L'Arte della Lana era la corporazione di cui facevano parte le imprese fiorentine che producevano tessuti in lana. Acquisita grande importanza nel XIV secolo fu per molto tempo la corporazione con maggior numero di lavoratori, più ricca anche della corporazione dei mercanti (detta Calimala).
Nel 1308 fece costruire il Palazzo dell'Arte della Lana in un isolato tra via Calimala, via Orsanmichele e via dell'Arte della Lana. Oggi è di proprietà della Società Dantesca Italiana.
La corporazione era retta da un consiglio di quarantotto membri presieduto da due consoli e da altri funzionari con ruoli amministrativi.
L'Arte della Lana dettava regole che i suoi iscritti dovevano osservare per ottenere una produzione di qualità e regolava i rapporti di concorrenza tra i produttori. Il suo primato durò fino ai primi anni del XV secolo quando il mercato cominciò a favorire l'Arte della Seta.
Nel 1378 scoppiò la sommossa detta "dei ciompi", cioè degli operai della corporazione, che avanzavano rivendicazioni salariali e chiedevano di costituire una loro corporazione che difendesse i diritti della fascia più umile e più numerosa dei lavoratori del settore. In un primo momento i rivoltosi ottennero dei risultati: il loro capo Michele di Lando fu nominato gonfaloniere di giustizia e furono costituite tre nuove corporazioni (dei Ciompi, dei Farsettai, dei Tintori). Questi risultati furono tuttavia effimeri perché la nobiltà cittadina e la classe borghese degli imprenditori della lana realizzarono insieme un colpo di mano che nel mese di agosto abrogò le nuove corporazioni ripristinando il precedente ordinamento. Michele di Lando, accordatosi con i nobili, guidò per un periodo la repressione e in seguito fu allontanato da Firenze con una nomina in altra città.

Una descrizione dettagliata del processo di lavorazione della lana si trova in questa pagina
La rivolta dei Ciompi è raccontata da Alessandro Barbero in un video disponibile in questa pagina.