Abu Ali Al-Husayn Ibn Abdallah Ibn Sina
(Afshana, Bukhara 980 - Bukhara 1037)

Chiamato dai Latini Avicenna e definito il Principe dei Filosofi fu fra i maggiori pensatori musulmani del Medioevo.
Di lingua persiana ma conoscendo perfettamente l'arabo studia giovanissimo la matematica, la logica e la medicina. A venti anni è già medico di corte del sultano di Bukhara, quindi studia i classici letterari e filosofici e si forma su al-Farabi.
Nella maturità svolge un'intensa attività politica ed arriva a ricoprire la carica di visir, ma una congiura contro di lui gli costerà quattro mesi di prigionia a Ferdagian. Morirà a cinquattotto anni, probabilmente avvelenato.

Enorme la produzione letteraria, si conoscono duecentosessantasette opere in tutti i campi dello scibile dell'epoca, dalla logica alla fisica, dall'esegesi del Corano alla medicina ed alla metafisica.


Canone della medicina: una sorta di enciclopedia di medicina ed anatomia in cinque libri comprendente tutte le conoscenze greche (ippocrate e Galeno) ed arabe (Rhazes), con una sezione dedicata ai rimedi naturali.
Nel 1187 Gerardo da Cremona tradusse il Canone in latino ed in seguito ebbe circa trenta edizioni latine studiate fino al 17mo secolo nelle facoltà di medicina di tutta l'Europa.

La guarigione: opera di carattere enciclopedico sulla logica, la metafisica e la matematica, in cui Avicenna meglio chiarisce le proprie posizioni filosofiche.

Il Libro delle direttive e dei rimedi: opera della maturità contenente la dottrina esoterica di Avicenna.

La dottrina metafisica di Avicenna vuole che le essense inintellegibili siano oggetto della conoscenza.
I necessari legami fra Dio ed il creato vanno dalla Creazione, da una serie di intelligenze fino a quella che "da la forma" al mondo sublunare.
L'anima è l'intelligenza che muove il corpo ma è da esso autonoma.

Dante lo pone fra gli Spiriti Magni nel Limbo

---

Riferimenti letteratura:

Divina Commedia - Inferno

---