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LUDOVICO ANTONIO MURATORI
ANNALI D'ITALIA DAL PRINCIPIO DELL'ERA VOLGARE
(SINTESI PARZIALE)
Il testo completo dell'opera è disponibile su Google Books. Per le nostre pagine abbiamo estratto, anno per anno, i principali eventi ed i personaggi citati.
Consideriamo storia romana la parte dell'opera riguardante gli anni dal
1 d.C.
al
475 d.C.
; consideriamo storia italiana la parte che ha inizio con l'anno
476 d.C.
STORIA ROMANA
Anno
1 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Gaio Cesare
e
Lucio Emilio Paolo
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
Antefatti : Dittatura di
Cesare
e sua morte, incaricato di restaurare la repubblica,
Ottaviano
, con grande abilità politica era invece riuscito a impadronirsi del potere assoluto consolidando l'opera di
Cesare
e fondando l'impero che sarebbe durato per cinque secoli.
Marco Vipsanio Agrippa
, suo genero e collaboratore e
Mecenate
, furono suoi amici e preziosi consiglieri.
Ottaviano
distinse le province fra imperiali e senatorie tenendo per se quelle più esposte a attacchi stranieri o a insurrezioni interne, in questo modo si riservò il massimo comando militare e ottenne il titolo di imperatore (capo supremo dell'esercito). Volle anche la tribunizia potestà a vita e la funzione di
pontefice massimo
.
Il senato, ormai orientato all'adulazione, gli conferì anche i titoli di
Augusto
e di Padre della patria. Prestò sempre attenzione a non essere considerato re o dittatore, rimetteva il potere ogni dieci anni nelle mani dei senatori che puntualmente rinnovavano le sue cariche e così fu fino alla fine dei suoi giorni.
In questo primo anno dell'era cristiana,
Augusto
aveva sessantaquattro anni, non aveva avuto figli maschi e aveva adottato i nipoti
Gaio Cesare
e
Lucio Cesare
, figli di
Agrippa
e di sua figlia
Giulia
. Uno dei due,
Gaio Cesare
, era console in quest'anno insieme a suo cognato
Lucio Emilio Paolo
, marito di
Giulia Minore
.
Gaio
era impegnato in
Siria
contro i
Parti
, unica guerra in corso in quel periodo.
Anno
2 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Publio Alfeno Varo
e
Publio Vinicio
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
* Spedizione in
Siria
di
Gaio Cesare
* Missione in
Spagna
di
Lucio Cesare
, malattia, morte
* Sul matrimonio di
Tiberio
e
Giulia
* Ritiro di
Tiberio
a
Rodi
Essendo
Augusto
incline a fare pace con i
Parti
,
Gaio Cesare
si incontrò con il re
Fraate
sull'
Eufrate
, fiume che segnava il confine tra i due imperi.
Fraate
parlò a
Gaio
degli abusi del
proconsole
Marco Lollio
il quale morì poco dopo, forse suicida. Intanto
Lucio Cesare
andava in
Spagna
per volontà di
Augusto
che desiderava familiarizzasse con le legioni ma durante il viaggio si ammalò e morì a soli diciotto anni. Secondo
Dione
e
Tacito
si sospettò che questa morte precoce fosse stata causata da
Livia
moglie di
Augusto
.
Figlia di
Livio Druso
,
Livia
era stata sposata con il nobile
Tiberio Claudio Nerone
.
Augusto
aveva convinto
Nerone
a ripudiarla e l'aveva sposata mentre era già incinta. Aveva già avuto un figlio,
Tiberio
futuro imperatore, partorì poi
Claudio Druso
che fu affidato al padre.
Tiberio Claudio Nerone
ebbe il consolato nel
9 a.C.
e morì nello stesso anno.
Agrippa
era morto anni prima e
Livia
fece in modo che la sua vedova
Giulia
sposasse
Tiberio
nonostante l'opposizione di questi che non avrebbe voluto ripudiare la moglie
Agrippina
.
Gaio Cesare
e
Lucio Cesare
erano diventati così figliastri di
Tiberio
ma lo detestavano e non vedevano di buon occhio il rapporto di sua madre con l'imperatore. Per evitare pericoli e per non assistere agli scandali di
Giulia
,
Tiberio
si ritirò a
Rodi
dove visse sette anni.
Dopo questo lungo ritiro
Tiberio
ottenne con l'intercessione della madre e senza opposizione da parte di
Gaio Cesare
il permesso di
Augusto
di tornare a
Roma
. Ora
Gaio Cesare
era l'unico ostacolo per la successione di
Tiberio
.
3 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Lucio Elio Lamia
e
Marco Servilio
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
Morì
Marco Lollio
.
Augusto
inviò
Publio Sulpicio Quirinio
in
Siria
come governatore.
Gaio Cesare
, che aveva concluso la pace con i
Parti
, intraprese la sua missione in
Armenia
incontrando qualche resistenza che superò facilmente. Nominò re il medo
Ariobarzane
che era gradito alla popolazione e stipulò accordi di alleanza; tuttavia un certo
Addo
sollevò una ribellione nella città di
Artagera
contro il nuovo re.
Gaio Cesare
accorse ad assediare la città e accettò di incontrare il ribelle ma durante il colloquio fu ferito gravemente da
Addo
e dai suoi compagni. Le legioni reagirono espugnando e distruggendo la città e
Addo
fu giustiziato.
4 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Sesto Elio Catone
e
Gaio Senzio Saturnino
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
Il console
Saturnino
era stato governatore della
Siria
nell'
11 a.C.
La ferita di
Gaio Cesare
si aggravò e gli ufficiali che erano con lui ne approfittarono per estorcere denaro alla popolazione simulando suoi ordini.
Augusto
richiamò
Gaio Cesare
a
Roma
ma il giovane morì in
Licia
durante il viaggio. La morte del nipote fu un grande dolore per
Augusto
che aveva recentemente perso altri due nipoti,
Lucio Cesare
e
Marcello
, e che era angustiato dalla condotta della figlia
Giulia
.
Di queste morti si compiaceva invece
Tiberio
che vedeva uscire di scena i suoi rivali mentre la madre
Livia
faceva opera di persuasione presso
Augusto
perché considerasse
Tiberio
come suo successore. La donna riuscì nell'intento, infatti
Augusto
conferì a
Tiberio
la potestà tribunizia e lo adottò ordinandogli di adottare a sua volta
Marco Agrippa
, figlio di
Giulia
e di
Marco Vipsanio Agrippa
il quale tuttavia fu poco dopo relegato nell'isola di
Pianosa
.
Tiberio
dovette inoltre adottare il proprio nipote
Germanico
figlio di suo fratello
Claudio Druso
.
Fu scoperta una congiura contro
Augusto
ordita da
Gneo Cornelio Cinna
, figlio di una figlia di
Pompeo Magno
. Su consiglio di
Livia
,
Augusto
perdonò i congiurati e fece addirittura avere il consolato a
Cinna
guadagnandone la lealtà e la gratitudine. Dopo questo episodio nessuno tentò più di nuocere a
Augusto
.
Anno
5 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Gneo Cornelio Cinna Magno
e
Lucio Valerio Messalla Voluso (o Voleso)
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
* Guerra in
Germania
.
Tiberio
, adottato da
Augusto
l'anno precedente, viene inviato in
Germania
, lo accompagna
Velleio Patercolo
. Soggioga
Canninefati
,
Attuari
,
Brutteri
,
Cherusci
e
Longobardi
* Ambasciatori dei
Parti
a
Roma
per chiedere un re ad
Augusto
.
Fraate
era stato ucciso da un figlio, gli altri figli erano ostaggi a
Roma
. Ottengono
Orode
ma lo uccidono, hanno quindi
Vonone
che viene ucciso alcuni anni dopo.
* Riforme di
Augusto
, aumento della paga dei soldati
Altri personaggi citati:
*
Dione Cassio
Anno
6 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Marco Emilio Lepido
e
Lucio Arrunzio
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
* Secondo alcuni i consoli sarebbero stati sostituiti nel corso dell'anno da
Gaio Ateio Capitone
e
Gaio Vibio Capitone
* Aggravio fiscale per compensare l'aumento delle spese militari
* Carestia
* Istituzione di un corpo di vigili del fuoco
* In
Boemia
il re dei
Marcomanni
Maroboduo
prepara un'offensiva.
Tiberio
tratta la pace con
Maroboduo
per fronteggiare una grande rivolta in
Pannonia
*
Tiberio
sconfigge i
Pannoni
e cattura il loro capo
Batone
* Azioni militari contro i
Dalmati
* Viaggio a
Roma
di
Archelao
figlio di
Erode il Grande
(morto nel
4 a.C.
) che aveva ottenuto da
Augusto
il titolo di
etnarca
di
Giudea
,
Idumea
e
Samaria
. Viene convocato a
Roma
e deposto per i suoi metodi tirannici, è esiliato a
Vienna
e subisce la confisca dei beni.
Giudea
,
Idumea
e
Samaria
vengono unite alla provincia romana di
Siria
. Fine del
regno di Giuda
Altri personaggi citati:
*
Velleio Patercolo
*
Dione Cassio
Anno
7 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Quinto Cecilio Metello Cretico Silano
e
Aulo Licinio Nerva Silano
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
* Alle calende di Luglio i consoli vengono sostituiti da
Publio Cornelio Lentulo Scipione
e
Tito Quinzio Crispino Valeriano
*
Augusto
manda a
Tiberio
in
Pannonia
rinforzi comandati da
Germanico
figlio di
Claudio Druso
*
Agrippa Postumo
esiliato a
Pianosa
*
Publio Sulpicio Quirino
(console del
12 a.C.
) governatore della
Siria
. Si tratta del
Quirino (Cirino)
del censimento di cui parla il
Vangelo di San Luca
Altri personaggi citati:
*
Giulia
*
San Luca
*
Erode il Grande
Anno
8 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Marco Furio Camillo
e
Sestio Nonio Quintiliano
Imperatore
:
Ottaviano Augusto
* Alle calende di Luglio i consoli vengono sostituiti da
Lucio Apronio
e
Aulo Vibio Abito
* In
Pannonia
Batone
tratta la pace con
Tiberio
e denuncia gli abusi dei governatori romani. Fine della rivolta in
Pannonia
.
Altri personaggi citati:
*
Ottaviano Augusto
*
Svetonio
Anno
9 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Quinto Sulpicio Camerino
e
Gaio Poppeo Sabino
* Alle calende di luglio i
consoli
sono stati sostituiti da
Marco Papio Mutilo
e
Quinto Poppeo Secondo
.
* Rientro di
Tiberio
a
Roma
.
* Misure di
Augusto
per scoraggiare il celibato.
* Nuove rivolte in
Pannonia
. Attaccati da
Tiberio
e
Germanico
i ribelli si arrendono. Trionfo di
Tiberio
.
* Disfatta di
Varo
.
Arminio
. Lutto di
Augusto
.
*
Ovidio
esiliato a
Tomi
.
Altri personaggi citati:
Dione Cassio
Segimero
Tacito
Nonio Asprenate
Apollinare Sidonio
Giulia
Giulia Minore
Anno
10 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Publio Cornelio
e
Gaio Giunio Silano
.
* Alle calende di luglio uno dei consoli viene sostituito da
Servio Cornelio Lentulo Maluginese
.
* Spedizione di
Tiberio
e
Germanico
in
Gallia
.
Altri personaggi citati:
Salomè sorella di Erode
Livia
Augusto
Arminio
Dione
Velleio Patercolo
Anno
11 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Marco Emilio Lepido
e
Tito Statilio Tauro
* Il console
Emilio Lepido
viene sostituito alle calende di luglio da
Lucio Cassio Longino
.
* Incursioni di
Tiberio
e
Germanico
in
Germania
.
* Misure di
Augusto
contro gli astrologi.
*
Augusto
associa
Tiberio
al governo.
Altri personaggi citati:
Svetonio
Velleio Patercolo
Augusto
Tacito
Anno
12 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Germanico
,
Gaio Fonteio Capitone
*
Germanico
ottiene il consolato e gli ornamenti trionfali.
* Nelle calende di Luglio
Capitone
è sostituito da
Gaio Visellio Varrone
.
* Rientro di
Tiberio
a
Roma
, celebra il trionfo e dedica il
Tempio della Concordia
.
* Misure di
Augusto
contro il lusso eccessivo.
* Malferma salute di
Augusto
.
* Nascita di
Caligola
, figlio di
Germanico
e di
Agrippina
(31 agosto).
Altri personaggi citati:
Batone
Dione
Gaio Cesare
Lucio Cesare
Agrippa
Giulia
Anno
13 d.C.
Imperatore
Cesare Ottaviano Augusto
Consoli
:
Gaio Silio
e
Lucio Munazio Planco
* Formale conferma decennale dei poteri di
Augusto
.
* Dibattito sugli aggravi fiscali degli anni precedenti.
Altri personaggi citati:
Tiberio
Germanico
Druso
Anno
14 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Sesto Pompeo
e
Sesto Apuleio
.
* Censimento
*
Augusto
scrive un compendio delle sue gesta
* Morte di
Augusto
a
Nola
il 19 agosto. Sospetti su
Livia
perché
Augusto
aveva fatto visita ad
Agrippa Postumo
.
* Considerazioni di
Muratori
sulla figura e sull'operato di
Augusto
.
*
Livia
e
Tiberio
fanno uccidere
Agrippa Postumo
prima di divulgare la notizia della morte di
Augusto
.
* Esequie di
Augusto
* Nomina di
Tiberio
* Panegirico di
Velleio
* Le
legioni
romane in
Pannonia
si ribellano al loro comandante
Giulio Bleso
, rivolta sedata da
Druso
.
* Ammutinamenti delle legioni in
Gallia
che intendono proclamare imperatore
Germanico
, che rifiuta.
* Odio di
Tiberio
per
Germanico
.
*
Giulia
lasciata morire di fame.
* Ucciso anche
Sempronio Gracco
, ex amante di
Giulia
in esilio.
Altri personaggi citati:
Eusebio
Svetonio
Dione
Germanico
Tiberio
Druso
figlio di
Tiberio
Elio Seiano
Agrippina
Anno
15 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Druso Cesare
e
Gaio Norbano Flacco
* Moderazione di
Tiberio
nei primi tempi del suo regno, rifiuta il titolo di Padre della Patria ed usa raramente gli altri titoli ereditati da
Augusto
.
* Gira con poco seguito e senza ostentazione. Nelle riunioni del
senato
non pretende di prevalere.
* Moderazione e giustizia anche nel governare.
* Contiene l'autorità e l'influenza della madre
Livia
.
* Deliberato il trionfo di
Germanico
che sarà celebrato l'anno successivo.
*
Arminio
in lite con
Segeste
, un altro capo al quale ha rapito una figlia.
* Guerra contro i
Catti
.
* I
Romani
catturano la moglie di
Arminio
, insorgono i
Cherusci
di
Inguiomero
, zio di
Arminio
.
* Coraggiosa azione di
Agrippina
che impedisce si tagli un ponte sul
Reno
.
Tiberio
non gradisce la notizia e parla in
senato
contro di lei, fomentato da
Seiano
.
*
Tiberio
prende la carica di
Pontefice Massimo
.
Anno
16 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Sisenna Statilio Tauro
e
Lucio Scribonio Libone
*
Libone
viene sostituito alle calende di Luglio da
Publio Pomponio Grecino
.
* Due scontri in
Germania
con esito favorevole per i
Romani
.
*
Germanico
avrebbe concluso la guerra se
Tiberio
, per gelosia, non lo avesse richiamato a
Roma
con il pretesto del
trionfo
.
*
Tiberio
comincia a permettere processi basati su delazioni non provate.
* Misure contro l'astrologia e contro il lusso.
Altri personaggi citati:
Arminio
Gaio Silio
Ennio
Plauto
Marcello
Anno
17 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Lucio Pomponio Flacco
e
Gaio Celio Rufo
* Problemi in oriente. I
Parti
detronizzano
Vonone
ed incoronano
Artabano
.
*
Vonone
rifugia in
Armenia
e ne diviene re, ma si ritira ad
Antiochia
con un tesoro.
* Viene ben accolto dal governatore
Cretico Silano
interessato al tesoro, ma strettamente sorvegliato.
* Con un pretesto
Tiberio
convoca a
Roma
Archelao re di Cappadocia
che non gli aveva reso onore durante il suo periodo a
Rodi
.
Archelao
muore a
Roma
per cause non note e la
Cappadocia
viene ridotta a provincia.
* Morte di
Antioco di Commagene
e
Filopatore di Cilicia
, i disordini che seguono sono occasione per
Tiberio
di allontanare
Germanico
.
*
Tiberio
sostituisce il governatore della
Siria
Cretico Silano
con
Gneo Calpurnio Pisone
.
*
Druso
figlio di
Tiberio
inviato nell'
Illirico
, ma deve intervenire in
Germania
a causa dell'ostilità fra
Arminio
e
Maroboduo
.
* Un terremoto devasta dodici città in
Asia
fra le quali
Efeso
e
Sardi
.
* Sollevazione di
Tacfarinas
in
Africa
.
* Morte di
Ovidio
.
* Morte di
Tito Livio
.
Altri personaggi citati:
Plancina
Livia Augusta
Agrippina
Furio Camillo
proconsole
in
Africa
Anno
18 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Claudio Tiberio Nerone
e
Germanico Cesare
.
* Dopo pochi giorni
Tiberio
viene sostituito da
Lucio Seio Tuberone
, alle calende di Luglio
Germanico
da
Gaio Rubellio
.
*
Germanico
visita la
Grecia
, a
Lesbo
Agrippina
partorisce
Giulia Livilla
.
* In
Armenia
Germanico
depone Orode (in realtà si tratta di
Vonone I
) e affida il trono a
Zenone (Artaxias III)
figlio del re del
Ponto
Polemone
.
*
Germanico
nomina governatori per
Cappadocia
e
Commagene
.
Altri personaggi citati:
Plancina
Anno
19 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Marco Giunio Torquato Silano
e
Lucio Torquato Norbano Flacco
.
* Viaggio in
Egitto
di
Germanico
* Malattia di
Germanico
, si sospetta che
Pisone
e
Plancina
lo abbiano avvelenato.
*
Germanico
muore a trentaquattro anni.
* Figli di
Germanico
e di
Agrippina
:
Nerone
,
Druso
,
Gaio Caligola
,
Agrippina
,
Drusilla
,
Livilla
.
*
Pisone
sostituito da
Gneo Senzio Saturnino
, si oppone ma viene respinto.
*
Maroboduo
si rivolge a
Tiberio
e viene relegato a
Ravenna
(dove morirà nel
35 d.C.
).
*
Arminio
ucciso dai suoi a trentasette anni.
* Banditi da
Roma
i culti egiziani ed ebraici.
*
Vonone
ucciso da un soldato.
Altri personaggi citati:
Tiberio
Nerone
Agrippa
Giulia
Augusto
Livia
Decio Mundo e Paolina
Anno
20 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Marco Valerio Messalla
,
Marco Aurelio Cotta
.
*
Roma
rende onore alle ceneri di
Germanico
che vengono riposte nel
mausoleo di Augusto
.
*
Pisone
e
Plancina
accusati per la morte di
Germanico
. Per evitare il processo
Pisone
si suicida.
Nuovi scontri con
Tacfarinas
e i
Romani
comandati da
Lucio Apronio
.
*
Nerone
figlio di
Germanico
sposa
Giulia
figlia di
Druso
.
* Una figlia di
Seiano
promessa sposa a
Druso
figlio di
Claudio
(futuro imperatore), ma
Druso
muore soffocato da un frutto.
Altri personaggi citati:
Agrippina
Livia
Svetonio
Anno
21 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Tiberio
e
Druso
suo figlio
*
Tiberio
si trasferisce temporaneamente in
Campania
.
*
Giunio Bleso
inviato contro
Tacfarinas
.
* Ribellione in
Tracia
sedata da
Publio Velleio
(forse lo storico).
* Ribellione in
Gallia
:
Giulio Floro
e
Giulio Sacroviro
. Sconfitti da
Visellio Varrone
e
Gaio Silio
, si uccidono entrambi.
Altri personaggi citati:
Svetonio
Dione
Seiano
Severo Cecina
Germanico
Anno
22 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Decimo Aterio Agrippa
e
Gaio Sulpicio Galba
* Alle calende di Luglio i consoli vengono sostituiti da
Marco Cocceio Nerva
e
Gaio Vibio Rufino
.
*
Tiberio
chiede la potestà tribunizia per suo figlio
Druso
.
* Malattia di
Livia
*
Tacfarinas
avanza pretese minacciando la guerra.
Tiberio
ordina di catturarlo ma
Giunio Bleso
non riesce ad eseguire l'ordine.
Altri personaggi citati:
Galba
imperatore
Nerva
imperatore
Tacito
Vespasiano
Asinio Solonino
Vipsania
Anno
23 d.C.
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Gaio Asinio Pollione
e
Lucio Antistio Vetere
.
* Alle calende di Luglio
Asinio Pollione
è sostituito da
Quinto Giunio Bleso
.
* Morte di
Druso
, forse avvelenato da
Seiano
.
* Trame di
Seiano
: relazione con
Giulia Livilla
, moglie di
Druso
e sorella di
Germanico
.
*
Seiano
istiga
Tiberio
contro i figli di
Germanico
e
Livia
contro
Agrippina
.
*
Tiberio
caccia da
Roma
i commedianti.
Altri personaggi citati:
Tacito
Dione
Apicata
Plinio
Anno
24 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Servio Cornelio Cetego
e
Lucio Visellio Varrone
.
*
Publio Dolabella
sconfigge e uccide
Tacfarinas
.
* Persecuzione dei nobili che avevano pianto
Germanico
*
Valerio Grato
governatore della
Giudea
sostituito da
Ponzio Pilato
.
Altri personaggi citati:
Nerone
e
Druso
figli di
Germanico
.
Tolomeo
figlio di
Giuba
Anno
25 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Marco Asinio Agrippa
,
Cosso Cornelio Lentulo
.
*
Cremuzio Cordo
, autore di una storia delle guerre civili, sotto accusa per aver lodato
Bruto
e
Cassio
, si lascia morire di fame.
*
Seiano
chiede in moglie
Giulia Livilla
vedova di
Gaio Cesare
e di
Druso
.
* Secondo il
Vangelo di Luca
in questo anno
Giovanni Battista
inizia a predicare.
Altri personaggi citati:
Seiano
Giulio Cesare
Augusto
Marcia
Tacito
Anno
26 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Gaio Calvisio Sabino
,
Gneo Cornelio Lentulo Getulico
* Alle calende di Luglio i consoli sono sostituiti da
Quinto Marcio Barea
e
Tito Rustio Nummio Gallo
.
* Insurrezione in
Tracia
contro il re
Remetalce
, debellata da
Poppeo Sabino
.
* Condanna di
Claudia Pulcra
cugina di
Agrippina
.
*
Tiberio
si ritira in
Campania
.
* Libidine di
Tiberio
. Morbo Gallico.
* Fra i pochi cortigiani che
Tiberio
porta con se sono
Seiano
e
Cocceio Nerva
.
Anno
27 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Marco Licinio Crasso
,
Lucio Calpurnio Pisone
.
*
Tiberio
si stabilisce a
Capri
.
*
Seiano
cospira contro
Agrippina
e suo figlio
Nerone
.
* Crollo dell'anfiteatro di legno di
Fidene
costruito dal liberto
Atilio
.
* Incendio sul
Celio
.
* Liberalità di
Tiberio
in favore delle vittime.
Anno
28 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore
Tiberio
Consoli
:
Appio Giunio Silano
e
Silio Nerva
.
*
Latinio Laziare
, uomo di
Seiano
, induce
Tizio Sabino
a lamentarsi della situazione per poterlo tradire.
Tizio
viene arrestato e giustiziato.
* Morte di
Giulia
, figlia di
Giulia
, in esilio da venti anni.
* Ribellione in
Frisia
, i ribelli sconfiggono
Lucio Apronio
che perde oltre mille uomini.
* Per volontà di
Tiberio
Agrippina Minore
sposa
Gneo Domizio Enobarbo
, da questa unione nascerà
Nerone
.
Anno
29 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Lucio Rubellio Gemino
,
Gaio Fufio Gemino
.
* Secondo alcuni letterati è questo l'anno della Passione di Cristo, lo confermano
Tertulliano
,
Lattanzio
,
Girolamo
,
Agostino
,
Severo Sulpicio
e il
Crisostomo
.
* Morte di
Livia Drusilla
.
*
Tiberio
limita gli onori decretati dal
senato
per la defunta.
* Lettera di
Tiberio
al
senato
contro
Agrippina
e
Nerone
. Agitazione della
plebe
.
*
Tiberio
manda
Agrippina
in esilio a
Pandataria
. Il figlio
Nerone
relegato a
Ponza
, il figlio
Druso
detenuto nei sotterranei del palazzo imperiale.
Anno
30 d.C.
Papa:
Pietro
. - Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Lucio Cassio Longino
e
Marco Vinicio
.
* Nelle calende di Luglio i consoli sono sostituiti da
Gaio Cassio Longino
e
Lucio Nevio Sordino
.
* Il caso di
Asinio Gallo
che aveva sposato
Vipsania
prima moglie di
Tiberio
.
Tiberio
fa in modo che il
senato
ordini il suo arresto e lo lascia languire sotto custodia fino alla morte.
*
Velleio Patercolo
scrive le sue storie.
Anno
31 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Tiberio
imperatore,
Lucio Elio Seiano
.
* Il 9 maggio i consoli vengono sostituiti da
Fausto Cornelio Silla
e
Sestidio Catullino
che a loro volta, nel corso dello stesso anno, sono sostituiti da
Lucio Fulcinio Trione
e
Publio Memmio Regolo
.
*
Tiberio
si rende conto delle mire e delle macchinazioni di
Seiano
ma come sempre decide di agire con prudenza anche perché il ruolo di
prefetto del pretorio
assicura a
Seiano
l'appoggio molto pericoloso dei pretoriani.
*
Tiberio
revoca la carica a
Seiano
passandola a
Nevio Sutorio Macrone
, e manda
Seiano
a
Roma
allontanandolo da se e rendendo palese che sta perdendo il suo favore.
Seiano
che riceve un consolato, il pontificato e solide speranze di ottenere la potestà tribunizia, non nutre sospetti e conta di sposare
Giulia Livilla
imparentandosi con la famiglia regnante.
Intanto muore in esilio a
Ponza
Nerone
figlio di
Germanico
, forse per fame, forse ucciso da un sicario di
Tiberio
.
Il 18 ottobre
Macrone
assume il comando dei pretoriani e dopo aver letto in
senato
una lunga accusa di
Tiberio
fa arrestare
Seiano
.
Nello stesso giorno
Seiano
viene condannato a morte e decapitato. La
plebe
fa scempio del cadavere e lo getta a
Tevere
.
Vengono uccisi anche i figli di
Seiano
. La moglie si suicida dopo aver denunciato con una lettera l'adulterio commesso da
Seiano
con
Livilla
moglie di
Druso
.
Alla fine di
Seiano
segue una persecuzione dei suoi sostenitori, molti dei quali muoiono giustiziati o suicidi.
Anno
32 d.C.
Papa:
Pietro
.
Imperatore:
Tiberio
Consoli
: Consoli
Gneo Domizio Enobarbo
,
Marco Furio Camillo Scriboniano
.
* Il console
Domizio Enobarbo
è il marito di
Agrippina Minore
e padre di
Nerone
.
*
Camillo Scriboniano
muore durante l'anno e viene sostituito da Aulo Vitellio.
*
Tiberio
incrudelisce nelle persecuzioni. Cresce l'adulazione dei
senatori
.
*
Tiberio
lascia
Capri
ed arriva nei pressi di
Roma
ma non entra in città e poco dopo torna sull'isola.
* Licenziosità ed immoralità dei piaceri di
Tiberio
.
* Muore il
prefetto di Roma
Lucio Pisone
e viene sostituito da
Lucio Elio Lamia
. Muore anche l'oratore
Cassio Severo
in esilio a
Serifo
.
Anno
33 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Lucio Sulpicio Galba
e
Lucio Cornelio
.
* Il console
Galba
è il futuro imperatore il cui prenome, a seconda delle iscrizioni, è Lucio o Servio.
* Alle calende di Luglio
Galba
viene sostituito da
Lucio Salvio Otone
, padre del futuro imperatore
Otone
.
*
Tiberio
fa morire di fame
Druso
figlio di
Germanico
, muore di fame anche
Agrippina
, non è chiaro se volontariamente.
* L'unico figlio superstite di
Germanico
,
Gaio Caligola
, sa farsi benvolere da
Tiberio
e lo ha accompagnato a
Capri
.
*
Tiberio
fa morire
Sesto Mario
e la figlia accusandoli di incesto.
* Muore il prefetto
Elio Lamia
e viene sostituito da
Cosso
.
* Il giureconsulto
Marco Cocceio Nerva
si lascia morire di fame.
Anno
34 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Paolo Fabio Persico
e
Lucio Vitellio
.
*
Lucio Vitellio
è il padre di
Aulo Vitellio
, futuro imperatore. Dopo il consolato otterrà il governo della
Siria
.
* Continuano condanne a morte ed abusi operati anche da
Macrone
.
*
Pomponio Labeone
, accusato di corruzione, si suicida. Si suicida anche
Mamerco Emilio Scauro
autore di una tragedia che stava portandolo in tribunale per allusioni critiche a
Tiberio
.
* Secondo
Tacito
in quest'anno viene avvistata la
Fenice
in
Egitto
.
Anno
35 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Gaio Cestio Gallo
e
Marco Servilio Noniano
.
*
Caligola
sposa
Claudilla
figlia di
Marco Silano
.
*
Fulcinio Trione
, accusato di essere stato amico di
Seiano
, si uccide. Altrettanto fa
Poppeo Sabino
.
* I
Parti
, all'insaputa di
Artabano
, mandano ambascerie a chiedere la sostituzione del re con
Fraate
(figlio di
Fraate IV
).
Tiberio
invia
Fraate
ma questi muore poco dopo. Invia allora
Lucio Vitellio
contro
Artabano
che minaccia l'
Armenia
e la
Cappadocia
. A
Vitellio
si uniscono gli
Iberi
ed i
Sarmati
.
*
Artabano
invia contro il re degli
Iberi
Farasmane
il proprio figlio
Orode
che viene sconfitto ed ucciso mentre
Mitridate
, fratello di
Farasmane
, si insedia sul trono d'
Armenia
.
* Sapendo dell'imminente arrivo delle
legioni
di
Vitellio
,
Artabano
si ritira.
Anno
36 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio
Consoli
:
Sesto Papinio Allenio
,
Quinto Plauzio
* Quando
Vitellio passa l'
Eufrate
,
Artabano
fugge ed i
Romani
insediano
Tiridate
sul trono dei
Parti
.
* Una fazione di nobili
parti
è tuttavia favorevole ad
Artabano
, lo richiama e lo sostiene militarmente contro
Tiridate
.
* A
Roma
un'alluvione ed un incendio provocano molte vittime,
Tiberio
soccorre generosamente la popolazione.
*
Erode Agrippa
, residente in
Roma
, diventa amico di
Caligola
. Un giorno parlando con
Caligola
Agrippa
si lascia sfuggire parole irriverenti sul conto di
Tiberio
, denunciato dal suo liberto
Eutico
viene messo in carcere e vi resterà fino alla morte dell'imperatore.
Anno
37 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Caligola
Consoli
:
Gneo Acerronio Proculo
,
Gaio Petronio Ponzio Nigrino
.
*
Macrone
macchina altre persecuzioni, ne rimane vittima fra gli altri il consolare
Lucio Arrunzio
che si uccide.
*
Tiberio
, dopo essersi trattenuto per alcuni mesi nei dintorni di
Roma
senza mai entrarvi, torna a
Capri
.
* Durante il viaggio
Tiberio
si ammala e deve fermarsi al
castello di Lucullo
. Informatone,
Macrone
comincia ad organizzare le cose per far succedere
Caligola
a
Tiberio
.
* I tre possibili successori sono
Caligola
,
Tiberio Gemello
nipote di
Tiberio
e
Tiberio Claudio
fratello di
Germanico
.
Caligola
si adopera per procurarsi l'appoggio di
Macrone
e della moglie di lui
Ennia Nevia
.
* Il 16 marzo
Tiberio
ha un grave malore e viene creduto morto ma si riprende. Secondo alcuni viene quindi soffocato da
Macrone
, comunque muore in quello stesso giorno.
* Le esequie sono sobrie perché
Tiberio
era troppo odiato.
* Ignorando i suoi vizi il popolo ama
Caligola
in quanto figlio di
Germanico
. Viene subito confermato imperatore.
* Eseguendo i legati di
Tiberio
,
Caligola
elargisce al popolo ed ai soldati i lasciti del defunto ed aggiunge somme di tasca sua.
* Si mostra rispettoso del
senato
, richiama gli esuli e libera i prigionieri. Alle calende di Luglio
Caligola
e lo zio
Claudio
sostituiscono i consoli.
*
Caligola
recupera a
Ponza
le ceneri della madre
Agrippina
e del fratello
Nerone
per tumularle nel
mausoleo di Augusto
.
* Libera
Erode Agrippa
e lo nomina
tetrarca
di
Giudea
.
* Restituisce la
Commagene
ad
Antioco
.
* Conclude la pace con
Artabano re dei Parti
.
Anno
38 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Caligola
Consoli
:
Marco Aquilio Giuliano
e
Publio Nonio Asprenate
.
* Presto l'atteggiamento di
Caligola
muta e si abbandona a
crapule, conviti ed altre dissolutezze
. Nel mese di ottobre si ammala gravemente. Guarito si dimostra irrazionale e crudele. Fa uccidere
Tiberio Gemello
.
*
Caligola
ripristina alcuni sovrani orientali:
Soemo
in
Arabia
,
Cotys
in
Armenia
,
Remetalce
in
Tracia
,
Polemone
nel
Ponto
.
* Irritato dai consigli di
Macrone
decide di farlo morire.
Macrone
lo previene uccidendosi insieme alla moglie
Ennia Nevia
.
* Ripudia
Claudilla
ed induce il suocero
Marco Giunio Silano
al suicidio. Incarica di accusare
Giunio Silano
il senatore
Giulio Grecino
e poiché questo si scusa dell'iniquità alla quale è costretto deve morire a sua volta.
* Commette incesto con le tre sorelle
Drusilla
,
Agrippina
e Livilla.
* Toglie
Drusilla
al marito Lucio Cassio Longino e la tiene come sua consorte.
Drusilla
muore in quest'anno e riceve onori divini.
* Come impazzito,
Caligola
fa un rapido viaggio fino a
Siracusa
e torna a
Roma
dove manda a morte molte persone con l'accusa di non aver rispettato il lutto per
Drusilla
.
* Invitato alle nozze di
Gaio Calpurnio Pisone
con
Livia Orestilla
, si invaghisce della sposa e la pretende per poi ripudiarla dopo pochi giorni. Due anni dopo, venendo a sapere che
Orestilla
è tornata con
Pisone
condanna entrambi all'esilio.
* Sposa
Lollia Paolina
e poco dopo la ripudia ordinandole di non unirsi mai più ad una altro uomo.
* Sposa
Cesonia Milonia
che partorisce il giorno stesso delle nozze una bambina,
Giulia Drusilla
, che
Caligola
riconosce per sua.
* Amante dei giochi gladiatori e di altri spettacoli violenti, costringe spesso i nobili a prendervi parte.
In quest'anno si verifica una violenta rivolta in
Giudea
ed in
Egitto
.
Anno
39 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Caligola
Consoli
:
Caligola
e
Lucio Apronio Cesianio
Caligola
tenne il consolato per il solo mese di gennaio, poi subentrò
Quinto Sanquinio Massimo
(
Muratori
scrive Marco ma confonde con il padre),
Lucio Apronio
fu sostituito alla fine di Giugno da
Gneo Domizio Corbulone
.
Secondo
Dione
,
Caligola
degradò i consoli e fece rompere i loro fasci (grave disonore) per non aver indetto i festeggiamenti per il suo compleanno.
In quest'anno
Caligola
revocò al popolo il diritto di convocare comizi e comminò molte condanne a morte quando si verificarono "rumori" contro le spie e i delatori. Condannò anche nobili e ricchi per confiscare le loro sostanze.
Domizio Africano
, che aveva sostituito uno dei consoli deposti, dedicò a
Caligola
una statua con un'iscrizione che voleva essere un elogio ma
Gaio
fraintese e la interpretò come un'accusa.
Gaio
portò la questione in tribunale e pronunciò un'orazione che aveva preparato con grande cura.
Domizio
, ottimo oratore e uomo molto accorto, elogiò l'eloquenza dell'imperatore e se ne dichiarò vinto rinunciando a difendersi e rimettendosi alla clemenza di
Caligola
. Questi, inorgoglito dal successo, lasciò cadere le accuse.
Peggiorando continuamente le sue condizioni mentali,
Caligola
dilapidava enormi somme in spettacoli sempre più sontuosi. Faceva servire a tavola con stoviglie d'oro il suo cavallo Incitato e per dimostrare di essere capace di cavalcare sul mare fece costruire un ponte di barche fra
Baia
e
Pozzuoli
sul quale sfilare con ornamenti trionfali. A questa messa in scena seguì un festino e nei fumi del vino molti furono gettati in mare per divertimento, alcuni annegarono.
Fra le false accuse montate per confiscare i beni degli abbienti, rischiò la vita il filosofo
Seneca
del quale
Caligola
invidiava l'eloquenza. Si salvò grazie alla diceria che sarebbe presto morto di tisi.
Negli ultimi mesi di quest'anno,
Gaio
partì con un esercito di duecentomila uomini alla volta della
Germania
ma una volta arrivato al
Reno
fu vinto dalla paura e si limitò a una battaglia simulata contro nemici inesistenti. In questa occasione un principe britannico cacciato dal padre si mise sotto la sua protezione e
Gaio
ne scrisse al senato come se avesse conquistato la
Britannia
.
Colpì anche gli abitanti della
Gallia
con confische e inusitate tassazioni e fece uccidere molti possidenti.
Le sorelle di
Gaio
,
Agrippina
e
Livilla
, congiurarono insieme a
Marco Emilio Lepido
, loro parente e amante, contro la vita dell'imperatori. Scoperti,
Lepido
fu giustiziato e le due donne furono confinate a
Ponza
.
Prima di rientrare in sede, fece trasportare da
Roma
tutte le masserizie e i trofei che si trovavano nel palazzo imperiale per venderli all'incanto in
Gallia
.
Anno
40 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Caligola
Consoli:
Gaio Caligola
Caligola
rivestì da solo il consolato perché l'altro console designato morì prima dell'investitura. Nella confusione che seguì i senatori si riunirono senza convocazione per offrire sacrifici adempiendo il rituale di inizio del nuovo anno.
il 12 gennaio
Caligola
giunse a
Lione
e rinunciò al consolato, entrarono quindi in carica i consoli suffetti Lucio Gellio Publicola e Marco Cocceio Nerva che alle calende di luglio furono sostituiti da Sesto Giulio Celere e Sesto Nonio Quintiliano ma
Muratori
precisa che questi nomi vengono da congetture e non da prove certe infatti non se ne trova riscontro in altri autori, attualmente si ritiene che i consoli suffetti di quest'anno furono
Gaio Lecanio Basso
e
Quinto Terenzio Culleone
(dal 13 gennaio a giugno);
Lucio Annio Viniciano
e
Gaio Unmidio Durmio Quadrato
(da luglio a dicembre)
Soggiornando in quei giorni
Caligola
a
Lione
, si tennero i giochi e le gare di eloquenza greca e latina nelle quali chi perdeva doveva pagare il premio dei vincitori oltre a subire una serie di penitenze fisiche.
Giunse a
Lione
Tolomeo
figlio di
Giuba
e cugino di
Caligola
. Dopo averlo degnamente ricevuto,
Caligola
lo mandò in esilio e poco più tardi lo fece uccidere, forse per gelosia o per desiderio delle ricchezze di quel principe.
Prima di rientrare a
Roma
l'imperatore raggiunse la costa dell'Oceano con l'esercito. Molti credettero che volesse attaccare la
Britannia
, ma
Caligola
ordinò ai soldati di raccogliere conchiglie da portare sul
Campidoglio
come trofei delle sue vittorie sull'Oceano. Trovandosi in
Gallia
inoltre,
Caligola
progettò di fare strage delle legioni che molti anni prima si erano sollevate contro suo padre
Germanico
. I suoi consiglieri riuscirono a dissuaderlo ma non del tutto:
Caligola
decise infatti di decimare quelle legioni, tuttavia quando vide che i soldati si armavano e si preparavano a resistere abbandonò il proposito e ripartì per l'
Italia
.
I senatori che non godevano del favore dell'imperatore erano indecisi sull'accoglienza da riservargli al suo rientro a
Roma
, temendo di provocare la collera del volubile principe. Alla fine gli tributarono un'ovazione il 31 agosto, giorno del suo compleanno. Per questa occasione
Gaio
mostrò alcuni prigionieri tedeschi e delle
Gallie
e distribuì donativi al popolo.
Il senatore
Scribonio Proculo
fu redarguito da
Protogene
, consigliere di
Caligola
, che lo accusò di odiare l'imperatore. Gli altri senatori si scagliarono subito su
Scribonio
, lo uccisero con gli stiletti per scrivere e ne fecero a pezzi il corpo. Questo ed altri gesti della più vile adulazione servirono a migliorare i rapporti dell'imperatore con il senato.
Caligola
ordinò la costruzione di templi in suo onore a
Mileto
e a
Roma
pretendendo gli fosse tributato culto divino. I
Giudei
, che rifiutavano di venerarlo, patirono per questo molte pene.
Gaio
prese a vestirsi come
Ercole
,
Bacco
e infine come
Giove
. Venerarlo e pregarlo come un dio servì a
Lucio Vitellio
(padre del futuro imperatore) a salvarsi la vita ed entrare nel circolo degli amici di
Caligola
.
La paura di
Caligola
lo portava a continui cambi di umore, ad amare e odiare la stessa persona e a comportarsi in modo sempre più irrazionale.
Anno
41 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Caligola
Consoli:
Gaio Caligola
e
Gneo Senzio Saturnino
Il 7 gennaio
Caligola
rinunciò al consolato e fu sostituito da
Quinto Pomponio Secondo
.
Nonostante le sue stravaganze e i suoi abusi,
Caligola
era ben protetto dalle guardie pretoriane che gradivano molto la sua liberalità, ciò non di meno non mancò chi congiurasse contro l'imperatore.
Cassio Cherea
e
Marco Vinicio Minuciano
(n.b. il testo porta
Marco Annio Vinuciano
), tribuno militare il primo, uomo di alta nobiltà il secondo, furono i più coraggiosi cospiratori, a loro si unirono
Callisto
liberto di
Gaio
e
Valerio Asiatico
ricco possidente.
Fu stabilito di agire durante i giochi che si sarebbero svolti a partire dal 21 gennaio. Il 24 gennaio,
Gaio
assistette ai giochi mangiando e bevendo fino al termine della mattinata quando lasciò l'anfiteatro per andare a pranzare.
Cherea
, con il pretesto di chiedergli la parola d'ordine di quel giorno, lo avvicinò e improvvisamente lo colpì al capo con la spada.
Cornelio Sabino
e altri congiurati lo finirono con una pioggia di colpi. Intervennero le guardie del pretorio e nella rissa che seguì persero la vita
Publio Nonio Asprenate
ed altri.
Il tribuno
Giulio Lupo
, su incarico di
Cherea
, uccise
Cesonia
e
Giulia
, moglie e figlia di
Caligola
.
Nel disordine generale il senato si riunì in
Campidoglio
e il console
Saturnino
propose di non eleggere un nuovo imperatore a di tornare ai tempi della repubblica. Intanto
Nerone Claudio Druso
, fratello di
Germanico
, si era nascosto e temeva per la propria vita. I soldati lo trovarono, lo salutarono imperatore e lo condussero nel loro quartiere. Il mattino seguente, mentre il senato continuava a discutere sul da farsi,
Claudio
dopo lunghe esitazioni accettò il titolo imperiale che gli veniva offerto. Il re
Erode Agrippa
che si trovava a
Roma
svolse un'ambasciata da parte dei senatori per chiedere a
Claudio
di ritirarsi ma in privato gli suggerì di resistere e di prendere il potere. Il popolo insistentemente richiedeva l'elezione di un nuovo principe, i sostenitori di
Cherea
, i vigili, i gladiatori e tutti i militari presenti in città si schierarono con
Claudio
e i senatori, vedendosi isolati, decisero di ratificare la nomina.
Per opportunità politica,
Claudio
condannò a morte
Cassio Cherea
e alcuni altri congiurati (
Cornelio Sabino
, benché graziato, si diede la morte), non tentò di punire quanti avevano desiderato di tornare alla repubblica e neanche coloro che lo avevano offeso durante la sua precedente vita da privato.
In
Germania
Sulpicio Galba
respinse coloro che volevano nominarlo imperatore, procurandosi l'amicizia di
Claudio
che già lo ammirava per le sue vittorie in
Germania
e in
Gallia
.
Timoroso per la propria persona,
Claudio
prese misure di sicurezza come far perquisire chi doveva avvicinarlo e muoversi sempre con una scorta. Vietò le denunce per lesa maestà richiamando chi era stato esiliato per questa accusa, abolì molte imposte stabilite da
Caligola
e rimborsò quanti erano stati spogliati dei loro beni da
Caligola
o da
Tiberio
.
Detestando i delatori e gli schiavi o liberti ribelli ai loro padroni, ne condannò molti a combattere con le belve negli anfiteatri.
