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Frine



Cortigiana greca del IV secolo a.C., originaria di Tespie in Beozia. Si trasferì a Atene ancora giovanissima, intorno al 370 a.C., quando la sua città fu distrutta dai Tebani.
Fu amante di Prassitele che la ritrasse in almeno due statue. Secondo un aneddoto tramandato da Pausania (I, 20, 1) Frine, volendo farsi donare l'opera che lo scultore riteneva più bella, d'accordo con uno schiavo fece credere all'amante che il suo laboratorio fosse andato perduto in un incendio. Prassitele si preoccupò soltanto per due statue, un Satiro e un Eros svelando così le sue preferenze. Frine lo tranquillizzò svelandogli l'inganno e volle per se l'Eros che poi donò alla città di Tespie.
Frine, il cui vero nome era Mnesarete, fu processata per empietà, era infatti accusata di aderire a una setta che venerava una divinità straniera. Fu difesa da Iperide il quale riuscì a farla discolpare unendo alla propria eloquenza un'esibizione della nudità dell'imputata, a beneficio dei giurati ...


Riferimenti letteratura:
  • Pausania - Descrizione della Grecia



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