Nobile fiorentino del XIII secolo che Dante condanna alla settima bolgia infernale come ladro (Inf. XXV).
Davanti agli occhi del poeta il dannato si trasforma passando dall'aspetto di un rettile a quello di un uomo. Dante non lo nomina ma lo indica come quello di cui si lamenta la cittadina di Gaville.
Sembra che a Gaville Francesco de'Cavalcanti detto il Guercio abbia trascorso l'ultima parte della sua vita e che sia stato qui giustiziato per aver commesso molti furti.
Come quella degli altri ladri fiorentini citati nel XXV canto dell'Inferno, l'identificazione di Francesco de'Cavalcanti non è del tutto certa.

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Riferimenti letteratura:

Divina Commedia - Inferno

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