Non consentì che gli si dedicassero templi, statue e altri onori.
Aveva due figlie:
Antonia
che sposò
Gneo Pompeo
, nata da
Elia Petina
e
Ottavia
nata da
Valeria Messalina
che fu promessa a
Lucio Silano
ma poi sposò
Nerone
. In quest'anno
Messalina
partorì anche un maschio che ebbe nome
Britannico
.
Claudio
fu benevolo e rispettoso verso consoli e senatori, liberale nei confronti dei re sudditi come
Agrippa
,
Erode
,
Antioco
e
Mitridate d'Armenia
. Richiamò dall'esilio
Agrippina
e
Giulia Livilla
che erano state relegate nell'isola di
Ponza
dal loro fratello
Caligola
.
Anno
42 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli
Tiberio Claudio Germanico Augusto
e
Gaio Cecina Largo
Claudio
depose la dignità consolare alla fine di febbraio ma non si sa chi subentrò (in seguito i nomi dei consoli suffetti furono chiariti, vedere
Cronologia dei magistrati romani
).
L'imperatore giurò e fece giurare ai senatori l'osservanza delle leggi di
Augusto
.
I popoli della
Mauretania
si erano sollevati quando
Caligola
aveva fatto morire il loro re
Tolomeo
. In quest'anno furono sconfitti da
Svetonio Paolino
.
Claudio
ordinò la costruzione di un nuovo grande porto alla foce del
Tevere
, un'opera grandiosa che
Giulio Cesare
aveva considerato e poi abbandonato a causa dell'enorme spesa necessaria.
Plinio
racconta che durante la costruzione del porto fu catturato con grande difficoltà un mostro marino detto orca che si era avvicinato al cantiere.
Claudio
sarebbe potuto essere un buon governante se non avesse subito la pessima influenza della moglie
Messalina
e del liberto
Narciso
. Costoro fecero credere a
Claudio
di aver entrambi sognato che sarebbe morto per mano di
Appio Silano
, un senatore colpevole soltanto di non essersi lasciato sedurre da
Messalina
. Il racconto dei sogni bastò a
Claudio
per far immediatamente sopprimere
Silano
. In più occasioni le persone più vicine a
Claudio
lo ingannarono inducendolo a pronunciare condanne estremamente ingiuste.
Episodi come quello di
Silano
suscitarono una congiura contro
Claudio
animata da
Annio Minuciano
che aveva avuto la sua parte nella morte di
Caligola
. Aderì alla cospirazione
Furio Camillo Scriboniano
comandante di alcune legioni in
Dalmazia
che si preparò ad attaccare
Roma
facendosi precedere da una lettera piena di ingiurie e minacce con la quale intimava a
Claudio
di rinunciare all'impero. Quando
Furio Camillo
ordinò alle sue legioni di mettersi in marcia si incontrarono difficoltà nel prendere le insegne che, come d'uso, erano conficcate nel terreno. Interpretando il fatto come un presagio negativo, le legioni rifiutarono di muoversi e
Camillo
fuggì in un'isola dove fu ucciso da un soldato.
Fu aperta un'inchiesta per individuare i partecipanti alla congiura, alcuni furono giustiziati, altri si uccisero e fra questi
Minuciano
. Tra i sostenitori di
Furio Camillo
era anche il consolare
Cecina Peto
la cui moglie
Arria
si rivolse a
Messalina
ma non avendo ottenuto aiuto si uccise con un pugnale che agonizzando porse al marito perché si uccidesse a sua volta.
A governare la
Dalmazia
fu inviato
Lucio Otone
(padre dell'
Otone
che in seguito fu imperatore) il quale fece giustiziare alcuni soldati che avevano ucciso gli ufficiali favorevoli a
Furio Camillo Scriboniano
.
Anno
43 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Tiberio Claudio
e
Lucio Vitellio
Dopo due mesi
Claudio
rinunciò al consolato e forse subentrò
Publio Valerio Asiatico
(notizia non corretta). Il console
Vitellio
era il padre del futuro imperatore
Vitellio
.
Claudio
ridusse il numero di giorni festivi, tolse cariche pubbliche a chi le aveva ottenute da
Caligola
senza essere idoneo e le conferì a chi ne era degno.
Fu sedata una rivolta in
Licia
e i ribelli furono privati della cittadinanza romana, privilegio che fu invece accordato a persone di tutti i tipi che lo richiedevano pagando
Messalina
o i liberti che si adoperavano anche per avere cariche militari o il governo di province.
Stando a
Giovenale
,
Messalina
si prostituiva in incognita nei lupanari e spingeva molte matrone a fare altrettanto mentre l'ingenuo marito rimaneva all'oscuro di queste perversioni.
In quest'anno gli inganni di
Messalina
costarono la vita a due principesse della famiglia imperiale:
Giulia
figlia di
Druso Cesare
figlio di
Tiberio
e
Giulia Livilla
sorella di
Caligola
e di
Agrippina
. Il filosofo
Seneca
pagò con l'esilio in
Corsica
la sua amicizia con
Livilla
.
Ai tempi di
Claudio
la
Britannia
, poi detta
Inghilterra
, non era ancora suddita di
Roma
. Un certo Berico, esule dall'isola, consigliò a
Aulo Plauzio
governatore della
Germania Inferiore
di tentare la conquista della
Britannia
.
Claudio
ne fu informato e approvò il progetto.
Sfruttando la sorpresa,
Plauzio
sbarcò in
Britannia
mettendo in fuga i popoli della costa che ripararono all'interno. Giunto al
Tamigi
si fermò e scrisse a
Claudio
informandolo sull'esito dell'impresa e sulle vittorie sue e dei suoi ufficiali
Gaio Osidio Geta
(il nome corretto è
Gneo Osidio Geta
)
e
Vespasiano
(il futuro imperatore).
Claudio
decise di partecipare personalmente alla conquista dell'isola e affrontò il lungo viaggio, parte in mare e parte per terra, fino a raggiungere
Plauzio
.
Superato il
Tamigi
,
Claudio
sconfisse i
Britanni
e prese la città di
Camaloduno
, residenza del re
Cinobellino
(Cinobelino)
. Tornò a
Roma
dopo sei mesi di assenza e il senato decretò il trionfo per la felice impresa in
Britannia
e conferì molti onori allo stesso
Claudio
, a suo figlio che ebbe in quell'occasione il nome di
Britannico
, e a
Messalina
.
Anno
44 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Lucio Quinto Crispino
e
Marco Statilio Tauro
(i nomi corretti sono
Tito Statilio Tauro
e
Gaio Sallustio Crispo Passieno
)
Cerimonie, giochi e festeggiamenti per il rientro di
Claudio
a
Roma
.
Claudio
restituì al senato le province di
Grecia
e
Macedonia
che
Tiberio
aveva attribuito ai suoi ufficiali.
Marco Giunio Cozio
che possedeva un ampio territorio nella regione alpina che dalla sua famiglia prendeva il nome di
Alpi Cozie
, ebbe da
Claudio
un ampliamento del suo dominio con l'insolito titolo di re.
L'imperatore tolse agli abitanti di
Rodi
il diritto di avere un proprio governo perché avevano crocifisso alcuni cittadini romani.
Morì
Erode Agrippa
re della
Giudea
e
Claudio affidò
il governo della provincia al cavaliere romano
Cuspio Fado
.
Anno
45 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Marco Vinicio
e
Tito Statilio Tauro Corvino
Per decisione di
Claudio
, furono rimosse da
Roma
molte statue. Poiché ognuno poteva erigerne liberamente, questo onore aveva perso di importanza e significato, perciò
Claudio
stabilì che per collocare una statua in luogo pubblico fosse necessario il consenso del senato.
In quest'anno furono riviste le norme che regolavano l'ufficio dei governatori provinciali.
Il primo di agosto, compleanno dell'imperatore, era prevista un'eclissi di sole. Una comunicazione di
Claudio
informò il popolo sulla natura del fenomeno per evitare che la coincidenza aumentasse la superstizione.
Anno
46 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Decimo Valerio Asiatico
(nel testo è chiamato
Publio Valerio Asiatico
)
e
Marco Giunio Silano
Il console
Valerio Asiatico
rinunciò in luglio alla sua carica, probabilmente per evitare di offrire giochi a sue spese.
Marco Vinicio
, già marito di
Giulia Livilla
, fu avvelenato da
Messalina
.
Asinio Pollione
, figlio di
Vipsania Agrippina
, fu mandato in esilio da
Claudio
perché trafficava in modo maldestro per prendere il potere.
Remetalce
re della
Tracia
fu ucciso dalla moglie e
Claudio
fece del suo regno una provincia romana.
Anno
47 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Claudio Augusto
e
Lucio Vitellio
Per gli ottocento anni dalla fondazione di
Roma
,
Claudio
offrì i giochi secolari, sebbene fossero passati solo sessantaquattro anni dalla precedente edizione offerta da
Augusto
. Assistettero ai giochi
Britannico
figlio di
Claudio
e
Lucio Domizio
, il futuro imperatore
Nerone
.
Contro l'abitudine di confinare nell'
isola Tiberina
gli schiavi malati abbandonandoli al rischio di morire di fame,
Claudio
stabilì con una legge che gli schiavi cacciati si intendessero liberi e non obbligati a tornare a servire e che chi uccideva i propri schiavi fosse perseguito per omicidio.
L'imperatore rivide l'elenco dei senatori escludendo quanti erano troppo poveri per "sostenere la dignità senatoria" e regolò le tariffe degli avvocati. Credendo alle calunnie di
Messalina
,
Claudio
fece uccidere
Gneo Pompeo
marito di sua figlia
Antonia
e i genitori di lui,
Crasso Frugi
e
Scribonia
.
Antonia
sposò quindi
Cornelio Silla Fausto
fratello di
Messalina
.
In collaborazione con il console
Vitellio
,
Messalina
fece condannare a morte
Valerio Asiatico
perché invidiava le sue ricchezze e voleva appropriarsi dei suoi meravigliosi giardini. Fra le vittime delle delazioni di
Messalina
fu anche
Poppea
, madre della
Poppea
che fu moglie di
Nerone
.
Fu ucciso
Artabano re dei Parti
e mentre i suoi figli combattevano per la successione
Claudio
mandò
Mitridate
fratello di
Farasmane
re dell'
Iberia
a prendere possesso dell'
Armenia
già occupata dai
Parti
.
Gneo Domizio Corbulone
ebbe il comando delle legioni in
Germania
, ripristinò la disciplina dei soldati e soggiogò i
Cauci
e i
Frisoni
che si erano ribellati. Un ordine di
Claudio
gli vietò di passare il
Reno
e compiere altre imprese.
Anno
48 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Aulo Vitellio
e
Lucio Vipstano Publicola Messalla
Gli abitanti della
Gallia Comata
chiesero di essere ammessi a concorrere per tutte le cariche della repubblica, compresa la carica dei senatori. Fra le diverse opinioni prevalse quella di
Claudio
che si rifece all'esempio degli antichi.
Claudio
indusse alcuni senatori indegni a dimettersi e rifiutò il titolo di
Padre del Senato
proposto dal console
Vipstano
. Reggendo
Claudio
in quest'anno l'ufficio di
censore
, si tenne il censimento e risultò che quanti godevano della cittadinanza romana, compresi coloro che non vivevano a
Roma
erano 6.944.000 persone.
Durante un'assenza di
Claudio
da
Roma
,
Messalina
celebrò il proprio matrimonio con il nobile
Gaio Silio
, benché vivente il marito. Riuscì quindi a convincere
Claudio
che si trattava di una finzione per stornare un pericolo annunciato dagli indovini.
Evidentemente
Messalina
mirava a far diventare
Silio
imperatore e questa eventualità indusse il potente liberto
Narciso
ad aprire gli occhi di
Claudio
. Facendolo parlò non soltanto dello scandalo attuale ma di molti casi precedenti in cui
Messalina
si era lasciata andare alla più turpe libidine. Consultati da
Claudio
, alcuni senatori confermarono le accuse di
Narciso
. Mentre
Messalina
e
Silio
si divertivano nelle feste di
Bacco
, giunse la notizia che
Claudio
era al corrente del comportamento della donna e stava tornando a
Roma
per punirla.
Messalina
andò incontro a
Claudio
con i figli e lo accolse con preghiere e lamenti, ma
Narciso
accompagnò l'imperatore a vedere nella casa di
Silio
tutti i preziosi arredi donati da
Messalina
, quindi lo portò al quartiere dei pretoriani i quali, precedentemente istruiti, domandarono gridando chi dovesse essere punito.
Silio
fu giustiziato per primo, lo seguirono altri amanti di
Messalina
tra cui il famoso attore
Mnestore
. Quella sera, mentre cenava,
Claudio
mandò l'ordine a
Messalina
di presentarsi il giorno seguente per discolparsi, ma
Narciso
, temendo che la donna riuscisse per l'ennesima volta ad ingannare il marito, la fece uccidere fingendo che l'ordine venisse dall'imperatore.
Quando seppe che
Messalina
era morta,
Claudio
continuò a cenare con tranquillità e nei giorni seguenti nulla del suo comportamento tradì i suoi sentimenti, mentre
Narciso
e altri liberti gioivano per la morte della pericolosa rivale.
Anno
49 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Quinto Veranio Nipote
e
Gaio Pompeo Longo Gallo
Rimasto vedovo,
Claudio
affermò che non si sarebbe più risposato ma l'osservanza di questo proposito fu di breve durata e presto l'imperatore scelse una nuova moglie tra le molte matrone che aspiravano a sposarlo. La preferita fu
Giulia Agrippina
figlia di
Germanico
, che aveva già avuto due mariti:
Gneo Domizio Enobarbo
e
Crispo Passieno
.
Agrippina
era oltremodo ambiziosa e aspirava all'impero per suo figlio
Lucio Domizio Enobarbo
, il futuro imperatore
Nerone
.
Con l'aiuto del censore
Lucio Vitellio
, la donna calunniò
Lucio Silano
, genero di
Claudio
, fino a provocarne la rovina.
Silano
perse la carica di senatore, quella di pretore e, soprattutto, fu annullato il suo matrimonio con
Ottavia
figlia di
Claudio
che
Agrippina
voleva sposasse suo figlio
Nerone
.
Poiché
Claudio
era zio paterno di
Agrippina
, fu necessario il consenso del senato per il loro matrimonio, consenso che servilmente i senatori si affrettarono ad esprimere. Il giorno stesso delle nozze
Silano
si tolse la vita.
Subito
Agrippina
pretese gli stessi onori che venivano tributati all'imperatore e prese a ordire inganni e calunnie per entrare in possesso di grandi ricchezze. Fu concluso il fidanzamento tra
Nerone
e
Ottavia
e il filosofo
Lucio Anneo Seneca
fu richiamato dall'esilio e nominato precettore di
Nerone
.
Con le sue calunnie
Agrippina
riuscì a mandare in esilio
Lollia Paolina
, sua rivale nei confronti di
Claudio
, e confiscò gran parte del suo patrimonio.
Claudio
ampliò il pomerio, evento considerato di grande importanza, ed emanò un editto di espulsione degli
Ebrei
da
Roma
.
Anno
50 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Gaio Antistio Vetere
e
Marco Suillio Nerullino
Agrippina
convinse
Claudio
ad adottare suo figlio
Lucio Domizio Enobarbo
, il cui nome divenne
Nerone Claudio Cesare Druso Germanico
, e a conferirle il titolo di Augusta e altri onori.
Da quel momento la donna fece di tutto per denigrare
Britannico
e con vari pretesti fece morire il suo precettore Sosibio e altre persone a lui vicine.
Agrippina
mandò alcune migliaia di veterani in
Germania
a fondare la colonia di
Colonia Agrippina
(l'attuale città di
Colonia
), nel luogo in cui ella stessa era nata durante una campagna militare del padre
Germanico
.
In quest'anno
Publio Ostorio Scapula
ampliò la conquista romana in
Britannia
e catturò il re
Carataco
il quale, condotto a
Roma
, parlò lealmente con
Claudio
che gli restituì la libertà. Un'altra colonia fu dedotta nella città di
Camaloduno
(
Colchester
) in
Britannia
.
Una ribellione di
Catti
in
Germania
fu sedata dal governatore
Lucio Pomponio Secondo
(Il nome corretto è
Publio Pomponio Secondo
)
.
Anno
51 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli
Tiberio Claudio Augusto
e
Servio Cornelio Salvidieno Orfito
Nerone
prese la toga virile prima di aver raggiunto l'età legale, ebbe il titolo di principe della gioventù e la podestà consolare fuori
Roma
Questi onori, per iniziativa di
Agrippina
, furono celebrati con giochi e donativi alla plebe e ai soldati. Intanto
Britannico
veniva allevato come un plebeo e
Agrippina
fece allontanare alcuni militari che avevano commiserato la condizione del ragazzo.
Per l'insistenza di
Agrippina
vennero deposti due
prefetti del pretorio
a lei non graditi e sostituiti da
Afranio Burro
.
A
Roma
si verificarono disordini a causa della carestia e
Claudio
si adoperò per far giungere rifornimenti in città.
Anno
52 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Publio Cornelio Silla Fausto
(
Festo Cornelio Silla Felix
)
e
Lucio Salvio Otone Tiziano
Il console
Otone Tiziano
era il fratello del futuro imperatore
Otone
. Nelle calende di luglio i consoli furono sostituiti da
Barea Sorano
e
Marco Licinio Crasso Muciano
.
Furio Scriboniano
, figlio di
Camillo Scriboniano
che si ribellò in
Dalmazia
contro
Augusto
, fu esiliato per aver consultato gli astrologi il merito alla durata della vita dell'imperatore e morì poco dopo in esilio per cause sconosciute. Fu pubblicato in questa occasione un editto di espulsione degli astrologi dall'
Italia
. Un altro editto fu emanato per evitare matrimoni di donne libere con gli schiavi. Se ne attribuì la preparazione al liberto
Pallante
, uno dei preferiti di
Claudio
, al quale vennero tributati onori che accettò e premi in denaro che rifiutò per vantarsi della sua modestia.
Claudio
intraprese un enorme progetto di bonifica della zona del
Lago del Fucino
impiegando per undici anni migliaia di operai per canalizzare le acque del lago. Prima dell'apertura delle chiuse fu offerto lo spettacolo di un combattimento navale sul lago e molti dei partecipanti (tutti condannati a morte) persero la vita combattendo mentre i superstiti furono graziati. Aperte le chiuse, la potenza dell'acqua distrusse in più punti le muraglie di contenimento e lo stesso
Claudio
rischiò di annegare.
Claudio
ordinò ulteriori lavori per adeguare il canale ma non visse abbastanza per vederli compiuti, in seguito
Nerone
,
Traiano
e
Adriano
ritentarono l'impresa ma nessuno di loro riuscì a prosciugare il lago. Miglior esito ebbe la costruzione di un grande acquedotto iniziato da
Caligola
e completato sotto
Claudio
che portò a
Roma
acque sorgive da una distanza di quaranta miglia.
Il liberto
Antonio Felice o Claudio Felice
fratello di
Pallante
ebbe il governo della
Giudea
e commise reati e iniquità confidando di poter operare senza essere giudicato. Fu il governatore che tenne in prigione per due anni
San Paolo Apostolo
.
Anno
53 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Tiberio Claudio
Consoli:
Decimo Giunio Silano Torquato
e
Quinto Aterio Antonino
Secondo
Tacito
in quest'anno fu celebrato il matrimonio di
Nerone
con
Ottavia
mentre
Svetonio
colloca questo evento nel
51 d.C.
.
Agrippina
e
Seneca
vollero che
Nerone
dimostrasse le sue capacità di oratore perorando la causa di ambasciatori troiani venuti a
Roma
per chiedere esenzioni fiscali. Con un'orazione in greco (certamente scritta da
Seneca
),
Nerone
ricordò l'origine di
Roma
da
Troia
e le vicende di
Enea
e fu concesso ai postulanti quanto avevano chiesto.
Nerone
sostenne davanti all'imperatore anche la richiesta degli abitanti di
Bologna
che necessitavano di aiuti dopo il terribile terremoto che li aveva colpiti e quelle degli abitanti di
Rodi
che volevano recuperare la libertà di cui
Claudio
li aveva privati.
L'imperatore accordò esenzioni fiscali anche a
Apamea
,
Bisanzio
e
Coo
.
Statilio Tauro
, che possedeva dei bei giardini desiderati da
Agrippina
, fu spinto al suicidio dalle calunnie della donna.
Anno
54 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Marco Asinio Marcello
e
Manio Acilio Aviola
Domizia Lepida
, sorella di
Gneo Domizio Enobarbo
primo marito di
Agrippina
, era ricchissima e parente di
Augusto
, inoltre come zia di
Nerone
se ne procurava l'affetto con frequenti regali. Tutto ciò non piaceva a
Agrippina
che montò false accuse contro di lei e riuscì a farla condannare a morte dal senato nonostante l'opposizione del potente libero
Narciso
, il quale si vendicò sostenendo
Britannico
contro
Nerone
e svelando a
Claudio
varie trame di
Agrippina
.
Claudio
divenne più affettuoso nei riguardi di
Britannico
e fu sentito dire "che per destino egli aveva dovuto avere soltanto mogli impudiche, per poi punirle". Tanto bastò perché
Agrippina
decidesse di uccidere
Claudio
servendogli dei funghi avvelenati con una pozione preparata dalla fattucchiera
Locusta
.
Claudio
spirò nelle prime ore del giorno 13 ottobre ma
Agrippina
tenne la sua morte segreta per qualche ora mentre disponeva le cose per far succedere
Nerone
nell'impero.
A mezzogiorno
Nerone
, accompagnato dal prefetto
Burro
fu presentato ai pretoriani che lo acclamarono imperatore e poco dopo la nomina venne confermata dal senato.
Il senato decretò per
Claudio
gli stessi onori che erano seguiti alla morte di
Augusto
e
Nerone
pronunciò l'orazione funebre preparata da
Seneca
.
Agrippina
fece in modo che le ultime volontà del defunto imperatore non fossero lette in senato.
Anno
55 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Nerone Claudio Augusto
e
Lucio Antistio Vetere
>
Agrippina
diffidava di
Giunio Silano
allora
proconsole
in
Asia
che aveva rapporti di parentela con la casa di
Augusto
e che avrebbe potuto vendicare la morte di suo fratello
Lucio Silano
. Lo fece dunque avvelenare con discrezione e si liberò anche del liberto
Narciso
, fedele a
Claudio
e sostenitore di
Britannico
, che venne imprigionato e quindi ucciso.
A contrastare
Agrippina
erano
Afranio Burro
prefetto del pretorio
e
Seneca
maestro di
Nerone
che riuscirono a poco a poco a contenere i suoi abusi e i suoi eccessi. Quanto a
Nerone
,
Burro
e
Seneca
gli lasciavano sfogare i suoi "bollori" con canti e danze in compagnia di coetanei sperando che con il tempo adottasse più seri costumi. Nel frattempo i due ministri governavano con saggezza e moderazione.
Per il suo primo intervento in senato,
Nerone
lesse un'orazione preparata da
Seneca
in cui dichiarava i giusti principi sui quali intendeva basare il suo governo, orazione che entusiasmò i senatori.
In quest'anno
Aristobulo
e
Soemo
furono dichiarati re rispettivamente dell'
Armenia Minore
e della provincia di
Sofene
.
Agrippa
re di parte della
Giudea
e
Antioco
re di
Commagene
si unirono ai
Romani
per combattere i
Parti
i quali si ritirarono dall'
Armenia
per effetto delle discordie nate tra il re
Vologese
e suo fratello Vardane. Il governo dell'
Armenia Maggiore
fu affidato a
Domizio Corbulone
.
Vologese
propose la pace a
Corbulone
e a
Ummidio Durmio Quadrato
governatore della
Siria
.
In questo periodo cominciarono a guastarsi i rapporti fra
Nerone
e sua madre per diverse ragioni fra cui la relazione del giovane imperatore con la liberta
Atte
.
Per ordine di
Nerone
,
Britannico
venne avvelenato e il suo corpo fu subito bruciato per impedire di accertare le cause della morte. L'evento mostrò a
Agrippina
di cosa fosse capace il figlio e certamente la donna se ne preoccupò seriamente. Per prepararsi a ogni eventualità
Agrippina
cercò di procurarsi nuovi e potenti amicizie mentre
Nerone
la privava della scorta di pretoriani e la trasferiva dal palazzo imperiale al palazzo di
Antonia
.
Come spesso accade il mutare della fortuna comportò l'isolamento di
Agrippina
e l'abbandono da parte degli adulatori.
Giunia Silana
, ex amica di
Agrippina
, fece sapere a
Nerone
che la madre tramava per sconvolgere lo stato.
Nerone
, che diede ascolto alla delazione mentre era ubriaco, avrebbe voluto far morire immediatamente la madre ma il buon senso di
Seneca
lo calmò e lo convinse a controllare le accuse prima di agire. Il risultato fu l'esilio per l'accusatrice
Giunia Silana
. Subì l'esilio anche un delatore che aveva accusato
Burro
e
Pallante
di tramare per cambiare imperatore.
Anno
56 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Quinto Volusio Saturnino
e
Publio Cornelio Scipione
Nerone
adottò abitudini notturne scandalose com frequentare postriboli travestito da servo, svaligiare botteghe e picchiare i passanti in compagnia di alcuni amici. Questi comportamenti furono presto imitati e
Roma
di notte divenne molto pericolosa. A volte lo stesso
Nerone
riportava ferite durante le sue imprese notturne, fu il caso di
Giulio Montano
che reagì violentemente all'aggressione e che presto fu condannato a suicidarsi. Da allora
Nerone
si fece proteggere dai soldati durante le sue scorribande. Amava assistere anche ai disordini che talvolta accadevano tra il pubblico del teatro e prendervi parte personalmente.
Anno
57 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Nerone Claudio Augusto
e
Lucio Calpurnio Pisone
Nerone
fece un donativo al popolo e abrogò l'imposta sulla vendita degli schiavi. Proibì ai governatori delle province di offrire spettacoli gladiatori perché erano spesso pretesto per coprire spese eccessive o acquisire guadagni illeciti.
Pomponia Grecina
, accusata di seguire un culto straniero (probabilmente era cristiana) secondo un'antica tradizione fu sottoposta al giudizio del marito
Aulo Plauzio
, processata in famiglia e assolta.
Si tennero a
Roma
numerosi spettacoli con belve e gladiatori.
Nerone
cominciò ad essere stanco dei precetti di
Burro
e di
Seneca
e continuò a coltivare i suoi vizi ma, per il momento, senza danno per la repubblica.
Anno
58 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Nerone Claudio Augusto
e
Valerio Messalla
Marco Suilio
, già noto avvocato e grande accusatore sotto
Claudio
, si ostinava a tessere una fitta rete di accuse contro
Seneca
, per contro lo stesso
Suilio
fu colpito da gravi accuse in senato e
Nerone
lo mandò in esilio. Anche
Cornelio Silla
, console nel
52
e marito di
Antonia
figlia di
Claudio
fu confinato a
Marsiglia
perché sospettato di cospirazione e nel
62
venne ucciso.
Pomponio Silvano
accusato di estorsione durante il governo della provincia d'
Africa
ottenne i migliori difensori promettendo di citarli nel suo testamento e venne assolto ma gli aspiranti eredi furono tutti delusi perché morirono prima di
Silvano
.
Contro gli abusi degli esattori
Nerone
varò provvedimenti e concesse benefici fiscali.
In quest'anno ebbe inizio la relazione di
Nerone
con la bella e nobile
Poppea Sabina
, già moglie di
Rufrio Crispino
e poi di
Otone
. La prima volta che
Nerone
vide
Poppea
decise di volerla e
Otone
fu presto liquidato con l'incarico di governatore della
Lusitania
.
Ripresero le ostilità di
Roma
con i
Parti
per il dominio dell'
Armenia
. Il generale
Domizio Corbulone
rinfrescò le sue milizie con nuove leve, quindi si impadronì di
Artaxata
e
Tigranocerta
espellendo dall'
Armenia
Tiridate
fratello del re dei
Parti
Vologese
.
Anno
59 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerpne Claudio
Consoli:
Gaio Vipstano Aproniano
e
Gaio Fonteio Capitone
Nacque presto una forte rivalità tra
Poppea
e
Agrippina
le quali, desiderando controllare le scelte di
Nerone
, si calunniavano reciprocamente presso l'imperatore. Sulle trame delle due donne e sul coinvolgimento di
Seneca
le testimonianze di
Tacito
e di
Dione
non sono del tutto concordi.
Stanco della situazione,
Nerone
tentò di tenere
Agrippina
lontana dalla corte e infine decise di farla morire. Dopo alcuni tentativi non riusciti,
Nerone
concordò con il liberto
Aniceto
di eliminare la madre facendola navigare con una nave dotata di un dispositivo micidiale. La galea che fu costruita in
Campania
era fatta in modo da rompersi e affondare una volta in mare.
In occasione delle feste
Quinquatrie
,
Nerone
finse di volersi riconciliare con
Agrippina
e la invitò a
Anzio
per un convito. Quando la donna decise di tornare alla sua villa, fu imbarcata sulla nave che si sfasciò poco dopo la partenza.
Agrippina
e la sua dama d'onore
Acerronia Polla
si salvarono aggrappandosi ai relitti, nella confusione i marinai uccisero a colpi di remi
Acerronia
credendola
Agrippina
mentre questa, leggermente ferita, si salvò a nuoto. L'indomani, tornata al suo palazzo,
Agrippina
intuì la verità ma decise di dissimulare e fece avvertire il figlio di essersi salvata da un grave incidente,
Nerone
accusò il messo della donna, di nome
Agerino
, di aver tentato di ucciderlo procurandosi così il pretesto per eliminare
Agrippina
.
Infatti, mentre
Agerino
veniva arrestato e soppresso,
Aniceto
si recò da
Agrippina
con due ufficiali e la uccise a colpi di spada. Il corpo venne cremato in quella stessa notte e si fece credere che la donna si fosse uccisa perché il suo sicario
Agerino
aveva fallito.
I senatori, mostrando di credere alla versione di
Nerone
, decretarono ringraziamenti agli dei, decisione che solo il senatore
Trasea Peto
evitò di approvare.
Sembra che
Nerone
fu preso dal rimorso e dal terrore delle erinni materne ma i suoi cortigiani lo incoraggiarono ed egli ritrovò il controllo.
Anno
60 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Nerone Claudio Augusto
e
Cosso Cornelio Lentulo
Morta la madre,
Nerone
si diede ai suoi divertimenti "sconvenevoli a un imperatore": i cavalli, la cetra e il canto.
Seneca
e
Burro
non riuscirono a contenere la vanità di
Nerone
che prese a esibirsi in pubblico coinvolgendo anche personaggi di ordine equestre e senatorio che a loro volta danzavano e cantavano negli spettacoli e nei giochi indetti frequentemente dall'imperatore.
Il passaggio di una cometa fu interpretato come presagio della morte imminente di
Nerone
. Molti pensarono, come possibile successore, a
Rubellio Claudio
imparentato con la famiglia di
Giulio Cesare
. Quando
Nerone
ne venne informato a
Rubellio
convenne ritirarsi in una sua tenuta in
Asia
con la famiglia ma due anni dopo fu fatto uccidere da
Nerone
.
Morì
Quadrato
governatore della
Siria
e la provincia passò a
Corbulone
.
Tigrane
nipote di
Archelao di Cappadocia
fu nominato re d'
Armenia
.
Anno
61 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Publio Petronio Turpiliano
e
Lucio Cesennio Peto
Il senatore
Valerio Fabiano
con un falso testamento tentò di impadronirsi dell'eredità del defunto
Domizio Balbo
ma, scoperto, venne degradato.
Pedanio Secondo
,
prefetto di Roma
, fu ucciso da un suo schiavo e secondo le leggi vigenti tutti i suoi quattrocento schiavi dovevano essere giustiziati. Un'adunanza di plebei tentò di difenderli, il senato discusse la questione e confermò la condanna.
Si verificarono problemi in
Britannia
per il ripristino di sanzioni contro i debitori che
Claudio
aveva abrogato.
Boendicia o Bunduica
(Boudicca)
, vedova del re
Prasutago
, sollevò una rivolta antiromana approfittando dell'assenza del governatore
Svetonio Paolino
e guidò un esercito di centoventimila uomini all'assalto della nuova colonia di
Camaloduno
.
Petilio Ceriale
sopraggiunse con una legione contro i ribelli ma fu duramente sconfitto. Le città di
Londra
e
Verulamio
furono conquistate e la popolazione fu massacrata.
Svetonio Paolino
fu costretto dalla mancanza di viveri ad affrontare una battaglia disponendo di soli diecimila uomini. L'esperienza e la disciplina dei
Romani
prevalsero infine sull'enorme numero degli avversari.
Boendicia
morì poco dopo di malattia o forse suicida, mentre il paese rientrò sotto il controllo romano.
Anno
62 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Publio Mario Celso
e
Lucio Asinio Gallo
I consoli furono sostituiti nelle calende di Luglio da
Lucio Anneo Seneca
e
Trebellio Massimo
(questi consoli suffetti non risultano dagli studi attuali)
.
Il pretore
Antistio Sosiano
fu accusato di aver composto versi contro
Nerone
e molti senatori chiesero la pena di morte per questo reato, soltanto
Trasea Peto
propose di limitare la pena all'esilio e al sequestro dei beni e con le sue parole convinse la maggioranza.
Nerone
, pur dichiarandosi molto offeso da quei versi, rimise la decisione al senato e
Sosiano
fu bandito. Lo stesso
Trasea
propose misure contro la corruzione dei governatori provinciali.
Morì
Burro
, secondo
Svetonio
e
Dione
fatto uccidere da
Nerone
, al suo posto furono nominati due
prefetti del pretorio
:
Fenio Rufo
e
Sofonio Tigellino
. Diffidando di questi personaggi e della loro influenza su
Nerone
,
Seneca
chiese il permesso di ritirarsi in campagna e
Nerone
glielo negò con espressioni di affetto e di gratitudine.
Seneca
dovette quindi limitarsi a non ricevere visite e ad uscire poco di casa adottando abitudini molto sobrie.
Poppea Sabina
ottenne con la sua insistenza che
Nerone
ripudiasse la moglie
Ottavia
con il pretesto della sterilità, inoltre montò contro la rivale accuse di adulterio che
Tigellino
comprovò con dichiarazioni delle ancelle estorte con la tortura.
Ottavia
fu relegata in
Campania
sotto sorveglianza ma poiché il popolo mormorava contro questo confino,
Nerone
la fece tornare a
Roma
. Il popolo festeggiò e nell'entusiasmo generale furono abbattute le statue di
Poppea
. Questa persuase
Nerone
che il favore popolare di cui godeva la moglie poteva essere pericoloso. Con la collaborazione di
Aniceto
, già uccisore di
Agrippina
, furono montate accuse di adulterio e di aborto volontario ai danni di
Ottavia
che fu esiliata a
Pandataria
e poco dopo venne uccisa a soli ventidue anni. La sua testa fu portata a
Roma
per ordine di
Nerone
per dimostrare la sua morte a
Poppea
.
Aniceto
fu confinato in
Sardegna
ma con buon trattamento fino a concludere serenamente la vita.
Il liberto
Pallante
morì in quest'anno, forse avvelenato per ordine di
Nerone
che ne ereditò le grandi ricchezze
Anno
63 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Gaio Memmio Regolo
e
Lucio Verginio Rufo
Vologese re dei Parti
iniziò la guerra contro
Tigrane
per l'
Armenia
per le insistenze del fratello
Tiridate
che aspirava a regnare su quella regione.
Corbulone
inviò due legioni in aiuto a
Tigrane
e scrisse a
Nerone
chiedendo un generale in grado di operare in
Armenia
. Fu inviato
Lucio Cesennio Peto
.
Intanto i
Parti
assediavano
Tigrane
in
Artasata
e
Corbulone
inviò un ambasciatore a
Vologese
per diffidarlo dall'agire contro un regno dipendente dai
Romani
.
Vologese
trattò per la pace chiedendo a
Nerone
di nominare re di
Armenia
suo fratello
Tiridate
. La proposta fu accettata a condizione che venisse tolto l'assedio di
Artasata
, ma nè i
Parti
nè
Tigrane
si allontanarono dall'
Armenia
e la guerra riprese.
Peto
occupò alcune fortificazioni sul monte Tauro ma non riuscendo a resistere a
Vologese
scriveva a
Corbulone
per chiedere aiuto.
Corbulone
si mise in movimento ma non giunse in tempo perché
Peto
si arrese ai
Parti
accettando di sgomberare l'
Armenia
. Ambasciatori di
Vologese
giusero a
Roma
per chiedere l'incoronazione di
Tiridate
, ma
Nerone
e il senato erano stati informati su quanto avveniva in
Armenia
,
Cesennio Peto
fu richiamato e sollevato dall'incarico e a
Corbulone
fu ordinato di far guerra ai
Parti
, ordine che venne subito eseguito con grande energia.
Tiridate
incontrò
Corbulone
con proposte di pace, chiese di essere ricevuto a
Roma
per ottenere la corona dalle mani di
Nerone
e
Corbulone
favorì le sue speranze.
In quest'anno nacque una figlia di
Nerone
a
Poppea
: la neonata e la madre ebbero il titolo di Augusta ma la bambina visse soltanto quattro mesi.
Anno
64 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Gaio Lecanio Basso
e
Marco Licinio Crasso
Nerone
andò a
Napoli
per esibirsi come cantante di fronte a un grande pubblico. Dopo che tutti ne furono usciti il teatro crollò, fortunatamente senza fare vittime.
Nerone
citò in giudizio
Torquato Silano
con accusa pretestuose ma
Silano
si uccise prima di essere condannato. Offrì un banchetto allestito sul
lago di Agrippa
(
Tacito
) o nell'anfiteatro appositamente allagato (
Dione Cassio
) con ogni genere di lupanari e spettacoli osceni che
Muratori
pudicamente rifiuta di descrivere.
Scoppiò un terribile incendio il 19 luglio che ebbe inizio nelle botteghe dei venditori d'olio al
Circo Massimo
e dilagò velocemente in tutta la città facendo molte vittime e danni incalcolabili.
Nerone
, che si trovava ad
Anzio
, non si mosse finché non seppe che il fuoco si avvicinava al suo palazzo.
Svetonio
e
Dione
affermano che l'incendio fu appiccato per ordine di
Nerone
ma
Tacito
ne dubita come di una voce non confermata. Di fatto
Nerone
si affrettò a procurare rifugi per gli sfollati, fece diminuire il prezzo del grano e mise molto impegno nella ricostruzione. Incentivò con premi personalmente finanziati chi ricostruiva la propria abitazione, nell'insieme la città fu innegabilmente migliorata e abbellita.
Intraprese quindi la costruzione del suo nuovo palazzo detto "La Casa d'Oro" per incredibile ricchezza degli arredi e per le straordinarie dimensioni. Tutte queste opere prosciugarono le casse statali e
Nerone
per riempirle varò nuove imposte ed effettuò confische a danno della cittadinanza di
Roma
e delle province. Depredò i tesori dei templi anche in
Grecia
e nelle lontane province d'
Asia
. Per allontanare da se ogni sospetto accusò la già cospicua comunità cristiana di
Roma
di essere responsabile dell'incendio dando inizio alla prima persecuzione. Numerosissimi cristiani furono fatti morire nei modi più atroci tanto da impietosire anche molti pagani.
La flotta che navigava verso
Miseno
fu sorpresa da una burrasca che affondò gran parte delle imbarcazioni.
Anno
65 d.C.
Papa:
Pietro
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Aulo Licinio Nerva Siliano
e
Marco Giulio Vestino Attico
Per le calende di Luglio erano consoli designati
Plautio Laterano
(fondatore della
Basilica Lateranense
) e
Anicio Ceriale
.
Ricco, nobile e famoso avvocato,
Gaio Calpurnio Pisone
ordì una congiura per eliminare
Nerone
e farsi imperatore, furono coinvolti il tribuno militare
Subrio Flavio
,
Marco Anneo Lucano
nipote di
Seneca
e autore della
Farsalia
e molti altri romani che per vari motivi odiavano l'imperatore. I congiurati decisero di agire il 12 aprile mentre si celebravano nel circo giochi dedicati a
Cerere
, ma uno di loro,
Flavio Scevino
, tradì e avvertì del pericolo
Nerone
che fu preso dal terrore. Molti furono i congiurati uccisi fra i quali
Gaio Calpurnio Pisone
e
Marco Anneo Lucano
.
Fu sospettato anche il filosofo
Lucio Anneo Seneca
per un suo incontro con il congiurato
Antonio Natale
e
Nerone
gli fece sapere che era giunto il momento di uccidersi.
Seneca
lo fece coraggiosamente tagliandosi le vene ed entrando nel bagno per accelerare l'uscita del sangue. Si svenò anche la moglie
Paolina
ma fu salvata per ordine di
Nerone
, visse ancora per pochi anni sempre pallida in volto.
Nerone
approfittò dell'occasione per eliminare diversi personaggi a lui non graditi come il console
Vestino
.
Un certo
Cesellio Basso
di origine africana informò
Nerone
di un immenso tesoro in oro non coniato che doveva trovarsi in un grotta nei pressi di
Cartagine
. Senza prendere ulteriori informazioni
Nerone
spedì alcune navi in
Africa
per prelevare il tesoro e prese a offrire giochi e banchetti per festeggiare il colpo di fortuna. Chiaramente l'oro non fu trovato e
Cesellio Basso
si tolse la vita per sottrarsi alle beffe e alle punizioni.
In quest'anno
Nerone
cominciò a esibirsi pubblicamente come poeta e come cantore con grande entusiasmo del popolo che in realtà lo derideva. Il futuro imperatore
Vespasiano
rischiò la vita perché dormiva durante una di queste esibizioni. La sola a criticarlo fu la moglie
Poppea
e
Nerone
la colpì con un calcio all'addome, uccidendola.
Secondo molti studiosi fu in quest'anno, il 29 giugno, che vennero uccisi i santi
Pietro
e
Paolo
.
Antonia
, figlia di
Claudio Augusto
e sorella di
Ottavia
, rifiutò una proposta di matrimonio da parte di
Nerone
che la fece morire e quindi sposò
Statilia Messalina
, vedova del console
Vestino Attico
.
Anno
66 d.C.
Papa:
Lino
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Gaio Lucio Telesino
e
Gaio Svetonio Paolino
Anno funesto per le molte condanne a morte comminate da
Nerone
allo scopo di confiscare i beni delle vittime. Persero la vita
Anneo Mela
fratello di
Seneca
,
Gaio Petronio (o Tito Petronio)
, un favorito di
Nerone
rovinato dalla gelosia di
Tigellino
.
Petronio
lasciò come testamento un resoconto delle iniquità di
Nerone
. Potrebbe forse trattarsi del
Petronio Arbitro
autore di un "impurissimo libro", oppure di
Petronio Turpiliano
console nel
61
.
Persero la vita per gli stessi motivi due senatori di specchiata virtù:
Trasea Peto
e
Barea Sorano
.
Tiridate
fratello di
Vologese re dei Parti
venne a
Roma
con ampio seguito per ricevere da
Nerone
la corona di
Armenia
come concordato con
Corbulone
. Per
Nerone
fu un'occasione per far sfoggio di magnificenza.
Tiridate
non volle viaggiare in nave per motivi scaramantici e attraversarono
Bitinia
,
Tracia
,
Illirico
e
Italia
. Ricevette ovunque grandiose e dispendiosissime accoglienze. Incontrò
Nerone
a
Napoli
e l'imperatore fu lusingato dell'omaggio di quel "barbaro" inginocchiato al suo cospetto, omaggio ripetuto a
Roma
dove
Tiridate
si definì suo schiavo.
Dopo la cerimonia di incoronazione e un lussuoso banchetto,
Nerone
pensò bene di esibirsi come cantante e di prendere parte a una gara di carri scandalizzando
Tiridate
. Tutto ciò sommato ai regali che
Nerone
fece all'ospite costò alle casse statali una vera fortuna.
Scoppiò una rivolta in
Giudea
che costrinse
Nerone
a inviare molti rinforzi al
governatore di Siria
Cestio Gallo
, li comandava
Vespasiano
.
In quest'anno (o nel seguente secondo
Dione
) morì
Corbulone
, suicida per ordine di
Nerone
, mosso come sempre da sospetti e gelosia.
Anno
67 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Nerone Claudio
Consoli:
Lucio Giulio Rufo
e
Fonteio Capitone
Morì martire papa
Lino
e fu eletto papa
Clemente
.
Desideroso di rinnovare i suoi successi di musicista e poeta,
Nerone
già dal
65
si era recato in
Grecia
per partecipare ai famosi giochi. Si esibì infatti in diverse città, mascherandosi a volte da divinità, altre volte da donna o comunque lo spettacolo richiedeva. Ovviamente vinse tutti i premi e onorò con la sua tavola gli ambasciatori che glieli consegnavano. Per coprire le enormi spese della sua corte itinerante depredò molti templi e confiscò molti beni pubblici e privati. Mandò anche un liberto ad operare a
Roma
ulteriori confische a danno dei senatori. Fece posticipare i giochi olimpici per potervi partecipare e, entrando nello stadio, cadde dalla biga, si infortunò e fu costretto per molti giorni a letto: ebbe comunque i premi delle gare. Durante i
Giochi Istmici
fece strangolare davanti al pubblico un musico che aveva cantato meglio di lui.
