4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Arvali



I Fratres Arvales erano i dodici sacerdoti romani incaricati di propiziare la fertilità dei campi.
L'istituzione, di origine arcaica, fu restaurata da Augusto.
In età imperiale il collegio degli arvali, i cui acta incisi su pietra arrivano al terzo secolo, ebbe grande prestigio e comprese membri dei ranghi sociali più elevati.
I loro riti consistevano nel condurre intorno ai campi le vittime sacrificali, cantando un inno detto Carmen Arvale. Secondo la tradizione i primi arvali furono i dodici figli di Acca Larentia. Essendone morto uno gli sarebbe subentrato Romolo.
Molti particolari a noi noti dei loro riti, come l'esclusione dell'uso del ferro ed i primitivi vasi in terracotta, confermano l'antichità dell'istituzione.
La divinità centrale del culto degli Arvali, in età augustea, era la Dea Dia, non nota in precedenza, dea del 'cielo chiaro', cioè delle condizioni atmosferiche più propizie al buon raccolto. Con il tempo i riti degli arvali presero a svolgersi in una località fissa, bosco sacro alla dea Dia, sempre nel mese di gennaio.
Un verbale pervenutoci dal 218 d.C. riporta per intero l'antica invocazione rituale degli arvali (IV secolo a.C.) nella quale si prega Marte di guardare le frontiere per difendere le campagne.


Riferimenti letteratura:
  • Ottaviano Augusto - Res Gestae



  • Indice sezione