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Gioachino Belli
Nacque a
Roma
, da famiglia di origini modeste, il 7 settembre
1791
.
Il suo nome completo era Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli.
Quando i
Francesi
occuparono lo Stato Pontificio la famiglia Belli si trasferì a
Napoli
dove visse un periodo di grandi ristrettezze economiche. Con il ritorno al potere di
Pio VII
il padre di Giochino ottenne un impiego a
Civitavecchia
ed il giovane potè studiare presso i
Gesuiti
.
Perse entrambi i genitori ed iniziò a lavorare coprendo modesti ruoli di impiegato.
Intorno a venticinque anni sposò una vedova molto più anziana di lui che gli portò una ricca dote consentendogli di dedicarsi più serenamente alla letteratura. La coppia ebbe un solo figlio.
Il suo esordio letterario, nel
1810
, lo vide fra i fondatori dell'Accademia Tiberina, dalla quale si dimise nel
1828
.
Negli anni fra il
1817
ed il
1829
viaggiò molto in
Italia
frequentando ambienti intellettuali che non avrebbe potuto conoscere nell'arretratezza della
Roma
papalina.
Nel
1837
la morte della moglie comportò nuovi problemi economici ed una crisi morale: da allora smise di scrivere.
Lasciò disposizione, fortunatamente non rispettata, di distruggere tutta le sue opere. Morì a
Roma
il 21 dicembre
1863
.
Compose circa duemiladuecento sonetti in dialetto romanesco, certamente la sua opera più nota, che furono pubblicati molti anni dopo la sua morte.
Lasciò inoltre un epistolario ed uno
Zibaldone
, raccolta di note sulla letteratura illuministica e romantica.
Luoghi di Roma connessi a Gioacchino Belli:
Monumento a Gioacchino Belli
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