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Francesco Foscari



Sessantaquattresimo doge di Venezia dal 1423 al 1457.
Nato da ricchissima famiglia nel 1373, a cinquanta anni fu eletto doge il 15 aprile 1423. Il suo dogato, durato trentaquattro anni, fu il più lungo della storia veneziana.
Nel 1426 Filippo Maria Visconti, consapevole delle mire espansionistiche del nuovo doge, decise di prevenirlo sconfinando in territori controllati da Venezia e provocando una guerra.
Carlo Malatesta, Francesco Sforza e Niccolò Piccinino erano i comandanti dell'esercito visconteo mentre Venezia metteva in campo, oltre alle proprie milizie, quelle dell'alleata Firenze e l'armata del Carmagnola.
Il 17 ottobre 1427 i Viscontei furono sconfitti a Maclodio e con la Pace di Ferrara del 1428 Venezia si assicurò il possesso di Brescia, Cremona e Bergamo. Il trattato fu confermato con la pace di Cremona del 1441 susseguente a nuovi attacchi portati dai Milanesi nel 1434.
Nel 1430 Francesco Foscari subì un attentato organizzato dai Loredan ed eseguito da Andrea Contarini che tentò di pugnalare il doge ma l'omicidio fu sventato dal tempestivo intervento di un ambasciatore senese e il Contarini venne impiccato.
Nel 1432 il Carmagnola, accusato di tradimento per aver subito rilasciato tutti i prigionieri di Maclodio, fu processato e giustiziato.
Filippo Maria Visconti morì nel 1447 lasciando come unico erede la figlia Bianca Maria, moglie di Francesco Sforza che nel 1450 fu nominato duca di Milano.
Lo Sforza, che negli anni precedenti era passato più volte dalla bandiera viscontea a quella veneziana e viceversa, si accordò con Venezia salvo che per una disputa riguardante Cremona che fu appianata il 19 aprile 1454 con la pace di Lodi. Acquisendo con questo accordo Lodi, Piacenza, Crema ed altri territori, Francesco Foscari estendeva considerevolmente il dominio della repubblica.
Il 18 aprile dello stesso anno Venezia riconobbe il sultanato che il 20 maggio 1453 aveva conquistato e saccheggiato Costantinopoli distruggendo il quartiere veneziano. Con il trattato la Repubblica mantenne comunque possedimenti e privilegi commerciali in oriente.
Il governo di Francesco Foscari fu funestato dalle guerre, da un terremoto e da una grave epidemia di peste che uccise fra l'altro quattro dei cinque figli del doge. Jacopo, l'unico figlio superstite, fu processato per omicidio nel 1450 ed esiliato senza prove; tornato in patria nel 1456 fu accusato di tradimento e morì in carcere l'anno successivo.
Le forti spese belliche avevano reso molto impopolare il doge che fu deposto dal Consiglio dei Dieci il 23 ottobre 1457, si ritirò in privato e dopo pochi giorni morì. Gli successe Pasquale Malipiero.
Durante il dogato di Francesco Foscari furono costruiti il Palazzo Ducale e la Biblioteca di San Giorgio Maggiore.


Vedi anche:
  • Dogi di Venezia



  • Indice sezione