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Publio Cornelio Scipione Nasica console 191 a.C.
Figlio di
Gneo Cornelio Scipione Calvo
caduto in
Spagna
combattendo contro i
Cartaginesi
.
Fu
pretore
nel
194 a.C.
e
console
nel
191 a.C.
con
Manio Acilio Grabrione
.
Racconta
Livio
che nel
205 a.C.
fu trovata nei
Libri Sibillini
l'indicazione di trasferire a
Roma
, per vincere la guerra contro
Cartagine
, la statua di
Cibele
che si trovava a
Pessinunte
, in
Asia Minore
nel regno di
Pergamo
governato da
Attalo I
.
Furono inviati ad
Attalo
degli ambasciatori che durante il viaggio consultarono l'oracolo di
Delfi
ricevendo l'ordine di custodire la statua nella casa del cittadino più onesto e dignitoso di
Roma
.
Attalo
consegnò di buon grado agli ambasciatori quanto richiesto e quando la statua giunse a destinazione fu scelto di affidarla a Scipione Nasica che la prese in consegna ad
Ostia
accompagnato da un corteo di matrone.
Nel
191 a.C.
, anno del suo consolato, sottomise definitivamente i
Galli Boi
con una vittoria per la quale celebrò il trionfo.
Nella
Città di Dio
(I, 30 e 31),
S. Agostino
ricorda questo Scipione come esempio di rettitudine e ricorda (ma confonde con
Scipione Nasica Corculo
console
nel
162 a.C.
e nel
155 a.C.
) che si oppose alla distruzione di
Cartagine
. Ricorda inoltre che per proteggere la moralità dei
Romani
si oppose alla costruzione del teatro di
Marco Emilio Lepido
(
179 a.C.
).
Riferimenti letteratura:
Livio - Storia di Roma
Agostino di Ippona - La città di Dio
Vedi anche:
Cronologia dei magistrati romani
Riferimenti Genealogici
Padre:
Gneo Cornelio Scipione Calvo
Famiglia:
Famiglia degli Scipioni
Fratelli e sorelle:
Gneo Cornelio Scipione Ispollo
Figli:
Scipione Nasica Corculo
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