presero a comportarsi in modo dispotico e chiamarono gli
Spartani
ma il re
Pausania
, stanco del discredito che la sua città si andava procurando, riconciliò la cittadinanza di
Atene
con i fuoriusciti e ripristinò la democrazia.
Gli
Spartani
si rivolsero contro i Messeni che per antichi accordi abitavano a
Cefalonia
e a
Naupatto
e li cacciarono da quei luoghi così che quelli andarono in parte in
Sicilia
al soldo di
Dionisio
e in parte a
Cirene
ad appoggiare una rivolta in corso e rimasero quasi tutti uccisi.
L'anno succesivo (
400 a.C.
)
Tissaferne
visitò le
satrapie
della costa che erano state di
Ciro
per prenderne possesso in nome di
Artaserse
. Tauro
satrapo
della
Jonia
non fidandosi di
Tissaferne
fuggì in
Egitto
con la famiglia presso il re Psammetico il quale poco curando i doveri dell'ospitalità lo scannò insieme ai suoi figli impossessandosi dei suoi averi e delle sue navi.
Le città greche dell'
Asia
chiesero aiuto a
Sparta
contro
Tissaferne
e gli
Spartani
mandarono ambasciatori al persiano per pregarlo di astenersi dalla violenza ma
Tissaferne
non li ascoltò e attaccò la città dei Cumei facendo prigionieri e pretendendo ricatti.
Gli
Spartani
dichiararono guerra affidando il comando di un piccolo esercito a Timbrone il quale occupò
Magnesia
e poco dopo prese come mercenari una squadra di seicento reduci della spedizione di
Ciro
.
Dionisio
di
Siracusa
fondò la città di
Adrano
sotto il monte
Etna
.
Il re di
Macedonia
Archelao
morì per un incidente di caccia e
Aeropo
, tutore di suo figlio
Oreste
, governò per sei anni.
A
Atene
il filosofo
Socrate
fu accusato da
Anito
e
Meleto
di empietà e di corrompere i giovani e fu condannato a bere la cicuta. Subito dopo il popolo, pentito, condannò a morte i suoi accusatori.
7
(
399 a.C.
) Dercillida sostituì Timbrone e occupò numerose città della
Troade
, quindi passò a combattere i
Traci
in
Bitinia
e nel
Chersoneso
. Una sedizione in
Eraclea Trachinia
fu repressa dallo spartano Eripide.
Conone
, con la mediazione di
Farnabazo
, ottenne il comando di un'armata persiana.
Fu conclusa una tregua fra
Spartani
e
Persiani
.
Gli abitanti di
Reggio
, preoccupati dalla potenza di
Dionisio
, decisero di attaccare
Siracusa
ma mancando il supporto dei
Messinesi
abbandonarono l'impresa.
Dionisio
, sapendo che in
Africa
la peste aveva fatto una strage e volendo impedire che i suoi sudditi continuassero a rifugiarsi in territori controllati dai
Cartaginesi
, decise di iniziare una nuova guerra e dedicò molte risorse e molta cura alla preparazione di adeguati armamenti.
Nello stesso anno i
Romani
subirono una sconfitta durante l'assedio di
Veio
.
8
(398 a.C.)
Dionisio
iniziò gli arruolamenti fra gli abitanti di
Siracusa
e delle città da lui controllate, quindi chiamò molti mercenari greci,
Spartani
in particolare.
Per stabilire buoni rapporti con
Reggio
offrì dei territori e chiese una moglie ma i
Reggini
rifiutarono mentre i
Locresi
accettarono la stessa proposta.
Dionisio
cambiò il suo comportamento facendosi più giusto e umano verso i cittadini e qualche tempo dopo indisse la guerra contro i
Cartaginesi
spiegando che conveniva approfittare della peste in
Africa
per liberare la
Sicilia
una volta per tutte dal nemico storico dei
Greci
.
I
Siracusani
aprirono le ostilità contro i numerosi
Cartaginesi
che vivevano nella loro città estromettendoli dopo averli spogliati di ogni avere. Presto furono imitati da altre città comprese quelle soggette ai
Cartaginesi
.
Intanto
Dionisio
inviò messi a
Cartagine
con una dichiarazione formale di guerra.
9
(397 a.C.)
Dionisio
marciò con l'esercito verso Mozia presso
Erice
, città che intendeva occupare per farne la base delle sue operazioni. Si unirono a lui
Camarina
,
Gela
,
Agrigento
,
Imera
,
Selinunte
,
Erice
ma gli abitanti di Mozia, confidando nell'aiuto cartaginese, si prepararono a sostenere l'assedio. Mozia si trovava su una piccola isola collegata alla
Sicilia
da una strada che gli abitanti interruppero per ostacolare i nemici, ma
Dionisio
ordinò la costruzione di argini per raggiungere l'isola.
Le sole città rimaste fedeli a
Cartagine
(
Ancira
, Solunto,
Segesta
,
Panormo
,
Entella
) furono saccheggiate.
Imilcone
mandò alcune navi a compiere azioni di disturbo nel porto di
Siracusa
per distogliere almeno in parte i nemici dall'assedio ma
Dionisio
concentrò le sue forze contro Mozia.
Imilcone
raggiunse Mozia e attaccò la flotta nemica con l'intento di impadronirsi di molte navi ma venne respinto dalla massa di soldati di
Dionisio
e dalle catapulte che incutevano terrore perché venivano usate per la prima volta.
L'assedio di Mozia fu particolarmente lungo e violento e si concluse con la strage degli abitanti e la vendita all'asta dei superstiti. Lasciato il comandante
Leptine
con centoventi navi a presidiare la costa della
Sicilia
,
Dionisio
rientrò a
Siracusa
.
10
(396 a.C.) Mentre
Dionisio
continuava la sua campagna in
Sicilia
,
Imilcone
aveva radunato un enorme esercito e preparato una flotta adatta a trasportarlo. Impegnando le navi comandate da
Leptine
con un'azione diversiva di navi da carico,
Imilcone
raggiunse
Panormo
con le triremi, sbarcò, prese
Erice
per tradimento e Mozia per assalto.
Dionisio
preferì non attaccare battaglia in terra nemica e, invitati i
Siracusani
a seguirlo, spostò l'esercito verso
Siracusa
.
Imilcone
decise di attaccare Messana per impadronirsi del porto. Portò l'esercito e la flotta nei pressi della città e al momento opportuno attaccò dalla terra e dal mare impadronendosi di Messana, quanti non erano fuggiti nelle città vicine furono tutti uccisi, tutti gli edifici furono distrutti.
Dionisio
si portò prudentemente fuori da
Siracusa
e si accampò con l'esercito a una certa distanza.
Imilcone
mosse verso
Siracusa
affidando a
Magone
il comando della flotta con l'ordine di attenderlo a
Catania
ma a causa della lava di una recente eruzione dell'
Etna
l'esercito cartaginese fu costretto ad aggirare la montagna ritardando di molto lo spostamento.
Dionisio
ne approfittò per affrontare la flotta e mandò
Leptine
contro
Magone
ma la superiorità numerica degli Africani ebbe ragione dei
Siculi
che persero molte navi e migliaia di uomini.
Molti chiesero a
Dionisio
di attaccare
Imilcone
per vendicare la sconfitta della flotta ma il tiranno, temendo che
Magone
colpisse
Siracusa
, preferì tornare in città e molti
Siculi
, sdegnati per questa scelta, passarono ai
Cartaginesi
.
Dionisio
mandò suoi incaricati in
Italia
e in
Grecia
per chiedere aiuti e assoldare mercenari.
Imilcone
portò tutta la sua flotta nel porto di
Siracusa
occupandolo interamente e circondò la città con l'esercito sfidando i
Siracusani
ma poiché nessuno osò affrontarlo si accampò e per trenta giorni devastò il territorio.
Quando i
Siracusani
tentarono con successo una sortita contro i
Cartaginesi
affondando diverse navi nemiche, ripresero coraggio e progettarono di approfittare delle circostanze per liberarsi anche di
Dionisio
.
11
Il siracusano Teodoro pronunciò un lungo e infervorato discorso per convincere i concittadini ad approfittare del momento per spodestare il tiranno, ora che per combattere contro i
Cartaginesi
Dionisio
aveva dovuto restituire le armi al popolo. Teodoro proponeva di permettere a
Dionisio
di andarsene incolume con la famiglia o di estrometterlo con la forza se avesse opposto resistenza.
Dopo Teodoro parlò lo spartano Faracide comandante delle forze alleate il quale inaspettatamente prese le parti del tiranno e negò il suo aiuto a un'eventuale ribellione.
12
I
Cartaginesi
furono colpiti da un'epidemia di peste dovuta alle pessime condizioni dell'accampamento,
Dionisio
ne approfittò per attaccarli in mare e in terra e incendiare le loro navi in porto.
Imilcone
offrì segretamente a
Dionisio
il denaro di cui disponeva ma il tiranno accordò la possibilità di fuggire ai soli
Cartaginesi
e non agli alleati e mercenari. I
Cartaginesi
presero il mare nottetempo, furono avvistati e inseguiti da marinai greci che affondarono le navi più arretrate. Quanti erano rimasti a terra in parte fuggirono nell'entroterra, tutti gli altri furono fatti prigionieri.
Imilcone
visse a
Cartagine
nel disprezzo generale e in condizioni miserrime, alla fine si suicidò.
Divulgatasi in
Africa
la notizia della sconfitta e del tradimento dei
Cartaginesi
nei confronti degli alleati, le popolazioni soggette si coalizzarono e riunirono un esercito di duecentomila uomini, Occuparono Tunisi e procedettero fino a assediare
Cartagine
ma la mancanza di comandanti esperti, le discordie interne e la carenza di viveri non permisero ai ribelli di continuare l'assedio e la rivolta ebbe termine.
13
Dionisio
ricompensò i mercenari cedendo loro la città di
Leontini
e il suo territorio dopo aver arrestato il loro comandante Aristotele. Assoldò altri mercenari e restituì ai luoghi nativi i
Siculi
liberati dai
Cartaginesi
.
Intanto il re spartano
Agesilao
depredava il territorio persiano fino alla
Frigia
. L'ammiraglio spartano Farace attaccò Cauno scontrandosi con
Conone
che comandava l'armata persiana, sopraggiunsero anche
Tissaferne
e
Farnabazo
e Farace, costretto a abbandonare quei luoghi, si spostò a
Rodi
, ma i
Rodii
abbandonarono la lega di
Sparta
e respinsero Farace accogliendo invece
Conone
quando giunse con ottanta navi.
Tornato in territorio persiano con l'esercito,
Agesilao
prese a devastare le campagne distruggendo fra l'altro il giardino di
Tissaferne
. Tese poi un'imboscata ai
Persiani
che lo inseguivano ammazzandone oltre seimila. In seguito a questa rotta
Artaserse
destituì
Tissaferne
dal comando supremo e lo sostituì con Tritauste, questi assassinò
Tissaferne
e concluse una tregua di sei mesi con
Agesilao
.
In
Grecia
i Focesi mossero guerra alla
Beozia
chiedendo aiuto agli
Spartani
che inviarono
Lisandro
e
Pausania
, mentre i
Beoti
si rivolsero a
Atene
. Gli
Ateniesi
intervennero a
Aliarto
assediata da
Lisandro
e dai Focesi, sconfissero gli assedianti e
Lisandro
cadde in battaglia. Alla notizia della rotta di
Aliarto
,
Pausania
concluse una tregua e riportò l'esercito nel
Peloponneso
.
Conone
chiese udienza a
Artaserse
e promise di debellare la flotta spartana se munito di mezzi finanziari adeguati, ottenne quanto chiedeva e scelse
Farnabazo
come collega nel comando.
14
(395 a.C.) La
Beozia
,
Atene
,
Corinto
e
Argo
si allearono contro
Sparta
, presto si unirono altre città. Questa lega mandò rinforzi a Medio principe di
Larissa
che combatteva Licofrone tiranno dei Ferei e che con questi aiuti occupò
Farsalo
togliendola agli
Spartani
.
I
Beoti
occuparono
Eraclea Trachinia
e la restituirono ai legittimi abitanti esiliati dagli
Spartani
. Ismenia comandante dei
Beoti
si scontrò con i Focesi comandati da Lacistene e li vinse. Le città della Lega combatterono con gli
Spartani
presso il fiume Nemea una battaglia dall'esito incerto, intanto
Agesilao
rientrava rapidamente dall'
Asia
con il suo esercito mentre
Conone
e
Farnabazo
cercavano battaglia con gli
Spartani
presso le rive del
Chersoneso
.
La flotta spartana fu sopraffatta da quella persiana ma il suo comandante
Lisandro
ritenendo disonorevole fuggire affrontò i nemici con la sua sola nave e perse la vita.
Non chiaro fu il risultato anche della battaglia combattuta presso
Coronea
da
Agesilao
contro i
Beoti
, battaglia che si concluse con modeste perdite da entrambe le parti.
Coo
,
Nisiro
, Teo,
Chio
e altri abbandonarono spontaneamente
Sparta
e passarono a
Conone
.
15
(
394 a.C.
)
Conone
con la flotta persiana approdò al
Pireo
e organizzò la ricostruzione delle Lunghe Mura che erano state distrutte dagli
Spartani
ma Teribaro comandante dell'esercito persiano in
Asia
, geloso dei successi di
Conone
, lo accusò di cospirazione e richiamatolo a
Sardi
lo fece arrestare.
Sedizioni interne a
Corinto
furono appoggiate da
Atene
mentre gli
Spartani
si schieravano contro i cospiratori, furono coinvolte altre città e ne nacque la guerra corinzia che durò otto anni. In
Sicilia
gli abitanti di
Reggio
che vedevano con preoccupazione le fortificazioni che si stavano costruendo a
Messina
tentarono di assediare quella città ma non ebbero successo.
Dionisio
attaccò
Tauromenio
che era difesa strenuamente dai
Siculi
. Riuscì a penetrare in città in una notte di inverno ma i difensori cacciarono i suoi soldati e lo stesso
Dionisio
rischiò di essere catturato.
Morì
Pausania
re di
Sparta
che era stato processato per i suoi delitti (aveva tardato a portare aiuti a
Lisandro
nella battaglia di
Aliarto
) e gli successe il figlio
Agesipoli
. Morì anche
Pausania re di Macedonia
ucciso da
Aminta
che usurpò il trono.
16
(
393 a.C.
) In
Sicilia
il cartaginese
Magone
nel tentativo di recuperare terreno dopo la disfatta proteggeva le città ostili a
Dionisio
e cercava alleanze con i
Siculi
contro il tiranno. Devastò il territorio di
Messina
e andò ad accamparsi presso
Abacena
ma qui fu battuto da
Dionisio
. Quest'ultimo tentò un assalto a
Reggio
che non gli riuscì quindi devastò i dintorni e concluse una tregua.
Nella guerra corinzia
Ificrate
portò un improvviso assalto agli
Spartani
che transitavano nel paese dei
Corinzi
e ne uccise molti combattendo in seguito anche a
Fliunte
e
Sicione
. Gli
Argivi
occuparono
Corinto
e
Ificrate
che aveva progettato la stessa impresa ma non aveva avuto l'approvazione del popolo si dimise e il comando fu affidato a Cabria.
Gli
Illiri
deposero il re di
Macedonia
Aminta
il quale donò un territorio agli
Olinti
. Dopo due anni in cui regnò
Argeo,
Aminta
recuperò il regno con l'aiuto dei
Tessali
e lo tenne per ventiquattro anni.
Morì il re del
Bosforo
Satiro, fu suo successore il figlio Leucone.
I
Romani
, nell'undicesimo anno di assedio di
Veio
, nominarono
dittatore
Marco Furio Camillo
e maestro di cavalleria
Publio Cornelio
. Penetrando in città tramite un cunicolo i
Romani
presero
Veio
, il
dittatore
trionfò e fu offerto un cratere d'oro a
Apollo
in
Delfi
ma durante il viaggio il cratere cadde nelle mani dei pirati di
Lipari
. Timositeo supremo magistrato di
Lipari
impose la restituzione del cratere e liberò quanti lo trasportavano ottenendo grandi onori dalla gratitudine dei
Romani
.
17
(
392 a.C.
)
Trasibulo
ebbe il comando della flotta e si occupò di riportare sotto il controllo ateniese le città delle isole che si erano ribellate. A
Metimna
si scontrò con gli
Spartani
e uccise il loro comandante Terimaco, concluse patti con Eresso e Antissa e si spostò a
Rodi
.
I
Cartaginesi
, riprendendosi dalla disfatta subita, avevano riunito un nuovo esercito in
Sicilia
al comando di Magone il quale aveva già portato dalla sua parte diverse città soggette a
Dionisio
ma non
Agira
il cui tiranno
Agiride
era stato beneficiato da
Dionisio
.
Siracusani
e
Agirii
isolarono l'esercito cartaginese privandolo di rifornimenti e costrinsero Magone a chiedere la pace che fu conclusa alle precedenti condizioni oltre all'acquisizione di
Tauromenio
da parte di
Siracusa
.
(
392 a.C.
) A
Rodi
prevalsero i filospartani che proscrissero gli avversari e chiesero aiuto a
Sparta
contro le iniziative degli esuli. Da
Sparta
furono inviate sette triremi comandate da Eudocineo, Filodico e Difila. Gli
Spartani
allestirono una nuova flotta mentre il loro re
Agesilao
invadeva e saccheggiava l'
Argolide
.
Evagora
prese il potere a
Salamina di Cipro
e progressivamente assoggettò tutta l'isola. I dissidenti chiesero aiuto a
Artaserse
re di
Persia
che affidò al
satrapo
di
Caria
Ecatomno
il compito di combattere
Evagora
ed egli stesso si portò a
Cipro
con un grosso esercito.
In
Italia
i
Romani
combattevano contro i
Falisci
.
(
391 a.C.
)
Artaserse
nominò Struta comandante supremo e gli ordinò di attaccare
Sparta
. Lo spartano Timbrione invase e saccheggiò le province persiane ma fu sconfitto da Struta e cadde in combattimento con molti dei suoi.
Trasibulo
si recò con la flotta a
Aspendo
dove gli abitanti, offesi dai soprusi dei soldati
Ateniesi
, portarono un assalto notturno alle navi e uccisero
Trasibulo
.
18
Dionisio
invase il territorio di
Reggio
e si accampò sullo stretto. Venne a battaglia in mare contro le sessanta navi di
Crotone
accorse in aiuto a
Reggio
e fu sconfitto, perse molti uomini e riparò nel porto di
Messina
. Strinse alleanza con i
Lucani
che in quel periodo erano in guerra con i Turii. I
Lucani
attrassero l'esercito dei Turii nel loro territorio e qui, in un'imboscata, fecero strage di diecimila uomini. Mentre i
Lucani
inseguivano i superstiti giunse nel porto
Leptine
fratello di
Dionisio
che fece da mediatore e riconciliò i nemici. L'azione rese
Leptine
popolare presso gli
Italici
ma non fu gradita a
Dionisio
che gli tolse il comando della flotta. Intanto i
Romani
dividevano fra loro il territorio di
Veio
, combattevano contro gli
Equi
e fondavano una colonia al
Circeo
.
19
(
390 a.C.
)
Dionisio
ritentò la conquista di
Reggio
. Prima di passare lo stretto inviò il fratello Tearide a
Lipari
per catturare dieci navi reggine che vi si trovavano, quindi sbarcato in
Italia
assediò la città di Caulonia. I
Greci
d'
Italia
formarono un esercito e ne affidarono il comando a Elori di
Siracusa
, un esule che viveva a
Crotone
.
Elori con ventimila fanti e duemila cavalieri mosse verso Caulonia ma
Dionisio
gli andò incontro e lo attaccò a sorpresa uccidendo Elori e tutti gli uomini del drappello che precedeva l'esercito. Nella battaglia che seguì perirono migliaia di
Italici
ma
Dionisio
, diversamente dal suo costume, risparmiò i sopravvissuti e li mandò liberi senza pretendere riscatto. Si accinse quindi a liberare
Reggio
ma trattò con gli ambasciatori reggini e come condizione di pace impose un pesante tributo, la consegna di ostaggi e di tutte le navi. Quanto a Caulonia deportò a
Siracusa
tutti gli abitanti e demolì la città.
20
(389 a.C.)
Dionisio
distrusse
Ipponio
dandone le terre ai
Locresi
. Voleva vendicarsi dei
Reggini
che in passato avevano rifiutato di dargli una ragazza da sposare e cercava un pretesto per rompere la pace. Chiese agli abitanti di
Reggio
di rifornire il suo esercito promettendo di restituire tutto, i
Reggini
acconsentirono ma alla lunga sospettarono un inganno e interruppero le forniture.
Dionisio
ne fece l'occasione che aspettava per assediare la città. Durante l'assedio di
Reggio
iniziarono i giochi olimpici ai quali
Dionisio
volle partecipare mandando il fratello Tearide con carri e cavalli magnificamente addobbati e con cantori che dovevano eseguire in pubblico i versi da lui composti per magnificare le sue imprese.
L'apparato siracusano suscitò ammirazione ma quando la folla comprese il senso dei versi cantati nacquero disordini stimolati anche dall'oratore Lisia che chiedeva a gran voce l'espulsione degli inviati del tiranno.
21
(
388 a.C.
) Gli
Spartani
mandarono l'ammiraglio
Antalcida
a trattare la pace con
Artaserse
il quale pose come condizione che tutte le città greche dell'
Asia
tornassero sotto il suo dominio e tutte le altre si governassero con leggi proprie.
Atene
,
Tebe
e altre città non erano d'accordo ma non avendo forze adatte per combattere i
Persiani
furono costrette ad accettare.
Artaserse
si volse contro
Evagora
che intanto aveva sottomesso completamente
Cipro
.
Reggio
si arrese per fame dopo undici mesi di assedio e tutti gli abitanti che non potevano pagare un riscatto furono venduti come schiavi. Pitane, comandante dell'esercito di
Reggio
, fu giustiziato dopo aver subito ogni sorta di tortura e suo figlio fu annegato in mare.
22
I
Galli
provenienti dai paesi transalpini con un grande esercito occuparono le terre fra le
Alpi
e l'
Appennino
cacciandone gli
Etruschi
. Una parte dei
Galli
, i
Senoni
, insoddisfatta della sistemazione, invase e saccheggiò il territorio di
Chiusi
. Il caso volle che si trovassero presenti ambasciatori romani uno dei quali prese parte ai combattimenti e uccise un nobile gallo. I
Galli
chiesero al
senato
la consegna del troppo intraprendente ambasciatore. Il
senato
, vedendo respinta l'offerta di un indennizzo in denaro, prese a valutare la richiesta ma il padre dell'imputato, tribuno della plebe, oppose il veto.
I
Galli
attaccarono
Roma
in settantamila e fecero rapidamente strage delle truppe che i
consoli
avevano condotto sul
Tevere
per difendere la città.
Quanti erano rimasti a
Roma
si barricarono sul
Campidoglio
preparandosi a sostenere l'assedio mentre i superstiti della battaglia che si erano rifugiati a
Veio
tentavano di organizzare una controffensiva. Un certo
Ponzio Comino
traversò il
Tevere
a nuoto e durante la notte si arrampicò sul
Campidoglio
, informò gli assediati dei preparativi in corso a
Veio
e tornò indietro.
L'indomani i
Galli
scorsero le sue tracce e tentarono di salire sul colle per lo stesso sentiero percorso da Ponzio Comino ma la loro presenza fu svelata dagli schiamazzi delle oche sacre a
Giunone
. Marco Manlio, uno dei difensori, ferì il primo della fila dei nemici che si stavano arrampicando facendo precipitare lui e quanti lo seguivano.
Fu concluso un trattato di pace che prevedeva la consegna di mille libbre d'oro ai
Galli
.
Approfittando delle disgrazie dei
Romani
, i
Volsci
dichiararono la guerra. I tribuni militari procedettero alla leva ma, risultando le forze nemiche molto più numerose, si decise di nominare
dittatore
Marco Furio
il quale attaccò i
Volsci
ottenendo una grande vittoria, sconfisse gli
Equi
che assediavano
Bola
e liberò
dagli
Etruschi
.
Dopo questa vittoria Furio raggiunse e sconfisse i
Galli
che avevano depredato
Roma
e recuperò il loro bottino compreso l'oro del riscatto. Più tardi i
Galli
furono battuti durante la loro marcia anche dagli abitanti della
Sabina
.
Nonostante i suoi successi a Furio non fu concesso di celebrare il trionfo a causa dell'invidia dei tribuni, due anni dopo fu anche condannato a pagare una grossa multa.
Libro XV
1)
Diodoro
inserisce una considerazione su come gli
Spartani
furono indotti dalla loro arroganza verso gli alleati e i popoli sottomessi a perdere in breve tempo con le battaglie di
Leuttra
e
Mantinea
un impero durato cinque secoli. Passa quindi a raccontare la spedizione dei
Persiani
contro
Evagora re di Cipro
.
2)
Nel
386 a.C.
Artaserse
preparò una grande armata per questa impresa e ne affidò il comando al genero
Oronte
e a
Tiribazo
satrapo
della
Lidia
. Dal canto suo
Evagora
riceveva aiuti militari e finanziari dal re egiziano
Acoris
, da
Ecatomno
satrapo
della
Caria
e da altri nemici dei
Persiani
. Aveva dalla sua parte tutte le città dell'isola e
Tiro
in
Fenicia
.
Disponendo di molte navi corsare,
Evagora
riuscì a tagliare i rifornimenti dei nemici in modo che la fame spingesse i soldati persiani e sopratutto i mercenari alla ribellione e alla diserzione.
Il re cipriota riportò qualche successo ma infine le preponderanti forze persiane lo costrinsero a fuggire e lo assediarono in
Salamina
. Riuscì ad imbarcarsi affidando la città al figlio
Pnitagora
e si recò in
Egitto
per trattare con
Acoris
un'iniziativa comune contro i
Persiani
.
Intanto gli
Spartani
, insofferenti alla pace che si era creata con il trattato di
Antalcida
ed ansiosi di recuperare la supremazia, cominciarono a sobillare rivolte e presto passarono ad attaccare apertamente altre città.
Intimarono di abbattere le mura ai loro vicini di
Mantinea
i quali si rivolsero ad
Atene
ma gli
Ateniesi
rifiutarono di aiutarli per non rompere i trattati, quindi i
Mantineesi
si organizzarono con molto coraggio per resistere ai nemici.
In
Sicilia
Dionisio di Siracusa
, finita la guerra con
Cartagine
, approfittava della pace per studiare e comporre poemi che sottoponeva al giudizio dei migliori letterati. Il poeta
Filosseno
fu incarcerato nelle latomie per aver criticato i versi del tiranno ma fu presto liberato. Interrogato ancora sullo stesso argomento da
Dionisio
non rispose ma chiamò personalmente le guardie chiedendo di essere riportato in prigione.
3)
Tornato dall'
Egitto
con un finanziamento minore di quello richiesto,
Evagora
trattò la pace con
Tiribazo
ed accettò tutte le condizioni di resa che limitavano il suo regno alla sola
Salamina
.
Oronte
, invidioso del successo di
Tiribazo
, lo calunniò presso
Artaserse
accusandolo di aver patteggiato con
Evagora
quando avrebbe potuto facilmente sconfiggerlo e di avere rapporti segreti con i
Lacedemoni
.
Tiribazo
fu richiamato in patria ed imprigionato e
Oronte
assunse il comando ma vedendo che i suoi soldati non avevano gradito il cambiamento finì per concludere la pace con
Evagora
alle condizioni già concordate.
Gaone
, generale dell'armata persiana e genero di
Tiribazo
, temendo di essere coinvolto nel processo del suocero si ribellò e passò all'
Egitto
insieme a molti dei suoi soldati, quindi contattò gli
Spartani
proponendo la sua alleanza contro il re di
Persia
, proposta che gli
Spartani
accettarono molto volentieri. Intanto in
Persia
Tiribazo
veniva processato e assolto mentre
Oronte
, macchiatosi di calunnia e di infamia, veniva cancellato dall'elenco degli amici del re.
Con l'inverno gli
Spartani
riuscirono ad espugnare
Mantinea
dopo mesi di assedio.
Dionisio di Siracusa
, progettando di invadere l'
Epiro
, strinse alleanza con gli
Illiri
e favorì la fondazione di colonie sulla costa dello
Ionio
e dell'
Adriatico
per facilitare le spedizioni verso oriente.
4-5)
Nel
384 a.C.
i
Parii
di stabilirono nella colonia di
Pharos
(attuale
Cittavecchia di Lesina
in
Croazia
) che avevano fondato con l'aiuto di
Dionisio
e la fortificarono ma si scontrarono con gli
Illiri
, furono aiutati dalle navi di
Lisso
(altra recente colonia siracusana) che affondarono molte imbarcazioni nemiche.
Trovandosi a corto di fondi
Dionisio
navigò fino alle coste dell'
Etruria
e saccheggiò il tempio di
Agilla (Cerveteri)
ricavando un ricco bottino con il quale finanziò nuove truppe contro i
Cartaginesi
.
Dal canto loro i
Cartaginesi
reclutarono un grande esercito di cittadini e di mercenari sotto il comando di
Magone
ed attaccarono contemporaneamente in
Sicilia
e in
Italia
costringendo
Dionisio
a dividere le proprie forze.
Dopo molte schermaglie si combattè una grande battaglia nella quale
Magone
perse la vita. Privati del comandante i
Cartaginesi
chiesero la pace,
Dionisio
pose come condizione che i
Cartaginesi
lasciassero tutta la
Sicilia
ma durante la tregua concordata per le trattative
Magone
figlio di
Magone
riorganizzò l'esercito e nella successiva battaglia del
Monte Kronio
i
Siracusani
furono sconfitti.
In questa battaglia perse la vita
Leptine
fratello di
Dionisio
che comandava una delle ali dell'esercito. Lo sgomento che seguì provocò la disfatta dei
Siracusani
che lasciarono sul campo millequattrocento caduti. Con la pace firmata dopo questi eventi i
Cartaginesi
ottennero
Selinunte
e parte dell'
Agrigentino
.
In
Asia
Gaone
venne ucciso e prese il suo posto
Taco
che fondò la città di
Leuca
. Morto anche
Taco
nacque una contesa fra
Clazomene
e
Cuma
per il possesso di
Leuca
che infine andò a
Clazomene
per sentenza della
Pizia
.
Gli
Spartani
si allearono con il re di
Macedonia
Aminta
contro
Olinto
, contemporaneamente sottomisero
Fliunte
. I due re di
Sparta
non erano concordi, secondo
Agesipoli
si doveva rispettare il trattato di
Antalcida
mentre
Agesilao
insisteva per spingere
Sparta
a conquistare l'intera
Grecia
.
Nel
382 a.C.
i
Lacedemoni
occuparono la rocca di
Tebe
perché temevano l'eventuale rivalità di questa città così antica e potente, l'occupazione fu eseguita da
Febida
, comandante dell'esercito inviato da
Sparta
contro
Olinto
.
Per calmare l'indignazione della altre città greche gli
Spartani
multarono
Febida
e lo destituirono dal comando affidando la guerra contro gli
Olintii
a suo fratello Eudamida. Poichè gli
Olintii
non cedevano gli
Spartani
inviarono un altro esercito comandato da Teleuzia fratello di
Agesilao
, ma furono di nuovo sconfitti e Teleuzia perì in battaglia insieme a mille e duecento
Spartani
.
6)
I
Cartaginesi
liberarono la città di
Ipponio (Vibo Valenzia)
che era stata conquistato da
Dionisio
e la restituirono alla popolazione. Poco dopo
Cartagine
fu colpita da una grave pestilenza. I
Sardi
ne approfittarono per ribellarsi e solo quando l'epidemia fu superata i
Cartaginesi
riuscirono a sottometterli di nuovo.
L'anno successivo (
378 a.C.
) gli esuli tebani si ribellarono all'occupazione spartana, rientrarono in città con la forza ed attaccarono il presidio della rocca. Mentre si combatteva gli
Spartani
mandarono messaggeri in patria per chiedere rinforzi e i
Tebani
si rivolsero agli
Ateniesi
che accettarono di aiutarli.
Gli
Ateniesi
raggiunsero molto rapidamente
Tebe
mentre la città riceveva aiuti anche da varie località della
Beozia
, così con un grande esercito i
Tebani
e gli alleati presero ad attaccare sistematicamente il presidio spartano che occupava la
Rocca Cadmea
.
Il presidio resistette a lungo ma tardando i rinforzi alla fine cedette per fame. Gli
Spartani
del presidio furono lasciati partire incolumi ma giunti in patria due dei tre comandanti furono giustiziati e il terzo condannato a pagare una multa esorbitante.
I
Tebani
continuarono a rinforzare le loro difese in vista di nuove iniziative nemiche mentre gli
Ateniesi
svolgevano propaganda antispartana portando dalla loro parte
Chio
,
Bisanzio
,
Rodi
,
Mitilene
e molte altre città. Gli
Spartani
, preoccupati, tentavano di recuperare il terreno perduto con la diplomazia ma intanto si preparavano a sostenere una lunga guerra.
Intanto
Acoris re d'Egitto
assoldava molti mercenari contro i
Persiani
e chiamava a comandarli l'ateniese Cabria. L'esser passato Cabria al soldo di
Acoris
fu pretesto per i
Persiani
per protestare presso gli
Ateniesi
denunciando un atto contrario ai buoni rapporti che intercorrevano in quel periodo fra
Atene
e
Persia
. Desiderosi di non guastare tali rapporti gli
Ateniesi
richiamarono Cabria e mandarono
Ificrate
in aiuto ai
Persiani
.
Il nuovo comandante supremo dell'armata spartana, di nome Sfodria, fece un improvviso tentativo di occupare il
Pireo
. Non ebbe successo ma gli
Ateniesi
considerarono il gesto come un'offesa inaccettabile che infrangeva i vigenti trattati di pace.
Armato un esercito, gli
Ateniesi
lo affidarono al comando di
Timoteo
, Cabria e Callistrato, intanto saliva a settanta il numero delle città greche confederate intorno a
Atene
contro
Sparta
.
Nell'isola di
Eubea
, tutta filoateniese, la sola città di Estiea che in passato era stata danneggiata dagli
Ateniesi
e aiutata dagli
Spartani
si manteneva fedele ai secondi. Cabria passò in
Eubea
e sottomise Estiea, altrettanto fece con alcuni centri minori filospartani delle
Cicladi
.
Agesilao
, reduce da una bella vittoria contro i
Persiani
, assunse il comando e si portò in
Beozia
. Attaccò i
Tebani
arroccati su un colle vicino alla città ma Cabria aveva preparato un fitto schieramento alla base del colle che fece esitare gli attaccanti tanto che
Agesilao
ordinò di desistere e si limitò a devastare i dintorni. Si allontanò soddisfatto della propria prudenza perché non aveva subito perdite e anche Cabria fu molto onorato per aver salvato
Tebe
senza combattere.
Gli scontri proseguirono presso Tespia e ancora a
Tebe
mentre in mare si combatteva fra
Nasso
e
Paro
e le navi di
Atene
, comandate da Cabria, mettevano in rotta la flotta spartana dell'ammiraglio Pollide.
7)
376 a.C.
: Gli
Ateniesi
soccorrono la città di
Abdera
saccheggiata e poi assediata dai
Triballi
. Il comandante ateniese
Timoteo
alleatosi con
Alceta
re dei
Molossi
sconfigge in battaglia navale gli
Spartani
presso Leucate. Contemporaneamente i
Tebani
scacciano il presidio spartano da
Orcomeno
.
375 a.C.
:
Artaserse
, volendo reclutare un esercito greco per impiegarlo contro l'
Egitto
, si presta a far da mediatore fra le città greche perché concludano le ostilità e si giunge ad un accordo che prevede l'indipendenza di ogni città con il divieto per tutte di tentare di controllare le altre. Solo
Tebe
non accetta questa condizione perché intende mantenere la supremazia in
Beozia
.
Si tiene un convegno generale in cui
Epaminonda
sostiene le ragioni tebane discutendo con l'ateniese Callistrato e non trovando un accordo si conclude l'alleanza escludendone
Tebe
.
Del resto i
Tebani
eccellevano nell'arte militare e vantavano tre dei migliori comandanti della
Grecia
,
Pelopida
,
Gorgia
e
Epaminonda
. Quest'ultimo era particolarmente valoroso ma era anche un uomo molto colto e di grandi qualità. Sconfisse gli
Spartani
e i loro alleati ed arrivò ad uccidere il re
Cleombroto
.
La nuova condizione di indipendenza ottenuta grazie ai recenti trattati favorì in molte città rivendicazioni di quanti avevano subito ingiustizie sotto i regimi precedenti e da qui nacquero varie ribellioni, a
Sparta
, a
Corinto
, a
Megara
, a
Sicione
.
374 a.C.
: I
Persiani
muovevano contro l'
Egitto
al comando di
Farnabazo
e di
Ificrate
, il loro esercito comprendeva ventimila mercenari greci.
Giunti alla foce di
Pelusio
, i
Persiani
la trovarono difesa da un gran numero di soldati, estremamente fortificata e ricca di ostacoli naturali, passarono quindi alla foce successiva detta Mendesia dove riuscirono a sbarcare e scontratisi con le difese egiziane le sopraffecero.
Ificrate
venne a sapere che l'importante città di
Menfi
era indifesa e l'avrebbe subito attaccata se
Farnabazo
per sospetto o gelosia non glielo avesse impedito. Questi ostacoli permisero agli
Egiziani
di organizzare le difese di
Menfi
e quindi di passare alla controffensiava facendo strage dei
Persiani
, infine i due comandanti decisero di rientrare in
Persia
perché era iniziata la stagione della piena del
Nilo
. Il disaccordo fra
Farnabazo
e
Ificrate
si fece più acuto e il greco giudicò più opportuno tornare ad
Atene
.
Farnabazo
lo richiese accusandolo di aver fatto fallire l'impresa egiziana ma non fu soddisfatto, anzi
Ificrate
divenne il capo supremo dell'armata ateniese.
8)
La pace non durò a lungo. A
Zacinto
gli esuli del vecchio governo aristocratico rientrarono con la forza cacciando i popolari che si rifugiarono presso
Timoteo
ateniese. L'altra fazione si rivolse agli
Spartani
che inviarono
Aristocrate
. Analoga situazione si verificò a
Corcira
.
In
Beozia
i
Tebani
espugnarono e distrussero
Platea
che era passata all'area di influenza ateniese, i cittadini superstiti ripararono a
Atene
dove furono accolti fra la popolazione. Anche Tespia venne espugnata dai
Tebani
.
Lo spartano
Mnasippo
assediò
Corcira
approfittando del fatto che
Timoteo
, che avrebbe dovuto difenderla, si tratteneva in
Tracia
per fare nuove alleanze. Venne in aiuto dei
Corciresi
l'ateniese Ctesicle che li liberò ed uccise
Mnasippo
. Intanto a
Cipro
l'eunuco Nicocle usurpò il regno di
Salamina
uccidendo a tradimento il re
Evagora
.
Il
Peloponneso
fu colpito da gravissimi terremoti e maremoti e
Diodoro
espone (e sembra condividere) l'opinione di quanti attribuivano l'evento all'ira divina perché a causa delle frequenti guerre si erano trascurati i culti e si erano commessi sacrilegi.
9)
372 a.C.
: L'apparizione di una meteora luminosa viene interpretata come presagio della fine imminente del predominio spartano.
Artaserse
volle di nuovo convocare le città greche per mettere pace e di nuovo
Tebe
non partecipò, ciò valse per gli
Spartani
come pretesto per attaccarla.
371 a.C.
: I rinnovati accordi proibivano a tutte le città greche di aiutare
Tebe
. Gli
Spartani
affidarono il comando al re
Cleombroto
e dopo un ultimo approccio diplomatico respinto dai
Tebani
passarono all'attacco insieme agli alleati, convinti di riportare una facile vittoria.
