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Piramide Cestia Roma



Gaio Cestio Epulone visse a Roma nel primo secolo a.C., fu tribuno della plebe e membro degli Epuloni, il collegio sacerdotale che curava l'organizzazione dei banchetti rituali per le festività religiose.
Quando morì intorno al 12 a.C. lasciò come disposizione testamentaria la costruzione del suo monumento funebre in forma di piramide egizia, tutto ciò che riguardava l'Egitto era infatti molto in voga in quel periodo, meno di vent'anni dopo la conquista del paese da parte di Ottaviano Augusto.
Una clausola del testamento di Cestio prevedeva che i familiari non avrebbero ricevuto l'eredità se il sepolcro non fosse stato pronto nel limite di 330 giorni, sembra che gli eredi completarono i lavori con qualche giorno di anticipo. Quanto sopra si ricava da un'iscrizione posta su una facciata del monumento.
Alta 36 metri e larga 29,5 alla base, la piramide fu realizzata in opera cementizia e rivestita in marmo. All'interno la camera sepolcrale di 23 mq. presentava decorazioni a fresco che furono danneggiate da profanatori, probabilmente durante il Medioevo. Ai lati dell'entrata si trovavano due statue di Gaio Cestio.
Nel terzo sercolo d.C. la piramide fu incorporata nelle Mura Aureliane a brevissima distanza dalla Porta Ostiense, oggi Porta San Paolo. Il monumento si trova nel rione Testaccio, due lati guardano sul Piazzale Ostiense, gli altri due sul Cimitero Acattolico che si trova oltre le mura.

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