Progettò di realizzare un canale a
Corinto
per unire
Ionio
e
Egeo
, legando il suo nome a un'opera stabile. Vibrò personalmente il primo colpo con un piccone d'oro e destinò ai lavori del canale i suoi soldati, i prigionieri e molta altra gente tra cui seimila prigionieri ebrei mandatigli da
Vespasiano
.
Fu scavato il primo miglio del canale ma i lavori furono interrotti quando
Nerone
decise di tornare a
Roma
, avvertito da un liberto di una congiura contro di lui che si stava tramando in città. Entrò a
Roma
su un carro trionfale tra l'adulazione generale.
Intanto
Flavio Vespasiano
aveva iniziato a combattere contro gli
Ebrei
insorti. Sembra che fu fatto prigioniero in questa circostanza lo storico
Giuseppe Flavio
che fu ben trattato da
Vespasiano
al quale aveva predetto l'impero.
Anno
68 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Nerone Claudio
, poi
Servio Sulpicio Galba
Consoli:
Tiberio Catio Asconio Silio Italico
e
Publio Galerio Tracalo
Il console
Silio Italico
fu autore di un poema a noi pervenuto. Aveva la brutta abitudine di accusare e far condannare persone per ottenere la simpatia dell'imperatore.
Il console
Tracalo
trattava cause giudiziarie. Il loro consolato durò un solo mese a causa degli straordinari eventi di quest'anno.
Gaio Giulio Vindice
, vicepretore e governatore della
Gallia Celtica
, sollevò contro
Nerone
le genti della sua provincia riuscendo ad armare circa centomila persone. Non aspirava personalmente al titolo imperiale e lo offrì a
Servio Sulpicio Galba
governatore della
Spagna Tarraconese
. All'inizio di aprile
Galba
fu proclamato imperatore ma assunse soltanto il titolo di luogotenente della repubblica. Nel frattempo
Nerone
si trovava a
Napoli
. Quando fu informato della ribellione di
Vindice
non ne fu inizialmente allarmato ma continuando a ricevere notizie della sommossa volle tornare a
Roma
dove riunì i suoi consiglieri. Fu ordinato alle legioni dell'
Illirico
di muovere contro
Vindice
.
Nerone
si disperò solo quando seppe che anche
Galba
si era ribellato in
Spagna
ma poi si calmò cantando versi contro i capi della ribellione.
Marco Salvio Otone
, governatore della
Lusitania
, aderì al partito di
Galba
mandandogli oro e argento per farne monete.
Lucio Virginio Rufo
, governatore della
Germania Superiore
, ebbe l'ordine di marciare contro
Vindice
. La parte della
Germania
prossima al
Reno
e l'armata delle
Fiandre
e
Olanda
rimasero fedeli a
Nerone
e si unirono a
Virginio
il quale passò ad assediare
Besançon
. Sembra che
Virginio
e
Vindice
si accordassero segretamente ma quando i soldati di
Virginio
giunsero a
Besançon
attaccarono quelli di
Vindice
senza attendere altri ordini. La battaglia si concluse con la strage dei
Galli
e lo stesso
Vindice
si tolse la vita.
Virginio
avrebbe potuto accettare il titolo regale che le sue legioni gli offrivano ma lo rifiutò dicendo che l'imperatore doveva essere scelto dal senato e dal popolo. Per questo motivo ottenne l'ammirazione generale e visse tranquillamente fino ad età molto avanzata. Privato del sostegno di
Vindice
,
Galba
perse di coraggio e sospese ogni azione.
Nerone
decise di intervenire personalmente contro i ribelli e per farlo si attribuì il titolo di console unico, deponendo i consoli in carica. Per finanziare l'impresa istituì nuove e pesanti imposte che aumentarono l'odio della popolazione nei suoi confronti.
Ninfidio Sabino
prefetto del pretorio
e
Tigellino
capitano delle guardie decisero che fosse giunto il momento di tradire
Nerone
.
fece credere ai pretoriani che
Nerone
fosse fuggito per far acclamare
Galba
imperatore. Durante la notte
Nerone
, abbandonato da tutti, fu soccorso da un liberto di nome
Faonte
che lo portò in una sua casa poco distante da
Roma
. Il mattino seguente, informato che il senato lo avrebbe fatto cercare per flagellarlo ed ucciderlo,
Nerone
si fece pugnalare da un altro liberto di nome
Epafrodito
. Morì così
Nerone
a trentuno o trentadue anni e le sue ceneri furono deposte nel sepolcro dei
Domizi
.
Furono eletti consoli
Gaio Bellico Natale
e
Publio Cornelio Scipione Asiatico
.
Servio Sulpicio Galba
venne informato che il senato lo aveva nominato imperatore. Aveva settantadue anni, era stato console nel
33 d.C.
ed aveva avuto numerosi governi mostrandosi sempre accorto amministratore e valoroso militare.
Galba
scelse come suoi consiglieri
Tito Vinio
e
Cornelio Lacone
, uomini disonesti e viziosi. Nel viaggio verso
Roma
,
Galba
fu accompagnato da
Marco Salvio Otone
che, considerando l'età del nuovo imperatore, mirava a succedergli. Intanto
Ninfidio Sabino
,
prefetto del pretorio
, geloso dei nuovi consiglieri di
Galba
, tramò per farsi proclamare imperatore ma il tribuno
Antonio Onorato
seppe mantenere la disciplina dei pretoriani e fece fare a pezzi
Ninfidio
.
Ancora durante il viaggio,
Galba
mandò a
Roma
l'ordine di uccidere
Cingonio Varrone
e
Gaio Petronio Turpiliano
per essere stati amici di
Nerone
.
Varie iniziative prese da
Galba
quando giunse a
Roma
non furono gradite alla popolazione e ai soldati, soprattutto deluse per avarizia le aspettative dei pretoriani ai quali
Ninfidio
aveva promesso ingenti somme.
Intanto proseguiva la guerra condotta da
Vespasiano
contro i
Giudei
. I
Romani
stavano per assediare
Gerusalemme
, città già tormentata dalle discordie dei
Giudei
. Quando seppe della rivolta in
Gallia
e in
Spagna
e della morte di
Nerone
,
Vespasiano
sospese l'assedio di
Gerusalemme
e mandò a
Roma
il figlio
Tito
per garantire a
Galba
la sua ubbidienza.
Anno
69 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Servio Sulpicio Galba
,
Marco Salvio Ottone
,
Flavio Vespasiano
Consoli:
Servio Sulpicio Galba
,
Tito Vinio Rufino
Galba
fece eliminare
Clodio Macro
che si era ribellato a
Nerone
, mentre in
Germania
veniva ucciso
Fonteio Capitone
sospettato di complottare. Al comando delle armate in
Germania
fu inviato
Aulo Vitellio
, uomo pieno di vizi ma ritenuto non pericoloso che fece di tutto per piacere alle milizie.
Le legioni dell'
Alta Germania
, non contente dell'elezione di
Galba
, cominciarono a ribellarsi e
Vitellio
ne approfittò per farsi acclamare imperatore. Si unirono al suo partito
Valerio Asiatico
legato delle
Fiandre
e
Giunio Bleso
governatore della
Gallia Lugdunense
.
A
Roma
,
Galba
aveva delegato molto potere a
Tito Vinio
console,
Cornelio Lacone
prefetto del pretorio
e
Icelo
liberto.
Galba
decise di adottare
Lucio Pisone Frugi Liciniano
, giovane nobile dall'ottima reputazione, ma quando comunicò questa decisione ai pretoriani senza accompagnare la notizia con un donativo, non suscitò entusiasmo.
Da parte sua
Marco Salvio Otone
, che aveva sperato di essere adottato, cominciò ad attirare dalla sua alcuni soldati elargendo denaro. Il 15 gennaio si portò nel foro con un seguito di ventitre soldati, ai quali a poco a poco si unirono altri perché
Otone
prometteva una grande donativo, e fu a sua volta proclamato imperatore.
Quando a
Galba
giunse la falsa notizia della morte di
Otone
, uscì dal palazzo sperando di riconciliarsi con i pretoriani ma fu fatto a pezzi insieme al console
Vinio
. Furono uccisi anche
Pisone
e
Lacone
.
A sera
Otone
entrò in Senato dove, per adulazione, fu accolto festosamente. Non essendovi più consoli, la carica venne conferita allo stesso
Otone
e a suo fratello
Lucio Salvio Otone Tiziano
. Nelle calende di marzo succedettero nel consolato
Lucio Virginio Rufo
e
Vopisco Pompeo Silvano
, a loro volta sostituiti a maggio da Tito Arrio Antonio e Publio Mario Celso, a settembre entrarono in carica Gaio Fabio Valente e Aulo Alieno Cecina, quest'ultimo sostituito da Roscio Regolo il 31 ottobre. Infine a novembre venne conferito il consolato a Gneo Cecilio Semplice e a Gaio Quinzio Attico.
Mario Celso, che aveva difeso
Galba
, rischiò di essere ucciso ma
Otone
lo fece incarcerare per sottrarlo al furore della gente e il giorno successivo lo liberò, lo lasciò esercitare il consolato e ne fece uno dei suoi generali. Su richiesta del popolo
Otone
fece morire
Sofonio Tigellino
.
Otone
era riconosciuto a
Roma
, nell'intera
Italia
, in
Africa
, nella Palestina e in
Siria
. Aderivano a lui anche le legioni della Dalmazia,
Pannonia
,
Mesia
,
Egitto
,
Grecia
e il resto dell'Oriente. Da parte sua
Vitellio
contava sulle migliori milizie:
Alta
e
Bassa Germania
,
Bretagna
,
Gallia
. Formò due eserciti affidando il comando a Fabio Valente e Alieno Cecina che mossero verso
Roma
passando il primo per la
Gallia
e per l'Elvezia il secondo. Durante il viaggio raccolsero il consenso per
Vitellio
di Milano e altre città dell'
Italia Settentrionale
.
Otone e
Vitellio
si scambiarono lettere prima amichevoli poi sempre più offensive. Ognuno tentò di eliminare l'altro tramite sicari ma non ebbero successo.
Otone affidò
Roma
al fratello Tiziano e a
Flavio Sabino
fratello di
Vespasiano
e partì alla testa del suo esercito per fermare l'avversario. Lo scontro avvenne a Bedriaco nei pressi di
Cremona
e la vittoria toccò all'armata di
Vitellio
e gli ufficiali di Ottone si arresero a Valente e Cecina, i generali di
Vitellio
. Otone, che sostava a Brescello, fu informato della sconfitta e non volle tentare una rivincita, distribuì denaro a domestici e amici e, il mattino seguente, si uccise pugnalandosi al petto. I soldati che erano rimasti con lui, non riuscendo a far accettare l'impero a Virginio Rufo, si consegnarono ai generali di
Vitellio
.
Vitellio
partì dalla
Germania
e durante il viaggio venne a sapere della morte di Otone. Giunto a
Lione
incontrò i suoi ufficiali e quelli sconfitti. Perdonò Tiziano fratello di Otone, conservò il consolato di Mario Celso e concesse la sua fiducia e Svetonio e Procolo che sostenevano di essere gli artefici della vittoria. Condannò a morte Gneo Cornelio Dolabella per questioni personali. Liquidò gradualmente le milizie che erano state di Otone. Passò a
Cremona
, nel luogo della battaglia dove molti cadaveri giacevano ancora insepolti ma non volle dare l'ordine di seppellirli. Percorse l'
Italia
con sessantamila soldati e relative famiglie lasciando ovunque segni di rapacità e barbarie. Giunse a
Roma
alla metà di luglio. Incontrò la madre Sestilia che non si compiacque del titolo di augusta e che morì poco dopo, forse suicida.
Arruolò sedicimila pretoriani e nominò prefetti del pretorio Publio Sabino e Giulio Prisco. Si abbandonò quindi alle sue abitudini di crapulone e, emulo di
Nerone
, commise molti atti di crudeltà.
Intanto in oriente i soldati cominciarono a proporre l'impero a
Vespasiano
che, all'epoca, aveva sessant'anni ed era impegnato nella guerra contro i
Giudei
. Sembra che a convincere
Vespasiano
ad accettare l'impero fu
Licinio Muciano
governatore della
Siria
, mentre il primo a proclamarlo imperatore fu Tiberio Alessandro governatore dell'
Egitto
, presto imitato dall'armata della
Giudea
, seguirono la
Siria
e poi tutte le altre province orientali, mentre si scriveva ai governatori occidentali invitandoli a riconoscere
Vespasiano
.
Fu stabilito che
Muciano
, con un esercito, si portasse direttamente in
Italia
mentre
Vespasiano
avrebbe prima visitato l'
Egitto
per raccogliere nuove risorse e altri soldati.
Tito
, figlio di
Vespasiano
, sarebbe rimasto a combattere contro i
Giudei
. Durante la sua marcia
Muciano
arruolò molti volontari che si univano a
Vespasiano
per odio contro
Vitellio
.
A
Tolosa
Antonio Primo detto Becco
raccolse un altro esercito, se ne fece generale e si mise a disposizione di
Vespasiano
e di
Muciano
. Senza aspettare ordini calò in
Italia
e fu festosamente ricevuto in
Padova
e dintorni, conquistò una vittoria nei pressi dell'attuale
Ferrara
, si impadronì di
Verona
e la fortificò. Si unirono a lui
Marco Aponio Saturnino
con una legione della
Mesia
e un gran numero di pretoriani licenziati da
Vitellio
.
Vitellio
ordinò a Alieno Cecina di marciare contro Antonio Primo ma, giunto nei pressi di
Verona
, Cecina passò a
Vespasiano
e consigliò a tutti i suoi soldati di fare altrettanto. Una parte dei soldati fedele a
Vitellio
si rivoltò contro Cecina e lo tenne prigioniero a
Cremona
. Antonio Primo sconfisse le soldatesche di
Vitellio
il 26 ottobre non lontano dal luogo della battaglia di Bedriaco. Lo scontro proseguì durante la notte a Ostiglia dove si erano stabiliti i soldati di Cecina fedeli a
Vitellio
. Primo ottenne la vittoria a giorno fatto. I vincitori passarono a
Cremona
dove furono ostacolati dai trinceramenti costruiti da Otone. I soldati di Primo superarono anche quell'ostacolo e presero la città costringendo i vitelliani alla resa e passando senz'altro al saccheggio. Distrutta dalla brutalità dei saccheggiatori,
Cremona
fu in seguito ricostruita per volontà di
Vespasiano
.
Vitellio
continuava a oziare a
Roma
ma quando, sul finire di ottobre, venne a sapere quanto era accaduto, fu preso dal panico. Contro Antonio Primo mandò Giulio Prisco e Alfeno Varo con consistenti truppe a bloccare i passi dell'
Appennino
. Quest'armata si stabilì a Bevagna dove lo stesso
Vitellio
la raggiunse, ma quando seppe che l'armata navale del Miseno era insorta tornò a
Roma
ed inviò il fratello Lucio Vitellio a Terracina per affrontare i ribelli.
Antonio Primo riuscì comunque a superare l'
Appennino
e quando giunse a Narni ricevette la resa dei soldati di
Vitellio
. Fabio Valente, generale di
Vitellio
, fu giustiziato a Urbino;
Gallia
,
Spagna
e
Bretagna
riconobbero
Vespasiano
imperatore.
Il 18 dicembre
Vitellio
dichiarò di voler deporre il potere ma i consoli non accettarono le sue dimissioni, intanto senatori e ufficiali erano riunito con Flavio Sabino, fratello di
Vespasiano
. Quando si seppe che la rinuncia di
Vespasiano
non era avvenuta,
Sabino
si recò al palazzo per convincerlo ad abdicare.
Strada facendo
Sabino
e la sua scorta incontrarono un gruppo di vitelliani e si ebbe uno scontro.
Flavio Sabino
riparò nella rocca del
Campidoglio
insieme ad alcuni senatori, ai propri figli
Sabino
e
Clemente
e a
Domiziano
, figlio minore di
Vespasiano
. I soldati di
Vitellio
incendiarono la rocca del
Campidoglio
e catturarono Sabino con il console Quinzio Attico, quest'ultimo si salvò ma Sabino venne trucidato.
Antonio Primo raggiunse finalmente
Roma
e si combattè a lungo ma infine prevalsero le forze di
Vespasiano
che occuparono vari luoghi della città e si diedero al saccheggio.
Vitellio
indossò miseri abiti e tentò di nascondersi ma fu scoperto dal tribuno Giulio Placido che lo portò nella strada con le mani legate e una corda al collo. Deriso e oltraggiato dalla gente,
Vitellio
fu gettato nelle gemonie, il suo cadavere trascinato al
Tevere
, la sua testa mostrata in giro per la città. Aveva cinquantasette anni. Lucio Vitellio, fratello del defunto, si arrese con i suoi soldati ma fu comunque ucciso, così Germanico figlio di
Vitellio
. Scontri e saccheggi durarono ancora a lungo mentre il senato si riuniva per decretare a
Vespasiano
tutti gli onori.
In
Germania
e in
Gallia
era in corso la rivolta provocata da Giulio Civile, c'era guerra nella
Giudea
, nella
Mesia
e nel
Ponto
.
Anno
70 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
e
Tito Flavio Cesare
Vespasiano
e suo figlio
Tito
furono eletti consoli pur essendo ancora lontani da
Roma
. A luglio furono sostituiti da
Marco Licinio Muciano
e Publio Valerio Asiatico e a novembre il consolato passò a Lucio Annio Basso e Gaio Cecina Peto.
Giunto a
Roma
prima di
Vespasiano
,
Muciano
si impadronì del potere e prese ad agire come voleva in nome di
Vespasiano
, era con lui anche
Domiziano
Cesare figlio dell'imperatore il quale prendeva molte iniziative ma il potere restava di fatto nelle mani di
Muciano
, uomo di smodata ambizione.
Muciano
varò molte disposizioni per risanare le finanze statali non senza arricchire se stesso. Suoi rivali erano Antonio Primo, vincitore di
Vitellio
, e Arrio Varo
prefetto del pretorio
.
Muciano
finse di essere loro amico ma di fatto procurò la loro rovina.
Vespasiano
si trovava in
Egitto
e
Tito
in
Giudea
, durante l'estate
Vespasiano
sbarcò a Brindisi dove trovò
Muciano
venuto a riceverlo. A Benevento incontrò il figlio
Domiziano
che si comportava indegnamente e non fu punito dal padre per intercessione del fratello
Tito
. A
Roma
Vespasiano
si mostrò cordiale e benevolo. Partecipò alla cerimonia inaugurale dei lavori di ricostruzione della rocca bruciata del
Campidoglio
e fece ricercare tutte le copie reperibili dei documenti d'archivio perduti con l'incendio.
Riabilitò i condannati da
Nerone
e dai suoi successori e fece rientrare gli esuli. Cacciò da
Roma
gli astrologi. La guerra contro i
Giudei
era iniziata quando questi avevano sconfitto il governatore Cestio e
Vespasiano
aveva mandato contro di loro il figlio
Tito
.
Tito
aveva assediato
Gerusalemme
mentre moltissimi
Giudei
vi si recavano per celebrare la pasqua. Secondo
Giuseppe Flavio
durante quell'assedio perirono un milione e centomila
Ebrei
.
Avendo superato due cerchie di mura e non riuscendo a oltrepassare la terza,
Tito
decise di prendere
Gerusalemme
per fame. Dopo aver resistito a lungo alla fame e alle malattie, i
Giudei
furono sconfitti il 22 luglio quando i
Romani
conquistarono il tempio.
Tito
ordinò di risparmiare il sacro edificio ma furono gli stessi
Giudei
a darlo alle fiamme. Entro il mese di settembre tutta la città fu presa e in gran parte distrutta.
Contemporaneamente si svolgeva un'altra guerra che era iniziata in Batavia (oggi Olanda) sotto
Vitellio
. L'aveva provocata
Giulio Civile
ribellandosi a
Vitellio
e sconfiggendo sul
Reno
il generale romano Aquilio. La ribellione aveva assunto ampie dimensioni coinvolgendo vari popoli della
Germania
e della
Gallia
, ma dopo la morte di
Vitellio
fu inviata sul posto una grande armata comandata da Annio Gallo e
Petilio Ceriale
e presto le città della
Gallia
furono sottomesse.
Domiziano
volle partecipare a questa guerra e
Muciano
, non fidandosi di lui, lo accompagnò ed evitò che creasse problemi.
Anno
71 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
e
Marco Cocceio Nerva
Il
Nerva
console in quest'anno è il futuro imperatore. Nelle calende di Marzo i consoli furono sostituiti da
Flavio Domiziano Cesare
e Gneo Pedio Casto.
Tito
figlio di
Vespasiano
acquisì molto onore chiudendo vittoriosamente la guerra in
Giudea
, era benvoluto dai suoi soldati che lo avrebbero voluto imperatore. Quando si seppe che
Tito
era in viaggio verso
Roma
il padre lo associò all'impero e alla podestà tribunizia. Durante il viaggio
Tito
consultò il filosofo
Apollonio Tianeo
su come governare.
Apollonio
gli consigliò di seguire l'esempio di suo padre e di dare ascolto al filosofo cinico Demetrio.
Vespasiano
e
Tito
celebrarono insieme il trionfo (primo caso di trionfo condiviso da padre e figlio). Per l'occasione fu costruito l'
arco di Tito
.
Per celebrare la conclusione della guerra,
Vespasiano
fece costruire il tempio della Pace e chiuse le porte del
tempio di Giano
. Per l'intera durata del suo impero
Vespasiano
si dedicò a riparare gli errori dei predecessori e ad abbellire la città. Rivide l'elenco dei pretoriani liquidando quelli assunti da
Vitellio
e sostituendoli con uomini di sua fiducia. Affidò la carica di
prefetto del pretorio
a suo figlio
Tito
.
Viveva con molta moderazione, era affabile e concedeva udienza a chiunque, esaminava personalmente tutte le richieste che riceveva e ogni giorno consultava familiari e amici, tra i quali era
Plinio il Vecchio
.
Rispettava il senato con il quale condivideva le decisioni importanti. Spesso amministrava personalmente la giustizia. Era spiritoso e non si offendeva per l'ironia altrui. Apprezzava che si dicesse sempre la verità e aveva il pregio di dimenticare facilmente le offese.
Anno
72 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Vespasiano Augusto
e
Tito Flavio Cesare
Vespasiano
affidò a Cesennio Peto il governo della
Siria
incaricandolo di chiarire le voci che parlavano di un accordo segreto tra Antioco re della
Commagene
e
Vologese re dei Parti
. Peto si alleò con
Aristobulo
re di
Calcide
e con Soermo re di Emesa ed entrò con l'esercito nella
Commagene
. Antioco si ritirò senza opporre resistenza mentre i
Romani
prendevano
Samosata
superando senza difficoltà la debole opposizione di Epifane e Callimaco figli di Antioco.
Antioco fu catturato in Cilicia e sarebbe stato deportato a
Roma
se
Vespasiano
non lo avesse proibito. Il re fu dunque sistemato a Sparta e fornito di sostentamento mentre ai figli fu permesso di venire a
Roma
. Anche Antioco si stabilì a
Roma
mentre la
Commagene
, la
Tracia
, la Cilicia e la
Giudea
diventavano province romane.
Vologese
chiese aiuti a
Vespasiano
contro gli
Alani
che minacciavano il suo paese dopo aver occupato la Media e l'
Armenia
.
Vespasiano
non volle partecipare alle vicende di quei popoli.
Si combattè nella
Britannia
il cui governatore
Petilio Ceriale
fece nuove conquiste.
Vespasiano
rivide le liste dei senatori attribuendo i seggi vacanti ai più ragguardevoli cittadini di
Roma
e delle province, aumentò il numero dei giudici per sbrigare le numerosissime cause che affollavano i tribunali.
In generale il comportamento e la personalità di
Vespasiano
erano esempio di moderazione e di onestà. Avendo umili origini familiari non tentava di tenerle nascoste e rideva di chi tentava di attribuirgli ascendenti prestigiosi.
Anno
73 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Domiziano
Cesare, Marco Valerio Messalino
Acaia
,
Licia
, Rodi,
Bisanzio
, Samo e altre località orientali che in precedenza si governavano autonomamente, a causa delle frequenti sedizioni furono sottoposte al governo di magistrati inviati da
Roma
. Il filosofo Apollonio Tianeo protestà energicamente per la perdita della libertà di queste località greche ma non ottenne risultati.
I filosofi furono cacciati da
Roma
. Tra le cause di questo provvedimento fu la condotta di Elvidio Pristo, filosofo storico lodato da
Tacito
, Arriano, Plinio il Giovane. Costui era genero di Trasea Peto che si era mantenuto serio e coerente ai tempi di
Nerone
a volte disertando il senato per non dover approvare le iniziative dell'imperatore. Elvidio si vantava di parlare in piena libertà senza riguardo ad alcuno e palesava in pubblio la su avversione per la monarchia in generale e per
Vespasiano
in particolare. Non mostrava rispetto verso
Vespasiano
e non perdeva occasione per parlare male di lui. Una volta in senato arrivò allo scontro diretto con l'imperatore e lo attaccò tanto duramente che i tribuni lo fecero arrestare.
Vespasiano
si limitò a condannarlo all'esilio ma più tardi il senato lo condannò a morte e mandò sicari per eseguire la sentenza.
Vespasiano
tentò di fermarli ma gli fu detto che i suoi inviati non erano arrivati in tempo. Probabilmente fu
Muciano
a volere la morte di Elvidio Prisco e in questa occasione convinse
Vespasiano
a cacciare tutti i filosofi da
Roma
.
Anno
74 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
,
Tito Flavio Cesare
Nelle calende di Luglio
Tito
cedette il consolato al fratello
Domiziano
.
Vespasiano
e
Tito
completarono il censimento, l'ultimo curato da imperatori. Si legge in
Plinio
che in questo censimento furono trovati diversi ultracentenari residenti tra l'
Appennino
e il Po (in Emilia Romagna).
Morì Cenide, liberta e amata concubina di
Vespasiano
.
Il difetto di
Vespasiano
, forse l'unico, era l'avarizia che lo aveva indotto a aumentare le tasse e a fare commerci indegni di un imperatore. Cenide collaborava in questa attività ascoltando le richieste di chi aspirava a cariche civili o militari. Egli stesso faceva dell'ironia su questo suo vizio e quando
Tito
si scandalizzò per una tassa sull'orina, gli fece annusare delle monete per dimostrargli che il denaro non ha odore. L'avarizia di
Vespasiano
non gli impedì, comunque, di spendere per soddisfare i bisogni del popolo e soccorrere chi ne aveva necessità: promosse le arti e le scienze e istituì a
Roma
scuole di eloquenza greca e latina.
Fece costruire o restaurare molte opere pubbliche a
Roma
e in altre città dell'impero.
Anno
75 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
,
Tito Cesare
In luglio i consoli furono sostituiti da
Flavio Domiziano
e
Marco Licinio Muciano
.
Muciano
godeva di grande favore presso
Vespasiano
e ne approfittava per pretendere l'ossequio di tutti, Premiava lautamente chi gli mostrava rispetto e poteva rovinare chi non lo avesse fatto. Si vantava pubblicamente di avere il merito dell'incoronazione di
Vespasiano
.
Vespasiano
tollerava con grande pazienza il comportamento di
Muciano
. Si mostrò tollerante anche verso un certo Mettio Pomposiano che diceva che il suo oroscopo gli prometteva l'impero. Costruì e dedicò un nuovo tempio della Pace che fu lodato da Plinio e da Erodiano e che andò distrutto in un incendio sotto
Commodo
.
Anno
76 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
,
Tito Cesare
Nelle calende di Luglio i consoli furono sostituiti da
Tito Cesare
e Tito Plautio Silvano.
In quest'anno nacque
Adriano
, futuro imperatore e fiorì Quinto Asconio Pediano storico.
Giulio Frontino
, governatore della
Britannia
, sottomise i Siluri. Vennero a
Roma
Agrippa
re dell'Iturea con sua sorella
Berenice
, bellissima giovane già moglie di
Erode di Calcide
e di
Polemone re di Cilicia
.
Tito
si invaghì di
Berenice
e presto tra i due si stabilì un rapporto di intimità che preludeva al matrimonio ma le leggi vietavano a un romano di sposare donne straniere e la popolazione mormorava contro questa unione.
Tito
superò la sua passione e fece in modo da rimandare
Berenice
al suo paese. La vicenda è narrata da
Svetonio
e da
Dione
, con qualche differenza cronologica.
Anno
77 d.C.
Papa:
Clemente
Imperatore:
Vespasiano
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
,
Tito Cesare
Nelle calende di luglio i consoli vennero sostituiti da
Domiziano Cesare
e
Gneo Giulio Agricola
, il suocero di
Tacito
.
In quest'anno
Plinio il Vecchio
terminò a sua Storia Naturale e la dedicò a
Tito
.
Roma
fu colpita da una grave epidemia, riferita da Eusebio. Giunsero a
Roma
due filosofi cinici che, come loro costume, ingiuriarono la popolazione e la famiglia imperiale, uno dei due fu frustato, l'altro giustiziato.
Morì martire il papa
Clemente
e fu eletto
Cleto
.
Anno
78 d.C.
Papa:
Cleto
Imperatore:
Tito Flavio
Consoli Lucio Ceionio Commodo e
Decimo Novio Prisco
Il console Lucio Ceionio Commodo potrebbe essere il padre o un antenato di
Lucio Vero
futuro imperatore.
Gneo Giulio Agricola
, console dell'anno precedente, fu inviato in
Britannia
come governatore in luogo di
Giulio Frontino
. Iniziò riportando la disciplina tra le milizie, sanando abusi dei predecessori e moderando le imposte. Riconquistò l'
isola di Mona
i cui abitanti, gli
Ordovici
, si erano ribellati.
In
Gallia
il nobile Giulio Sabino che nel
70
aveva provocato una rivolta e si era nascosto nei sotterranei della sua villa facendo credere di essersi suicidato, viveva ancora in quel nascondiglio noto solo alla moglie che le fonti chiamano Peponilla o Epponina o Empona. La donna di tanto in tanto gli faceva visita e durante quegli anni avevano avuto due figli ma lei era riuscita a nascondere le gravidanze e le nascite. Nel
78
furono scoperti per caso, tentarono di impietosire
Vespasiano
mostrandogli i bambini e narrandogli la loro esperienza ma l'imperatore fu insolitamente crudele e li condannò entrambi a morte.
Anno
79 d.C.
Papa:
Cleto
Imperatore:
Tito Flavio
Consoli:
Flavio Vespasiano Augusto
e
Tito Flavio Cesare
In quest'anno due dei più importanti personaggi della politica romana tramarono contro
Vespasiano
e
Tito
per ragioni non chiare, si trattava di
Alieno Cecina
e
Eprio Marcello
. Scoperti, i due congiurati furono rapidamente eliminati da
Tito
che, nonostante avesse le sue ragioni, fu per questo fatto oggetto dell'odio di molti.
Poco dopo
Vespasiano
, accusando problemi di salute, volle ritirarsi per un periodo nella cittadina nativa di
Aquae Cutiliae
per giovarsi delle rinomate acque curative che sgorgavano nella zona, ma le sue condizioni peggiorarono e l'imperatore morì il 23 o 24 giugno all'età di settant'anni.
Il figlio
Tito
divenne imperatore senza difficoltà in quanto era già associato al potere.
Tito
era nato nel
41
in una casa modesta ed era cresciuto a corte come paggio di
Britannico
con il quale aveva stretto una forte amicizia.
Di bell'aspetto, colto e preparato alle cose militari, il giovane
Tito
riscuoteva la stima di tutti. Partecipò alle campagne del padre in
Germania
, in
Britannia
e in
Giudea
comportandosi sempre con onore.
Sposò
Arrecina Tertulla
, rimasto vedovo si risposò con
Marcia Furnilla
ma la ripudiò dopo aver avuto da lei una figlia di nome Giulia Sabina.
Nel mese di novembre si verificò la spaventosa eruzione del
Vesuvio
che distrusse
Pompei
.
Plinio il Vecchio
che si trovava a
Miseno
in qualità di comandante della flotta, volle avvicinarsi al luogo dell'eruzione per studiare il fenomeno ma si trattenne troppo a lungo e rimase ucciso dai vapori di zolfo.
Anno
80 d.C.
Papa:
Cleto
Imperatore:
Tito Flavio
Consoli:
Tito Flavio Augusto
e
Domiziano Flavio Cesare
Insieme alle molte virtù,
Tito
prima di salire al trono aveva mostrato anche diversi vizi: era ingordo, libidinoso e avido di guadagno, ma divenuto imperatore cambiò radicalmente comportamento con piacevole sorpresa di tutti. Allontanò dalla corte ogni persona di non chiara reputazione, rinunciò alla sua relazione con la regina
Berenice
e si mostrò sempre moderato, giusto e generoso.
In questo anno completò ed inaugurò il
Colosseo
e le sue
Terme
, nei pressi di quell'anfiteatro, e dedicò i nuovi edifici offrendo al popolo splendidi giochi e spettacoli.
Si adoperò in ogni modo per portare sollievo alle popolazioni colpite dall'eruzione del
Vesuvio
e finanziò ove possibile la ricostruzione.
Poco dopo
Roma
fu devastata da un enorme incendio che distrusse il
tempio di Giove Capitolino
, il
Pantheon
, il Palazzo di Augusto, templi e teatri.
Tito
si fece carico dell'intero costo della ricostruzione prelevando i fondi dalle sue finanze personali.
Ancora in questo stesso anno la popolazione romana fu colpita da una grave epidemia di peste e ancora l'imperatore impiegò ogni mezzo a sua disposizione per soccorrere quanti soffrivano.
Durante il suo breve regno,
Tito
si comportò in modo tale che la sua benignità e la sua generosità divennero proverbiali, grazie anche ad alcuni suoi provvedimenti molto popolari come l'abolizione del reato di lesa maestà che aveva causato tante ingiuste condanne sotto i precedenti imperatori.
Fra gli altri eventi dell'anno
Muratori
ricorda i lavori con cui la
via Flaminia
fu nuovamente lastricata da
Roma
a
Rimini
.
Anno
81 d.C.
Papa:
Cleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Lucio Flavio Silva Nonio Basso
e
Asinio Pollione Verrucoso
Un impostore di nome
Terenzio Massimo
che si spacciava per
Nerone
si rivolse al re dei
Parti
chiedendo aiuto per riprendere il trono.
Tito
, che ormai veniva definito
delizia del genere umano
per le sue virtù, si mostrava sempre più malinconico e decise di recarsi alla villa paterna in
Sabina
.
Durante il viaggio si ammalò e morì poco dopo (13 settembre). Alcuni attribuirono la causa della morte ai bagni freddi che l'imperatore usava prendere ogni mattino, altri a normali malattie ma non mancò chi sospettò
Domiziano
di aver avvelenato il fratello.
In effetti
Domiziano
si affrettò a farsi proclamare imperatore dai pretoriani e, subito dopo le esequie di
Tito
, pretese che il
senato
lo onorasse con i titoli di Augusto,
pontefice massimo
,
censore
e con la
podestà tribunizia
.
Poco più tardi ebbe l'appellativo di
Padre della Patria
e conferì alla moglie
Domizia
il titolo di Augusta.
Tito
era morto a quarant'anni,
Domiziano
divenne imperatore a trentuno.
Anno
82 d.C.
Papa:
Cleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Tito Flavio Sabino
Il console
Flavio Sabino
era figlio del
Tito Flavio Sabino
fratello di
Vespasiano
, dunque cugino di
Domiziano
.
Nei primi tempi del suo principato
Domiziano
si comportò con moderazione e giustizia, curò in particolare il funzionamento dei tribunali punendo severamente i giudici che si lasciavano corrompere e varò diversi provvedimenti per moralizzare i costumi e salvaguardare la dignità del
senato
e delle altre istituzioni.
Abbellì
Roma
con nuovo edifici e monumenti fra i quali il tempio della
famiglia Flavia
, lo
stadio
, l'odeon e la naumachia per i combattimenti navali.
Durante quest'anno il generale
Giulio Agricola
riportò vittorie in
Britannia
.
Anno
83 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Quinto Petilio Rufo
Morte di papa
Cleto
e elezione di
Anacleto I
. (
Secondo gli studi attuali
Cleto
e
Anacleto
furono la stessa persona che salì al soglio pontificio come successore di
Lino
, ma ai tempi di
Muratori
prevaleva l'opinione che si trattasse di due personaggi distinti.)
Agricola
riportò una vittoria in
Scozia
. Soldati germanici che militavano con
Agricola
disertarono e tentarono di lasciare l'isola ma naufragarono presso le coste della
Germania
e i più furono catturati dai soldati e venduti come schiavi.
Intanto a
Roma
Domiziano
offriva al popolo grandiosi spettacoli che comprendevano combattimenti navali in un lago appositamente scavato presso il
Tevere
.
Anno
84 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
(Gaio Oppio) Sabino
Precisa
Muratori
che non tutti gli autori erano d'accordo sul prenome e nome di
Sabino
.
Su prove numismatiche si colloca in quest'anno la guerra di
Domiziano
contro i
Catti
. Il pretesto fu la cacciata ad opera dei
Catti
di
Cariomero
re dei
Cherusci
alleato dei
Romani
. L'imperatore condusse l'esercito nella
Gallia
fingendo altre intenzioni poi passò improvvisamente il
Reno
e attaccò i
Catti
i quali prudentemente si ritirarono senza combattere ma
Domiziano
, tornato a
Roma
, si fece comunque accordare il trionfo vantando inesistenti vittorie.
Anno
85 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Tito Aurelio Fulvo o Fulvio
Il console
Tito Aurelio
fu nonno dell'imperatore
Antonino Pio
.
Domiziano
celebrò il trionfo sui
Catti
. Invidioso dei successi di
Agricola
,
Domiziano
celò i suoi sentimenti decretando molti onori per il generale ma lo richiamò dalla
Britannia
con il pretesto di affidarli il governo della
Siria
. Inviò la patente di governatore a
Agricola
tramite un liberto ma questi, trovando che il generale aveva consegnato la provincia al successore ed era già partito, tornò a
Roma
senza aver fatto nulla, proprio come gli era stato ordinato.
Agricola
tornò in città con discrezione, fu accolto freddamente da
Domiziano
e si ritirò a vita privata. Nonostante le trame dei soliti delatori
Agricola
riuscì a vivere indisturbato fino alla morte. Negli anni successivi alla sua partenza le legioni subirono varie sconfitte in
Mesia
,
Germania
,
Dacia
e
Pannonia
.
Anno
86 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Servio Cornelio Dolabella
In quest'anno nacque
Antonino Pio
.
Domiziano
istituì i giochi capitolini che comprendevano anche un agone poetico al quale partecipò senza vincere
Stazio
con una parte della sua Tebaide.
Offrì altri giochi durante la sua residenza estiva ad
Albano
e più volte distribuì donativi al popolo per guadagnarne l'affetto ma in questo modo arrecò gravi danni all'erario.
Anno
87 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Lucio Volusio Saturnino
Probabilmente in questo anno si verificarono i primi episodi della guerra contro i
Daci
il cui capo
Decebalo
, un comandante molto esperto, passò il
Danubio
e cacciò i presidi romani. Contro i
Daci
di
Decebalo
mosse il governatore della
Mesia
Gaio Oppio Sabino
che fu sconfitto e decapitato, quindi i ribelli invasero e saccheggiarono la provincia.
Contemporaneamente si sollevò la popolazione africana dei
Nasamoni
per l'eccessivo carico fiscale. Furono sconfitti da Flacco governatore della
Numidia
ma
Domiziano
vantò come sua questa vittoria di fronte al
senato
.
Anno
88 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Lucio Minucio Rufo
Domiziano
celebrò i giochi secolari nonostante mancassero quasi sessant'anni alla loro ricorrenza. Andò personalmente contro i
Daci
, respinse gli ambasciatori che
Decebalo
aveva mandato a proporre la pace, affidò il comando a
Cornelio Fusco
e tornò a
Roma
come se avesse debellato il nemico.
Dopo la sua partenza
Cornelio Fusco
passò il
Danubio
e dopo alcuni scontri con i
Daci
rimase sconfitto e ucciso.
In questi anni fiorì a
Roma
il maestro di eloquenza
Marco Fabio Quintiliano
che fu istitutore dei nipoti di
Domiziano
.
Anno
89 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Tito Aurelio Fulvo
e
Aulo Sempronio Atratino
(in altre fonti
Marco Asinio Atratino
)
Dopo la disfatta di
Cornelio Fusco
,
Domiziano
intraprese una nuova campagna contro i
Daci
ma neanche questa volta affrontò personalmente il nemico, si fermò in
Mesia
delegando il comando ai suoi generali.
Le armate romane combatterono contro i
Daci
con esiti alterni ma quando
Decebalo
propose ancora la pace
Domiziano
rifiutò di trattare e rivolse le armi contro i
Quadi
e i
Marcomanni
colpevoli di non averlo aiutato.
Sconfitto duramente anche dai
Marcomanni
,
Domiziano
fu costretto a trattare con
Decebalo
accettando condizioni di pace piuttosto umilianti fra le quali una regalia annuale in denaro che
Roma
pagò ai
Daci
fino a
Traiano
.
Inviando al
senato
notizie come sempre contraffatte,
Domiziano
vantò un'altra vittoria e ricevette ulteriori onori.
Anno
90 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Marco Cocceio Nerva
Il console
Nerva
era il futuro imperatore.
Si celebrò un nuovo trionfo di
Domiziano
sui
Daci
e si tennero feste e spettacoli fra cui una battaglia navale nella quale perirono quasi tutti i combattenti.
Domiziano
coinvolse
senatori
e cavalieri in bizzarri diverimenti come un banchetto offerto in un ambiente completamente nero con molti macabri particolari.
Anno
91 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Marco Ulpio Traiano
e
Manio Acilio Glabrione
Il console
Traiano
è il futuro imperatore.
Il console
Glabrione
fu costretto da un capriccio di
Domiziano
a combattere con un leone, riuscì ad abbatterlo rimanendo incolume ma così si procurò l'invidia e l'odio dell'imperatore che in seguito con dei pretesti lo mandò in esilio e poi lo fece uccidere.
Si riaprì il processo alla vestale
Cornelia
, già in precedenza assolta dall'accusa di incontinenza e
Domiziano
, atteggiandosi a difensore della religione, la condannò ad essere sepolta viva. Alcuni nobili coinvolti nella vicenda furono frustati a morte. Valerio Liciniano, noto avvocato ed ex pretore, fu processato per aver nascosto una liberta di
Cornelia
e confessò quanto gli fu segretamente consigliato per ordine dell'imperatore. Soddisfatto per questa confessione
Domiziano
si limitò a mandare in esilio Liciniano confiscandone i beni anzichè condannarlo a morte.
Anno
92 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Quinto Volusio Saturnino
Lucio Antonio Saturnino
governatore in
Germania
sapendo di essere in disgrazia presso
Domiziano
si ribellò e sollevò le sue legioni facendosi proclamare imperatore. La notizia creò a
Roma
grande timore di una nuova guerra civile e
Domiziano
decise di muovere contro il rivale ma lo prevenne Lucio Appio Norbano Massimo governatore della
Bassa Germania
che attaccò improvvisamente
Lucio Antonio
prima che potesse ricevere aiuti dai
Germani
con i quali si era accordato.
Lucio Massimo
sconfisse
Lucio Antonio
e ne mandò la testa a
Roma
per dimostrare la vittoria.
In questo stesso anno
Domiziano
emanò un decreto che vietava di piantare nuove vigne in
Italia
e ordinava di abbattere metà delle vigne nelle province perché temeva che l'abbondanza di vino favorisse le rivolte. Più tardi tornò sulla decisione e annullò il decreto.
Anno
93 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Pompeo Collega
e
Cornelio Prisco (Quinto Peduceo Priscino in altre fonti)
In agosto morì
Gneo Giulio Agricola
, suocero di
Cornelio Tacito
. Al suo ritorno a
Roma
Agricola
non aveva richiesto altri onori perché diffidava di
Domiziano
che poco prima aveva fatto morire
Civica Ceriale
proconsole
in
Asia
sospettato di ribellione.
Dopo la sconfitta di
Lucio Antonio
,
Domiziano
esasperò il proprio dispotismo e tutti i suoi vizi, già ben noti, divennero sfrenati e palesi. Fece fra l'altro uccidere suo cugino
Tito Flavio Sabino
solo perché un banditore, per una svista, lo aveva chiamato imperatore invece di console, condannò a morte
Salvio Cocceiano
perchè aveva celebrato il genetliaco di suo zio
Otone
,
Sallustio Lucullo
per aver dato il proprio nome a un'arma di sua invenzione,
Materno Sofista
e
Elio Lamia Emiliano
per frasi non gradite.
Fece di
Domizia Longina
moglie di
Lamia
la sua amante e qualche tempo dopo la sposò. Credendo nell'astrologia fece uccidere
Mettio Pompusiano
per un oroscopo che gli pronosticava l'impero.
In questo anno o nel precedente ebbe inizio la guerra con i
Sarmati
che avevano trucidato una legione romana.
Anno
94 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Lucio Nonio Torquato Asprenate
e
Tito Sestio Magio Laterano
La tirannide di
Domiziano
non aveva più alcun freno e molte persone prive di colpa furono esiliate o eliminate. I delatori erano più attivi che mai, processi e condanne servivano anche a sequestrare i beni degli imputati nel tentativo di alimentare l'erario dissanguato dalle spese folli ed inutili dell'imperatore.
Fra le vittime illustri di queste persecuzioni furono
Elvidio il Giovane
figlio di
Elvidio Prisco
sospettato di aver scritto versi che deridevano
Domiziano
,
Erennio Senecione
, colpevole di aver scritto una biografia di
Elvidio Prisco
, per cause simili fu giustiziato anche
Giunio Aruleno Rustico
.