I
Tebani
avevano trasferito ad
Atene
donne e bambini ed il comandante supremo
Epaminonda
aveva reclutato i migliori fra i cittadini di
Tebe
e del resto della
Beozia
. Nonostante alcuni presagi che furono interpretati come funesti dai più anziani,
Epaminonda
marciò fino a
Cheronea
e pose qui il suo campo.
Cleombroto
, seguendo un altro percorso, andò ad accamparsi a
Leuttra
. Quando i due eserciti giunsero ad avvistarsi i
Tebani
esitarono davanti alla superiorità numerica del nemico, si votò il da farsi fra i più alti ufficiali e prevalse la posizione di
Epaminonda
: affrontare gli
Spartani
e cercare la vittoria.
Prima della battaglia
Epaminonda
, per alzare l'umore dei suoi, diffuse notizie di presagi favorevoli. Alcuni indovini del luogo parlarono di un oracolo che aveva predetto che gli
Spartani
sarebbero stati debellati a
Leuttra
dove le figlie dell'eroe eponimo Leuttro si erano uccise per essere state stuprate da legati di
Sparta
.
Intanto le già nutrite schiere di
Cleombroto
ricevevano nuovi consistenti rinforzi guidati da
Archidamo
figlio di
Agesilao
. La grande perizia di
Epaminonda
fu evidente dal modo in cui schierò le sue forze: i più forti da un lato e i più deboli dall'altro in una disposizione detta a falange obliqua. I più deboli avevano ordine di fingere la fuga all'inizio della battaglia per attirare i nemici che in questo modo si sarebbero trovati circondati, come infatti avvenne. L'esito della battaglia rimase incerto fino alla morte di
Cleombroto
, poi l'ala rimasta priva di comandante cominciò a rompere le file e presto tutti gli
Spartani
fuggirono. I morti spartani furono quattromila, i tebani trecento.
10)
370 a.C.
:
Giasone
tiranno di
Fere
attaccò la
Locride
, demolì
Eraclea
e fece varie conquiste, guardato con sospetto dai
Tessali
per la rapidità del suo successo. Aspirando al dominio sulla
Grecia
,
Giasone
si alleò con
Aminta
re di
Macedonia
.
In quel periodo ad
Argo
scoppiarono lotte sociali a causa di demagoghi agitatori e la
plebe
perseguitò i benestanti sottoponendoli a pene capitali, il fenomeno prese il nome di
Scitalismo (= legge del bastone)
e si concluse con la caduta degli stessi agitatori contro i quali la
plebe
si rivoltò.
Anche in
Arcadia
persero la vita molte centinaia di persone per tumulti poi sedati da un intervento di
Agesilao
.
In quell'anno morirono
Aminta
re di
Macedonia
,
Agesipoli
re di
Sparta
,
Giasone
tiranno di
Fere
ucciso in una congiura.
369 a.C.
: Polidoro, fratello e successore di
Giasone
, fu avvelenato dal fratello
Alessandro
che salì al trono e governò per undici anni (
nel brano è presente un errore di
Diodoro
, la vittima di
Alessandro
si chiamava Polifrone, non Polidoro
). Questo
Alessandro
fu odiato per i suoi modi dispotici e la potente famiglia degli
Alevadi
di
Larissa
decise di togliergli il potere.
Gli
Alevadi
si rivolsero al re di
Macedonia
che prevenne un attacco dei
Tessali
conquistando rapidamente
Fere
(tranne la rocca che assediò) ed altre città.
Intanto Licomede di Mitilene al comando degli
Arcadi
vinceva una battaglia contro gli
Spartani
a
Orcomeno
, quindi gli
Arcadi
, gli
Eoli
e i loro alleati si unirono alle forze dei
Tebani
, dei
Focesi
e dei
Locresi
ed il consiglio dei comandanti decise di entrare in
Laconia
per attaccare direttamente
Sparta
.
Gli
Spartani
erano troppo indeboliti dalla sconfitta di
Leuttra
per sperare di resistere e furono costretti a rivolgersi ai loro più antichi nemici, gli
Ateniesi
, per chiedere aiuto. Magnanimamente gli
Ateniesi
accettarono e affidarono un esercito di ventiduemila uomini a
Ificrate
per difendere
Sparta
.
I
Tebani
si divisero in gruppi per penetrare in
Laconia
da più direzioni contemporaneamente e si verificarono vari fatti d'armi fra i quali
Diodoro
ricorda il sacrificio dello spartano Iscola che mandò a casa i soldati più giovani per risparmiarli per future imprese e rimase solo con pochi veterani a difendere la sua posizione finchè non fu ucciso.
Una battaglia di maggiori dimensioni si svolse presso il fiume
Eurota
e coinvolse l'armata comandata personalmente da
Epaminonda
composta da
Tebani
ed
Arcadi
. Gli
Spartani
e gli attaccanti persero un gran numero di uomini,
Epaminonda
arrivò alle porte di
Sparta
ma non riuscendo ad espugnarla passò a saccheggiare la
Laconia
.
Gli
Ateniesi
giunsero in ritardo e tornarono in
Attica
senza aver compiuto nulla di significativo.
Gli
Spartani
reclutarono altri soldati in parte liberando gli Iloti e ricevettero rinforzi alleati.
Epaminonda
ricostruì la città di
Messene
che era stata distrutta dagli
Spartani
molti anni prima e la ripopolò rintracciando i cittadini superstiti e aggiungendo quanti del suo seguito vi si volevano stabilire.
Messene
, città antichissima, era stata il regno della famiglia di
Oreste
fino al ritorno degli
Eraclidi
. Era passata quindi a
Cresfonte
e dopo alcune generazione agli
Spartani
.
Dopo questi eventi i
Tebani
tornarono in
Beozia
e gli
Spartani
inviarono ambasciatori ad
Atene
con una proposta: la supremazia sul mare a
Atene
, quella in terra a
Sparta
.
Gli
Arcadi
saccheggiarono
Pellene
in
Laconia
,
Pelopida
occupò la rocca di
Larissa
quindi concluse un'alleanza la
Macedonia
.
Epaminonda
tornò ad attaccare la
Laconia
ma questa volta gli
Ateniesi
seppero per tempo dei suoi progetti ed inviarono un esercito che, insieme agli
Spartani
e agli alleati, pose un campo fortificato presso
Corinto
per bloccare l'accesso al
Peloponneso
.
In effetti l'ostacolo risultò difficile da superare e costò ai
Tebani
molte perdite ma alla fine riuscirono ad entrare nel
Peloponneso
ed occupare alcuni centri minori. Non riuscirono però a conquistare
Corinto
che fu validamente difesa dalle truppe
Ateniesi
di Cabria.
11)
368 a.C.
:
Alessandro re di Macedonia
fu ucciso dal fratello (o fratellastro)
Tolomeo Alorite
che regnò per tre anni.
Epaminonda
fu processato per sospetto tradimento per non aver fatto strage degli
Spartani
quando ne aveva avuto l'occasione e fu ridotto alla condizione di soldato semplice.
Quando
Alessandro di Fere
catturò e tenne prigioniero
Pelopida
,
Epaminonda
militava appunto come soldato semplice nell'esercito mandato a liberarlo ma quando i
Tebani
stavano per soccombere contro i
Tessali
si decise di restituirgli il comando. Ancora una volta
Epaminonda
dimostrò le sue grandi capacità militari e, capovolto l'esito dello scontro, procurò la vittoria ai
Tebani
. Dopo di chè fu ovviamente reintegrato nel grado che gli era stato tolto.
In quest'anno, combattendo contro gli
Arcadi
, gli
Spartani
ottennero una vittoria, la prima dopo la disfatta di
Leuttra
.
Gli
Arcadi
fondarono
Megalopoli
.
In
Sicilia
Dionisio
riaprì le ostilità contro i
Cartaginesi
, conquistò
Selinunte
e
Entella
e occupò il porto di
Erice
, ma la reazione cartaginese fu rapida e le navi siracusane ad
Erice
furono presto allontanate.
Durante la tregua invernale che seguì
Dionisio
morì di malattia dopo trentotto anni di regno, il potere passò al figlio
Dionisio il Giovane
che governò per dodici anni.
367 a.C.
:
Epaminonda
entrò di nuovo nel
Peloponneso
e sottrasse alcune città alla soggezione spartana, quindi passò in
Tessaglia
e liberò
Pelopida
ancora prigioniero di
Alessandro di Fere
.
366 a.C.
: Temisone tiranno di
Eretria
conquistò la città di Oropo ma poi la cedette ai
Tebani
perché non poteva fronteggiare gli
Ateniesi
che volevano riprendere quella città.
Grazie all'ennesima opera di mediazione dei legati del re di
Persia
ebbero fine le guerre di
Laconia
e
Beozia
dopo cinque anni dalla battaglia di
Leuttra
.
12)
365 a.C.
: Ora che la
Grecia
godeva finalmente di un periodo di pace, scoppiò una nuova guerra fra
Arcadi
e Elei per questioni territoriali.
In
Macedonia
Tolomeo Alorite
fu ucciso dal fratello
Perdicca
che regnò per cinque anni.
364 a.C.
: All'inizio della 104a
Olimpiade
la città di
Pisa
in
Elide
venne in contrasto con gli
Arcadi
a proposito del diritto di aprire i giochi, ne seguì una vera e propria battaglia alla quale il pubblico assistette come se si trattasse di una gara olimpica.
Epaminonda
convinse i concittadini ad allestire una grande flotta allo scopo di ottenere il dominio del mare togliendolo agli
Ateniesi
.
Su richiesta dei
Tessali
oppressi da
Alessandro di Fere
,
Tebe
inviò un esercito comandato da
Pelopida
contro quel tiranno.
Alessandro di Fere
, sconfitto, fu costretto a liberare tutte le città precedentemente sottomesse e il suo dominio fu limitato alla sola
Fere
.
Pelopida
, vittorioso al termine della battaglia, era stato più volte ferito e una volta messi in fuga i nemici cadde abbattuto dai colpi ricevuti.
La morte di
Pelopida
fu un grave lutto per i
Tebani
: aveva partecipato a tutte le battaglie del suo tempo ed aveva riportato molte importanti vittorie contribuendo a costruire la fortuna e la potenza della sua città.
13)
363 a.C.
: Scoppiò in
Arcadia
una guerra civile tra due fazioni che facevano capo rispettivamente a
Mantinea
e a
Tegea
. I
Tegeati
si rivolsero a
Tebe
ed ottennero un esercito comandato da
Epaminonda
,
Mantinea
chiese aiuto agli
Ateniesi
e agli
Spartani
, questi ultimi inviarono subito un esercito ad invadere l'
Arcadia
.
Considerando che il grosso delle forze spartane si trovasse in
Arcadia
,
Epaminonda
iniziò a marciare direttamente contro
Sparta
ma il re
Agide
aveva intuito le sue intenzioni ed organizzato difese che riuscirono a resistere fino all'arrivo dell'esercito tempestivamente richiamato.
Epaminonda
, giunta la notte, abbandonò il combattimento ma all'alba del mattino successivo marciò a tappe forzate fino a
Mantinea
e avrebbe certamente preso quella città se non l'avesse trovata difesa da un esercito ateniese. Giunsero anche gli
Spartani
e gli Elei e tutti si schierarono contro
Tegeati
,
Tebani
,
Argivi
e
Achei
.
Quella di
Mantinea
fu una grande battaglia, secondo
Diodoro
la più grande combattuta per i
Greci
. I combattimenti durarono molto a lungo perché le forze opposte si pareggiavano, infine
Epaminonda
decise di tentare di conquistare la vittoria gettandosi personalmente insieme ai compagni più fidati dove lo scontro era più intenso. L'eroico comandante fece una vera strage degli avversari ma infine, colpito al petto da una lancia, cadde a terra agonizzante. Morì poco dopo non senza essersi informato sulla conclusione della battaglia.
La vittoria di Mantine fu in effetti incerta per il grande valore espresso da entrambe le parti, comunque stanchi di tanta guerra tutti i
Greci
conclusero una pace che solo gli
Spartani
non vollero sottoscrivere a causa della loro imperitura ostilità verso i Messeni.
14)
361 a.C: le città greche lungo la costa asiatica insieme ad alcune
satrapie
si ribellarono al re di
Persia
. Contemporaneamente si armava contro i
Persiani
Taco re d'Egitto
e
Sparta
manifestava la sua ostilità ad
Artaserse
che aveva voluto far entrare
Messene
nella lega greca.
Fra i
satrapi
ribelli erano
Ariobarzane
satrapo
della
Frigia
e
Mausolo
della
Caria
che aveva una splendida capitale a
Alicarnasso
. Si schierarono con loro Oronte della
Misia
, Autodafrate governatore della
Licia
e molte altre genti soggette alla corona persiana.
Oronte, che era stato scelto come amministratore dei fondi comuni per la guerra, tradì e passò al re di
Persia
molti dei mercenari che aveva assoldato.
In
Cappadocia
il
satrapo
ribelle
Datame
che disponeva di molte truppe fu attaccato dal generale
Artabazo
mentre suo suocero che comandava la cavalleria passava al nemico.
Datame
, tuttavia, agì tempestivamente e dopo aver promesso un grosso premio a quanti gli erano fedeli li portò contro
Artabazo
e contro il suocero traditore, sconfiggendoli entrambi.
Per questi motivi
Datame
divenne famoso e più tardi
Artaserse
mandò suoi sicari ad eliminarlo.
Romitre, altro
satrapo
ribelle, transitò dall'
Egitto
per ricevere navi e fondi ma giunto a
Leuca
in
Asia Minore
fece arrestare molti ribelli e li mandò al re di
Persia
.
Il re egiziano
Taco
aveva comunque preparato duecento navi e un grosso esercito. Aveva affidato la milizia mercenaria al comando di
Agesilao di Sparta
e la flotta all'ateniese Cabria riservando per se il comando supremo. Fu un errore perché appena
Taco
si fu allontanato dall'
Egitto
per partecipare alla guerra, il figlio Nectanebo si impadronì del trono e a
Taco
non rimase che implorare la clemenza di
Artaserse
che lo perdonò e gli affidò il comando delle forze già impegnate contro l'
Egitto
per dargli la possibilità di riprendere il potere.
Artaserse
morì dopo quarantatre anni di regno e gli succedette
Oco
che assunse il cognome di
Artaserse
in onore del predecessore.
Taco
fu assediato dall'esercito di Nectanebo ma con l'aiuto di
Agesilao
si liberò e recuperò il regno, fu l'ultima impresa di
Agesilao
che morì durante il viaggio di ritorno in patria.
Ad un anno dalla pace firmata dopo la battaglia di
Mantinea
in
Grecia
si verificarono nuovi cambiamenti. La causa fu un gruppo di dissenzienti di
Megalopoli
che con appoggi esterni volevano sciogliere la comunità abbandonando la nuova colonia, gli altri cittadini si opposero e si prese a combattere, risolse la situazione l'intervento di forze tebane comandate da Pammene che costrinse i dissenzienti a ristabilirsi a
Megalopoli
.
15)
360 a.C.
:
Alessandro di Fere
, con incursioni alle
Cicladi
, catturò molti schiavi e sopraffece il presidio ateniese dell'isola di Pepareto. Gli
Ateniesi
mandarono altre navi comandate da
Carete
ma questi non concluse nulla di utile contro i nemici mentre si comportò in modo esecrabile verso gli alleati.
Libro XVI
Filippo
figlio di
Aminta
fu re dei
Macedoni
per ventiquattro anni durante i quali fece della
Macedonia
la più grande potenza europea e infine lasciò al figlio
Alessandro
le risorse per costruire un impero.
Nel
363 a.C.
Aminta
fu sconfitto dagli
Illiri
e dovette impegnarsi a pagare un tributo dando in ostaggio il figlio minore. Il piccolo
Filippo
fu dagli
Illiri
affidato ai
Tebani
e da questi al padre di
Epaminonda
perché lo educasse.
Ad
Aminta
seguì sul trono il figlio maggiore
Alessandro
che venne ucciso e il regno fu occupato da
Tolomeo Alorite
a sua volta eliminato da
Perdicca
.
Perdicca
morì combattendo contro gli
Illiri
e
Filippo
, che intanto era fuggito da
Tebe
, ereditò un regno in grande difficoltà in cui vigeva il terrore degli
Illiri
. Inoltre la
Macedonia
veniva regolarmente saccheggiata dai
Peoni
e minacciata da
Traci
ed
Ateniesi
.
Con la sua eloquenza ed il suo carisma
Filippo
riuscì a ridare coraggio ai connazionali, quindi prese ad addestrarli al combattimento introducendo per la prima volta la tattica della falange macedone.
Fece pace con i
Peoni
e con i
Traci
mentre ottenne una rapida vittoria contro un corpo di marcenari mandati dagli
Ateniesi
. L'anno successivo (
362 a.C.
)
Filippo
stipulò una pace con gli
Ateniesi
ed assoggettò i
Peoni
invadendo il loro paese. Organizzò quindi una spedizione contro gli
Illiri
e quando il re nemico
Bardili
propose la pace
Filippo
pose come condizione la liberazione di tutte le città macedoni occupate dagli
Illiri
.
Si venne alla guerra e in una grande e lunga battaglia i
Macedoni
sconfissero gli
Illiri
costringendo
Bardili
a chiedere di nuovo la pace e ad accettare questa volta le condizioni di
Filippo
.
In
Sicilia
Dionisio il Giovane
, che non aveva la stoffa del padre, venne a patti con i
Cartaginesi
e si dedicò ad una vita tranquilla.
Dione
zio di
Dionisio il Giovane
era uomo di grandi qualità ed il suo prestigio fece ingelosire
Dionisio
che decise di farlo morire.
Dione
se ne rese conto e con pochi compagni fuggì a
Corinto
dove armò soldati per deporre il nipote.
Andromaco
, padre dello storico
Timeo
, in quel periodo fondò la città di
Tauromenio
chiamando i profughi della città di
Nasso
che era stata distrutta da
Dionisio
.
L'isola di
Eubea
fu lungamente angustiata dalla guerra fra due fazioni, l'una sostenuta da
Tebe
, l'altra da
Atene
. Infine si concluse una pace senza vincitori, i
Tebani
tornarono in patria mentre gli
Ateniesi
affrontarono la guerra sociale contro alcune città ribelli. L'esercito ateniese comandato da
Carete
e Cambria trovò a
Chio
le forze nemiche mandate da
Bisanzio
,
Rodi
,
Coo
e da
Mausolo
signore della
Caria
. Nella battaglia che seguì Cambria perse la vita.
Intanto
Filippo
aveva concluso una pace con gli
Illiri
dopo averli sconfitti. Conquistò quindi
Anfipoli
che gli era ostile e mandati in esilio i suoi diretti avversari si comportò con clemenza con gli altri.
Concluse un'alleanza importante con gli
Olintii
e fece loro dono della città di
Potidea
appena conquistata.
Dione
tornò in
Sicilia
per deporre
Dionisio
e liberare
Siracusa
dalla sua tirannia. Approdò alla costa agrigentina e durante la marcia verso
Siracusa
riuscì a reclutare ventimila volontari ai quali si aggiunsero gran parte dei
Siracusani
avversari del Tiranno. Caso volle che
Dionisio
fosse assente dalla città, la guardia che aveva lasciato tentò di opporsi alla moltitudine ma presto fu costretta a desistere.
Dionisio
raggiunse
Siracusa
sette giorni dopo e decise di giocare d'astuzia fingendo di voler trattare ma alla prima occasione entrò in città con l'esercito.
Dione
non si perse d'animo e subito accorse a fronteggiare i soldati del tiranno con i più forti dei suoi uomini. Molti furono i caduti e i feriti, lo stesso
Dione
partecipò al combattimento e, gravemente ferito, fu salvato dalla popolazione che accorse in massa. A questo punto i mercenari di
Dionisio
furono costretti a ritirarsi.
Dopo aver sepolto i morti ripresero le trattative e questa volta
Dione
affermò che il tiranno poteva ottenere la pace solo deponendo il potere ma
Dionisio
e i suoi, facendo affidamento sugli approvvigionamenti garantiti dalle loro navi corsare, decisero di resistere.
Alessandro di Fere
venne ucciso dai fratelli della moglie che presero il potere. Contro di loro gli
Alevadi
cercarono l'alleanza di
Filippo di Macedonia
.
Filippo
intervenne rapidamente ed eliminò i tiranni procurandosi la gratitudine dei
Tessali
che sempre prestarono aiuto nelle guerre a lui e a suo figlio
Alessandro
.
356 a.C.
- La
Lucania
era infestata dai briganti, per lo più schiavi fuggitivi, che a poco a poco si organizzarono, conquistarono alcune città e fondarono uno stato dandosi il nome di
Bruzii
.
Dionisio
mise insieme una flotta e ne affidò il comando al suo legato
Filisto
che si scontrò con i
Siracusani
che avevano ricevuto nel frattempo altri rinforzi da
Corinto
. Quando
Filisto
vide che i nemici stavano vincendo si uccise per evitare di essere fatto prigioniero.
I
Siracusani
fecero scempio del cadavere di
Filisto
e ciò indusse
Dionisio
alla resa incondizionata, tuttavia il deposto tiranno riuscì a imbarcarsi con grandi ricchezze e a fuggire in
Italia
. Nonostante i benefici ricevuti i
Siracusani
non si dimostrarono grati a
Dione
, inoltre tardarono a pagare il compenso dei mercenari che
Dione
aveva portato dalla
Grecia
. Infine
Dione
reagì ponendosi alla testa dei missionari e li ridusse rapidamente alla ragione, non infierì tuttavia sui concittadini vinti ma si stabilì a
Leontini
con i suoi mercenari.
Qualche tempo dopo
Dionisio
mandò navi comandate da Nipsio con un carico di rifornimenti per il presidio che aveva lasciato alla rocca di
Siracusa
. Nipsio si scontrò con la popolazione e fu sconfitto ma i
Siracusani
, sottovalutandolo, trascurarono la guardia, così Nipsio entrò in città nottetempo con i suoi soldati e fece una strage.
I
Siracusani
mandarono ancora a chiamare
Dione
che giunto in città trovò i soldati di Nipsio e
Dionisio
intenti a saccheggiare e a incendiare le case e li massacrò. I pochi superstiti fuggirono di nuovo a chiudersi nella rocca mentre i
Siracusani
, colmi di gratitudine, affidavano a
Dione
il comando supremo e stabilivano che gli si tributasse il culto degli eroi.
In
Grecia
continuava la guerra sociale, la flotta ateniese era stata raddoppiata ed ora si alternavano al comando
Carete
,
Ificrate
e
Timoteo
. I soci ribelli riconquistarono le isole di Imbro e Lembo e devastarono
Samo
.
I comandanti
Ateniesi
assediarono
Bisanzio
, i nemici accorsero e si sarebbe svolta una grande battaglia navale nell'
Ellesponto
se una tempesta non lo avesse impedito.
Carete
voleva comunque combattere e poiché
Ificrate
e
Timoteo
si opponevano li denunciò per tradimento in modo che venissero processati e privati del comando, quindi passò a soccorrere Artabazo che era attaccato dall'esercito persiano ed ottenne una grossa ricompensa.
Il fatto causò la reazione indignata del re di
Persia
che protestò con gli
Ateniesi
. Corse voce che i
Persiani
avrebbero aiutato le città rivoltose, quindi gli
Ateniesi
si affrettarono a concludere la pace.
Traci
,
Peoni
e
Illiri
si allearono contro la
Macedonia
ma
Filippo
travolse i loro eserciti e li costrinse a riconoscere la superiorità macedone.
355 a.C.
- I
Focesi
e gli
Spartani
furono multati dagli
Amfizioni
per aver commesso sacrilegio coltivando terreni consacrati. Il focese
Filomelo
convinse i concittadini a non pagare l'esosissima multa e a dagli pieni poteri per risolvere la situazione. Si accordò quindi con
Archidamo
re di
Sparta
per occupare il santuario di
Delfi
e far revocare i decreti degli
Amfizioni
.
Archidamo
aderì all'iniziativa ma non in modo manifesto, limitandosi a finanziare
Filomelo
che assoldò soldati e, debellati i difensori del territorio, ne prese possesso.
I
Tebani
si armarono per liberare il Tempio,
Filomelo
si spinse a saccheggiare nella
Locride
e conseguenza di tutto ciò fu una guerra che vide
Tebani
e
Locrii
schierati contro i
Focesi
che avevano l'aiuto di
Atene
e
Sparta
.
354 a.C.
- Tassando i più ricchi dei territori conquistati,
Filomelo
assoldò altri mercenari e sbaragliò i
Locrii
, ma continuando la guerra cominciò ad attingere dai tesori del tempio per finanziare il suo esercito. Ben presto si trovò a capo di una nutrita armata di mercenari senza scrupoli che non temevano di commettere sacrilegio.
Dal canto loro gli
Spartani
, ora che
Filomelo
aveva annullato i decreti, si sentivano più legittimati ad aiutarlo.
Si verificarono scontri durissimi con molte vittime, la guerra ebbe fine quando i
Tebani
riuscirono a sopraffare i mercenari e lo stesso
Filomelo
, vistosi in trappola, preferì uccidersi piuttosto che farsi catturare.
In
Sicilia
Dione
fu fatto uccidere dal collega Callippo che prese il potere e governò per tredici mesi.
353 a.C. - Morto
Filomelo
la maggioranza dei
Focesi
decise di riprendere la guerra. Principale fautore della decisione fu Onomarco che ebbe il comando supremo e reclutò altri mercenari per ricostituire l'esercito.
Conquistò varie città nemiche, entrò in
Beozia
e prese
Orcomeno
ma non riuscì a prendere
Cheronea
.
Intanto continuava la guerra fra il ribelle Artabazo ed i
Persiani
. Partiti gli
Ateniesi
, Artabazo chiese aiuto ai
Tebani
che, nonostante fossero impegnati contro i
Focesi
, intervennero e vinsero due grandi battaglie sotto il comando di Pamene.
Chersoblepte figlio del re di
Tracia
Cotys era favorevole agli
Ateniesi
e donò loro alcune città del
Chersoneso
dove mandare colonie.
Filippo
notò che fra queste colonie quella di Metone veniva fortificata e andò ad assediarla. Dopo qualche tempo quanti si trovavano in Metone si arresero e
Filippo
li lasciò andare confiscando i loro averi, ma durante l'assedio il re aveva perso un occhio per un colpo di freccia.
Direttosi a
Fere
per abbattere Licofrone,
Filippo
si trovò in difficoltà perché il tiranno aveva chiamato in suo aiuto Onomarco che era intervenuto con forze ingenti, ma dopo alcune sconfitte
Filippo
convinse i
Tessali
ad unire le loro forze alle sue e sconfisse i
Focesi
mettendoli in fuga. Giunti al mare i fuggitivi cercarono di imbarcarsi nelle navi
Ateniesi
di
Carete
ma in maggioranza annegarono o furono uccisi. Anche Onomarco morì in queste circostanze o fu fatto giustiziare da
Filippo
. Ad Onomarco successe il fratello Faillo che assoldò altri mercenari, fabbricò armi e coniò monete.
In quel tempo morì
Mausolo
re di
Caria
lasciando il trono ad
Artemisia
, sua moglie e sorella.
Fu ucciso Clearco tiranno di Eraclea che fu sostituito dal figlio Timoteo.
352 a.C. - Faillo, che disponeva di molto denaro, reclutò mercenari e convinse gli alleati a proseguire la guerra. Licofrone e i suoi uomini abbandonarono
Fere
e si unirono a Faillo. I
Focesi
con queste forze rinnovate attaccarono la
Beozia
ma l'esito della loro campagna fu negativo e vennero ripetutamente sconfitti.
Miglior fortuna ebbe una successiva spedizione nella
Locride
ma a quel punto Faillo fu colpito da una grave infezione che lo portò alla tomba dopo un'atroce agonia.
Faleco
, figlio di Onomarco, prese il suo posto e continuò la guerra ma non molto tempo dopo fu sconfitto in una battaglia presso
Cheronea
.
Scoppiò una nuova guerra fra
Sparta
e
Megalopoli
che come sempre coinvolse i rispettivi alleati.
Faleco
prese
Cheronea
ma subito la abbandonò non potendo resistere ai
Tebani
.
351 a.C. La
Fenicia
e
Cipro
si ribellarono ai
Persiani
mentre l'
Egitto
già da tempo si era reso quasi indipendente. Il re
Artaserse Oco
, che non era uomo di guerra, decise che ormai si dovesse intervenire e fece preparare un grande esercito e cinquecento navi per trasportarlo.
La ribellione dei
Fenici
era iniziata a
Sidone
dove i cittadini reagirono all'arroganza dei
satrapi
e dei luogotenenti persiani e cercarono l'alleanza di Nectanebo re d'
Egitto
. Quando i
Persiani
tentarono di invadere la
Fenicia
ne furono cacciati da Tennes re di
Sidone
con l'aiuto dei mercenari greci al soldo degli
Egiziani
.
Nell'isola di
Cipro
i re delle varie città fecero lega contro il controllo persiano.
Artaserse Oco
incaricò di risolvere la questione
Idrieo
nuovo
satrapo
di
Caria
che aveva preso il posto di
Artemisia
morta di recente.
Idrieo
a sua volta affidò il comando delle truppe a
Focione
ateniese e a
Evagora
(figlio del defunto re con lo stesso nome che, cacciato da
Cipro
, era passato ai
Persiani
).
Quando
Artaserse
si mise in marcia con il grosso dell'esercito verso la
Fenicia
, Tennes decise di cambiare partito e fece segretamente sapere al re persiano che era pronto a consegnargli
Sidone
e a aiutarlo contro l'
Egitto
. In questo tradimento nei confronti dei suoi sudditi, Tennes coinvolse Mentore, comandante dei mercenari venuti dall'
Egitto
.
In effetti quando
Artaserse
giunse alle porte di
Sidone
, Tennes fingendo di voler parlamentare gli consegnò i maggiorenti (che furono subito uccisi) quindi lo lasciò entrare in città.
Artaserse
occupò
Sidone
ed uccise Tennes ma i cittadini si suicidarono in massa ed incendiarono la città. Gli altri
Fenici
, colti dal terrore, non esitarono ad arrendersi.
350 a.C.
Tutte le città di
Cipro
si arresero ai
Persiani
tranne
Salamina
governata da Pnitagora, fratello dell'
Evagora
che lo assediava e che più tardi fu catturato e messo a morte. Anche Pnitagora si assoggettò ai
Persiani
e conservò il suo trono.
Artaserse
marciò verso l'
Egitto
e giunto a
Pelusio
organizzò le forze greche del suo esercito in tre squadre ognuna delle quali era comandata da un ufficiale greco ed uno persiano. La prima squadra era comandata da Lacrate tebano e Rosace persiano, la seconda da Nicostrato argivo e da Aristazane persiano, la terza da Mentore, il mercenario greco che aveva cambiato bandiera accordandosi con Tennes e dal persiano
Bagoa
.
Nectanebo aveva consistenti forze militari, una notevole flotta fluviale e molti presidi fortificati, tuttavia subì sconfitte a causa della sua incompetenza come comandante e si chiuse in
Menfi
preoccupandosi solo di difendere la sede reale. Nicostrato, comandante della seconda squadra, superò facilmente i presidi e si portò alle mura di
Menfi
mentre Lacrate assediava
Pelusio
. I difensori di
Pelusio
si arresero dopo qualche tempo e
Artaserse
incaricò
Bagoa
di prendere possesso della città.
I soldati di
Bagoa
violarono i patti derubando i
Greci
che lasciavano illesi la città come avevano concordato con Lacrate e quest'ultimo, indignato, li attaccò in armi.
Bagoa
protestò con
Artaserse
ma il re riconobbe le ragioni di Lacrate e fece uccidere i
Persiani
che non avevano rispettato gli accordi.
Caduta anche Bubasti molte città egiziane si arresero, Nectanebo fuggì in
Etiopia
e
Artaserse
occupò l'intero
Egitto
. Congedati i mercenari greci,
Artaserse
tornò in
Babilonia
con grandi ricchezze affidando il governo dell'
Egitto
a Ferendate.
352 a.C. - Mentore fu premiato con l'avanzamento al massimo grado dell'esercito, una grossa somma di danaro e il governo delle regioni costiere dell'impero. Ottenne inoltre il perdono dal re per i suoi parenti Artabazo e
Memnone
, precedentemente ribelli, che erano esuli in
Macedonia
.
Mentore attirò in un tranello
Ermia
, tiranno degli Atarnesi ribellatosi alla
Persia
e lo imprigionò. Con falsi messaggi a nome di
Ermia
convinse i governatori di molte città a arrendersi senza combattere. In questo modo fece cessare la ribellione senza spargimento di sangue e fu ancora più stimato da
Artaserse
.
Intanto
Filippo
di Macedonia conduceva con successo una campagna in
Tracia
e
Tessaglia
e cacciava Pitolao tiranno di
Fere
.
351 a.C. -
Filippo
assediò
Olinto
che si difese energicamente finché non cadde per il tradimento dei suoi governanti, la saccheggiò e con il ricavato premiò i suoi uomini migliori e corruppe altri governanti per indurli a consegnare le loro città. Indisse dei giochi per festeggiare le sue vittorie e prese ad offrire banchetti mostrandosi sempre molto generoso e affabile per procurarsi l'amicizia di molti potenti stranieri.
Gli
Ateniesi
intanto, incitati dall'oratore
Demostene
e preoccupati per la crescente potenza macedone, si dichiararono apertamente nemici di
Filippo
.
350 a.C. - I
Beoti
attaccarono i
Focesi
ma vennero sconfitti a
Coronea
.
Faleco
, supremo comandante focese, venne processato per il furto del denaro del tempio di
Delfi
, destituito e sostituito ad interim da tre generali, Deinocrate, Callia e Sofane che erano i giudici del processo.
Fu quindi nominato
Filomelo
al quale seguì il fratello Onomarco che usò parte del denaro sacro per le spese di guerra, quindi Faillo che ne usò altro per pagare i soldati. Quello di
Faleco
e dei suoi complici non fu il solo furto sacrilego ai danni del santuario di
Delfi
, anche l'ateniese
Ificrate
quando intercettò navi siracusane che recavano statue votive in oro e avorio sene appropriò e convertì doni in moneta.
I
Beoti
, in difficoltà nella guerra contro la
Focide
, si rivolsero a
Filippo
che fu lieto di mandar loro un nutrito contingente di soldati.
346 a.C. - I
Focesi
chiesero aiuto agli
Spartani
che mandarono mille uomini comandati dal re
Archidamo
, i
Beoti
si rivolsero a
Filippo
che guidò un esercito nella
Locride
per affrontare
Faleco
ma questi chiese la pace. La condizione imposta da
Filippo
fu che
Faleco
si allontanasse con tutti i suoi uomini, ottenuta la resa dei
Focesi
Filippo
convocò il consiglio degli
Amfizioni
.
Filippo
ebbe nel consiglio il posto che era stato dei
Focesi
e a questi furono comminate diverse sanzioni fra cui la demolizione di tutte le città che furono ridotte a gruppi di piccole borgate e il pagamento di un oneroso tributo annuale.
Tutti coloro che avevano profanato il tesoro del tempio morirono tragicamente:
Filomelo
trovandosi circondato in battaglia si gettò in un burrone, suo fratello Onomarco fu sconfitto e crocifisso. Faillo fu straziato da una lunga malattia. Il solo
Faleco
visse a lungo ma la sua fu una vita errabonda sempre tormentata dalla paura e dalle difficoltà. Dopo la fuga con quanto gli rimaneva del tesoro del tempio si imbarcò con i suoi uomini per l'
Italia
sperando di trovare un ingaggio come mercenario ma i suoi si ammutinarono e lo costrinsero a tornare indietro e finirono col partecipare alla guerra dell'isola di
Creta
fra
Cnosso
, che li assoldò, e Litto difesa dagli
Spartani
.
Sconfitto da
Archidamo
re di
Sparta
, fu cacciato da Litto e passò ad assediare
Cidonia
e qui perse la vita nell'incendio delle macchine da guerra. I suoi soldati superstiti continuarono a combattere al soldo di varie città e prima o poi perirono tutti. Quanto ad
Archidamo
, dopo aver sconfitto
Faleco
passò in
Italia
per soccorrere i
Tarantini
contro i
Lucani
e fu ucciso in battaglia.
I
Siracusani
, preoccupati da discordie interne e dai tentativi di alcuni di prendere il potere, chiesero alla madre patria
Corinto
l'invio di un governante capace di mettere ordine nella loro città. A
Corinto
fu scelto
Timoleone
uomo di grande virtù e prestigio che si trovava sotto processo per aver ucciso suo fratello Timofane che aspirava alla tirannide e stava preparando un colpo di stato.
Il processo divideva la città fra quanti onoravano
Timoleone
come tirannicida e quanti lo consideravano un assassino e rischiava di provocare gravi disordini, così furono tutti concordi nel mandare
Timoleone
a
Siracusa
per dargli l'occasione di dimostrare con l'operato le sue vere intenzioni. Partì dunque
Timoleone
con dieci navi e settecento mercenari.
Nei pressi di
Metaponto
Timoleonte
incontrò una nave cartaginese che gli andava incontro per intimargli di non sbarcare in
Sicilia
. I
Cartaginesi
stavano compiendo operazioni in grande stile sull'isola con un'armata comandata da
Annone
.
Dionisio
si era di nuovo insediato in
Siracusa
e Iceta era occupato presso la città pronto ad attaccarlo e alla prima occasione entrò in città con le sue truppe costringendo Dionisio a ritirarsi nell'isola di
Ortigia
.
Intanto
Timoleonte
sostava nel porto di
Reggio
ma presto riuscì ad eludere la sorveglianza cartaginese e ad approdare a
Tauromenio
(
Taormina
) dove fu ben accolto da
Andromaco
, signore della città. Da
Tauromenio
Timoleonte
marciò con mille uomini, incontrò e sconfisse truppe di Iceta che stavano assediando
Adrano
e rapidamente si attestò a
Siracusa
.
(
348 a.C.
) In
Caria
morì il
satrapo
Idrieo
e gli successe la moglie-sorella
Ada
.
In
Sicilia
Timoleonte
, alleatosi con Tindari e
Adrano
, disponeva di consistenti forze ma contro di lui erano Dionisio e Iceta mentre i
Cartaginesi
occupavano il porto maggiore di
Siracusa
. Tuttavia quando ricevette aiuti da
Corinto
e da
Catania
Timoleonte
agì prontamente, espulse Iceta da
Siracusa
e si impadronì di
Messina
.
(
347 a.C.
) Intanto
Filippo
invadeva l'
Illiria
, conquistava varie città e grandissimo bottino, quindi passò in
Tessaglia
dove cacciò molti piccoli tiranni procurandosi il plauso delle popolazioni e in questo modo riuscì a stringere alleanze con i
Tessali
e con i
Greci
confinanti.
A
Siracusa
Timoleonte
convinse Dionisio ad arrendersi e a partire incolume per il
Peloponneso
conservando i suoi averi. Distrusse il palazzo dei tiranni e dettò leggi eque ai
Siracusani
istituendo un governo di magistrati annuali.
Filippo
mosse contro i
Traci
liberando le città greche da loro sottomesse. Impose un tributo e fondò città in
Tracia
per tenere quel paese sotto controllo.
(
346 a.C.
)
Timoleonte
assediò
Leontini
, dove si era rifugiato Iceta, ma trovandola molto ben difesa passò a Engio per cacciarne il tiranno Leptine il quale si arrese e fu mandato nel
Peloponneso
. Iceta tentò di attaccare
Siracusa
ma fu respinto e subì molte perdite.
