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Cesone Quinzio



Il personaggio, probabilmente immaginario, è citato da Livio come capo della fazione patrizia che nel 461 a.C. si opponeva alla Legge Terentilia, proposta dal collegio dei tribuni della plebe per limitare le mansioni ed il potere dei consoli.
Lo scomodo oppositore viene eliminato tramite un processo, intentatogli da Marco Volscio Fittore, che lo accusa di aver percosso a morte il fratello durante una rissa.
Questo processa scatena contro Cesone l'odio della plebe ed egli, per evitare il linciaggio, preferisce partire in esilio volontario.


Riferimenti letteratura:
  • Tito Livio - Storia di Roma


  • Indice sezione