Fece uccidere anche
Marco Arrecino Clemente
già
prefetto del pretorio
sotto
Vespasiano
e legato a
Domiziano
da vincoli di parentela.
Anno
95 d.C.
Papa:
Anacleto
Imperatore:
Flavio Domiziano
Consoli:
Flavio Domiziano
e
Tito Flavio Clemente
Clemente
era figlio di
Sabino
fratello di
Vespasiano
.
Domiziano
gli era affezionato ma in quest'anno lo fece morire, probabilmente, perché si era convertito al
Cristianesimo
. In effetti in quest'anno
Domiziano
varò una persecuzione contro i cristiani.
Flavia Domitilla
, moglie di
Clemente
, fu confinata nell'isola di
Pandataria (Ventotene)
.
Furono fatti uccidere anche
Acilio Glabrione
, console nel
91
, e Epafrodito liberto di
Nerone
.
Publio Giuvenzio Celso
, famoso giureconsulto, fu accusato di cospirazione ma riuscì ad ottenere del tempo per scagionarsi e a sopravvivere fino alla morte del tiranno.
Anno
96 d.C.
Papa
Evaristo
Imperatore
Nerva
Consoli
Gaio Antistio Vetere
e
Gaio Manlio Valente
Il
senato
era ridotto al silenzio e approvava passivamente tutto ciò che
Domiziano
ordinava. Tutti vivevano nel terrore di essere accusati dai delatori con funeste conseguenze.
Ma anche
Domiziano
soffriva per la diffidenza che nutriva verso tutti, compresa sua moglie
Domizia
e i suoi più intimi cortigiani
Norbano
e
Petronio Secondo
. Anche le predizioni degli astrologhi lo inquietavano indicando l'imminenza della sua morte.
Quando
Domizia
,
Norbano
,
Partenio
e Petronio maestro di camera furono certi del pericolo che correvano decisero di prevenire
Domiziano
uccidendolo e di elevare all'impero
Marco Cocceio Nerva
.
Dione
racconta che
Domizia
trovò nella camera dell'imperatore un elenco di persone da eliminare fra le quali compariva lei stessa e ciò affrettò l'azione dei congiurati.
Il 28 settembre, giorno che gli astrologi avevano predetto gli sarebbe stato fatale,
Domiziano
sostò brevemente nel tribunale quindi si ritirò nelle sue stanze dove ricevette la visita di
Stefano
liberto del defunto
Flavio Clemente
.
Stefano
porse a
Domiziano
un documento che conteneva una falsa denuncia e mentre l'imperatore leggeva lo pugnalò al ventre. La ferita non era mortale e
Domiziano
lottò per la sopravvivenza riuscendo a uccidere
Stefano
prima di essere finito dagli altri congiurati con sette coltellate.
Una nutrice trafugò il corpo di
Domiziano
, lo bruciò e mischiò le sue ceneri con quelle di Giulia Sabina, figlia di
Tito
, che
Domiziano
aveva tolto al marito per tenerla con se more uxorio ma facendola abortire ne aveva causato la morte.
Domiziano
morì a quarantacinque anni lasciando indifferente il popolo minuto del quale non si era mai curato. I soldati piansero la sua morte perché li aveva arricchiti e minacciarono reazioni violente. I
senatori
gioirono, cancellarono tutti i decreti del morto e fecero abbattere tutte le sue statue.
Marco Cocceio Nerva
era stato console nel
71
e nel
90
, era di irreprensibili costumi, apprezzato e rispettato da tutti ma di salute cagionevole. Fu elevato al trono con l'approvazione del
senato
e del popolo e si accinse a riportare l'ordine e la serenità dopo le atrocità della tirannide.
Vivente ancora
Domiziano
, papa
Anacleto
aveva subito il martirio ed era stato nominato
Evaristo
. (
Attualmente si ritiene che
Anacleto
morì di morte naturale nell'
88
e il suo successore fu
Clemente I
).
Anno
97 d.C.
Papa
Evaristo
Imperatore
Nerva
Consoli:
Marco Cocceio Nerva Augusto
e Lucio Virginio Rufo
Nel corso dell'anno il console Lucio Virginio Rufo fu sostituito da
Publio Cornelio Tacito
, lo storico. Virginio Rufo aveva rifiutato l'impero offertogli dalle legioni nel
68 d.C.
, era stato due volte console nel
63
e nel
69
. Morì in quest'anno per le conseguenze di una caduta accidentale, aveva ottantatre anni.
Nerva richiamò dall'esilio quanti erano caduti in disgrazia sotto
Domiziano
e annullò tutti i processi di lesa maestà punendo i calunniatori. Vietò anche le accuse di empietà con beneficio di ebrei e cristiani.
Aiutò le persone bisognose, rifocillò l'erario vendendo suoi beni personali e beni demaniali e per due volte durante il suo governo distribuì denaro e grano. Abolì molti giochi e spettacoli per contenere le spese pubbliche, introdusse varie riforme in materia fiscale e fu nel complesso un buon governante ma non mancò chi tramasse contro di lui. Un senatore di nome Calpurnio della famiglia dei Crassi cospirò contro Nerva che si limitò a mandarlo in esilio insieme alla famiglia.
I pretoriani si sollevarono insieme al prefetto Eliano Casperio chiedendo la morte di chi aveva ucciso
Domiziano
. Nerva rifiutò e i pretoriani uccisero Petronio Secondo, ex
prefetto del pretorio
, e Partenio ex maestro di camera di
Domiziano
. Casperio colse l'occasione per oltraggiare l'imperatore costringendolo ad approvare quei delitti. Nerva comprese che a causa della sua età avanzata aveva bisogno di associare all'impero un uomo giovane e determinato, scelse
Marco Ulpio Traiano
, all'epoca generale in
Germania
. Lo adottò e gli conferì i titoli di Cesare e di Germanico, lo creò suo collega nell'impero e lo dotò di podestà tribunizia.
Anno
98 d.C.
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli: Marco Cocceio Nerva Augusto e
Marco Ulpio Traiano
L'imperatore Nerva morì di febbre, la sua età varia a seconda della fonte da sessantatre a settantuno anni. Lasciò un buon ricordo del suo breve governo durante il quale, come egli stesso diceva, non commise azioni che potessero esporlo al pericolo di vendette. Va a suo merito anche l'aver indicato
Traiano
come suo successore. Le sue ceneri vennero riposte nel mausoleo di Augusto e
Traiano
gli dedicò dei templi.
Publio Elio Adriano
, amico e parente di
Traiano
, volle essere il primo ad informarlo della sua nomina mentre si trovavano in
Germania
.
Traiano
, che comandava una forte armata, non tornò a
Roma
nel primo anno di impero ma continuò a rinforzare i confini. I
Germani
, che ogni inverno superavano il
Danubio
ghiacciato per penetrare in territorio romano, quest'anno se ne astennero per timore di
Traiano
.
Anno
99 d.C.
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli:
Aulo Cornelio Palma Frontoniano
e
Quinto Sosio Senecione
Traiano
si incamminò dalla
Germania
verso
Roma
in primavera. Durante la marcia le legioni che lo seguivano si astennero dal compiere saccheggi e violenze contro la popolazione.
Entrò a
Roma
a piedi, vestito modestamente, abbracciando e salutando quanti lo avvicinavano, era con lui la moglie Pompea Plotina, altrettanto amata dalla popolazione. Plotina consigliò sempre il marito e in particolare gli segnalò le ingiustizie compiute dai governatori nelle province. Quando giunsero a
Roma
,
Traiano
ebbe i titoli di pontefice massimo e di patre della patria e Plotina quello di augusta.
Traiano
aveva una sorella di nome Marciana alla quale fu dedicata la città di Marcianopoli nella
Mesia
, anche Marciana ebbe il titolo di augusta e fu madre di Giulia Sabina, che fu moglie di
Adriano
, e di Matidia.
Traiano
si dimostrò molto liberale con le distribuzioni di grano e con l'assistenza agli orfani che era stata istituita già da Nerva. Curò con particolare attenzione l'annona, istituì il collegio dei fornai. Particolare popolarità gli arrecarono i molti processi istituiti contro i delatori e l'abolizione del reato di lesa maestà.
In quest'anno
Traiano
fu nominato console per l'anno successivo, tentò di rifiutare la carica e quando la accettò volle giurare nelle mani di un console uscente come avrebbe fatto un privato.
Anno
100
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli:
Marco Ulpio Nerva Traiano Augusto
e Marco Cornelio Frontone
Nelle calende di settembre i consoli furono sostituiti da Gaio Plinio Cecilio Secondo (Plinio il Giovane) e da Spurio Cornuto Tertullo.
Divenuto imperatore,
Traiano
non cambiò i suoi costumi e continuò ad essere affabile, modesto e cortese diversamente da molti suoi predecessori. Soleva dire che desiderava comportarsi con gli altri come avrebbe voluto che gli altri si comportassero con lui se fosse stato un privato cittadino. Grazie al suo comportamento era molto amato da tutti e si viveva in un clima di grande serenità. Muratori tratteggia il ritratto di
Traiano
come uomo gentile, giudice equo, legislatore accorto, insistendo sulle sue differenze con quanti lo avevano preceduto.
Anno
101
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli
Marco Ulpio Nerva Traiano
e Sesto Articolaio
E' discusso tra gli storici se la guerra di
Traiano
contro i Daci ebbe inizio nel
101
o nel
102
.
Traiano
rifiutò di pagare a Decebalo re dei Daci il tributo previsto dal trattato di pace firmato da Domiziano. Decebalo iniziò ad armare un esercito e intanto cominciarono a verificarsi atti di ostilità lungo il confine. Nel
102
Traiano
si recò personalmente in
Dacia
e Muratori considera quest'atto come inizio della guerra. Intanto
Traiano
fece realizzare molte opere pubbliche a
Roma
e nelle province. Anche con i privati si dimostrava sollecito e munifico e apprezzava la franchezza e l'onestà.
Anno
102
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli: Gaio Sosio Senecione e
Lucio Licinio Sura
Il console
Sura
era un preferito di
Traiano
perché a suo tempo si era interessato per farlo adottare da Nerva.
In quest'anno
Traiano
guidò una grande armata contro i Daci. Quando giunse al confine con la
Dacia
Decebalo gli mandò ambasciatori a proporre la pace ma
Traiano
non accettò di trattare e si venne ad una grande battaglia che i Romani vinsero al costo di forti perdite. Dopo aver sepolto i caduti,
Traiano
avanzò fino a Sarmigetusa, capitale della
Dacia
che in seguito divenne colonia romana con il nome di Ulpia Traiana.
Traiano
propose ancora la pace a condizione che i Daci smontassero le fortezze e deponessero le armi.
Traiano
ebbe il titolo di Dacico grazie al buon esito di questa campagna.
Anno
103
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli
Marco Ulpio Nerva Traiano
e Lucio Appio Massimo
Lucio Appio Massimo ebbe il consolato come premio per essersi segnalato nella guerra dacica dell'anno precedente.
Per ordine di
Traiano
, Decebalo inviò ambasciatori a
Roma
per supplicare il senato di concedere la pace, supplica che fu benignamente accolta dal senato. Quindi
Traiano
celebrò il trionfo sui Daci, secondo Filostrato volle con se sul carro trionfale il filosofo
Dione Crisostomo
che aveva portato a
Roma
dalla
Dacia
. Al trionfo seguirono spettacoli di gladiatori e di ballerini.
A volte
Traiano
andava a villeggiare nella sua villa di Centocelle (Civitavecchia) trasferendovi le cause più importanti come testimonia Plinio il Giovane. A Centocelle
Traiano
fece costruire un grande porto a forma di anfiteatro.
Anno
104
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli:
Lucio Licinio Sura
e Publio Orazio Marcello
In quest'anno ebbe origine la seconda guerra dacica. Dopo aver protestato presso i Romani contro le condizioni della pace già firmata, Decebalo riprese le armi coinvolgendo nelle ostilità anche gli Sciti e altre popolazioni.
Il senato dichiarò nemico pubblico Decebalo e
Traiano
fece gli opportuni preparativi.
Secondo alcune fonti in quest'anno la Domus Aurea di
Nerone
fu danneggiata da un incendio.
Plinio il Giovane ebbe il governo del
Ponto
e della
Bitinia
come vicepretore con podestà consolare ma alcuni storici datano l'evento più tardi.
Anno
105
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli: Tiberio Giulio Candido e Aulo Giulio Quadrato
In quest'anno
Traiano
intraprese la sua seconda spedizione contro i Daci e volle guidare personalmente le legioni. Con lui partì il cugino
Adriano
comandante della legione Minervia che si comportò valorosamente e fu premiato da
Traiano
con un prezioso anello.
Decebalo mandò dei finti disertori ad uccidere
Traiano
ma i sicari furono scoperti e puniti. Decebalo riuscì a catturare con un inganno Longino, uno dei migliori generali di
Traiano
. Non riuscendo ad ottenere informazioni da Longino scrisse a
Traiano
che lo avrebbe liberato in caso di trattative di pace.
Traiano
non volle cedere alle pressioni di Decebalo e prese tempo ma Longino riuscì a procurarsi del veleno e si uccise. Decebalo restituì il corpo di Longino e chiese il liberto che dopo aver aiutato Longino si era rifugiato presso i Romani ma
Traiano
rifiutò di consegnarglielo.
Prima di iniziare a combattere,
Traiano
fece costruire un ponte sul
Danubio
per essere certo di potersi ritirare in caso di necessità. Il ponte, progettato dall'architetto Apollodoro di Damasco, fu un'opera grandiosa che viene esaltata da
Dione Cassio
. In seguito il ponte fu fatto smantellare da
Adriano
, forse per invidia.
In questo anno il governatore della
Siria
Aulo Cornelio Palma
, console nel 99, sottomise ai Romani l'
Arabia Petrea
.
Anno
106
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli: Lucio Cejonio Commodo Vero e Lucio Tuzio Ceriale
Il console Commodo Vero fu padre di
Lucio Vero
che verrà adottato da
Adriano
.
Completato il ponte,
Traiano
entrò nel paese nemico dove agì con grande prudenza, la natura montuosa del luogo costrinse l'esercito a grandi fatiche. Alcuni storici ritenevano che in quest'anno fu conclusa la guerra dacica ma Muratori è del parere che il conflitto fu più lungo e si protrasse almeno fino all'anno successivo.
Anno
107
Papa
Evaristo
Imperatore
Traiano
Consoli:
Lucio Licinio Sura
e Gaio Sosio Senecione
Nelle calende di luglio i consoli furono sostituiti fa Gaio Giulio Servilio Orso Serviano, marito di Paolina sorella di
Adriano
e da Surano.
In quest'anno
Traiano
condusse a termine la seconda guerra dacica impadronendosi della capitale Sarmigetusa. Per evitare la cattura Decebalo si uccise e il suo corpo fu portato a
Roma
. Prima di morire, Decebalo fece nascondere un tesoro sotto il letto di un fiume e fece morire quanti avevano compiuto il lavoro ma uno dei suoi domestici svelò il segreto a
Traiano
.
Traiano
istituì la provincia di Transilvania deducendovi alcune colonie e stabilendovi un gran numero di persone.
Anno
108
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Appio Annio Trebonio Gallo e Marco Atilio Metilio Bradua
Nelle calende di marzo i consoli furono sostituiti da
Gaio Giulio Africano
e
Claudio Crispino
.
Traiano
rientrò a
Roma
e celebrò il secondo trionfo sui Daci e il decimo anno del suo impero. Festeggiamenti e spettacoli durarono quattro mesi.
Fu realizzata una strada per le paludi pontine lungo la quale furono costruite case e ponti.
Il papa
Evaristo
subì il martirio e fu eletto
Alessandro I
.
Anno
109
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Aulo Cornelio Palma e Gaio Calvisio Tullo.
Nelle calende di Luglio i consoli furono sostituiti da
Publio Elio Adriano
e Lucio Publilio.
Adriano
rientrò dalla
Pannonia
dove aveva sedato i disordini provocati dai
Sarmati
.
Traiano
non aveva figli e
Adriano
si sforzava di ottenere la sua fiducia sperando di potergli succedere nell'impero.
In quest'anno morì
Lucio Licinio Sura
, amico di
Traiano
e suo consulente nella stesura dei discorsi. Per sostituirlo
Traiano
ricorse a
Adriano
e dedicò a
Sura
un solenne funerale e una statua.
Gaio Plinio Cecilio Secondo, già console nell'anno 100, fu nominato governatore della
Bitinia
e del
Ponto
ma non è certo l'anno in cui si recò a prendere possesso della carica.
Traiano
rimodernò la
via Appia
da
Roma
a Capua arricchendola di ponti e di edifici, perciò quel tratto fu detto Via Traiana. Ancora in quest'anno fu ristrutturato il Circo Massimo.
Anno
110
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Servio Salvidieno Orfito e Marco Peduceo Priscinio
Secondo Eusebio si verificò in quest'anno l'incendio che danneggiò gravemente il Pantheon, probabilmente causato da un fulmine.
Anche
Traiano
, nonostante le sue note virtù, lasciò proseguire le persecuzioni dei cristiani, persecuzioni che i governatori delle province attuarono con accanimento.
Dione
accenna a una congiura contro
Traiano
tramata in quest'anno ma non fornisce particolari. Un cospiratore di nome Crasso nominato da
Dione
corrisponde forse a un Crasso Frugi ucciso sotto
Adriano
per aver evaso il confino.
Anno
111
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Gaio Calpurnio Pisone e Marco Vettio Bolano
Plinio il Giovane, governatore del
Ponto
e della
Bitinia
, scrisse in quest'anno a
Traiano
la celeberrima lettera sui cristiani con la quale chiedeva all'imperatore come comportarsi in merito alla condanna dei fedeli della nuova religione che si erano rivelati più numerosi del previsto.
Traiano
rispose di punire quanti venivano denunciati e rifiutavano di rinnegare
Cristo
, evitando di agire contro altri cristiani e non tenendo conto delle denunce anonime. Ciò nonostante coloro che preferirono morire piuttosto che sacrificare agli dei rimasero molto numerosi.
Anno
112
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli:
Marco Ulpio Nerva Traiano Augusto
e
Tito Sestio Africano
Prima di intraprendere la sua spedizione in
Armenia
,
Traiano
eresse in
Roma
alcune biblioteche e realizzò la piazza nella quale si trova la sua colonna, piazza riccamente ornata di portici, colonne e statue progettata dall'architetto Apollodoro che fu lodata da
Ammiano Marcellino
Cassiodoro.
Ebbe dunque inizio in quest'anno la spedizione in
Armenia
. Cosroe re dei Parti aveva posto sul trono d'
Armenia
un suo uomo di nome Esedare mentre in genere erano gli imperatori romani ad assegnare quel trono. Poiché Cosroe non rispose alla proteste di
Traiano
, questi mosse con un potente esercito verso Oriente. Cosroe mandò ambasciatori a proporre la pace,
Traiano
li incontrò a Atene ma respinse le loro proposte e i loro doni e proseguì verso la
Siria
entrando in
Antiochia
in ottobre. Secondo
Malala
nel gennaio dell'anno successivo.
Anno
113
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Lucio Publicio Celso e Lucio Clodio Prisciano
Trovandosi in
Antiochia
,
Traiano
giudicò il vescovo S. Ignazio e lo mandò a
Roma
per subire il martirio.
In quest'anno il senato dedicò la
Colonna Traiana
illustrata con scene della guerra contro i Daci, ancora esistente a
Roma
, che
Traiano
non riuscì a vedere prima di morire.
Traiano
proseguì con il suo esercito fino al confine con l'
Armenia
dove ricevette l'omaggio di molti re e principi. Partamasire che i
Parti
avevano posto sul trono d'
Armenia
scrisse lettere di sottomissione a
Traiano
che gli inviò un suo delegato per concludere eventuali accordi, in seguito fu convocato da
Traiano
e deposto. Tentò di recuperare il trono con le armi ma morì in guerra e Traiano fece dell'
Armenia
una provincia dell'impero.
Anno
114
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Quinto Nonnio Hasta e Publio Manilio Vopisco
Molti autori antichi scrissero della vita e delle gesta di
Traiano
ma non ci è pervenuto che il compendio dell'opera di
Dione Cassio
composto da
Xifilino
che tratta l'argomento in modo sommario e senza precisi riferimenti cronologici. E' certo che in quest'anno o nel precedente
Traiano
completò la conquista dell'
Armenia
e molti principi asiatici chiesero la pace e la sua amicizia prestando giuramento di fedeltà.
Dal panegirico di Plinio il Giovane apprendiamo che nei momenti liberi
Traiano
amava cavalcare, cacciare e remare. Come i suoi soldati marciava a piedi e a piedi guadava i fiumi.
Probabilmente in quest'anno conquistò l'
Assiria
ma Muratori protende a pensare che questo evento avvenne più tardi.
Anno
115
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Lucio Vipsanio Messale, Marco Vergiliano Pedone
Traiano
conquistò le città di Nisibi, Singara e Barne in
Mesopotamia
, e iniziò la penetrazione nel paese dei
Parti
. Alcuni autori collocano in questo anno la dedicazione della Basilica Ulpia a
Roma
.
Meboraspe re dell'
Adiabene
, fingendosi amico, ottenne da
Traiano
un corpo di soldati per difendersi dai
Parti
ma tradì e fece prigionieri quei soldati facendone trucidare una parte.
Traiano
liberò i prigionieri e uccise il traditore.
Completata la campagna in
Mesopotamia
,
Traiano
portò l'esercito a svernare in
Antiochia
ma poco dopo, il 23 dicembre, la città fu colpita da un tremendo terremoto. Numerosissime persone finirono schiacciate dalle macerie o furono gravemente ferite. Lo stesso
Traiano
rischiò di essere travolto nel crollo di un palazzo e si disse che fu salvato da un essere di statura sovrumana.
Tra le vittime fu anche il console Pedone.
Anno
116
Papa
Alessandro
Imperatore
Traiano
Consoli: Lucio Elio Lamia e Eliano Vetere
Per penetrare nel territorio dei
Parti
era necessario superare il
Tigri
che era ben guardato dai nemici. Dopo aver esaminato e abbandonato il progetto di costruire un canale per disporre di un percorso alternativo,
Traiano
fece costruire un'enorme quantità di barche che furono trasportate da molto lontano perché sulle sponde del fiume non crescevano alberi. Con una parte di queste barche si formò un ponte e i
Parti
, stupefatti dalle dimensioni dell'esercito nemico, presero la fuga lasciando incustodite le rive del
Tigri
.
L'esercito romano, superato il fiume, occupò l'
Adiabene
, conquistò Arbela e Gaugamela, Ninive, Susa e
Babilonia
mentre i
Parti
, ostacolati da loro disordini interni, non opponevano resistenza. A
Ctesifonte
i
Romani
razziarono un grande bottino e fecero prigioniera una figlia del re Cosroe, quindi continuarono a procedere fino a raggiungere la costa dell'Oceano, dove si fermarono per svernare.
Quando giunsero a
Roma
notizie delle vittorie di
Traiano
, il senato gli attribuì il cognome di Partico e gli tributò vari onori tra cui un arco trionfale.
Traiano
fece due province dell'Assiria e della
Mesopotamia
, vagheggiò di raggiungere l'
India
ma accantonò prudentemente il progetto. Ordinò la costruzione del porto di
Ancona
, città in cui gli fu dedicato un arco (tuttora esistente).
In questo periodo i
Giudei
della
Libia
e dell'
Egitto
insorsero contro i Gentili provocando migliaia di vittime soprattutto in
Alessandria
e in
Cirene
.
Anno
117
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli: Quinzio Nigro e Gaio Vipsanio Arroniano
Morì martire in quest'anno il papa
Alessandro I
e fu eletto
Sisto I
.
Traiano
volle navigare nel Golfo Persico e visitò il luogo dove si credeva fosse morto Alessandro Magno al quale rese onori funebri. Gli fu comunicato che i
Parti
si erano ribellati e avevano ripreso tutte le terre conquistate in Persia e in
Mesopotamia
.
Traiano
inviò Massimo e Lucio Quieto, il primo perse la vita, il secondo conquistò Nisibi e Edessa.
Ericio Claro e Giulio Alessandro conquistarono e saccheggiarono Seleucia. Resosi conto che non sarebbe riuscito a mantenere il controllo su quei Paesi,
Traiano
scelse tra i
Parti
un certo Partamaspare e lo nominò re.
Passò nell'
Arabia Petrea
ma non riuscì a prendere la capitale Atra e procedette verso l'
Arabia Felice
.
Intanto i
Giudei
continuavano a ribellarsi in
Mesopotamia
,
Egitto
e Cipro. Lucio Quieto, inviato in
Mesopotamia
fece strage dei
Giudei
ribelli.
Traiano
si propose di tornare in
Mesopotamia
ma ammalatosi, forse colpito da un attacco di apoplessia, decise di tornare in
Italia
. Giunto a
Antiochia
in
Siria
vi lasciò il cugino
Elio Adriano
nominandolo governatore e affidandogli l'esercito. Giunto in Selinunte di Cilicia vi morì all'età di sessantuno anni (per alcuni di sessantatre anni).
Lasciò grandi opere a
Roma
e in altre città dell'impero, riorganizzo il servizio postale istituito da
Augusto
. Non esente da difetti, a volte esagerava nel bere e fu molto libidinoso ma senza mai fare violenza per questo. Fu particolarmente sollecito verso le popolazioni colpite da terremoti e da altri eventi catastrofici.
Protesse letterati e intellettuali come
Cornelio Tacito
, Plinio il Giovane e Frontino.
La vedova Plotina tenne segreta la morte di
Traiano
finché non fu sicura la successione di
Publio Elio Adriano
. Secondo alcuni
Traiano
avrebbe preferito altri successori perché non stimava particolarmente
Adriano
, secondo altri, invece, aveva da tempo progettato di adottarlo come fece ormai in fin di vita. L'artefice della nomina di
Adriano
fu in realtà Plotina che, secondo
Dione
, era innamorata di
Adriano
.
Adriano
fu informato il 9 agosto di essere stato adottato e l'11 agosto gli arrivò la notizia della morte di
Traiano
. Nessuno si oppose alla successione, del resto sarebbe stato pericoloso ostacolare
Adriano
che aveva il comando dell'intero esercito.
Plotina e altri parenti portarono a
Roma
le ceneri di
Traiano
mentre
Adriano
si tratteneva ad
Antiochia
per completare quanto stava svolgendo. A
Roma
le ceneri, trasportate con un carro trionfale, vennero collocate in un'urna d'oro sotto la Colonna Traiana. Per ordine di
Adriano
furono tributati a
Traiano
tutti gli onori e gli furono dedicati templi e sacerdoti.
Anno
118
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli:
Elio Adriano Augusto
e Tiberio Claudio Fosco Alessandro
Adriano
era nato il 24 gennaio del 76. Sposò Giulia Sabina figlia di Matidia Augusta a sua volta figlia di Marciana Augusta sorella di Traiano.
Il rapporto di
Adriano
con Traiano si era rovinato a causa della giovanile prodigalità di
Adriano
, si era poi ricomposto ma Traiano rimase sempre scettico nei suoi confronti e non lo nominò mai suo successore.
Adriano
era molto brillante, intelligente e dotato di ottima memoria, conosceva il greco e scriveva in prosa e in versi, era molto colto e desideroso di apprendere sempre nuove nozioni, dipingeva, scolpiva e suonava diversi strumenti. Nei suoi studi era coordinato da Lucio Giunio Vestino, suo segretario e sopraintendente alle biblioteche di
Roma
. Alla corte di
Adriano
si trovavano filosofi, artisti e intellettuali. Tra tante doti aveva il difetto dell'invidia nei confronti di chi dimostrava di sapere più di lui e nei confronti dei successi di Traiano.
Quando fu nominato imperatore,
Adriano
si trovava in
Antiochia
e volle rimanervi per riordinare le cose in quelle province. Traiano aveva conquistato
Mesopotamia
, Assiria e
Armenia
ma
Adriano
dubitava di poter mantenere il controllo di quelle province così lontane. Cedette Assiria e
Mesopotamia
a Cosroe re dei Parti e depose Partamaspare che era stato nominato re dei
Parti
da Traiano.
Creò due prefetti del pretorio, Celio Taziano e Simile. Simile accettò con difficoltà la carica e dopo due anni chiese il congedo per ritirarsi in
Campania
. Taziano propose ad
Adriano
di eliminare Bebio Macro prefetto di
Roma
, Laberio Massimo e Crasso Frugi, personaggi sospettati di essere agitatori ma
Adriano
non volle iniziare il suo regno con atti di violenza.
Sollevò dai suoi incarichi un ufficiale di nome Lusio Quieto, sospettato di mirare all'impero, mandò Marzio Turbone a sedare un tumulto in Mauritania e affidò il governo della
Siria
a Catilio Severo.
Giunto a
Roma
rifiutò il trionfo che il senato gli aveva decretato e volle che fosse invece tributato a Traiano. Iniziò a governare mostrandosi benevolo e generoso, elargì regalie e rimise debiti fiscali delle province e dei privati.
Prese i titoli di Germanico, Dacico e Partico ma rifiutò quello di padre della patria.
Anno
119
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli:
Elio Adriano Augusto
e Quinto Giunio Rustico
Adriano
offrì spesso giochi come i combattimenti tra gladiatori e le cacce agli animali feroci. Proibì che donne e uomini entrassero contemporaneamente nei bagni, riorganizzò le poste ed aumentò gli alimenti agli orfani poveri istituiti da Nerva e Traiano, istituì delle pensioni per i senatori meno abbienti e per le nobili donne prive di mezzi.
In quest'anno visitò
Gerusalemme
per sedare i tumulti dei
Giudei
: atterrò il tempio e costruì un teatro e altri edifici, cambiò in Elia il nome di
Gerusalemme
. Queste informazioni sono incerte perché le fonti non concordano sulle date e la distruzione del tempio risale alla guerra di Tito. Pare anzi che questo viaggio non avvenne e che sotto
Adriano
fu combattuta una sola guerra per mezzo dei generali.
Anno
120
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli: Lucio Catilio Severo,
Tito Aurelio Fulvo(=Antonino Pio)
Sarmati
e
Rossolani
si arruolarono contro l'impero romano. Contro di loro
Adriano
mandò l'impero, quindi si portò personalmente nella
Mesia
fermandosi al
Danubio
. Quando la cavalleria romana passò a nuoto il
Danubio
i barbari ne furono terrorizzati e trattarono la pace. I
Rossolani
protestavano per la diminuzione di un sussidio che erano soliti ricevere dai Romani e ne chiedevano il ripristino.
Adriano
, che odiava la guerra, li accontentò.
Adriano
nominò governatore della
Pannonia
e della
Dacia
Marzio Turbone, già governatore della Mauritania. In questo anno fondò in
Mesia
la città di
Adrianopoli
. Sparziano e
Dione
, pur non concordando nei particolari, narrano di una congiura per uccidere
Adriano
organizzata da Domizio Negrino, Cornelio Palma, Lucio Publicio Celso e Lusio Quieto. I quattro furono scoperti e fuggirono ma furono trovati e uccisi in varie località. Nella sua autobiografia (perduta) l'imperatore sosteneva di non aver dato l'ordine di ucciderli. Anche in altri casi
Adriano
emanò condanne a morte tra cui quella di Apollodoro Damasceno, sempre attestando di non esserne responsabile.
Apollodoro era un famoso architetto che aveva già realizzato molte magnifiche opere in
Roma
e nell'impero, ma quando osò contraddire
Adriano
che si riteneva esperto di architettura, fu mandato in esilio. In seguito
Adriano
, che aveva realizzato un nuovo tempio di Venere a
Roma
gli spedì un disegno chiedendogli di giudicare l'opera, Apollodoro rispose criticando vari difetti dell'edificio e poco dopo venne eliminato.
In quest'anno un terremoto distrusse Nicomedia e danneggiò molte città vicine.
Adriano
inviò grosse somme in aiuto ai terremotati.
Anno
121
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli: Lucio Annio Vero e Aurelio Augurino
Adriano
era di indole volubile, Muratori dice che era di "costante incostanza". Di solito mite e benevolo passava a volte dall'amore all'odio.
Celio Taziano, che proprio da
Adriano
era stato nominato
prefetto del pretorio
, era stato suo tutore e lo aveva aiutato a salire al trono ma in quest'anno gli venne in odio per la sua vanità. Evitò di eliminarlo con la violenza ma gli fece capire quanto fosse per lui opportuno dimettersi. Una volta deposto lo nominò senatore e lo sostituì con Marzio Turbone appositamente richiamato dalla
Pannonia
.
Si congedò anche l'altro prefetto Simile e prese il suo posto Setticio Claro.
Assisteva alle cause private, accettava gli inviti e andava spesso a trovare gli amici malati. Aiutava spesso chi aveva bisogno ed aveva sempre molti amici alla sua tavola.
Tributò molti onori a sua suocera Matidia Augusta e a Plotina Augusta vedova di Traiano.
Modestia, clemenza e sollecitudine gli procurarono l'affetto della popolazione ed era molto apprezzato per la sua politica che evitava le guerre.
Nel 120 o 121
Adriano
intraprese una lunga serie di viaggi fuori dall'
Italia
.
Anno
122
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli:
Manio Acilio Aviola
e Gaio Corellio Pansa
Il viaggio di
Adriano
lo portò ad attraversare la
Gallia
e di qui passò alla
Germania
dove erano stanziate molte legioni per far fronte a eventuali attacchi dei
Germani
.
Adriano
dedicò molta attenzione alle milizie, alle macchine e alle fortificazioni. Premiò chi lo meritava ed eliminò molti abusi ripristinando la disciplina.
Dalla
Germania
passò alla
Britannia
. Poiché la parte settentrionale dell'isola non era sotto il dominio dei
Romani
,
Adriano
fece costruire un muro lungo ottanta miglia per proteggere il confine.
Adriano
fu informato che la moglie Sabina trattava con eccessiva confidenza il segretario Svetonio Tranquillo e il
prefetto del pretorio
Setticio Claro e sollevò i due funzionari dai loro incarichi.
Quando venne a sapere che tra le città d'
Egitto
erano sorte ostilità, ripartì dalla
Britannia
, sostò a Nimes in Provenza dove fece costruire una basilica in onore di Plotina Augusta e quindi passò in
Spagna
per svernare a Tarragona.
Anno
123
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli: Quinto Arrio Petino e Lucio Venuleio Aproniano
Adriano
passò l'inverno in Tarragona dove incorse in un pericolo imprevedibile: fu aggredito da un servo impazzito mentre passeggiava in un giardino, sopraffece l'aggressore e lo fece curare senza punirlo.
Riparò a sue spese il tempio di Augusto, incontrò difficoltà ordinando una leva ma riuscì a superare l'ostacolo con le sue capacità dialettiche. Riuscì a risolvere anche qualche disordine che andava formandosi in
Mauretania
. Trattando con diplomazia il re dei
Parti
riuscì ad evitare una guerra.
Anno
124
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli:
Manio Acilio Glabrione
e
Gaio Bellicio Torquato
Ricostruendo i movimenti di
Adriano
, nonostante la perdita dell'autobiografia dell'imperatore, si ritiene che in quest'anno visitasse la
Grecia
.
Il fiume Cefiso straripò inondando Eleusi,
Adriano
fece costruire un ponte su quel fiume e nuovi argini per evitare ulteriori inondazioni. Passò quindi a visitare
Bitinia
,
Macedonia
,
Cappadocia
, Cilicia, Frigia, Panfilia, Licia,
Armenia
e altri paesi dell'Asia. Ovunque portò benefici, costruì acquedotti, porti, templi, teatri e altri edifici.
Tornato a Atene vi trascorse l'inverno e volle essere presidente dei pubblici giochi e dei combattimenti che vi si tenevano.
Anno
125
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli Publio Cornelio Scipione Asiatico, Quinto Vettio Aquilino
Durante il suo soggiorno in Atene,
Adriano
volle assistere alle feste di Cerere che si celebravano in Eleusi e volle essere iniziato ai misteri. Da Atene passò in
Sicilia
dove erogò altri benefici e volle visitare il monte Etna per assistere alla nascita del sole.
Anno
126
Papa
Sisto
Imperatore
Adriano
Consoli: Marco Annio Vero e Eggio Ambibulo
Il console Annio Vero era parente di
Marco Aurelio
.
Adriano
tornò a
Roma
, forse per celebrare il suo decimo anno di regno. Ripartì qualche tempo dopo per completare il suo progetto di visitare tutte le province dell'impero e passò in
Africa
. Anche qui elargì regalie e benefici tanto da meritare l'appellativo di Ristoratore dell'
Africa
inciso sulle monete. Visitate le province di
Africa
,
Mauretania
e
Libia
tornò a
Roma
per trascorrervi l'inverno.
Anno
127
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Tiziano e Gallicano
Morì martire il papa
Sisto
che fu sostituito da
Telesforo
.
Adriano
tornò a visitare la
Grecia
e festeggiò in Atene il completamento delle nuove costruzioni che aveva ordinato in precedenza. Amava soggiornare in Atene e trascorrere del tempo in compagnia degli eruditi e filosofi della Scuola di Atene. Conobbe ed apprezzò Epitteto e Favorino. Con quest'ultimo ebbe a volte a discutere e Favorino, saggiamente, si dava per vinto. Agli amici che lo criticavano per questo il filosofo rispondeva che non pretendeva di essere più colto "di uno che ha trenta legioni al suo comando".
Adriano
scrisse vari libri che pubblicò sotto i nomi dei suoi liberti.
Anno
128
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Lucio Nonio Asprenate Torquato e Marco Antonio Libone
Il console Annio Libone era zio paterno del futuro imperatore
Marco Aurelio
.
Adriano
ripassò in Asia per controllare la realizzazione delle opere che aveva ordinato e consacrò diversi templi. Scambiò doni con i re e i principi di quelle regioni. Fu particolarmente generoso con Farasmane re dell'Iberia che in un primo momento aveva rifiutato di incontrarlo. Rimandò a Cosroe re dei Parti la figlia fatta prigioniera da Traiano, punì gli ufficiali che nelle province asiatiche avevano abusato della loro autorità.
In
Siria
fu in lite con il popolo di
Antiochia
per motivi sconosciuti. Separò la Fenicia dalla provincia di
Siria
per diminuire l'importanza di
Antiochia
come capitale. Visitò un famoso tempio di Giove sul monte Caso, quindi passò in
Egitto
.
Anno
129
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli:
Quinto Giulio Balbo
e
Publio Giuvenzio Celso
Il console
Celso
fu un famoso giureconsulto.
Adriano
visitò l'
Egitto
, passò in
Arabia
e tornò a
Pelusio
dove fece ricostruire il sepolcro di
Pompeo
. Navigando sul
Nilo
perse la vita
Antinoo
, il giovane e bellissimo favorito di
Adriano
. Secondo alcuni il giovane fu sacrificato in un rituale blasfemo dall'imperatore.
Sparziano attesta che
Adriano
pianse amaramente
Antinoo
il quale fu deificato ed ebbe statue e templi in tutto l'impero. Infine
Adriano
fondò una città nel luogo della sepoltura di
Antinoo
e la chiamò
Antinopoli
.
Anno
130
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Quinto Fabio Catullino e Marco Flavio Aspro
In
Giudea
nel 128 si era verificata un'insurrezione contro un editto che proibiva la circoncisione e la situazione rimase a lungo tesa. Nel 130
Adriano
fece ricostruire
Gerusalemme
e in seguito ne cambiò il nome in Elia Capitolina.
Anno
131
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Servio Ottavio Lenate Ponziano e Marco Antonio Rufino
Fu completato in
Roma
un nuovo tempio di Venere e venne dedicato in quest'anno. Si trattava di uno splendido edificio con grandi quantità di marmo e tegole di bronzo che furono riutilizzate per la basilica di San Pietro sotto il papa
Onorio I
.
Fu pubblicato un editto perpetuo composto dal giureconsulto
Salvio Giuliano
consigliere di
Adriano
. Si trattava di una grande raccolta di leggi ed editti che doveva servire ad uniformare l'attività giudiziaria in tutti i tribunali dell'impero.
Adriano
lasciò l'
Egitto
e, attraverso le province di
Siria
e Asia, tornò in Atene dove trascorse l'inverno.
Anno
132
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Sentio Augurino e Arrio Severiano.
Adriano
celebrò in Atene il compimento del suo quindicesimo anno di impero. Visitò ancora il santuario di Eleusi, offrì sontuosi giochi e fondò una delle più belle e ricche biblioteche.
Intanto i
Giudei
preparavano una grande rivolta a causa di un tempio di Giove che era stato costruito a
Gerusalemme
. Fortificarono diversi siti, scavarono gallerie, predisposero armamenti, propagandarono la ribellione presso le popolazioni confinanti. Quando
Adriano
si fu molto allontanato dal loro paese cominciarono a disubbidire al magistrati romani.
Anno
133
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Marco Antonio Ibero e Nummio Sisena
Adriano
continuò a visitare le province dell'impero rendendosi molto popolare con le sue realizzazioni e ricoprendo varie cariche nelle città che visitava.
La tensione continuava a crescere in
Giudea
e nelle varie comunità ebraiche sparse nell'impero, perciò
Adriano
decise di intervenire, mandò rinforzi a Tenio Rufo governatore della
Giudea
e fece in modo che le milizie si concentrassero nella regione.
I
Giudei
saccheggiarono la Palestina, li comandava un certo
Cochebas o Barcochebas
il quale tentò senza successo di far proseliti anche tra i cristiani e sfogò nei modi più orribili la sua crudeltà fino all'arrivo degli eserciti romani.
Anno
134
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Gaio Giulio Serviano e Gaio Vibio Varo
Il console Serviano era marito di Paolina sorella di
Adriano
. Terminò in quest'anno la guerra contro i
Giudei
iniziata l'anno precedente. Scrive
Dione
che Giulio Severo, generale di
Adriano
, evitò sempre di affrontare i
Giudei
in battaglia campale ma li sconfisse tramite una serie di assalti separati e impedendo loro di ricevere viveri. Ancora
Dione
parla di cinquecentoottantamila morti giudei e racconta che quasi tutta la Palestina fu trasformata in deserto, ma anche i Romani subirono fortissime perdite. Un editto di
Adriano
proibiva ai
Giudei
di entrare in
Gerusalemme
ma non fu rispettato sotto i successori di
Adriano
.
Giulio Severo fu premiato con il governo della
Bitinia
, carica che sostenne in modo encomiabile. Gli
Alani
comandati dal loro re Farasmane saccheggiarono la Media e l'
Armenia
. Soggiornando ancora in Atene
Adriano
dedicò il tempio di Giove Olimpio e celebrò con grande magnificenza la festa di Bacco. Tornò quindi finalmente in
Italia
.
Anno
135
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Ponziano e Attiliano
Rientrato a
Roma
,
Adriano
offrì nuovi spettacoli, emanò nuove norme fra cui il divieto di uccidere gli schiavi senza averli processati e respinse le eredità lasciategli da persone che non conosceva. Diversamente dai suoi predecessori non concesse alcuna autorità ai suoi liberti. Con grande moderazione non volle che il suo nome fosse scritto sulle numerose fabbriche da lui volute. Ricostruì il Pantheon, lo steccato del Campo Marzio, la Basilica di Nettuno, la piazza d'Augusto, il
bagno di Agrippa
, sempre facendo scrivere non il suo nome ma quello dell'originale fondatore di ogni opera. Fabbricò il ponte poi chiamato di Sant'Angelo e il suo sepolcro detto in seguito
Castel Sant'Angelo
.
Anno
136
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Lucio Ceionio Commodo Vero e Sesto Vetulano Civica Pompeiano
Il console Lucio Ceionio è quello che fu adottato da
Adriano
che lo indicò come suo successore nominandolo cesare. Una volta adottato prese il nome di Lucio Elio Commodo. Probabilmente
Adriano
designò il successore perché la sua salute stava venendo meno.
Anno
137
Papa
Telesforo
Imperatore
Adriano
Consoli: Lucio Elio Cesare e Lucio Celio Balbino Vibulio Pio.
Se la salute di
Adriano
si faceva instabile, non migliore era quella del figlio adottivo Lucio Elio, tanto che
Adriano
avrebbe predetto più volte che sarebbe morto prima di lui. Consigliato dai medici, l'imperatore si ritirò nella sua villa di Tivoli e affidò a Lucio Elio il governo della
Pannonia
(ma quest'ultima notizia sembra inattendibile per motivi di cronologia).
A Tivoli
Adriano
fece costruire palazzi ed altri edifici ispirati a quelli visti in
Grecia
(Accademia, Liceo, Pritaneo, ecc.) dotandoli di gallerie di statue e pitture.
Anno
138
Papa
Igino
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Camerino e Nigro
Pur non avendo
Adriano
pubblicato editti contro i cristiani, durante il suo regno molti subirono il martirio per effetto di leggi precedenti, tra questi fu il papa
Telesforo
al quale succedette Igino.
Anche Lucio Elio Cesare morì in quest'anno, lasciò un figlio di nome Lucio Ceionio Commodo.
Adriano
scelse di adottare
Tito Aurelio Fulvio Boionio Antonino
con la condizione che a sua volta adottasse Marco Aurelio Vero, figlio di Annio Vero fratello di Sabina Augusta moglie di
Adriano
e Lucio Ceionio Commodo figlio di Lucio Elio Cesare. Il 25 febbraio
Adriano
adottò
Antonino
e lo nominò cesare e suo collega nella podestà tribunizia e nel comando proconsolare. Questa decisione non piacque a quei senatori che nutrivano alte ambizioni personali, in particolare al
prefetto di Roma
Catilio Severo che dovette manifestare il proprio malcontento tanto che
Adriano
lo privò della carica.