Timoleonte
, che si finanziava saccheggiando i territori dei
Cartaginesi
, diventò molto potente e molte città greche della
Sicilia
si unirono a lui. Preoccupati, i
Cartaginesi
mandarono un grande esercito nell'isola.
(
344 a.C.
) L'ateniese
Focione
attaccò Clitarco tiranno di
Eretria
, uomo di
Filippo
di Macedonia.
In
Caria
Pissodaro
cacciò la sorella
Ada
e tenne il potere per cinque anni.
Filippo
attaccò Perinto e fu un assedio lungo e durissimo perché la città si difendeva valorosamente e riceveva aiuti da
Bisanzio
e dai
Persiani
preoccupati per la potenza dei
Macedoni
.
Filippo
divise il suo esercito in due parti ed assediò anche
Bisanzio
per impedire che continuasse ad aiutare Perinto, ma
Atene
ed altre città intervennero in soccorso di
Bisanzio
e
Filippo
, che non voleva guastare le relazioni con la
Grecia
, abbandonò l'assedio e fece pace con gli
Ateniesi
.
Timoleonte
decise di attaccare i territori siciliani controllati dai
Cartaginesi
per distogliere da quelli dei suoi alleati il grande esercito nemico sbarcato nell'isola.
Mentre si avvicinava ad
Agrigento
si accese fra i suoi soldati una sedizione provocata da un certo Trasio che convinse un migliaio di uomini a disertare e tornare a
Siracusa
per farsi pagare il soldo arretrato.
Timoleonte
riuscì a sedare i disordini e passò ad attaccare i
Cartaginesi
. Il suo esercito era di gran lunga inferiore a quello nemico ma grazie all'abilità strategica di
Timoleonte
e al provvidenziale aiuto di una tempesta improvvisa i
Cartaginesi
furono sconfitti, persero migliaia di uomini e tutti i loro carri, molti furono fatti prigionieri e i superstiti si rifugiarono a
Lilibeo
.
A
Cartagine
fu reclutato un esercito di mercenari e ne fu affidato il comando a Giscone appositamente richiamato dall'esilio, intanto furono mandati ambasciatori in
Sicilia
per tentare una composizione diplomatica. Tornato a
Siracusa
Timoleonte
bandì i disertori che avevano seguito Trasio i quali passarono nel
Bruzio
per saccheggiare la costa ma furono trucidati.
Timoleonte
mandò a morte anche i pirati che disturbavano la navigazione. Accolse migliaia di coloni arrivati dalla
Grecia
e concluse la pace con i
Cartaginesi
e revisionò le leggi di
Siracusa
. Eliminate le discordie provocate dalle tirannie e ripopolata l'isola l'economia riprese a funzionare.
(
341 a.C.
) Dopo aver stretto alleanza con molte città greche,
Filippo
si volse contro gli
Ateniesi
, attaccò di sorpresa
Elatea
quindi marciò verso
Atene
. Una delegazione guidata da
Demostene
si recò a
Tebe
e concluse un'alleanza per impedire ai
Macedoni
di attraversare la
Beozia
convincendo i
Tebani
a respingere le proposte dell'oratore Pitone inviato da
Filippo
.
Le forze greche si concentrarono a
Cheronea
mentre
Filippo
entrava in
Beozia
forte della superiorità numerica del suo esercito e della sua grande esperienza militare.
Lo schieramento macedone presentava due ali, una comandata da
Filippo
e l'altra da
Alessandro
. Eccitato dal desiderio di gloria,
Alessandro
fu il primo ad attaccare, atterrò una gran numero di nemici e molti ne fece fuggire, altrettanto fece
Filippo
e dopo una battaglia lunga e molto violenta gli
Ateniesi
e i loro alleati vennero sconfitti.
Dopo la vittoria
Filippo
offrì un grande banchetto quindi, ubriaco, si mise ad insultare i prigionieri greci, fra questi era l'oratore
Demade
che coraggiosamente criticò il comportamento poco regale di
Filippo
che, colpito da tanta franchezza, liberò
Demade
e gli altri prigionieri e in seguito inviò ambasciatori a
Atene
e a
Tebe
per risanare le relazioni.
A
Atene
Licurgo
accusò per la disfatta di
Cheronea
il comandante supremo Lisiche che fu condannato a morte.
Nel giorno della battaglia di
Cheronea
si combatteva in
Italia
fra
Tarantini
e
Lucani
.
Archidamo
re di
Sparta
, alleato di
Taranto
, perse la vita in questa occasione dopo ventitre anni di regno lasciando il trono al figlio
Agide
.
Nello stesso periodo morì anche Timoteo signore di Eraclea del Ponto al quale successe il fratello Dionigi.
L'anno successivo
Filippo
convocò a
Corinto
tutte le città greche ed ottenne che conferissero ciascuna un contingente di soldati per la guerra contro i
Persiani
affidandogli il comando supremo.
In
Sicilia
morì
Timoleonte
dopo aver governato per otto anni a
Siracusa
e gli vennero tributati solenni onori.
Morì
Ariobarzane
re della
Frigia
dopo ventisei anni di regno e gli successe Mitridate.
Il console romano
Manlio
trionfò su
Latini
e
Campani
nella battaglia di
Sinuessa
.
(
339 a.C.
)
Filippo
iniziò la guerra contro i
Persiani
mandando in
Asia
Attalo
e
Parmenione
con l'ordine di liberare le città greche. Interpretando a suo favore un oracolo molto ambiguo, il re era ottimista sull'esito della guerra.
Celebrò in Ege di
Macedonia
le nozze di
Cleopatra
, figlia sua e di
Olimpiade
, offrì grandiosi festeggiamenti ed invitò persone da tutta la
Grecia
per dimostrare la sua benevolenza. La sera, mentre si recava a teatro per assistere agli spettacoli in onore degli sposi e si muoveva senza scorta per ostentare fiducia e sicurezza, fu improvvisamente assassinato.
Un certo
Pausania
che faceva parte della guardia del corpo del re era molto amato da
Filippo
ma quando questi gli preferì un altro giovane,
Pausania
offese il rivale così gravemente che quello fece in modo di morire in battaglia.
Quando il fatto divenne noto il potente
Attalo
fece stuprare
Pausania
dalle sue guardie dopo averlo fatto ubriacare.
Pausania
protestò presso
Filippo
ma questi considerando che
Attalo
era un valentissimo generale evitò di punirlo, tentò quindi di placare
Pausania
con regali e con un avanzamento di grado ma il giovane volle vendicarsi con la morte del re e lo uccise aggredendolo con la spada in pugno, come si è visto, durante i festeggiamenti.
L'omicida aveva preparato un cavallo per la fuga ma inciampò, cadde e fu trucidato da
Perdicca
ed altri.
Filippo
aveva regnato ventiquattro anni trasformando un piccolo regno in una grande monarchia.
Libro XVII - PARTE PRIMA
Diodoro
dichiara che in questo libro narrerà le gesta di
Alessandro
fino alla sua morte e gli eventi contemporanei nei vari Paesi del mondo.
Quando
Alessandro
salì al potere era arconte in
Atene
Eveneto e a
Roma
erano
consoli
Lucio Furio
e
Gaio Menio
. I suoi primi atti furono celebrare le esequie del padre e punire gli assassini. Si dedicò quindi a procurarsi la benevolenza dei sudditi e la loro stima nonostante fosse molto giovane garantendo che avrebbe seguito la politica paterna. Nello stesso modo ottenne la fiducia degli ambasciatori greci e la devozione dell'esercito.
Il nuovo re, tuttavia, doveva anche difendersi dalle insidie, soprattutto quella costituita da
Attalo
, cugino di
Cleopatra
seconda moglie di
Filippo
che, si sospettava, stava concludendo accordi con i
Greci
contrari alla dinastia macedone regnante.
Gli
Ateniesi
sobillati da
Demostene
, gli
Etoli
, i
Tebani
e molti altri popoli della
Grecia
stavano cacciando i presidi instaurati da
Filippo
e riprendevano a governarsi in autonomia.
Con grande abilità il giovane
Alessandro
seppe risolvere la situazione e confermare il proprio potere ove possibile con la diplomazia, altrove con la forza.
Riunì a
Pilo
l'assemblea degli
Amfizioni
e fu dichiarato supremo comandante.
Portando l'esercito in
Beozia
con estrema velocità intimorì i
Tebani
. Anche gli
Ateniesi
furono molto impressionati dalla rapidità delle decisioni di
Alessandro
e inviarono presso di lui un'ambasciata alla quale
Demostene
evitò di partecipare (forse a causa dei suoi segreti accordi con i
Persiani
, come sosteneva
Eschine
).
Raggiunto l'accordo anche con gli
Ateniesi
,
Alessandro
convocò un'altra assemblea a
Corinto
e si fece assegnare il comando generale contro i
Persiani
.
3)
Alessandro
fece uccidere
Attalo
eliminando un pericolo di ribellione dell'esercito.
In
Persia
l'eunuco
Bagoa
capitano delle guardie aveva avvelenato il re
Oco
che era odiato per la sua crudeltà e aveva posto sul trono il figlio più giovane di
Oco
di nome
Arsene (Artaserse IV)
facendo morire tutti i suoi fratelli ma dopo tre anni
Bagoa
si rese conto che
Arsene
diffidava di lui e lo fece morire.
Fu incoronato
Dario
, nipote di
Artaserse
,
Bagoa
tentò di avvelenarlo ma
Dario
lo costrinse a bere il veleno a lui destinato.
Dario
, già noto per meriti militari, cominciò a regnare con il consenso generale poco prima della morte di
Filippo
.
In un primo momento
Dario
sottovalutò il giovane
Alessandro
ma quando seppe con quale decisione si era imposto ai
Greci
cominciò ad organizzare le difese, formò un esercito, armò una flotta e impartì all'ufficiale
Memnone
l'ordine di conquistare la città di
Cizico
.
Valicato il
monte Ida
,
Memnone
attaccò
Cizico
ma non riuscendò ad espugnarla saccheggiò il contado per poi ritirarsi con un ricco bottino. Si battè con i
Macedoni
che assediavano Pitane al comando di
Parmenione
e li mise in fuga mentre nella
Troade
un altro ufficiale macedone di nome Callia veniva battuto dai
Persiani
.
4)
Alessandro
mandò truppe a domare rivolte fra i
Traci
, i
Peoni
e gli
Illiri
e a compiere nuove conquiste nei loro territori. Quando fu informato che i
Tebani
erano insorti e si preparavano a difendere la
Cadmea
si mosse rapidamente con tutto l'esercito arrivando a
Tebe
prima degli aiuti inviati da altre città greche.
I
Tebani
, pur impressionati dalla potenza dell'esercito macedone, decisero di resistere.
Alessandro
non attaccò subito e volle dare ai
Tebani
il tempo di riflettere ma vedendoli irriducibili e tracotanti si lasciò andare all'ira ed ordinò la distruzione della città.
Mentre i
Tebani
, insensibili agli oracoli contrari, alla prudenza e al buon senso si ostinavano a credersi in grado di resistere,
Alessandro
in soli tre giorni allestì le macchine per l'assedio e organizzò opportunamente il suo esercito.
La battaglia fu molto dura e i
Tebani
combatterono con incredibile coraggio contro un nemico numericamente molto superiore che inoltre disponeva di riserve per sostituire i soldati esausti o caduti. Nella fase più critica delle scontro
Alessandro
notò una piccola porta nelle mura e ordinò a
Perdicca
di usarla per penetrare in città. Quando i
Tebani
si resero conto che i
Macedoni
stavano entrando si precipitarono dentro le mura e nella confusione molti caddero o si ferirono calpestati dai cavalli o scontrandosi con i difensori della
Rocca Cadmea
che accorrevano dall'interno.
Seguì una strage feroce. I
Macedoni
, ma anche i soldati greci che militavano nell'esercito di
Alessandro
, infierirono senza pietà sulla popolazione mentre i
Tebani
preferivano farsi uccidere piuttosto che perdere la libertà.
Giunta la notte furono saccheggiate le case e profanati i templi senza misericordia per le donne, i vecchi e i bambini che vi si erano rifugiati. Furono trucidati tremila
Tebani
e trentamila fatti prigionieri mentre i
Macedoni
contavano soltanto cinquecento caduti.
Alessandro
convocò l'assemblea generale dei
Greci
che decise che
Tebe
, accusata di politica filopersiana, doveva essere distrutta.
Alessandro
approvò la decisione e
Tebe
fu rasa al suolo, terribile esempio del potere macedone per tutti gli altri
Greci
.
5)
Alessandro
chiese ad
Atene
la consegna di dieci oratori che sobillavano i cittadini contro di lui.
Focione
sostenne che i dieci avrebbero dovuto sacrificarsi per il bene della patria ma fu cacciato dall'assemblea.
Demostene
, che era il primo fra i dieci, convinse i concittadini a proteggerlo e
Demade
ebbe l'incarico di preparare una discolpa degli oratori e andarla a presentare a
Alessandro
. La missione di
Demade
ebbe successo e
Alessandro
sollevò gli oratori dalle accuse.
Rientrato in
Macedonia
,
Alessandro
preparò l'esercito per la missione in
Asia
e celebrò solenni festeggiamenti.
(
334 a.C.
) L'esercito macedone superò l'
Ellesponto
e sbarcò nella
Troade
. La fanteria contava trentamila uomini di cui cinquemila mercenari, la cavalleria quattromilacinquecento.
In
Macedonia
era rimasto come governatore
Antipatro
con dodicimila fanti e millecinquecento cavalieri.
Le forze persiane si concentrarono lungo il
fiume Granico
e
Alessandro
procedette rapidamente fino ad accamparsi sulla riva opposta dello stesso fiume. I
Persiani
schierarono oltre diecimila cavalieri ed erano sicuri che sarebbero stati sufficienti per sopraffare i
Macedoni
anche senza l'intervento della fanteria.
Il
satrapo
della
Jonia
Spitrobate
, genero di
Dario
, era un valorosissimo guerriero e con un manipolo di suoi parenti affrontò
Parmenione
che attaccava l'ala sinistra della cavalleria persiana facendo molti danni.
Alessandro
accorse e ingaggiò personalmente un combattimento con
Spitrobate
uccidendolo e rimanendo non gravemente ferito. Circondato dai nemici e bersagliato da ogni direzione,
Alessandro
subì molti colpi ma riuscì a resistere e a uccidere molti
Persiani
.
La cavalleria macedone mise in fuga quella avversaria e la fanteria persiana, demoralizzata, abbandonò a sua volta la battaglia. In questo modo
Alessandro
riportò la sua prima grande vittoria della quale era stato personalmente uno dei principali artefici.
Sepolti i suoi caduti si inoltrò nella
Lidia
e occupò la città di
Sardi
che si arrese spontaneamente.
6)
I
Persiani
sconfitti fuggirono a
Mileto
dove furono assediati dai
Macedoni
e quando le mura della città cedettero sotto l'azione delle macchine d'assedio furono costretti ad arrendersi. Quelli che non riuscirono a fuggire furono fatti schiavi mentre gli abitanti di
Mileto
non subirono danni. I
Persiani
sotto il comando di
Memnone
occuparono
Alicarnasso
e la fortificarono.
Alessandro
si incamminò verso quella città con l'esercito e durante la marcia si procurava l'amicizia delle città greche promettendo di liberarle dai
Persiani
.
Aiutò
Ada
(figlia di
Ecatomno
spodestata dal fratello minore
Pissodaro
) a recuperare il regno di
Caria
procurandosi un'altra alleanza.
L'assedio di
Alicarnasso
fu lungo e terribile perchè
Memnone
barricato in città disponeva di molte risorse ed era in grado di respingere i più duri assalti dei
Macedoni
. L'ateniese Efialte che militava con i
Persiani
comandò un attacco agli assedianti alla testa di un corpo scelto di duemila uomini e stava per prevalere ma l'intervento dei veterani di
Filippo
, normalmente dispensati dal combattimento a causa dell'età, capovolse la situazione: Efialte fu ucciso con molti suoi uomini, gli altri fuggirono a ripararsi in città.
Memnone
e gli altri comandanti decisero di abbandonare
Alicarnasso
che fu distrutta dai
Macedoni
.
Sottomessa la
Frigia
,
Alessandro
proseguì lungo la costa asiatica fino alla
Cilicia
acquisendo il controllo di città che si arresero spontaneamente e di altre che prese con la forza. Fra queste fu Marmara i cui abitanti fuggirono sui monti dopo aver ucciso donne, vecchi e bambini.
7)
(
333 a.C.
) Ricevuto un grosso finanziamento da
Dario
,
Memnone
organizzò una nuova campagna, conquistò
Chio
e
Lesbo
dove subì perdite notevoli di uomini e di tempo per espugnare
Mitilene
.
L'accresciuta fama di
Memnone
indusse molte città greche a cercare l'alleanza con i
Persiani
e probabilmente
Memnone
sarebbe riuscito a trasferire la guerra dall'
Asia
all'
Europa
come era sua intenzione se non fosse morto improvvisamente di malattia.
L'ateniese Caridemo, già consigliere di
Filippo
, era passato ai
Persiani
e suggerì al re di non prendere personalmente il comando della guerra ma di rimanere ad amministrare l'impero scegliendo un altro luogotenente all'altezza dell'impresa. Gli altri consiglieri gli si opposero accusandolo di volere il comando per poi tradire, ne nacque una lite nella quale Caridemo offese
Dario
e fu mandato a morte. Successivamente
Dario
si pentì di averlo condannato spinto dalla collera e decise di seguire il consiglio di Caridemo ma non trovando chi potesse sostituire degnamente
Memnone
fu costretto ad assumere il comando della campagna.
Riunito un esercito di quattrocentomila uomini a piedi e centomila a cavallo,
Dario
partì da
Babilonia
alla volta della
Cilicia
portando con se la famiglia.
In quei giorni
Alessandro
si ammalò gravemente e le sue condizioni rendevano pessimisti i numerosi medici che lo curavano, solo
Filippo di Acarnania
, medico noto per i suoi metodi non convenzionali, assicurò che lo avrebbe guarito e in effetti vi riuscì grazie a una sua pozione e, forse, anche grazie alla tempra del paziente.
Olimpiade
scrisse a
Alessandro
per metterlo in guardia contro Linceste, già uomo di fiducia del re, che venne incarcerato in attesa di processo.
Parmenione
ebbe l'incarico di occupare il passo delle
Porte
e ne prese possesso scacciando i nemici che erano arrivati prima di lui, ma la gente dei paesi interessati dal conflitto vedendo la differenza delle forze in campo aiutava i
Persiani
considerando i
Macedoni
destinati alla sconfitta.
A
Isso
si svolse una grandissima battaglia,
Alessandro
inseguì
Dario
che era aiutato dal fratello Ossatre mentre i due eserciti si sterminavano reciprocamente.
Alessandro
fu ferito e molti dei suoi perirono ma
Dario
, circondato dai nemici, fu preso dal panico, il suo comportamento fu notato e provocò la fuga incontrollabile dei
Persiani
. I
Macedoni
vincitori saccheggiarono tesori abbandonati, i
Persiani
infatti usavano portare con se in guerra le mogli e i loro beni di maggior valore.
Diodoro
descrive con efficacia la patetica situazione delle donne cadute improvvisamente in disgrazia che chiedevano pietà ai vincitori i quali si comportavano, secondo la natura di ognuno, chi con pietà, chi in modo crudele.
Dario
era fuggito e i suoi familiari ne ignoravano il destino. I suoi ministri preparavano il padiglione reale per accogliere
Alessandro
.
8)
Alessandro
inseguì per un tratto
Dario
ma rinuciò e tornò al campo per riposare. Informò la famiglia reale che
Dario
era ancora vivo e assicurò la sua clemenza, promessa che mantenne trattando i vinti con grande rispetto e umanità, comportamento che
Diodoro
elogia più di ogni altra impresa di
Alessandro
.
Dario
tentò inutilmente di trattare la pace, quindi passò a organizzare un altro enorme esercito.
9)
(
332 a.C.
) Dopo qualche giorno di festeggiamenti e di riposo
Alessandro
mosse verso l'
Egitto
. Attraversando la
Fenicia
fu ben accolto in molte città ma gli abitanti di
Tiro
chiusero le porte e ignorarono le sue minacce contando di essere ricompensati da
Dario
se avessero rallentato la marcia dei
Macedoni
.
Dal canto suo
Alessandro
non volle rischiare di creare un precedente e decise di espugnare a tutti i costi la città. Ordinò di costruire un argine per unire alla terra ferma l'isola su cui sorgeva
Tiro
, grande lavoro reso più difficile dal boicottaggio degli assediati e dalle mareggiate.
I
Tirii
mandarono a
Cartagine
le donne, i bambini e tutti coloro che non erano in grado di combattere e si prepararono a sostenere l'assedio costruendo macchine e attrezzature di difesa: strumenti girevoli per intercettare le frecce, imbottiture sulle mura per attutire i colpi, catapulte per lanciare pietre, sabbia arroventata, lame incandescenti, trovate ingegnose realizzate da abili artigiani.
Nonostante tutto, il valore dei
Macedoni
prevalse anche grazie all'incredibile coraggio di
Alessandro
che attraversando un ponteggio aereo sotto i colpi nemici fu il primo a raggiungere la sommità delle mura.
Tiro
infine fu presa, tutti i difensori furono giustiziati e quanti non erano fuggiti a
Cartagine
furono fatti schiavi. Il re di
Tiro
fu deposto e il regno fu affidato a
Abdalonimo
, discendente della stirpe reale che dall'avvento dei
Persiani
era caduta in disgrazia.
10)
Agide
re di
Sparta
alleato dei
Persiani
, ricevuto un finanziamento da
Dario
, conquistò per lui molte città dell'isola di
Creta
.
Aminta
, esule macedone che aveva militato a
Isso
per i
Persiani
, raccolse navi e soldati a
Cipro
e tentò di impadronirsi della
satrapia
d'
Egitto
ma fu sconfitto e ucciso dagli abitanti di
Menfi
.
Alessandro
conquistò
Gaza
dopo un assedio di due mesi, quindi passò in
Egitto
dove fu accolto senza contrasti perchè gli
Egiziani
odiavano i dominatori persiani. In
Egitto
incontrò anche ambasciatori di
Cirene
che si sottomettevano ai
Macedoni
.
Per visitare l'oracolo di
Ammone
affrontò una lunga marcia nel deserto fino all'oasi amena dove sorgeva il tempio. I responsi furono incoraggianti per le imprese di
Alessandro
e i sacerdoti le formularono in modo da convalidare l'ipotesi che fosse figlio di
Zeus
.
Volendo fondare una grande città scelse una felice posizione vicino al mare e avviò i lavori per costruire quella che chiamò
Alessandria
, Già dai suoi inizi la città era molto grande e con l'andar del tempo crebbe fino ad essere una delle prime al mondo. Nella città
Alessandro
volle anche un magnifico palazzo reale che in seguito fu arricchito dai suoi successori. Sistemate le cose in
Egitto
,
Alessandro
tornò in
Siria
.
11)
Dario
portò il suo grande esercito nei pressi di Arbela (nell'attuale Iraq) e ritentò con la diplomazia proponendo a
Alessandro
di diventare suo genero e di condividere il potere, ma
Alessandro
rispose che se
Dario
si fosse contentato di essere un principe a lui sottomesso lo avrebbe accontentato, altrimenti avrebbero dovuto combattere per il primato.
A questo punto
Dario
incaricò l'ufficiale
Mazeo
di presidiare il
Tigri
e devastare il territorio che i nemici dovevano attraversare,
Mazeo
vide che il fiume era troppo profondo e violento per essere superato da un esercito e tralasciò la guardia per dedicarsi a fare terra bruciata della zona circostante.
Alessandro
tuttavia affrontò il pericolosissimo guado e riuscì a superare il fiume ordinando ai soldati di formare un cordone tenendosi per mano.
Dopo un giorno di riposo i
Macedoni
andarono a accamparsi vicino al nemico. Prima della battaglia
Alessandro
si concesse un lungo sonno ristoratore quindi dispose le squadre per il combattimento:
Clito detto il Nero
,
Filota
figlio di
Parmenione
, Nicanore figlio di
Parmenione
capo degli
argiraspidi
(i veterani dalle belle armature), Ceno,
Perdicca
,
Meleagro
,
Poliperconte
, Filippo figlio di Belacro,
Cratero
con le loro truppe macedoni formavano l'ala destra mentre nell'ala sinistra erano le forze provenienti dalla
Grecia
. Personalmente
Alessandro
assunse il comando dell'ala destra.
I terribili carri falcati persiani con lunghe lame fissate alle ruote furono in parte dirottati dai
Macedoni
che percuotendo gli scudi spaventarono i cavalli, in parte lasciati passare senza conseguenze nei varchi degli schieramenti ma quelli che andarono a segno fecero strage di quanti incontrarono la loro corsa.
Mentre
Dario
alla testa di un corpo scelto attaccava l'ala di
Alessandro
,
Mazeo
riuscì con la cavalleria scita ad aggirare il nemico e penetrare nel campo macedone per saccheggiarlo, liberando i prigionieri e portando lo scompiglio.
La battaglia era cominciata bene per i
Persiani
ma
Alessandro
attaccò direttamente il cocchio di
Dario
e un suo colpo uccise l'auriga del re. Nella confusione della battaglia quanti videro la scena credettero che fosse morto
Dario
e i
Persiani
presi dal panico si diedero alla fuga e infine lo stesso
Dario
, vedendosi scoperto, abbandonò il campo di battaglia riuscendo a far perdere le proprie tracce agli inseguitori.
Mazeo
intanto aveva avuto la meglio sulla cavalleria di
Parmenione
ma questi riuscì a liberare i suoi dalla morsa del nemico.
12)
(
330 a.C.
) Alla notizia di questa battaglia molte città in
Grecia
si sollevarono nel timore di essere sottomesse dai
Macedoni
se non avessero potuto contare sui
Persiani
. Principali promotori della rivolta furono gli
Spartani
mentre i
Macedoni
non parteciparono.
Le altre città formarono un esercito il cui comando fu assunto dal re di
Sparta
Agide
. Questi si scontrò con il macedone
Antipatro
, fu sconfitto e perse la vita dopo aver regnato per nove anni.
Libro XVII - PARTE SECONDA
1)
Dario
riparò a
Ecbatana
dove cercò di riorganizzare e rifornire di armi quanto restava del suo esercito.
Alessandro
si allontanò subito dalla zona della battaglia infettata dalla grande quantità di cadaveri e si recò a
Babilonia
dove si trattenne un altro mese per dare ristoro al suo esercito.
Nominati governatori per le province occupate e ricevuti rinforzi inviati da
Antipatro
,
Alessandro
si rimise in marcia sostando di nuovo nella provincia dei Sittaceni.
Susa
si consegnò spontaneamente a
Alessandro
che si impadronì della reggia e del tesoro che conteneva. Lasciò a
Susa
la famiglia di
Dario
e proseguendo affrontò e sconfisse un esercito comandato da Madete, parente di
Dario
che tentava di impedirgli di marciare verso
Persepoli
.
Giunti in un altro valico montano i
Macedoni
caddero in un'imboscata e persero molti uomini a causa del lancio di pietre e frecce da parte dei nemici comandati da
Ariobarzane
appostati in alto,
Alessandro
fu costretto a ordinare la ritirata.
Sembrava non esserci altra via per entrare in
Persia
ma un prigioniero licio indicò ad
Alessandro
un sentiero molto difficile che gli permise di arrivare di notte alle spalle dei nemici e sbaragliare le forze di
Ariobarzane
.
In questa occasione i
Macedoni
trovarono un gruppo di ottocento prigionieri greci, erano tutti anziani e tutti erano stati mutilati dai
Persiani
. Commosso dal triste spettacolo,
Alessandro
li liberò e ordinò delle elargizioni per mitigare le loro sofferenze.
2)
Alessandro
concesse ai soldati di saccheggiare
Persepoli
, la capitale e la più ricca città persiana. Riservò per se stesso soltanto la reggia e ne prese possesso mentre i suoi si lasciavano andare all'eccitazione del saccheggio arrivando a uccidersi fra loro nel contendere tante incredibili ricchezze.
Durante un banchetto
Alessandro
e i suoi ufficiali, eccitati dal vino, si lasciarono convincere dalla cortigiana ateniese
Taide
ad incendiare la reggia per vendicare i templi greci distrutti da
Serse
.
Intanto
Dario
era fuggito in
Battriana
dove per tradimento del governatore
Besso
venne trucidato. Quando
Alessandro
giunse sul luogo
Besso
era già fuggito e non gli rimase che dedicare a
Dario
esequie regali.
In
Europa
Antipatro
affidò all'assemblea dei
Greci
il compito di giudicare gli
Spartani
e l'assemblea decise di inviare legati in
Asia
per consultare
Alessandro
.
3)
Partito
Alessandro
,
Besso
tornò in
Battriana
, si fece nominare re e convinse la popolazione a combattere per l'indipendenza dai
Macedoni
.
Alessandro
premiò i suoi soldati e congedò gli alleati greci con ricchi donativi, poi si mise in marcia verso l'
Ircania
e sostò presso la città di Ecatompilo. Conquistò quindi la fertilissima regione fino al Mar Caspio.
La popolazione dei Mardi tentò di sbarrare il passo ai
Macedoni
schierando tremilaseicento uomini che furono sconfitti e in gran parte uccisi. Durante questa battaglia i nemici si impadronirono di
Bucefalo
, l'amatissimo cavallo di
Alessandro
, ma lo restituirono quando il re minacciò di fare una strage e devastare il paese.
Alessandro
incontrò al confine dell'
Ircania
Talestri
regina delle
Amazzoni
accompagnata da adeguato corteo, la donna desiderava avere figli dal re, certa che sarebbero stati individui di grandi doti, e
Alessandro
la trattenne presso di se tredici giorni per accontentarla.
A questo punto della sua vicenda,
Alessandro
cominciò ad adottare i costumi e l'abbigliamento dei
Persiani
, si assegnò una guardia del corpo e un gineceo anche se inizialmente usò una certa moderazione per non scandalizzare i
Macedoni
.
4)
Un domestico di nome Cembalino, venuto a conoscenza di una cospirazione contro il re, ne informò
Filota
ma questi tenne per se la notizia. Quando
Alessandro
fu comunque informato la posizione di
Filota
sembrò sospetta ed egli stesso, sotto tortura, confessò di essere un congiurato.
Filota
fu giustiziato e qualche tempo dopo andò a morte anche Linceste.
Parmenione
, uno degli amici più intimi del re e governatore della
Media
, fu ucciso da sicari inviati da
Alessandro
.
Una parte dei soldati criticò questa condanna e
Alessandro
la isolò in una coorte separata dal resto dell'esercito per evitare il diffondersi di opinioni sediziose.
Alessandro
guidò l'esercito contro gli
Arimaspi
che abitavano una regione remota e si chiamavano Evergeti da quando avevano aiutato
Ciro il Grande
e il suo esercito rimasti senza cibo nel loro paese. Gli Evergeti accolsero
Alessandro
amichevolmente e non fu necessario combattere, altrettanto avvenne con i vicini Gedrosii. Il re premiò tutti con doni onorevoli e assegnò loro Teridate come governatore.
5)
(
328 a.C.
)
Alessandro
guidò l'esercito al Paropamiso, regione settentrionale costantemente coperta di neve il cui clima mise a dura prova i
Macedoni
. Conquistato questo paese proseguì fino al
Caucaso
dove fondò un'altra città con il nome di Alessandria, quindi tornò in
Battriana
avendo saputo che
Besso
e
Satibarzane
avevano ripreso le ostilità.
Satibarzane
fu ucciso in duello da
Erigio
,
Besso
fu consegnato dai suoi e
Alessandro
lo affidò ai parenti di
Dario
che lo fecero a pezzi.
Lacuna nel testo. Da un indice sono stati ricavati gli argomenti trattati nelle parti mancanti:
-
Alessandro
condanna i
Branchidi
come traditori dei
Greci
- Guerra con i Sogdiani e gli
Sciti
- Punizione dei Battri e nuova ribellione dei Sogdiani
- Terza ribellione dei Sogdiani
- Uccisione di
Clito
a tavola
- Morte di
Callistene
- Impresa contro i Nautaci, morti nell'esercito per il gelo
-
Alessandro
sposa
Rossane
e induce gli amici a sposare nobili persiane
- Invasione dell'
India
16)
I
Macedoni
sterminarono i mercenari di Massace che erano stati congedati, proseguirono conquistando altre città e si fermarono alla Pietra Arnone dove si erano rifugiati i superstiti delle città conquistate. Si trattava di un altura affacciata sull'
Indo
molto impervia e male accessibile.
Alessandro
guadagnò una buona posizione con l'aiuto di una guida locale e con pochi giorni espugnò il luogo lasciando gli assediati liberi di andare via.
Mofi (o Omfi), re di una popolazione locale, rassegnò il suo regno a
Alessandro
che non lo accettò ma stipulò con lui un'alleanza.
(
326 a.C.
)
Alessandro
attaccò il principe indiano
Poro
che disponeva di forze considerevoli e aveva stretto alleanza con un altro re di nome Embisaro.
I numerosi elefanti di
Poro
massacrarono molti
Macedoni
finché il dolore delle ferite non fece impazzire gli animali che fuggirono indietro travolgendo molti
Indiani
.
Poro
, che era un uomo eccezionalmente robusto, continuò a combattere valorosamente su un elefante ancora sotto controllo.
Alessandro
ordinò ai suoi di concentrarsi contro
Poro
e questi si battè da eroe finché non cadde dall'elefante sopraffatto dai colpi. Gli
Indiani
, credendolo morto, fuggirono e i
Macedoni
ebbero la vittoria.
Poro
era incredibilmente sopravvissuto,
Alessandro
ordinò agli
Indiani
di curarlo e quando fu guarito gli restituì il regno per onorarne il valore.
17)
Sconfitto
Poro
, il suo alleato Embisaro che non era giunto in tempo per la battaglia, si sottomise.
Un cugino di
Poro
abbandonò il suo regno e fuggì,
Alessandro
ne fece occupare il territorio da
Efestione
e lo consegnò a
Poro
.
I
Macedoni
proseguirono attraverso diverse regioni dell'
India
conquistando alcune città e ricevendo la resa spontanea di altre.
Giunto nel regno di Tegeo, che lo accolse amichevolmente,
Alessandro
sostò per qualche tempo. Venne informato che a dodici giorni di cammino oltre l'
Indo
scorreva il
Gange
, il più grande dei fiumi dell'
India
e che lungo le sue rive vivevano i Presiani e i
Gandaridi
dotati di enormi forze militari.
Eccitato da queste informazioni,
Alessandro
concepì l'idea di muovere contro i
Gandaridi
ma questa volta il suo esercito, sfinito da una spedizione che durava già da otto anni, non accettò di combattere ancora e lo costrinse a mettere termine all'impresa.
Alessandro
fece costruire altari e monumenti a ricordo della presenza dei
Macedoni
in quei luoghi poi iniziò la marcia di ritorno e raggiunse il fiume
Idaspe
dove fu completato l'allestimento della flotta che aveva ordinato in precedenza di preparare.
Sull'
Idaspe
fondò due città, ne chiamò una Nicea dedicandola alle sue vittorie e l'altra Bucefalia in memoria del suo cavallo caduto combattendo contro
Poro
.
18)
Discendendo il fiume i
Macedoni
giunsero nel paese dei
Sibi
che ritenendoli loro lontani parenti li accolsero amichevolmente.
Si scontrarono quindi con gli ostili
Agalassesi
e li debellarono, i superstiti fuggirono in una città e combattendo nelle strade uccisero molti
Macedoni
ma
Alessandro
li vendicò incendiando la loro città.
Proseguendo il viaggio giunsero alla confluenza dell'
Idaspe
nell'
Indo
dove a causa dei violenti vortici diverse navi naufragarono fra cui quella di
Alessandro
che si salvò a stento dall'annegamento.
Proseguendo trovò i popoli degli
Ossidraci
e dei
Malli
che erano in guerra fra loro ma si riconciliarono per affrontare
Alessandro
che decise di assediare una delle loro città nonostante gli auspici negativi di un indovino.
Durante l'assedio
Alessandro
si trovò isolato dai suoi ad affrontare la massa dei nemici, riuscì a resistere fino all'arrivo dei soccorsi uccidendo molti
Indiani
ma fu ferito come l'indovino aveva predetto.
Una volta guarito
Alessandro
offrì un banchetto durante il quale due suoi convitati, il macedone Corago e l'ateniese Diossippo si sfidarono. L'incontro fu vinto da Diossippo con disappunto di
Alessandro
per la sconfitta del connazionale. Molti
Macedoni
calunniarono Diossippo e lo accusarono di furto con false prove, l'Ateniese si suicidò lasciando una lettera per
Alessandro
in cui denunciava le trame dei suoi avversari.
19)
Proseguendo verso l'Oceano,
Alessandro
incontrò i popoli dei Sambesti, dei Sodri e dei Massani, accettò le loro proposte di pace e i loro doni e fondò una città. Diverso destino toccò ai Bracmani che si opposero ai
Macedoni
e furono massacrati. Il loro re Sambo, tuttavia, riuscì a fuggire e organizzò la resistenza attirando
Alessandro
in un combattimento in cui perse molti uomini a causa delle frecce dei Bracmani trattate con veleno di serpente.
Anche
Tolomeo
fu tra i feriti ma fu salvato da
Alessandro
che sognò un serpente che gli indicava l'erba dalla quale trarre l'antitodo.
20)
Giunto all'Oceano,
Alessandro
considerò conclusa la spedizione, offrì sacrifici e ordinò a
Nearco
di esplorare la costa fino alla foce dell'
Eufrate
, quindi iniziò la marcia di ritorno saccheggiando e devastando i territori attraversati.
Durante questo viaggio i
Macedoni
attraversarono un deserto perdendo molte vite per il clima e per la mancanza di vettovaglie. Giunti finalmente nella città di Salmunzio si ricongiunsero con quanti avevano esplorato la costa che raccontarono delle forti maree e dei grandi cetacei.
In Susiana il vecchio Calano, del seguito del re, decise di por fine alla sua vita saltando sul rogo volontariamente.
Alessandro
sposò
Statira
figlia maggiore di
Dario
e combinò molti matrimoni fra la nobiltà macedone e quella persiana.
21)
Alessandro
fece selezionare trentamila giovani persiani e li fece addestrare a combattere come i
Macedoni
in modo da avere un corpo scelto sul quale fare affidamento in caso di ribellioni del suo esercito.
Intanto
Arpalo
, al quale
Alessandro
aveva affidato
Babilonia
e il tesoro reale, commetteva ogni sorta di abusi dilapidando il denaro che gli era stato lasciato. Quando seppe del ritorno di
Alessandro
fuggì ad
Atene
, qui corruppe vari personaggi nel tentativo di non essere consegnato, poi passò a
Creta
dove fu ammazzato da un amico. In
Atene
si tennero processi contro quanti si erano lasciati corrompere da
Arpalo
e fra questi fu anche
Demostene
.
Alessandro
proclamò un'amnistia, congedò i soldati più anziani e pose fine energicamente a un principio di sedizione.
22)
Sostituiti i soldati congedati con altrettanti persiani,
Alessandro
dispose elargizioni per il benessere e l'educazione dei figli che i suoi
Macedoni
avevano avuto dalle donne schiave. Partì da
Susa
e di tappa in tappa raggiunse
Ecbatana
, capitale della
Media
. Qui morì
Efestione
con grande dispiacere di
Alessandro
che ordinò di trasportare il cadavere a
Babilonia
.
23)
I veterani macedoni congedati cominciarono a depredare varie regioni.
Satrapi
e comandanti persiani organizzarono contro di loro un esercito che affidarono all'ateniese Leostene al quale consegnarono armi e denaro in misura adeguata. Leostene propose l'alleanza agli
Etoli
.
