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Famosi e toccanti gli episodi conclusivi dell'Iliade: Achille che reca il corpo di Ettore presso quello di Patroclo, come per dimostrare di aver compiuto la vendetta, l'apparizione in sogno dell'ombra di Patroclo che prega Achille di fare in modo che le ceneri di entrambi riposino nella stessa urna e, soprattutto, Achille che si commuove alle preghiere del vecchio Priamo e gli consegna le spoglie del figlio perché possano essere degnamente onorate. Achille era nato dall'unione della nereide Teti con il mortale Peleo, unione voluta dagli dei quando un oracolo aveva predetto che il figlio di Teti sarebbe stato più potente del padre. La vita di Achille, ed egli ne era consapevole, era destinata ad essere gloriosa e breve. Per renderlo invulnerabile Teti aveva immerso Achille nelle acque dello Stige, il tallone per il quale lo aveva tenuto era quindi rimasto l'unico punto debole dell'eroe. In altre versioni Teti aveva cercato di rendere Achille immortale ponendolo nel fuoco ma il rituale era stato interrotto da Peleo inorridito. Per questa ragione, fra l'altro, Teti aveva abbandonato Peleo ed era tornata fra le Nereidi. Secondo Licofrone altri sei figli di Teti e Peleo, prima di Achille, erano morti fra le fiamme a causa degli sventurati tentativi della madre. Dopo la morte di Ettore l'orgoglio di Achille provocò lo sdegno di Apollo. Secondo alcuni autori Apollo stesso uccise Achille ferendolo al tallone, secondo altri il dio si limitò a guidare la mano di Paride.