Forse per effetto della sua malattia e dell'età, durante i suoi ultimi tempi
Adriano
si fece crudele. Fece morire il cognato Serviano e il nipote Fosco sospettati di aspirare all'impero. Secondo Sparziano
Adriano
fece morire anche altre persone tra cui sua moglie Sabina.
Tormentato dall'idropisia
Adriano
perse la volontà di vivere e arrivò a chiedere a medici e servi a aiutarlo a morire. Ne fu informato
Antonino
che da allora lo fece sorvegliare e gli fece credere che segnali sovrannaturali annunciavano la sua guarigione. In un momento di temporaneo sollievo volle essere trasportato a Baia ma qui morì il 10 luglio all'età di sessantadue anni. Secondo Sparziano fu sepolto a Pozzuoli nella villa di Cicerone dove fu costruito un tempio in suo onore ma Capitolino attesta che le spoglie di
Adriano
furono riportate a
Roma
e riposte nel suo mausoleo.
Muratori vuole concludere il racconto della vita di
Adriano
ricordandolo come imperatore letterato, durante il cui regno fiorirono filosofi come Favorino e Epitteto e scrittori come Svetonio e Plutarco.
Anno
139
Papa
Igino
Imperatore
Antonino Pio
Consoli:
Tito Elio Adriano Antonino Augusto
e Gaio Bruttio Presente.
Antonino
depose il consolato e fu sostituito da Aulo Giunio Rufino, ebbe quindi i titoli di imperatore, augusto e pontefice massimo. Il suo primo nome fu Tito Aurelio Fulvio, apparteneva alla famiglia Aurelia originaria della
Gallia
, il padre era stato due volte console, il nonno tre. Sua madre Arria Fadilla era figlia di Arrio Antonino, consolare e senatore illustre. Nacque a Lanuvio nell'89, nel 120 ebbe il primo consolato. Di bella presenza ed ingegno penetrante, ebbe vasta cultura. Fu proconsole in Asia e poi membro del consiglio di
Adriano
sempre dimostrandosi saggio e moderato.
Molti senatori erano offesi dalla crudeltà dimostrata da
Adriano
negli ultimi tempi e minacciavano di annullare tutti i suoi atti ma
Antonino
li convinse a tributare gli onori divini al defunto. Distribuì alle milizie e al popolo i regali promessi dal padre e in breve guadagnò la stima e la fiducia del senato che gli assegnò il titolo di Pio e quello di padre della patria mentre la moglie
Anna Galeria Faustina
ebbe quello di augusta.
Antonino
ottenne dal grazia per le persone condannate o esiliate da
Adriano
, confermò le cariche conferite dal predecessore e confermò per diversi anni i governatori provinciali che lo meritavano.
Ebbe da
Faustina
due figli: Marco Aurelio Fulvo Antonino e Marco Galerio Aurelio Antonino, entrambi morirono giovani. Morì anche la figlia maggiore e gli rimase la seconda,
Annia Faustina
.
Adriano
aveva disposto che questa sposasse
Lucio Vero
ma
Antonino
preferì darla a
Marco Aurelio
il quale dovette annullare il matrimonio già contratto con Fabia figlia di Lucio Ceionio Commodo.
Marco Aurelio
ebbe il titolo di cesare e fu designato console per l'anno seguente.
Anno
140
Papa
Igino
Imperatore
Antonino Pio
Consoli:
Tito Elio Adriano Antonino Pio Augusto
e
Marco Aurelio Vero Cesare
Da Capitolino, da
Dione
e dagli scritti di
Marco Aurelio
si ricava una descrizione di
Antonino Pio
. Era alto e di bell'aspetto, volto maestoso e insieme dolce, con bella voce, allegro senza eccessi. Fu liberale e buon amministratore dei suoi beni, amava la campagna, la caccia, la pesca e in città gli spettacoli. Anche da imperatore rimase moderato nel mangiare e nel vestire. Lavoratore indefesso, difendeva la repubblica, rimediava a disordini e bisogni e faceva sempre del bene in modo disinteressato.
Tornando al racconto degli eventi, si ricorda in quest'anno una grande inondazione del
Tevere
in
Roma
. Lollio Urbico, legato di
Antonino
, riportò una vittoria sui
Britanni
e fu costruito un altro muro più avanzato di quello di
Adriano
.
Anno
141
Papa
Igino
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Marco Peduceo Siloga Prisciano e Tito Hoenno Severo
Morì
Anna Galeria Faustina
moglie di
Antonino
e fu divinizzata, ma sembra fosse stata infedele.
Morì anche il
prefetto del pretorio
Tazio Massimo e venne sostituito da Fabio Repentino e Cornelio Vittorino.
Anno
142
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Lucio Crespio Rufino e Lucio Stazio Quadrato
Anche sotto
Antonino Pio
continuò la persecuzione dei cristiani per effetto di decreti precedenti. Morì martire il papa
Igino
e fu eletto
Pio
. San Giustino presentò all'imperatore un'apologia in favore dei cristiani che, insieme ad alcune testimonianze dei governatori delle province orientali, indusse
Antonino
a ordinare che nessuno venisse più condannato solamente perché cristiano.
Capitolino parla di due congiure tramate contro
Antonino
, quella di Attilio Taziano e quella di Prisciano. Il primo fu punito con il solo esilio, il secondo si uccise prima di essere giudicato. Durante il regno di
Antonino
soltanto un uomo colpevole di parricidio venne condannato e fu abbandonato su un'isola deserta.
Anno
143
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Gaio Bellicio Torquato e Tiberio Claudio Attico Erode
Il console Erode Attico fu un personaggio famoso di cui parlavano
Aulo Gellio
e Filostrato. Si raccontava che il padre aveva trovato un grande tesoro che l'imperatore
Nerva
lo aveva autorizzato a sfruttare ed era divenuto molto ricco. Erode Attico diventò ancora più ricco e fu famoso per la generosità con cui aiutava le persone bisognose. Ottimo oratore, fu governatore di varie province e fu precettore di
Marco Aurelio
e Lucio Vero, figli adottivi di
Antonino Pio
.
Anno
144
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Publio Lolliano Avito e Massimo
Si diffusero in questi tempi le eresie di Valentino, Cerdone e Marcione.
Antonino Pio
vietò di leggere le opere di Cicerone sulla natura degli dei e sulla divinazione perché contrari alla religione ufficiale ma la notizia non è del tutto certa.
Anno
145
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli:
Tito Elio Aurelio Vero Antonino Pio Augusto
e
Marco Aurelio Vero Cesare
Compiuti quindici anni, Lucio Vero prese la toga virile.
Antonino
dedicò il tempio di Augusto da lui restaurato. Lasciò memoria del suo regno con molte opere realizzate o restaurate come il tempio di
Adriano
, la grecostasi da lui ricostruita dopo un incendio, l'anfiteatro di Tito, il sepolcro di
Adriano
, il tempio di
Agrippa
, il ponte Sublicio e altre. Sistemò i porti di Gaeta e Terracina, le terme di Ostia, l'acquedotto di
Anzio
e il tempio di Lanuvio.
Pausania
cita altri edifici costruiti in
Grecia
per ordine di
Antonino Pio
Anno
146
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Sesto Eructo Claro e Gneo Claudio Severo.
Il regno di
Antonino Pio
portò un periodo di tranquillità, l'imperatore era amato per la sua modestia, la sua affidabilità e la sua dedizione agli amici. Rispettava il senato al quale sottoponeva tutte le sue azioni e decisioni.
Muratori riporta alcuni aneddoti per dimostrare la semplicità e l'eleganza di
Antonino
riprendendoli da Capitolino, Filostrato ed altre fonti.
Anno
147
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli: Largo e Messalino
Antonino Pio
volle onorare
Marco Aurelio
, suo figlio adottivo e genero, conferendogli la podestà tribunizia, l'impero proconsolare fuori
Roma
e il diritto di accedere alle riunioni del senato. Pur amando anche l'altro figlio adottivo Lucio Commodo,
Antonino
non gli conferì titoli e dignità perché ne conosceva limiti e difetti.
In quest'anno
Antonino Pio
condonò tutti i debiti verso il fisco. Ricorrendo il novecentesimo anniversario della fondazione di
Roma
, furono celebrati i ludi secolari.
Anno
148
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli
Lucio Torquato
e
Salvio Giuliano
Si celebrò in
Roma
il decimo anniversario dell'impero di
Antonino Pio
<.
San Giustino presentò ad
Antonino Pio
la sua prima apologia in difesa della religione cristiana.
Anno
149
Papa
Pio
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Servio Scipione Orfito e Quinto Nonio Prisco
Una regalia al popolo da parte dell'imperatore ha fatto presumere che si celebrasse il decennale del titolo di cesare conferito a
Marco Aurelio
Anno
150
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Gallicano e Vetere
Morì martire papa
Pio
e fu eletto
Aniceto
.
Antonino Pio
ordinò agli esattori fiscali delle province di svolgere il loro compito senza eccessi di rigore e concesse spesso esenzioni fiscali alle province colpite da carestia, terremoti e altri disastri naturali.
Seguì con grande attenzione anche l'amministrazione della giustizia e compose i suoi editti con l'aiuto di famosi giuristi.
Onorò i filosofi e i maestri di eloquenza e in molti modi meritò l'attributo di principe ottimo che gli fu conferito.
Anno
151
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Sesto Quintilio Caudiano e Sesto Quintilio Massimo
Fu un anno di carestia ma Antonino Pio soccorse la popolazione con abbondanti approvvigionamenti che acquistò a sue spese e distribuì gratuitamente. Attento all'impiego delle risorse statali, revocò o diminuì molte pensioni che
Adriano
aveva concesso a chi non le meritava.
Quando voleva erogare un donativo all'esercito lo finanziava mettendo all'asta ornamenti del palazzo e oggetti preziosi. Non accettò mai lasciti da chi aveva figli ed abolì la legge che obbligava chi faceva testamento a lasciare all'erario parte dell'eredità.
Anno
152
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli
Marco Acilio Glabrione
e Marco Valerio Omulo.
Una lettera di
Antonino Pio
a varie città dell'Asia ordinava di non perseguire i cristiani per la loro religione e di processarli solo quando commettevano crimini comuni.
Un terremoto distrusse città dell'Asia e dell'isola di Rodi, un grande incendio distrusse a
Roma
centinaia di edifici, analogo disastro colpì
Narbona
,
Antiochia
e
Cartagine
. In tutte queste circostanze
Antonino
dimostrò la propria generosità nel soccorrere le popolazioni colpite.
Anno
153
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Gaio Bruttio Presente e Aulo Giunio Rufino
Antonino
non andò mai personalmente in guerra ma ne condusse alcune tramite i suoi generali, come quella in
Britannia
vinta da Lollio Paolino.
Capitolino parla di numerosi interventi militari sotto
Antonino
mentre Aurelio Vittore (meno credibilmente) afferma che
Antonino
governò per ventitre anni senza guerra.
Anno
154
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Lucio Elio Aurelio Commodo e Tito Sestio Laterano
Il console Lucio Elio Aurelio Commodo era il figlio adottivo di
Antonino Pio
, era stato educato dai migliori maestri disponibili ai quali era legato da forte amicizia, aveva imparato a comporre versi e orazioni. Più tardi fu imperatore con il nome di Lucio Vero.
Anno
155
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Gaio Giulio Severo e Marco Giunio Rufino Sabiniano
Una medaglia di quest'anno raffigura la
Britannia
come una donna triste seduta vicino a una rupe. Forse la medaglia alludeva a disordini avvenuti in
Britannia
e sedati dalle armi romane.
Anno
156
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Marco Ceionio Silvano e Gaio Serio Augurino
Antonino
celebrò il ventesimo anniversario del suo impero.
Anno
157
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Barbaro e Regolo
Im una medaglia di questo anno ad
Antonino
veniva dato il titolo di
Romolo Augusto
.
Anno
158
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Tertullo e Claudio Sacerdote
Antonino Pio
erogò al popolo un nuovo congiario (distribuzione di olio e di vino), l'ottavo del suo governo.
Anno
159
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Plautio Quintilio e Stazio Prisco
Antonino Pio
festeggiò il ventennale di impero augustale e dedicò il tempio di Augusto dopo averlo restaurato.
Convocato da papa Aniceto, si tenne in
Roma
un concilio al quale intervenne San Policarpo per decidere il giorno in cui si doveva celebrare la Pasqua.
Anno
160
Papa
Aniceto
Imperatore
Antonino Pio
Consoli Appio Annio Atilio Bradua e Tito Clodio Vibio Varo
Ambasciate dall'
Ircania
, dalla
Battriana
e dall'
India
vennero a
Roma
per rendere omaggio a
Antonino Pio
. Venne a
Roma
Farasmane re dell'Iberia offrendo ricchi doni all'imperatore. Vologese re dei Parti mosse in armi contro l'
Armenia
ma bastò una lettera di
Antonino Pio
per farlo ritirare.
Anno
161
Papa
Aniceto
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli
Marco Aurelio Vero Cesare
e
Lucio Elio Aurelio Vero Commodo
Antonino Pio
morì all'età di sessantatre anni nella sua villa di Lorio, dodici miglia lontano da
Roma
. Spirò il 7 marzo dopo tre giorni di indisposizione.
Nel testamento lasciava alla figlia tutto il suo patrimonio privato e legati a tutta la servitù. Il suo corpo fu collocato nel
Mausoleo di Adriano
e gli furono decretati onori divini.
Sotto il regno di
Antonino
fiorirono alcuni letterati come Appiano Alessandrino, Tolomeo, Massimo Tirio ed altri di cui si son perdute le opere.
Ad
Antonino
successero i figli adottivi
Marco Elio Aurelio Antonino
detto "il filosofo" e
Lucio Elio Aurelio Commodo
poi detto
Vero
.
Marco Aurelio
nacque il 26 aprile 121.
Adriano
ne ebbe grande stima e adottando
Antonino
gli ordinò di adottare
Marco Aurelio
e
Lucio Ceionio Commodo
detto
Lucio Aurelio Elio Vero
.
Molto presto
Marco Aurelio
si applicò allo studio della filosofia stoica sulla quale scrisse alcuni libri. Ebbe ottimi maestri in ogni campo ma non amò occuparsi di eloquenza o di poesia preferendo studiare le leggi con il famoso giureconsulto Lucio Volusio Meciano. Giovanissimo prese a studiare la filosofia dei costumi e a praticare abitudini austere. Suoi maestri di filosofia furono Claudio Severo,
Apollonio di Calcide
, Sesto da Cheronea nipote di Plutarco, Giunio Rustico, Claudio Massimo, Cinna Catullo, Basilide, Arriano.
Sposò
Faustina
, unica figlia di
Antonino Pio
che in questo anno partorì due gemelli, uno dei quali era
Commodo
, futuro deprecatissimo imperatore.
Alla morte di
Antonino
il senato decretò imperatore il solo
Marco Aurelio
ma questi volle
Lucio Elio Commodo
per suo collega e gli attribì tutti i titoli spettanti agli augusti. Da quel momento i due imperatori si chiamarono
Marco Aurelio Antonino
e
Lucio Aurelio Vero
o
Lucio Vero
. Distribuirono regalie ai pretoriani e ai soldati, elargirono il congiario al popolo e un donativo in frumento ai fanciulli e alle fanciulle povere.
Anno
162
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Quinto Giunio Rustico e Gaio Vettio Aquilino.
Il console Rustico fu uno dei maestri di
Marco Aurelio
. Si ritiene che papa
Aniceto
subì in quest'anno il martirie e che
Sotere
fu suo successore.
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
governavano insieme ma il secondo era subordinato al primo. I caratteri dei due erano molto diversi.
L'impero andò incontro a diverse disavventure: un'inondazione del
Tevere
recò gravi danni alla città ed al bestiame e provocò una terribile carestia ma i provvedimenti di
Marco Aurelio
, risolvendo molti problemi, evitarono disordini.
Germania
e
Britannia
erano minacciate dai barbari. Furono inviati Aufidio Vittorino in
Germania
e
Calpurnio Agricola
in
Britannia
ma non è rimasta memoria del loro operato.
La guerra scoppiata già nell'anno precedente contro Vologese re dei Parti fu più importante. Vologese aveva coinvolto molte nazioni orientali e aveva attaccato l'
Armenia
. A
Roma
si decise di far intervenire
Lucio Vero
il quale ritardò la missione ammalandosi durante il viaggio. Ripresosi, continuò a procedere via mare toccando diverse città e sostando in ognuna qualche giorno, sempre in compagnia di cantori e suonatori. Giunse infine in
Antiochia
dove stabilì il proprio quartiere generale.
Anno
163
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Leliano e Pastore
Il governatore della
Cappadocia
Severiano fu incaricato di recare aiuto all'
Armenia
. Prima di muoversi volle consultare
Alessandro
, un impostore che si spacciava per profeta. Questi predisse una grande vittoria ma i
Parti
bloccarono l'armata romana e la massacrarono.
Vologese re dei Parti
passò ad attaccare la
Siria
che era governata da Attidio Corneliano e ottenne un'altra vittoria sui Romani.
Intanto giunse ad
Antiochia
, capitale della
Siria
,
Lucio Vero
ma si dedicò al lusso e al piacere preferendo mandare contro i
Parti
i suoi generali Stazio Prisco,
Avidio Cassio
e Mezzio Vero che ottennero qualche modesto vantaggio in
Armenia
.
In quest'anno
Lucio Vero
sposò
Lucilla
, figlia di
Marco Aurelio
alla quale fu conferito il titolo di Augusta.
Marco Aurelio
accompagnò la figlia a Efeso dove l'attendeva
Lucio Vero
.
Anno
164
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Marco Pompeo Macrino e Publio Juvenzio Celso
Stazio Prisco conquistò
Artaxata
in
Armenia
e Marzio Vero, nominato governatore, ne fece la capitale della provincia. Fu nominato re degli
Armeni
un certo
Soemo
della razza degli
Arsacidi
. Fu fatto prigioniero Tiridate satrapo che aveva causato torbidi in
Armenia
e commesso vari delitti ma
Marco Aurelio
si limitò a mandarlo in esilio in
Britannia
. Da parte sua
Lucio Vero
continuava a godere le delizie di
Antiochia
tenendosi lontano dai luoghi della guerra. Rimase in oriente per quattro anni durante i quali solo due volte arrivò fino all'
Eufrate
per mostrarsi ai soldati.
Anno
165
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Lucio Arrio Pudente e Marco Gavio Orfito
Avidio Cassio
, comandante dell'armata romana, gettò un ponte sull'
Eufrate
, passò con l'esercito in
Mesopotamia
e sottomise quella regione. Conquistò tra l'altro Seleucia sul
Tigri
, città che contava oltre quattrocentomila abitanti.
La città si arrese senza combattere ma
Avidio Cassio
trovò pretesti per farla saccheggiare. Superato il
Tigri
,
Cassio
entrò in
Ctesifonte
, capitale dei
Parti
, dove spianò tutti i palazzi di
Vologese
, quindi entrò in
Babilonia
. A Zaugma, presso l'
Eufrate
, si combattè una grande battaglia in cui i
Parti
persero centinaia di migliaia di soldati. Per queste vittorie i due imperatori ebbero il titolo di Partico. In quest'anno o nel successivo,
Lucio Vero
rientrò a
Roma
.
Anno
166
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Quinto Servilio Pudente e Lucio Fufidio Pollione
Avidio Cassio
continuò a procedere e arrivò alla Media. Si disse che aveva superato il fiume Indo ma probabilmente fu un'invenzione di
Luciano
per mettere in ridicolo le esagerazioni degli storici.
Dione
racconta che tornando indietro
Avidio Cassio
perse molti uomini per malattie e carenza di viveri. Raggiunse la Siria e ne fu nominato governatore.
Marco Aurelio
aveva mandato il cugino
Annio Libone
come suo luogotenente, con grande autorità.
Libone
si ammalò e morì poco dopo e poiché aveva mostrato poca stima di
Lucio Vero
, si pensò che questi lo avesse avvelenato.
Marco Aurelio
non volle credere a questa accusa e accolse il fratello di ritorno a
Roma
con il suo seguito di buffoni e commedianti.
Anno
167
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli
Lucio Elio Aurelio Vero Augusto
e Quadrato
I due imperatori celebrarono il trionfo sui
Parti
e sugli Armeni,
Lucio Vero
ebbe il consolato.
Commodo
e Vero, figli di
Marco Aurelio
furono nominati cesari e furono celebrati pubblici giochi.
Marco Aurelio
si dedicava spesso ad amministrare la giustizia intervenendo personalmente in tribunale ed emanando sentenze con l'assistenza dei migliori giureconsulti. Era sempre moderato e clemente nello stabilire le condanne e controllava i giudici per evitare abusi di autorità.
Più che varare nuove leggi preferiva rivedere quelle esistenti, cosa che fece in molti ambiti dall'amministrazione dell'annona alla manutenzione delle strade, dal controllare il comportamento degli esattori fiscali al regolare le spese per gli spettacoli, ecc.
Rientrando a
Roma
,
Lucio Vero
portò la peste che i suoi soldati avevano contratto in oriente. Il contaggio dilagò per l'
Italia
e la
Gallia
fino al
Reno
e durò più anni facendo incredibile strage.
Anno
168
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Aproniano e Lucio Vettio Paolo
Durante il soggiorno in oriente i vizzi di
Lucio Vero
erano peggiorati. Si faceva preparare pasti abbondanti in privato e voleva che durante la cena si svolgessero davanti a lui combattimenti di gladiatori. Fu il primo a volere fino a dodici convitati ai suoi banchetti, contro un'antica tradizione che limitava a sette il numero dei commensali, e ad ognuno donava oggetti di valore, stoviglie d'oro, gioielli.
Si fece costruire una sontuosa villa in via Clodia dove riuniva amici e liberti per le sue gozzoviglie. Sembra che usasse travestirsi per frequentare di notte taverne malfamate come avevano fatto
Caligola
e
Nerone
.
Marco Aurelio
conosceva e deprecava i costumi del fratello ma li tollerava per non creare discordia. Appassionato delle corse,
Lucio Vero
amava in modo particolare il suo cavallo Volucre (=uccello) e quando l'animale morì gli fece costruire un sepolcro in Vaticano.
Da tempo nel nord i
Marcomanni
creavano problemi ai confini dell'impero ma i comandanti romani temporeggiavano per evitare una nuova guerra mentre era in corso quella con i
Parti
. Al termine dell'impresa in Oriente i
Marcomanni
con molti altri popoli abitanti di là del
Reno
e del
Danubio
, Narisci, Ermonduri,
Quadi
,
Svevi
,
Sarmati
,
Vandali
, Vittovali,
Rossolani
,
Bastarni
, Costobochi,
Alani
, Jazigi ed altri si erano alleati per la rovina dell'impero. Da parte loro i Romani incontrarono grandi difficoltà nell'armare un esercito a causa della peste che continuava a fare vittime, ma finalmente in quest'anno
Marco Aurelio
era pronto a muoversi alla testa di un'armata. Volle portare con se anche
Lucio Vero
per non lasciarlo a
Roma
a coltivare i suoi vizi.
Anche
Avidio Cassio
, governatore della Siria, raggiunse i due Augusti a Aquileia dopo essere intervenuto in
Egitto
per sedare una ribellione.
Anno
169
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
e
Lucio Vero
Consoli Quinto Sosio Prisco Senecione e Publio Celio Apollinare
L'arrivo ad Aquileia dei due imperatori con l'esercito produsse buoni effetti perché i popoli barbari del Settentrione cessarono ogni ostilità sperando di ottenere l'amicizia dei Romani. In questo clima di pace
Lucio Vero
chiese a
Marco Aurelio
il permesso di tornare a
Roma
, tanto più che la peste aveva raggiunto anche Aquileia, ma
Marco Aurelio
gli negò il permesso sospettando che la disposizione dei barbari alla pace fosse soltanto finzione. Così
Lucio Vero
seguì il fratello in
Pannonia
e nell'
Illirico
trovando quelle contrade in pace o inducendole alla pace. Tornarono in Aquileia e
Lucio Vero
riprese a insistere per rientrare a
Roma
, ma viaggiando in carrozza tra Altino e
Concordia
,
Lucio Vero
ebbe un colpo apoplettico che gli tolse la facoltà di parlare. Morì tre giorni dopo in Altino. Questa morte improvvisa provocò le solite maldicenze, si disse che
Lucio Vero
era stato avvelenato dalla suocera
Faustina
o dalla moglie
Lucilla
o da altri parenti o addirittura che fosse stato avvelenato per espressa volontà di
Marco Aurelio
. Nessuna persona onesta mise in dubbio l'innocenza di
Marco Aurelio
che godeva della più limpida reputazione. Egli portò a
Roma
le spoglie del fratello e le fece collocare nel
mausoleo di Adriano
, chiese quindi al senato gli onori divini per
Lucio Vero
.
Congedò con regali tutta la corte di
Lucio Vero
tenendo con se il solo liberto
Eletto
che sarà l'uccisore di
Commodo
.
Anno
170
Papa
Sotere
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli: Marco Cornelio Cetego e Gaio Erucio Cloro
I
Marcomanni
e i loro alleati riaprirono le ostilità nonostante i trattati di pace recentemente conclusi, forse stimolati dal sapere quanti danni le legioni romane avevano sofferto a causa della peste.
A corto di soldati,
Marco Aurelio
fece concedere la libertà a molti schiavi e li arruolò formando alcune legioni. Arruolò anche i gladiatori, i banditi della Dalmazia e della Dardania e alcune compagnie di
Germani
.
Per finanziare questa armata senza imporre nuove tasse vendette all'ata i beni preziosi che si trovavano nel palazzo imperiale e molti beni personali.
Mentre si trovava in Palestina, forse per sfuggire alla peste, il suo terzo figlio Vero morì per un tumore. Coerente alla sua figura di imperatore filosofo,
Marco Aurelio
limitò il lutto a cinque soli giorni e tornò ad amministrare gli affari dello Stato.
Fece risposare la figlia
Lucilla
, vedova di
Lucio Vero
con
Claudio Pompeiano
, ma
Lucilla
e sua madre
Faustina
non gradirono la scelta dello sposo avanti con gli anni e non appartenente alla nobiltà.
Anno
171
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli Lucio Settimio Severo e Lucio Aufidio Erenniano
Nonostante la sua filosofia,
Marco Aurelio
permise che sotto di lui continuassero le persecuzioni dei cristiani, infatti in questo anno il papa
Sotere
subì il martirio come molti altri cristiani nella
Gallia
e nell'Asia tra cui i santi Policarpo e Giustino. Alla cattedra romana salì
Eleuterio
In quest'anno
Marco Aurelio
iniziò nuove imprese militari ma le notizie in merito sono molto scarse. L'imperatore festeggiò il primo decennio del suo governo.
In questo periodo fioriva il famoso medico
Galeno
al quale
Marco Aurelio
affidò la cura di suo figlio
Commodo
che era malato.
Tra gli ufficiali che combattevano contro i
Marcomanni
furono
Claudio Pompeiano
genero dell'imperatore, Avidio Crasso e
Elvio Pertinace
. Quest'ultimo fu calunniato e
Marco Aurelio
gli tolse il comando della
Dacia
, ma
Pompeiano
lo prese con se ed egli recuperò la sua reputazione al punto di essere nominato senatore.
Combattendo contro i
Marcomanni
perse la vita il
prefetto del pretorio
Marco Vindice la cui carica fu meritata da Rufo Basseo, personaggio di umile origine.
Anno
172
Papa
Eleuterio
Imperatore
Marco Aurelio
Consoli Massimo e Orfito
Marco Aurelio
liberò la
Pannonia
dai
Marcomanni
,
Sarmati
e
Vandali
. L'imperatore condusse la guerra con grande accortezza, sempre sottoponendo le proprie decisioni al parere dei suoi consiglieri. Non volle mai allontanarsi dal fronte per tornare a
Roma
come gli suggerivano i suoi amici.
Anno
173
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli: Marco Aurelio Severo e Tiberio Claudio Pompeiano
Il console Pompeiano è diverso dal genero di
Marco Aurelio
. I Romani sconfissero gli Jagizi sul
Danubio
. Avidio Cassio, noto per la sua severità nel mantenere la disciplina, esagerò facendo crocifiggere alcuni soldati che avevano battuto tremila soldati di propria iniziativa.
Marco Aurelio
diede un'ulteriore prova di moderazione nel giudicare una causa tra il popolo di Atene e il governatore Erode Attico, suo amico e già suo maestro. Condannò Erode Attico e i suoi liberti a pene molto lievi e indennizzò gli Ateniesi per i torti subiti.
Anno
174
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli Gallo e Flacco
L'armata romana guidata dallo stesso
Marco Aurelio
penetrò nel paese dei
Quadi
e venne accerchiata dai nemici in una zona priva d'acqua. I barbari non attaccarono sperando che i Romani venissero sopraffatti dalla sete ma una pioggia improvvisa ed abbondante permise ai soldati di raccogliere acqua per bere e abbeverare i cavalli. I
Quadi
a questo punto attaccarono ma vennero battuti. In favore dei Romani giocò anche il temporale che colpì con i fulmini le schiere dei barbari, tanto che si parlò di evento miracoloso.
Come era usanza in occasione di importanti vittorie, il senato conferì di nuovo il titolo di imperatore a
Marco Aurelio
che lo riceveva per la settima volta, inoltre l'imperatrice
Faustina
fu chiamata "madre degli eserciti".
Anno
175
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli Calpurnio Pisone e Marco Salvio Giuliano
Sopraffatti
Marcomanni
e
Quadi
,
Marco Aurelio
stabilì presidi fortificati nei loro paesi.
Gli Jagizi resistettero ancora per qualche tempo ai Romani ma finalmente una loro ambasceria ottenne lapace con alcune condizioni tra cui la restituzione dei prigionieri e la consegna di ottomila uomini a cavallo, parte dei quali furono utilizzati in
Britannia
.
Anche Narici, Buri e altre popolazioni ottennero la pace a condizioni simili. A molti sconfitti
Marco Aurelio
assegnò terre da abitare in
Dacia
,
Pannonia
,
Mesia
,
Germania
.
In questo anno Avidio Cassio, tornato dalla guerra con i
Marcomanni
alla sua provincia in
Siria
, si ribellò dopo aver a lungo parlato in modo irriverente di
Marco Aurelio
. A suo tempo
Lucio Vero
aveva avvisato
Marco Aurelio
che Avidio Cassio minacciava di creare pericolosi problemi ma l'imperatore rifiutò di agire contro un militare valoroso e utile alla repubblica. Nell'aprile di quest'anno Avidio Cassio diffuse la falsa notizia della morte di
Marco Aurelio
e si fece proclamare imperatore dai soldati. Al comando delle sue legioni Cassio sottomise la
Siria
, la Cilicia e l'
Egitto
.
Avvertito da Publio Marzio governatore della
Cappadocia
,
Marco Aurelio
, che si trovava in
Germania
, scrisse al senato ma per il momento non intervenne nella speranza di evitare una guerra civile.
Commodo
compì i quindici anni, vestì la toga virile e ricevette il titolo di principe della gioventù.
Finalmente
Marco Aurelio
mosse dalla
Germania
e raggiunse il confine della
Siria
ma prima che attaccasse Avidio Cassio questi fu ucciso da due soldati fedeli a
Marco Aurelio
. La ribellione si esaurì così con pochi scontri tra i soldati imperiali e i seguaci di Avidio Cassio.
Marco Aurelio
non volle svolgere inchieste per individuare i complici del ribelle. Il senato svolse di sua iniziativa alcune indagini ma per intercessione dell'imperatore pochissimi furono condannati a morte e gli altri all'esilio.
Avuta la notizia della morte di Cassio,
Marco Aurelio
deviò per l'
Italia
ma non entrò in
Roma
, ripartì per l'Asia da Capo Miseno portando con se la moglie
Faustina
e il figlio
Commodo
.
Anno
176
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli Tito Vitrasio Pollione e Marco Flavo Apro
Mentre la famiglia imperiale si trovava in
Cappadocia
, morì di malattia
Annia Faustina Minore
, moglie di
Marco Aurelio
. Poco credibile l'ipotesi avanzata da
Dione Cassio
che ella si sia lasciata morire perché, coinvolta nella rivolta di Avidio Cassio, temeva di essere punita. La defunta aveva cattiva reputazione per la sua libidine, si diceva che
Commodo
fosse figlio di adulterio, si sapeva di sue tresche con alcuni liberti e di un suo folle amore per un gladiatore.
Marco Aurelio
conosceva l'infedeltà della moglie ma non prese maile adeguate misure, anzi quando morì la pianse e chiese al senato di divinizzarla.
Fabia sorella di
Lucio Vero
, che in precedenza era stata destinata a sposare
Marco Aurelio
, sperò a questo punto di diventare sua consorte, ma
Marco Aurelio
preferì non riprendere mai moglie.
L'imperatore continuò il suo viaggio in
Siria
, Palestina e
Egitto
perdonando tutte le città che avevano appoggiato Avidio Cassio. Soltanto
Antiochia
, che era stata il centro della rivolta, fu punita con la revoca di alcuni diritti politici e civili tipici delle città che potevano governarsi con leggi proprie.
Giunto in Atene volle assistere ai riti di Cerere e concesse benefici alle scuole di filosofia, riprese quindi il mare per tornare in
Italia
. Entrò in
Roma
celebrando il trionfo per le vittorie in
Germania
. Designò
Commodo
console per l'anno successivo con la dispensa del senato per l'età, offrì al popolo donativi e splendidi spettacoli.
Anno
177
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli
Lucio Aurelio Commodo
e Quintillo
L'imperatore fece sposare il figlio
Commodo
con Crispina figlia del console Bruttio Presente. A
Roma/a>
Marco Aurelio
moderò le spese per i giochi gladiatorii e ordinò che i gladiatori combattessero con armi non affilate. Emanò norme per contenere il lusso delle matrone e dei giovani nobili. Azzerò i debiti delle province verso l'erario.
Il clima di serenità fu turbato dai
Quadi
che deposero il re insediato da
Marco Aurelio
e misero sul trono Ariogeso. Contrariamente alle sue abitudini,
Marco Aurelio
mise una taglia sul capo di Ariogeso ma quando lo ebbe prigioniero si limitò a mandarlo in esilio a
Alessandria
.
Disordini si verificarono anche sul
Danubio
e le milizie inviate sul porto non conseguirono i risultati sperati, perciò
Marco Aurelio
decise di intervenire personalmente.
Anno
178
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli Orfito e Rufo
Marco Aurelio
riprese la via per il nord insieme al figlio
Commodo
e si sa dalle monete che ottenne altre vittorie sulle quali mancarono informazioni.
Per
senatoconsulto
fu stabilito che i figli adottati da altre famiglie fossero ammessi alla successione delle loro madri.
Anno
179
Papa
Eleuterio
Imperatori
Marco Aurelio
Consoli
Lucio Aurelio Commodo Augusto
e Publio Marzio Vero
Continuava la guerra barbarica sul
Danubio
con la presenza di due imperatori,
Marco Aurelio
e
Commodo
.
Marco Aurelio
ordinò a Terrutenio Paterno di sferrare un attacco con grandi forze, la battaglia durò un'intera giornata e si concluse con la vittoria dei Romani.
In quest'anno la città di Smirne fu devastata da un terremoto. I superstiti furono soccorsi dagli abitanti delle città vicine e
Marco Aurelio
inviò consistenti somme di denaro per la ricostruzione degli edifici distrutti.
Anno
180
Papa
Eleuterio
Imperatori
Commodo
Consoli Gaio Bruttio Presente e Sesto Quintilio Condiano
Stando a Erodiano la guerra era praticamente finita, molti dei popoli ribelli si erano sottomessi a
Marco Aurelio
, si erano accordati con lui o erano fuggiti più lontano.
Nel marzo di quest'anno
Marco Aurelio
cadde infermo per l'epidemia che aveva colpito la sua armata. Nel sesto giorno della sua malattia parlò agli amici invitandoli a non piangere e raccomandando loro il figlio
Commodo
. Il settimo giorno spirò, era il 17 marzo
180
, all'età di cinquantanove anni. Più tardi corse voce che l'imperatore era stato ucciso dai medici corrotti da
Commodo
.
Il cordoglio dei soldati e della popolazione fu immenso, le sue ceneri vennero riposte nel
Mausoleo di Adriano
e fu celebrata la sua divinizzazione. Molte le virtù, pochi i difetti di
Marco Aurelio
e fra questi l'eccessiva tolleranza con cui sempre mitigò le pene e permise alla moglie di tenere un comportamento indegno. Liberale ma attento nell'amministrazione dei beni pubblici, sempre pronto a soccorrere chi ne aveva bisogno, lasciò le sue memorie in dodici libri scritti in greco.
Sotto
Marco Aurelio
fiorirono famosi letterati come
Luciano di Samosata
,
Lucio Apuleio
, il medico
Galeno
,
Pausania
,
Aristide
,
Polieno
,
Artemidoro
,
Aulo Gellio
,
Sesto Empirico
, e molti altri. Alla morte di
Marco Aurelio
il governo dell'impero passò al figlio
Lucio Aurelio Antonino Commodo
che già da tempo aveva il titolo di imperatore.
Anno
181
Papa
Eleuterio
Imperatori
Commodo
Consoli
Marco Aurelio Antonino Commodo Augusto
e
Lucio Antistio Burro
Il console
Antistio Burro
era marito della sorella di
Commodo
.
Commodo
assunse il governo. Era nato il 31 agosto 161, aveva avuto ottimi maestri come Onesicrato, Antistio Capella, Atteio Santio. Ben presto si dimostrò crudele e libidinoso.
Quando il padre morì,
Commodo
si trovava in Ungheria con l'armata, pronunciò un'orazione ed elargì un donativo all'esercito. Avrebbe voluto tornare subito in
Italia
per evitare che qualcuno a
Roma
si facesse proclamare imperatore, ma si trattenne ancora per qualche tempo per l'insistenza del cognato
Pompeiano
. Concluse la pace con alcuni popoli, combattè ancora contro i
Germani
ma senza eventi di rilievo, comperò la pace con condizioni anche svantaggiose per la fretta di tornare a
Roma
.
Grazie all'essere figlio di
Marco Aurelio
e al suo bell'aspetto, fu accolto festosamente a
Roma
, pronunciò un'orazione in senato, distribuì regalie ai soldati e un congiario al popolo. Ebbe il suo terzo consolato e trionfò sui
Germani
.
Anno
182
Papa
Eleuterio
Imperatori
Commodo
Consoli Pomponio Mamertino e Rufo
Come altri prima di lui,
Commodo
iniziò il suo impero con atti di buon governo rispettando i consiglieri del padre.
Fu scoperto e arrestato Manilio che era stato segretario di Avidio Cassio che promise di rivelare molti segreti ma
Commodo
rifiutò di ascoltarlo e ordinò di bruciare tutte le sue carte senza leggerle.
Commodo
si procurò così la simpatia popolare ma chi gli era vicino imparò presto quale fosse la sua vera natura.
Vi furono nuovi combattimenti in
Dacia
che si conclusero con la vittoria di
Albino
e Negro, legati dell'imperatore.
Anno
183
Papa
Eleuterio
Imperatore
Commodo
Consoli
Marco Aurelio Antonino Commodo Augusto
e Gaio Aufidio Vittorino
Il console Aufidio Vittorino fu uno dei più insigni senatori del suo tempo, già caro a
Marco Aurelio
, fu
prefetto di Roma
e due volte console. Governatore della
Germania
, molti anni prima aveva licenziato un suo legato che accettava regali, analoga vicenda avvenne quando fu proconsole in
Africa
. Sotto
Commodo
, sentendosi minacciato dalle persecuzioni dell'imperatore, affrontò apertamente il
prefetto del pretorio
Perenne
per sapere quanto concreto fosse il pericolo. Fu risparmiato e quando morì di morte naturale ebbe l'onore di una statua.
Perenne
fu nominato
prefetto del pretorio
ed entrò nelle grazie di
Commodo
al punto di influenzarne le decisioni.
Anno
184
Papa
Eleuterio
Imperatore
Commodo
Consoli Lucio Cossonio Eggio Marullo e Gneo Papirio Eliano
Era iniziata una grande ribellione in
Britannia
, i barbari avevano superato il muro di Antonino e massacrato il presidio romano.
Commodo
spedì sul posto Ulpio Marcello, generale integerrimo, che conseguì grandi vittorie per le quali
Commodo
ebbe il titolo di Britannico.
Il prefetto
Perenne
trafficò per sostituire i consiglieri di
Commodo
con loschi personaggi di sua fiducia.
Lucilla
, figlia di
Marco Aurelio
e sorella di
Commodo
, aveva conservato il titolo di augusta avendo sposato
Lucio Vero
. Quando
Commodo
sposò Crispina,
Lucilla
fu costretta a cederle il suo posto a teatro e altri onori ma lo fece con molta rabbia e decise di vendicare l'offesa. Non ne parlò al marito
Pompeiano
, ma indusse il suo amante Quadrato a cospirare contro la vita di
Commodo
. Il ruolo di sicario fu affidato al giovane Quinziano che tese un agguato all'imperatore riuscendo forse a ferirlo, ma non a ucciderlo.
Commodo
sfuggì all'attentato, Quinziano fu catturato e torturato per ordine di
Perenne
, rivelò i suoi complici.
Lucilla
fu confinata a Capri dove dopo qualche tempo venne uccisa, Quinziano e altri congiurati vennero giustiziati. A
Commodo
rimase un senso maniacale di paura e di sospetto del quale approfittò
Perenne
per mandare in rovina i suoi avversari ed ereditarne i beni.
Anno
185
Papa
Eleuterio
Imperatore
Commodo
Consoli Marco Cornelio Negrino Curiazio Materno e Marco Attilio Bradua
Morì in quest'anno il papa
Eleuterio
ma non è noto se subì il martirio. Fu sostituito da
Vittore
.
Il potente liberto Antero, che
Commodo
aveva nominato maestro di camera, fu assassinato per ordine di Tarrutenio Paterno,
prefetto del pretorio
.
Venuto a conoscenza della responsabilità di Paterno,
Commodo
lo nominò senatore per privarlo della carica di prefetto ma dopo qualche tempo lo accusò di cospirare insieme a Salvio Giuliano. Paterno, Giuliano e Vitruvio Secondo, segretario delle lettere dell'imperatore, vennero giustiziati. Vettio Rufo, Egnazio Capitone, Emilio Iunto e Attilio Severo, tutti e consoli, accusati diaver partecipato alla congiura, furono esiliati: Quintilio Massimo e Quintilio Caudiano, già consiglieri apprezzati di
Marco Aurelio
, vennero tolti dal mondo in queste circostanze. Sesto Quintilio, figlio di Quintilio Massimo, scampò alla condanna in modo avventuroso ma molti persero la vita o i beni per averlo aiutato. Anche Didio Giuliano, furuto imperatore, fu processato per questa congiura, ma venne assolto.
Perenne
rimase solo a controllare e condizionare l'operato del giovane imperatore, il quale fu ben lieto di dedicarsi ai suoi lussuriosi divertimenti.
Anno
186
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli
Marco Aurelio Commodo Augusto
e
Manio Acilio Glabrione
Perenne
disponeva di grandissimo potere e di enormi ricchezze che certamente avrebbero aiutato lui e i suoi figli a realizzare un colpo di stato con il supporto dei pretoriani e dell'esercito. All'inizio dei giochi capitolini, uno sconosciuto vestito da filosofo annunciò in pubblico, presente l'imperatore, che
Perenne
stava preparando un attentato. Nessuna reazione da parte del popolo, il più grande stupore di
Commodo
che ordinò di bruciare vivo il finto filosofo. L'incidente ebbe però l'effetto di creare gravi sospetti a carico di
Perenne
che qualche tempo dopo finì con l'essere decapitato per ordine di
Commodo
. L'imperatore richiamò il figlio maggiore di
Perenne
che si trovava nell'
Illirico
per reclutare tra i soldati sostenitori della rivolta che il padre stava preparando, ma in circostante non chiare il giovane fu ucciso durante il viaggio.
Commodo
fu proclamato per l'ottava volta imperatore per una vittoria di
Clodio Albino
oltre il
Reno
.
Anno
187
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli Crispino e Eliano
Eliminato
Perenne
,un altro personaggio arrivò ad avere poteri eccessivi per la compiacenza di
Commodo
, si trattava di Cleandro che dalla condizione di schivo arrivò ad essere nominato maestro di camera dell'imperatore, facendo uccidere Saoterio che aveva prima di lui occupato quella posizione.
Dopo aver imprigionato o ucciso alcuni successori di
Perenne
, Cleandro si fece nominare
prefetto del pretorio
. Avere un simile comandante permise ai pretoriani e agli altri soldati di commettere le azioni più scellerate mentre
Commodo
si dedicava esclusivamente ai giochi e alla caccia.
Elvio Pertinace
era stato esiliato da
Perenne
,
Commodo
lo richiamò e lo nominò suo legato mandandolo quindi in
Britannia
per riportare la disciplina tra le truppe ammutinate e sediziose. Le truppe della
Britannia
erano effettivamente in grande disordine e subito proposero a
Pertinace
di essere proclamato imperatore.
Pertinace
rifiutò l'offerta e per qualche tempo ripristinò la disciplina finché una legione si sollevò contro di lui.
Ferito più volte, fu creduto morto e seppe vendicarsi più tardi, quando divenne imperatore.