Intanto
Alessandro
affrontava e sconfiggeva in pochi giorni il popolo dei Cossei che abitava sulle montagne della
Media
e forte della sua posizione non si era mai sottomesso neanche ai
Persiani
.
Alcuni astronomi caldei avvertirono
Alessandro
che se fosse entrato in
Babilonia
avrebbe perso la vita e lo convinsero ad accamparsi fuori città ma i filosofi greci che erano con lui, fra cui
Anassarco
, gli fecero cambiare idea screditando ogni tipo di divinazione.
Così i
Macedoni
rientrarono in
Babilonia
per dedicarsi all'ozio e ai piaceri.
24)
(
323 a.C.
) In
Babilonia
Alessandro
concesse udienza a numerosissimi ambasciatori venuti da ogni paese per congratularsi per le sue imprese, avanzare istanze, offrire doni, quindi si dedicò ai funerali di
Efestione
.
Efestione
era stato il più caro amico di
Alessandro
ed egli gli dedicò esequie insuperabili facendo porre la sua pira funebre su un catafalco colossale, ornato di statue, armi e trofei. Volle che in futuro
Efestione
fosse venerato come un dio e gli offrì sacrifici di migliaia di vittime.
25)
Alessandro
si dedicò finalmente a una vita serena ma molti infausti presagi annunciavano la sua morte ed egli, ricordando la profezia dei
Caldei
, prese a maledire i filosofi greci che lo avevano convinto a non ascoltarla.
Dopo poco tempo partecipò a un banchetto, bevve molto e si sentì male. Peggiorò rapidamente senza che i medici riuscissero a dare sollievo ai suoi forti dolori. Consegnò il suo anello a
Perdicca
e quando gli chiesero chi designava come suo successore rispose "il migliore".
Morì dopo aver regnato dodici anni e sette mesi.
Secondo alcuni autori la causa della sua morte fu un veleno somministratogli da
Antipatro
che lo odiava per la condanna di
Parmenione
e di
Filota
e perché in una lite con
Olimpiade
Alessandro
aveva appoggiato la madre.
Morto
Alessandro
la vecchia regina Sisigambri madre di
Dario
che aveva amato la sua clemenza lo pianse amaramente e poco dopo, decrepita e sola, anche lei cessò di vivere.
Libro XVIII
1)
Alessandro
morì prevedendo che i suoi amici avrebbero molto combattuto per la supremazia e infatti alla sua morte seguirono molte guerre che
Diodoro
narrerà in questo libro.
2)
(
323
/
322 a.C.
) La fanteria scelse come nuovo re
Arrideo
figlio di
Filippo
benché fosse malato di mente, mentre l'aristocrazia non accettò la decisione ed inviò
Meleagro
, un altro ufficiale di
Alessandro
, a parlamentare con la fanteria, ma
Meleagro
non svolse la missione e passò agli avversari incitandoli a usare la forza. Si giunse comunque a un accordo e
Arrideo
fu eletto re con il nome di
Filippo Arrideo
,
Perdicca
fu nominato reggente e fu stabilito che le
satrapie
andassero ai più autorevoli amici e guardie del corpo di
Alessandro
.
3)
Tolomeo
ebbe l'
Egitto
, Laomedonte di Mitilene la
Siria
,
Filota
la
Cilicia
, Pitone la
Media
,
Eumene
la Paflagonia e la
Cappadocia
con i territori limitrofi,
Antigono
la Panfilia, la
Licia
e la
Grande Frigia
, Asandro la
Caria
, Menandro la
Lidia
,
Leonnato
la
Frigia Ellespontina
,
Lisimaco
la
Tracia
,
Antipatro
la
Macedonia
. Nelle rimanenti
satrapie
dell'
Asia
rimasero gli stessi comandanti già in carica, ai principi
Indiani
Taxila e
Poro
rimasero i rispettivi regni. Altri territori furono assegnati a
Ossiarte
padre di
Rossane
, a Siburzio, a Stasanore di Soli, a Filippo, a Frataferne, a Peuceste, a Tlepolemo, a Atropato, a Arcone, a Arcesilao.
Seleuco
ebbe il comando dello squadrone di cavalleria più importante, incarico che era stato di
Efestione
poi di
Perdicca
.
4,5,6)
Perdicca
sottopose all'assemblea dei
Macedoni
i progetti che
Alessandro
aveva lasciato disposizione di realizzare. Questi progetti, oltre alla fondazione di città e alla costruzione di splendidi templi o monumenti prevedevano la conquista delle coste del
Mediterraneo
fino a fondere le genti europee con quelle asiatiche con matrimoni e parentele. L'assemblea lodò i grandi progetti del defunto re ma decise di non realizzarli perché troppo costosi o impegnativi.
7)
I
Greci
stanziati nelle
satrapie
orientali si ribellarono ed organizzarono un esercito affidandone il comando a un certo Filone di Enia. Contro di loro
Perdicca
mandò milizie comandate da Pitone, ex guardia del corpo di
Alessandro
, con l'ordine di uccidere in ogni caso tutti i ribelli. Pitone si accordò con i capi dei ribelli che gli lasciarono vincere facilmente una battaglia a fronte di garanzie di immunità ma i suoi soldati, secondo gli ordini di
Perdicca
, uccisero e depredarono i
Greci
.
8)
Alessandro
aveva emanato l'ordine di rimpatrio di tutti gli esuli, cosa sgradita agli
Ateniesi
che avevano confiscato i terreni degli esuli di
Samo
e che approfittarono della morte di
Alessandro
per tentare di ottenere la supremazia sulla
Grecia
tramite quella che fu detta
Guerra Lamiaca
.
9)
Leostene ebbe l'incarico di preparare l'esercito in modo molto riservato per non stimolare la reazione di
Antipatro
ma quando si ebbe la certezza della morte di
Alessandro
fu dato a Leostene il consenso per agire apertamente ed egli con una parte del denaro lasciato da
Arpalo
completò l'armamento e passò a cercare alleati in
Etolia
,
Locride
e
Focide
.
10,11)
La campagna di arruolamenti di Leostene e dei suoi ambasciatori nelle città della
Grecia
ebbe molto successo anche se in
Atene
non mancavano gli scettici che giudicavano prematura e troppo pericolosa la decisione di scendere in campo contro i
Macedoni
. I
Beoti
si opposero perché sapevano che se gli
Ateniesi
avessero vinto li avrebbero privati dei territori che
Alessandro
aveva distribuito loro. Si scontrarono con Leostene nei pressi di
Platea
e furono sconfitti.
12)
Antipatro
chiese aiuti a
Cratero
e a
Leonnato
, quindi passò in
Tessaglia
per affrontare i
Greci
ribelli. L'esercito di Leostene era più numeroso di quello macedone perciò
Antipatro
si chiuse in Lamia in attesa di rinforzi dall'
Asia
.
13)
Leostene assediò i
Macedoni
e stava per costringerli alla resa per fame quando morì per un colpo alla testa. Al suo posto fu eletto Antifilo.
14)
Tolomeo
prese possesso dell'
Egitto
e si alleò con
Antipatro
contro eventuali ostilità da parte di
Perdicca
.
Lisimaco
in
Tracia
si scontrò con l'esercito del re Seute in una battaglia non risolutiva.
15)
Leonnato
, alleato di
Antipatro
, raccolse un esercito in
Macedonia
e si scontrò con i
Greci
che avevano tolto l'assedio a Lamia. I cavalieri
Tessali
prevalsero sui
Macedoni
e
Leonnato
fu ucciso. Il giorno seguente
Antipatro
unì le forze di
Leonnato
alla sua armata. Intanto la flotta ateniese, potenziata con nuove navi, si scontrava con quella macedone comandata da Clito ma veniva sconfitta in due occasioni.
16)
Perdicca invase la
Cappadocia
e dopo aver sconfitto e ucciso Ariarate consegnò la
satrapia
a
Eumene
come era stato stabilito.
Cratero
raggiunse
Antipatro
in
Tessaglia
portandogli consistenti rinforzi.
17)
I
Greci
erano nettamente inferiori di numero perché molti di loro, dopo le precedenti vittorie, erano tornati alle loro case. Pressati da
Antipatro
dovettero comunque accettare la battaglia (
Crannone
7 agosto
322 a.C.
) e furono sconfitti.
Antipatro
non accettò una resa comune e volle trattare la pace con le singole città. Molte città chiesero la pace per ottenere la salvezza ma
Etoli
e
Ateniesi
decisero di continuare le ostilità.
18)
Gli
Ateniesi
reintegrarono l'oratore
Demade
nei diritti civili perduti in precedenza per illegalità e lo mandarono a trattare la pace con
Antipatro
insieme a
Focione
.
Antipatro
concesse la pace e affidò il governo di
Atene
ai cittadini più ricchi (e quindi più interessati alla pace), tolse la cittadinanza ai poveri e agevolò il loro trasferimento in
Tracia
.
Cratero
fu ricompensato da
Antipatro
che gli fece sposare la figlia Fila. Perdicca ricondusse a
Samo
gli esuli cacciati dagli
Ateniesi
quaranta anni prima.
19)
Tibrone, generale spartano, aveva ucciso
Arpalo
e impadronitosi del suo denaro, delle navi e dei soldati aveva attaccato
Cirene
. Sottomessa la città e incasssato un grosso tributo si andava organizzando per assoggettare i popoli confinanti con la
Libia
.
20)
Le fortune di Tibrone ebbero presto fine a causa di una rivolta comandata dal disertore Mnasicle che occupò il porto di
Cirene
e con un'imboscata uccise molti uomini di Tibrone.
21)
Più volte sconfitto, Tibrone arruolò molti mercenari e riprese le offensive sconfiggendo i
Libici
coalizzati contro di lui. La situazione provocò una crisi a
Cirene
, il governo aristocratico fu revocato dai democratici e una parte dei possidenti riparò presso Tibrone, un'altra in
Egitto
. Intervenne
Tolomeo
mandando a
Cirene
lo stratego Ofella che sconfisse Tibrone e lo fece prigioniero, quindi occupò
Cirene
che entrò a far parte del regno tolemaico.
22)
Giunti in
Pisidia
, Perdicca e
Filippo Arrideo
decisero di distruggere due città per vendicare la morte di Balacro, guardia del corpo di
Alessandro
caduto in questi luoghi. Gli
Isauri
che abitavano una delle due città preferirono incendiare le loro case e perire nel fuoco insieme ai familiari piuttosto che cedere agli assedianti.
23)
Perdicca sposò Nicea figlia di
Antipatro
preferendola a Cleopatra sorella di
Alessandro Magno
per non svelare il suo progetto di impadronirsi del potere supremo. Per lo stesso scopo cercò di eliminare
Antigono
costruendo false accuse a suo carico, ma
Antigono
, che era molto abile e intelligente, lo prevenne e fuggì con il figlio
Demetrio
.
24)
Antipatro
e
Cratero
organizzarono una spedizione contro gli
Etoli
, i soli a non essersi arresi dopo la
Guerra Lamiaca
. Gli
Etoli
si ritirarono sulle montagne con le famiglie, fortificarono le loro città più importanti e attesero i nemici.
25)
Gli
Etoli
riuscirono a resistere ai
Macedoni
uccidendone molti ma sopraggiunto l'inverno i loro rifugi in montagna divennero invivibili e stavano per soccombere quando
Antigono
avvertì
Antipatro
seppe che Perdicca intendeva sposare Cleopatra e dichiararsi re e decise di concludere rapidamente la guerra. Alleatosi con
Tolomeo
preparò una spedizione contro Perdicca, questi decise di muovere contro l'
Egitto
prima di avanzare verso la
Macedonia
.
26-28)
(322/321 a.C.)
Arrideo
si occupò di allestire il trasporto del corpo di
Alessandro
da
Babilonia
in
Egitto
. La salma imbalsamata era in un sarcofago d'oro posto su un carro decorato con incredibili ricchezze e con simboli macedoni, persiani, indiani secondo quell'ideale di unificazione che
Alessandro
aveva sostenuto. Al confine dell'
Egitto
Tolomeo
prese in consegna il corpo del re e lo seppellì nel tempio appositamente costruito in
Alessandria
.
29)
Cratero
e
Antipatro
riuscirono a trasferire le truppe in
Asia
prima dell'arrivo di
Eumene
all'
Ellesponto
. Neottolemo
satrapo
di
Armenia
che era stato inviato da Perdicca a coadiuvare
Eumene
si accordò segretamente con
Antipatro
e tramò contro
Eumene
ma questi lo sconfisse e aggiunse alle sue truppe i soldati superstiti dell'avversario. Neottolemo fuggì e raggiunse
Antipatro
, questi decise di attaccare Perdicca mentre
Cratero
si sarebbe mosso contro
Eumene
.
30)
Quando
Cratero
e
Eumene
si scontrarono (
Cappadocia
, luglio 321) il primo contava soprattutto sulla fanteria composta prevalentemente di
Macedoni
, il secondo faceva più affidamento sulla cavalleria.
Cratero
attaccò per primo e combattè con valore ma cadde dal cavallo e morì calpestato. La sua morte eccitò i soldati di
Eumene
che fecero strage dell'ala destra del nemico.
31)
A sinistra Neottolemo e
Eumene
si lanciarono l'uno contro l'altro affrontandosi in duello e si ferirono reciprocamente, infine Eumnene inferse il colpo mortale all'avversario.
32)
La morte di Neottolemo demoralizzò i suoi e la battaglia si concluse con esito favorevole per
Eumene
che propose ai soldati nemici di unirsi a lui ma molti di loro fuggirono e
Eumene
rinunciò a inseguirli.
33)
Antipatro
si affrettò a portare aiuto a
Tolomeo
mentre Perdicca, incoraggiato dalla vittoria di
Eumene
, marciava verso l'
Egitto
, ma giunto a
Pelusio
fu abbandonato da molti ufficiali che preferirono passare a
Tolomeo
che godeva di grande consenso per la sua giustizia e la sua generosità. Perdicca proseguì comunque con quanti erano rimasti con lui e marciando a tappe forzate raggiunse e superò il
Nilo
.
34)
Accorsero i soldati di
Tolomeo
per difendere una loro cittadella prossima al fiume. I combattimenti durarono tutto il giorno e videro i due comandanti battersi personalmente con grande coraggio. Durante la notte Perdicca trasferì di nascosto il suo campo su un'isola formata dal
Nilo
di fronte a
Menfi
.
35)
Il guado del fiume per raggiungere l'isola si rivelò troppo difficile perché il passaggio dei soldati, cavalli ed elefanti smuoveva la sabbia rendendo il fiume sempre più profondo. Perdicca fu costretto a far tornare indietro quanti erano già passati per non dividere l'esercito e molti perirono annegati o uccisi dai coccodrilli.
36)
Tolomeo
raccolse i corpi portati dalla corrente e dopo le esequie rimandò le ceneri ai parenti. I soldati di Perdicca apprezzarono il gesto e presto nacque una ribellione guidata da Pitone e Perdicca venne ucciso. Il giorno seguente
Tolomeo
si presentò nel campo, salutò i
Macedoni
e li rifornì di viveri senza cercare di trarre vantaggio dalla situazione ma convinse i soldati a conferire il potere a Pitone e
Arrideo
.
37)
I
Macedoni
decretarono la morte di
Eumene
e di cinquanta dei suoi, giustiziarono parenti e amici di Perdicca.
Attalo
, comandante della flotta, si stabilì a
Tiro
dove cominciò a raccogliere intorno a se i partigiani di Perdicca.
37)
Quando
Antipatro
passò in
Asia
, gli
Etoli
in base a precedenti accordi con Perdicca invasero la
Tessaglia
, gli
Acarnani
a loro volta invasero l'
Etolia
costringendoli a difendere la patria e
Poliperconte
, stratego di
Macedonia
, mosse verso la
Tessaglia
e la liberò dagli invasori.
39)
Arrideo
e Pitone levarono il campo egiziano e giunsero a Triparadiso in
Siria
. Pitone rinunciò al suo incarico perché irritato dalle ingerenze di
Euridice
moglie di
Arrideo
e i
Macedoni
nominarono al suo posto
Antipatro
. Giunto a Triparadiso
Antipatro
si rese conto che
Euridice
fomentava una rivolta e la minacciò fino a ridurla al silenzio, convocò un'assemblea che ridistribuì le province, a
Cassandro
e
Antigono
fu affidato il compito di debellare
Eumene
.
40)
Antigono
marciò verso la
Cappadocia
per attaccare
Eumene
che nel frattempo stava reprimendo la diserzione di parte del suo esercito. Quando si giunse alla battaglia
Antigono
vinse facilmente essendo riuscito a corrompere uno dei comandanti della cavalleria nemica che abbandonò il campo durante il combattimento.
41)
Antigono
si impadronì delle
satrapie
di
Eumene
e della sua armata,
Eumene
con soli seicento uomini a lui fedeli si chiuse nella piccola fortezza di Nora che era ottimamente fortificata e munita di scorte abbondanti.
Antigono
circondò la fortezza e propose la pace e l'alleanza ma
Eumene
chiese di riavere le sue
satrapie
e
Antigono
si riservò di parlarne a
Antipatro
. Nel frattempo attaccò
Alceta
fratello di Perdicca e
Attalo
comandante della flotta.
42)
Eumene
inviò
Geronimo di Cardia
a trattare con
Antipatro
le condizioni di resa e rimase in attesa nella fortezza confidando che fra coloro che disputavano per il regno di
Alessandro
qualcuno volesse servirsi della sua sapienza.
43)
In
Egitto
Tolomeo
regnava tranquillamente ma quando si rese conto che
Fenicia
e
Celesiria
intendevano attaccarlo mandò contro di loro un esercito comandato dal generale Nicanore che sottomise rapidamente la
Siria
e lasciò guarnigioni nelle città della
Fenicia
.
44)
(319/318 a.C.)
Antigono
raggiunse la
Pisidia
con una marcia rapidissima e occupò delle alture in posizione vantaggiosa prima che
Alceta
si accorgesse della sua presenza.
45)
Alceta
non fece in tempo a schierare la falange: fu rapidamente sopraffatto dalle superiori forze di
Antigono
e fuggì a Termesso con pochi ufficiali.
Antigono
prese nelle sue file molti superstiti del nemico accrescendo ancora la sua potenza.
46)
Alceta
fece di tutto per procurarsi il favore dei
Pisidi
e quando
Antigono
ordinò loro di consegnarlo i giovani pisidi rifiutarono. Gli anziani erano d'altro avviso e fecero sapere di nascosto a
Antigono
che avrebbero consegnato
Alceta
vivo o morto, ma
Alceta
li prevenne suicidandosi.
47)
L'azione degli anziani provocò gravi disordini nella città di Termesso e i giovani infuriati commisero ruberie e scorribande. Quando
Antigono
partì dalla
Pisidia
lasciando il corpo di
Alceta
insepolto i giovani lo recuperarono per tumularlo decorosamente.
Marciando verso la
Frigia
Antigono
fu informato che
Antipatro
era morto e che il suo ruolo era passato a
Poliperconte
.
48)
In precedenza gli
Ateniesi
avevano mandato
Demade
e suo figlio Demea a reclamare da
Antipatro
la rimozione della guarnigione di
Munichia
, cosa che lo stesso
Antipatro
aveva promesso ma nel frattempo era stato scoperto un accordo fra
Demade
e Perdicca ai danni di
Antipatro
e questi fece giustiziare i due ambasciatori.
In punto di morte
Antipatro
lasciò il comando supremo a
Poliperconte
, il più anziano dei generali di
Alessandro
, e nominò suo figlio
Cassandro
chiliarco, carica che lo poneva al secondo posto in ordine di autorità.
49)
Insoddisfatto delle decisioni del padre,
Cassandro
cominciò a cercare alleati per abbattere
Poliperconte
, questi intanto invitava
Olimpiade
, che era andata in
Epiro
per contrasti con
Antipatro
, a tornare in
Macedonia
e assumere la tutela del figlio di
Alessandro
ancora bambino.
50)
Da parte sua
Antigono
aspirava a conquistare tutta l'
Asia
e a affidarne le
satrapie
ai suoi amici. A questo fine propose la pace e l'alleanza a
Eumene
.
51)
Arrideo
satrapo
della
Frigia Ellespontina
assediò
Cizico
per imporre una sua guarnigione.
Arrideo
non seppe sfruttare il vantaggio della sorpresa. I
Ciziceni
chiesero una tregua per consultare il popolo ma la usarono per organizzare le difese e
Arrideo
tornò indietro senza nulla di fatto.
52)
Antigono
accorse in difesa di
Cizico
ma con l'intento di impadronirsene, arrivò in ritardo e come
Arrideo
non ottenne nulla. Ordinò quindi a
Arrideo
di lasciare la sua
satrapia
accusandolo di ribellione.
Mentre
Arrideo
cercava l'alleanza di
Eumene
,
Antigono
attaccò Clito
satrapo
di
Lidia
ma questi denunciò l'aggressione a
Poliperconte
.
Antigono
si impadronì di
Efeso
e con varie azioni dimostrò chiaramente di mirare alla supremazia.
53)
Dopo un anno di assedio nella sua piccola fortezza,
Eumene
vide la fortuna cambiare di nuovo direzione quando
Antigono
, volendolo come alleato, gli offrì la sua amicizia e tolse l'assedio.
Eumene
rimase in
Cappadocia
dove era molto stimato, infatti duemila soldati si arruolarono volontariamente al suo servizio.
54)
Cassandro
, fingendo di non essere interessato al potere, propose a
Antigono
di combattere insieme
Poliperconte
.
Antigono
accettò con entusiasmo ma il suo vero scopo era impegnare
Poliperconte
per agire liberamente in
Asia
.
55)
Poliperconte
e i suoi decisero di restaurare le democrazie in
Grecia
abbattendo i governi oligarchici voluti da
Antipatro
per procurarsi alleati togliendoli a
Cassandro
.
56)
Con un editto di cui viene riportato integralmente il testo, furono richiamati tutti gli esuli greci e reintegrati nei diritti politici e nel possesso dei beni, si ripristinarono i governi stabiliti sotto
Filippo
e
Alessandro
.
57)
Quanti avevano fatto parte dei governi oligarchici furono banditi o giustiziati.
Poliperconte
sollecitò il rientro di
Olimpiade
e ribadì a
Eumene
la sua disponibilità ad aiutarlo purché non si accordasse con
Antigono
.
58)
(318/318 a.C.)
Eumene
rimase fedele alla casa reale e a
Poliperconte
. A
Olimpiade
che gli scrisse chiedendo consigli suggerì di rimanere per il momento in
Epiro
.
59)
Per evitare l'attacco di
Antigono
,
Eumene
si portò dalla
Cappadocia
in
Cilicia
dove tremila
argiraspidi
per ordine dei re si misero ai suoi ordini. Così
Eumene
, che poco prima era stato condannato dai re, ottenne dagli stessi il comando supremo dell'
Asia
.
60)
Eumene
era consapevole della precarietà della sua condizione: era straniero e non aveva legami di parentela con la casa di
Alessandro
, certamente la sua attuale fortuna gli avrebbe provocato molta invidia fino a mettere in pericolo la sua vita. Perciò decise di rifiutare i finanziamenti che gli venivano offerti per reclutare mercenari e, dicendo di aver sognato
Alessandro
, propose di allestire il trono d'oro e riunire l'assemblea per ricevere gli ordini in nome del re come se fosse ancora vivo.
61)
Fu preparata una tenda con il trono di
Alessandro
, le sue armi e i suoi ornamenti regali, furono offerti sacrifici e il consiglio si riunì intorno al trono. Mentre discutevano la situazione e
Eumene
si metteva al livello degli altri con grande cordialità, tutti ebbero la sensazione che
Alessandro
fosse con loro e in questo modo
Eumene
guadagnò consenso e benevolenza dai generali, dagli
argiraspidi
e dai
Macedoni
. Solo allora iniziò gli arruolamenti reclutando in breve tempo diecimila fanti e duemila cavalieri.
62)
Tolomeo
, preoccupato dalla nuova situazione di
Eumene
, tentò di fare in modo che non ricevesse fondi e non potesse fare reclutamenti, ma
Eumene
aveva ormai l'appoggio di
Poliperconte
e di
Olimpiade
e le parole di
Tolomeo
rimasero inascoltate.
Antigono
decise di fermare
Eumene
complottando contro di lui e diffamandolo presso gli
argiraspidi
tramite
Filota
ma anche questo tentativo fu un insuccesso.
63)
Una lettera di
Antigono
ordinava agli ufficiali di
Eumene
di cattutare e uccidere il loro capo. Gli ufficiali, temendo di essere puniti da
Antigono
se avessero rifiutato o da
Poliperconte
in caso contrario, si trovarono in difficoltà ma
Eumene
li convinse a ubbidire a
Poliperconte
e ai re ricordando loro che
Antigono
era un ribelle ed evitò ancora una volta il pericolo.
64)
Nicanore, amico di
Cassandro
, introdusse nottetempo soldati a
Munichia
di rinforzo alla guarnigione macedone che gli
Ateniesi
intendevano allontanare e occupò il
Pireo
. Un'ambasciata ateniese gli chiese ragione dell'accaduto e Nicanore attribuì la decisione a
Cassandro
negando di avere autonomia decisionale.
65)
Olimpiade
scrisse a Nicanore di restituire Municia e il
Pireo
e sembrò che il suo ordine sortisse effetto ma giunse in
Attica
Alessandro
figlio di
Poliperconte
con un esercito per impadronirsi delle fortezze a titolo personale con la connivenza degli
Ateniesi
che avevano sostenuto
Antipatro
, fra cui
Focione
. Il popolo destituì i magistrati del governo oligarchico condannandone alcuni a morte,
Focione
fu esiliato.
66)
Alessandro
accolse
Focione
e i suoi compagni e scrisse in loro favore al padre, ma anche gli
Ateniesi
mandarono ambasciatori a
Poliperconte
e questi per non perdere credibilità nei confronti della
Grecia
fece arrestare
Focione
e lo rimandò in catene a
Atene
.
67)
Si svolse un processo a carico di
Focione
ma il tumulto della folla impediva all'imputato di difendersi. Alla fine
Focione
e i suoi amici furono condannati senza aver avuto la possibilità di difendersi e furono soppressi con la cicuta.
68)
Cassandro
, accolto da Nicanore, occupò il
Pireo
mentre Nicanore continuò a tenere
Munichia
.
69)
Poliperconte
marciò verso l'
Attica
ma ritenendo di non poter assediare
Cassandro
per problemi logistici lasciò una parte dell'esercito presso il
Pireo
e proseguì verso
Megalopoli
che aveva ancora un governo oligarchico insediato da
Antipatro
.
70)
Poliperconte
attaccò
Megalopoli
con torri da assedio e intanto fece aprire una breccia nelle mura della città da cui passarono i
Macedoni
affrontando i
Megalopolitani
in durissimi combattimenti. Gli abitanti riuscirono a chiudere la breccia mentre frombolieri, arcieri e catapulte colpivano i nemici.
71)
Il giorno dopo
Poliperconte
attaccò con gli elefanti ma un difensore esperto di questi animali li neutralizzò con trappole fatte di assi chiodate. Gli elefanti, impazziti per il dolore, si volsero indietro e fecero strage dei
Macedoni
.
72)
Poliperconte
lasciò parte dei suoi ad assediare
Megalopoli
e decise di passare a altre imprese. Mandò Clito, comandante della flotta, a presidiare l'
Ellesponto
per prevenire il passaggio dall'
Asia
all'
Europa
di forze nemiche. Clito infatti intercettò una flotta di
Antigono
e la sconfisse affondando e catturando molte nati. Dopo questa vittoria Clino ritenne che i nemici non avrebbero ritentato ma
Antigono
sgominò la sua flotta con un attacco notturno e lo stesso Clito fu ucciso mentre tentava di fuggire a piedi verso la
Macedonia
.
73)
Antigono
, dopo aver inflitto questa enorme perdita alla flotta reale, decise di passare in
Cilicia
per attaccare
Eumene
ma questi muovendosi rapidamente e evitando un attacco di
Seleuco
in
Babilonia
raggiunse la
Persia
dove concesse riposo al suo esercito mentre raccoglieva soldati e denaro dalle
satrapie
.
74)
Il fallimento dell'assedio di
Megalopoli
danneggiò la credibilità di
Poliperconte
che perse rapidamente l'alleanza di molte città greche e alla fine anche
Atene
scese a patti con
Cassandro
che lasciò agli
Ateniesi
città, beni e rendite ma in cambio tenne
Munichia
fino alla fine della guerra ed instaurò un governo oligarchico guidato da
Demetrio Falereo
il quale mantenne la pace e si comportò con moderazione.
75)
In seguito
Cassandro
dubitò della lealtà di Nicanore e lo fece uccidere. Si recò in
Macedonia
dove raccolse molti consensi mentre
Poliperconte
diventava sempre più impopolare.
Libro XIX
1)
Consapevoli delle tentazioni del potere, gli
Ateniesi
usavano l'ostracismo per allontanare coloro che potevano aspirare alla tirannide prima che recassero danno allo stato. La tendenza alla tirannide fu diffusa in
Sicilia
dove alcuni uomini politici, approfittando della delusione della cittadinanza per la cattiva democrazia, si impadronivano del potere. Uno di loro fu
Agatocle
che con pochi mezzi riuscì a diventare tiranno di
Siracusa
con gravi conseguenze per l'intera
Sicilia
. Il libro XIX di
Diodoro
tratta il periodo di sette anni dagli inizi di
Agatocle
alla battaglia sull'
Imera
.
2)
(
317
/
316 a.C.
) Carcino di
Reggio
si stabilì a Termini Imerese, allora sottoposta ai
Cartaginesi
, quando ebbe un figlio consultò l'oracolo di
Delfi
tramite ambasciatori ed ebbe un responso che annunciava sventure. Espose il bambino ma la madre lo salvò, lo nascose e lo chiamò
Agatocle
. Sette anni dopo la donna rivelò a Carcino che il figlio era vivo e l'uomo, che si era pentito, fu felice di riprenderlo con se. Si trasferì con la famiglia a
Siracusa
e avviò il piccolo
Agatocle
al mestiere di vasaio. Ottennero la cittadinanza siracusana da
Timoleonte di Corinto
, vincitore dei
Cartaginesi
nella battaglia del
Cremiso
e poco dopo Carcino morì.
3)
Un certo Damas, importante cittadino di
Siracusa
, si innamorò di
Agatocle
, lo dotò di una certa fortuna e quando fu nominato stratego gli assegnò la carica di chiliarco. Il giovane si fece notare per coraggio ed eloquenza, morto Damas ne sposò la vedova e divenne uno degli uomini più ricchi di
Siracusa
.
Quando
Siracusa
intervenne in difesa di
Crotone
assediata dai
Bruzi
,
Agatocle
partecipò alla spedizione ma entrò in contrasto con i comandanti supremi Eraclide e Sosistrato i quali, tornati a
Siracusa
, se ne fecero tiranni.
4)
Agatocle
rimase in
Italia
con i suoi seguaci e tentò di occupare
Crotone
, sconfitto riparò a
Taranto
dove si arruolò come mercenario ma in seguito venne allontanato perché sospettato di cospirazione. Caduta la tirannide tornò a
Siracusa
e combattè contro l'esule Sosistrato che tentava di rientrare con l'aiuto dei
Cartaginesi
, dando prova di coraggio e di perizia strategica in varie occasioni.
5)
Sospettato di aspirare alla tirannide dovette fuggire da
Siracusa
. Quando i
Siracusani
richiamarono gli esuli e fecero pace con i
Cartaginesi
,
Agatocle
fu riammesso e con varie azioni demagogiche guadagnò il potere popolare e fu nominato stratego.
6)
Con il pretesto di combattere i ribelli,
Agatocle
arruolò molti uomini quindi attuò il suo colpo di stato facendo uccidere tutti gli avversari, in particolare coloro che erano stati membri del consiglio dei seicento del precedente governo oligarchico.
7)
Si scatenò la violenza in città e il popolo, istigato da
Agatocle
, fece strage di avversari e cittadini abbienti ma anche di persone odiate per motivi personali.
8)
Quattromila cittadini furono uccisi, altri seimila espulsi gran parte dei quali si rifugiarono a
Agrigento
. Dopo due giorni di uccisioni, saccheggi e stupri,
Agatocle
riunì i prigionieri, ne fece uccidere una parte e espulse tutti gli altri.
9)
Agatocle
dichiarò all'assemblea di aver liberato la città dagli aspiranti tiranni, quindi si fece nominare stratego con poteri assoluti. Ottenuto il potere cambiò comportamento e si comportò generosamente con i bisognosi, curò le finanze statali ed ebbe in genere un atteggiamento moderato che piacque a molti.
10)
In
Italia
si era al nono anno della guerra fra
Romani
e
Sanniti
. Terminò la tregua fra
Crotone
e i
Bruzi
, i fuorusciti tentarono di rientrare a
Crotone
con la forza ma furono tutti uccisi.
11)
In
Macedonia
Euridice
moglie di
Arrideo
che aveva assunto il regno chiese aiuto a
Cassandro
in vista del rientro di
Olimpiade
.
Poliperconte
con l'aiuto di
Eacide re dell'Epiro
riportò
Olimpiade
sul trono di
Macedonia
con il piccolo
Alessandro
, quindi schierò l'esercito contro quello di
Euridice
ma molti soldati di quest'ultima l'abbandonarono per rispetto a
Olimpiade
e alla memoria di
Alessandro Magno
.
Arrideo
e
Euridice
furono catturati e gettati in carcere in condizioni inumane. Dopo molti giorni
Arrideo
fu trucidato, a
Euridice
venne concesso di scegliere come morire e la donna si impiccò dopo aver reso onore alla salma del marito.
Olimpiade
fece morire Nicanore e Iolla fratelli di
Cassandro
ritenuti partecipi della congiura di
Antipatro
per avvelenare
Alessandro
. Fece inoltre uccidere cento illustri macedoni amici di
Cassandro
. A causa di queste azioni i
Macedoni
cominciarono a odiare
Olimpiade
e a covare la ribellione.
12)
Eumene
aveva svernato in
Babilonia
con gli
argiraspidi
e il loro comandante
Antigene
, propose a
Seleuco
satrapo
di
Babilonia
e a Pitone
satrapo
di
Media
di combattere insieme per i re contro
Antigono
.
Seleuco
si disse disposto ad aiutare i re ma non ad obbedire a
Eumene
, anzi contattò
Antigene
chiedendogli di togliere il comando a
Eumene
ma questa richiesta fu respinta.
Eumene
si mosse verso
Susa
con il suo esercito e si accampò presso il
Tigri
,
Seleuco
e Pitone giunsero sul luogo navigando il fiume.
13)
Dopo un nuovo tentativo di far destituire
Eumene
,
Seleuco
e i suoi liberarono dalle ostruzioni accumulatesi nel tempo le acque di un canale che inondò il campo di
Eumene
. Questi riuscì comunque ad attraversare il
Tigri
senza che
Seleuco
potesse intervenire perché non aveva forze adeguate.
Seleuco
offrì una tregua ma intanto chiamò
Antigono
.
Eumene
oltre il fiume entrò in Susiana con l'esercito che soffriva per carenza di viveri e chiese aiuti ai
satrapi
delle province superiori che avevano avuto dai re l'obbligo di obbedirgli.
14)
Pitone
satrapo
della
Media
fece uccidere Filota
satrapo
della
Partia
per porre al suo posto il proprio fratello Eudamo. Preoccupati da questo comportamento molti
satrapi
si coalizzarono contro Pitone che fuggì a
Babilonia
presso
Seleuco
. I corrieri che
Eumene
aveva mandato a mobilitare i
satrapi
li trovarono già armati con un grosso esercito comandato da Peuceste
satrapo
di
Persia
.
15)
Quando l'esercito dei
satrapi
lo raggiunse in Susiana,
Eumene
istituì un consiglio dei generali per evitare contese per il comando supremo.
Antigono
prese tempo per eseguire nuovi arruolamenti.
16)
Attalo
, Polemone, Docimo,
Antipatro
e Filota erano stati catturati con l'esercito di
Alceta
ed erano prigionieri in una fortezza. Riuscirono a liberarsi e occuparono la fortezza con una cinquantina di seguaci, resistettero per un anno e quattro mesi prima di essere presi con la forza.
17)
(316/315 a.C.)
Antigono
,
Seleuco
e Pitone gettarono un ponte di barche sul
Tigri
,
Eumene
e
Antigene
organizzarono punti di guardia sul fiume e ricevettero rinforzi da Peuceste.
18)
Antigono
giunse a
Susa
, nominò
Seleuco
satrapo
della regione e lo lasciò ad assediare la rocca dove Xenofilo rifiutava di consegnare il tesoro. Proseguì per attaccare
Eumene
ma mentre il suo esercito era impegnato nel difficile guado del fiume Coprate,
Eumene
lo aggredì all'improvviso facendo molte vittime e molti prigionieri. Altri uomini di
Antigono
annegarono tentando di attraversare il fiume a nuoto.
19)
Rinunciando a oltrepassare il fiume,
Antigono
deviò verso la città di Badachè (non identificata) perdendo altri uomini durante la marcia per il caldo, altre perdite subì nell'attraversare il territorio degli ostili Cossei e infine giunse in
Media
.
20)
L'esercito accusava
Antigono
per le sofferenze patite e fu necessario calmare i soldati con laute distribuzioni di viveri. Pitone fu incaricato di raccogliere cavalieri e trovare cavalli e bestie da soma di cui la regione era ricca.
21)
L'arrivo di
Antigono
in
Media
provocò il disaccordo dello schieramento di
Eumene
perché ciascuno voleva difendere il proprio paese.
Eumene
avrebbe voluto dirigersi verso il mare ma per non dividere l'esercito appoggiò i
satrapi
delle province settentrionali. Insieme quindi affrontarono una lunga marcia attraverso la
Persia
, prima in territorio arido e desolato, poi in una regione salubre e ricca di risorse.
22)
A
Persepoli
Peuceste offrì sacrifici agli dei e a
Filippo
e
Alessandro
ed offrì un fastoso banchetto a tutti i soldati.
23)
Il successo di Peuceste preoccupò
Eumene
che con una falsa lettera di
Olimpiade
e altri espedienti fece credere di godere della massima fiducia da parte dei re.
24)
Quando seppe che
Antigono
marciava verso la
Persia
,
Eumene
decise di andare incontro al nemico ma un malore lo costrinse a cedere il comando a Peuceste e
Antigene
.
25)
I due eserciti si fronteggiarono senza combattere a causa delle difficoltà del terreno.
Antigono
mandò ambasciatori a proporre agli uomini di
Eumene
di passare dalla sua parte ma non ottenne risultati.
26)
Sia
Antigono
, sia
Eumene
cercarono di trasferire il campo in posizione migliore e si ingannarono a vicenda con stratagemmi e false partenze, infine si ritrovarono faccia a faccia sulla via verso la Gabiene.
27-29)
Diodoro
descrive dettagliatamente gli schieramenti di fanteria, cavalleria ed elefanti degli eserciti di
Antigono
e di
Eumene
.
30)
Nel corso della battaglia l'esercito di
Eumene
ebbe il sopravvento grazie al valore degli
argiraspidi
, invincibili nonostante l'età avanzata, tuttavia quando l'ala sinistra di
Antigono
fu volta in fuga gli uomini di
Eumene
crearono un varco per inseguire i nemici e
Antigono
seppe abilmente approfittarne.
31)
La battaglia continuò finché il buio e la stanchezza non costrinsero i combattenti ad interromperla. L'esito era incerto. I soldati di
Eumene
rifiutarono di correre altri pericoli per raccogliere i cadaveri, mentre
Antigono
si accampò dove erano più numerosi i caduti e per questa ragione sostenne di aver vinto.
32)
Una volta sepolti i caduti
Antigono
si affrettò a portare l'esercito a riposare in
Media
.
Eumene
rinunciò ad inseguirlo.
