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Iceta tiranno di Leontini



Signore di Leontini, nel 347 a.C. accettò l'incarico di spodestare Dionisio il Giovane affidatogli dai maggiorenti di Siracusa avversi al tiranno.
Mirando in realtà a conquistare Siracusa, si oppose all'invio di aiuti dalla Grecia e si alleò segretamente con i Cartaginesi. Attaccò e sconfisse Dionisio costringendolo a rifugiarsi nell'isola di Ortigia dove fu assediato. Intanto da Corinto era giunta a Reggio un'armata comandata da Timoleonte con il quale Iceta avrebbe dovuto collaborare, la flotta cartaginese impediva ai Greci di proseguire per la Sicilia ma Timoleonte riuscì ad eluderla e sbarcò a Tauromenio (Taormina) dove fu acconto dal tiranno Andromaco suo alleato.
Iceta si portò nei pressi di Adrano, non lontano da Catania, e qui fu improvvisamente attaccato da Timoleonte che, sebbene disponesse di forze molto minori, sfruttando il fattore sorpresa riuscì a vincere lo scontro.
Avuta questa notizia Dionisio si arrese a Timoleonte che lo fece prelevare e condurre a Corinto.
Varie città siciliane si allearono con Timoleonte fra cui Catania che in quel periodo era governata dal tiranno Mamerco.
Iceta chiese aiuto ai Cartaginesi senza ottenerlo e non riuscì a difendere Siracusa dall'attacco di Timoleonte che si impadronì della città.
Quando nel 339 a.C. un nuovo esercito cartaginese sbarcò a Lilibeo, Iceta e Timoleonte si riconciliarono e affrontarono insieme il nemico sconfiggendolo nella battaglia del fiume Crimiso.
Dopo questa vittoria Iceta si oppose di nuovo ai corinzi alleandosi con Mamerco. Nel 338 a.C. fu catturato da Timoleonte e messo a morte con la famiglia.

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