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Attone di Vercelli



Nato da una famiglia longobarda all'inizio del decimo secolo, Atto o Attone prese i voti religiosi e studiò forse in Francia. Nominato vescovo di Vercelli nel 924, tenne la carica fino alla sua morte avvenuta secondo alcuni nel 961 e comunque entro il 964 quando la diocesi era certamente guidata dal suo successore Ingone.
Grazie ai suoi buoni rapporti con i regnanti d'Italia Berengario II, Ugo e Lotario II, Attone ottenne donazioni e privilegi per la diocesi di Vercelli e per altre diocesi dell'Italia Settentrionale quali Como, Parma e Trieste.
Fu scrittore e compose trattati di esegesi, di diritto ecclesiastico, sermoni ed epistole. Nella sua opera De pressuris ecclesiasticis libellus si pronunciava contro le simonia e contro le conseguenze delle elezioni di prelati operate da autorità laiche.
L'opera Polipticum quod appellatur Perpendiculum che condanna la ribellione contro i re il cui potere proviene da Dio e critica duramente quanti si rivolgono a governanti stranieri contro il proprio signore, è considerata di dubbia attribuzione.

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