L'episodio che Michelangelo rappresentò nel nono ed ultimo riquadro della volta della Cappella Sistina (il primo sopra la porta) è quello narrato in Genesi 9:20-27.
Dopo il Diluvio Universale Noè coltivò la vite. Un giorno bevve il vino, si ubriacò e si addormentò nudo nella sua tenda. Cam lo vide e ne parlò con Sem e Jafet che coprirono Noè con un mantello distogliendo lo sguardo dalla sua nudità. Al suo risveglio Noè seppe cosa era avvenuto e maledisse Cam condannando i suoi discendenti ad essere schiavi di quelli dei fratelli.

Michelangelo rappresenta la scena ponendo al centro il corpo nudo di Noè che dorme (o si sta risvegliando) appoggiato sul gomito destro, in una posizione simile a quella di Adamo al momento della sua creazione (quarto riquadro della volta), le membra sono rilassate e presentano i segni dell'età, l'espressione del viso è contrita e sembra indicare un profondo malessere. Nella scena è il solo Sem a coprire Noè con un manto mentre Cam, a destra, indica il dormiente e Jafet, che volge le spalle allo spettatore, distoglie lo sguardo. I particolari alludono al vino: il grande tino, una brocca e lo stesso Noè a sinistra ritratto mentre vanga la terra per piantare la vigna.
Piuttosto enigmatico appare il fatto che i figli di Noè siano nudi. Alberto Angela¹ avanza l'ipotesi che Michelangelo abbia ripreso il canone antico ed abbia accolto la diffusa opinione che la nudità non sia vergognosa almeno per i soggetti giovani. Del resto la Cappella Sistina comprende molte scene di nudo, fra cui i quattro Ignudi agli angoli di questo stesso riquadro, ma in questo caso sorprende che l'artista non abbia voluto evidenziare la nudità di Noè dipingendo vestiti gli altri personaggi.
Uno degli Ignudi è in gran parte cancellato. Fu l'esplosione della polveriera di Castel Sant'Angelo nel 1797 a causare questo danno.

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Note:
1. Angela A. - Viaggio nella Cappella Sistina, Rizzoli, Edizioni Musei Vaticani 2013 - Pag, 99