33-34)
Era usanza degli
Indiani
che in caso di morte del marito si sacrificasse la moglie con lui. Cetero, comandante dei soldati giunti dall'
India
, cadde combattendo per
Eumene
, aveva due mogli. La legge prevedeva il sacrificio di una sola moglie e toccò alla più giovane perché l'altra era incinta. La prescelta salì sulla pira con letizia e affrontò la morte con grande coraggio mentre l'altra si disperò come se fosse stata disonorata.
35)
Intanto
Cassandro
, venuto a conoscenza del ritorno di
Olimpiade
e della morte di
Arrideo
, di
Euridice
e di suo fratello Iolla, abbandonò l'assedio di
Tegea
e si diresse in
Macedonia
.
Olimpiade
affidò la guerra contro
Cassandro
al generale Aristone e sperando nella protezione di
Macedoni
e
Greci
si recò a
Pidna
con il figlio di
Alessandro
, altri parenti e molti amici, tutte persone non adatte a combattere.
36)
Cassandro
assediò
Pidna
.
Eacide re dell'Epiro
accorse in aiuto di
Olimpiade
ma molti dei suoi disertarono e suscitarono una ribellione, condannarono Eacida all'esilio e si allearono con
Cassandro
. Callas, generale di
Cassandro
, riuscì a corrompere molti soldati di
Poliperconte
lasciandolo praticamente disarmato e vanificando l'ultima speranza di
Olimpiade
.
37)
Antigono
che svernava in
Media
e aveva forze inferiori a quelle di
Eumene
progettò di aggredire di sorpresa i campi invernali in cui si era diviso l'esercito nemico e per farlo senza essere notato procedette attraverso il deserto. Tuttavia, contrariamente ai suoi ordini, i suoi uomini accesero fuochi di notte che furono notati dagli abitanti delle zone limitrofe al deserto i quali mandarono subito veloci corrieri ad avvertire
Eumene
e Peuceste.
38)
Eumene
fece accendere molti fuochi di notte sulle alture per simulare la presenza di molti accampamenti e ritardare la marcia di
Antigono
.
39)
Grazie a questo stratagemma
Eumene
ebbe il tempo di concentrare le sue forze ma rimasero indietro gli elefanti.
Antigono
lo seppe e mandò la cavalleria ad impadronirsi degli animali, l'operazione era quasi riuscita quando giunsero le forze di
Eumene
e la fecero fallire. Qualche giorno dopo i due eserciti si fronteggiavano per una nuova battaglia.
40)
I due comandanti come di consueto decisero gli schieramenti e affidarono le varie posizioni ai loro generali.
41)
Antigene
mandò un cavaliere ad arringare alla falange nemica e le parole dell'uomo crearono disagio fra i soldati di
Antigono
perché ricordavano loro che stavano combattendo contro i gloriosi
argiraspidi
, alcuni dei quali erano molto anziani, che avevano conquistato il mondo con
Filippo
ed
Alessandro
.
42)
Antigono
, approfittando della fitta polvere che durante la battaglia comprometteva la visibilità, riuscì ad impadronirsi dei carri con i familiari e i bagagli dei soldati nemici, inoltre fece fuggire Peuceste con millecinquecento cavalieri. Seguì uno scontro di cavalleria in cui la forze di
Eumene
furono sopraffatte.
43)
Gli
argiraspidi
, al contrario, con il loro attacco irrefrenabile fecero migliaia di caduti nella falange di
Antigono
. Al calar della sera la battaglia fu interrotta e i
Macedoni
rifiutarono di combattere ancora prima di aver recuperato le loro famiglie e le loro cose, in seguito si accordarono con
Antigono
e, catturato
Eumene
, glielo consegnarono.
44)
Antigono
fece giustiziare
Antigene
, Eudamo e altri generali nemici, ma era incerto su cosa fare di
Eumene
perché apprezzava le sue doti di comandante. Alla fine decise di non potersi fidare di lui e lo fece uccidere ma in memoria dell'antica amicizia mandò le sue ceneri ai familiari. Fra i prigionieri era anche lo storico
Geronimo di Cardia
che in seguito ebbe la fiducia e l'amicizia di
Antigono
.
45)
L'isola di
Rodi
fu colpita da tre alluvioni che fecero oltre cinquecento vittime e devastarono zone abitate.
46)
Antigono
si rese conto che Pitone preparava una rivolta ma trattandosi di un personaggio prestigioso agì con prudenza: finse di non avere sospetti e convocò Pitone per discutere il da farsi manifestando l'intenzione di affidargli il comando delle
satrapie
superiori e quando lo ebbe in suo potere si affrettò a farlo giustiziare. Affidò la
satrapia
della
Media
che era stata di Pitone a Orontobate, nominò stratego Ippostrato e partì alla volta di
Ecbatana
.
47)
Gli amici di
Eumene
e di Pitone riunirono ottocento cavalieri e svolsero azioni di guerriglia in
Media
finché non furono bloccati in un luogo senza via di scampo e vennero uccisi o catturati.
48)
Giunto in
Persia
dove fu acclamato signore dell'
Asia
,
Antigono
assegnò le
satrapie
ai suoi amici, la Carnania a Tlepolemo, la
Battriana
a Stasanore, l'Aria a Evito che morì poco dopo e fu sostituito da
Evagora
, la Paropanisade a
Oxiarte
padre di
Rossane
, l'Aracosia a Siburzio al quale affidò gli
argiraspidi
dandogli in privato il compito di impegnarli in missioni pericolose per farli morire. Poiché i
Persiani
non volevano altro
satrapo
che Peuceste,
Antigono
lo fece uccidere e nominò al suo posto Asclepiodoro.
Seleuco
fece consegnare il tesoro di
Susa
a
Antigono
che insieme a doni e bottini raccolti ammontava a venticinquemila talenti.
49)
Cassandro
assediava
Olimpiade
a
Pidna
bloccando il porto per impedire agli assediati di ricevere aiuti. Presto la mancanza di cibo fece morire molte persone e molti animali.
50)
All'inizio della primavera
Olimpiade
lasciò andar via molti soldati.
Cassandro
li nutrì e li mandò in varie città perché voleva che i
Macedoni
conoscessero la situazione di
Olimpiade
. Infatti tutti passarono a
Cassandro
tranne Aristone governatore di
Anfipoli
e Monimo governatore di
Pella
, ma quando da lì a poco
Olimpiade
fu costretta a arrendersi Monimo consegnò
Pella
a
Cassandro
mentre Aristone tentò di resistere. Si arrese infine per ordine di
Olimpiade
ed ebbe garanzie di sicurezza personale.
51)
Aristone godeva di grande considerazione presso i
Macedoni
perciò
Cassandro
lo fece uccidere nonostante i patti.
Cassandro
offrì a
Olimpiade
la possibilità di fuggire perché temeva ancora il suo ascendente sul popolo ma quando la regina orgogliosamente rifiutò inviò duecento soldati per ucciderla. Anche questi soldati non toccarono la regina che infine fu soppressa dai parenti delle persone che aveva mandato a morte.
52)
Cassandro
sposò Tessalonica figlia di
Filippo
(e di
Nicesipoli
) e sorellastra di
Alessandro
per poter vantare una parentela con la famiglia reale. Fondò la città di Cassandreia nella
Calcidica
e vi trasferì gli abitanti di
Potidea
e di altre località. Mise agli arresti a
Anfipoli
il piccolo
Alessandro
e
Rossane
che progettava di eliminare, fece seppellire con la cerimonia tradizionale (che dava diritto alla successione secondo il costume macedone)
Arrideo
,
Euridice
e la madre di lei Cinna.
Poliperconte
, che era sotto assedio in
Perrebia
, riuscì a fuggire in
Etolia
con pochi compagni e rimase ad attendere l'evolversi degli eventi.
53)
Alessandro
figlio di
Poliperconte
era rimasto l'unico avversario di
Cassandro
che ancora disponesse di un esercito e
Cassandro
era deciso ad affrontarlo. Poiché il nemico si trovava nel
Peloponneso
,
Cassandro
attraversò la
Tessaglia
, forzò il blocco degli
Etoli
alle
Termopili
ed entrò in
Beozia
dove decise di ricostruire
Tebe
per dare lustro al proprio nome di fronte alle generazioni future.
Breve digressione sulla storia di
Tebe
: dopo il diluvio dei tempi di Deucalione,
Cadmo
fondò la
Cadmea
alla quale giunse un popolo detto
Sparto
(riunito) o
Tebagene
perché proveniente da un'altra
Tebe
distrutta dopo il diluvio. Questo popolo fu cacciato dagli Enchelei e
Cadmo
riparò presso gli
Illiri
.
Anfione
e
Zeto
fondarono la città bassa, i
Tebani
furono scacciati una seconda volta da
Polidoro
figlio di
Cadmo
e, sotto i discendenti di costui, una terza volta dagli
Epigoni
. I superstiti tornarono in patria quando gli
Argivi
se ne furono andati ma durante la guerra di Trono furono ancora scacciati dai
Pelasgi
. Torneranno a
Tebe
dopo quattro generazioni e poi, nell'arco di ottocento anni, acquisirono la supremazia sulla
Beozia
poi sull'intera
Grecia
finché
Alessandro
non prese la città con la forza e la rase al suolo.
54)
Diciannove anni dopo
Cassandro
con l'aiuto dei
Beoti
e di molte città greche ricostruì
Tebe
. Aggirando
Alessandro
che presidiava l'Istmo,
Cassandro
giunse a
Argo
e costrinse gli abitanti a passare dalla sua parte. Fatto altrettanto con altre città del
Peloponneso
tornò in
Macedonia
.
55)
(315/314 a.C.)
Antigono
si trasferì a
Babilonia
con tutto il tesoro,
Seleuco
lo accolse con grandi onori ma quando nacquero disaccordi
Seleuco
, temendo per la propria sicurezza, fuggì presso
Tolomeo
abbandonando la sua
satrapia
.
Antigono
fu lieto di non dovergli fare del male ma quando i
Caldei
predissero che
Seleuco
sarebbe diventato potente e lo avrebbe fatto morire si pentì di averlo lasciato fuggire ma non riuscì a ritrovarlo.
56)
Seleuco
convinse
Tolomeo
a fermare
Antigono
che aspirava all'intero regno e mandò ambasciatori a
Lisimaco
e
Cassandro
.
57)
Tolomeo
,
Lisimaco
e
Cassandro
mandarono ambasciatori a
Antigono
per rivendicare le
satrapie
e parti del tesoro tolto a
Eumene
. Ottenuto un arrogante rifiuto si allearono contro
Antigono
, questi propose l'alleanza a
Poliperconte
e al figlio
Alessandro
.
58)
Non disponendo di navi,
Antigono
si portò in
Fenicia
e prese accordi con i re dei
Fenici
e con gli Ipparchi di
Siria
per far costruire una flotta. Migliaia di uomini furono addetti al taglio e alla lavorazione dei cedri del
Libano
e alla produzione di navi.
59)
Una parte delle città di
Cipro
accettò l'alleanza con
Antigono
, fra cui
Salamina
governata da Nicocreonte, mentre le altre si erano già unite a
Tolomeo
. Atistone, come gli era stato ordinato da
Eumene
, consegnò le ossa di
Cratero
alla ex moglie Fila ora moglie di Demetrio figlio di
Antipatro
, donna di particolare intelligenza.
60)
Delegati di
Antigono
strinsero accordi con
Poliperconte
e
Alessandro
e reclutarono mercenari nel
Peloponneso
, in
Asia
liberarono
Amiso
dall'assedio di
Cassandro
e
Eritre
da quello di
Seleuco
.
61)
Antigono
riunì un'assemblea e accusò pubblicamente
Cassandro
di aver soppresso
Olimpiade
e di aver imprigionato
Rossane
e
Alessandro
e di aver costretto Tessalonica a sposarlo per impadronirsi del regno di
Macedonia
.
Alessandro
figlio di
Poliperconte
dopo un lunghissimo assedio ricevette la resa di
Tiro
.
62)
Tolomeo
restituì l'autonomia alle città greche come aveva fatto anche
Antigono
e si alleò con Asandro
satrapo
della
Caria
. Con truppe e navi comandate da Mirmidone, Policleto, Menelao e
Seleuco
intervenne a
Cipro
contro le città ostili e nel
Peloponneso
contro Aristodemo,
Alessandro
,
Poliperconte
, Polemeo.
Intanto la costruzione della flotta procedeva e contando anche quelle inviato dagli alleati ora
Antigono
disponeva di duecentocinquanta navi.
63)
In
Europa
Apollonide, stratego nominato da
Cassandro
, si impadronì della città di Stinfalo in
Arcadia
e represse violentemente in
Argo
un principio di rivolta.
Cassandro
espugnò Concrea in
Arcadia
. Saccheggiò il territorio di
Corinto
e liberò
Orcomeno
dalla guarnigione di
Alessandro
i cui membri furono trucidati dai cittadini.
64)
Cassandro
passò in
Arcadia
dove lasciò Damide come governatore di
Megalopoli
, organizzo i
Giochi Nemei
in
Argolide
e tornò in
Macedonia
.
Alessandro
passò dalla sua parte e divenne comandante del
Peloponneso
. Intanto in
Cilicia
con una doppia imboscata catturò molti soldati e molte navi di
Antigono
, vittoria per cui fu premiato e onorato da
Tolomeo
.
65)
In
Sicilia
Agatocle
che occupava una piazzaforte dei
Messinesi
promise di liberarla in cambio di trenta talenti ma avuto il denaro non mantenne la parola e tentò di appropriarsi della stessa
Messina
, dovette però rinunciare e restituire la piazzaforte grazie all'intervento di ambasciatori
Cartaginesi
. Nello stesso periodo i
Romani
combattevano contro i
Sanniti
.
66)
(314/313 a.C.) Aristodemo persuase l'assemblea degli
Etoli
a passare ad
Antigono
, quindi si recò nel
Peloponneso
dove liberò la città di Cillene assediata da
Alessandro
e in
Acaia
cacciò la guarnigione di
Cassandro
da
Patrasso
. Assediò Egio dove i suoi mercenari, contro la sua volontà, saccheggiarono la città e trucidarono gli abitanti. La città di Dime in
Acaia
fu presa con la forza da
Alessandro
che vi stabilì una guarnigione ma dopo qualche tempo fu liberata dagli abitanti con l'aiuto di Aristodemo.
67)
Alessandro
figlio di
Poliperconte
fu ucciso da uno dei suoi,
Alessio di Sicione
, ma la moglie
Cratesipoli
riuscì a prendere il comando dell'esercito e reprimere duramente i
Sicionii
che approfittando della morte del marito si erano ribellati.
Cassandro
si alleò con gli
Acarnani
che già da tempo erano in guerra con gli
Etoli
suoi nemici. Proseguendo verso l'
Adriatico
conquistò
Apollonia
e invase l'
Illiria
sconfiggendo il re Glaucia. Lasciò una guarnigione a Epidamno e tornò in
Macedonia
.
68)
Gli
Etoli
assediarono
Agrinion
e massacrarono la popolazione.
Cassandro
, informatone al suo arrivo in
Macedonia
, inviò un esercito in
Caria
e i suoi strateghi contesero con quelli di
Antigono
l'isola di
Lemno
e altre località.
69)
Antigono
lasciò in
Siria
suo figlio
Demetrio
affiancato da alcuni consiglieri di grande esperienza e con il grosso dell'esercito raggiunse la
Frigia
, seguito qualche tempo dopo dalla sua flotta.
70)
I fuoriusciti di
Siracusa
convinsero gli abitanti di
Agrigento
ad attaccare
Agatocle
prima che diventasse troppo forte. Fu chiesto uno stratego a
Sparta
e
Acrotato
, figlio del re
Cleomene II
che aveva contrasti in patria, fu lieto di accettare. Durante il viaggio persuase Glaucia re degli
Illiri
a togliere l'assedio a
Apollonia
e, giunto a
Taranto
, ottenne aiuti per l'impresa in
Sicilia
.
71)
Acrotato
si comportò male: assunse comportamenti tirannici e costumi dissoluti dilapidando le pubbliche entrate. Quando uccise a tradimento l'autorevole siracusano Sosistrato che lo criticava fu deposto e costretto alla fuga. I
Tarentini
richiamarono le loro navi e fu ristabilita la pace fra
Agrigento
e
Agatocle
con la mediazione cartaginese.
72)
Agatocle
potenziò il suo esercito e le sue difese perché sapeva che
Cartagine
non era soddisfatta del trattato e che presto lo avrebbe attaccato.
I
Sanniti
conquistarono Plistica e
Sora
, i
Romani
assediarono Saticula e ne vinsero i difensori, quindi avanzarono verso l'Apulia. I
Sanniti
cercavano lo scontro definitivo e i
Romani
mandarono un grosso esercito eleggendo
dittatore
Quinto Elio e maestro di cavalleria Quinto Aulio. Quest'ultimo morì eroicamente in battaglia nella località di Laustore dove i
Romani
subirono una dolorosa sconfitta.
I
Romani
dedussero una colonia a Lucera che fu determinante per il controllo dell'Apulia e la successiva vittoria sui
Sanniti
.
73)
(313/312 a.C.) Gli abitanti di Callatis (sul
Mar Nero
), di Istro e di altre città cacciarono le guarnigioni di
Lisimaco
e si allearono con
Traci
e
Sciti
.
Lisimaco
sconfisse i ribelli e i loro alleati ma mentre assediava Callatis fu avvertito che
Antigono
era in arrivo con un forte esercito per aiutare gli assediati.
Lisimaco
decise di andare incontro ai nemici ma giunto al monte Emo trovò il passo bloccato da Seute re dei
Traci
che era passato a
Antigono
.
Lisimaco
lo sconfisse ma subì molte perdite.
74)
Antigono
mandò Telesforo (forse un suo nipote) nel
Peloponneso
per liberare le città, compito che Telesforo portò a termine tranne che per
Sicione
e
Corinto
che erano occupate da
Poliperconte
.
Cassandro
affidò a Filippo (forse suo fratello) la guerra in
Etiopia
. Filippo combatté anche contro
Eacida d'Epiro
facendo molti prigionieri e uccidendo molti nemici compreso lo stesso Eacida.
75)
In
Asia
Asandro che governava sulla
Caria
si accordò con
Antigono
ma poco dopo se ne pentì e prese contatti con
Tolomeo
e
Cassandro
.
Antigono
mandò esercito e flotta a liberare Mileto dalla guarnigione di Asandro, conquistò quindi Tralle, Iaso e Cauno esclusa la rocca. Un tentativo di
Antigono
di trattare con
Cassandro
non ebbe successo e le rispettive armate combatterono per l'
Eubea
.
76)
In
Italia
continuava la guerra fra
Romani
e
Sanniti
. In una battaglia nei pressi di
Terracina
i
Romani
fecero migliaia di prigionieri. Contro i
Campani
che avevano stipulato un'alleanza antiromana intervenne l'esercito del
dittatore
Gaio Menio
che aveva scelto
Marco Folio
come comandante della cavalleria. I
Campani
si arresero senza combattere, le città coinvolte furono reintegrate nell'alleanza con
Roma
e i responsabili della ribellione si suicidarono prima di essere processati.
77)
(
312
/
311 a.C.
)
Antigono
operò una concentrazione di forze militari per liberare le città greche occupate da
Cassandro
, questi si recò a
Calcide
per difendere le sue posizioni e
Antigono
fece giungere in
Eubea
la sua flotta comandata da Medio, quindi mosse verso la
Macedonia
per impegnare
Cassandro
su due fronti.
Da parte sua
Cassandro
lasciò il fratello Pleistarco in
Calcide
, conquistò Oropo e, preso accordi con i
Tebani
, partì per la
Macedonia
. Entrambi gli avversari proposero l'alleanza ai
Bizantini
ma questi preferirono rimanere neutrali.
78)
Partito
Cassandro
per la
Macedonia
, Polemeo stratego di
Antigono
prese
Calcide
e Oropo e le lasciò libere per dimostrare buone intenzioni verso i
Greci
. Passò in
Attica
dove
Demetrio Falereo
che amministrava
Atene
fu obbligato ad allearsi con
Antigono
, quindi in
Beozia
dove prese la
Cadmea
e liberò
Tebe
. Proseguì in
Focide
e
Locride
liberando le città soggette a
Cassandro
, infine si fermò a assediare
Opunte
che era favorevole al nemico.
79)
Cassandro
inviò suoi incaricati a reprimere un a rivolta a
Cirene
, quindi si recò a
Cipro
dove fece uccidere Pigmalione che si era segretamente accordato con
Antigono
. Concluse la spedizione con saccheggi in
Siria
e
Cilicia
che gli resero molto bottino.
80)
Demetrio
figlio di
Antigono
che si trovava in
Celesiria
tentò di intervenire in
Cilicia
contro
Tolomeo
ma giunse troppo tardi e si affrettò a tornare indietro. Intanto
Tolomeo
, incitato da
Seleuco
, decise di far guerra a
Demetrio
e armò un esercito che schierò presso
Gaza
di
Siria
.
Demetrio
fece confluire nella stessa zona tutti i suoi soldati ed attese l'attacco nemico.
81)
Demetrio
era molto giovane e il suo esercito era più piccolo di quello nemico. I suoi soldati e il suo popolo lo apprezzavano per la sua età e per la sua personalità affascinante ma non priva di dolcezza. Tutti erano preoccupati per il pericolo che correva affrontando due generali esperti come
Tolomeo
e
Seleuco
.
82)
Demetrio
schierò il suo esercito puntando soprattutto sull'ala sinistra nella quale combattevano i migliori cavalieri, tutti suoi amici, e l'esperto Pitone che
Antigono
aveva associato al comando supremo.
83)
Tolomeo
e
Seleuco
, informati da una spia sulla disposizione scelta da
Demetrio
, adeguarono il loro schieramento concentrando la massima forza d'urto nell'ala destra, quindi passarono all'attacco. La battaglia ebbe inizio con scontri di cavalleria.
84)
Gli elefanti di
Demetrio
avanzarono provocando terrore ma la fanteria di
Tolomeo
aveva piazzato una palizzata rinforzata che riuscì a fermare gli animali mentre un fitto lancio di frecce feriva loro e i guidatori fino a neutralizzare completamente l'attacco. Questo evento portò il panico fra i cavalieri di
Demetrio
facendoli fuggire, lo stesso
Demetrio
fu costretto a ritirarsi per non rimanere isolato.
Tolomeo
inseguì i nemici fino a
Gaza
e al tramonto conquistò la città.
85)
Tolomeo
e
Seleuco
concessero a
Demetrio
una tregua per seppellire i suoi caduti, fra i quali era anche Pitone.
Demetrio
mandò un corriere al padre con la richiesta di urgente soccorso.
86)
Tolomeo
occupò alcune città della
Fenicia
e portò dalla sua parte anche
Sidone
.
Andronico
comandante della guarnigione di
Tiro
rifiutò di consegnare la città e di tradire
Antigono
. Quando fu cacciato dagli abitanti e catturato da
Tolomeo
temette il peggio ma
Tolomeo
che lo considerava degno e leale gli fece dei doni e lo tenne presso di se.
87)
A
Corinto
Telesforo, geloso della carriera di Polemeo, vendette le navi di cui disponeva e intraprese azioni di guerra in proprio. Occupò
Elide
e saccheggiò il tempio di
Olimpia
ma quando giunse Polemeo con l'esercito liberò la città e restituì il tesoro del tempio.
88)
In
Epiro
morì il re
Eacide
e suo fratello
Alceta
richiamato dall'esilio ebbe il trono.
Cassandro
, che lo sapeva ostile, mandò un esercito in
Epiro
che sconfisse
Alceta
distruggendo e saccheggiando la città di Eurimene.
89)
Cassandro
concluse la pace con
Alceta
e passò a assediare
Apollonia
che si era ribellata, ma l'assedio era difficile e non avendo forze adeguate rinunciò e tornò in
Macedonia
. In
Epiro
Alceta
fu ucciso dal popolo esasperato dalla sua durezza.
90)
Seleuco
si diresse a
Babilonia
con un numero esiguo di soldati facendo affidamento sull'amicizia con i Babilonesi e sull'esperienza sua e dei suoi compagni.
91)
Come aveva previsto,
Seleuco
fu bene accolto in
Babilonia
dove era stato
satrapo
per quattro anni lasciando un ottimo ricordo. I fedeli di
Antigono
si rifugiarono nella cittadella ma ne furono presto cacciati.
Seleuco
raccolse intorno a se quanti potevano combattere infondendo coraggio e fiducia.
92)
Nicanore, passato al servizio di
Antigono
, marciava verso di lui dalla
Media
e
Seleuco
superò il
Tigri
per affrontarlo. Le sue forze erano un terzo di quelle nemiche ma con un attacco a sorpresa portò il panico fra gli uomini di Nicanore che in parte fuggirono, in parte si unirono a lui. Così
Seleuco
si impadronì di un imponente esercito con il quale rapidamente conquistò la
Media
, la Susiana e altri territori.
93)
Tolomeo
mandò un esercito comandato dal macedone Cilla contro
Demetrio
per scacciarlo dalla
Siria
, ma
Demetrio
riuscì a sconfiggere e catturare Cilla, quindi chiamò
Antigono
che lo raggiunse in pochi giorni.
Tolomeo
e i suoi consiglieri decisero di non affrontare
Antigono
in
Siria
e partirono per attirarlo in
Egitto
dove contavano di combatterlo più vantaggiosamente.
94)
Demetrio
conquistò senza combattere
Siria
e
Fenicia
, quindi si volse verso i
Nabatei
. Questi erano nomadi del deserto che vivevano di pastorizia e del commercio delle spezie. Se attaccati si rifugiavano in zone del deserto inaccessibili ai nemici per mancanza d'acqua.
95)
Ateneo, luogotenente di
Antigono
, approfittò delle fiera dei
Nabatei
, che in quell'occasione concentravano nella località di
Petra
le loro famiglie e i loro beni, per saccheggiare
Petra
e ripartire lasciandosi alle spalle alcuni morti e feriti e portando via dei prigionieri. Tuttavia Ateneo e i suoi uomini commisero l'imprudenza di accamparsi e lasciarsi andare al sonno e furono raggiunti e massacrati dai
Nabatei
.
96)
I
Nabatei
protestarono con
Antigono
che scaricò la responsabilità su Ateneo ma trascorso del tempo mandò contro di loro delle truppe comandate da
Demetrio
.
97)
I
Nabatei
notarono l'arrivo di
Demetrio
e prepararono adeguate difese. Dopo aver combattuto per qualche tempo lo convinsero che non avrebbe tratto alcun vantaggio da una vittoria e lo persuasero a concludere la pace accettando doni e ostaggi.
98)
Partito da
Petra
,
Demetrio
sostò presso il Lago Asfaltide sul quale
Diodoro
introduce una digressione descrivendone le acque malsane, la massa di asfalto che periodicamente affiora in superficie e il clima insalubre della regione.
99)
Gli abitanti delle rive del lago raccolgono l'asfalto per venderlo in
Egitto
dove viene usato per l'imbalsamazione.
100)
Antigono
non fu soddisfatto degli accordi di Demetrio con i
Nabatei
. Si interessò invece dell'asfalto e ordinò a
Geronimo
di preparare imbarcazioni per raccoglierlo tutto ma gli Arabi che abitavano sul lago difesero la loro fonte di sussistenza uccidendo tutti gli uomini mandati da
Antigono
che dovette rinunciare all'asfalto.
Antigono
mandò quindi
Demetrio
a recuperare
Babilonia
occupata da
Seleuco
ma
Demetrio
trovò che la città era stata evacuata e saccheggiò una cittadella.
101)
Contemporaneamente in
Italia
molti popoli lottavano fra loro per l'egemonia mentre i
Romani
difendevano le città loro alleate. Il
dittatore
Quinto Fabio
conquistò
Fregelle
catturando i cittadini più ostili che furono giustiziati a
Roma
. Poco dopo conquistò
Nola
e distribuì molto terreno ai suoi soldati mentre i
Romani
deducevano una colonia nell'
isola di Ponza
.
102)
In
Sicilia
i fuoriusciti siracusani si raccolsero a
Messina
, unica città rimasta ostile a
Agatocle
ma i
Messinesi
per evitare la guerra li consegnarono a
Agatocle
.
103)
L'esule Deinocrate chiese aiuto ai
Cartaginesi
contro
Agatocle
mentre un altro esule di nome Ninfodoro perdeva la vita nel tentativo di liberare la città di Centuripe dalla guarnigione del tiranno. Navi cartaginesi penetrarono nel porto grande di
Siracusa
ma trovarono solo navi da carico, ne affondarono una ateniese trattando con crudeltà l'equipaggio. Gli stessi
Cartaginesi
furono catturati da soldati di
Agatocle
presso la costa del
Bruzio
e subirono lo stesso trattamento.
104)
Gli esuli appoggiarono la rivolta della città di Galeria ma l'esercito di
Agatocle
li sconfisse riprendendo la città e uccidendo i rivoltosi. Intanto i
Cartaginesi
avevano occupato
Capo Ecnomo
e
Agatocle
marciò contro di loro ma i nemici non osarono affrontarlo in campo aperto e il tiranno tornò soddisfatto a
Siracusa
.
105)
Fu concluso un trattato di pace in base al quale
Cassandro
fu riconosciuto stratego d'
Europa
fino alla maggiore età del figlio di
Rossane
, a
Lisimaco
andò la
Tracia
, a
Tolomeo
l'
Egitto
e tutto il territorio lungo la costa della
Libia
e dell'
Arabia
,
Antigono
ebbe tutta l'
Asia
mentre la
Grecia
rimaneva autonoma.
Cassandro
fece uccidere
Rossane
e il figlio dal loro custode Glaucia.
106)
Considerato il crescente potere di
Agatocle
, i
Cartaginesi
decisero di intervenire in forze contro di lui ma la grande flotta inviata in
Sicilia
al comando di
Amilcare di Giscone
fu gravemente danneggiata da una tempesta.
Amilcare
rimpiazzò le perdite con mercenari e alleati siciliani e si preparò a combattere organizzando con gran cura l'esercito.
107)
Agatocle
era consapevole che le sue forze erano inferiori a quelle cartaginesi ma era comunque deciso a conservare il controllo di
Gela
, strategicamente molto importante. Per sicurezza infiltrò in città molti suoi uomini in incognito poi accusò i
Gelei
di tradimento per essersi accordati con i
Cartaginesi
e ne mandò a morte quattromila sequestrando grandi ricchezze.
108)
I
Cartaginesi
tenevano il forte di
Capo Ecnomo
,
Agatocle
ne occupò un altro antistante. Le due postazioni erano divise da un fiume.
Agatocle
attaccò per primo e sfruttando la sorpresa si portò in vantaggio.
109)
Amilcare
schierò mille frombolieri delle
Baleari
che lanciando pietre uccisero o ferirono molti nemici riequilibrando la situazione. Inoltre i
Cartaginesi
ricevettero rinforzi che sconfissero e misero in fuga i soldati
Greci
. I
Cartaginesi
avevano perso cinquecento uomini,
Agatocle
non meno di settemila.
110)
Agatocle
si chiuse in
Gela
per tenere il nemico impegnato nell'assedio e consentire ai
Siracusani
di occuparsi del raccolto estivo.
Amilcare
seppe che
Agatocle
era in grado di resistere a lungo e abbandonò l'assedio. Si dedicò a portare dalla sua parte molte città come
Camarina
,
Leontini
,
Catane
e
Tauromenio
.
Tornato a
Siracusa
,
Agatocle
organizzò una spedizione con l'intento di spostare la guerra in
Libia
.
Libro XX
1)
Diodoro
critica gli storici che si sono serviti troppo spesso della retorica riportando orazioni e discorsi spesso noiosi e non necessari per una chiara esposizione degli eventi.
2)
Riconosce tuttavia che in alcuni casi le orazioni di ambasciatori, governanti, generali possono essere riportate per chiarire situazioni complesse e per abbellire la narrazione, si riserva quindi il diritto di usare con moderazione questo strumento dialettico nella sua opera.
Espone quindi la linea cronologica del ventesimo libro che coprirà un periodo di nove anni dalla spedizione di
Agatocle
in
Libia
alla coalizione dei re contro
Antigono
.
3)
(
310 a.C.
-
309 a.C.
) Sconfitto a
Imera
,
Agatocle
aveva perduto gran parte del suo esercito. La
Sicilia
era quasi completamente in mano ai
Cartaginesi
che avevano forze di gran lunga superiori alle sue, quindi
Agatocle
prese la decisione di attaccare il nemico nella sua patria contando di spostare la guerra in
Libia
distraendola dalla
Sicilia
.
4)
Agatocle
affidò il governo della città al fratello
Antandro
e si dedicò a rastrellare denaro per finanziare la spedizione tramite confische, prestiti forzati e imposte. Poiché molti cittadini ricchi lasciarono
Siracusa
,
Agatocle
li fece rintracciare e uccidere, quindi incamerò i loro beni.
5)
Senza rivelare le sue intenzioni,
Agatocle
tenne i soldati sulle navi fin quando si presentò l'occasione per forzare il blocco delle navi cartaginesi al porto di
Siracusa
.
6)
La flotta raggiunse la costa africana dopo sei giorni e sei notti di navigazione e nell'ultimo tratto respinse le navi cartaginesi che volevano fermarla.
7)
Una volta sbarcato
Agatocle
incendiò le sue navi per togliere ai soldati la tentazione di fuggire e per evitare che i nemici se ne impadronissero.
8)
Senza lasciare ai suoi il tempo di riflettere sulla situazione li guidò attraverso la ricca campagna della regione fino alla città di Megale (non identificata) che espugnò senza fatica e lasciò che venisse saccheggiata, passò quindi a Alba-Tuneto (non identificata) e attaccò con lo stesso risultato. La resistenza delle città era molto debole perché gli abitanti non erano organizzati per la difesa e non erano abituati a combattere.
9)
La notizia delle azioni di
Agatocle
portò il panico a
Cartagine
e solo quando arrivarono i marinai che avevano contrastato lo sbarco dei
Sicelioti
fu fatta chiarezza sull'accaduto.
10)
L'assemblea degli anziani mise sotto accusa i comandanti delle navi per non aver fermato
Agatocle
e affidò il comando dell'esercito a
Annone
e
Bomilcare
, due generali che si odiavano reciprocamente per antiche ragioni. I due comandanti schierarono l'esercito in campagna per impedire al nemico di attaccare la città:
Annone
comandava l'ala destra,
Bomilcare
la sinistra.
11)
Agatocle
prese il comando dell'ala destra affidando la sinistra a suo figlio
Arcagato
. Aveva preparato delle civette da liberare sul suo esercito per incoraggiare i soldati con l'apparizione di questi uccelli sacri a
Atena
.
12)
Durante la battaglia il generale
Annone
, desideroso di gloria, si espose personalmente e venne ucciso.
Bomilcare
che aspirava alla tirannide considerò che una sconfitta dei
Cartaginesi
avrebbe procurato condizioni favorevoli e sfruttando la morte di
Annone
come pretesto ordinò la ritirata.
13)
I
Cartaginesi
si chiusero in città mentre
Agatocle
saccheggiava il loro accampamento. Contemporaneamente
Siracusa
veniva assediata dai
Cartaginesi
Cartaginesi
e
Cartagine
dai Siciliani.
14)
Considerate le loro disgrazie, i
Cartaginesi
furono colti da terrore superstizioso temendo di aver offeso gli dei e attuarono molti sacrifici umani.
15)
I
Cartaginesi
inviarono ambasciatori in
Sicilia
che informarono
Amilcare
sui più recenti eventi e gli portarono le parti di bronzo delle navi bruciate da
Agatocle
. Astutamente
Amilcare
usò i bronzi per far credere ai
Siracusani
che la flotta e l'esercito di
Agatocle
fossero stati distrutti in
Africa
.
16)
A
Siracusa
si discuteva se resistere o arrendersi quando giunse una nave inviata da
Agatocle
con la notizia della vittoria.
Amilcare
tentò di approfittare della confusione creatasi per penetrare in città ma la ronda dei
Siracusani
sventò il tentativo.
17)
Agatocle
conquistò molte città vicine a
Cartagine
e altre si unirono a lui per odio verso i
Cartaginesi
. Si impossessò, fra l'altro, di Tuneto (Tunisi),
Adrumeto
e
Tapso
.
18)
Allontanatosi
Agatocle
, i
Cartaginesi
con rinforzi rientrati dalla
Sicilia
tentarono di liberare Tuneto ma i
Sicelioti
tornarono rapidamente indietro e ottennero una nuova vittoria.
19)
In
Macedonia
, intanto,
Cassandro
metteva fine a una guerra fra popolazioni locali.
Tolomeo
generale di
Antigono
tradì e passò a
Cassandro
, aveva il controllo della
satrapia
dell'
Ellesponto
affidata al suo amico Fenice.
Tolomeo
re dell'
Egitto
mosse guerra a
Antigono
invadendo la
Cilicia
.
Antigono
mandò il figlio minore Filippo nell'
Ellesponto
e
Demetrio
in
Cilicia
.
20)
Poliperconte
nel
Peloponneso
cercava alleati e metteva sul trono il giovane
Alessandro
che era cresciuto a
Pergamo
ed era ormai adolescente.
21)
Nell'isola di
Cipro
, Nicocle re di Pafo (sembra si trattasse in realtà di Nicocreonte re di
Salamina
, un errore di
Diodoro
) si alleò con
Antigono
.
Tolomeo
che dominava l'isola per non creare precedenti lo fece eliminare. Alla morte del re seguì il suicidio di tutti i suoi familiari.
22)
Nel
Bosforo Cimmerio
morì il re Parisade e il regno passò al primogenito Satiro ma il fratello minore Eumelo cercò di prendere il potere con l'aiuto dell'alleato Arifarne re della popolazione dei Siraci. Con una violenta battaglia Eumelo e i suoi alleati furono sconfitti.
23)
Arifarne e Eumelo ripararono nel territorio dei Siraci in luogo fortificato. Mentre cercava di catturarli Satiro fu ferito e morì durante la notte dopo nove mesi di regno.
24)
Anche un terzo fratello di nome Pritani cercò di prendere il potere ma fu a sua volta eliminato da Eumelo. Questi si insediò nella capitale Panticapeo e emanò provvedimenti atti a riconquistare la benevolenza dei sudditi, in seguito regnò con moderazione.
25)
Eumelo si comportò bene anche nei confronti dei
Greci
che abitavano nel
Ponto
e si preoccupò della sicurezza della navigazione combattendo la pirateria. Morì dopo cinque anni di regno cadendo dalla biga in corsa.
26)
Superstizioni locali parlavano di oracoli che avrebbero predetto in modo sibillino la morte di Satiro e di Eumelo.
In
Italia
i
consoli
romani vinsero una battaglia contro i
Sanniti
e occuparono alcune località.
27)
(
309 a.C.
-
308 a.C.
)
Tolomeo
passò in
Asia
e conquistò Fasalide, Zanto e Cauno. Prese con se Tolomeo nipote di
Antigono
ma in seguito lo sospettò di tramare un tradimento e lo costrinse a bere la cicuta.
28)
Poliperconte
conduceva in
Macedonia
Eracle figlio di
Alessandro
e
Barsine
per metterlo sul trono quando
Cassandro
con promesse e proposte lo indusse a uccidere il ragazzo e allearsi con lui.
29)
Lisimaco
fondò Lisimachia nel
Chersoneso
.
Cleomene II re di Sparta
morì dopo sessanta anni di regno e gli successe il figlio
Areo
che regnò per quarantaquattro anni.
Amilcare
decise di sferrare un attacco notturno a
Siracusa
ma si mosse con troppi soldati e cavalli creando una grande confusione sulla strada stretta che saliva in città. Il presidio che occupava la fortezza detta Eurielo attaccò dall'alto gli assedianti la cui armata subì molte perdite e lo stesso
Amilcare
venne catturato.
