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Zola Predosa



Comune dell'Emilia Romagna compreso nella città metropolitana di Bologna, sito a 4 m.s.l.m.
Il territorio comunale ha una superficie di 37,75 kmq e confina con i comuni di Anzola dell'Emilia, Bologna, Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia.
La popolazione è di circa 18.000 abitanti.

Storia
Reperti archeologici provenienti da Zola Predosa e custoditi nel Museo Civico Archeologico di Bologna sono resti di manufatti dell'età del bronzo e testimonianze di epoca villanoviana ed etrusca.
Sono state rinvenute anche armi, monete ed immagini di culto di età romana.
L'area fu feudo di Matilde di Canossa, da questa donato all'abbazia di Nonantola. Nel XV secolo le due comunità denominate Cellula e Petrosa furono unite e ne nacque l'attuale toponimo.
Dal XVI secolo, come tutto il Bolognese, Zola Predosa passò sotto il dominio pontificio e vi rimase fino all'unità d'Italia con l'eccezione del periodo napoleonico.

Chiese
- Chiesa di S. Nicola e Agata, ricostruita nel 1781 custodisce affreschi di Alessandro Guardassoni e Luigi Samoggia


Palazzi
- Palazzo Albergati
- Palazzo Bentivoglio Pepoli
- Ca' la Ghirlanda, sede del Museo di Zola Predosa




Palazzo Albergati

Fu costruito fra il 1659 e il 1694 su disegno di Giovanni Giacomo Monti, come residenza di campagna della famiglia Albergati a circa 5 km. dall'abitato di Zola Predosa.
Si tratta di un grande edificio rettangolare dall'aspetto austero che presenta all'esterno elementi di fortificazione ed una torre alta 43 m., mentre l'interno è caratterizzato dallo stile barocco, soprattutto nel salone centrale decorato con stucchi di Gian Filippo Bezzo che nel XVIII secolo fu trasformato in teatro.
Altre sale del palazzo presentano affreschi di Angelo Michele Colonna, Giovanni Antonio Burrini e Vittorio Maria Bigari.



Palazzo Bentivoglio Pepoli
Fu costruito nel 1504 da Alessandro Bentivoglio, passò poi ai Marescotti quindi ai Pepoli.
Sul finire del XVIII secolo ampie modifiche ad opera di Angelo Venturoli conferirono all'edificio l'aspetto attuale dotandolo della facciata neoclassica.
All'interno sono notevoli le docorazioni cinquecentesche dei soffitti a cassettoni.

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