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Leutardo



Racconta Rodolfo il Glabro che nell'anno 1000 si verificò in Gallia il caso di un certo Leutardo, un contadino che sognò di essere aggredito da un sciame di api e di aver in quell'occasione ricevuto ordini dallo sciame stesso. Al risveglio Leutardo ripudiò la moglie in nome della castità affermando di voler vivere da asceta, quindi si recò in chiesa e distrusse alcune immagini sacre, in particolare le croci che rappresentavano lo strumento della morte di Cristo.
Benché illetterato, era dotato di una certa oratoria innata e conosceva bene le Scritture, riuscì a fare proseliti fra la gente più umile contestando parte degli insegnamenti dei profeti e attaccando il clero.
La sua vicenda si concluse quando intervenne Geboino vescovo di Chalons che interrogò Leutardo e ne confutò pubblicamente le tesi. L'uomo comprese di essere stato battuto e di aver perduto il suo seguito. Forse consapevole che sarebbe stato accusato di eresia con tutte le prevedibili conseguenze, preferì togliersi la vita gettandosi in un pozzo.


Riferimenti letteratura:
  • Rodolfo il Glabro - Storie


  • Indice sezione