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Tebe




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Tebe nella mappa di Google
Oggi cittadina della Beozia che conta circa diciottomila abitanti, fu nell'antichità centro importantissimo della civiltà micenea.
La leggenda dei Sette contro Tebe narrata da Eschilo sembra adombrare un conflitto con Argo dal quale Tebe uscì sconfitta. Nell'VIII secolo a.C. divenne la principale città della Beozia.
Nel 519 a.C. i Tebani vennero sconfitti da Platea con l'aiuto degli Ateniesi. Nel 506 a.C. Beoti, Spartani e Calcidiesi attaccarono l'Attica ma vennero sconfitti, i Tebani chiesero aiuto agli Egineti che intervennero, non conosciamo gli eventi conclusivi di questa guerra ma sappiamo che gli Ateniesi continuarono a prevalere.
Governata dagli aristocratici, Tebe fu alleata dei Persiani nel 480 a.C. Nel 383 a.C. fu occupata dagli Spartani e venne liberata nel 379 a.C. per merito di Pelopida. Con la vittoria sugli Ateniesi ad opera di Epaminonda a Leuttra nel 371 a.C. e sugli Spartani a Mantinea nel 362 a.C. iniziò un'effimera egemonia di Tebe sulla Grecia.
Nel 338 a.C. Tebe fu occupata da Filippo il Macedone, nel 335 a.C. si ribellò e fu distrutta da Alessandro Magno, nel 316 fu ricostruita da Cassandro.
Nel 293 a.C. Tebe fu espugnata da Demetrio Poliorcete e tornò indipendente nel 287 a.C. quando aderì alla Lega Etolica.
Nel 146 a.C. i Romani conquistarono la Grecia ed occuparono Tebe. Nell'87 a.C., durante le Guerre Mitridatiche, i Tebani tentarono la ribellione e videro il loro territorio dimezzato dopo l'intervento di Silla; in quel periodo ebbe inizio la decadenza della città che non rivestì più ruoli di rilievo durante la storia successiva.


Nella mitologia Tebe viene fondata da Cadmo, figlio di Agenore e Telefassia. Tramite Cadmo e la sua famiglia, si collegano a Tebe anche il mito di Dioniso (nato da Semele) e quello di Eracle (nato da Alcmena), nonché le vicende dei Labdacidi che discendono da Polidoro, figlio di Cadmo, e giungono ad Edipo ed alla guerra tra i figli di questo, Eteocle e Polinice, la leggenda già citata dei Sette contro Tebe.

Provenienza immagine: dalla rete
Resti della Cadmea
Davide Mauro
[CC BY-SA 4.0],
da Wikimedia Commons
Il mito racconta che le sue mura avevano sette porte, di cui si ricodano i nomi: Omoloidi, Pretidi, Ogigie, Oncaidi, Ipsiste, Elettra, Crenidi.
In un'altra versione del mito Tebe veniva fondata da Zeto e da suo fratello Anfione, figli di Zeus e di Antiope.
Presente in molti autori arcaici l'episodio è ripreso da Apollonio Rodio nelle Argonautiche come scena ricamata su uno dei riquadri del manto di Giasone. In questo contesto Anfione appare come un musico mago che suonando la lira fa muovere i massi necessari per la costruzione delle mura. Suo fratello Zeto, che per Apollonio rappresenta la forza bruta, provvede alla stessa bisogna a forza di braccia, con grande fatica e minori risultati.

La Rocca Cadmea o più brevemente la Cadmea era la rocca di Tebe che prendeva il nome dal tradizionale fondatore Cadmo, i resti archeologici risalgono al XIV secolo a.C., in epoca micenea. Durante l'età classica la Cadmea ospitava gli edifici pubblici ed era il centro della vita politica cittadina. Nel 382 a.C. fu occupata dagli Spartani che instaurarono un effimero governo oligarchico. Nel 338 a.C. fu occupata da Filippo di Macedonia dopo la vittoria di Cheronea e nel 335 a.C. distrutta da Alessandro Magno per punire un tentativo di ribellione.



Riferimenti letteratura:
  • Pindaro - Istmiche
  • Eschilo - Sette contro Tebe
  • Erodoto - Storie
  • Apollonio Rodio - Argonautiche
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Plutarco - Demostene e Cicerone
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache
  • Niccolò Machiavelli - Il principe
  • Divina Commedia - Inferno


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