30)
Paradossalmente un piccolo manipolo di uomini sconfisse così l'esercito cartaginese mentre l'intero esercito di
Agatocle
era stato vinto così duramente presso l'
Imera
.
Amilcare
fu torturato e ucciso dai parenti delle sue vittime, la sua testa fu inviata in
Libia
da
Agatocle
.
31)
Gli
Agrigentini
decisero di approfittare della situazione per tentare di impadronirsi della
Sicilia
. Affidarono un esercito a
Xenodico
che aprì la sua campagna occupando
Gela
dove fu accolto volentieri dai cittadini.
Enna
passo spontaneamente a
Xenodico
,
Erbesso (oggi Buscemi)
fu liberata con la forza dalla guarnigione cartaginese.
32)
Xenodico
liberò anche
Leontini
e
Camarina
dai
Siracusani
, questi continuavano a combattere contro i
Cartaginesi
che impedivano loro di ricevere rifornimenti.
33)
Ricevuta la testa di
Amilcare
,
Agatocle
la esibì ai nemici gettandoli in profonda costernazione ma di lì a poco la sua fortuna cambiò. Suo figlio
Arcagato
uccise in una lite un comandante dei mercenari e ne conseguì una grave rivolta nell'esercito di
Agatocle
.
34)
I
Cartaginesi
si affrettarono a fare offerte ai ribelli per farli passare dalla loro parte e molti dei comandanti
Sicelioti
promisero di accettare.
Agatocle
convocò tutto il suo seguito e vestita un'umile tunica dichiarò di preferire di morire di propria mano piuttosto che cadere in mano al nemico. Quando sguainò la spada per colpirsi fu acclamato dalla folla e riebbe il comando. Ne approfittò per portare subito un'offensiva ai
Cartaginesi
che non l'aspettavano ed uccidere molti nemici.
35)
Gli
Etruschi
attaccarono la colonia romana di
Sutri
e furono duramente sconfitti dai
consoli
. Gli
Iapigi
, alleati dei
Romani
, videro il loro territorio saccheggiato dai
Sanniti
. Intervenne il console
Marcio Rutulo
che prese con la forza la città sannita di
Alife
mentre l'altro console
Quinto Fabio Rulliano
penetrava in territorio etrusco, vinceva una battaglia nei pressi di
Perugia
e concludeva un trattato con
Arezzo
,
Cortona
e
Perugia
.
36)
A
Roma
il
censore
Appio Claudio
condusse in città l'Acqua Appia (primo acquedotto romano). In seguito fece pavimentare la via che da lui prende il nome di
Appia
da
Roma
a
Capua
abbattendo le alture e eseguendo grandi opere a carico delle finanze pubbliche e senza consenso del
senato
. Nel rivedere le liste dei senatori vi inserì anche dei figli di liberti e in genere favorì la classe popolare attirando l'odio dei nobili, per questo motivo una volta conclusa la sua magistratura si finse cieco e si ritirò a vita privata.
37)
(
308 a.C.
-
307 a.C.
)
Tolomeo
liberò alcune città greche concludendo accordi con i
Peloponnesiaci
ma vedendo che questi accordi non venivano rispettati firmò la pace con
Cassandro
e tornò in
Egitto
.
Cleopatra
sorella di
Alessandro Magno
per l'importanza della sua famiglia aveva proposte matrimoniali da tutti i generali più illustri e aveva deciso di trattare con
Tolomeo
ma mentre partiva da
Sardi
alla volta dell'
Egitto
fu fatta uccidere da
Antigono
.
38-39)
Pur subendo molte perdite
Agatocle
vinse un'altra battaglia contro i
Cartaginesi
, fra i prigionieri erano cinquecento suoi avversari siracusani passati al nemico che vennero trucidati.
40)
Agatocle
propose al governatore di
Cirene
Ofella un'alleanza chiedendogli aiuto per sconfiggere i
Cartaginesi
che lo aggredivano in
Sicilia
e promettendo di lasciargli la
Libia
.
Agatocle
fu entusiasta della proposta e si rivolse agli
Ateniesi
per avere aiuti nell'impresa, del resto le ricchezze di
Cartagine
attiravano molti e per questo Ofella ebbe rinforzi anche da altre città della
Grecia
.
41)
Con un nutrito esercito Ofella raggiunse il confine del territorio di
Cirene
con la
Libia
. Qui si trovava una grande grotta che secondo la leggenda era stata abitata dalla regina Lamia famosa per la sua bellezza ma trasformata in essere bestiale dalla propria malvagità. Poiché aveva perduto tutti i suoi figli (concepiti con
Zeus
e uccisi da Era per gelosia) era impazzita dal dolore e aveva ordinato di uccidere tutti i bambini. Per questo motivo era usanza usare il suo nome per spaventare i bambini irrequieti.
42)
Dopo due mesi di faticosa e pericolosa marcia nel deserto Ofella e i suoi raggiunsero
Agatocle
. Questi li accolse calorosamente e li rifornì del necessario. Alcuni giorni dopo, mentre i soldati di
Cirene
erano in cerca di cibo e foraggio,
Agatocle
improvvisamente accusò Ofella di tradimento e lo uccise. Morto il comandante i soldati si lasciarono attrarre dalle generose offerte di
Agatocle
e si unirono al suo esercito.
43)
Contemporaneamente
Bomilcare
decise di agire per prendere il potere come progettava da tempo. Lo fece mentre i cittadini più illustri che lo avrebbero ostacolato erano fuori città per una spedizione contro i nomadi ribelli.
Bomilcare
non era al corrente della vicenda di
Agatocle
e Ofella così come
Agatocle
non fu informato del colpo di stato a
Cartagine
.
44)
Bomilcare
e i suoi seguaci fecero strage dei cittadini ma infine vennero sopraffatti e costretti a chiudersi nella vicina Neapoli. Fu loro concesso il perdono tranne che a
Bomilcare
che fu torturato e giustiziato.
Agatocle
inviò in
Sicilia
un grosso bottino ma le sue navi naufragarono. I
Romani
si allearono con i
Marsi
contro i
Sanniti
mentre in
Etruria
conclusero una tregua di quarant'anni con
Tarquinia
.
45)
(307 a.C. - 306 a.C.)
Demetrio
figlio di
Antigono
attaccò
Atene
, prese il
Pireo
, la città e
Munichia
.
Demetrio Falereo
fu cacciato dopo dieci anni di governo e riparò presso
Tolomeo
.
46)
Gli
Ateniesi
liberati dal dominio di
Cassandro
tributarono grandi onori a
Demetrio
e
Antigono
.
Demetrio
cacciò la guarnigione di
Cassandro
anche da
Megara
e
Antigono
stanziò rifornimenti per gli
Ateniesi
e legname per le loro navi. Ordinò quindi a
Demetrio
di concludere la guerra con
Tolomeo
.
47)
Demetrio
invase
Cipro
, Menelao stratego dell'isola si barricò in
Salamina
e inviò richieste di aiuto a
Tolomeo
.
Antigono
intanto seguiva la costruzione di
Antigonia
, città da lui fondata sul
fiume Oronte
.
48)
Demetrio
assediò
Salamina
e i combattimenti durarono a lungo. Una notte Menelao e i suoi riuscirono a incendiare le macchine degli assedianti ma
Demetrio
decise di non desistere.
49-52)
Diodoro
descrive dettagliatamente la grande battaglia navale fra
Demetrio
che occupava
Cipro
e
Tolomeo
giunto per riprenderla. Lo scontro fu vinto da
Demetrio
con gravi perdite per entrambi.
53)
Tolomeo
rinunciò all'isola mentre
Demetrio
e
Antigono
da allora presero a fregiarsi del titolo di re, presto imitati dagli altri principi, compreso
Tolomeo
.
54)
Anche
Agatocle
volle da allora farsi chiamare re e per compiere un'azione degna di questo titolo attaccò
Utica
che si era ribellata. Catturati gli
Uticensi
che trovò fuori città li legò alle macchine d'assedio costringendo i difensori a colpirli per respingere gli attacchi.
54)
Presa
Utica
massacrò la cittadinanza, quindi conquistò altre località sulla costa e all'interno prima di affidare la
Libia
al figlio
Arcagato
e imbarcarsi per la
Sicilia
.
55)
Intanto
Xenodico
stratego degli
Agrigentini
continuava a combattere per liberare l'isola ma fu sconfitto dai
Siracusani
poco prima del rientro di
Agatocle
. Questi approdò a
Selinunte
e riprese
Eraclea
, tolse Cefaledio ai
Cartaginesi
e conquistò
Apollonia
.
57)
Deinocrate, capo dei fuoriusciti di
Siracusa
, fece suo il progetto di
Xenodico
e chiamando a se tutti gli avversari di
Agatocle
raccolse un grosso esercito mettendo in minoranza
Agatocle
che perciò non osava combattere.
In
Africa
il generale Eumaco, su incarico di
Arcagato
, conquistò diverse città.
58)
Poco dopo Eumaco intraprese una nuova spedizione nel nord della
Libia
e ancora una volta conquistò alcune città e tornò con un ricco bottino.
59)
A questo punto il senato cartaginese decise di mandare fuori dalla città, che ormai era sovraffollata dai rifugiati, trentamila soldati divisi in tre eserciti costringendo il nemico a dividere le proprie forze e scongiurando il pericolo della carenza di viveri.
60)
Questa strategia ebbe i suoi risultati e dopo aver subito un paio di pesanti sconfitte le forze di
Arcagato
erano fortemente diminuite.
61)
Quasi tutti gli alleati abbandonarono
Arcagato
le cui truppe si trovarono isolate, circondate e a corto di viveri.
Agatocle
avvertito della rotta del figlio allestì diciassette navi per soccorrerlo ma i
Cartaginesi
bloccavano il porto e riuscì a partire solo quando l'intervento degli
Etruschi
in suo favore gliene fornì l'occasione.
62)
Agatocle
ordinò al suo generale Leptine di saccheggiare il territorio di
Agrigento
. Leptine si scontrò con
Xenodico
e lo vinse facilmente perché nelle milizie di
Agrigento
covava la ribellione. Vistosi accusare per la sconfitta,
Xenodico
riparò a
Gela
.
63)
Agatocle
era solito mostrarsi benevolo e cordiale durante i banchetti. Ne offrì uno prima di ripartire per l'
Africa
ed ebbe modo di osservare in un clima rilassato il comportamento dei
Siracusani
per individuare quelli che gli erano ostili. Dopo il banchetto ne fece giustiziare oltre cinquecento.
64)
Giunto in
Libia
trovò l'esecito demoralizzato e cercò di combattere per riportare i soldati in attività ma il nemico era superiore e perse oltre tremila uomini.
65)
Durante la notte, mentre i
Cartaginesi
si accingevano a sacrificare dei prigionieri bruciandoli vivi, il vento fece improvvisamente appiccare il fuoco alla tenda dei sacrifici e presto le fiamme dilagarono in tutto l'accampamento facendo molte vittime.
66)
Per scampare all'incendio molti fuggirono ma incapparono in un gran numero di
Libici
che erano stati alleati di
Agatocle
ma lo avevano abbandonato. A causa del buio e della confusione tutti pensarono di trovarsi di fronte al nemico e ne nacque una battaglia fra connazionali in cui molti morirono.
67)
Anche nel campo di
Agatocle
si creò un tragico equivoco quando una parte dei disertori tornò indietro. Anche qui buio e confusione impedivano di comprendere con chi si avesse a che fare e per questo motivo morirono migliaia di persone.
68)
Ormai privo di forze sufficienti per tentare altre azioni,
Agatocle
decise di fuggire con pochi compagni, fra cui il figlio minore Eraclide, lasciando
Arcagato
e gli altri al loro destino.
Arcagato
intuì le sue intenzioni e lo denunciò pubblicamente. Furibondi i soldati di
Agatocle
lo imprigionarono.
69)
Nelle ore successive la vista di
Agatocle
in catene impietosì molti dei suoi,
Agatocle
ne approfittò per fuggire abbandonando i figli che vennero trucidati quando la sua fuga fu scoperta. I
Sicelioti
trattarono con i
Cartaginesi
e conclusero la pace. Molti vennero arruolati, altri furono lasciati tornare in
Sicilia
. Quanti continuarono a opporre resistenza sperando nel ritorno di
Agatocle
furono presto catturati e condannati ai lavori forzati, i loro capi furono crocifissi.
70)
Considerazioni di
Diodoro
sulla punizione divina che colpì
Agatocle
per aver ucciso Ofella.
71)
Tornato in
Sicilia
,
Agatocle
si recò a
Egesta (Segesta)
e trovandosi privo di denaro depredò gli abitanti più facoltosi costringendoli con le più atroci torture a consegnargli quanto possedevano, vendette poi i giovani ai
Bruzi
come schiavi.
72)
Vendicò i figli facendo uccidere i parenti di quelli che avevano combattuto in
Africa
, dai neonati ai più vecchi.
73)
(306 a.C. - 305 a.C.)
Antigono
decise di compiere una grande spedizione contro l'
Egitto
assumendone personalmente il comando e si mise in marcia attraverso il deserto mentre a
Demetrio
ordinò di guidare la flotta navigando in modo di poter fornire supporto all'esercito.
74)
Durante il viaggio una tempesta distrusse alcune navi e costrinse l'intera flotta ad attendere a largo che il mare si calmasse prima di tentare lo sbarco presso la foce del
Nilo
.
75)
Tolomeo
inviò messaggi con offerte di denaro per
Antigono
provocando numerose diserzioni.
76)
Antigono
e
Demetrio
si trovarono in difficoltà perché il nemico impediva alla flotta di sbarcare e la piena del
Nilo
non consentiva alla fanteria di procedere. Alla fine decisero di tornare in
Siria
rimandando la spedizione a una stagione più favorevole.
77)
Morì Dionisio tiranno di Eraclea sul Pontos che aveva regnato per trentadue anni, i figli Ossatre e Clearco regnarono per diciassette anni.
In
Sicilia
Pasifilo, generale di
Agatocle
, passò ai fuoriusciti con il suo esercito. Ormai senza speranza
Agatocle
propose a Deinocrate di scendere a patti: rinunciava al potere ma voleva conservare le fortezze di Terme e Cefaledio.
78)
Diodoro
considera che
Agatocle
prese questa decisione dimentico dell'esempio di Dionisio il Vecchio che nel momento di maggior pericolo stava per fuggire da
Siracusa
ma tornò sui suoi passi esortato dagli amici che gli fecero notare che si poteva cessare di essere un tiranno solo con la morte.
79)
Deinocrate capo dei fuoriusciti deteneva un grande potere di fatto al quale non intendeva rinunciare che avrebbe perduto se a
Siracusa
fosse tornata la democrazia, quindi non accettò la proposta di
Agatocle
e si comportò in modo da differire ogni accordo.
Agatocle
comprese la situazione e si accordò con i
Cartaginesi
restituendo loro molte città siciliane in cambio di un forte compenso in oro.
80)
In
Italia
i
Sanniti
conquistarono
Sora
e Calazia mentre i
consoli
invasero la
Iapigia
e assediarono la città di Silvio (Gravina di Puglia), dopo averla conquistata devastarono metodicamente il territorio dei
Sanniti
per cinque mesi sperando di ridurli all'impotenza, quindi attaccarono
Anagni
e
Frosinone
.
81)
(
305 a.C.
-
304 a.C.
) L'anno seguente a
Rodi
scoppiò la guerra contro
Antigono
.
Rodi
si era sempre mantenuta neutrale, pur avendo rapporti commerciali privilegiati con l'
Egitto
, e ciò aveva comportato un lungo periodo di pace e di crescita economica.
82)
Antigono
propose ai
Rodii
di combattere con lui contro
Tolomeo
e al loro rifiuto prese a ostacolare i loro commerci marittimi e a minacciare l'assedio. In un primo momento i
Rodii
dissero a
Demetrio
di essere disposti all'alleanza ma le condizioni proposte (consegna di ostaggi illustri, disponibilità dei porti) fece loro sospettare che
Demetrio
e
Antigono
preparassero l'invasione della loro isola e dichiararono guerra.
Demetrio
passò senz'altro a preparare la flotta per il combattimento.
83)
Demetrio
sbarcò a
Rodi
con forze imponenti e nell'arco di pochi giorni allestì un accampamento fortificato e un porto per le sue navi, il tutto con materiale ottenuto devastando il territorio.
84)
I
Rodii
, non riuscendo ad avviare trattative con
Demetrio
, inviarono richieste di aiuto a
Tolomeo
,
Lisimaco
e
Cassandro
. La cittadinanza si impegnò nel preparare le difese ognuno contribuendo come poteva, con i propri mezzi e le proprie capacità.
85)
Da parte sua
Demetrio
ordinò la costruzione di grandi macchine da assedio come torri e catapulte che fece sistemare sulle navi.
86)
Demetrio
occupò il molo del porto grande durante la notte facendovi sbarcare quattromila soldati. Il mattino seguente iniziò l'assedio e la giornata passò in combattimenti molto violenti. La notte seguente i
Rodii
riuscirono a incendiare parte delle macchine del nemico.
87)
Dopo otto giorni di assedio
Demetrio
tentò di sferrare un attacco particolarmente violento ma la difesa fu altrettanto dura e alla fine gli assedianti, subite molte perdite, furono costretti a retrocedere per riparare macchine e navi danneggiate.
88)
Eseguite le riparazioni
Demetrio
attaccò ancora e stava per vincere ma i
Rodii
reagirono con estremo eroismo e distrussero le più grandi macchine nemiche. Erano agevolati dal forte vento che si abbatteva sulle navi di
Demetrio
e non gli permetteva di ricevere aiuti, alla fine i quattrocento soldati sbarcati sul molo furono costretti a arrendersi.
89)
In
Sicilia
Agatocle
e Deinocrate vennero allo scontro in campo aperto. L'esercito dei fuoriusciti era molto più numeroso ma durante la battaglia parte di loro disertò riequilibrando le forze e
Agatocle
vinse ancora una volta. In seguito trattò con i fuoriusciti che presi dalla nostalgia erano rimasti nei pressi della città e garantendo loro l'impunità li convinse ad uscire dal loro campo fortificato, erano circa settemila, poi li fece circondare dai suoi e uccidere tutti.
90)
Deinocrate da parte sua si accordò con
Agatocle
e di dedicò a sottomettergli città e fortezza, fu un'intesa che durò per il resto della loro vita.
I
Romani
sottomisero i
Peligni
, sconfissero i
Sanniti
che avevano invaso il territorio di Falerno e recuperarono le città di
Sora
,
Arpino
e Serennia occupate dai nemici.
91)
(
304 a.C.
-
303 a.C.
) Falliti gli attacchi dal mare,
Demetrio
volle provare a espugnare
Rodi
attaccando da terra. A questo scopo fece costruire macchine molto più grandi delle precedenti.
92)
Disponendo di molta mano d'opera le macchine furono pronte in tempi brevi. L'ingegnosità di
Demetrio
nel progettare questi strumenti per gli assedi gli valse il soprannome di
Poliorcete
(conquistatore di città).
Demetrio
era di aspetto regale ed animo nobile, in tempo di pace amava bere e banchettare ma in guerra era sempre attivo e sobrio.
93)
I
Rodii
costruirono un secondo muro interno con materiale ricavato dalle case e dai templi. Mandarono fuori una squadra navale che arrecò non pochi danni alla flotta nemica ma non vollero abbattere le statue di
Antigono
e
Demetrio
, decisione che in seguito tornerà utile per dimostrare la loro lealtà.
94)
Demetrio
faceva scavare cunicoli sotto le mura ma i
Rodii
avevano scavato una profonda fossa per impedire anche ogni accesso sotterraneo.
Demetrio
cercò di corrompere un certo Atenagora comandante dei mercenari inviati da
Tolomeo
che sorvegliava la fossa. Atenagora fece credere di accettare poi prese in trappola i nemici che cercavano di passare e fu lautamente premiato dai
Rodii
.
95)
Mentre
Demetrio
stava per sferrare un attacco che voleva essere decisivo con nuove enormi macchine da assedio, arrivarono ambasciatori da
Cnido
che si offrirono di fare da mediatori, ma le trattative non ebbero successo. La più forte torre di
Rodi
venne abbattuta.
96)
Tolomeo
,
Cassandro
e
Lisimaco
mandarono abbondanti rifornimenti di viveri a
Rodi
. Ciò incoraggiò gli assediati che organizzarono un lancio notturno di proiettili incendiari costringendo i nemici a allontanare le macchine dalle mura.
97)
Approfittando della tregua, i
Rodii
costruirono altre fortificazioni e fecero uscire navi veloci per portare danni alla flotta e agli approvvigionamenti del nemico.
Demetrio
riparò le macchine e riprese l'assalto riuscendo ad aprire una breccia nelle mura.
98)
Ultimo tentativo fallito di conciliazione da parte di ambasciatori greci e ulteriore assalto di
Demetrio
. Ancora una volta la città sta per cedere ma i
Rodii
riescono a resistere.
99)
Antigono
scrisse a
Demetrio
di concludere la pace e anche
Tolomeo
consigliò ai
Rodii
di cercare un accordo. Infine, con la mediazione della lega etolica, fu conclusa la pace che prevedeva che
Rodi
rimanesse libera e autonoma ma alleata di
Antigono
con l'esenzione dal partecipare a un'eventuale guerra contro
Tolomeo
.
100)
Conclusa la pace i
Rodii
premiarono i cittadini che si erano comportati più valorosamente e liberarono gli schiavi che avevano combattuto contro
Demetrio
durante l'assedio. Dedicarono statue a
Cassandro
e
Lisimaco
e un tempio a
Tolomeo
.
Demetrio
lasciò
Rodi
e passò in
Beozia
progettando di combattere contro
Poliperconte
e
Cassandro
.
101)
Agatocle
assalì
Lipari
esigendo un tributo e confiscando il tesoro dei templi ma durante il ritorno le navi che trasportavano quelle ricchezze furono affondate da una tempesta, evento che fu naturalmente interpretato come punizione divina.
Dopo ventidue anni di guerra fu conclusa la pace fra i
Romani
e i
Sanniti
. Il console Publio Sempronio riportò la vittoria sugli
Equi
e celebrò il trionfo.
102-103)
(
303 a.C.
-
302 a.C.
)
Demetrio
conquistò
Sicione
cacciandone la guarnigione di
Tolomeo
. Distrusse le fortificazioni del porto ma in compenso aiutò gli abitanti a ricostruire le loro case in posizione migliore e per questo ottenne onori divini dai
Sicionii
.
A
Corinto
cacciò la guarnigione di
Cassandro
e liberò altre località in
Acaia
e in
Arcadia
occupate da
Cassandro
o da
Poliperconte
.
104)
I
Tarantini
che erano in guerra contro i
Lucani
alleati dei
Romani
chiesero aiuti a
Sparta
che inviò Cleonimo come stratego con cinquemila mercenari. Cleonimo reclutò altri mercenari oltre a soldati greci e messapi in
Italia
formando un grosso esercito che indusse alla riconciliazione i
Lucani
a eccezione dei
Metapontini
. Cleonimo conquistò
Metaponto
, confiscò grosse somme e prese in ostaggio duecento fanciulle per la propria libidine. Passò a
Corcira
e la occupò per servirsene come osservatorio sulla situazione in
Grecia
.
105)
Venuto a sapere che i
Tarantini
lo avevano abbandonato tornò in fretta in
Italia
per una spedizione punitiva ma fu sopraffatto, inoltre perse venti navi a causa di una tempesta e tornò demoralizzato a
Corcira
.
106)
(
302 a.C.
-
301 a.C.
)
Cassandro
,
Lisimaco
,
Tolomeo
e
Seleuco
convenirono sull'opportunità di allearsi per frenare la potenza e l'ambizione di
Antigono
che aveva dimostrato chiaramente di mirare all'intero impero.
107)
Cassandro
mosse verso la
Tessaglia
per affrontare
Demetrio
mentre
Lisimaco
si diresse in
Frigia
contro
Antigono
, il generale di
Cassandro
Prepelao occupò
Adramitto
e
Efeso
.
108)
Informato sulle mosse di
Lisimaco
e sulla defezione di alcuni suoi generali,
Antigono
interruppe i giochi che stava celebrando in
Antigonia
e riunito l'esercito si diresse personalmente contro i nemici. Raggiunto
Lisimaco
in
Frigia
cercò la battaglia ma
Lisimaco
preferì attendere l'arrivo dei soldati di
Seleuco
.
109)
Avvicinandosi la cattiva stagione
Lisimaco
e
Antigono
si ritirarono negli accampamenti invernali ma
Antigono
mandò a
Demetrio
l'ordine di raggiungerlo perché temeva di essere attaccato da tutti i re riuniti contro di lui.
Lisimaco
sposò
Amastri
figlia di
Ossiarte
vedova di
Cratero
.
110)
Demetrio
, che si trovava in
Atene
, volle essere iniziato ai misteri di
Eleusi
prima della partenza. Riuniti esercito e flotta giunse via mare a
Larissa
e la liberò dalla guarnigione di
Cassandro
. Questi mosse verso di lui e i due eserciti posero gli accampamenti uno di fronte all'altro.
111)
Prima di combattere con
Cassandro
,
Demetrio
ricevette l'ordine del padre di raggiungerlo, quindi concluse accordi con l'avversario con l'intesa che
Antigono
avrebbe dovuto ratificarli (Demetrio sapeva bene che non sarebbe accaduto) e partì per l'
Asia
. In quel periodo
Antigono
fece uccidere Mitridate I del Ponto sospettato di tradimento e salì al trono Mitridate II.
112)
Cassandro
inviò a
Lisimaco
un esercito comandato da Pleistarco ma gran parte di questa armata fu catturata o andò dispersa in mare durante la traversata dell'
Ellesponto
.
113)
Tolomeo
occupò la
Celesiria
e assediò
Sidone
ma ricevette la falsa notizia di una disfatta di
Lisimaco
e
Seleuco
e abbandonò l'impresa. Anche
Seleuco
giunse in
Cappadocia
e si accampò per l'inverno. Tutti i re avevano deciso di concludere la guerra con le armi durante l'estate successiva.
Libro XXI
Nessuno dei libri di
Diodoro Siculo
dal XXI al XL ci è giunto intero. Disponiamo soltanto di frammenti più o meno lunghi tramandatici da compilatori di antologie, prevalentemente
bizantini
. La raccolta di notizie frammentarie è troppo discontinua per formare un racconto completo e cronologicamente ordinato di molti eventi come nella prima metà dell'opera e alcuni argomenti rimangono accennati ma non del tutto esposti.
In questa sintesi sono sostituiti con
omissis
i paragrafi troppo incompleti o che non contengono notizie utili per l'esposizione storica
1)
Spinto dalla cupidigia il re
Antigono
non si accontentò di essere il più potente dei successori di
Alessandro
ma pretese anche il territorio degli altri re,
Tolomeo
,
Seleuco
e
Cassandro
figlio di
Antipatro
, i quali si coalizzarono contro di lui.
Antigono
li affrontò in battaglia e venne ucciso. Suo figlio
Demetrio
e sua moglie Stratonice si rifugiarono a
Cipro
con il tesoro. Dopo la morte di
Antigono
Tolomeo
e
Seleuco
contesero la
Celesiria
ma evitarono un scontro in nome della loro amicizia.
2)
Agatocle
re di
Sicilia
liberò
Corfù
dall'assedio di
Cassandro
.
3)
Tornato da
Corfù
,
Agatocle
seppe che i mercenari liguri e tirreni, che erano duemila, avevano reclamato la paga e li fece uccidere tutti. I
Bruzi
protestarono e
Agatocle
assediò una loro città ma fu sconfitto.
4)
Con il pretesto di mandare la figlia
Lanassa
in
Epiro
per sposarsi,
Agatocle
navigò verso l'
Italia
senza destare sospetti in Menedemo tiranno di
Crotone
che era suo amico ma una volta sbarcato assediò
Crotone
, abbattè una torre e i
Crotoniati
aprirono le porte ma
Agatocle
saccheggiò la città e trucidò gli abitanti.
5)
Un frammento in cui
Diodoro
citava due sue fonti, lo storico ateniese
Diillo
autore di una storia universale e il suo continuatore Psaone di
Platea
.
6)
Combattendo contro gli
Etruschi
, i
Galli
e i
Sanniti
in un solo giorno i
Romani
uccisero centomila nemici.
7)
Antipatro
(figlio di
Cassandro
) uccise per invidia la propria madre (Tessalonica),
Alessandro
fratello di
Antipatro
si rivolse a
Demetrio
ma questi uccise sia
Antipatro
, sia
Alessandro
.
8)
Agatocle
passò in
Italia
con un nuovo esercito (294 a.C.) affidando la flotta a Stilpone ma una tempesta distrusse molte navi.
Agatocle
conquistò la città di
Ipponio (Vibo Valentia)
e trattò la pace con i
Bruzi
ma questi in seguito uccisero i soldati lasciati a
Agatocle
e ripresero la libertà.
9)
Demetrio
perdonò chi lo aveva insultato nelle assemblee dicendo che il perdono è migliore della vendetta.
10)
... omissis ...
11)
Antipatro
figlio di
Lisimaco
fu catturato dai
Traci
ma poi lasciato libero (294 a.C.)
12)
Lisimaco
fu catturato dai Geti (292 a.C.) il cui re Dromiceta persuase la sua gente che accordarsi con lui era meglio che ucciderlo. Dromiceta onorò
Lisimaco
in ogni modo e gli offrì un lussuoso banchetto, per sdebitarsi
Lisimaco
rese ai Geti i territori che aveva occupato e fu lasciato libero.
13)
... omissis ...
14)
I
Tebani
si ribellarono per la seconda volta a
Demetrio
che abbattè le loro mura (
290 a.C.
) e si limitò a punire i capi della rivolta.
15)
Agatocle
propose l'alleanza a
Demetrio
che mandò presso di lui un suo amico come garanzia dei trattati ma in realtà per spiare la situazione in
Sicilia
.
16)
Agatocle
di
Siracusa
, dopo un lungo periodo di pace, progettò un nuovo attacco alla
Libia
ma non riuscì ad attuarlo. Quando presentò al popolo suo figlio
Agatocle
indicandolo come suo successore, il nipote Arcagato figlio dell'
Arcagato
morto in
Libia
decise di eliminare entrambi e convinse Menone, uno schiavo che odiava il tiranno, ad aiutarlo. Fece sgozzare e gettare in mare il giovane
Agatocle
mentre Menone propinava il veleno al vecchio imbevendone una penna con la quale
Agatocle
usava pulirsi i denti.
Divorato dalla cancrena il tiranno denunciò il nipote al popolo. Oxythemi, l'inviato di
Demetrio
, lo pose sulla pira moribondo ma ancora vivo.
Menone, fiero di aver abbattuto la monarchia, assassinò Arcagato e tentò di prendere il potere a
Siracusa
.
17)
Lo storico
Timeo
che odiava personalmente
Agatocle
per essere stato da lui cacciato dalla
Sicilia
, descriveva il tiranno come incapace e vile attribuendogli difetti che non aveva oltre alle tante colpe delle quali si era macchiato. Per questo motivo
Diodoro
considera
Timeo
non attendibile per quanto riguarda il periodo di
Agatocle
.
18)
I
Siracusani
combatterono contro Menone finché l'intervento cartaginese non li costrinse a riammettere gli esuli in città. In seguito si verificò una rivolta dei mercenari che si concluse con un accorto in base al quale i ribelli dovevano lasciare la
Sicilia
ma giunti a
Messina
trucidarono i cittadini, ne sposarono le mogli e occuparono la città. Furono detti
Mamertini
dal nome di
Ares
nella loro lingua.
19)
... omissis ...
20)
Mentre
Demetrio
era prigioniero a
Pella
,
Lisimaco
offrì un compenso a
Seleuco
per ucciderlo.
Seleuco
rifiutò indignato perché legato da vincoli di parentela a
Demetrio
, aveva già deciso di liberarlo e condivise la decisione con il figlio Antioco.
21)
... omissis ...
Libro XXII
1)
Decio, comandante del presidio romano di
Reggio
contro
Pirro
, fece uccidere i cittadini e prese i loro averi e le loro mogli. I suoi soldati, insoddisfatti della distribuzione del bottino, lo mandarono in esilio. Accolto dai
Mamertini
, divenne il loro comandante. Si ammalò agli occhi e mandò a chiamare un famoso medico ma questi per vendicare la patria lo privò del tutto della vista con una pomata tossica e fuggì da
Messina
.
2)
In
Sicilia
erano tiranni Iceta a
Siracusa
, Finzia a
Agrigento
, Tindarione a
Taormina
. Finzia e Iceta si fecero guerra. Iceta vinse e orgoglioso per la vittoria attaccò i
Cartaginesi
ma fu sconfitto presso il fiume Teria.
Finzia fondò una città che chiamò Finziade e vi trasferì con la forza gli abitanti di
Gela
dopo aver distrutto le loro case. I suoi sudditi si ribellarono a cominciare dalla città di
Agirio
ma cambiando rapidamente comportamento Finzia diventò più umile e umano e riuscì a mantenere il potere.
3)
Tolomeo
re di
Macedonia
(
Tolomeo Cerauno
) era giovane e impulsivo, agendo in modo imprudente fu ucciso dai
Galati
e le sue truppe furono distrutte.
4)
I
Galli
saccheggiarono la
Macedonia
mentre molti pretendenti si avvicendavano sul trono:
Meleagro
fratello di Tolomeo regnò per pochi giorni,
Antipatro
Etesias regnò per quarantacinque giorni, Sostene, Tolomeo figlio di
Lisimaco
,
Alessandro
figlio di
Lisimaco
,
Pirro re dell'Epiro
. Tutti nello spazio di tre anni.
5)
Apollodoro cospirò per la tirannide (a Cassandreia), sacrificò un giovanetto e ne fece mangiare le viscere e bere il sangue ai congiurati. Reclutò soldati galati particolarmente crudeli e confiscò i beni dei cittadini. Era suo consigliere il siculo Callifonte.
6)
Pirro
ottenne delle vittorie sui
Romani
ma furono le cosiddette vittorie cadmee perché il vincitore subì più danni degli sconfitti. Il sua ambasciatore
Cinea
si recò a
Roma
offrendo doni ma il
senato
non li accettò.
7)
Finzia tiranno di
Agrigento
sognò che sarebbe stato ucciso da un cinghiale durante la caccia. Thenone e Sostrato succedettero a Iceta di
Siracusa
scacciandolo dopo nove anni di regno e richiamarono
Pirro
in
Sicilia
.
A
Pirro
si opposero
Mamertini
e
Cartaginesi
mentre Tindarione tiranno di
Taormina
lo accolse nella sua città. I
Cartaginesi
si allearono con i
Romani
e sbarcarono un presidio a
Reggio
per sorvegliare lo stretto. Thenone e Sostrato combatterono uno contro l'altro ma infine mandarono entrambi ambasciatori a
Pirro
.
8)
I
Cartaginesi
assediarono i
Siracusani
che contavano sull'aiuto di
Pirro
genero di
Agatocle
, ma
Pirro
combatteva in
Italia
. Quando sbarcò a
Taormina
raggiunse
Catania
, poi
Siracusa
con la fanteria e con la flotta. I
Cartaginesi
che erano in minoranza non osarono affrontarlo.
Pirro
riconciliò Thenone e Sostrato mentre
Leontini
e altre città gli si consegnarono spontaneamente.
9)
Brenno
re dei
Galli
con centocinquantamila guerrieri attaccò la
Macedonia
e si spinse in
Grecia
per saccheggiare
Delfi
ma qui si svolse una grande battaglia in cui perse molti uomini ed egli stesso fu ferito.
Brenno
ordinò di uccidere tutti i feriti, eleggere re Cicorio e tornare in patria, quindi si suicidò. Cicorio eseguì i suoi ordini ma durante la ritirata perse tutti gli uomini e nessuno tornò a casa.
10)
Pirro
conquistò
Agrigento
e marciò contro i
Cartaginesi
sottomettendo
Eraclea Minoa
, mentre gli si consegnarono
Selinunte
e molte altre città. Conquistò
Erice
con un lungo assedio, passò a Iete che si arrese e mosse contro
Palermo
prendendola con la forza. Quando conquistò la fortezza di Eircte ebbe tutti i possedimenti cartaginesi a eccezione di
Lilibeo
.
Questa città era così fortificata e difesa che
Pirro
, dopo due mesi di assedio, fu costretto a rinunciare.
11)
Pirro
celebrò la vittoria dedicando gli scudi dei
Galli
al tempio di
Atena Itonide
in
Tessaglia
.
12)
I
Galli
che militavano nell'esercito di
Pirro
profanarono le tombe della famiglia reale macedone a Ege.
13)
Dopo aver conquistato diverse città con la forza e averne annesse altre in modo pacifico,
Ierone
si preparò a combattere contro i
Mamertini
di
Messina
. Schierò il suo esercito e vinse mandando parte dei suoi ad attaccare il nemico alle spalle e catturò il capo dei
Mamertini
Chione gravemente ferito e privo di conoscenza.
Ierone
ordinò di curare Chione ma quando questi seppe che suo figlio era caduto in battaglia volle morire.
I
Mamertini
stavano per cedere
Messina
a
Ierone
quando ne furono dissuasi dal cartaginese
che introdusse suoi soldati in città e
Ierone
rinunciò all'assedio ma in seguito si accordò con i
Cartaginesi
per attaccare
Messina
insieme.
Libro XXIII
1)
Annone figlio di Annibale
sbarcò in
Sicilia
e concentrò le sue forze a
Lilibeo
, quindi si recò a
Agrigento
e propose l'alleanza. Trattò con
Ierone
e insieme attaccarono
Messina
. I
Romani
mandarono il console
Appio Claudio
che giunto a
Reggio
tentò di trattare con
Ierone
ma il tiranno rispose che avrebbe in ogni caso punito i
Mamertini
.
2)
I
Cartaginesi
combatterono in mare contro i
Romani
e furono sconfitti. Intuendo le dimensioni di un'eventuale guerra cercarono di trattare con i
Romani
.
3)
Quando il console sbarcò a
Messina
,
Ierone
fuggì a
Siracusa
. Il console sconfisse i
Cartaginesi
e assediò
Segesta
ma qui perse molti uomini e tornò a
Messina
.
4)
Entrambi i
consoli
andarono in
Sicilia
(
Manio Otacilio Crasso
e
Manio Valerio Massimo Messalla
, 263 a.C.). Decine di città si arresero senza combattere e
Ierone
propose la tregua. I
consoli
accettarono perché erano interessati a scontrarsi con i soli
Cartaginesi
e fu conclusa una pace di quindici anni.
5)
Segesta
passò ai
Romani
, Tindari avrebbe fatto altrettanto ma i
Cartaginesi
portarono via i cittadini più in vista.
6)
... omissis ...
7)
... omissis ...
8)
Annone il Vecchio
trasportò in
Sicilia
una grande armata e prese alcune località ma perse molti uomini, cavalli e elefanti. Riuscì a prendere
Entella
con uno stratagemma.
9)
Multato e privato dei diritti civili per le perdite subite,
Annone
fu sostituito da
Amilcare Barca
che sconfisse i
Romani
presso Terme (Termini Imerese). Conquistò
Camarina
e
Enna
, distrusse
Erice
e trasferì gli abitanti a
Drepano
. I
Romani
ripresero
Camarina
,
Enna
e altre località.
10)
... omissis ...
11)
I
Cartaginesi
furono sconfitti in mare (da
Atilio Regolo
a
Capo Ecnomo
nel
256 a.C.
) per aver commesso errori mentre avrebbero potuto facilmente vincere la battaglia.
12)
Sconfitti e scoraggiati, i
Cartaginesi
mandarono ambasciatori per trattare la pace a
Regolo
ma quello pose condizioni durissime e gli ambasciatori rifiutarono indignati.