Un certo Materno mise insieme un corpo di disertori e di malviventi con i quali cominciò a saccheggiare
Gallia
e
Spagna
. Contro di lui
Commodo
inviò
Pescennio Nigro
che, insieme a Settimio Severo governatore di
Lione
, disperse le bande di Materno ma questi passò in
Italia
con i suoi compagni superstiti e l'assurdo disegno di uccidere
Commodo
a
Roma
. Il progetto di Materno consisteva nell'approfittare delle feste di Cibele per mascherarsi da pretoriani e avvicinare l'imperatore per passarlo a fil di spada. Tradito da un compagno, Materno fu preso e giustiziato. Da allora
Commodo
evitò frequentemente di comparire in pubblico e spesso abitò nelle sue ville di campagna, lasciando l'amministrazione della giustizia e i suoi doveri di imperatore nelle mani di Cleandro.
Anno
188
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli Gaio Allio Fusciano e Duilio Silano
Cleandro vendeva le grazie e le cariche militari o civili. Pagando si poteva ottenere il governo di una provincia, come il richiamo dall'esilio, un liberto poteva accedere alla nobiltà e diventare senatore.
Antistio Burro, cognato di
Commodo
, volle informare l'imperatore di questi abusi e si procurò così l'odio di Cleandro e le sue calunnie. In breve fu processato con l'accusa di complottare e giustiziato insieme a molti altri supposti suoi complici.
I divertimenti e gli sprechi di
Commodo
svuotavano le casse dello stato, per riempirle
Commodo
e Cleandro inventavano sempre nuove tasse, costruivano processi su false accuse e in ogni modo defraudavano la popolazione.
Un fulmine caduto sul
Campidoglio
incendiò la biblioteca. Più tardi furono costruite le terme di
Commodo
che ebbero come vero artefice Cleandro il quale voleva guadagnare in popolarità per i suoi fini.
Anno
189
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli Silano e Silano
Non sono noti i nomi personali dei due consoli, un'ipotesi è che si chiamassero Giunio Silano e Servilio Silano.
Una grave epidemia si diffuse in
Italia
infettando persone e animali.
Commodo
cercò riparo a Laurento mentre all'epidemia seguiva la carestia. Dionisio Papirio presidente dell'annona fece risultare ancora più grave la penuria di viveri sperando di farne ricadere la responsabilità su Cleandro. In effetti, avendo Cleandro ammassato grandi quantità di grano, fu sospettato di volerlo usare per corrompere i pretoriani e impossessarsi dell'impero, tanto bastò per suscitare una sollevazione contro Cleandro il quale fece attaccare gli insorti dalla cavalleria provocando molte vittime. Il popolo ribelle, aiutato da parte dei soldati, ebbe la meglio sulla cavalleria.
Commodo
, che si trovava nel suo palazzo suburbano intento ai consueti piaceri, fu informato della rivolta e ordinò di decapitare Cleandro per mostrare la sua testa al popolo. Molti gioirono per la fine del perfido ministro e prima che il tumulto si calmasse vennero uccisi anche i suoi due figli e altri parenti. Persero la vita anche alcuni liberti di Cleandro e
Commodo
fece uccidere anche Dionisio Papirio dando a lui la colpa della penuria di grano.
Cleandro fu sostituito da Giuliano e Regillo mentre
Elvio Pertinace
ebbe la presidenza dell'annona. Con molto timore
Commodo
rientrò a
Roma
ma fu accolto bene dal popolo. Pare che facesse sostituire con la sua testa quella della statua colossale di
Nerone
.
Anno
190
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli
Marco Aurelio Commodo Augusto
e Marco Petronio Settimiano
Estremamente sospettoso,
Commodo
faceva uccidere le persone di successo, i nobili, le persone calunniate. Eliminò anche suoi parenti come
Petronio Mamertino
marito di sua sorella, il di lui figlio Antonino e Annia Faustina cugina di suo padre. Fece uccidere diversi consoli come Duilio e Servilio Silani, Allio Fosco, Celio Falice, Lucio Torquato, Larzio Euripiano, Valerio Bassiano, Patuleio Magno, Sulpizio Crasso, Claudio Lucano, Giulio Proculo e molti altri.
Presto furono ammazzati anche Giuliano e Regillo recentemente nominati
prefetti del pretorio
. Furono sostituiti da Quinto Emilio Leto.
In
Siria
un certo Giulio Alessandro si ribellò, fece a pezzi diversi soldati mandati ad ucciderlo, infine si uccise insieme a un suo amasio per non essere catturato.
Anno
191
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli Cassio Aproniano e Bradua
Il console Cassio Aproniano fu probabilmente il padre dello storico
Dione Cassio
.
Un tragico incendio distrusse il Tempio della Pace costruito da
Vespasiano
e le botteghe vicine e si estese fino a bruciare anche il Tempio di Vesta. Nel Tempio della Pace erano custoditi i cimeli della guerra di
Gerusalemme
, i manoscritti di molte opere e anche beni preziosi di privati che vi erano depositati perché il tempio era considerato tra i più sicuri di
Roma
. Il fuoco durò molti giorni senza che si riuscisse a circoscriverlo, fu infine spento da un'improvvisa pioggia. Le Vestali salvarono il Palladio ma le fiamme raggiunsero anche il Palazzo distruggendo molti documenti. Molti attribuirono l'incendio all'ira divina contro
Commodo
. Questi aveva preso a farsi chiamare l'Ercole Romano per i suoi successi contro le belve del circo, si dichiarò figlio di Giove e volle che
Roma
si chiamasse Commodiana.
Anno
192
Papa
Vittore
Imperatore
Commodo
Consoli
Marco Aurelio Commodo Augusto
e
Publio Elvio Pertinace
Spesso
Commodo
si travestiva da donna, da Ercole con la clava o da Mercurio con il caduceo. Chi osava deriderlo per questo veniva consegnato alle belve.
Si vantava di essere il miglior gladiatore e cacciatore al mondo e in effetti gli storici testimoniano che era molto abile nel misurarsi con le belve. Era forte anche nei combattimenti con i gladiatori, che ovviamente non osavano ferirlo e che in genere si dichiaravano vinti dopo un primo scambio di colpi e chiedevano la grazia della vita.
Annunciò pubblicamente la sua partecipazione ai giochi e alle cacce indette per i Saturnali ma evitò di scendere in campo contro le bestie limitandosi a colpirle da lontano con le frecce. Volle battersi anche con i gladiatori nonostante molti lo pregassero di non farlo per proteggere la dignità imperiale.
Marzia
concubina di
Commodo
,
Quinto Emilio Leto
prefetto del pretorio
e
Eletto
maestro di camera, sentendosi in pericolo per aver criticato l'imperatore, decisero di eliminarlo. Versarono il sonnifero nel vino di
Commodo
ma questi se ne liberò vomitandolo, mandarono allora il fortissimo atleta Narciso a strangolarlo. Sparsero poi la voce che fosse morto per un colpo apoplettico. Così morì
Commodo
all'età di trentun'anni senza lasciare figli.
Prima che
Commodo
morisse,
Clodio Albino
che militava in
Britannia
ricevette la falsa notizia della morte dell'imperatore e parlò ai soldati incitandoli a ripristinare la repubblica e abrogare la monarchia. Lo seppe
Commodo
e convocò
Albino
a
Roma
ma venne ucciso prima che questi giungesse. Molti dei messaggeri inviati nelle province per annunciare la morte di
Commodo
furono imprigionati dai governatori per il timore che portassero false notizie che avrebbero facilmente provocato disordini.
Anno
193
Papa
Vittore
Imperatore
Publio Elio Pertinace
Consoli
Quinto Sosio Falcone
e Gaio Giulio Erucio Claro
Commodo
morì nella notte precedente il primo gennaio.
Leto
e
Eletto
offrirono l'impero a
Elvio Pertinace
il quale accettò dopo aver constatato la morte di
Commodo
. I pretoriani non furono entusiasti della scelta perché temevano che
Pertinace
revocasse i molti privilegi che
Commodo
aveva loro concesso e che pretendesse tutt'altra disciplina.
Nato ad Alba Pompea, nel territorio dell'odierno
Monferrato
da una famiglia povera,
Pertinace
aveva per qualche tempo insegnato grammatica prima di entrare nella milizia dove era rapidamente salito di grado e aveva svolto prestigiosi impieghi nella
Mesia
e nella
Dacia
.
Caduto in disgrazia sotto
Marco Aurelio
per calunnie, recuperò la sua reputazione grazie a
Claudio Pompeiano
e fu nominato senatore. Fu console e poi governatore della
Siria
. Sotto
Commodo
si ritirò nel suo paese di origine ma dopo la morte di
Perenne
fu inviato in
Britannia
e poi in
Africa
. Tornato a
Roma
fu
prefetto dell'Urbe
e di nuovo console. Nato nel
126
, aveva allora sessantasei anni. Nonostante i numerosi incarichi ricoperti, era rimasto povero, era onoratissimo ma poco liberale e questo non poteva piacere ai soldati.
Il popolo esultò alla notizia della morte di
Commodo
, i Senatori si riunirono in quella stessa notte e
Pertinace
, prudentemente, disse loro di essere troppo vecchio per accettare la nomina proponendo, invece, il nobile Aulo Glabrione o
Claudio Pompeiano
genero di
Marco Aurelio
.
Pompeiano
già da tempo evitava di presentarsi in pubblico adducendo motivi di salute, fu quindi consiglere di
Pertinace
e quando questi fu morto tornò alla vita privata.
Il senato confermò la nomina di
Pertinace
e decretò che il corpo di
Commodo
fosse gettato nel
Tevere
, ma il cadavere era stato nascosto e più tardi fu traslato nel
Mausoleo di Adriano
. A
Pertinace
furono accordati i consueti titoli imperiali e alla moglie
Flavia Tiziana
il titolo di augusta.
Per pagare il premio promesso ai pretoriani,
Pertinace
mise in vendita statue, carrozze e gioielli di
Commodo
. Furono annullate le condanne ingiuste, furono restituiti i beni confiscati da
Commodo
, richiamati gli esuli e risanati molti abusi commessi sotto il precedente imperatore.
Nell'insieme
Pertinace
fu un buon governante, ma i soldati, costretti a comportarsi disciplinatamente, non lo amavano. La sua parsimonia lo indusse a respingere molte richieste di amici e conterranei e lo si accusava di sordida avarizia, così che anche la gente comune cominciò a disprezzarlo.
Emilio Leto
, pentitosi di aver promosso l'elezione di
Pertinace
cospirò contro di lui con i pretoriani, Intanto il console
Falcone
fu accusato di pretendere l'impero ma
Pertinace
si oppose alla sua condanna.
Leto
fece uccidere alcuni soldati considerati complici di
Falcone
e cominciò a diffondersi un clima di terrore. Duecento pretoriani attaccarono il palazzo,
Pertinace
coraggiosamente parlò loro e riuscì a calmarli ma uno di loro, un certo Tausio, improvvisamente lo ferì nel petto e gli altri lo finirono.
Eletto
, maestro di camera che si trovava presso
Pertinace
tentò di difenderlo ma fu ucciso a sua volta. Era il 28 marzo, ottantaseiesimo giorno del governo di
Pertinace
.
I pretoriani si barricarono nella loro caserma per paura del popolo che andava cercando i responsabili per punirli adeguatamente. Anche molti senatori si chiusero in casa o lasciarono la città. Dopo due giorni di tensione i pretoriani, constatando che nessuno agiva contro di loro, misero in vendita il titolo imperiale. Tra i candidati era
Flacco Sulpiciano
, suocero di
Pertinace
e
prefetto di Roma
, ma la gara fu vinta da
Didio Severo Giuliano
che offrì una somma maggiore.
Giuliano
era originario di Milano e vi era stato confinato da
Commodo
che lo sospettava di aver partecipato alla congiura di Salvio Giuliano. Nato nel
133
aveva ricoperto varie cariche civili e militari, aveva governato province ed aveva avuto da
Pertinace
il proconsolato in
Spagna
.
Nominato imperatore prese il nome di
Commodo
e creò
prefetti del pretorio
Flavio Geniale
e
Tullio Crispino
. Si presentò in senato scortato dai pretoriani ma affermò di essere venuto solo per sentir confermare la sua elezione dai senatori. In senato molti lo odiavano, ma tutti accettarono il fatto compiuto.
Il mattino seguente, però, il popolo gli gridò contro accusandolo di aver fatto morire
Pertinace
e di aver usurpato l'impero. Visto che non riusciva a calmare il popolo con promesse di denaro, ordinò ai pretoriani di caricare la folla ma, aumentando la tensione, fuggì nel circo dove trascorse tutta la notte senza mangiare nè bere. Mandò a chiamare
Pescennio Nigro
, governatore della
Siria
, con le sue legioni. Calmatesi le acque,
Giuliano
accettò tutti i titoli imperiali e conferì il titolo di augusta alla moglie
Manlia Scantilla
e alla figlia
Didia Clara
al cui marito
Cornelio Repentino
conferì la
prefettura di Roma
.
In quel periodo l'impero disponeva di tre eserciti principali quello dell'
Illirico
e
Pannonia
comandato da
Lucio Settimio Severo
, quello della
Britannia
con
Decimo Clodio Albino
e quello della
Siria
con
Gaio Pescennio Nigro
Quando
Pescennio Nigro
ricevette la chiamata di
Didio Giuliano
si fece proclamare imperatore dal suo esercito e dal popolo di
Antiochia
, ma anche
Settimio Severo
, forse chiamato segretamente dai senatori contrari a
Giuliano
, assunse il titolo di augusto in
Pannonia
. Portò quindi dalla sua parte
Clodio Albino
con lettere più che amichevoli e con la nomina a cesare.
Illirico
,
Germania
e
Gallia
riconobbero
Settimio Severo
che si mise subito in marcia verso
Roma
.
Quando
Giuliano
venne a sapere che non solo
Pescennio Nigro
, ma anche
Settimio Severo
intendevano occupare il suo posto si vide perduto, fece dichiarare nemici pubblici i due dipendenti, fece costruire fortificazioni e trincee interno a
Roma
,
Fece uccidere
Emilio Leto
prefetto del pretorio
e
Marzia
autori della morte di
Commodo
nel timore che si unissero a
Severo
, ordinò che vestali e sacerdoti andassero incontro a
Severo
per fermarlo e minacciò di morte i senatori che gli fossero ostili. Cambiando pensiero, fece comporre un decreto che dichiarava
Severo
suo collega nell'impero ma
Severo
rifiutò.
Quando i pretoriano abbandonarono
Giuliano
i senatori lo condannarono a morte come usurpatore dell'impero, dichiararono imperatore
Severo
e tributarono gli onori divini a
Pertinace
.
Giuliano
fu giustiziato e
Severo
permise di seppellirlo nella tomba dei suoi antenati. Avvicinandosi a
Roma
,
Severo
incontrò una delegazione di cento senatori. Mandò quindi l'ordine ai pretoriani di raggiungerlo senza armi, li fece privare di pugnali e spade, delle vesti e dei cavalli e ordinl oro di rimanere cento miglia lontano da
Roma
, pena la morte.
Fu accolto da
Roma
in festa, offrì sacrifici sul
Campidoglio
e si ritirò per riposare nel palazzo imperiale.
Anno
194
Papa
Vittore
Imperatore
Settimio Severo
Consoli:
Lucio Settimio Severo Augusto
e
Decimo Clodio Settimio Albino Cesare
Severo
era nato in
Africa
, a Leptis, nell'anno
146
. Il padre si chiamava Marco Settimio Geta. Studiò in
Africa
le lettere latine e greche e la filosofia. A
Roma
fu allievo di
Papiniano
e del famoso giurista Scevola.
In gioventù fu arrogante e violento, ebbe incarichi civili sotto
Marco Aurelio
e fu legato in
Africa
, governatore in
Gallia
, proconsole in
Pannonia
, in
Sicilia
e infine nell'
Illirico
.
Entrato a
Roma
come imperatore, lasciò liberi i suoi soldati di compiere ogni abuso ed accrebbe la guardia imperiale con grave spesa per l'erario.
Unì ai suoi nomi anche quello di
Pertinace
il cui ricordo era caro ai
Romani
. Nei primi tempi trattò con rispetto i senatori e giurò che non ne avrebbe fatto morire alcuno, giuramento al quale successivamente non tenne fede. Gli furono attribuiti tutti i consueti titoli imperiali e la moglie
Giulia
ebbe il titolo di augusta.
Severo
riorganizzò l'annona e sbrigò molte cause. Dopo un mese di soggiorno a
Roma
si mobilitò per far fronte a
Pescennio Nigro
che si era proclamato imperatore in
Siria
. Reclutò le truppe nelle province e ordinò alle soldatesche lasciate nell'
Illirico
di marciare verso oriente.
Severo
era pronto nel trovare soluzioni e nel metterle in pratica senza esitazioni, senza badare a spese e conseguenze, indifferente al giudizio altrui. Quando fu pronto partì improvvisamente da
Roma
.
Gaio Pescennio Nigro
, nativo di Aquino, di famiglia equestre, era noto per la sua libidine ma anche per il suo coraggio e per la disciplina che pretendeva dai soldati. Sotto
Commodo
era arrivato al consolato e poi al governo della
Siria
. Proclamato imperatore, rimase in
Antiochia
augurandosi che
Giuliano
cedesse. Quando però
Severo
prese il potere,
Pescennio
corse a radunare truppe e cercare aiuti.
Uscì vincitore da un primo scontro con il nemico aggiudicandosi
Tracia
,
Macedonia
e
Grecia
.
Severo
assediò
Bisanzio
e vi lasciò un presidio, superò lo stretto e si scontrò con Emiliano proconsole dell'Asia, generale di
Pescennio
, il quale fu sconfitto, catturato e più tardi giustiziato. Un successivo scontro con
Pescennio
presso
Nicea
si concluse con la vittoria dei generali di
Severo
.
A questo punto
Severo
offrì a
Pescennio
di andare in esilio incolume e onorato ma
Pescennio
rifiutò.
I passi sul monte Tauro tra
Cappadocia
e Cilicia furono sbarrati con fortificazioni da
Pescennio
e l'ostacolo bloccò l'avanzata di
Severo
ma dopo alcuni giorni un violento temporale, formando rapidamente dei torrenti, travolse le strutture fabbricate da
Pescennio
e lasciò libero il transito alle truppe di
Severo
.
Anno
195
Papa
Vittore
Imperatore
Settimio Severo
Consoli Scapola Tertullo e Tineio Clemente
Il console Scapola fu il proconsole d'
Africa
al quale
Tertulliano
indirizzò il suo
Apologetico
.
Pescennio
si portò con il suo esercito nei pressi della città di
Isso
dove si scontrò con l'esercito di
Severo
. Avrebbe probabilmente vinto la battaglia se non fosse iniziata una violenta pioggia dei suoi soldati che si trovavano contro vento. Questo temporale e il precedente sul Monte Tauro furono interpretati come segni della volontà divina che incoraggiarono i soldati di
Severo
i quali prevalsero facilmente sugli avversari ormai scoraggiati.
Pescennio
perse ventimila soldati e si rifugiò in
Antiochia
, ma la città si arrese e
Pescennio
fu ucciso dai soldati di
Severo
che portarono il suo capo reciso all'imperatore.
Severo
risparmiò i senatori che erano passati a
Pescennio Nigro
ma fece strage dei suoi ufficiali e punì severamente le città che lo avevano sostenuto, particolarmente
Antiochia
che fu privata di ogni diritto e privilegio.
Severo
raccolse in Oriente esosi tributi che gli procurarono l'odio di molti anche se ne usò il ricavato per riparare i danni di guerra in molte città.
Albino Cesare
inviò contributi in denaro per dimostrarsi sostenitore di
Severo
ma anche per guadagnare popolarità presso quelle genti. Moglie e figli di
Pescennio
furono esiliati ma quando scoppiò la guerra con
Albino
furono uccisi per timore che provocassero disordini.
Anno
196
Papa
Vittore
Imperatore
Settimio Severo
Consoli Gaio Domizio Destro e Lucio Valerio Messalla Trasia Prisco
Bisanzio era assediata da tre anni dalle forze di
Severo
. Dopo la sconfitta di
Pescennio
vi si erano rifugiati molti suoi ufficiali e soldati che collaboravano alla difesa della città assediata. Bisanzio disponeva di solide fortificazioni, mura in marmo e efficaci macchine da guerra fabbricate dall'architetto Prisco di Nicea. Forti di queste strutture, i Bizantini resistettero a oltranza. Quando i loro viveri si esaurirono alcuni tentarono la fuga via mare ma vennero sempre intercettati dalle navi di
Severo
. Infine la città si arrese, i soldati di
Severo
entrarono e uccisero tutti i militari, smantellarono le mura, le fortificazioni e gli edifici più belli come il teatro e le terme. Gli abitanti furono privati degli averi, dei diritti e della cittadinanza, Bisanzio fu ridotta a un borgo della città di Perinto.
Intanto
Severo
si trovava in Mesopotamia per combattere contro i
Parti
e contro altre nazioni che avevano appoggiato
Pescennio
. Anche qui l'imperatore riscosse successi finché, superato l'Eufrate, non fu costretto a ritirarsi per l'eccessivo calore.
Il senato lo acclamò imperatore per la settima volta e gli accordò i titoli di Adiabenico, Partico e Arabico. Severio rifiutò il trionfo su
Pescennio
perché mai si trionfava per una guerra civile. Prevedendo di dover combattere contro
Clodio Albino
,
Severo
riportò l'armata in Europa.
Severo
dichiarò cesare il proprio figlio
Bassiano
che mutò il nome in
Marco Aurelio Antonino
ma per un abito che portava abitualmente fu chiamato
Caracalla
.
Anno
197
Papa
Zefirino
Imperatore
Settimio Severo
Consoli Appio Claudio Laterano e Rufino
Decimo Clodio Albino
che governava la
Britannia
e aveva ricevuto il titolo di Cesare, aspirava ad essere dichiarato augusto e secondo alcuni autori si comportava da imperatore. Gradito alla nobiltà, riceveva da alcuni senatori l'invito a recarsi a
Roma
mentre
Severo
era impegnato in guerra in Oriente.
Severo
spedì in
Britannia
suoi uomini di fiducia con l'incarico di uccidere
Albino
, ma i sicari furono scoperti ed impiccati. A questo punto
Albino
si dichiarò imperatore e passò con un esercito in
Gallia
dove tentò di guadagnare al suo partito le città che incontrava nella marcia.
Da parte sua
Severo
, che stava rientrando dalla Siria ordinò di sbarrare i passi alpini per impedire a
Albino
di entrare in
Italia
.
Dione
racconta il singolare episodio di un certo Numeriano, insegnante di grammatica, che passò in
Gallia
e facendosi credere un senatore incaricato da
Severo
, reclutò delle truppe che in più occasioni sconfissero quelle di
Albino
, inoltre raccolse una notevole quantità di denaro che mandò a
Severo
. Alla fine della guerra si presentò a
Severo
per narrargli le sue imprese. Rifiutò i premi offertigli tranne una modesta pensione.
Severo
passò in
Gallia
e trovò le truppe di Albino schierate presso Lione. Dopo alcuni scontri minoori, i due eserciti si affrontarono in battaglia il 19 febbraio e dopo durissimo combattimento
Severo
prevalse.
Inseguendo i fuggitivi i soldati di
Severo
entrarono nella città di Lione e la misero al sacco.
Albino
che si era nascosto in una casa, vedendosi perduto si suicidò.
Severo
fece eliminare tutta la famiglia e tutti gli amici di
Albino
quindi perseguitò a
Roma
quanti erano stati sostenitori del rivale e. Tornò a
Roma
con l'intera armata, premiò generosamente i soldati attingendo alle ricchezza confiscate ai seguaci di
Albino
.
Sparse il terrore in senato esaltando la memoria di Silla, di Mario e di altri tiranni fino a
Commodo
. Con lettere che i senatori avevano inviato a
Albino
individuò quanti erano stati amici del suo rivale e, pur graziandone una trentina, ne mandò altrettanti a morte tra i quali Sulpiciano suocero di
Pertinace
.
Sotto
Severo
ricominciarono le persecuzioni contro i Cristiani e il papa Vittore affrontò il martirio. A lui succedette
Zefirino
. Con orrore del senato,
Severo
riabilitò la memoria di
Commodo
, lo fece divinizzare e dichiarò di essere suo fratello.
Designò suo successore il figlio
Bassiano detto Caracalla
, gli fece concedere la podestà tribunizia e lo dichiarò suo collega nell'impero. Dopo un soggiorno a
Roma
marciò di nuovo con l'armata verso Oriente.
Anno
198
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Saturnino e Gallo
Severo
traghettò l'esercito in
Grecia
e da qui marciò verso la Siria. Gli autori non concordano sullo svolgimento di questa campagna, comunque sembra accertato che penetrò nell'Arabia Felice e dopo aver espugnato varie città e castelli si portò all'assedio della città di Atra (attuale al-Hadr in Iraq) ma dovette rinunciare a causa della strenua resistenza degli abitanti e delle malattie che si diffusero tra i suoi soldati. Rivolgendosi contro i
Parti
,
Severo
prese Seleucia, Babilonia ed entrò in
Ctesifonte
, capitale dei
Parti
, ma dopo aver saccheggiato la città e presi centomila prigionieri l'imperatore tornò indietro.
Secondo Sparziano in questa occasione i soldati proclamarono
Caracalla
collega nell'impero e suo fratello
Geta
ebbe il titolo di cesate.
Severo
ragguagliò dettagliatamente il senato sulla sua guerra contro i
Parti
e il senato decretò il trionfo.
Anno
199
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Publio Cornelio Anulino e Marco Aufidio Frontone
Assediando Atra,
Settimio Severo
fece uccidere due validi ufficiali: Giulio Crispo che aveva criticato la decisione di assediare una fortezza tanto ben difesa, e Leto, già autore della vittoria contro
Albino
, perché troppo amato dai soldati.
Nell'anno presente
Severo
riprese l'assedio di Atra. Quando un muro della città cadde i soldati che avevano subito gravi perdite, chiesero di poter attaccare ma
Severo
non volle perché sperava di fare più ricco bottino con la resa degli abitanti. Ma gli Atreni non intendevano arrendersi e nella notte richiusero la breccia. Vedendo ciò
Severo
ordinò di andare all'attacco ma molti soldati non vollero ubbidire. Infine l'imperatore dovette rassegnarsi e dopo venti giorni di assedia abbandonò Atra senza essere riuscito ad entrarvi.
In questo anno si presume che
Caracalla
combattè contro i
Giudei
perché Sparziano scrive che egli celebrò il "trionfo giudaico".
Anno
200
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Tiberio Claudio Severo e Gaio Aufidio Vittorino
Nell'indagine sugli eventi della guerra partica si incontrano problemi di datazione, non essendo sicuro che quanto viene esposto in quest'anno non sia in realtà accaduto nei due o tre anni precedenti.
Durante la guerra partica
Severo
, trovandosi in Oriente, volle continuare a individuare quelli che avevano sostenuto
Pescennio Nigro
al fine di sopprimerli ed incamerare i loro averi. Pare che
Caracalla
, particolarmente soddisfatto di questa persecuzione, propose di eliminare anche i figli dei condannati e che suo fratello
Geta
provò invece a mitigare la violenza. Molti furono condannati con l'accusa di aver interrogato gli indovini caldei sulla salute degli imperatori.
In quest'anno furono costruite in
Antiochia
e a
Roma
le terme di
Severo Augusto
e il Settizonio, imponente monumento la cui funzione era ancora materia di discussione
(ai tempi di
Muratori
.
Anno
201
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Lucio Annio Fabiano e Marco Nonnio Muciano
Soggiornando in
Antiochia
,
Severo
diede la toga virile a
Caracalla
e designò se stesso e
Caracalla
consoli per l'anno successivo.
Terminato l'assedio di Atra,
Severo
passò in Palestina dove vietò di abbracciare le religioni giudaica e cristiana.
Severo
si recò in Egitto e visitò il sepolcro di Pompeo prima di entrare in Alessandria. Qui permise la costruzione di un senato e stabilì che le cause civili fossero giudicate da magistrati locali e non più dal proconsole romano. Prima di lasciare l'Egitto,
Severo
visitò Menfi, le Piramidi, la statua di Mannone e altri famosi monumenti. Portò via dai templi tutti i libri contenenti segreti e ordinò la chiusura del sepolcro di
Alessandro
.
Anno
202
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli
Lucio Settimio Severo Augusto
e
Marco Antonio Antonino Caracalla Augusto
Viaggiando verso
Roma
,
Severo
ripassò da
Bisanzio
dove la popolazione lo accolse con grandi onori e chiese di revocare le sanzioni vigenti.
Severo
confermò la sottomissione a Perinto ma permise la costruzione di un anfiteatro e di un circo. Queste opere furono iniziate sotto
Severo
e completate sotto
Caracalla
. Il rientro a
Roma
dei due imperatori fu festeggiato con sacrifici, feste e spettacoli e con la distribuzione al popolo di un ricco congiario.
Analizzando e confrontando le sue fonti,
Muratori
rileva che i vari soggiorni di
Severo
in Oriente, in Egitto e infine a
Roma
difficilmente avvennero nello stesso anno, quindi conclude che la datazione degli eventi di questo periodo possa essere imprecisa, pur rimanendo in sostanza verosimile.
Mentre si tenevano gli spettacoli con un massacro di animali, furono celebrate le nozze di
Caracalla
con
Fulvia Plautilla
figlia di
Plauziano
con spettacolari cerimonie e grande sfoggio di lusso. In quest'anno fu restaurato il
Pantheon
.
Anno
203
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli
Gaio Fulvio Plauziano
, Publio Settimio Geta
Il console Geta era fratello e non figlio di
Severo
,
Plauziano
era suocero di
Caracalla
ed era particolarmente benvoluto dall'imperatore che lo aveva nominato
prefetto del pretorio
e lo coinvolgeva in qualsiasi decisione. Spesso
Severo
donava i patrimoni confiscati a
Plauziano
che raggiunse così un'immensa ricchezza. Per istigazione di
Plauziano
,
Severo
fece morire molti benestanti e si diceva che possedesse più ricchezze dello stesso imperatore. Nel momento della sua nomina a prefetto ricopriva la stessa carica Emilio Saturnino ma
Plauziano
, non gradendo avere colleghi, lo fece sopprimere. Uomo di sfrenata libidine, era estremamente geloso della moglie Giulia alla quale vietava ogni visita e conoscenza. Violando le leggi in vigore,
Plauziano
fece castrare cento cittadini romani ponendoli, come eunuchi, al servizio della figlia
Plautilla
In quest'anno fu eretto l'arco di trionfo di
Severo
.
Anno
204
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Lucio Fabio Settimio Vilone e Flavio Libone
Giudicando eccessivo il numero di statue di
Plauziano
erette a
Roma
,
Severo
ne fece fondere alcune di bronzo e tanto bastò per diffondere nelle province la voce della morte di
Plauziano
e della sua disgrazia. Alcuni, nelle province, fecero abbattere le statue del prefetto fraintendendo la situazione e vennero processati e giustiziati. Tra questi fu Racio Costante, governatore della
Sardegna
, la cui causa fu trattata a
Roma
alla presenza di
Severo
ed ebbe esito favorevole per l'imputato.
Morì Settimio Geta, fratello di
Settimio Severo
, il quale prima di morire parlò a lungo con il fratello delle malefatte di
Plauziano
, dell'odio popolare contro di lui e del disonore che egli arrecava alla corte.
Severo
gli dedicò una statua nel Foro e cominciò a privare progressivamente
Plauziano
del suo favore. Rendendosi conte delle mutata situazione,
Plauziano
ne attribuiva la responsabilità a suo genero
Caracalla
che aveva sposato
Plautilla
per compiacere il padre ma in realtà detestava la moglie e il suocero.
Plauziano
prese a trattare
Caracalla
senza rispetto e lo circondò di spie. Per liberarsene,
Caracalla
inventò una congiura di
Plauziano
contro i due imperatori,
Settimio Severo
e lo stesso
Caracalla
.
Dione
ritiene che la congiura fosse un'invenzione di
Caracalla
e dei sui amici, mentre Erodiano e
Ammiano
ritengono che la congiura fosse vera. Comunque
Severo
fu informato della congiura e quando
Plauziano
venne in visita al palazzo le guardie non permisero al suo seguito di seguirlo.
L'imperatore invitò
Plauziano
a discolparsi ma mentre
Plauziano
cominciava a parlare fu aggredito e colpito da
Caracalla
e poi finito da un cortigiano per ordine di
Severo
. Il corpo fu gettato in strada ma successivamente sepolto con il permesso di
Severo
.
Severo
parlò in senato della morte di
Plauziano
> dolendosi di essere stato troppo generoso, quindi permise che il senato giudicasse i complici del defunto e i suoi preferiti. Molti rischiarono pene gravissime anche per aver adulato
Plauziano
, tra questi un certo Cocrano che fu esiliato ma, richiamato dopo sette anni, arrivò al consolato. I figli di
Plauziano
furono confinati nell'isola di Lipari e più tardi furono soppressi per ordine di
Caracalla
.
Furono celebrati i giochi secolari di
Roma
dei quali
Zosimo
fornisce una descrizione nella sua opera.
Anno
205
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli
Marco Aurelio Antonino Caracalla Augusto
Publio Settimio Geta Cesare
Alla caduta di
Plauziano
seguì in
Roma
un periodo di pace,
Severo
ne godette trascorrendo periodi in
Campania
durante i quali non desisteva dai suoi doveri. Seguiva volentieri le attività giudiziarie lasciando che i senatori giudicassero liberamente, aveva abitudini tranquille e frugali, mangiava spesso solo o con i familiari e domestici. Nelle rare occasioni in cui offriva banchetti lo faceva senza magnificenza.
La tranquillità di
Roma
si estendeva alle province grazie alla felice scelta dei governatori.
Tra i molti giureconsulti dei quali si serviva, ebbero particolare successo
Papiniano
che arrivò ad essere
prefetto del pretorio
e i suoi assistenti
Paolo Giulio
e
Ulpiano
. Molte leggi emanate in questo periodo si ritrovano nei codici di
Giustiniano
, una di esse ammetteva l'accesso a cariche e onori per i
Giudei
e, probabilmente, il termine
Giudei
includeva in questo caso anche i Cristiani.
Severo
viene descritto come un uomo continente che aborriva gli adulterii, tuttavia in questo senso i costumi erano molto liberi e i tradimenti molto diffusi. Sembra che anche l'imperatrice
Giulia
si concedesse volentieri atti di libidine.
Anno
206
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Lucio Fulvio Rustico Emiliano e Marco Nummio Primo Senecione Albino
Caracalla
e
Geta
, liberatisi di
Plauziano
, scatenarono la propria libidine disonorando molte nobili famiglie. Assistevano sempre a combattimenti e corse di cavalli e a volte vi partecipavano. Fu così che
Caracalla
cadde dal carro rompendosi una gamba. Fin dall'infanzia i due fratelli furono in disaccordo e la loro avversione crebbe con il tempo. Il padre tentò di risolvere i loro dissapori con ogni mezzo ma mentre
Geta
, di indole più mite, gli obbediva,
Caracalla
si adeguava solo momentaneamente agli ordini paterni.
In quel periodo
Settimio Severo
, per motivi sconosciuti, fece morire molte persone tra cui il vecchissimo Quintilio Plauziano, Aproniano proconsole in Asia e Pollenio Sebennio, quest'ultimo sulla base di un incerto riconoscimento da parte di un senatore.
Anno
207
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
e
Caracalla
Consoli Apro e Massimo
Un certo
Bulla Felice
esercitava il brigantaggio in
Campania
con una banda di seicento uomini che comprendeva molti schiavi fuggiti e liberati. Con astute manovre o con generose regalie, riusciva sempre a sfuggire ai tentativi di cattura. Infine, grazie al tradimento di una sua amante
Bulla
fu catturato, processato e condannato alle bestie. Morto
Bulla
la sua banda si sciolse rapidamente.
In questo periodo i generali romani riportarono vittorie in
Britannia
e
Severo
, di conseguenza, fu dichiarato imperatore per la dodicesima volta,
Caracalla
per la seconda.
Anno
208
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
,
Caracalla
,
Publio Settimio Geta
Consoli:
Caracalla
,
Publio Settimio Geta
Avvenne probabilmente in quest'anno il conferimento della podestà tribunizia e del titolo di imperatore a
Settimio Geta
, figlio minore di
Settimio Severo
. Informato che in <
Britannia
le popolazioni della regione non soggette ai
Romani
si stavano armando e minacciavano il confine del territorio imperiale,
Settimio Severo
, benché malato e anziano, si pose personalmente al comando di una nuova spedizione. Intraprese il viaggio con i figli
Caracalla
e
Geta
e con la moglie
Giulia
. Prima della fine di quest'anno l'imperatore guidò l'esercito in
Britannia
superando il mare ed iniziò i preparativi per la guerra.
Anno
209
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
,
Caracalla
,
Publio Settimio Geta
Consoli:
Lucio Aurelio Commodo Pompeiano
e
Quinto Edio Lolliano Plauzio Avito
Le dimensioni dell'armata di
Severo
indussero i popoli della
Britannia
a proporre trattative di pace, ma l'imperatore ambiva a farsi assegnare il titolo di Britannico e perciò respinse gli ambasciatori.
I
Romani
possedevano la parte centro meridionale dell'isola fino allo stretto di
Edimburgo
, il restante territorio era abitato da genti molto bellicose come i
Caledoni
. Non avevano città e vivevano nelle tende tra montagne e paludi.
Severo
affidò a
Geta
il governo della parte già conquistata e mosse alla guerra insieme a
Caracalla
.
Anno
210
Papa
Zefirino
Imperatori
Settimio Severo
,
Caracalla
,
Publio Settimio Geta
Consoli
Manio Acilio Faustino
e
Triario Rufino
Severo
non ebbe occasione di affrontare una battaglia campale perché le genti britanniche non si univano mai in un'armata compatta ma portavano attacchi improvvisi per poi cercare riparo nei boschi e nelle paludi. Esponevano capi di bestiame come esche per poi aggredire quanti si avvicinavano, inseguivano e uccidevano i soldati che si allontanavano o restavano indietro. Questa guerriglia e le acque malsane apportarono gravi perdite ai
Romani
, ma
Severo
insisteva nel procedere ordinando anche opere di disboscamento e costruzione di ponti e in questo modo raggiunse il limite settentrionale dell'isola. Tuttavia in questa estrema regione si trovavano solo terre incolte e poco abitate, per cui
Severo
tornò indietro accettando di concludere la pace in cambio di una parte del paese.
Severo
e
Caracalla
ebbero entrambi il titolo di Britannico.
Nonostante la guerra,
Caracalla
si dava ad attività libidinose diventando sempre più superbo e petulante.
Severo
comprese che
Caracalla
avrebbe attentato alla vita di
Geta
e alla sua e ne ebbe conferma da alcuni eposodi. Senza difficoltà
Caracalla
istigò i soldati contro un liberto di nome Catore accusandolo di averlo insultato. I soldati si calmarono soltanto davanti all'intervento personale di
Severo
. In un altra occasione
Caracalla
tentò di colpire con la spada la schiena del padre ma fu fermato dai soldati del seguito. Più tardi
Severo
lo rampognò di fronte al liberto Castore e al prefetto del pretorio
Papiniano
senza che l'evento avesse conseguenze. La tolleranza di Severo verso i figli era dunque illimitata, tuttavia ebbe la colpa di abbandonare
Geta
nelle mani del fratello.
Anno
211
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
,
Publio Settimio Geta
Consoli
Quinto Elpidio Rufo Lolliano Genziano
e
Pomponio Basso
Ben presto i
Britanni
violarono gli accordi con i
Romani
e ripresero le ostilità ma questa volta
Severo
comandò il loro sterminio.
Le sue non buone condizioni di salute peggiorarono rapidamente confinandolo in letto.
Caracalla
ne approfittò per conquistare le simpatie dei soldati e, contemporaneamente, escludere il fratello
Geta
dal comando. Si disse anche che corruppe i medici del padre per abbreviare il decorso della malattia.
Severo
morì il 4 febbraio
211
nella città di York all'età di sessantacinque anni, le sue ceneri furono portate in
Roma
e qui, con solenne cerimonia, vennero deposte nel
mausoleo di Adriano
.
Era stato lodato all'eccesso per le sue fortunate imprese militari e per la sua liberalità verso il popolo e soprattutto verso i soldati. Lasciò un tesoro nelle casse dello stato e i pubblici magazzini pieni di grano e olio. Amò le lettere e sotto di lui fiorirono eruditi e filosofi come
Diogene Laerzio
.
Morto
Severo
,
Caracalla
che si trovava ancora in
Britannia
, marciò contro i ribelli per terrorizzarli e poter tornare rapidamente a
Roma
. Pur di concludere la guerra rinunciò ai territori conquistati dal padre.
Caracalla
intendeva eliminare il fratello per regnare da solo, ma finché
Geta
si trovava insieme ai soldati che lo amavano poteva confidare nella loro protezione.
Tolse a
Papiniano
la carica di
prefetto del pretorio
, eliminò Evodo già suo protettore e Castore maestro di camera del padre.
Fece uccidere sua moglie
Plautilla
e Plauto fratello di lei, che si trovavano relegati nell'isola di Lipari.
Tornò quindi a
Roma
con la madre e il fratello e curò la deificazione di
Severo
.
Anno
212
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
Consoli
Gaio Giulio Aspro
e
Gaio Giulio Aspro
(fratelli ma per la critica moderna padre e figlio)
I due consoli omonimi erano figli di Giuliano Aspro personaggio prestigioso per sapere e per grandezza d'animo particolarmente amato da
Caracalla
che più avanti cadde in disgrazia presso l'imperatore e fu esiliato con disonore.
Durante il viaggio di rientro e in seguito a
Roma
risultò evidente la discordia tra
Caracalla
e
Geta
che temevano l'uno di essere ucciso dall'altro. Entrambi cercavano solidarietà, ne otteneva di più
Geta
per il suo buon carattere. I due fratelli progettavano di dividere l'impero ma quando lo annunciarono ai più intimi consiglieri ne furono distolti dai lamenti della madre e soprattutto da quanti consideravano l'operazione pericolosa per la sicurezza dell'impero.
Infine
Caracalla
attirò
Geta
in un incontro privato e l'uccise di sua mano mentre invocava l'aiuto della madre.
Geta
aveva ventidue anni. Compiuto il fraticidio,
Caracalla
fuggì urlando per far credere di essere stato attaccato da
Geta
e di averlo ucciso per difendersi, riparò nella caserma dei pretoriani e per garantirsi una valida difesa promise ingenti regalie ai soldati e concesse l'amnistia a tutti i carcerati e confinati, riempiendo
Roma
di delinquenti.
Geta
fu sepolto nella tomba dei Settimi sulla
Via Appia
e più tardi trasferito nel
mausoleo di Adriano
. Le sue statue furono distrutte e le monete che portavano il suo nome furono fuse.
Anno
213
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
Consoli
Marco Aurelio Antonino Caracalla Augusto
e Decimo Celio Balbino
Tutti coloro che erano stati amici di
Geta
o erano stati al suo servizio vennero uccisi per ordine di
Caracalla
. Le stragi venivano compiute di notte e di giorno i cadaveri venivano trasportati fuori dalla città. Le fonti parlano di ventimila vittime. Fra questi fu il famoso giureconsulto Papiniano, già tanto caro a
Caracalla
che aveva tentato di migliorare i rapporti tra i due augusti fratelli.
Lucio Fabio Cilone, due volte console, ex prefetto del pretorio, ed ex precettore di
Caracalla
, fu prelevato dal bagno e trascinato per la città in camicia dai soldati inviati da
Caracalla
, ma poiché la vista dell'illustre uomo in così misero stato stava per provocare una sollevazione popolare,
Caracalla
intervenne per salvare pubblicamente Cilone e poi mandò a morte il tribuno che avrebbe dovuto ucciderlo.
Quinto Severo Sammonico, insigne letterato, proprietario di una ricchissima biblioteca che era stata spesso consultata da
Geta
, venne decapitato mentre era a cena con due sicari di
Caracalla
.
Anno
214
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
Consoli Messalla e Sabino
Secondo Elio Sparziano suo biografo (Storia Augusta) da bambino
Caracalla
aveva diostrato grande umanità e benevolenza, spesso richiedendo al padre di alleviare condanne e di aiutare chi ne aveva bisogno. Diventato adulto e imperatore non possedeva più queste doti e si dimostrava crudele e sanguinario ed era suo piacere osservare nelle corse e nei giochi gli episodi più cruenti. Non sentendosi sicuro a
Roma
, in quest'anno
Caracalla
intraprese un viaggio nelle province.
Si recò in
Gallia
dove fece morire un proconsole e abrogò tutti i privilegi delle città. Passò poi in
Germania
dove combattè contro
Catti
e
Alemanni
e guadagnò la simpatia dei soldati vivendo con loro ma non fu buon generale non avendo doti di comandante.
Trafficò con i rappresentanti di vari popoli germanici comprando la loro amicizia con donazioni in denaro e infine si procurò il titolo di Germanico.
Anno
215
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
Consoli Leto e Ceriale
Dalla
Germania
Caracalla
passò alla
Dacia
dove vinse qualche modesto scontro con i
Goti
. Fece morire Elvio Pertinace, figlio dell'omonimo imperatore, e Claudio Pompeiano, nipote di
Marco Aurelio
.
Giunto in
Macedonia
sostenne di essere posseduto dallo spirito di
Alessandro
al quale volle si dedicassero statue in tutte le città, soprattutto a
Roma
.
