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Equi
Stirpe italica strettamente imparentata con i
Volsci
loro confinanti. Erano stanziati sulle montagne fra il
lago del Fucino
e
Rieti
nelle valli dell'Imella e dell'
Aniene
.
Virgilio
rappresenta in
Eneide
VII il loro carattere selvaggio.
Livio
accenna ad un trattato di pace fra
Tarquinio il Superbo
e gli Equi.
Nel
494 a.C.
devastarono l'agro romano. Nel
458 a.C.
, sotto la guida di
Clelio
si scontrarono con
Cincinnato
e, sconfitti, dovettero passare sotto il giogo. Nel
443 a.C.
l'equo Cluilio (forse identificabile con il
Clelio
vinto da
Cincinnato
) avrebbe guidato i
Volsci
nell'assedio di
Ardea
, ma - vinto - seguì il trionfo del vincitore.
Nel
431 a.C.
Aulo Postumio Tuberto
vinse sul
Monte Algido
gli Equi guidati da
Vettio Messio
(Liv. IV 27-29). Dopo questa epoca l'attività bellicosa degli Equi diminuisce, ad ogni modo nel
389 a.C.
è ricordata una vittoria su di loro ad opera di
Camillo
a Bolae (
Livio
VI, 2). Dopo la
seconda guerra sannitica
, nel
304 a.C.
furono definitivamente soggiogati da
Sempronio
. Agli Equi venne attribuita la
civitas sine suffragio
, furono dedotte colonie militari a Carseoli e ad Alba Fucente, altrove fu costituita una
Tribus Aniensis
(
Livio
X 9).
Nell'alta valle dell'Imella restò una parte dell'antico popolo con il nome di
Equicoli
.
Vedi anche:
Popolazioni in Italia in età romana
Riferimenti letteratura:
Virgilio - Eneide
Diodoro Siculo - Biblioteca storica
Tito Livio - Storia romana
Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
Niccolò Machiavelli - Discorsi sulla prima decade di Tito Livio
Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica
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