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Ducato longobardo di Parma



Quando i Longobardi nel loro procedere disordinatamente alla conquista della penisola italiana raggiunsero Parma trovarono un'antica città romana che aveva giocato un ruolo importante anche sotto la dominazione dei Goti.
La permanenza dei Longobardi a Parma e dintorni è relativamente ben documentata dal punto di vista archeologico dal ritrovamento della necropoli di Collecchio e di varie altre sepolture nell'area cittadina. Molto scarse sono invece le testimonianze delle fonti coeve e in genere la documentazione sul governo e la politica interna della città.
L'esistenza stessa di un ducato di Parma è stata messa in dubbio da alcuni studiosi che propendono per l'ipotesi di un gastaldato.
Fra le poche notizie certe sappiamo che sul finire del sesto secolo viveva a Parma una figlia del re Agilulfo sposata con Gudescalco duca (o gastaldo?) della città.
Nel 601 la coppia fu rapita dall'esarca bizantino Callinico e detenuta a Ravenna per circa due anni. Nel 603 infatti Agilulfo portò una grande offensiva contro i Bizantini, riconquistò Parma e conquistò Cremona, Mantova ed altre città, quindi aprì trattative con Smaragdo successore di Callinico ottenendo la liberazione della figlia (che poco dopo morì di parto) e del genero.
Paolo Diacono, che parla di un tentativo risalente al 590 dei ducati di Parma, Piacenza e Reggio di passare ai Bizantini, dopo la riconquista da parte di Agilulfo non aggiunge informazioni sul ducato di Parma che probabilmente continuò a godere dei privilegi derivanti dalla sua fortunata posizione centrale rispetto alla rete viaria.
Nel 773 Parma fu occupata da Carlo Magno e, come altre città già possedute dai Longobardi, divenne una contea franca.


Riferimenti letteratura:
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare


    Vedi anche:
  • Ducati Longobardi




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