Vissuto nel V secolo a.C., fu contemporaneo di Empedocle e di Anassagora, fondatore della scuola di Abdera e maestro di Democrito.
Secondo la sua dottrina tutte le differenze qualitative esistenti in natura possono essere spiegate con corrispondenti differenze quantitative: l'essere di cui parlava Parmenide viene così scomposto in innumerevoli particelle (atomi) distribuite in infinite forme e separate fra loro dal non essere (lo spazio vuoto).
Il risultato delle accidentali aggregazioni di queste particelle è il venire all'essere delle cose, cioè il divenire.