13)
... omissis ...
14)
... omissis ...
15)
L'errore di
Atilio Regolo
che per arroganza rifiutò una pace vantaggiosa esagerando nelle sue pretese comportò lo scoppio di una guerra disastrosa e lunghissima che costò a
Roma
almeno centomila vite e enormi somme di denaro. Le calamità colpirono personalmente anche lo stesso
Atilio Regolo
.
Lo spartano
Santippo
(chiamato dai
Cartaginesi
) invece capovolse le sorti del conflitto.
16)
A
Regolo
furono tagliate le palpebre quindi fu rinchiuso in una capanna con un elefante ferito e impazzito per il dolore che lo travolse facendolo morire miseramente.
Santippo
convinse i
Siculi
a combattere contro i
Romani
per difendere
Lilibeo
e vinse la battaglia ma i
Siculi
per invidia lo fecero morire in mare.
17)
... omissis ...
18)
I
Romani
attraversarono il mare e attaccarono in
Libia
le navi cartaginesi catturandone ventiquattro ma tornando verso la
Sicilia
un fortunale distrusse l'intera flotta, i pochi superstiti furono aiutati da
Ierone
. In seguito armarono una nuova flotta e combatterono contro il cartaginese
Cartalone
conquistando
Palermo
.
19)
I
Romani
assediarono Terme ed entrarono in città grazie al tradimento di una sentinella ma i primi entrati fecero chiudere le porte per avere l'intero bottino. Tutti furono uccisi.
20)
... omissis ...
21)
Asdrubale pose il campo presso
Palermo
senza fortificarlo per scarsa considerazione del nemico. I suoi soldati bevvero molto vino e quando Cecilio Metello li attaccò li sconfisse facilmente.
22)
I più grandi comandanti cartaginesi furono
Amilcare Barca
e suo figlio
Annibale
.
Libro XXIV
I
Cartaginesi
occupavano
Lilibeo
nella quale avevano trasferito anche la popolazione di
Selinunte
che avevano distrutto. I
Romani
assediarono
Lilibeo
con grandi difficoltà per la resistenza cartaginese e per un'epidemia, solo gli aiuti di
Ierone
permetteva di proseguire nell'assedio.
Il nuovo console
Claudio
figlio di Appio (
249 a.C.
) attaccò i
Cartaginesi
in una grande battaglia navale e fu sconfitto perdendo molte navi. Più tardi il generale
Cartalone
sconfisse di nuovo i
Romani
e catturò le loro navi che portavano rifornimenti. L'altro console
Lucio Giunio Pullo
era in viaggio verso
Lilibeo
quando seppe della sconfitta del collega, cercò di tornare indietro ma per una tempesta perse tutte le navi tranne due. Riuscì comunque a occupare
Erice
ma poco dopo ne fu cacciato da
Cartalone
.
2)
... omissis ...
3)
Prendendo il comando il console Claudio criticò duramente i suoi predecessori accusandoli di pigrizia e incapacità ma poi commise i loro stessi errori.
4)
... omissis ...
5)
Elogio di
Amilcare
6)
... omissis ...
7)
... omissis ...
8)
Barca
occupò
Erice
uccidendone i difensori e trasferì i superstiti a
Trapani
.
9)
Il console
Gaio Fundanio Fundulo
(243 a.C.) negò con arroganza a
Amilcare
la restituzione dei caduti consigliandogli di chiedere una tregua per i vivi e non per i morti, ma quando fu sconfitto e fu lui a chiedere i caduti,
Amilcare
concesse la tregua dicendo di essere in guerra con i vivi e in pace con i morti.
10)
Elogio di
Annone
e della sua clemenza con gli abitanti della città conquistata di Ecatompilo.
11)
Il console Quinto Lutazio Catulo (242 a.C.) ancorò la flotta presso
Erice
.
Annone
raggiunse l'isola di Hiera e mosse a sua volta verso
Erice
. Quando le flotte si scontrarono si accese una grande battaglia (
Isole Egadi
10 marzo 241 a.C.) I
Cartaginesi
persero centodiciassette navi, le superstiti fuggirono a
Cartagine
, i
Romani
ne persero ottanta.
12)
La moglie di
Atilio Regolo
volle vendicare la morte del marito su due prigionieri cartaginesi chiudendoli in una cella strettissima e dando loro pochissimo cibo. Il primo morì per gli stenti, il secondo resistette ancora per molti giorni accanto al cadavere e quando stava per morire fu inaspettatamente salvato. Gli schiavi della casa raccontarono ad altri cosa stava accadendo e la notizia arrivò ai tribuni che minacciarono gli Atili delle più severe punizioni per aver disonorato
Roma
. Gli Atili rimproverarono la madre, cremarono il corpo del morto e liberarono il sopravvissuto.
13)
Quando gli ambasciatori romani lessero a
Amilcare Barca
le condizioni della resa il generale rifiutò di consegnare le armi.
14)
Romani
e
Cartaginesi
si riconciliarono dopo aver combattuto ventiquattro anni per
Lilibeo
.
Libro XXV
1)
... omissis ...
2)
I
Cartaginesi
non rispettarono gli impegni concordati con i mercenari (
Iberi
,
Galli
,
Baleari
,
Libici
,
Fenici
e
Liguri
) e costoro scatenarono una rivolta disastrosa.
3)
I ribelli comandati da
Spendio
cacciarono gli araldi cartaginesi che chiedevano i cadaveri dei caduti, torturarono e mutilarono i prigionieri e
Amilcare Barca
, benché non incline alla crudeltà, fece altrettanto con i ribelli che catturava.
4)
I ribelli che assediavano
Cartagine
(238 a.C.) si trovarono in grande difficoltà per carenza di cibo e per l'inesperienza dei comandanti.
5)
Amilcare
fece crocifiggere
Spendio
ma
Mathos
inchiodò sulla stessa croce
Amilcare
.
6)
Dopo quattro anni e quattro mesi di guerra i mercenari ribelli furono sbaragliati da
Amilcare Barca
.
7)
... omissis ...
8)
Amilcare Barca
ebbe grandi meriti per le sue imprese in
Sicilia
e durante la rivolta dei mercenari, in seguito cercò il favore popolare e ottenne il comando di tutta l'
Iberia
a tempo indeterminato.
9-10)
Ottenuto il comando,
Amilcare
si dedicò alla conquista dell'
Iberia
a partire dalle Colonne d'Ercole. Sconfisse
Iberi
e
Celti
uccidendo i loro capi e fondò la città di
Acra Leuké
(Alicante)
. Assediò la città di Elche ma fu cacciato dagli Orissi, riuscì a portare in salvo figli e amici ma mentre fuggiva inseguito dal re dei nemici entrò a cavallo in un fiume e fu trascinato via dalla corrente.
11)
... omissis ...
12)
Asdrubale genero di
Amilcare
prese il comando e sconfisse gli Orissi conquistando le loro città. Fondò la città di
Nuova Cartagine (Cartagena)
, tenne il comando supremo per nove anni (
229
-
221 a.C.
) e poi fu assassinato in una congiura.
13)
I
Celti
entrarono in guerra con i
Romani
e vinsero due battaglie ma nel terzo scontro i
Romani
riportarono una devastante vittoria. Il
proconsole
Lucio Emilio Papo devastò la regione nemica conquistando molte città e castelli.
14)
Ierone di Siracusa
aiutò i
Romani
contro i
Celti
mandando loro rifornimenti.
15)
I
Cartaginesi
affidarono il comando a
Annibale
figlio di
Amilcare
.
Annibale
assediò la città di
Sagunto
i cui abitanti, dopo aver fuso tutto l'oro che possedevano con rame e piombo per renderlo privo di valore, uscirono a combattere e vennero tutti abbattuti mentre le donne uccisero i figli e si impiccarono.
I
Romani
chiesero soddisfazione per quest'azione e non avendola ricevuta iniziarono la guerra che fu detta
annibalica
.
16)
Un ambasciatore romano chiese agli anziani di
Cartagine
se volevano la pace o la guerra, gli fu risposto di scegliere lui e lui scelse la guerra.
17)
Gli abitanti di
Victomela
costretti a capitolare si uccisero in massa piuttosto che cadere nelle mani dei nemici.
18)
... omissis ...
19)
In questo frammento
Tze Tzes
narra gli ultimi momenti di vita di
Amilcare
che dopo aver allontanato i propri figli si fece riconoscere dai nemici per essere inseguito e dare agli altri modo di mettersi in salvo.
Suo figlio
Annibale
combattè a lungo in
Iberia
per vendicare il padre e raccolse un grande esercito allarmando i
Romani
che gli mossero guerra.
Annibale
marciò verso l'
Italia
, superò le
Alpi
e si scontrò con i
Romani
vincendoli in varie occasioni, quindi attese il fratello
Asdrubale
che doveva portargli rinforzi.
Asdrubale
fu intercettato e ucciso dai
Romani
che ne mandarono la testa al fratello.
Annibale
combattè ancora contro i
Romani
a
Canne
nella pianura pugliese. La sua vittoria fu così grande che i
Roma
rimase quasi priva di uomini e
Annibale
avrebbe potuto raderla al suolo se non fosse stato fiaccato dall'ozio e dal vino. Il suo indugio lasciò il tempo ai
Romani
di formare un altro esercito e infine
Annibale
, a corto di mezzi e mal visto dai suoi, fu messo in fuga dal romano Scipione.
Morì in
Bitinia
bevendo un veleno.
Libro XXVI
1)
... omissis ...
2)
Fin dall'infanzia
Annibale
era stato educato alla pratica militare.
3)
Annibale
sfidò molte volte il
dittatore
Fabio
ad affrontarlo in battaglia ma
Fabio
continuava ad attendere sopportando le critiche, quando Minucio fu sconfitto da
Annibale
tutti compresero le ragioni di
Fabio
.
4)
... omissis ...
5)
... omissis ...
6)
... omissis ...
7)
Dorimaco stratego degli
Etoli
saccheggiò e incendiò il santuario di Dodone.
8)
Ierone di Siracusa
inviò aiuti a
Rodi
devastata da un terremoto.
9)
... omissis ...
10)
Gli abitanti di
Capua
defezionarono dai
Romani
e passarono ai
Cartaginesi
per paura di
Annibale
.
11)
L'abbondanza e il lusso del soggiorno campano spinsero rapidamente i
Cartaginesi
all'inerzia e alla lussuria fiaccando le loro energie.
12)
... omissis ...
13)
Annibale
conquistò le città del
Bruzio
fra cui
Crotone
e sottomise tutto il territorio italiano a eccezione di
Roma
e
Napoli
.
14)
Annibale
cercò di costringere i prigionieri a lottare tra loro in modo che si uccidessero reciprocamente ma tutti riufiutarono preferendo piuttosto morire fra le torture.
15)
Ieronimo
ancora giovanissimo succedette a
Gelone
e
Ierone di Siracusa
, i suoi consiglieri lo indussero a commettere ingiustizie e crudeltà finché non fu ucciso da cospiratori. La popolazione riunita in assemblea condannò a morte tutti i membri della sua famiglia.
16)
Magone mandò al fratello
Annibale
il corpo di
Sempronio Gracco
(
212 a.C.
) ma
Annibale
impedì che i suoi soldati ne facessero scempio, tributò esequie al morto e rimandò le spoglie al campo romano.
17)
I
Romani
offrirono l'immunità ai
Campani
che avevano cambiato schieramento ma i
Campani
non accettarono illusi dalle promesse di
Annibale
e più tardi ebbero a pentirsene.
18)
Archimede
di
Siracusa
era un grande inventore, quando il comandante romano Marcello attaccò
Siracusa
aveva settantacinque anni ma con le sue macchine distrusse molte navi romane. Alcune ne sollevò con sistemi di carrucole e le rigettò in mare dopo averle battute contro le mura, altre ne colpì con enormi catapulte, altre ancora ne incendiò con gli specchi ustori. Marcello riuscì a entrare in città durante la festa di
Artemide
, forse grazie a un traditore, e un suo soldato uccise
Archimede
senza neanche sapere chi fosse. Il console tributò all'inventore solenni onori.
19)
... omissis ...
20)
Marcello non fece del male ai
Siracusani
ma fece saccheggiare i loro averi privandoli di tutto al punto che molti chiesero di diventare schiavi per essere nutriti.
21)
... omissis ...
22)
Il celtibero
Indibile
dopo essere stato perdonato da Scipione riaprì le ostilità alla prima occasione.
23)
Terminata la guerra contro i
Libici
, i
Cartaginesi
fecero strage dei Nomadi che divennero i loro peggiori nemici.
24)
Secondo
Polibio
e altri autori
Asdrubale
fu degno di essere figlio di
Amilcare
e fratello di
Annibale
. Combattè molte battaglie in
Spagna
rivelandosi il miglior condottiero dopo il fratello e se fosse stato aiutato dalla sorte i
Romani
non sarebbero riusciti a combattere contro i due fratelli contemporaneamente.
Libro XXVII
1)
Nabide
tiranno degli
Spartani
mise a morte Pelope figlio del re Licurgo e molti nobili cittadini per salvaguardare il suo potere, inoltre assoldò sacrileghi, ladri e condannati di ogni tipo come mercenari.
2)
... omissis ...
3)
I
Cretesi
cominciarono a darsi alla pirateria e i
Rodii
dichiararono loro guerra perché danneggiavano il commercio.
4)
Pleminio propretore a Locri rapinò le ricchezze del santuario di
Persefone
, i tribuni militari presso i quali i Locresi protestavano si finsero indignati per il sacrilegio ma in seguito furono colpiti da molte sventure. Anche
Pirro
si servì delle ricchezze del santuario di Locri e fu colpito da una tempesta.
I tribuni militari in realtà erano adirati per non aver avuto la loro parte, vennero alle mani e percossero
Pleminio
ma questi li fece arrestare, torturare e uccidere.
Gli avversari calunniarono
Scipione
accusandolo di aver sobillato
Pleminio
. Il
senato
aprì un'inchiesta ma
Scipione
fece incatenare
Pleminio
e lo mandò a
Roma
dove morì mentre era sotto custodia e i suoi beni furono votati alla dea per espiare il sacrilegio.
5)
... omissis ...
6)
Quando vide
Siface
e i suoi in catene,
Scipione
li trattò con umanità ritenendo ingiusto infierire su chi era stato abbandonato dalla fortuna.
7)
Sofonisba
fu moglie di
Massinissa
poi di
Siface
e poi nuovamente di
Massinissa
. Venuto a sapere che la donna istigava continuamente il marito a ribellarsi a
Roma
,
Scipione
la fece chiamare ma
Massinissa
costrinse
Sofonisba
a bere il veleno.
8)
Scipione
consolidò l'alleanza con
Massinissa
per tutto il tempo che questi visse.
9)
Convocati gli alleati,
Annibale
annunciò che intendeva tornare in
Libia
e invitò ad accompagnarlo chi avesse voluto ma poi fece uccidere tutti quelli che scelsero di rimanere in
Italia
, circa ventimila uomini.
10)
Gli stessi quattromila cavalieri che dopo la sconfitta di
Siface
erano passati a
Massinissa
disertarono per passare a
Annibale
ma questi, indignato, li fece uccidere tutti.
11)
... omissis ...
12)
I
Cartaginesi
stavano per uccidere gli ambasciatori romani che si salvarono a stento. Quando degli ambasciatori cartaginesi furono spinti dal mare cattivo nella rada dove svernava la flotta romana,
Scipione
non volle che ci si vendicasse su di loro commettendo la stessa empietà e li lasciò tornare incolumi a
Cartagine
.
13 - 18)
... omissis ...
Libro XXVIII
1)
Filippo V di Macedonia
diede a Dicearco d'Etolia venti navi per pirateggiare i commercianti, riscuotere i tributi delle isole e aiutare i
Cretesi
contro i
Rodii
.
2)
Istigato dal malvagio Eraclide di Taranto,
Filippo
fece uccidere cinque membri del suo consiglio. Quindi intraprese una guerra non necessaria contro i Dardani uccidendone migliaia.
3)
Filippo di Macedonia
e
Antioco III
, entrambi responsabili di ingiustizie e empietà, furono sconfitti e attribuirono le loro sventure alle proprie colpe punite dagli dei.
4)
... omissis ...
5)
Filippo
depredò il regno di
Attalo di Pergamo
saccheggiando anche i templi.
6)
Marco Emilio Lepido
incontrò
Filippo
a
Abido
recandogli la diffida del
senato
dall'attaccare gli alleati di
Roma
.
7)
Filippo
giunse a
Atene
, fece incendiare l'
Accademia
e profanò molti templi.
8)
... omissis ...
9)
Vedendo che Eraclide di Taranto era odiato dai
Macedoni
,
Filippo
lo fece imprigionare.
10)
Si svolsero trattative tra
Filippo
e
Tito Quinzio Flaminino
, questi chiese a
Filippo
di sgomberare la
Grecia
e indennizzare chi era stato danneggiato.
Filippo
propose condizioni più miti che
Flaminino
rifiutò e la trattativa fallì.
11)
Gli ambasciatori di
Flaminino
interrogarono
Antioco
sulle sue intenzioni essendo passato in
Europa
e gli chiesero di ritirarsi dalle città di
Tolomeo (Tolomeo V Epifane)
.
Antioco
li congedò con arroganza.
12)
... omissis ...
13)
Conclusa la guerra con
Nabide
(195 a.C.)
Flaminino
stipulò un trattato che fu ratificato dal
senato
. Tutti gli
Italici
che si trovavano in schiavitù in
Grecia
furono liberati come riconoscimento dei buoni auspici dei
Romani
in favore dei
Greci
.
14)
Tolomeo V
fu all'inizio amato dai sudditi ma le adulazioni della corte lo resero superbo e tirannico, fece morire il suo tutore Aristomene e venne in odio agli
Egiziani
.
15)
Ambasciatori di
Antioco
a
Roma
proposero un trattato d'amicizia ma chiesero che il
senato
rinunciasse a vietare a
Antioco
di agire in
Europa
. Il
senato
, che considerava ormai imminente la guerra, rispose che se
Antioco
avesse minacciato gli alleati dei
Romani
avrebbe ordinato la liberazione anche delle città greche in
Asia
. La situazione era molto tesa e gli ambasciatori chiesero tempo per dar modo al re di consultarsi con il consiglio.
Libro XXIX
1)
Antioco
fece assassinare un reparto di
Romani
nel Delio presso
Calcide
, iniziando la guerra con un atto di empietà.
2)
Nei suoi quartieri invernali a Demetriade,
Antioco
si dedicava più ai preparativi per il suo matrimonio che a quelli per la guerra, celebrava splendide feste e trascurava l'allenamento dei soldati.
3)
Città della
Tessaglia
passarono ai
Romani
, le forze dall'
Asia
e dall'
Etolia
tardavano e
Antioco
cominciò a preoccuparsi e da allora ripose la sua fiducia in
Annibale
(rifugiato presso di lui) che era sempre stato contrario alla guerra.
4)
Gli
Etoli
chiesero la pace ai
Romani
ma le condizioni del
senato
erano troppo dure, tuttavia furono presi dal grande timore di aver procurato la propria rovina per aiutare il re.
5)
Sconfitto,
Antioco
si ritirò dall'
Europa
ordinando agli abitanti di Lisimachia di passare in
Asia
e questo fu un errore perché Scipione, trovando la città deserta, se ne impadronì senza sforzo.
6)
... omissis ...
7)
Antioco
mandò Eraclide di Bisanzio come ambasciatore al console (
Lucio Cornelio Scipione Asiatico
) per chiedere una tregua. Offriva di pagare metà delle spese di guerra e liberare
Lampsaco
,
Smirne
e
Alessandria
. Offrì inoltre di liberare il figlio di Publio Scipione che era suo prigioniero donandogli molte ricchezze. Scipione ringraziò per la liberazione del figlio ma rifiutò le ricchezze, per gratitudine consigliò a Antioco di evitare di attaccare battaglia.
8)
Infine Antioco chiese al console la pace. Le condizioni furono il ritiro dall'
Europa
e dal Tauro, il pagamento delle spese di guerra e la consegna di
Annibale
e di alcuni altri. Antioco accettò e pose fine alla guerra.
9-10)
... omissis ...
11)
Dieci legati romani si recarono in
Asia
dopo la sconfitta di Antioco. Le città che versavano tributi a Antioco ne furono esentate, la regione al di qua del Tauro fu assegnata a
Eumene di Pergamo
, la
Caria
e la
Licia
ai
Rodii
.
12)
Gneo Manlio Vulsone
sconfisse i
Galati
e rifiutò di trattare se non con i loro re.
13)
Manlio
riscosse da
Antioco
i tributi previsti dai trattati.
14)
Marco Fulvio
si comportò in modo scorretto verso gli alleati liguri e
cenomani
ma il console (
Marco Emilio Lepido
,
187 a.C.
) gli impose una forte ammenda.
15)
Antioco
saccheggiò il santuario di Baal in Elimaide accusando gli abitanti della regione di tramare contro di lui, ma fu punito dagli dei.
16)
... omissis ...
17)
L'assemblea degli
Achei
rinnovò con
Seleuco
, figlio del defunto
Antioco
, l'alleanza che aveva avuto con il padre.
18)
Filopemene stratego della
Lega Achea
fu uomo eccellente per saggezza e abilità militare. Morì miseramente (catturato nella rivolta di
Messene
e costretto al suicidio) ma dopo la morte ricevette onori divini.
19)
Annibale
fu il più grande comandante cartaginese. Riuscì a tenere insieme un esercito composto da genti diverse che parlavano lingue diverse. Per quasi diciassette anni saccheggiò l'
Italia
senza mai essere sconfitto.
20)
Scipione ancora giovane combattè contro i
Cartaginesi
in
Spagna
, poi salvò la patria costringendo
Annibale
a lasciare l'
Italia
.
21)
Per la grandezza delle sue imprese Scipione acquistò una fama intollerabile per la dignità dello stato. In più occasioni rifiutò di dar conto del suo operato o di difendersi quando veniva accusato semplicemente osservando che i suoi accusatori dovevano a lui la propria salvezza e la propria libertà.
22)
Attalo II di Pergamo
giunto a
Roma
come ambasciatore fu accolto con onore dal
senato
che si impegnò a far cessare la guerra con Farnace.
23)
Leocrito stratego di Farnace conquistò la città di Tio e concesse ai mercenari una tregua per mettersi in salvo ma mentre quelli evacuavano la città tese loro un agguato e li fece uccidere tutti.
24)
... omissis ...
25)
Filippo
fece morire il figlio
Demetrio
calunniato dal fratello
Perseo
ma se ne pentì amaramente. Morì meno di due anni dopo tormentato dai rimorsi.
Perseo
fu sconfitto dai
Romani
e fuggì a
Samotracia
ma poi pagò la pena della sua empietà.
26)
Tiberio Gracco
combattè con energia in
Spagna
come propretore. Fu molto stimato dai suoi contemporanei.
27)
Elogio di Marco Emilio Lepido.
28)
... omissis ...
29)
... omissis ...
30)
Perseo
cercò di confermare il trattato d'amicizia che il padre aveva concluso con i
Romani
. Il
senato
conosceva le sue intenzioni non leali ma accettò il trattato
ingannando l'ingannatore con lo stesso inganno
.
31)
... omissis ...
32)
Antioco IV Epifane
conduceva vita scriteriata, si mescolava con il popolo e con stranieri di basso rango. A volte si presentava non invitato per partecipare alle feste, oppure pregava i cittadini di eleggerlo edile e tribuno. Molti lo ritenevano pazzo.
33)
... omissis ...
34)
... omissis ...
Libro XXX
1)
Il
senato
votò per la guerra a
Perseo
e espulse i
Macedoni
da
Roma
.
2)
Tolomeo VI si armò per recuperare la
Celesiria
che era appartenuta ai suoi antenati.
Antioco IV
si rivolse al
senato
romano accusandolo di cercare una guerra senza motivo.
3)
Buone qualità di Cotys re dei
Traci
.
4)
Perseo
espugnò la cittadella di Calestro (di incerta identificazione) e uccise tutti gli abitanti. Concesse un salvacondotto a quelli che si erano rifugiati in un luogo fortificato ma una volta usciti vennero uccisi tutti.
5)
Carope d'Epiro era figlio (o nipote) di un omonimo che aveva aiutato
Flaminino
. Era stato educato a
Roma
ma aveva gettato il discredito su molti suoi connazionali per soddisfare le sue mire di potere.
5a)
Il console
Aulo Ostilio Mancino
(170 a.C.) si recò in
Epiro
e rischiò di essere consegnato a
Perseo
ma intuì il pericolo e si allontanò prima di essere preso.
6)
Eumene
conquistò
Abdera
grazie al tradimento di un cittadino.
7)
Andronico
, dopo aver ucciso il figlio di
Seleuco
, fu a sua volta messo a morte e condivise il destino della sua vittima.
8)
... omissis ...
9)
Genzio re degli
Illiri
alleato di
Perseo
chiese più volte a quest'ultimo aiuti finanziari per affrontare la guerra contro i
Romani
ma
Perseo
, benchè disponesse di grandi mezzi, non accolse la richiesta. Questa politica, adottata anche con altri, lo portò a perdere molti alleati.
10)
Perdendo l'occasione per battere i
Romani
,
Perseo
rimaneva a Dione di Macedonia mentre l'esercito nemico si avvicinava attraverso luoghi impervi dove sarebbe stato facile prenderlo prigioniero. Anche le sentinelle trascuravano i loro compiti e
Perseo
fu avvisato che il nemico era in vista mentre era in bagno intento alla cura della propria persona.
11)
Perseo
, vistosi perduto, ordinò la distruzione dell'arsenale (ma l'ordine non fu eseguito) e trasferì gli abitanti di Dione a
Pidna
(grave errore perché in questo modo lasciò via libera ai
Romani
nell'entrare in
Macedonia
).
12)
... omissis ...
13)
Gli abitanti di
Cidonia
(
Creta
) assalirono
Apollonia
, uccisero gli uomini, resero schiavi donne e bambini e occuparono la città.
14)
Antioco evitò di uccidere tutti i soldati egiziani quando ne ebbe la possibilità e fu per questo atto di clemenza che più tardi riuscì a prendere
Pelusio
e occupare l'
Egitto
.
15 - 16)
L'eunuco Euleo e il siriano Leneo, tutori di Tolomeo VI Filometore, assunsero il comando della guerra contro Antioco pur essendo privi di esperienza militare, con disastrose conseguenze.
17)
Tolomeo, allora adolescente, fuggì senza che un pericolo immediato lo minacciasse. Poiché anni più tardi dimostrò di essere energico e coraggioso, fu evidentemente l'eunuco Euleo a spingerlo a fuggire in quell'occasione.
18)
Antioco, che in guerra si comportò con giustizia, a
Pelusio
ricorse a uno stratagemma per ingannare e trascinare alla rovina il giovane Tolomeo che pure era suo parente.
19)
Una schiera di
Galli
passò il
Danubio
e offrì aiuto a
Perseo
chiedendo una paga fissa,
Perseo
accettò ma non rispettò gli impegni per avarizia e i
Galli
tornarono in patria.
20)
Lucio Emilio Paolo
aveva circa sessanta anni e godeva della massima stima per le imprese compiute. Prese il comando e riuscì a sconfiggere i
Macedoni
.
21)
Per essere seguito nella fuga
Perseo
distribuì una parte del suo tesoro ai
Macedoni
ma una volta partiti con una scusa si fece riconsegnare tutto dimostrando ancora una volta la sua incredibile avarizia.
22)
Dopo la fuga di
Perseo
, Emilio cercò con grande apprensione il figlio minore Publio, nipote adottivo dello Scipione che aveva sconfitto
Annibale
, e si calmò solo quando fu trovato nell'accampamento.
23)
Emilio trattò con clemenza
Perseo
e condottolo in
senato
parlò a lungo dell'instabilità della fortuna e di come sia saggio non essere arroganti e non fidarsi troppo della buona sorte.
24)
... omissis ...
Libro XXXI
1)
Antioco simulò di non voler conquistare l'
Egitto
ma di voler soltanto mettere pace tra i due fratelli (Tolomeo VI e Tolomeo VII).
2)
Popilio ambasciatore presso Antioco trattò quest'ultimo molto duramente. Dopo avergli mostrato l'ingiunzione del
senato
di ritirarsi dall'
Egitto
, infatti, Popilio tracciò un cerchio intorno al re con un bastoncello e gli impose di dire le proprie intenzioni senza uscire da quel cerchio.
Spaventato dal comportamento di Popilio e dalla potenza romana, consapevole della sconfitta di
Perseo
, Antioco rispose che avrebbe obbedito e infatti ritirò l'esercito dall'
Egitto
.
3)
... omissis ...
4)
... omissis ...
5)
Durante la guerra fra
Roma
e
Perseo
sembrò che i
Rodii
inclinassero per il secondo. Dopo la guerra mandarono a
Roma
ambasciatori per discolparsi, non furono puniti ma furono aspramente criticati.
6)
... omissis ...
7)
... omissis ...
8)
Dopo averli vinti i
Romani
si comportarono generosamente verso i
Macedoni
e gli
Illiri
. La
Macedonia
venne divisa in quattro regioni con capitali
Anfipoli
,
Tessalonica
,
Pella
, Pelagonia. Vi furono stabiliti governatori e vi vennero raccolti i tributi. Al suo ritorno a
Roma
Emilio celebrò il trionfo esibendo le grandi ricchezze sequestrate in
Macedonia
e il re
Perseo
con la sua famiglia.
9)
Perseo
fu rinchiuso nell'orribile carcere di
Alba Fucens
, in un'angusta e affollatissima cella in condizioni insopportabili finché il senatore Marco Emilio non lo fece trasferire in una prigione più umana. Qui visse per due anni poi offese i suoi carcerieri che lo uccisero.
10)
Demetrio Falereo
fu autore di un trattato
Sulla fortuna
nel quale considerava la rovina dei
Persiani
e prediceva quella dei
Macedoni
.
11)
I due bambini di Emilio morirono ed egli tenne un discorso ricondando l'impresa contro
Perseo
e il suo stupore per la buona sorte di cui aveva goduto durante la guerra. Quando tutti si congratulavano con lui per la vittoria egli seppe che la fortuna sarebbe cambiata e infatti fu colpito dalla tragedia della perdita dei figli. Lo consolava sapere che la disgrazia riguardava soltanto la sua sfera privata senza nuocere alla cosa pubblica.
12)
... omissis ...
13)
... omissis ...
14)
Eumene
pagò regolarmente i suoi mercenari e aggiunse dei doni salvando così il suo regno e sottomettendolo ai
Galli
, al contrario di
Perseo
che per avarizia rinunciò ai mercenari e fu sconfitto.
15)
Prusia
re di
Bitinia
era un individuo ignobile, lo dimostrò umiliandosi inopportunamente davanti agli ambasciatori romani e poi al
senato
ed ottenne soltanto di essere trattato con disprezzo.
15a)
Dionisio Petosarapis, approfittando della giovane età dei due Tolomei e facendo leva sul proprio prestigio in generale, tentò di prendere il potere. Sollevò una rivolta spargendo la voce che il più anziano dei due re voleva uccidere il fratello, questa iniziativa fallì ma Dionisio riuscì ancora più di una volta a organizzare cospirazioni.
16)
Antioco IV Epifane
era capace di azioni ammirevoli ma anche di bassezze. Una volta indisse una serie di giochi ma durante la magnifica festa finale si comportò in modo ridicolo ballando nudo e lasciandosi andare a scherzi volgari.
17)
Dopo questi giochi Antioco accolse amichevolmente gli ambasciatore del
senato
e questi non si resero conto di quanto odiasse i
Romani
.
17a)
Artaxe re dell'
Armenia
si rese indipendente da Antioco, fondò una città e riunì un esercito ma Antioco lo sconfisse e lo sottomise.
17b)
Tolomeo represse la rivolta delle popolazioni della Tebaide. I ribelli più ostinati si rifugiarono a Panopoli dove Tolomeo li assediò finché riuscì a sottometterli.
18)
Tolomeo VI
fu mandato in esilio dal fratello minore
Tolomeo VII
18a)
... omissis ...
17c)
Il popolo disgustato dalla crudeltà di
Tolomeo VII
lo depose e richiamò
Tolomeo VI
.
19)
I re di
Cappadocia
discendevano da
Ciro il Grande
secondo questa genealogia: -
Cambise
padre di
Ciro
e fratello di
Atossa
,
-
Gallo
figlio di
Atossa
e di Farnace re di Cappadocia
-
Smerdi
figlio di
Gallo
-
Artamne
figlio di
Smerdi
-
Anafa
figlio di
Artamne
ebbe la
satrapia
di
Cappadocia
-
Anafa II
figlio di
Anafa
-
Datame
e
Ariamne
figlio di
Anafa II
. Il trono andò a
Datame
, dopo la sua morte in guerra a
Ariamne
-
Ariarate
e
Oloferne
figli di
Ariamne
- Ariarate e Arise figli di
Oloferne
, il primo adottato dallo zio omonimo
- Ariarate ebbe il regno e cadde combattendo contro
Eumene
. La
Cappadocia
passò ai
Macedoni
- Un Ariarate figlio del precedente riparò in
Armenia
e alcuni anni dopo recuperò il regno di
Cappadocia
. Suo nipote
Ariarate III
sposò Stratonice figlia di Antioco II Theo
- Il nipote del precedente,
Ariarate IV Eusebus
, sposò Antiochide figlia di
Antioco il Grande
. Suo figlio e successore
Ariarate V Eusebus Filopatore
fu un ottimo re e protesse gli uomini di cultura.
21)
Quando
Ariarate V
salì al trono dedicò solenni esequie al padre poi si comportò sempre in modo da avere il favore della popolazione.
22)
Artaxia
re di
Armenia
propose a
Ariarate V
di allearsi per dividere fra loro la
Sofene
dopo averla presa con l'inganno ma Ariarate respinse la proposta.
23)
I due Tolomei mandarono ambasciatori a
Roma
. Il
senato
dopo averli ascoltati ruppe l'alleanza con il più vecchio e assicurò al più giovane la sua benevolenza.
24)
Marco Porcio Catone
deprecava le usanze costose come spendere grosse cifre per un vaso di pesce salato del
Mar Nero
.
25)
Emilio in vincitore di
Perseo
ebbe splendidi funerali ai quali presenziarono tutto il popolo, i magistrati e il
senato
. Era usanza che nella processione funebre di personaggi illustri sfilassero anche degli attori che mimandone di atteggiamenti e il modo di muoversi rappresentavano il defunto e i suoi antenati.
26)
Pur avendone avuto la possibilità, Emilio non si appropriò mai delle ricchezze che passarono fra le sue mani e quando morì non lasciò agli eredi che i beni di famiglia.
Publio Scipione Emiliano
, suo figlio effettivo poi cresciuto dal figlio di
Scipione Africano
, fu educato alla greca fin dall'infanzia e dall'età di diciotto anni si dedicò alla filosofia avendo come maestro
Polibio di Megalopoli
. I giovani suoi coetanei avevano preso dai
Greci
l'uso di dedicarsi al piacere con etere e amasii e ogni genere di convivi.
27)
Scipione
adottò la condotta opposta e divenne noto per saggezza e moderazione. Fu anche molto generoso. Quando morì la madre del suo padre adottivo, Emilia moglie di
Scipione Africano
e sorella di Emilio,
Scipione
ereditò una consistente fortuna che comprendeva un ricco corredo di gioielli. Poiché sua madre Papiria era separata dal marito e viveva da sola in condizioni molto modeste,
Scipione
gli fece dono dei gioielli che valevano molti talenti.
Quando morì il padre naturale lasciò tutta la sua parte di eredità al fratello
Quinto Fabio Massimo Emiliano
.
Per questi comportamenti divenne sempre più ammirato da tutta la città.
27a)
L'ostilità dei
Romani
verso
Demetrio I Sotere
re di
Siria
procurò a questi il disprezzo degli altri re e dei suoi
satrapi
fra cui era Timarco. Costui già sotto Antioco V era stato più volte ambasciatore a
Roma
e aveva corrotto alcuni senatori, lo fece ancora per farsi riconoscere re contro
Demetrio
. Raccolse un grande esercito in
Media
e si alleò con
Artaxia
re d'
Armenia
.
28)
Ariarate mandò ambasciatori a
Roma
(160 a.C.) per comunicare la sua decisione di non allearsi con
Demetrio
.
29-30)
Anche
Demetrio
mandò ambasciatori a
Roma
che recavano in catene gli assassini di Gneo Ottavio, ucciso durante un'ambasceria in
Siria
. Il
senato
accettò i doni di
Demetrio
ma rifiutò i prigionieri.
31)
In
Epiro
prese il potere Caropsi che si comportò con grande crudeltà, perseguitò con false accuse i sudditi più ricchi per confiscarne il patrimonio e molti ne mandò a morte accusandoli di cospirare contro i
Romani
.
32)
In
Cappadocia
Oroferne cacciò il fratello Ariarate e prese il potere per esercitarlo da tiranno. Confiscò grandi ricchezze e ne depositò una parte a Priene contro le sorprese della sorte.
32a)
Il re
Eumene
(errore di
Diodoro
, si tratta in realtà del successore
Attalo II
) ostile a
Demetrio
, trovò un giovanetto che aveva una singolare somiglianza con Antioco V e diceva di esserne il figlio. Affidò il giovane a un amico di nome Zenofane che viveva in
Cilicia
e sparse la voce che il figlio di Antioco si preparava a riprendere il trono.
32b)
Ariarate scampò due volte a attentati organizzati da uomini di Oroferne.
33)
Tolomeo maggiore assediò il fratello ma quando lo ebbe in suo potere non gli fece del male e gli accordò di regnare su
Cirene
ricevendo ogni anno una determinata quantità di grano.
34)
Oroferne saccheggiò il tempio di
Zeus
per pagare il soldo arretrato ai mercenari.
35)
Prusia
aveva invaso il regno di
Attalo II
ma non ottenendo risultati distrusse il santuario detto Niceforio saccheggiandone i tesori fra cui una statua di
Asclepio
opera di Firomaco. La punizione divina non tardò: l'esercito fu devastato dalla dissenteria e la flotta distrutta da una tempesta.
36)
... omissis ...
37)
... omissis ...
38)
... omissis ...
39)
La piccola città di Begeda (Segeda) in
Celtiberia
era divenuta insufficiente e gli abitanti decisero di ampliarla contro l'espresso divieto del
senato
. Il
senato
considerò violati i trattati e dichiarò guerra.
40)
... omissis ...
40a)
Un avventuriero di nome
Andrisco
si spacciò per
Filippo
figlio di
Perseo
e reclamò per se il regno di
Macedonia
, vedendo che raccoglieva consenso
Demetrio
lo fece catturare e lo mandò a
Roma
.
41)
Ottenuta una vittoria (23 agosto
153 a.C.
) i
Celtiberi
proposero una tregua ma i
Romani
rifiutarono.
42)
Il pretore Lucio Mummio fu colto di sorpresa dai
Lusitani
mentre stava sbarcando l'esercito e subì molte perdite. Incoraggiati dall'evento anche gli Arevaci dichiararono guerra ai
Romani
.
43)
... omissis ...
44)
... omissis ...
45)
... omissis ...
Libro XXXII
1)
Entrando in guerra con
Massinissa
i
Cartaginesi
erano preoccupati di aver violato i patti con i
Romani
.
2)
... omissis ...
3)
I senatori dissero agli ambasciatori cartaginesi che sapevano cosa fare riguardo la guerra con
Massinissa
, risposta ambigua che suscitò preoccupazione a
Cartagine
.
4)
Considerazioni sui vantaggi della clemenza verso i vinti.
5)
... omissis ...