Muratori
si sofferma un poco sui vizi e la corruzione di
Caracalla
, dilapidatore di grandi ricchezze e despota crudele, in una descrizione che poco differisce da quella di altri "maledetti" come
Caligola
o
Domiziano
. Poche righe dedica invece a due degli eventi più importanti del regno di
Caracalla
: la costruzione delle terme a
Roma
e la concessione della cittadinanza a tutti gli abitanti dell'impero.
Anno
216
Papa
Zefirino
Imperatori
Caracalla
Consoli Catio Sabino e Cornelio Anulino
Caracalla
trascorse l'inverno in
Nicomedia
dove festeggiò il suo compleanno il 4 aprile, quindi riprese il viaggio e si recò a
Pergamo
dove si trovava un celebre tempio di
Esculapio
. Passò a
Ilio
dove rese onore al sepolcro di
Achille
. Qui morì un liberto di nome Festo al quale
Caracalla
offrì onori funebri come quelli descritti da
Omero
per
Patroclo
.
Passato in
Antiochia
, dichiarò guerra al re dei
Parti
con il pretesto del rifiuto di quel re di consegnare disertori romani passati nel suo esercito. Per evitare la guerra i
Parti
restituirono i disertori.
Caracalla
invitò amichevolmente
Abgaro re di Edessa
il quale cadde nella trappola e fu imprigionato mentre i
Romani
prendevano possesso della sua provincia nella quale, per altro,
Abgaro
era odiato e disprezzato. Anche in
Germania
Caracalla
a simili tradimenti ai danni di
Quadi
e
Marcomanni
. Fingendo di voler riconciliare il re dell'
Armenia
con i suoi figli, tentò di impadronirsi anche di quella provincia ma non riuscì per la restistenza della popolazione che sconfisse duramente i
Romani
comandati dal
prefetto del pretorio
Teocrito.
Passato in
Egitto
,
Caracalla
visitò il tempio di
Serapide
in
Alessandria
e il sepolcro di
Alessandro
. Infuriato per canzoni e motti che circolavano in città deridendolo e ricordando il fratricidio ed altri crimini,
Caracalla
fece riunire tutti i giovani alessandrini fingendo di voler formare una falange ma li fece trucidare tutti dal suo esercito, quindi fece saccheggiare case e templi.
Tornato in
Antiochia
, l'imperatore avviò trattative matrimoniali per sposare la figlia di Artabano re dei Parti, ma anche questa volta si trattò di un inganno e
Caracalla
approfittò di varie situazioni per operare stragi e saccheggi.
Scrisse quindi al senato per esigere il titolo di Partico per le gloriose imprese portate a termine in Oriente. Si stabilì in Edessa per trascorrervi l'inverno con la sua armata.
Anno
217
Papa
Callisto
Imperatori
Macrino
Consoli: Gaio Bruttio Presente e Tito Mexio Estricato
Papa
Zeffirino
subì il martirio e il seggio papale passò a
Callisto
.
Caracalla
e l'esercito svernarono a Edessa lasciandosi andare all'ozio e ai piaceri e abusando delle abitazioni civili. L'imperatore aveva deciso di adottare una tonaca con cappuccio usata dai
Galli
e detta caracalla e impose ai soldati lo stesso indumento.
Intanto i
Parti
facevano grandi preparativi per affrontare di nuovo i
Romani
ai termine dell'inverno. Da parte sua
Caracalla
stava reclutando molti soldati quandi giunse la sua ultima ora.
Era
prefetto del pretorio
Marco Opellio Macrino
che ricevette da un indovino africano la predizione dell'impero per se e per il figlio
Diadumeno
. Flavio Materniano, comandante delle milizie lasciate a
Roma
, ne scrisse a
Caracalla
ma la sua lettera, come tutte quelle indirizzate all'imperatore, venne consegnata a
Giulia Augusta
che da
Antiochia
gestiva tutti gli affari senza disturbare
Caracalla
.
Il censore Ulpio Giuliano avvertì
Macrino
delle voci che correvano a
Roma
e
Macrino
decise di agire immediatamente. L'esecutore materiale fu un tribuno di nome Giulio Marziale che pugnalò a morte
Caracalla
e, riconosciuto dai soldati, venne giustiziato.
Caracalla
aveva ventinove anni e regnava da sei.
Macrino
fece bruciare il suo corpo e mandò le ceneri a sua madre
Giulia
in
Antiochia
(in seguito furono trasferite a
Roma
nel
mausoleo di Adriano
) e scrisse al senato di decretare gli onori divini per il defunto.
Giulia Augusta
aveva goduto di grande autorità sotto il marito
Settimio Severo
e sotto il figlio
Caracalla
, tanto da ricevere l'appellativo di
Giulia Domna
(Giulia Signora). Sul suo conto correvano voci malevole, la si diceva adultera e addirittura amante incestuosa di
Caracalla
, ma
Dione Cassio
che la conobbe personalmente nega queste calunnie e la dice donna savia amante della filosofia. Alla notizia della morte di
Caracalla
progettò di togliersi la vita ma, vedendo che
Macrino
la trattava con rispetto, rinunciò al proposito. Più tardi, comunque, si lasciò morire di fame.
I pretoriani offrirono l'impero al prefetto
Advento
che rifiutò perché troppo anziano, fu quindi proclamato
Macrino
che in un primo momento finse di rifiutare ma poi, ovviamente, accettò. Distribuì un regalo ai soldati e assunse il nome di Severo, firmandosi da allora
Marco Opellio Severo Macrino
, e assegnò il nome di Antonino al figlio
Diadumeno (Marco Opellio Antonino Diadumeniano)
.
Felici di essersi liberati di
Caracalla
i senatori si affrettarono a ratificare la nomina di
Macrino
.
Caracalla
era ancora caro all'esercito, quindi
Macrino
operò con moderazione nell'abrogare le sue leggi più ingiuste e nel mandare in esilio i delatori.
Intanto
Artabano re dei Parti
aveva raccolto un esercito poderoso ed era entrato in
Mesopotamia
.
Macrino
tentò di trattare la pace ma
Artabano
pose condizioni troppo esose. Dopo due battaglie concluse tragicamente per i
Romani
,
Macrino
accettò una pace gravosa pagando grosse somme e restituendo prigionieri e bottini. Miglior fortuna ebbe il nuovo imperatore combattendo i popoli dell'
Armenia
e dell'
Arabia Felice
.
Giunto l'inverno
Macrino
portò l'esercito in
Siria
e si ritirò in
Antiochia
.
Anno
218
Papa
Callisto
Imperatori
Macrino
Consoli
Marco Opellio Severo Macrino Augusto
e
Marco Oclatino Advento
.
Macrino
trascorse l'inverno in
Antiochia
nonostante i ripetuti inviti a presentarsi a
Roma
per consolidare la sua posizione. Commetteva l'errore di mostrarsi troppo superbo e quello di indulgere troppo a lungo ai piaceri di
Antiochia
. Scelse male le persone a cui conferire incarichi e in generale si mostrò inadeguato per la carica di imperatore. Mostrandosi troppo severo nel pretendere la disciplina e troppo avaro nell'elargire regalie, si alienò il favore delle milizie.
Giulia Domna Augusta
aveva una sorella di nome
Giulia Mesa
che aveva due figlie: Giulia Soemia e
Giulia Mamea
rispettivamente vedove di Vario Marcello e di Genesio Marziano, due ricchi possidenti in
Siria
.
Vivendo con la sorella,
Giulia Mesa
aveva accumulato un ricco patrimonio e alla morte di
Giulia Domna
si ritirò in Emesa, sua città natale, con le due figlie vedove e i loro figli. Figlio di Giulia Soemia era
Vario Avito Bassiano
che diventò imperatore con il nome di
Elagabalo
, il figlio di
Giulia Mamea
si chiamava
Alessiano
e fu imperatore come
Severo Alessandro
Bassiano
divenne sacerdote del dio Elagabalo, cioè del Sole, e con la sua bellezza e i suoi sfarzosi abiti sacerdotali divenne popolare presso i soldati. Inoltre la nonna
Giulia Mesa
fece credere che fosse nato da una relazione con
Caracalla
di Giulia Soemia e promise grandi regalie se il giovane nipote fosse diventato imperatore.
In effetti i soldati odiavano
Macrino
e rimpiangevano il generoso
Caracalla
e quando il giovane fu loro presentato non esitarono a chiamarlo imperatore (16 maggio
218
) chiamandolo
Marco Aurelio Antonino Elagabalo
.
Dione
riporta una diversa versione dei fatti affermando che la nomina di
Elagabalo
fu frutto di maneggi di un losco liberto di nome Eutichiano detto Comazonte.
Informato
Macrino
sottovalutò la notizia, la comunicò al senato e si limitò a mandare contro Emesa un corpo di soldati comandato da Ulpio Giuliano
prefetto del pretorio
. Questi soldati giunsero ad assediare Emesa ma ben presto disertarono per unirsi agli assediati.
Secondo
Dione
, ma la notizia è incerta, fu in questo momento che
Macrino
associò al potere il figlio
Diadumeno
.
Macrino
che si trovava in
Apamea
, ripartì per
Antiochia
ma fu inseguito dai ribelli e raggiunto a trenta miglia da
Antiochia
. Si venne allo scontro e i pretoriani di
Macrino
furono in vantaggio ma l'intervento di
Giulia Mesa
e di Giulia Soemia incoraggiò le milizie di
Elagabalo
cambiando il risultato della battaglia.
Macrino
abbandonò il campo e fuggì da solo in
Antiochia
da dove tentò di raggiungere
Bisanzio
per poi proseguire per
Roma
ma il mare respinse la sua nave in
Calcedonia
dove fu catturato e ucciso dagli uomini di
Elagabalo
.
Il nuovo imperatore scrisse al senato della propria nomina, definendosi figlio di
Caracalla
e nipote di
Severo
. I senatori, loro malgrado, dovettero accettare il fatto compiuto e dichiararono
Macrino
nemico pubblico.
Elagabalo
e il suo seguito giunsero a
Nicomedia
dove rimasero ad attendere la primavera per recarsi a
Roma
.
Anno
219
Papa
Callisto
Imperatori
Elagabalo
Consoli
Marco Aurelio Antonino detto Elagabalo
e Tiberio Claudio Sacerdote
Elagabalo
uccise di propria mano il suo precettore perché lo aveva esortato a comportarsi con maturità. Fece uccidere Giuliano Nestore ex prefetto del pretorio ed alcuni governatori di province che non erano stati solleciti nel riconoscere la sua nomina. Importò in Nicomedia il culto del dio
Elagabalo
del quale continuava a dirsi sacerdote, offrì varie feste nelle quali vestiva un abito i porpora e oro, indossava gioielli e una tiara fregiato d'oro e di gemme.
Giunto a Roma, chiese al senato il titolo di Augusta per la madre Giulia Soemia e per la nonna Giulia Mesa. Alla madre fu riconosciuto il diritto di sedere in senato e di intervenire come gli altri senatori, concessione mai fatta in precedenza ad una donna. Istituì anche un senato femminile cn il compito di legiferare in materia di abbigliamento, di convenzioni sociali e di privilegi delle matrone.
Stabilì in Roma il culto del suo dio al quale dedicò un sontuoso tempio. Tentò di imporre lo stesso culto anche a Ebrei e Cristiani, i senatori dovettero partecipare ai suoi frequentissimi sacrifici vestiti come sacerdoti orientali, privò molti templi di reliquie sacre come il Palladio e lo scudo di Marte e le fece trasferire nel nuovo tempio di Elagabalo.
Anno
220
Papa
Callisto
Imperatori
Elagabalo
Consoli
Marco Aurelio Antonino detto Elagabalo
e Eutichiano Comazonte
Eutichiano Comazonte aveva collaborato al successo di
Elagabalo
e fu ricompensato con la carica di prefetto del pretorio e con il consolato.
Elagabalo
vendeva spesso le cariche pubbliche a persone talvolta indegne. Dedicava molto tempo al suo "sacerdozio" e quel che rimaneva alla sua libidine.
La sua prima moglie fu Giulia Cornelia Paola di illustre famiglia, sposata con grande solennità ma presto ripudiata. Sposò quindi Giulia Aquilia Severa, vergine vestale, con grande scandalo: spiegò che da lui pontefice e da lei vestale sarebbero nati figli divini. Poco dopo la ripudiò e si interessò alla bellissima Annia Faustina, nipote di Marco Aurelio e moglie di Pomponio Basso. La sposò dopo aver segretamente fatto morire il marito. Scacciata anche questa ebbe altre mogli di cui non si conoscono i nomi, quindi riprese Aquilia Severa. Arrivò anche a sposare due ragazzi vestendosi da donna e a far morire chiunque criticasse i suoi costumi.
Anno
221
Papa
Callisto
Imperatori
Elagabalo
Consoli Grato Sabiniano e Claudio Seleuco
Elagabalo
costruì un altro tempio fuori dalle mura e spesso vi conduceva il suo idolo con solenni processioni al termine delle quali saliva sul tetto del tempio per gettare alla plebe oro, argento e vesti preziose provocando una calca che spesso costava vite umane.
Volendo emulare Nerone, frequentava osterie e bordelli di notte, travestito. Quando decise di dare moglie al suo dio, fece trasportare da Cartagine la statua di una dea lunare con quanto si trovava di prezioso nel tempio di quella dea.
In questo periodo comparve sulle rive del Danubio uno strano personaggio che sosteneva di essere la reincarnazione di Alessandro Magno ed aveva un seguito di quattrocento persone che inscenavano danze e riti bacchici. Giunse a Bisanzio, passò in Calcedonia e qui creò un sacerdote prima di sparire senza lasciare traccia.
L'accorta Giulia Mesa era consapevole che il regno di
Elagabalo
non sarebbe durato e temeva di essere coinvolta nella sua inevitabile caduta. Astutamente convinse
Elagabalo
ad adottare il cugino Alessiano figlio di
Giulia Mamea
e a nominarlo cesare per potergli delegare gli affari dello stato quando era preso da funzioni sacerdotali.
Presentato al senato e ai soldati, Alessiano fu ben accolto perché erano note le sue buone qualità, prese il nome di Alessandro mentre la nonna faceva credere che fosse un altro figlio naturale di
Caracalla
.
Anno
222
Papa
Urbano
Imperatori
Elagabalo
Consoli
Marco Aurelio Antonino Elagabalo
e
Marco Aurelio Alessandro Severo
Morì il papa
Callisto
e suo successore fu
Urbano
.
Presto
Elagabalo
si pentì di aver adottato il cugino
Alessandro
perché questi non accettava di partecipare ai suoi rituali e perché era geloso dell'affetto che i militari dimostravano per
Alessandro
.
Elagabalo
tentò più volte di sopprimere
Alessandro
e promise ricche ricompense per chi lo avesse fatto per lui. Non riuscendo a far morire il cugino,
Elagabalo
ordinò al senato di privarlo di tutti i titoli e di annullare l'elezione. Questo ordine non ebbe effetto e anche i militari rifiutarono di agire contro
Alessandro
, tanto che si verificarono disordini contro i pretoriani, infine
Elagabalo
fu costretto a rinunciare ai suoi propositi.
Per sondare l'umore dei soldati,
Elagabalo
fece credere che
Alessandro
fosse morto ma quando vide che i pretoriani stavano per sollevarsi, fece loro visita portando con se
Alessandro
il quale fu accolto con grande onore dai militari.
Elagabaolo
, tuttavia, provocò ulteriori reazioni ordinando di uccidere quelli che avevano accolto
Alessandro
con maggiore entusiasmo. Questa volta la ribellione fu irrefrenabile,
Elagabalo
fu catturato e ucciso insieme alla madre Giulia Soemia e a molti suoi ministri. Furono uccisi, tra gli altri, i prefetti del pretorio Aurelio Eubulo da Emesa magistrato odiato dalla plebe, Fulvio prefetto di Roma e Jarocle, il "marito" di
Elagabalo
.
Anno
223
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli Lucio Mario Massimo e Lucio Roscio Eliano
Marco Aurelio Severo Alessandro
fu proclamato imperatore dai pretoriani, quindi passò al senato che gli attribuì la potestà tribunizia e consolare e il titolo di Padre della Patria.
Essendo il nuovo imperatore molto giovane (aveva al massimo 18 anni) furono scelti sedici senatori per formare un consiglio del principe, tra gli eletti furono Ulpiano, Celso, Gordiano, che in seguito fu imperatore, ed altri.
Tra le prime azioni di
Alessandro
furono il recupero delle statue e dei preziosi prelevati nei templi del predecessore e il bando del culto di Elagabalo.
Alessandro
cacciò dalla corte nani, buffoni, musici e altri parassiti amati da Elagabalo e revocò tutte le cariche civili e militari concesse a personaggi indegni.
Anno
224
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli Giuliano e Crispino
Si ebbe un periodo di serenità sotto
Alessandro
e i suoi ministri, soprattutto Domizio Ulpiano che fu nominato prefetto del pretorio. Giulia Mesa e
Giulia Mamea
vegliavano sull'educazione del giovane principe e tenevano gli adulatori lontano da lui. Quando qualche cattivo consigliere riuscì ad avvicinarlo,
Alessandro
seguì le sue indicazioni per breve tempo, presto accorgendosi di essersi allontanato dalla sua solita linea di condotta e consegnando il sobillatore al senato perché lo punisse.
Alessandro
si sposò per la prima volta con una donna di cui non ci è giunto il nome. Quando Giulia Mesa morì di vecchiaia,
Giulia Mamea
, gelosa della nuora, cominciò a perseguitarla e con lei il padre il quale si ritirò nei quartieri dei soldati e denunciò pubblicamente le malefatte di
Mamea
. Questa riuscì a farlo uccidere e a mandare in esilio la nuora.
Un senatore di nome Ovinio Camillo cospirò contro
Alessandro
ma quando fu scoperto
Alessandro
lo lodò per il suo senso civico e lo mise a parte dell'impero nominandolo cesare. Dopo qualche tempo Ovinio Camillo rinunciò al titolo ricevuto e si ritirò a vita privata. Più tardi venne fatto uccidere perché troppo influente presso i soldati.
Alessandro
si risposò con una certa Memmia figlia del consolare Sulpizio e poi, secondo le monete, con Sallustia Barbia Orbiana Augusta ma quest'ultima notizia è incerta.
Anno
225
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli Fosco e Destro
Alessandro Severo
era profondamente religioso, svolgeva quotidianamente riti e sacrifici e nella sua raccolta di statue di divinità e di eroi erano anche le immagini di
Cristo
e di
Abramo
, forse per influenza della madre
Mamea
che, trascorrendo lunghi periodi in oriente vi avrà forse conosciuto le basi del cristianesimo.
Alessandro
non disturbò mai i cristiani e tollerò le loro chiese che si andavano costruendo in
Roma
e in altre città. I martiri cristiani del suo periodo furono vittime di governatori provinciali che agivano in autonomia senza che l'imperatore ne fosse informato.
Alessandro
rispettava oltre modo la madre tollerando il suo vizio di avidità. Amava la musica, la geometria, la pirrura. Amava passeggiare, cacciare e pescare.
Quando ne aveva tempo leggeva volentieri, specialmente Platone, Cicerone e le biografie di Alessandro Magno. Mangiava moderatamente e non amava conviti troppo affollati, non aveva stoviglie d'oro e non voleva che si eccedesse nel lusso, neanche nei banchetti pubblici.
Anno
226
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli
Marco Aurelio Severo Alessandro Augusto
e Lucio Aufidio Marcello.
Molto modesto,
Alessandro
non apprezzava eccessivi ossequi e segni di omaggio e ridicolizzava chiunque lo adulasse. Con gli amici si comportava con familiarità e franchezza. Anche nel vestire usava grande modestia con abiti bianchi mai di seta aborrendo gli ornamenti e i gioielli di
Elagabalo
.
Detestò adulatori, delatori e falsi testimoni, osservò sempre con attenzioni l'attività dei tribunali tentando di ridurre al minimo le condanne a morte e gli espropri dei beni.
Anno
227
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli Albino e Massimo
Alessandro Severo
riduse a un terzo le imposte che si pagavano sotto
Elagabalo
. Ridusse al sei per cento il tasso dei prestiti a usura che di solito era il dodici. Prestava egli stesso denaro ai poveri ma senza richiedere interesse.
Stabilì esenzioni fiscali mirate a favorire il commercio e risanò la cassa dello stato che aveva subito gravi detrazioni da
Elagabalo
. Istituì scuole di ogni tipo con insegnanti pagati dallo stato e con contributi per gli studenti più poveri. Completò le terme di
Caracalla
e fabbricò altri edifici pubblici a Roma e a Baia. Distribuì tre volte donativi al popolo e alle milizie.
Anno
228
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli Modesto e Probo
Una rissa tra popolo e pretoriani fu l'inizio di tre giorni di combattimento in città con molte vittime da entrambe le
Parti
, infine il popolo volle trovare un accordo per evitare che i pretoriani continuassero a incendiare le case.
Morì Domizio Ulpiano, insigne giureconsulto e assiuo collaboratore di
Alessandro
. Era stato anche prefetto del pretorio dopo Flaviano e Cresto che erano stati giustiziati e ciò gli aveva procurato l'odio ei pretoriani che riuscirono ad ucciderlo nonostante la protezione di
Alessandro
.
Si verificarono altre ribellioni in Oriente da parte di militari nostalgici di
Elagabalo
e di
Caracalla
, inoltre soldati che si trovavano in Mesopotamia disertarono per entrare nell'esercito persiano in guerra contro i
Parti
.
Un certo Vetronio Turino che godeva della confidenza di
Alessandro
ne approfittò per arricchirsi: prometteva a chi avesse bisogno di una grazie di procurargliela dietro sostanzioso compenso. Quando
Alessandro
lo venne a sapere mandò una persona di sua fiducia a chiedere a Turino una delle sue "prestazioni" e quando il millantatore cadde nel tranello lo fece soffocare con il fumo:
Col fumo è punito chi vendeva fumo
.
Anno
229
Papa
Urbano
Imperatori
Alessandro
Consoli
Marco Aurelio Severo Alessandro
e
Dione Cassio
.
Lo storico
Dione Cassio
, console in questo anno, racconta di aver avuto da
Alessandro
il governo dell'
Africa
, poi quello della
Dalmazia
quindi quello della
Pannonia
. Quando rientrò a
Roma
i pretoriani temendo che volesse pretendere grande disciplina, lo calunniarono ma
Alessandro
, invece di punirlo gli fece avere il consolato. Dopo essersi mostrato alle milizie insieme a
Dione
,
Alessandro
gli permise di ritirarsi in
Bitinia
, suo paese di origine, per trascorrervi quanto gli rimaneva da vivere. Fu sostituito nel consolato da
Marco Antonio Gordiano
, futuro imperatore.
Anno
230
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Lucio Virio Agricola e Sestio Catio Clementino
Morì papa
Urbano
, tradizionalmente considerato martire, ed ebbe
Ponziano
per successore.
Accingendosi a parlare di importanti mutazioni avvenute in Oriente,
Muratori
premette un breve riepilogo della storia della
Persia
, dalla conquista di
Alessandro Magno
, alla conquista da parte di
Arsace re dei Parti
e la tolse ai successori di
Alessandro
, agli
Arsacidi
che la tennero fino ai tempi di
Alessandro Severo
con il re Artabano. Quest'ultimo fu sconfitto e ucciso da un uomo di nome Artaserse, discendente degli antichi persiani.
Artaserse riconquistò la Media, l'Armenia (qui erano rifugiati i figli e i sostenitori di Artabano) e ripristinò l'antico impero persiano. Per completare la sua riconquista Artaserse minacciò anche la
Mesopotamia
e la
Siria
destando preoccupazione nei
Romani
.
Alessandro
si portò con l'esercito a
Antiochia
e scrisse lettere a Artaserse invitandolo ad evitare la guerra contro
Roma
ma Artaserse non ne tenne conto ed entrò in armi in
Mesopotamia
, in territorio romano.
Tornato a
Roma
,
Alessandro
reclutò un poderoso esercito al quale unì i pretoriani e ogni altra risorsa disponibile. Fu deciso che l'imperatore guidasse personalmente l'impresa. Marciò via terra verso la
Siria
prendendo con se le legioni sistemate nell'
Illirico
. Raggiunse
Antiochia
dove stabilì il centro di comando delle operazioni. Qui una parte dei soldati si ribellò per l'eccessiva disciplina e per il divieto di depredare i dintorni.
Alessandro
li affrontò e ordinò loro di deporre le armi, ordine che incredibilmente venne eseguito.
I ribelli disarmati aspettarono un mese poi chiesero di essere riammessi nell'esercito, come fu loro concesso, ma i loro tribuni che avevano sobillato la rivolta furono giustiziati. Con le sei legioni di cui disponeva,
Alessandro
formò una falange di trentamila uomini.
Anno
231
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Pompeiano e Pelignano
Alessandro
tentò ancora di trattare la pace ma gli ambasciatori che inviò a Artaserse tornarono sempre senza aver raggiunto risultati. Da parte sua Artaserse inviò quattrocento guerrieri di alta statura sontuosamente vestiti per ordinare ai
Romani
di uscire dalla Siria e da ogni territorio appartenente alla corona persiana.
Alessandro
fece spogliare gli ambasciatori dei loro orpelli e li fece sistemare in Frigia dando loro terreni da coltivare.
Si venne quindi alle armi.
Alessandro
divise le sue milizie in tre corpi per attaccare su altrettanti fronti. Due corpi furono disfatti dai Persiani e dai disagi del territorio, il terzo fu ridimensionato da un'epidemia. Nonostante tutto
Alessandro
ebbe modo di riportare una vittoria e di poter celebrare il trionfo al suo ritorno a
Roma
con molti prigionieri che furono venduti come schiavi.
Anno
232
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Lucio Virio Lupo Giuliano e Lucio Mario Massimo
Il 25 settembre, tornato a
Roma
,
Alessandro
si presentò al senato a rendere conto della sua spedizione, celebrò il trionfo, erogò un donativo al popolo. Su preghiera dei Persiani riscattò i prigionieri fatti schiavi e li rimandò in patria.
Nello stesso anno i
Romani
riportavano vittorie nei luoghi dove erano in corso ostilità: in
Mauretania
dove si combatteva agli ordini di Furio Celso, nell'
Illirico
(Vario Macrino) e in Armenia (Giunio Palmato).
Anno
233
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Massimo e Paterno
Alessandro
istituì un collegio di ragazzi e uno i ragazze chiamandoli rispettivamente Mameiani e Mameiane in onore della madre
Giulia Mamea
.
Concesse terreni ai comandanti e ai soldati che presidiavano i territori conquistati, le concessioni valevano anche per gli eredi a condizione che fossero militari, furono così istituiti i primi "Benefici" che in seguito furono codificati nel diritto romano e in quello della Chiesa.
Quando
Alessandro
so trovava ancora in Antiochia giunsero notizie dei Germani che avevano passato il
Reno
e il Danubio e minacciavano la
Gallia
, l'
Illirico
e l'
Italia
. Appena giunse a
Roma
Alessandro
avviò preparativi per affrontare questa nuova guerra.
Anno
234
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Massimo e Gaio Celio Urbano
Alessandro
partì da
Roma
con un potente esercito nel quale aveva inserito un corpo di arcieri provenienti dalle province orientali. Volle prendere parte personalmente all'impresa nonostante le preghiere di molti senatori che non volevano che si esponesse al pericolo. Partì con la madre
Giulia Mamea
.
Una donna della
Gallia
incontrata durante il viaggio lo avvertì di non fidarsi dei soldati ma
Alessandro
non se ne preoccupò.
Anno
235
Papa
Ponziano
Imperatori
Alessandro
Consoli Severo e Quinziano
Durante questa campagna
Alessandro Severo
fu ucciso dai suoi soldati. L'evento non è noto nei particolari ma sembra che i soldati non gradissero
Alessandro
perché non erogava denaro come
Elagabalo
o
Caracalla
, lasciandosi influenzare dall'avarizia di
Mamea
. I soldati acclamarono imperatore
Massimino
il quale ordinò loro di sopprimere
Alessandro
, la madre e qualunque oppositore. Secondo alcuni autori (Lampridio, Capitolino) le cose andarono diversamente:
Alessandro
e
Mamea
furono uccisi a tradimento dai loro ospiti in un banchetto e soltanto dopo l'assassinio
Massimino
venne proclamato imperatore.
Alessandro
morì all'età di ventisei anni dopo aver regnato per tredici anni. La vendetta che gli altri soldati fecero sui congiurati sembra avvalorare la seconda versione.
Ad
Alessandro
e a sua madre furono dedicati monumenti e onori divini e il potere passò a
Massimino
che presto si dimostrò odioso e accecato dall'ambizione.
Morì in quest'anno anche papa
Ponziano
e fu eletto al suo posto
Antero
.
Anno
236
Papa
Fabiano
Imperatori
Massimino
Consoli
Gaio Giulio Massimino Augusto
e Marco Pupieno Africano
Dopo un mese dalla nomina morì anche
Antero
, forse martire, e gli succedette
Fabiano
.
Di padre goto e di madre alana,
Massimino
nacque in un villaggio ai confini della Tracia. Era altissimo ed aveva forza prodigiosa. Fu arruolato in Tracia da
Severo Augusto
, prima nella cavalleria, poi nella guardia del corpo, ebbe varie cariche sotto
Caracalla
e si fece amare dai sui sottoposti. Ritiratosi nel suo paese sotto
Macrino
, tornò alla milizia sotto
Elagabalo
.
Sotto
Alessandro Severo
venne a
Roma
e fu nominato tribuno di una legione di recente costituzione con il compito di addestrare i soldati. Quando usurpò il trono aveva sessantadue anni ed un figlio giovinetto di nome Gaio Giulio Vero Massimo.
Consapevole di ricevere scarso consenso, Massimino allontanò tutti gli amici e i consiglieri di
Alessandro
. Poiché nella corte di
Alessandro
si trovavano molti cristiani,
Massimino
scatenò una persecuzione che fece molti martiri.
Un e console di nome Magno fu accusato di congiurare contro
Massimino
e senza indagini e processi venne ucciso insieme a migliaia di persone, tutte sospettate di aver aderito alla congiurama, più probabilmente, condannate perché non gradite a
Massimino
.
Un altro ex console di nome Tito Quartino fu acclamato imperatore dai soldati contro la sua volontà ma poco dopo venne assassinato. Assumendo il comando del potente esercito di
Alessandro
,
Massimino
passò il
Reno
per riprendere la guerra contro i Germani. Militare esperto e coraggioso, prese parte a molte battaglie spesso rischiando la vita, scrisse poi al senato per rendere conto delle sue vittorie ed ottenne per se e per il figlio il titolo di Germanico. Passò quindi in Pannonia stabilendosi per l'inverno a Sirmio.
Anno
237
Papa
Fabiano
Imperatori
Massimino
Consoli Perpetuo e Corneliano
Massimino
combattè e vinse battaglie contro Sarmati e Daci e scriveva in proposito al senato con clamorose esagerazioni.
Per continuare a finanziare il suo grande esercito,
Massimino
spesso condannava su false accuse persone innocenti per sequestrare i loro beni. Saccheggiò senza eccezione tutte le rendite delle città in cui si trovava, spogliò i templi da ogni ornamento.
Anno
238
Papa:
Fabiano
Imperatori: Massimino, Due
Gordiani
,
Pupieno
e
Balbino
,
Gordiano III
Consoli: Pio e Ponziano
Mancano certezza sull'identità dei consoli, probabilmente Marco Ulpio Crinito e Procolo Ponziano.
Massimino era odiato alla popolazione e dopo un fallito tentativo di rivolta, fu acclamato imperatore Marco Antonio Gordiano che era proconsole in
Africa
e che accettò la nomina sotto minaccia di morte.
Gordiano aveva ottanta anni, suo padre Mezio Marullo discendeva dai
Gracchi
, sua madre Ulpia Gordiana discendeva da
Traiano
. I suoi antenati paterni e materni avevano ricoperto diversi consolati e lui stesso era stato console nel
213
sotto
Caracalla
e nel
229
sotto
Alessandro Severo
. Al momento della nomina era amato e stimato per le sue doti di moderazione e giustizia.
Gordiano dichiarò augusto suo figlio Marco Antonio Gordiano (Gordiano II) che fu riconosciuto imperatore a
Cartagine
. I neoeletti inviarono ambasciatori a
Roma
per chiedere l'approvazione del senato. Il senato confermò le nomine e dichiarò nemici pubblici Massimino e suo figlio. Il popolo abbattè le statue di Massimino e uccise molti suoi sostenitori mentre il senato organizzò resistenza militare contro la possibile reazione di Massimino. Questi, appresa la notizia degli ultimi eventi, fu colto da ira bestiale ma il giorno successivo ordinò al suo esercito di mettersi in marcia verso l'
Italia
. Contemporaneamente in
Africa
Gordiano ordinava al procuratore
Capelliano
di dimettersi ma
Capelliano
reagiva attaccando
Cartagine
con i suoi soldati e con un rinforzo di arcieri numidi. La gente di
Cartagine
, poco esperta di combattimenti, affrontò i nemici ma venne sconfitta e Gordiano Minore cadde in battaglia. Gordiano Maggiore, preso dalla disperazione, si uccise a sua volta.
Capelliano
entrò in città e la saccheggiò spogliando anche i templi.
Mentre Massimino continuava a marciare verso
Roma
, il senato si riunì ed elesse due nuovi imperatori:
Marco Claudio Pupieno Massimo
e
Decimo Celio Balbino
. Il primo era di modesta origine ma aveva gran prestigio per le sue imprese in
Illirico
contro
Germani
e
Sarmati
, aveva coperto molte cariche e governato in
Bitinia
, in
Grecia
e nella
Gallia Narbonense
, infine era stato prefetto di
Roma
.
Balbino
era di nobile e antica famiglia, come
Pupieno
aveva avuto cariche e governato province. Parte della plebe si oppose all'elezione di
Pupieno
che era noto per la sua severità, per quietarla fu creato cesare
Marco Antonio Gordiano (Gordiano III)
, nipote di Gordiano I, ancora adolescente.
L'incarico di fermare la marcia di Massimino andò a
Pupieno
che si portò a
Ravenna
dove reclutò altri soldati. Massimino giunse a Emona in Istria e la trovò disabitata e priva di vettovaglie, giunse a Aquileia e trovò le porte chiuse, tentò di trattare la pace ma la popolazione resistette.
Intanto a
Roma
si verificavano incidenti tra pretoriani e popolazione e presto la situazione degenerò con grandi stragi, incendi e saccheggi.
Balbino
non riuscì a riportare la calma fin quando non fu condotto in pubblico il giovane Gordianio Cesare che era molto amato in città.
L'assedio di Aquileia proseguiva ma l'eroica resistenza degli assediati scoraggiava gli assedianti, Massimino non riuscendo a far recuperare vigore ai suoi soldati, sfogò il proprio sdegno contro alcuni suoi ufficiali, li incolpò di collaborare con il nemico e li fece morire. I soldati si ribellarono e fecero a pezzi Massimino e suo figlio nel quarto anno del loro impero.
Pupieno
, da
Ravenna
, si recò immediatamente a Aquileia dove fu accolto dalla popolazione in festa mentre alcuni messaggeri in soli quattro giorni giunsero a
Roma
recando le teste dei due Massimini. Anche a
Roma
la notizia del tirannicidio fu accolta con grande entusiasmo ma in seguito nacque dell'attrito tra
Pupieno
e
Balbino
, inoltre i pretoriani e i soldati non amavano gli imperatori eletti dal senato. Infine i pretoriani, sopraffatti i
Germani
della guardia imperiale, uccisero
Pupieno
e
Balbino
e proclamarono imperatore il giovane Gordiano.
Anno
239
Papa:
Fabiano
Imperatore:
Gordiano III
Consoli:
Marco Antonio Gordiano Augusto
,
Manio Acilio Aviola
Opinioni discordi sui genitori di Gordiano II, alcuni lo ritengono figlio di Gordiano II, altri di una figlia di Gordiano I, altri ancora di una delle numerose concubine di Gordiano II. Era di bell'aspetto e di modi gentili, aveva studiato lettere ed era molto amato dal senato, dal popolo e dai soldati. La sua elezione portò un periodo di stabilità e concordia.
Ai confini dell'impero i
Parti
minacciavano guerra, Carpi e Sciti avevano già attaccato la
Mesia
. Nei propositi del senato
Pupieno
e
Balbino
avrebbero dovuto fronteggiare queste minacce.
Anno
240
Papa:
Fabiano
Imperatore:
Gordiano III
Consoli: Sabino, Venusto
Il console Sabino è quello che propose la nomina di
Pupieno
e
Balbino
, probabilmente il suo nome completo era Ulpio Vettio Sabino e faceva parte della famiglia di
Traiano
.
Un certo Sabiniano creò disordini in
Africa
contro Gordiano assediando il governatore della Mauritani ma quando questi ricevette rinforzi da
Roma
il ribelle fu ridotto a chiedere il perdono. Si legge in
Zosimo
ma non in Capitolino, che Sabiniano era stato proclamato imperatore dal popolo di
Cartagine
.
Anno
241
Papa:
Fabiano
Imperatore:
Gordiano III
Consoli:
Marco Antonio Gordiano
, Civica Pompeiano
I Persiani erano rimasti tranquilli dalla guerra contro
Alessandro Severo
ma, morto Artaserse, il figlio Sapore entrò con l'esercito nella
Mesopotamia
posseduta dai
Romani
, conquistò Carre e assediò Nisibi.
A
Roma
si preparò un esercito per fronteggiare Sapore e si affidò il comando a
Gordiano III
. Prima di partire Gordiano sposò Furia Tanquillina Sabina figlia di Misiteo (Timositeo) che fu nominato
prefetto del pretorio
e usò la propria influenza per mettere ordine nella corte del giovane imperatore che era nelle mani degli eunuchi. Da allora, grazie a Timositeo, il governo di Gordiano divenne stabile e molto gradito alla popolazione.
Anno
242
Papa:
Fabiano
Imperatore:
Gordiano III
Consoli Gaio Vettio Attico, Gaio Asinio Pretestato
Deciso a portare la guerra ai Persiani, Gordiano fece spalancare le porte del tempio di Giano, come voleva un'antica tradizione. In primavera partì con l'esercito alla volta di
Bisanzio
per poi passare in Asia. Lo accompagnava il suocero Timositeo. Lungo il viaggio affrontò e sconfisse
Sarmati
,
Alani
e altri barbari.
Dopo la conquista della
Mesopotamia
, Sapore era passato un
Siria
. Gordiano lo affrontò a
Antiochia
e lo costrinse ad arretrare oltre l'
Eufrate
. Sapore abbandonò tutte le città conquistate e tornò al suo paese evitando di combattere ancora.
Anno
243
Papa:
Fabiano
Imperatore:
Gordiano III
Consoli: Arriano e Papo
Durante questo anno Gordiano riconquistò le città perdute in
Siria
e
Mesopotamia
. Scrisse al senato che decretò il trionfo per lui e per Timositeo al quale l'imperatore riconosceva grandi meriti. Timositeo, tuttavia, morì di dissenteria e molti pensarono che alla sua morte non fosse estraneo Filippo, futuro imperatore, che potrebbe aver convinto i medici a avvelenarlo. Timositeo lasciò tutti i suoi beni alla repubblica romana ma la sua morte privò Gordiano di un prezioso appoggio.
Fu creato
prefetto del pretorio
il suddetto Marco Giulio Filippo.
In questi tempi fiorì il filosofo platorico Plotino che si era arruolato nell'esercito di Gordiano per aver occasione di incontrare i filosofi persiani.
Anno
244
Papa:
Fabiano
Imperatore: Filippo
Consoli: Pellegrino e Emiliano
Marco Giulio Filippo non era soddisfatto della sua carica di
prefetto del pretorio
e aspirava all'impero.
Durante la campagna in oriente di Gordiano, Filippo fece procedere rapidamente le navi che portavano i viveri lasciando l'esercito che procedeva a piedi a corto di mezzi e creando così malcontento verso l'imperatore.
Iniziò così una ribellione, Filippo fu dichiarato augusto e tutore di Gordiano, la situazione che ne risultò era molto instabile e, pur avendo respinto qualsiasi richiesta di Gordiano, Filippo si rendeva conto che il giovane aveva ancora l'appoggio del senato e di una parte dei militari. Concluse che Gordiano rappresentava una minaccia per la sua vita e per il suo potere e lo assassinò barbaramente.
Questa la versione fornita da Giulio Capitolino ma, secondo
Muratori
, Filippo divenne tutore di Gordiano e
prefetto del pretorio
succedendo a Timositeo e quando si presentò l'occasione non esitò a uccidere il suo pupillo.
Il senato tributò onori divini al defunto imperatore e lo stesso Filippo continuò ad onorarlo per nascondere la propria colpa.
Durante il regno di
Gordiano III
fiorirono Censorino e Erodiano.
Anno
274
Papa:
Felice
Imperatore:
Aureliano
Consoli
:
Aureliano
e Gaio Giulio Capitolino
Aureliano
torna a
Roma
dalle
Gallie
e celebra un grande trionfo con tre carri, cervi, elefanti ed altre fiere, innumerevoli prigionieri di diverse etnie.
Fra i prigionieri sono Tetrico con il figlio e Zenobia, ornata di gioielli e legata con una catena d'oro. Nei giorni seguenti si tengono giochi, spettacoli e combattimenti di gladiatori.
Aureliano
perdona Zenobia, le assegna una decorosa rendita ed un'abitazione a
Tivoli
e fa sposare le sue figlie con membri della nobiltà romana.
Anche nei confronti di Tetrico
Aureliano
si comporta con grande liberalità assegnandogli il governo delle province italiane.
A favore del popolo elargisce donativi e proclama l'amnistia e la cancellazione dei debiti verso il fisco.
Un'inchiesta sui ministri della zecca accusati di frode provoca la loro ribellione e conseguenti gravi disordini con migliaia di vittime.
L'imperatore inaugura un tempio del Dio Sole costruito ed adornato con grande ricchezza e dona a tutti i templi di
Roma
cimeli riportati dalle sue campagne.
Dopo essere stato a lungo tollerante verso i cristiani,
Aureliano
cambia atteggiamento ed apre una persecuzione che non avrà lunga durata a causa della morte dell'imperatore.
In quest'anno muore papa
Felice
ma a causa della persecuzione in corso il successore viene eletto solo l'anno successivo.
Anno
275
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Tacito
Consoli
:
Lucio Domizio Aureliano
(III) e Tito Nonio Marcellino
All'inizio dell'anno viene eletto papa
Eutichiano
.
Aureliano
si reca nell'
Illirico
e constatata la difficoltà esistente nel tenere sotto controllo la
Dacia
, decide di rinunciare a quella provincia e trasferisce le famiglie romane che vi abitano in
Mesia
, al di qua del
Danubio
.
In queste regioni
Aureliano
trascorre l'inverno preparando una campagna contro i
Persiani
con il pretesto che avevano aiutato Zenobia.
L'imperatore aveva minacciato il suo segretario Mnesteo (o Eros) per qualche fallo commesso e Mnesteo per salvarsi la vita organizza una congiura facendo credere a molti ufficiali, tramite documenti falsificati, che l'imperatore intenda eliminare anche loro. Il piano riesce ed
Aureliano
viene ucciso dai congiurati nel mese di gennaio; più tardi l'inganno di Mnesteo viene scoperto ed il segretario viene giustiziato, gli altri congiurati sono uccisi dai soldati o dai successori di
Aureliano
.
Si celebrano solenni esequie ed il
senato
decreta per il defunto gli onori divini.
Aureliano
fu un grande imperatore che riuscì in breve tempo a liberare lo stato da nemici interni ed esterni, ripristinare l'ordine e regolare i costumi. Era amato dal popolo ma temuto dai
senatori
per la sua rigorosa severità, e proprio la sua mancanza di clemenza provocò la sua morte.
Le
legioni
non proclamano imperatore uno dei loro generali, forse perché tutti gli ufficiali sono sospettati di aver preso parte alla congiura, ma affidano la decisione ai
senatori
che a loro volta esitano per timore di venire in contrasto con i militari.
Così
Roma
rimane senza imperatore per sei mesi ma poi una minaccia di invasione da parte dei
Germani
spinge il
senato
a prendere una decisione.
Il 25 settembre i
senatori
scelgono
Marco Claudio Tacito
, non accettano le sue resistenze dovute all'età avanzata e lo convincono ad accettare la massima carica dello stato.
Tacito
, che sostiene di discendere dal famoso storico
Cornelio Tacito
, è stato console ed ha numerosi figli. La sua nomina è gradita al popolo ed ai pretoriani.
Anno
276
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Tacito
Consoli
:
Marco Claudio Tacito Augusto
e Emiliano
Il nuovo imperatore bandisce da
Roma
i postriboli, proibisce di aprire i bagni di notte e vieta l'uso di abiti di seta. Assegna donativi ai templi e delibera alcune opere pubbliche.
Mantiene da imperatore le stesse abitudini di sobrietà che adottava da privato.
Inizia il suo mandato punendo gli uccisori di
Aureliano
. Nonostante l'età,
Tacito
decide di guidare personalmente l'esercito nelle province orientali per fermare le incursioni degli Sciti. Porta con se il fratello
Marco Annio Flaviano
,
prefetto del pretorio
.
Tacito
porta a termine la missione ma muore in oriente in aprile, dopo soli sei mesi di regno.
Non sono chiare le cause della morte, alcuni autori la attribuiscono ai congiurati uccisori di
Aureliano
che sono ancora in vita.
Flaviano
, fratello di
Tacito
, si fa proclamare imperatore dalle sue truppe, ma le armate romane in
Siria
proclamano
Probo
che viene riconosciuto anche in Palestina,
Fenicia
ed
Egitto
mentre il resto dell'impero riconosce
Flaviano
.
