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Gneo Seio



Il paragrafo III,9 delle Notti Attiche di Aulo Gellio ha per protagonista un certo Gneo Seio, o più precisamente il suo cavallo.
Si raccontava che Seio, scrivano di professione, possedeva un magnifico cavallo proveniente da Argo (città rinomata per gli allevamenti equini) che si voleva discendesse dalle cavalle di Diomede re dei Bistoni che Ercole condusse ad Argo dopo aver ucciso il padrone. Di colore baio e di inusitata grandezza il cavallo superava in bellezza tutti i suoi simili ma per qualche misterioso motivo i suoi proprietari erano destinati alla rovina.
Gneo Seio fu condannato a morte da Marco Antonio e finì tra atroci tormenti, il cavallo fu acquistato da Cornelio Dolabella per centomila sesterzi. Durante la guerra civile Dolabella fu ucciso da Cassio che prese possesso dell'animale e, notoriamente, fu sconfitto ed ucciso da Marco Antonio. Quest'ultimo fu a sua volta padrone del cavallo e quale fu la sua fine è ben noto a tutti.
Non è noto il destino del cavallo, che veniva detto Seiano dal nome del primo proprietario, ma il grammatico Gavio Basso affermava di averlo visto a Argo dopo la morte di Antonio.
Da questa disgraziata serie di eventi era nato il proverbio ille homo habet equum Seianum (quell'uomo ha il cavallo Seiano) usato per indicare persone particolarmente sfortunate o sulle quali incombeva un pericolo mortale.


Riferimenti letteratura:
  • Aulo Gellio - Notti Attiche



  • Indice sezione