6)
Quando la flotta romana era già in viaggio verso la
Libia
i
Cartaginesi
mandarono ambasciatori per evitare la guerra., I
Romani
accettarono la resa e, chiedendo trecento ostaggi, lasciarono i
Cartaginesi
in possesso dei loro averi e delle loro leggi ma decisero irrevocabilmente di distruggere
Cartagine
.
7)
... omissis ...
8)
... omissis ...
9)
... omissis ...
13)
... omissis ...
14)
Nonostante le formidabili mura
Cartagine
fu espugnata e rasa al suolo.
15)
Andrisco o Pseudofilippo
che si trovava sotto custodia in
Italia
riuscì a fuggire e tornato in
Grecia
continuò a spacciarsi per il figlio di
Perseo
con l'aiuto di alcuni personaggi fra cui una ex concubina di
Perseo
, finché riuscì a mettere insieme un certo numero di soldati per reclamare il trono di
Macedonia
. Sconfitto però da
Quinto Cecilio Metello Macedonico
fuggì in
Tracia
.
16)
Massinissa
visse novanta anni e ne regnò sessanta mantenendosi sempre in ottimi rapporti con i
Romani
. Era straordinariamente robusto anche in età molto avanzata, lasciò dieci figli che furono a loro volta amici dei
Romani
.
17)
... omissis ...
18)
Il console
Calpurnio Pisone Censorino
(
148 a.C.
) rase al suolo alcune città contrariamente alla parola data, ma da allora non ebbe più la fiducia di nessuno e non riuscì più a compiere alcuna impresa.
19)
... omissis ...
20)
Il
senato
scelse tre ambasciatori per una missione in
Bitinia
: uno soffriva di gotta, un altro aveva ricevuto una tegola in testa e il terzo era completamente ottuso. Catone commentò che quell'ambasceria
non aveva nè piedi, nè testa, nè cuore
, battuta che rimase famosa.
21)
Nicomede prese il potere in
Bitinia
sconfiggendo il padre
Prusia
e uccidendolo nel tempio di
Zeus
.
22)
Durante l'assedio di
Cartagine
Asdrubale contattò
Gulussa
figlio di
Massinissa
che combatteva per i
Romani
. D'accordo con
Scipione
,
Gulussa
gli offrì la salvezza per lui e per i familiari ma Asdrubale rifiutò sdegnosamente, successivamente però si comportò in modo ignobile lasciandosi andare al lusso mentre i concittadini soffrivano la fame.
23)
Caduta
Cartagine
(146 a.C.) Asdrubale si recò supplice da
Scipione
e lo mosse a compassione. Ricordando il precedente rifiuto di
Scipione
di concludere la pace
Scipione
considerò la potenza della sorte.
24)
Per timore che un simile destino colpisse
Roma
in futuro,
Scipione
compiangeva
Cartagine
data alle fiamme.
25)
Scipione
restituì agli ambasciatori siciliani gli oggetti di valore e le opere d'arte che i
Cartaginesi
avevano predato nella loro isola, fra questi era il toro di
Falaride
.
26)
Peggiore di quello dei
Cartaginesi
fu il destino toccato ai
Greci
che furono sottomessi dai
Romani
perdendo la libertà. Responsabili ne furono i cattivi comandanti che per avidità personale spinsero i
Galli
alla guerra.
27)
Corinto
fu distrutta e dopo cento anni ricostruita da
Giulio Cesare
che fu commosso nel vedere la sua rovina.
9c)
Tolomeo VI Filometore
si alleò con suo genero
Alessandro Bala
ma in seguito stipulò un accordo segreto con
Demetrio II Nicatore
facendogli sposare sua figlia
Cleopatra
. L'accordo prevedeva che
Tolomeo
controllasse la
Siria
lasciando a
Demetrio
i domini paterni.
9d)
Alessandro Bala
sconfitto da
Demetrio
fuggì in
Arabia
dove fu assassinato da due suoi ufficiali.
10)
Un oracolo aveva avvertito
Alessandro
di evitare il luogo dove era nato "l'essere dalla doppia natura". Il re non comprese l'oracolo e solo dopo la sua morte si seppe che nella località dove era stato ucciso viveva un ermafrodito nata donna e diventata uomo in seguito a un'incredibile trasformazione quando era già adulta e sposata.
11)
Trent'anni dopo a
Epidauro
avvenne un evento simile: una donna già sposata fu colta da atroci dolori al basso ventre e con l'aiuto di un farmacista dal suo inguine uscì un organo sessuale maschile. Poiché era stata sacerdotessa di
Demetra
e aveva visto cose proibite agli uomini fu processata per empietà.-
12)
A proposito degli ermafroditi esistevano molte superstizioni a volte con la tragica conseguenza di condannare a morte questi individui come mostri mentre in realtà soffrivano di un'anomalia che nascondeva la loro vera natura.
Libro XXXIII
1)
Viriato
capo dei
Lusitani
oltre a forza fisica, resistenza e agilità aveva buone doti di stratega. Raccolta una banda di briganti sconfisse più volte i
Romani
, catturò e giustiziò il pretore Gaio Vetilio e si proclamò principe.
2)
... omissis ...
3)
... omissis ...
4)
Sconfitti gli avversari,
Demetrio II
si sentì libero da ogni pericolo e si lasciò andare a comportamenti tirannici e crudeli facendo morire molti sudditi per incamerarne i beni. Si procurò così l'odio della popolazione che prese a simpatizzare per la dinastia in esilio.
4a)
Un certo
Diodoto detto Trifone
si mise a capo di una rivolta popolare, si alleò con gli Arabi e mise sul trono il giovane
Antioco Epifane
figlio di
Alessandro Bala
.
5)
Gli abitanti di
Arado
decisero di impadronirsi della città di Marato con l'aiuto di
Ammonio
(funzionario di
Alessandro Bala
).
Ammonio
inviò soldati ma i Marateni non li lasciarono entrare e mandarono ambasciatori a
Arado
per chiedere la pace ma gli
Aradi
, violando i sacri diritti, fecero strage degli ambasciatori, quindi tentarono di prendere la città con un inganno ma uno di loro, aborrendo questi mezzi, avvertì i Marateni.
6)
Un certo Malceste dopo aver ottenuto la fiducia degli abitanti della
Pisidia
se ne fece tiranno ma dopo qualche tempo fu ucciso dal fratello Semia che prese a sua volta il potere. I figli di Malceste ancora bambini furono portati altrove e divenuti adulti uccisero Semia ma non vollero il potere e restituirono la democrazia alla
Pisidia
.
6a)
Tolomeo VII Evergete detto Fiscone commise molti abusi e misfatti a danno dei sudditi. Nonostante ciò riuscì a regnare per quindici anni.
7)
Per il matrimonio di
Viriato
fu preparato un lussuoso allestimento che egli mostrò di non gradire e consumato un semplice pasto con i suoi compagni prese con se la sposa e ripartì per la montagna dove combatteva.
8)
... omissis ...
9)
... omissis ...
10)
Gli abitanti di
Cnosso
erano fieri dei miti che li riguardavano:
Zeus
allevato presso di loro e
Minosse
, nativo di
Cnosso
che era stato educato da
Zeus
.
11)
... omissis ...
12)
... omissis ...
13)
... omissis ...
14)
Diegili divenne re dei
Traci
e da allora trattò tutti come schiavi dando libero sfogo alla sua crudeltà e alla sua libidine. Conquistata la città di Lisimachia soggetta a Attalo la incendiò e sottomise gli abitanti alle più atroci torture.
15)
Per contro Attalo si comportava con magnanimità e lasciò andare i
Traci
suoi prigionieri. Quando lo seppe Diegili reagì con ancor maggiore violenza contro gli ostaggi lasciati dagli esuli del suo regno.
16)
I
Romani
accordarono la pace a
Numanzia
e Tormesso a condizione che consegnassero ostaggi, un certo numero di cavalli da guerra, altri beni e tutte le armi. In un primo momento gli
Iberi
accettarono ma quando si trattò di consegnare le armio cambiarono idea e ripresero la guerra.
17)
Quando
Quinto Pompeo
(console 141 a.C.) assediò la città di Lagni non lontana da
Numanzia
, i
Numantini
mandarono in soccorso quattrocento soldati. Continuando l'assedio i Lagnei accettarono di consegnare ai
Romani
i loro soccorritori pur di aver salva la vita ma i
Numantini
che si trovavano con loro compresero la situazione e fecero una strage.
Pompeo
si impadronì della città e fece uccidere i nobili mentre lasciò andare i
Numantini
.
18)
Arsace VI Mitridate re dei Parti fu sempre magnanimo, estese i suoi domini fino all'
India
occidentale ma non si diede mai alla lussuria e all'arroganza.
19)
... omissis ...
20)
Galeste re degli Atamani divenne amico di Tolomeo VI e combattè con lui contro
Demetrio
. Alla morte di Tolomeo VI fu inviso a Tolomeo VII e fuggì in
Grecia
portando con se un bambino figlio di Tolomeo VI e di Cleopatra.
21)
Viriato
fu ucciso da un gruppo di suoi parenti e amici che si erano accordati con Cepione.
21a)
Elogio di
Viriato
.
22-23)
Misfatti di Tolomeo VII Fiscone e disprezzo degli
Egiziani
nei suoi confronti.
24-27)
... omissis ...
28)
Trifone
uccise
Antioco
figlio di
Alessandro
e si impadronì del trono.
28a)
Per far legittimare il suo potere
Trifone
donò al
senato
romano una statua d'oro della Vittoria ma il
senato
, accettando il dono, fece cambiare la dedica sostituendo il nome di
Trifone
con quello del fanciullo che egli aveva assassinato.
28b)
Un'ambasceria guidata da
Scipione Emiliano
visitò l'
Egitto
. Gli ambasciatori si disinteressarono al lusso esibito da Tolomeo ma apprezzarono molto le bellezze e le ricchezze naturali del paese. Proseguirono per
Cipro
, poi per la
Siria
e rinnovarono molti trattati d'amicizia.
LibrI XXXIV e XXXV
1)
Antioco VII Sidete
assediò
Gerusalemme
e dopo qualche resistenza gli abitanti si arresero (
134 a.C.
). Amici e consiglieri del re insistevano perché distruggesse la città e annientasse i
Giudei
, popolo tradizionalmente ostile a tutti gli altri. Anche
Antioco IV Epifane
aveva odiato i
Giudei
e nel
168 a.C.
aveva abolito le loro antiche leggi e profanato il tempio.
Antioco VII
fu più mite, si limitò a ricevere ostaggi e tributi e a demolire le mura della città.
2)
Dopo la sconfitta dei
Cartaginesi
la
Sicilia
ebbe sessant'anni di serenità fino alla rivolta degli schiavi. I Siciliani avevano molti schiavi ma li trattavano in modo inumano, non si preoccupavano del loro nutrimento e della loro salute e spesso lasciavano che per vivere praticassero il brigantaggio.
Uno schiavo di nome Euno, appartenente a
Antigene
di
Enna
, si spacciava per indovino e raccontava di aver avuto la visione di una dea che lo avvertiva che sarebbe divenuto re.
Antigene
rideva delle trovate di Euno e spesso lo esibiva agli amici nei banchetti.
Un certo Damofilo di
Enna
e sua moglie Megallide avevano esagerato nel maltrattare e punire i loro numerosi schiavi che avevano deciso di reagire e avevano consultato Euno il quale aveva pronosticato il successo della loro impresa.
Riuniti altri schiavi, i rivoltosi attaccarono
Gela
, entrarono nelle case e fecero strage degli abitanti mentre altri servi si andavano unendo alla ribellione.
Damofilo e la moglie vennero catturati, l'uno fu decapitato e l'altra torturata e gettata da una rupe, venne invece rispettata la loro figlia che si era sempre comportata umanamente verso gli schiavi e aveva cercato di alleviare le loro sofferenze.
Euno fu proclamato re, riuscì a organizzare un esercito di seimila uomini che presto divennero diecimila e prese a saccheggiare la regione. Era intanto iniziata un'altra rivolta di schiavi il cui capo
Cleone
si sottomise al comando di Euno e i due unirono le forze.
L'esercito dei ribelli sconfisse quello del pretore
Lucio Plauzio Ipseo
venuto da
Roma
con ottomila uomini e continuò a lungo a tener testa ai
Romani
finché il console
Publio Rupilio
(132 a.C.) prese
Taormina
e altre località, uccise
Cleone
e per un tradimento espugnò anche
Gela
.
Euno fuggì con un migliaio di uomini ma questi, considerando di non avere speranza, si uccisero l'un l'altro. Euno fu catturato e messo in carcere a Morgantina dove finì miseramente i suoi giorni.
3)
Attalo III
, diversamente dai suoi predecessori, fu crudele e sanguinario. Sospettando gli amici di suo padre di congiurare li fece uccidere tutti dai suoi mercenari, fu odiato dai suoi sudditi e anche dai popoli confinanti.
4)
... omissis ...
5)
Illustri natali di
Tiberio Gracco
, figlio del
Tiberio Gracco
famoso generale e nipote per parte di madre del
Publio Scipione
vincitore di
Annibale
.
6)
Brano lacunoso sulla lotta politica fra
Tiberio Gracco
e
Marco Ottavio
.
7)
Ancora un brano lacunoso. Si parla di
Publio Cornelio Scipione Nasica Serapio
che diede inizio ai disordini nei quali morì
Tiberio Gracco
.
8)
... omissis ...
9)
... omissis ...
10)
Sacrifici agli dei per scongiurare la loro ira conseguente all'uccisione di
Tiberio Gracco
.
11)
... omissis ...
12)
Zibelmio figlio di Diegili per vendicare il padre sottopose i
Traci
a ogni sorta di torture, sevizie e crudeltà tanto che quando i
Traci
reagirono e lo catturarono sembrava impossibile ripagarlo alla pari per il male commesso.
13)
... omissis ...
14)
Tolomeo VIII Fiscone
per odio verso la moglie-sorella
Cleopatra
uccise il loro comune figlio Mandita che era ancora fanciullo e fece recapitare il suo corpo mutilato a
Cleopatra
.
15)
Arsace VII re dei Parti propose la pace a
Antioco VII
ma insoddisfatto della risposta mosse contro di lui.,
16-17)
Benché gli amici gli sconsigliassero di combattere in campo aperto contro i Parti,
Antioco
volle affrontarli, fu sconfitto e ucciso e con lui trecentomila uomini. In ogni casa del suo regno si piansero caduti.
18)
Dopo aver sconfitto
Antioco
, Arsace progettava di impadronirsi della
Siria
ma la sua sorte mutò rendendo impossibile la spedizione (gli
Sciti
sottomisero i Parti e uccisero Arsace VII).
19)
Dopo la disfatta di
Antioco VII
, la città di Seleucia che aveva in precedenza defezionato dai
Parti
fu ripresa da Arsace. Gli abitanti di Seleucia mandarono ambasciatori a chiedere perdono e Arsace rispose che sarebbero stati tutti accecati.
20)
... omissis ...
21)
Il parto Evemero (generale della
Mesopotamia
per Arsace VII) imprigionò e vendette come schiavi molti Babilonesi e distrusse la parte migliore della città.
21)
Alessandro detto Zabina
espugnò
Laodicea
occupata da alcuni suoi comandanti ribelli ma li perdonò e li prosciolse dalle accuse.
22)
... omissis ...
23)
Quando il console
Gaio Sestio Calvino
(
124 a.C.
) sconfisse i
Galli
e fece molti prigionieri liberò e ricompensò un certo Cratone che per essere filoromano aveva subito ingiurie e torture dalla sua gente. Gli concesse la libertà anche per la sua famiglia e per novecento concittadini a sua scelta.
24-25)
Gaio Gracco
aveva un vastissimo consenso popolare ma quando propose le sue riforme ottenne di infrangere l'armonia delle classi provocando la discordia generale. Le sue leggi nocquero anche alle finanze dello stato e alla disciplina dell'esercito. Egli stesso divenne sempre più presuntuoso e arrogante. In sostanza il giudizio di
Diodoro
sul personaggio sembra troppo negativo per essere imparziale.
26)
Publio Popilio Lena, console nel
132 a.C.
e avversario dei
Gracchi
fu esiliato per un'accusa ingiusta.
27)
Una legge proposta da
Gracco
(non è chiaro quale) fu approvata dall'assemblea per un solo voto.
28)
Alessandro Zabina
(che sconfitto da
Antioco VIII Grifo
si era rifugiato in
Antiochia
) giudicò opportuno allontanarsi e si imbarcò di notte con i suoi dopo aver depredato il tempio di
Zeus
. Preceduto dalla notizia del furto sacrilego non trovava rifugio e infine fu catturato e consegnato a
Antioco
.
28a)
Gracco
, politicamente sopraffatto dagli oppositori, congiurò per reagire con le armi. Con intenzioni violente e la spada sotto la toga si avviò con i suoi compagni sul
Campidoglio
ma trovandolo occupato dai suoi avversari tornò indietro furibondo. Quando un suo amico gli consigliò di evitare la violenza lo fece uccidere, fatto di cui i senatori furono prontamente informati.
29)
Dopo l'uccisione di
Gracco
per mano di un suo schiavo, uno dei suoi sostenitori gli mozzò la testa e riempì il cranio di piombo fuso per riscuotere la taglia che era stabilita, appunto, nel peso della testa in oro.
30-30c)
... omissis ...
31)
In
Libia
dopo la morte di
Micipsa
i fratelli
Giugurta
e
Aderbale
contesero il regno.
Giugurta
respingendo l'intercessione romana per il fratello lo catturò e lo uccise insieme ai suoi compagni.,
32-32a)
... omissis ...
33)
Publio Cornelio Scipione Nasica Serapio
console (
138 a.C.
) fu celebre per le sue virtù e ammirato per la sua stirpe. Discendente dei famosi
Scipioni
ebbe per padre e nonno gli uomini più in vista della città. Suo nonno (
Publio Cornelio Scipione Nasica Corculo
console nel
162
e nel
155
) fu
princeps senatus
e fu giudicato il più degno dei
Romani
quando si trattò di condurre da
Pessinunte
a
Roma
gli arredi per il tempio della
Madre degli Dei
(in realtà questo onore spettò al padre di costui,
Publio Cornelio Scipione Nasica
console nel
191 a.C.
).
Publio Cornelio Scipione Nasica Corculo
esprimendo opinione contraria a quella di Catone aveva sempre suggerito di non distruggere
Cartagine
perché rimanesse un monito per spingere i
Romani
ad essere sempre uniti e concordi. Dopo la distruzione di
Cartagine
, infatti, nacquero tremende discordie e pericolosa demagogia. Il figlio di costui (
Publio Cornelio Scipione Nasica
padre) uccise
Tiberio Gracco
quando questi tentò di conquistare il potere assoluto.
34)
Antioco Ciziceno
, una volta divenuto re, si dette al vino e al lusso. Si dilettava con i mimi e con le marionette, si esponeva a inutili pericoli uscendo con pochi servitori per la caccia notturna.
35-37)
... omissis ...
38)
All'inizio della sua carriera
Mario
era un personaggio oscuro e disprezzato da tutti ma con il suo coraggio e la sua abnegazione acquisì presto molta fama. Inoltre si faceva amare dai soldati con le sue maniere e quelli combattevano al meglio quando erano comandati da lui.
39)
Bocco
(re della Mauretania già alleato di
Giugurta
) trattò con
Mario
e con il
senato
per ottenere il perdono dei
Romani
o. Vi riuscì catturando
Giugurta
e consegnandolo in catene a
Silla
legato di
Mario
.
Libro XXXVI
1)
A
Roma
si diffuse il panico per le sconfitte subite combattendo contro i
Cimbri
mentre
Mario
in
Libia
vinceva su
Bocco
e
Giugurta
e scoppiava una grave rivolta di decine di migliaia di schiavi.
2)
Prima della rivolta gli schiavi in
Sicilia
ve ne erano state altre di dimensioni minori, una a
Nocera
e due a
Capua
, l'ultima scoppiata per un motivo particolare: un cavaliere di nome
Tito Minucio
si innamorò di una schiava e la riscattò impegnandosi a pagare una cifra astronomica ma alla scadenza dell'impegno non riuscì a disporre del denaro.
Per liberarsi dei creditori concepì l'assurdo progetto di armare quattrocento schiavi e spingerli alla rivolta. Uccise i predecenti proprietari della schiava che amava e quanti gli si opponevano, riuscì a raccogliere intorno a se tremilacinquecento ribelli prima di essere sconfitto dal pretore
Lucio Licinio Lucullo
.
3)
Durante la campagna contro i
Cimbri
,
Mario
mandò a chiedere aiuto a
Nicomede II Epifane
re di
Bitinia
che rispose che molti
Bitini
erano finiti in schiavitù nelle province romane per debiti fiscali e il
senato
deliberò di liberarli.
Licinio Nerva
fu incaricato di istituire un tribunale speciale che in pochi giorni liberò ottocento schiavi ma poi si fece corrompere dai notabili delle province e interruppe le liberazioni. Da questa situazione nacque una rivolta in
Sicilia
alla quale parteciparono alcune centinaia di schiavi che occuparono un castello. Assediati da
Licinio Nerva
furono infine presi per un tradimento, quelli che non morirono combattendo si suicidarono per evitare la punizione.
4)
I soldati di
Nerva
vennero congedati dopo aver represso la rivolta ma presto giunse la notizia di una nuova ribellione.
Nerva
marciò fino a
Eraclea
ma non affrontò subito gli insorti che ebbero il tempo di raccogliere numerosi altri schiavi. Marco Titinio al quale
Nerva
affidò il comando di seicento uomini fu sconfitto e volto in fuga.
Conquistata questa vittoria gli schiavi ribelli divennero sempre più numerosi e potenti, proclamarono re un certo Salvio e, saccheggiando la regione, si procurarono molti cavalli.
Quando gli insorti assediarono Morgantina furono attaccati dal pretore che conquistò il loro accampamento ma presto reagirono e di nuovo misero in fuga i
Romani
. Salvio aveva ordinato di non uccidere chi avesse gettato le armi, perciò molti soldati fuggirono abbandonando le proprie armi di cui ovviamente Salvio si impadronì per equipaggiare i nuovi proseliti che giungevano continuamente. Gli abitanti di Morgantina liberarono i loro schiavi a condizione che li aiutassero contro gli assedianti, in seguito però il pretore tolse loro la libertà e quelli passarono dalla parte dei ribelli.
5)
Nella zona di
Segesta
e
Lilibeo
scoppiò un'altra rivolta con a capo un certo
Atenione
originario della
Cilicia
, esperto di astrologia. Costui arrivò a riunire diecimila uomini e osò assediare l'imprendibile
Lilibeo
ma durante l'assedio rinunciò all'impresa dicendo di averne avuto ordine dagli dei. Proprio allora giunsero dalla Mauretania soccorsi per gli assediati e tutti ammirarono la chiaroveggenza di
Atenione
.
6)
... omissis ...
11)
... omissis ...
7)
Salvio, che era diventato molto potente e si faceva chiamare Trifone, si accordò con
Atenione
che riconobbe la sua supremazia e insieme conquistarono la città di Triocala, in seguito però Salvio sospettò che
Atenione
tramasse contro di lui e lo fece imprigionare. Fortificò Triocala, la dotò di una grande agorà e vi costruì la sua reggia, si circondò di un consiglio composto dagli uomini più esperti e durante le riunioni indossava ornamenti regali.
8)
Lucio Licinio Lucullo fu mandato contro gli schiavi ribelli e occupò la
Sicilia
. Salvio prosciolse
Atenione
e insieme decisero di combattere in campo aperto. I
Romani
, pur essendo sedicimila contro quarantamila vinsero la battaglia,
Atenione
fu ferito più volte e si salvò fingendosi morto, Trifone e molti suoi uomini fuggirono.
Erano morti non meno di ventimila ribelli, i superstiti si rifugiarono a Triocala, il pretore li assediò ma non condusse l'assedio come avrebbe dovuto per indolenza o per corruzione e alla fine venne sconfitto.
9)
Lucullo fu rimosso e sostituito da Gaio Servilio ma anche questi fu processato e mandato in esilio. Morì Trifone e
Atenione
prese il potere e cominciò a saccheggiare le campagne senza essere disturbato dai
Romani
.
Quando Servilio stava arrivando per prendere il comando Lucullo congedò i soldati e fece distruggere gli accampamenti per rendere più difficile il compito del successore.
10)
Gaio Mario
fu eletto console per la quinta volta con
Manio Aquilio
, questi vinse i ribelli in
Sicilia
e uccise
Atenione
in duello. Dopo la vittoria perseguitò i ribelli rimasti che si nascondevano nei luoghi più impervi finché ne rimasero un migliaio, a questi offrì di non essere puniti subito ma di essere portati a
Roma
per combattere con le belve. Quasi tutti preferirono uccidersi reciprocamente. Finì così la rivolta degli schiavi in
Sicilia
durata quasi quattro anni.
12)
Il pretore Lucio Apuleio Saturnino fu incaricato del trasporto del grano da Ostia a
Roma
ma per la sua condotta meschina e indolente fu sollevato dall'incarico. In seguito cambiò il suo comportamento e fu nominato tribuno della plebe.
13)
Un certo Battace proveniente dalla
Frigia
giunse a
Roma
e si presentò come sacerdote della Grande Madre degli Dei. Portava la corona e vesti regali. Sostenne che erano stati compiuti sacrilegi e che la città doveva essere purificata. Fu avversato dal tribuno Aulo Pompeo che lo accusò di diffondere superstizioni ma poiché Pompeo morì dopo pochi giorni il popolo spaventato concesse molti onori a Battace.
14)
... omissis ...
15)
Mitridate (VI Eupatore Dioniso) mandò a
Roma
ambasciatori con molto denaro per corrompere i senatori. Saturnino trattò con gli ambasciatori in modo insolente e fu messo sotto processo, supplicò pubblicamente il popolo di proteggerlo e ottenne la salvezza perché decine di migliaia di persone accorsero in tribunale e i senatori non osarono condannarlo.
16)
Metello Macedonico
era in esilio da due anni. Il giovane figlio prese a supplicare la gente nel foro e alla fine ottenne che fosse richiamato. Per il suo amore filiale il giovane ebbe il soprannome di Pio.
Libro XXXVII
1)
Esaltazione della potenza militare dei
Romani
. La più grande guerra da loro combattuta fu contro i
Marsi
(
Guerra Sociale
).
2)
I
Marsi
furono gli iniziatori della rivolta che coinvolse tutti gli
Italici
. La plebe si era ribellata e i senatori avevano chiamato in aiuto gli
Italici
promettendo la cittadinanza ma non avevano mantenuto la promessa e nel
91 a.C.
,
consoli
Lucio Marcio Filippo
e
Sesto Giulio Cesare
, era scoppiata la guerra.
Contro i
Romani
combattevano
Sanniti
,
Ascolani
,
Lucani
, Picentini,
Nolani
e altri. La più grande città nemica era
Corfinio
dei
Peligni
che gli
Italici
avevano scelto come sede del senato comune e delle altre magistrature. Elessero
consoli
Gaio Aponio Motilo
, sannita, e
Pompedio Silone
, marso, assegnarono a ciascun console l'area di competenza e sei pretori come luogotenenti.
I ribelli combatterono con successo finché non furono ripetutamente sconfitti dal console Gneo Pompeo Strabone e da
Silla
, comandante per l'altro console Lucio Porcio Catone.
Estremamente ridimensionati, i ribelli italici lasciarono
Corfinio
e trasferirono la loro sede a
Isernia
.
Pompedio Silone
reclutò un nuovo esercito reclutando anche gli schiavi e si scontrò con i
Romani
comandati da
Mamerco Emilio Lepido
facendo oltre seimila prigionieri. Metello espugnò
Venosa
e fece tremila prigionieri.
Gli
Italici
si rivolsero a Mitridate re del Ponto chiedendogli di intervenire in loro favore ma il re declinò perché impegnato a mettere in sicurezza il suo regno.
Intanto a
Roma
si verificavano disordini fra i partigiani di
Gaio Giulio Vopisco
e di
Gaio Mario
che rivaleggiavano per il comando della guerra contro Mitridate.
Silla
, che era console (
88 a.C.
), si portò con l'esercito presso
Nola
intimorendo agli
Italici
che consegnarono la città, ma quando
Silla
andò in
Asia
contro Mitridate i ribelli superstiti ripresero le ostilità e assediarono
Reggio
sperando di passare in
Sicilia
, ma Gaio Norbano governatore dell'isola liberò
Reggio
.
3)
Progressiva degenerazione dei costumi dei
Romani
.
4)
... omissis ...
5)
Quinto Muzio Scevola fu governatore in
Asia
(94 a.C.) e si comportò con estrema correttezza raddrizzando molti torti dei suoi predecessori, punì i pubblicani disonesti e riuscì a risanare i rapporti fra
Roma
e gli abitanti della provincia.
6)
... omissis ...
7)
... omissis ...
8)
Lucio Asilio (probabilmente Lucio Sempronio Asellio) fu governatore in
Sicilia
(96 a.C.) e risanò l'isola devastata dalla guerra comportandosi in modo analogo a quanto aveva fatto Scevola in
Asia
. Con l'aiuto di validi consiglieri riparò molte ingiustizie e curò in particolare gli interessi degli orfani e della vedova.
9)
... omissis ...
10)
Elogio di
Marco Livio Druso
. Elogio della famiglia dei
Drusi
. Quando furono abrogate le sue leggi
Livio Druso
non si oppose.
11)
Testo del giuramento che gli
Italici
fecero a
Druso
.
12)
Durante una festa (probabilmente a
Ascoli
) un attore offese i
Romani
presenti che lo uccisero. La situazione stava degenerando in una rissa sanguinosa ma un buffone eccezionalmente abile riuscì a riportare l'allegria e a scongiurare il pericolo.
13)
Pompedio Silone
comandante dei
Marsi
si diresse a
Roma
con un gran numero di armati per ottenere la cittadinanza con qualsiasi mezzo ma Domizio (forse Gneo Domizio Enobarbo console nel 96 a.C.) lo dissuase dall'usare la violenza. Diversamente fece
Quinto Servilio
che si rivolse ai Picentini in modo oltraggioso provocando la loro reazione violenta.
14)
... omissis ...
15)
Mario
e
Pompedio
si fronteggiavano pronti alla battaglia, ma i loro soldati, avvicinatisi fino a poter vedere il viso degli avversari, riconobbero molti amici e parenti e gettarono le armi. Anche i due comandanti si avvicinarono e presero a parlare.
16)
... omissis ...
17)
... omissis ...
18)
Un cretese propose al console
Lucio Giulio Cesare
il proprio tradimento. Il console gli offrì in cambio la cittadinanza romana ma quello rifiutò e disse che voleva del denaro.
19-20)
Gli abitanti di Pinna (oggi Penne) non tradirono la loro alleanza con i
Romani
neanche quando gli
Italici
per costringerli a defezionare uccisero tutti i loro bambini.
21-25)
... omissis ...
26)
Liberando i prigionieri romani e rimandandoli in patria con cibi e vestiti, Mitridate divenne molto popolare e molte città chiesero la sua protezione.
27)
I
Lesbi
passarono a Mitridate e decisero di mandargli in dono il giovane Aquilio che si trovava a
Mitilene
ma Aquilio preferì il suicidio a una pena vergognosa.
28)
L'assedio di
Rodi
da parte di Mitridate fallì perché gli assediati erano più esperti e valorosi degli assedianti.
29)
L'avidità senile di
Mario
fu causa di immense sciagure per lui stesso che rovinò la sua vita e finì suicida per evitare l'assalto di
Silla
, a suo figlio che perdette la vita mentre cercava scampo in un cunicolo e per la patria che perse personaggi illustri come Scevola e Crasso uccisi dai mariani e che subì le tragiche persecuzioni di
Silla
.
30)
... omissis ...
Libri XXXVIII - XXXIX
5)
Prodigi nel periodo in cui iniziò la guerra civile romana e quella contro Mitridate. Da allora in poi
Roma
ebbe governatori malvagi.
1)
I
Romani
mandarono ambasciatori a Cinna ma questi rifiutò di tornare a
Roma
come privato cittadino.
2)
Cecilio Metello Pio contattò Cinna e concordò che tornasse come console, Metello fu duramente attaccato per questo da Gneo Ottavio mentre Cinna ebbe il biasimo di
Mario
.
3)
Lucio Cornelio Merula, che era stato eletto console in sostituzione di Cinna, rassegnò la carica senza creare problemi.
4)
Cinna e
Mario
si accordarono per eliminare tutti i loro avversari. Fra le vittime illustri fu Quinto Lutazio Catulo, già vincitore dei
Cimbri
molto stimato dalla cittadinanza.
6)
Silla
sgominò le forze di Mitridate, poi si alleò con lui e usando la sua flotta tornò rapidamente in
Italia
dove eliminò
Mario
e Cinna ottenendo il potere assoluto.
7)
Per finanziare la guerra in
Italia
Silla
saccheggiò i santuari di
Apollo
a
Delfi
, di
Asclepio
a
Epidauro
e di
Zeus
a
Olimpia
senza porsi problemi di ordine religioso.
8)
Fimbria
concesse ai soldati di saccheggiare e prendere schiavi in territori alleati. Le vittime protestarono con il console
Lucio Valerio Flacco
che ordinò la liberazione,
Fimbria
si finse all'oscuro di tutto ma in privato incitava i soldati a non obbedire. Saccheggiò varie città fra cui
Nicomedia
e
Cizico
e devastò la
Frigia
.
9)
Gneo Pompeo
in gioventù dedicò molto tempo ad allenarsi e a prepararsi alla vita militare ma anche a studiare strategia e a temprare il proprio carattere. Ancora molto giovane raccolse l'esercito e lo armò con estrema rapidità. A
Roma
non si credeva alle sue imprese a causa dell'età ma quando la sua fama fu confermata il
senato
gli mandò contro Lucio Giunio Bruto Damasippo che
Pompeo
sconfisse e mise in fuga.
10)
Silla
manifestò la sua stima per
Pompeo
e redarguì quanti erano con lui per non essere all'altezza di quel giovane.
11)
... omissis ...
12)
... omissis ...
13)
... omissis ...
14)
Quando
Mario
fu abbandonato dai suoi soldati solo Marco Perpenna, benché minacciato da
Silla
, si mantenne leale verso di lui.
15)
Sul finire della
guerra marsica (guerra sociale)
scoppiò una grande rivolta capeggiata da
Mario il Giovane
in cui morirono molte decine di migliaia di uomini.
Mario
fu sconfitto e trovò scampo in
Preneste
con quindicimila compagni ma, abbandonato da tutti, si fece uccidere da un servo.
17)
... omissis ...
18)
... omissis ...
19)
... omissis ...
20)
In
Sicilia
Pompeo
si occupò in modo particolare di amministrare la giustizia nelle contese pubbliche e private e si comportò in modo così moderato e dignitoso che tutti si stupirono della virtù del giovane.
22)
... omissis ...
Libro XXXVIII
22a)
Sertorio
, inferocito dalla sua cattiva sorte, prese a comportarsi come un tiranno attirandosi anche l'odio dei suoi stessi amici che si accordarono per eliminarlo. Perpenna organizzò la congiura, invitò a banchetto
Sertorio
che fu ucciso dai commensali.
22b)
Un centurione che lavorava nella galleria durante l'assedio di
Cizico
(
terza terra mitridatica
,
74 a.C.
) fingendosi disposto a tradire riuscì con molta abilità a attirare Mitridate nelle gallerie ma un consigliere del re intuì il pericolo e sventò un attentato.
Libro XL
1)
Marco Antonio Cretico
concluse la pace con i
Cretesi
i quali passato qualche tempo mandarono a
Roma
trenta ambasciatori per difenderli dalle accuse e fare in modo che il
senato
tornasse alla benevolenza di un tempo (69 a.C.)
Il
senato
accettò le scuse e predispose un decreto per dichiarare i
Cretesi
amici e alleati ma il tribuno Lentulo Spintere pose il veto a questo decreto. Poiché venne riferito che i
Cretesi
continuavano a praticare la pirateria il
senato
emise un decreto che imponeva loro di consegnare navi e ostaggi e di mandare a
Roma
due loro capi di nome Lastene e Penere. Quelli del partito di Lastene cercarono di sollevare il popolo contro questi provvedimenti.
1a)
In
Siria
vi fu una rivolta contro
Antioco VIII
e i ribelli cercarono di mettere sul trono Filippo II nipote di
Antioco VIII Gripo
che ottenne il potere con l'aiuto di Azizo l'Arabo.
1b)
Antioco XIII
si rivolse a Sampsiceramo signore di Emesa ma questi si accordò segretamente con Azizo per eliminare i due re e dividersi la
Siria
. Sampsiceramo eliminò
Antioco XIII
e Azizo si occupò di Filippo II ma questi riuscì a fuggire.
2)
Trovandosi a
Damasco
Pompeo
incontrò
Aristobulo
e
Ircano
che contendevano il regno dei
Giudei
ma anche una delegazione di duecento illustri
Giudei
si presentò a
Pompeo
per spiegare che entrambi i contendenti erano usurpatori, avevano stravolto le loro leggi e privato il popolo della libertà.
Pompeo
si limitò a rimproverare aspramente
Aristobulo
e
Ircano
rimandando la decisione sul loro conto.
3)
Una sintesi della storia dei
Giudei
prima di parlare della guerra dei
Romani
contro di loro. Quando in tempi antichi scoppiò una pestilenza in
Egitto
molti ne ascrissero la causa all'eccessivo numero di stranieri presenti nel paese che con le loro credenze avevano distolto il popolo dalla religione tradizionale provocando l'ira degli dei.
Tutti gli stranieri furono perciò estradati, una parte si diresse in
Grecia
sotto la guida di
Danao
e
Cadmo
, la maggioranza si stabilì in
Giudea
, paese all'epoca disabitato.
Il capo dei
Giudei
si chiamava
Mosè
, fondò molte città fra cui
Gerusalemme
nella quale si trova il loro santuario più importante, istituì culto e cerimonie, diede alla popolazione leggi e istituzioni. Divise il popolo in dodici tribù ciascuna della quali aveva un capo che fu creato sacerdote.
I
Giudei
credono che l'unico dio sia il Cielo, signore di tutte le cose. A causa della loro espulsione dall'
Egitto
sono misantropi e xenofobi.
Il capo della nazione dei
Giudei
è il sommo sacerdote considerato portatore degli ordini divini.
Mosè
condusse anche spedizioni militari contro i popoli vicini, conquistò una vasta regione e la divise fra i cittadini in tanti lotti inalienabili. I costumi dei
Giudei
erano diversi da quelle di tutti gli altri popoli ma con le dominazioni dei
Persiani
e dei
Macedoni
furono contaminati.
4)
Un'epigrafe celebrava le vittorie di
Pompeo
in
Asia
: guerra ai pirati,
Cappadocia
,
Galazia
,
Asia
,
Bitinia
, Paflagonia,
Ponto
,
Armenia
,
Acaia
,
Iberia
,
Colchide
,
Mesopotamia
,
Sofene
, Gordiana,
Media
,
Aristobulo
re dei
Giudei
, Areta re dei
Nabatei
,
Siria
,
Giudea
,
Arabia
, Cirenaica,
Achei
, Ioligi, Soani, Eniochi.
5)
A
Roma
Catilina
e Lentulo Sura ordirono una congiura per uccidere un gran numero di senatori. I congiurati dovevano introdursi nelle case delle vittime con il pretesto di recare doni in occasione di una festa e poi ucciderle durante la notte ma uno dei sicari rivelò il piano a una ragazza di cui era innamorato che a sua volta ne parlò con la moglie del console
Cicerone
e in questo modo fu scoperta tutta la congiura.
6)
--
7)
Proposito di
Diodoro
di scrivere su
Cesare
conquistatore della
Gallia
e primo ad arrivare all'isola dei
Britanni
.
8)
Disconoscimento di alcuni libri rubati prima che venissero corretti e divulgati.