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MENANDRO
L'ARBITRATO
Personaggi:
Carione
Onesimo
Cherestrato
Smicrine
Abrotono
Davo
Sirisco
Panfile
Carisio
Sofrone
Un pastore ha trovato un bambino esposto ma, non sentendosi in grado di occuparsene, accetta di cederlo ad un conoscente, un carbonaio la cui moglie ha appena perso un bambino. I due però prendono a litigare a proposito degli oggetti che erano con il neonato: il carbonaio sostiene che sono proprietà del bambino e dunque che devono essere affidati a lui, il pastore invece afferma che l'aver ottenuto il bambino non comporta necessariamente che l'altro debba avere anche gli oggetti ritrovati.
Per dirimere la questione, i due decidono di affidarsi al giudizio di un passante, di qui il titolo della commedia.
Il giudice improvvisato, Smicrine, da ragione a Sirisco, il carbonaio, e il pastore Davo deve riconsegnare, sia pur di mala voglia, gli oggetti all'altro contendente.
Smicrine, ovviamente, ignora che il bambino è suo nipote: sua figlia Panfile - infatti - ha subito violenza, ha partorito ed ha esposto il neonato.
In effetti il brutale episodio si è svolto durante una festa e fra confusione e libagioni i due non si sono riconosciuti, ma lo stupratore è Carisio, che nel frattempo ha sposato Panfile ed ignora di aver avuto un figlio.
Onesino, servo di Carisio, incontra Sirisco mentre sta esaminando gli oggetti ottenuti dopo l'arbitrato e riconosce un anello del suo padrone. Con l'aiuto della citarista Abrotono, il servo ricostruisce l'accaduto. In un primo momento, per non rischiare di mettere nei guai una sconosciuta, Abrotono finge di essere lei la madre del bambino.
Intanto Smicrine, che per avarizia vorrebbe evitare di consegnare la dote della figlia, cerca di sfruttare la situazione per rompere il matrimonio.
Abrotono però riesce ad individuare con certezza in Panfile e Carisio i genitori del bambino e, dopo una severa autocritica di Carisio, la commedia si conclude con un lieto fine.