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Giambattista Vico



Filosofo della Storia, dal 1699 al 1742 fu lettore di eloquenza all'università di Napoli.
Principio fondamentale del suo pensiero è quello che per conoscere intimamente una cosa è necessario averla creata o fatta, di qui il ripudio del razionalismo aprioristico cartesiano e l'affermazione che all'uomo è negata la conoscenza del mondo fisico e metafisico ma non quella della storia in quanto sua creazione.
In base a questa concezione, già manifestata nel De uno universi iuris principio ed fine uno (1720) egli elaborò la Scienza nuova con la quale gettò le basi del pensiero filosofico-storico moderno.
Secondo Vico i popoli attraverserebbero tre ere:
- degli dei in cui prevale il senso e gli uomini sono mossi ai primi culti dei fenomeni naturali
- degli eroi, in cui prevale il mito, quindi la poesia
- degli uomini, in cui prevale il pensiero filosofico
il ripetersi dei tre cicli è preordinato e garantito dalla Provvidenza

Tra le opere
- Orazioni inaugurali
- De Antiquissima italarum sapientia
- Scienza nuova
- Autobiografia

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