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Giulio Peligno



Cortigiano dell'imperatore Claudio, Tacito lo descrive vile d'animo e spregevole d'aspetto, una sorta di buffone dedito a far divertire l'imperatore. Nel 51 d.C. era procuratore in Cappadocia mentre si svolgevano lotte nella famiglia reale dei Parti e Radamisto aveva da poco ucciso lo zio Mitridate per impadronirsi dell'Armenia. Il governatore della Siria Ummidio Quadrato aveva ordinato a Radamisto di ritirarsi ma Giulio Peligno, inopinatamente, si mise al servizio di Radamisto esortandolo a lottare per il potere. Quadrato inviò sul posto Elvidio Prisco che ricompose diplomaticamente la situazione evitando che il comportamento di Peligno provocasse ostilità con i Parti.


Riferimenti letteratura:
  • Tacito - Annali


  • Indice sezione