Flaviano
muove contro
Probo
in Cilicia ma molti suoi soldati si ammalano a causa del clima torrido e lo abbandonano.
Secondo
Aurelio Vittore
,
Flaviano
si suicida, altri ritengono che venga ucciso dai soldati, comunque
Probo
rimane unico imperatore e scrive al
senato
ottenendo l'approvazione della nomina.
Anno
277
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
Consoli
:
Probo
e Marco Aurelio Paolino
Marco Aurelio Probo
era nativo di
Sirmio
in
Pannonia
, di modesta famiglia. Aveva militato sotto Valeriano divenendo tribuno, con le sue imprese militari si era guadagnato la stima di Gallieno, di
Aureliano
e di
Tacito
.
Era molto amato dai soldati che trattava con umanità e solidarietà. Usava tenerli in esercizio anche quando non si combatteva ed in questo modo aveva costruito ponti e canali in
Egitto
.
Anche
Probo
fa giustiziare gli uccisori dei predecessori, secondo
Zosimo
attirandoli in un tranello e facendoli fare a pezzi dalle guardie. Secondo con maggior moderazione. Perdona invece i sostenitori di
Flaviano
.
Intanto i
Germani
hanno passato il
Reno
ed occupato molte città della
Gallia
.
Probo
quindi rimanda il suo arrivo a
Roma
e portatosi nella
Gallia
fa strage degli invasori in ripetuti combattimenti.
A proposito di questa campagna,
Zosimo
racconta lo strano episodio, probabilmente favoloso, di una miracolosa pioggia di grano che avrebbe soccorso le truppe di
Probo
a corto di viveri.
Probo
combatte contro
Franchi
,
Vandali
e
Burgundi
cacciandoli dalle
Gallie
quindi stipula con loro trattati di pace punendo quanti non rispettano i patti.
Anno
278
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
Consoli
:
Probo
e Furio Lupo
Furio o Virio Lupo, collega in quest'anno di
Probo
nel consolato, è anche prefetto di
Roma
e lo sarà fino al
280
.
Pacificate le
Gallie
e la Rezia,
Probo
passa nell'
Illirico
per liberare la regione dai
Sarmati
ma questi, consapevoli dei recenti successi dell'imperatore, si ritirano quasi senza combattere.
Prosegue quindi in
Tracia
dove caccia i
Goti
e li sottomette con trattati di pace.
Svolge quindi con successo una spedizione contro i ribelli
Isauri
resa molto difficile dalla natura impervia dei luoghi.
Anno
279
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
Consoli
:
Probo
e Nonio Marcello
Probo
si dirige verso l'
Egitto
per combattere un'invasione di Blemmi. L'imperatore progetta probabilmente di attaccare i
Persiani
ma poiché questi inviano ripetutamente missioni diplomatiche con ricchi doni finisce per concludere un trattato di pace.
Anno
280
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
Consoli
: Messala e Grato
Probo
torna in
Europa
, durante il viaggio concede territori in
Tracia
ai
Bastarni
che offrono in cambio di servire fedelmente, impegno che manterranno con grande lealtà.
Anche i
Gepidi
ed altre popolazioni affini concludono analoghe trattative ma successivamente non si dimostreranno altrettanto fedeli.
In quest'anno i
Franchi
fanno irruzione nel
Mediterraneo
con saccheggi in
Grecia
,
Sicilia
ed
Africa
.
Si verifica la ribellione di un Saturnino diverso da quello ricordato ai tempi di Galieno. Questo si chiama Sesto Giulio Saturnino mentre l'altro si chiamava Publio Petronio Saturnino. Generale, si era segnalato in varie imprese sotto
Aureliano
ed era molto stimato anche da
Probo
.
Proclamato augusto in
Egitto
per non accettare era fuggito in Palestina ma qui si era lasciato convincere ad indossare la porpora imperiale. Per timore di essere ingannato Saturnino non accetta la pace proposta da
Probo
e viene ucciso dall'esercito imperiale.
Nello stesso periodo avvengono le ribellioni di
Proculo
e
Bonoso
.
Tito Flavio Proculo
, nativo di
Albenga
, con precedenti di pirateria, era entrato nell'esercito e riportando alcuni clamorosi successi militari era divenuto tribuno.
Si proclama imperatore a
Lione
, forse istigato dalla moglie, ed ottiene il riconoscimento della
Gallia Narbonese
e della
Britannia
.
Quando
Probo
invia l'esercito contro di lui,
Proculo
cerca l'aiuto dei
Franchi
ma questi lo tradiscono e viene giustiziato.
Bonoso
era un ufficiale di origine spagnola comandante delle truppe di stanza sul
Reno
. Per sua negligenza i
Germani
erano riusciti ad incendiare le navi romane e
Bonoso
, per sfuggire alla punizione, si era proclamato imperatore. La sua resistenza alle forze di
Probo
è più valida ma alla fine viene sconfitto ed impiccato.
Anno
281
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
Consoli
:
Probo
e Tiberiano
Probo
rientra a
Roma
e celebra il trionfo. Seguono spettacoli, una strage di bestie feroci e giochi di gladiatori.
Restituendo molta autorità ai
senatori
Probo
se ne procura il favore. Nel periodo di pace che segue cura opere pubbliche in molte città dell'impero.
Anno
282
Papa:
Eutichiano
Imperatore:
Probo
e Caro
Consoli
:
Probo
e Vittorino
Per motivi a noi non noti,
Probo
decide di muovere contro i
Persiani
ma giunto nell'
Illirico
viene ucciso dai suoi soldati.
Pare che la causa della ribellione sia stato l'ordine di
Probo
di scavare una fossa per bonificare una palude nei pressi di
Sirmio
.
Il giudizio di
Muratori
su
Probo
, pacificatore dell'impero e restauratore della grandezza romana, è molto positivo.
A
Roma
vengono tributati grandi onori al defunto ed istituiti giochi in sua memoria.
Marco Aurelio Caro,
prefetto del pretorio
molto amato dall'esercito vene proclamato imperatore e poco dopo nomina cesari i due figli
Marco Aurelio Carino
e
Marco Aurelio Numeriano
. Affida a
Carino
il governo delle province orientali perché è determinato a dedicarsi alla guerra contro i
Persiani
.
Caro è consapevole di quanto
Carino
sia corrotto e vizioso, ma
Numeriano
è ancora troppo giovane per governare.
Anno
283
Papa:
Gaio
Imperatore: Caro,
Carino
e
Numeriano
Consoli
: Caro e
Carino
Approfittando della morte di
Probo
i
Sarmati
si preparano ad invadere l'
Illirico
e la
Tracia
ma vengono duramente sconfitti da Caro.
Caro si porta quindi in
Mesopotamia
recuperando le regioni invase dai
Persiani
ma giunto nei pressi del fiume
Tigri
muore in circostanze non chiare, forse di malattia verso la fine dell'anno.
L'impero passa a
Carino
che si trova in
Gallia
e a
Numeriano
che aveva seguito il padre al fronte persiano.
Muore anche papa
Eutichiano
e viene eletto Gaio.
Anno
284
Papa:
Gaio
Imperatore:
Carino
,
Numeriano
,
Diocleziano
Consoli
:
Carino
e
Numeriano
I due fratelli vengono riconosciuti dal
senato
ma è improbabile che si siano recati a
Roma
.
Numeriano
viene ucciso in
Tracia
dal suocero
Arrio Apro
che aspira alla nomina imperiale.
Le truppe di
Carino
si riuniscono immediatamente in assemblea per scegliere un successore di
Numeriano
capace di vendicarlo e scelgono
Diocleziano
, capitano della guardia a cavallo.
La prima azione di
Diocleziano
è l'uccisione di
Arrio Apro
, commessa al cospetto della stessa assemblea.
Segue una guerra civile fra i sostenitori di
Diocleziano
e quelli di
Carino
nella quale si intromette anche Giuliano Valente, "correttore della Venezia" che tenta a sua volta di farsi proclamare imperatore.
A
Roma
si celebra la deificazione di
Numeriano
e si continua a riconoscere come solo imperatore
Carino
non considerando
Diocleziano
e Valente.
Anno
285
Papa:
Gaio
Imperatore:
Carino
e
Diocleziano
Consoli
:
Carino
e Aristobulo -- In Oriente
Diocleziano
Alla rovina di
Carino
contribuisce la pessima reputazione dovuta ai suoi vizi. Lussurioso e sregolato, aveva preso nove mogli abbandonandole una dopo l'altra, si circondava di pessimi consiglieri suoi compagni negli eccessi.
Irrispettoso verso il
senato
ed i consoli, detestato anche dal padre.
Informato della morte di
Numeriano
e delle proclamazioni di
Diocleziano
e Valente,
Carino
si prepara a combattere, attacca Valente nell'
Illirico
riuscendo a sconfiggerlo e ad ucciderlo.
Giunto in
Mesia
sconfigge
Diocleziano
ma viene ucciso dai suoi soldati istigati da offerte segrete di
Diocleziano
.
Rimasto unico imperatore
Diocleziano
perdona i sostenitori di
Carino
e premia con il consolato il
prefetto del pretorio
Aristobulo passato dalla sua parte.
La guerra civile termina così senza condanne, con grande soddisfazione della popolazione.
Non è certo che in questo periodo
Diocleziano
visiti
Roma
, forse sosta in
Pannonia
con l'intenzione di riprendere la guerra contro i
Persiani
.
Anno
286
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Marco Giunio Massimo e Vettio Aquilino
Diocleziano
, originario della città di Dioclea in
Dalmazia
, prima della nomina si chiamava Diocle, era di condizioni modeste, forse liberto o figlio di un liberto.
Era stato comandante delle milizie in
Mesia
e capitano della guardia a cavallo, console surrogato nel 283.
E' accorto, di mente vivace, capace di simulare, di prevedere e di provvedere.
Molto avaro ma anche amante del lusso, in particolare in merito al proprio abbigliamento, vanitoso e superbo. Ma la stessa durata del suo regno dimostra che sapeva governare un vasto impero e mantenere la disciplina dei soldati.
Non avendo figli maschi dalla moglie Prisca e desiderando chi lo aiuti nel governo, sceglie
Marco Aurelio Valerio Massimiano
e lo nomina augusto e suo collega.
Diocleziano
era nato intorno al
245
,
Massimiano
intorno al
250
in
Pannonia
.
Anche le origini di
Massimiano
sono umili, ha fatto carriera nell'esercito segnalandosi in varie occasioni ed è intimo amico di
Diocleziano
.
Morto
Carino
nelle
Gallie
si sollevano due "capi di masnadieri", Lucio Eliano e Gneo Servio Amando, che alla testa di folte schiere saccheggiano la popolazione.
Diocleziano
invia contro di loro
Massimiano
che li debella rapidamente.
I due augusti governano in armonia e
Diocleziano
, che usa mostrarsi mite e ragionevole, sa ben sfruttare la natura più violenta ed impulsiva del collega quando è necessario.
Massimiano
ama mostrarsi liberale ma se ha bisogno di denaro non esita a procurarselo confiscando i beni dei
senatori
dopo averli portati alla rovina con false accuse. E' inoltre estremamente lussurioso.
Anno
287
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Il prefetto di
Roma
quest'anno è Marco Giunio Massimo, console nel 286. Da alcune medaglie risulta che i due augusti celebrano il trionfo (o almeno esso viene decretato dal senato), probabilmente per le vittorie di
Massimiano
in
Gallia
.
Anche quest'anno
Massimiano
combatte contro
Franchi
e
Sassoni
che tentano di invadere territori imperiali. Affida il comando navale a
Carausio
il quale, invece di concludere rapidamente le operazioni le prolunga per arricchirsi con i bottini tolti ai nemici e
Massimiano
lo condanna a morte.
Carausio
fugge con la flotta in
Britannia
e convince le truppe romane di stanza nell'isola a proclamarlo imperatore.
Diocleziano
intanto marcia contro i
Persiani
, che dopo la morte di Caro hanno ripreso la
Mesopotamia
e minacciano la
Siria
, respingendoli oltre il
Tigri
prima di concludere la pace.
Anno
288
Papa: Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Massimiano
e Pomponio Januario
Diocleziano
rientra da una missione contro i
Franchi
.
Massimiano
continua le sua azioni nelle
Gallie
mentre si prepara ad attaccare la
Britannia
per abbattere
Carausio
.
I
Franchi
chiedono la pace offrendo alleanza e amicizia.
Anno
289
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Basso e Quinziano
I due imperatori si incontrano per dibattere questioni di governo.
Massimiano
vara la flotta preparata contro
Carausio
ma subisce qualche sconfitta a causa della migliore preparazione marittima dell'avversario.
Diocleziano
combatte contro
Sarmati
e
Quadi
riportando qualche vittoria ed ottenendo il titolo di Sarmatico.
Anno
290
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Carausio
consolida il suo potere in
Britannia
e gode di una sorta di accordo raggiunto dopo aver sconfitto
Massimiano
.
In
Africa
si solleva un certo
Quinto Trebonio Giuliano
proclamandosi augusto. Analoga iniziativa prende in
Egitto
Lucio Epidio Achilleo
.
Anno
291
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Gaio Giunio Tiberiano e
Dione
Dalla
Siria
Diocleziano
passa in
Pannonia
quindi in
Italia
ed incontra
Massimiano
a
Milano
.
Nell'impero regnano pace e prosperità nonostante le varie ribellioni in corso mentre molte popolazioni barbariche sono in guerra fra loro in
Africa
come in
Europa
ed anche fra i
Persiani
è in corso una guerra civile.
Anno
292
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Annibaliano
e
Asclepiodoto
Diocleziano
e
Massimiano
decidono di scegliere due generali ed associarli all'impero con il titolo di cesare.
Vengono scelti
Costanzo Cloro
e
Galerio Massimo
che sono adottati dagli augusti e costretti a sposarne le figlie ripudiando le loro mogli.
Costanzo
sposa
Teodora
figliastra di
Massimiano
e
Galerio
sposa
Valeria
figlia di
Diocleziano
. A
Costanzo Cloro
sono assegnate
Gallia
,
Spagna
,
Mauretania
e
Britannia
. A
Massimiano
l'
Italia
ed il resto dell'
Africa
. A
Galerio
la
Tracia
, l'
Illirico
, la
Macedonia
, la
Pannonia
e la
Grecia
. A
Diocleziano
la
Siria
e tutte le province orientali da
Bisanzio
all'
Egitto
.
Un primo effetto di questa spartizione è l'aumento delle tasse per finanziare l'apparato statale e militare più complesso.
Costanzo, soprannominato Cloro
per il pallore del viso, era figlio di
Eutropio
e di una nipote dell'imperatore
Claudio il Gotico
. Le condizioni della famiglia sono modeste e
Costanzo
, dopo un breve periodo di studi, aveva intrapreso la carriera militare iniziando dai gradi più bassi. Era entrato poi nella guardia del corpo dell'imperatore, divenendo successivamente tribuno quindi governatore della
Dalmazia
.
E' padre di
Costantino
, nato nel
274
.
Galerio
è nato nelle campagne della
Dacia
da famiglia pagana ed anche lui viene dalla carriera militare. I quattro principi governeranno per molti anni in un'armonia sostenuta particolarmente dall'abilità politica di
Diocleziano
.
In quest'anno
Massimiano
elimina in
Africa
l'usurpatore
Giuliano
.
Nelle
Gallie
una guarnigione di
Carausio
ha occupato il porto di
Gesoriaco (Boulogne-sur-mer)
, sulla costa continentale della Manica.
Costanzo
costringe quei soldati ad arrendersi e a passare nelle sue truppe, quindi inizia i preparativi per attaccare
Carausio
nella sua isola.
Anno
293
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Carausio
viene assassinato dal suo ministro
Allecto
che prende il titolo di augusto.
Costanzo
rimanda l'attacco in
Britannia
per combattere contro Cauci e
Frisoni
nella regione della
Schelda
(
Paesi Bassi
).
Anno
294
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Costanzo Cloro
e
Galerio
Costanzo
prosegue nella sua opera di pacificazione della
Gallia
domando popolazioni ribelli, disarmandole ed assegnando loro territori da coltivare.
Diocleziano
e
Massimiano
sconfiggono
Carpi
,
Bastarni
e
Sarmati
.
Anno
295
Papa:
Gaio
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Tosco e Anulino
I
Carpi
sconfitti vengono deportati in
Pannonia
.
Massimiano
fa bonificare un vasto territorio della
Pannonia
e lo chiama
Pannonia Valeria
. Nello stesso anno doma una ribellione in
Mauretania
.
Anno
296
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Costanzo
.
Muore papa
Gaio
e viene eletto
Marcellino
.
Prima di muovere contro la
Britannia
,
Costanzo
chiede a
Massimiano
di venire a presidiare la
Gallia
durante la sua assenza e
Massimiano
acconsente.
Costanzo
parte con due flotte assumendo il comando della prima ed affidando la seconda a
Asclepiodoto
prefetto del pretorio
.
Con il favore della nebbia,
Asclepiodoto
approda in
Britannia
senza che i nemici lo notino, quindi incendia le navi per evitare che
Allecto
se ne impadronisca. Nel combattimento che segue
Allecto
viene sconfitto ed ucciso.
Intanto la flotta di
Costanzo
, imboccato il
Tamigi
, giunge a
Londra
dove vengono massacrati gli uomini di
Allecto
superstiti che stavano per saccheggiare la città.
Ristabilita la pace,
Costanzo
perdona tutti e fa restituire agli abitanti quanto è stato loro tolto.
Diocleziano
assedia in
Alessandria
l'usurpatore
Achilleo
ed espugna la città dopo otto mesi, fa giustiziare
Achilleo
e consente ai soldati il saccheggio. In generale le fonti concordano sulla crudeltà mostrata da
Diocleziano
in questa occasione.
A questa impresa partecipano anche
Galerio
e
Costantino
figlio di
Costanzo
.
Visitando l'
Egitto
Diocleziano
stipula con i Nubiani un accordo che prevede di cedere loro un territorio di confine in cambio della vigilanza sulle popolazioni barbariche che molestavano l'
Egitto
.
Anno
297
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Massimiano
e
Galerio
E' prefetto di
Roma
Afranio Annibaliano
.
I
Persiani
, che hanno già conquistato l'
Armenia
, continuano ad avanzare ai danni dell'impero. Contro di loro interviene
Galerio
che ottiene alcune vittorie ma viene infine gravemente sconfitto.
Galerio
prende la sua rivincita in
Armenia
organizzando con accortezza un assalto al campo nemico nel quale fa strage di
Persiani
.
Il re di
Persia
Narsete
riesce a fuggire ma la sua famiglia viene catturata insieme a molti nobili.
Galerio
ordina di trattare con rispetto la moglie e le figlie del re.
Messosi in salvo,
Narsete
invia a
Galerio
ambasciatori per trattare la pace.
Galerio
concorda con
Diocleziano
le condizioni di pace da imporre agli sconfitti e
Narsete
le accetta rinunciando ad ogni pretesa sulla
Mesopotamia
. La pace sottoscritta durerà per oltre quarant'anni, fino agli ultimi tempi del regno di
Costantino
.
Sembra che a seguito di questa vittoria
Galerio
divenga più ambizioso, preoccupando
Diocleziano
.
Anno
298
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Anicio Fausto e Virio Gallio
Costanzo Cloro combatte contro gli
Alemanni
che tentano di invadere le
Gallie
e li sconfigge in una violenta battaglia presso Langres, rimanendo ferito.
Anno
299
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Diocleziano
decide grandi opere di abbellimento di
Antiochia
, costruisce un palazzo, le terme, i granai pubblici, lo stadio ed alcuni templi. Altre opere vengono eseguite ad Edessa e
Damasco
, vengono costruiti o restaurati abitati e fortezze in varie località delle province orientali.
Anno
300
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Costanzo
e
Galerio
Inizia la costruzione delle
Terme di Diocleziano
a
Roma
, poi completate da
Costantino
.
Massimiano
decreta la costruzione di altre terme a
Cartagine
.
Anno
301
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
: Tiziano e
Virio Nepoziano
Un terremoto devasta
Sidone
e Tiro.
Costanzo
conduce una nuova campagna nelle
Gallie
contro varie popolazioni germaniche.
Anno
302
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Costanzo
e
Galerio
Carestia in Oriente. Il calmiere sul grano imposto da
Diocleziano
non basta a risolvere il problema.
Una riforma varata dai due augusti abolisce i
Frumentari
, ispettori che visitano le province per rilevare eventuali problemi ma che in realtà sono divenuti da tempo spie e ricattatori.
Altre opere pubbliche varate a
Roma
,
Cartagine
,
Nicomedia
,
Milano
.
Anno
303
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Stando a
Lattanzio
da anni le pratiche divinatorie non danno responsi comprensibili, gli aruspici ne incolpano i cristiani.
Diocleziano
ordina che tutte le persone di corte e tutti i militari che si professano cristiani sacrifichino agli dei, pena la flagellazione e l'esilio. Più avanti, su iniziativa di
Galerio
, si apre una tragica persecuzione inizialmente moderata dalla volontà di
Diocleziano
.
La persecuzione ha inizio, scrive ancora
Lattanzio
, il 23 febbraio con la profanazione della chiesa di
Nicomedia
che viene demolita e con un editto pubblicato il giorno successivo che ordina la distruzione di tutte le chiese e di tutti i libri cristiani.
D'ora in avanti si verificheranno episodi di sangue contro i cristiani che rifiutino di offrire sacrifici agli dei pagani.
Un certo Eugenio, capitano dei soldati in Seleucia, è indotto ad usurpare la porpora imperiale ed arriva ad occupare
Antiochia
ma viene trucidato dalla cittadinanza con tutti i suoi seguaci.
Diocleziano
reagisce inaspettatamente punendo gli Antiochiesi con numerose condanne a morte e si procura l'odio di tutta la
Siria
.
In autunno
Diocleziano
si reca a
Roma
per festeggiare il ventennale del suo regno e celebra un trionfo al quale partecipa anche
Massimiano
, in novembre si ritira a
Ravenna
.
La persecuzione continua a colpire i cristiani in tutto l'impero, ad eccezione delle province governate da
Costanzo
.
Anno
304
Papa:
Marcellino
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Diocleziano
e
Massimiano
Diocleziano
, reduce da una malattia invernale, lascia
Ravenna
in estate per la
Tracia
. Le sue condizioni di salute peggiorano ed in dicembre si sparge la voce che sia morto a
Nicomedia
.
Muore papa
Marcellino
, forse martire. A causa delle persecuzioni la nomina del successore ritarderà tre anni.
Anno
305
Sede pontificia vacante
Imperatore:
Diocleziano
e
Massimiano
Consoli
:
Costanzo
e
Galerio
Diocleziano
, ancora malato, da segni di squilibrio mentale e
Galerio
cerca di convincerlo a dimettersi (come ha già fatto con
Massimiano
). Dopo aver tentato con la persuasione,
Galerio
passa alle minacce ed infine
Diocleziano
si da per vinto.
Diocleziano
e
Massimiano
accettano dunque di dimettersi per lasciare la carica di augusti a
Galerio
e
Costanzo
. Quanto ai nuovi cesari
Diocleziano
propone
Costantino
figlio di
Costanzo
e
Massenzio
figlio di
Massimiano
ma
Galerio
impone Severo e
Massimino Daia
.
Il primo maggio
Diocleziano
annuncia pubblicamente le proprie dimissioni e le nuove nomine, la scelta dei cesari lascia perplessi i presenti.
Ripreso il nome di Diocle,
Diocleziano
si ritira a
Salona
.
Nello stesso giorno
Massimiano
si dimette a
Milano
e dichiara
Costanzo
augusto e Severo cesare per poi ritirarsi in
Lucania
.
I quattro principi ridistribuiscono le province: a
Costanzo
Gallia
,
Italia
,
Africa
,
Spagna
e
Britannia
, a
Galerio
le province asiatiche, l'
Egitto
, la
Tracia
e l'
Illirico
.
Costanzo
assegna a Severo
Italia
e
Africa
;
Massimino
rimane agli ordini di
Galerio
governando la
Siria
e l'
Egitto
.
Massimino
è uomo di umilissime origini, dedito al vino ed alla lussuria, sfogherà la propria crudeltà contro i cristiani e vesserà le province con gravami fiscali insopportabili.
Costanzo
, ormai in precarie condizioni di salute, richiama
Costantino
da
Nicomedia
ma
Galerio
non vuole lasciarlo andare.
Galerio
spera nella morte di
Costanzo
per diventare unico imperatore e vede
Costantino
come un pericoloso ostacolo ma non osa sopprimerlo sapendolo amato dai soldati. Gli affida quindi pericolose missioni dalle quali, tuttavia,
Costantino
torna sempre vincitore ed illeso.
Anno
306
Sede pontificia vacante
Imperatore:
Galerio
, Severo,
Massenzio
e
Massimino
Consoli
:
Costanzo
e
Massimino
Per non entrare apertamente in contatto con
Costanzo
,
Galerio
lascia andare
Costantino
dal padre ma ne ritarda la partenza per dare tempo a Severo di preparare un tranello, ma
Costantino
parte segretamente durante la notte ed arriva rapidamente nei territori di
Costanzo
.
Costantino
trova
Costanzo
a
Gesoriaco
in partenza con una flotta per la
Britannia
per combattere contro Pitti e Caledoni e si unisce a lui in questa missione.
La guerra si svolge in
Scozia
e
Costanzo
riporta una vittoria ma muore di malattia in
Britannia
il 25 luglio.
Costanzo
discendeva dalla famiglia di
Claudio il Gotico
, militando nell'Elvezia aveva conosciuto
Elena
che era divenuta sua moglie o sua concubina e che fu madre di
Costantino
.
Sulla condizione di
Elena
come concubina o legittima moglie le fonti antiche non sono concordi, comunque nel
292
Costanzo
la ripudiò per sposare
Teodora
figlia di
Massimiano
.
Tutti gli autori invece riconoscono in
Costanzo
un governante capace, giusto, clemente ed amato dai suoi sudditi. Tollerante verso i cristiani pur essendo pagano, a causa delle persecuzioni indette da
Galerio
e
Diocleziano
nel
303
non potè evitare di demolire le chiese ma vietò che si nuocesse alle persone.
Da
Flavia Massimiana Teodora
Costanzo
aveva avuto tre figli maschi:
Dalmazio
,
Giulio Costanzo
e
Annibaliano
, e tre femmine:
Costanza
,
Anastasia
e
Eutropia
.
Prima di morire stabilisce che solo
Costantino
possa succedergli al potere.
Il giorno stesso della morte di
Costanzo
i soldati proclamano augusto
Costantino
.
Galerio
accetta perché i suoi consiglieri sostengono che altrimenti i soldati passerebbero a
Costantino
, ma scrive a quest'ultimo di accontentarsi del titolo di cesare.
La morte improvvisa di
Costanzo
e la nomina di
Costantino
sconvolge i piani di
Galerio
che poco dopo nomina Severo augusto per precludere la carica a
Costantino
.
Galerio
governa con dispotismo e crudeltà comminando continuamente condanne a morte e compiacendosi di assistere alle esecuzioni.
Tenta di sopprimere i privilegi fiscali del popolo di
Roma
ma in città si crea una forte tensione della quale approfitta
Massenzio
figlio di
Massimiano
che nel mese di luglio si fa proclamare imperatore dai pretoriano.
Massimiano
lascia il suo ritiro in
Lucania
e torna a
Roma
dal figlio,
Massenzio
, consapevole del maggior prestigio del padre, lo reintegra nella porpora e lo dichiara suo collega.
La situazione vede a questo punto quattro augusti (
Massenzio
,
Massimiano
,
Galerio
e Severo) e un cesare (
Costantino
).
Nelle
Gallie
Costantino
restituisce la libertà di culto ai cristiani e muove contro i
Franchi
che stanno penetrando nella provincia. Dopo averli sconfitti oltrepassa il
Reno
per attaccare i
Brutteri
. In queste occasioni
Costantino
(che secondo
Muratori
non era ancora convertito al
Cristianesimo
) si dimostra crudele mandando molti prigionieri a morire dilaniati dalle belve.
Fa costruire un ponte sul
Reno
per attaccare rapidamente le popolazioni germaniche di confine in caso di bisogno e questa minaccia evita per molto tempo ulteriori incursioni e garantisce alle
Gallie
un periodo di serenità.
Anno
307
Sede pontificia vacante
Imperatore:
Galerio
, Severo,
Massenzio
e
Massimino
Consoli
:
Massimiano
e
Costantino
Massimiano
scrive a
Diocleziano
esortandolo a riprendere la porpora ma
Diocleziano
rifiuta.
Galerio
, non particolarmente preoccupato per la ribellione di
Massenzio
che sa debole e corrotto, gli manda contro Severo il quale viene in
Italia
con un'armata in cui militano molti veterani di
Massimiano
che alle porte di
Roma
si lasciano facilmente convincere a cambiare bandiera.
Severo fugge a
Ravenna
e
Massimiano
lo assedia ma poi lo convince a deporre la porpora e tornare con lui a
Roma
dove lo fa strangolare a tradimento. Severo lascia un figlio di nome Severiano che sarà ucciso nel
313
per ordine di
Licinio
.
Dopo aver tentato di nuovo inutilmente di coinvolgere
Diocleziano
,
Massimiano
, consapevole che
Galerio
cercherà di vendicare Severo, cerca l'alleanza di
Costantino
al quale conferisce il titolo di augusto facendogli sposare la figlia
Flavia Massimiana Fausta
(la prima moglie di
Costantino
,
Minervina
, è già morta).
Galerio
scende in
Italia
ma quando giunge nei pressi di
Roma
si rende conto che la sua armata non è in grado di assediare una città tanto grande, si stabilisce quindi a Terni e invia ambasciatori a
Massenzio
per invitarlo a trattare.
Massenzio
rifiuta e molti soldati di
Galerio
cambiano partito rifiutando di combattere contro
Roma
.
Galerio
è costretto a tornare in
Pannonia
con grande vergogna e durante il viaggio permette che i soldati rimasti con lui saccheggino liberamente le città che incontrano.
Massimiano
si stabilisce a
Roma
per governare insieme a
Massenzio
ma è invidioso del potere del figlio ed entra in contrasto con lui fino ad accusarlo pubblicamente di incapacità. Questo comportamento lo rende odioso ai soldati ed in breve
Massimiano
è costretto a fuggire da
Roma
.
In novembre
Licinio
è creato augusto per volontà di
Galerio
.
Licinio
era nativo della
Dacia
, di famiglia contadina aveva intrapreso il servizio militare ed era stato commilitone di
Galerio
diventandone amico.
Insieme alla nomina assume l'incarico di sconfiggere
Massenzio
.
Anno
308
Papa:
Marcello I
Imperatore:
Galerio
,
Massenzio
,
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Massimiano
e
Galerio
Marcello viene eletto papa tre anni dopo la morte del predecessore.
La nomina di
Licinio
indigna
Massimino
Daia che si vede sorpassato. Dopo aver inutilmente protestato presso
Galerio
,
Massimino
assume il titolo di augusto di sua iniziativa e scrive a
Galerio
attribuendo il fatto alla volontà delle sue truppe.
Secondo
Lattanzio
ed
Eusebio
,
Massimino
grassava la popolazione a lui sottoposta per arricchire i soldati e perseguitava i cristiani.
Massimiano
fa visita al genero
Costantino
nelle
Gallie
e viene accolto con i massimi onori. Per dissimulare le proprie ambizioni depone la porpora ma quando si verificano incidenti consiglia a
Costantino
di intervenire con minime risorse militari sperando di vederlo cadere sul campo per prendere il controllo delle sue
legioni
, quindi si sposta ad Arles con il grosso dell'esercito e qui riprende la porpora impossessandosi del palazzo imperiale.
Tuttavia
Costantino
, che prudentemente aveva lasciato suoi informatori a controllare il suocero, avvisato del tradimento mosse immediatamente verso Arles,
Massimiano
fuggì a
Marsiglia
dove fu raggiunto e catturato dal genero.
Costantino
non punì in alcun modo
Massimiano
, limitandosi a spogliarlo dell'abito imperiale, e permise che continuasse a vivere alla sua corte.
Massenzio
domò ribellioni in
Africa
riducendo all'ubbidienza la provincia di
Cartagine
. Diffidando del prefetto in
Africa
Alessandro
,
Massenzio
gli chiese i figli in ostaggio e quando Alessandro rifiutò ordinò di ucciderlo. Il prefetto reagì facendosi proclamare imperatore dalle sue truppe.
Anno
309
Papa:
Marcello I
Imperatore:
Galerio
,
Massenzio
,
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Massenzio
e Romolo Cesare
Il cesare di nome Romolo che ebbe il consolato era figlio di
Massenzio
e sembra che in questo stesso anno morì affogando nel
Tevere
, ma la notizia non è certa.
Massimiano
, ancora ospite onorato di
Costantino
nonostante il tradimento dell'anno precedente, tentò di convincere la figlia Fausta a lasciare aperta la camera maritale durante la notte, ma Fausta avvertì il marito che fece dormire nel suo letto un eunuco.
Massimiano
durante la notte trucidò l'eunuco e quando scoprì che
Costantino
era ancora vivo non seppe giustificarsi e venne giustiziato.
Anno
310
Papa:
Eusebio
-
Melchiade
Imperatore:
Galerio
,
Massenzio
,
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Massenzio
senza collega
Galerio
soggiornava in
Dacia
dove aveva promosso importanti opere di bonifica. Accumulava risorse finanziarie da utilizzare per attaccare
Massenzio
esasperando il prelievo fiscale nelle su province e prelevando le imposte con violenza tramite l'esercito.
In quest'anno
Galerio
si ammalò di un orribile cancrena contro la quale i medici si rivelarono del tutto inefficaci. Dal canto suo
Costantino
si trovò ad affrontare una lega delle popolazioni germaniche, sulla quale riportò una grande vittoria, per poi passare a domare una rivolta in
Britannia
.
Morì papa
Marcello I
, mandato in esilio da
Massenzio
, ed ebbe successore
Eusebio
che morì dopo soli quattro mesi. Fu quindi eletto
Melchiade
.
Anno
311
Papa:
Melchiade
Imperatore:
Galerio
,
Massenzio
,
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Galerio
senza collega
Galerio
, benché costretto a letto dalla malattia, assunse il suo ottavo ed ultimo consolato.
In quest'anno
Galerio
emanò un editto che concedeva ai cristiani libertà di culto ritrattando le precedenti disposizioni. Morì nel mese di aprile.
Le province governate da
Galerio
(
Illirico
,
Macedonia
,
Grecia
,
Bitinia
e
Tracia
) passarono a
Licinio
, ma
Massimino
si oppose contendendo a
Licinio
la
Bitinia
che invase immediatamente senza lasciare al rivale il tempo di intervenire.
Licinio
preferì evitare la guerra e lasciò la
Bitinia
a
Massimino
.
Valeria
, vedova di
Galerio
e figlia di
Diocleziano
e Prisca, per non essere insidiata da
Licinio
si trasferì con la madre ed il figlio Candidiano nei territori di
Massimino
. Questi le propose il matrimonio e, ottenuto un rifiuto, la mandò in esilio, confiscò i suoi beni e perseguitò le persone del suo seguito.
Poiché
Massimino
minacciava di vendicare la morte del padre
Massimiano
,
Costantino
si affrettò a concludere la pace nelle
Gallie
per prepararsi ad affrontarlo adeguatamente.
Massenzio
inviò il
prefetto del pretorio
Rufio Volusiano in
Africa
contro l'usurpatore Alessandro che fu catturato e strangolato, quindi ordinò il sacco di
Cartagine
e perseguitò i cittadini più ricchi della provincia con false accuse allo scopo di confiscare i loro beni.
Anno
312
Papa:
Melchiade
Imperatore:
Massenzio
,
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Costantino
nelle
Gallie
e
Licinio
nell'
Illirico
A causa del dispotismo e della ferocia di
Massenzio
molti cittadini romani scrivevano segretamente a
Costantino
pregandolo di liberare
Roma
dal tiranno, inoltre lo avvisarono che con il pretesto di vendicare il padre,
Massenzio
si preparava ad invadere le
Gallie
.
Costantino
tentò le vie diplomatiche ma senza alcun successo, quindi strinse accordi con
Licinio
al quale promise in moglie sua sorella Flavia Valeria Costanza. Ciò indusse
Massimino
a dare la sua disponibilità a
Massenzio
, eppure al momento dello scontro
Licinio
e
Massimino
non intervennero.
In primavera
Costantino
guidò un'armata in
Italia
valicando le
Alpi
e ne inviò un'altra via mare. A Susa debellò una guarnigione di
Massenzio
che doveva impedirgli di procedere.
Prima di giungere a
Torino
sconfisse altre forze nemiche, quindi entrò in città festosamente accolto dalla popolazione, analoga accoglienza ebbe a
Milano
mentre altre città della zona gli inviavano amichevoli ambasciate.
A
Brescia
Costantino
incontrò un altro presidio di
Massenzio
che sbaragliò rapidamente. Le truppe di
Massenzio
erano concentrate a
Verona
dove aveva il comando
Ruricio Pompeiano
prefetto del pretorio
.
Costantino
assediò
Verona
oltrepassando l'
Adige
ma la città era ben fortificata e difesa,
Pompeiano
uscì di nascosto dalle mura e radunate altre forze attaccò gli assedianti ma i soldati di
Costantino
ebbero la meglio, lo stesso
Pompeiano
morì in battaglia e poco dopo
Verona
si arrese.
Senza incontrare altri ostacoli,
Costantino
giunse a
Roma
dove
Massenzio
aveva preparato una grande armata ed ingenti scorte per resistere ad un eventuale assedio.
Massenzio
era certo di vincere ed i suoi progetti miravano a renderlo unico imperatore. Stando ad
Eusebio di Cesarea
fu in questo frangente che
Costantino
cominciò a rivolgere le sue preghiere al Dio dei cristiani e fu in quei giorni che ebbe la visione di una croce luminosa in cielo con le parole "Con questa va a vincere" ed un'apparizione di
Gesù Cristo
in sogno che lo rassicurava sull'esito della guerra.
Costantino
aggiunse la croce alle sue insegne ed abbracciò, primo fra gli imperatori, la religione cristiana.
Da parte sua
Massenzio
schierò le sue truppe fuori dalle mura, lungo il
Tevere
all'altezza di
Ponte Milvio
.
Costantino
si accampò lungo oltre il fiume cercando il modo di attraversare la corrente in quel momento molto forte ma
Massenzio
sicuro della superiorità delle sue forze, superò il
Tevere
cercando la battaglia campale e disponendo le truppe fra il nemico ed il fiume nella località detta dei Sassi Rossi.
Costantino
fu lieto di affrontare il nemico in battaglia piuttosto che disporsi ad un assedio che sarebbe stato lungo e difficile. La battaglia fu molto cruenta. Dopo la rotta della cavalleria le truppe di
Massenzio
si trovarono prese fra quelle di
Costantino
ed il fiume e furono sterminare, quanti non venivano uccisi annegavano nel
Tevere
nel tentativo di attraversarlo. Il ponte di barche che
Massenzio
aveva preparato non resse al carico dei fuggitivi e sciogliendosi fece perire quanti vi si trovavano compreso lo stesso
Massenzio
.
Il giorno successivo il cadavere di
Massenzio
fu ritrovato e la sua testa esposta in città provocò esplosioni di gioia fra la popolazione.
Entrata in questa città in festa,
Costantino
si comportò con clemenza verso i nemici limitandosi a far morire soltanto i più stretti collaboratori di
Massenzio
. Fra le sue prime decisioni fu l'abolizione della milizia pretoriana, una decisione che gli procurò grande favore del popolo che odiava questo corpo scelto famoso per le sue prepotenze e i suoi abusi. Rimase in vigore, tuttavia, la carica di
prefetto del pretorio
che continuò ad essere molto prestigiosa anche sotto gli imperatori successivi.
L'imperatore rese omaggio al
senato
e richiamò tutte le persone esiliate da
Massenzio
restituendo loro i beni confiscati.
Anno
313
Papa:
Melchiade
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
,
Massimino
Consoli
:
Costantino
e
Licinio
Costantino
si trattenne a
Roma
fino alle calende di gennaio per inaugurare il suo terzo consolato ed emanò disposizioni fiscali in favore dei meno abbienti.
In marzo era a
Milano
dove si celebrò il matrimonio fra
Licinio
e Costanza sorella di
Costantino
. Passò quindi nelle
Gallie
per respingere un tentativo di invasione da parte dei
Franchi
.
A
Salona
, dove si era ritirato dopo l'abdicazione, morì
Diocleziano
. Il giudizio degli storici antichi su
Diocleziano
è nel complesso positivo: saggio legislatore, accorto amministratore, capace difensore dell'impero. Gli si addebita tuttavia come errore l'aver diviso il potere imperiale, smembrando la monarchia e moltiplicando i costi della corte.
Era inoltre molto avaro ed esagerò con l'imposizione fiscale, come testimoniano
Lattanzio
ed
Eusebio
. Ma per gli autori cristiani la sua colpa più grave fu nelle persecuzioni. Gli ultimi anni della sua vita non furono felici: vide la moglie e la figlia maltrattate ed esiliate da
Massimino
e soffrì di una grave malattia che lo portò alla tomba nel mese di giugno di quest'anno.
In questo periodo fiorirono gli autori della
Storia Augusta
(Spaziano, Lampridio, Capitolino, Volcacio Gallicano e Trebellio Pollione) e il filosofo pagano Porfirio.
Costantino
e
Licinio
emanarono congiuntamente un proclama in favore dei cristiani,
Massimino
mostrò di adeguarsi ma continuò segretamente a perseguire i cristiani.
Approfittando dell'assenza di
Licinio
che si trovava a
Milano
,
Massimino
attaccò i suoi territori penetrando in
Bitinia
, quindi in
Tracia
e proseguendo fino a
Bisanzio
, che assediò. I difensori capitolarono dopo undici giorni e
Massimino
passò ad assediare Eraclea ma intanto
Licinio
era stato informato e, radunate tutte le forze disponibili, marciava fino ad
Adrianopoli
.
I due eserciti si scontrarono il 30 aprile.
Licinio
, che prima del combattimento aveva fatto recitare ai suoi soldati una preghiera al Dio dei cristiani, ebbe subito il sopravvento e mise in fuga gli avversari, compreso
Massimino
. Questi riparò in
Cappadocia
con la famiglia, riunì le truppe superstiti e fece giustiziare i sacerdoti che gli avevano fornito previsioni errate.
Il 13 giugno a
Nicomedia
Licinio
emanò un editto in favore dei cristiani annullando tutte le persecuzioni, quindi di dedicò ad inseguire
Massimino
che intanto aveva pubblicato un editto analogo.
Rendendosi conto di non poter difendersi da
Licinio
,
Massimino
si avvelenò ma il veleno non riuscì ad ucciderlo e gli procurò una grave malattia della quale più tardi morì con orrende sofferenze.
Licinio
eliminò i figli, la moglie ed i ministri di
Massimino
e si impossessò delle sue province.
Stabilitosi ad
Antiochia
,
Licinio
accolse Candidiano figlio di
Galerio
e Severiano figlio di Severo ma poi li uccise improvvisamente. Anche
Valeria
e Prisca, rispettivamente figlia e moglie di
Diocleziano
furono condannate. Fuggirono a
Tessalonica
dove nel
315
furono rintracciate ed uccise.
Fu giustiziato anche un certo Valerio Valente che prima della morte di
Massimino
aveva tentato di usurpare il trono d'Oriente.
Anno
314
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
: Gaio Ceionio Rufio Volusiano e Anniano
Morì
Melchiade
e fu eletto
Silvestro
.
Costantino
fece innalzare a
Roma
una sua statua che brandiva la Croce.
L'imperatore convocò un concilio di vescovi ad Arles per risolvere la questione dei
donatisti
africani.
Troppo diversi fra loro nella personalità e nelle scelte religiose,
Costantino
e
Licinio
vennero in contrasto. All'origine della guerra furono questioni territoriali, ma la responsabilità viene attribuita all'uno o all'altro augusto a seconda del credo delle fonti.
Intendendo nominare cesare per l'
Italia
il proprio cognato
Bassiano
, marito di Anastasia,
Costantino
chiese l'assenso di
Licinio
ma scoprì che questi cospirava per indurre alla rivolta
Bassiano
con il suo consigliere
Senecione
, fratello dello stesso
Bassiano
.
Verificato che il cognato aveva aderito alla congiura,
Costantino
lo fece eliminare, quindi chiese la consegna di
Senecione
a
Licinio
che rifiutò. Ne nacque la guerra.
Costantino
marciò verso la
Pannonia
con una modesta armata e sconfisse le forze molto superiori di
Licinio
, era l'8 ottobre.
Licinio
fuggì a
Sirmio
seguito da molti dei suoi soldati, quindi proseguì fino ad arrivare in
Tracia
dove riorganizzò le sue forze.
Dopo una nuova battaglia priva di risultati si giunse alle trattative e
Costantino
accettò di concludere la pace a condizione che
Licinio
deponesse il suo ufficiale Valente dalla carica di cesare che gli aveva recentemente conferito. A seguito di questo accordo i domini di
Licinio
furono ridimensionati a favore di
Costantino
al quale passarono diverse province.
Anno
315
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
:
Costantino
e
Licinio
Costantino
trascorse buona parte di quest'anno in
Pannonia
e nelle altre province acquisite dopo la guerra con
Licinio
. Una legge di
Costantino
emanata in quest'anno abrogava la pratica di marcare a fuoco quanti venivano condannati a combattere da gladiatori o a lavorare in miniera.
Un'altra norma istituita dall'imperatore in quest'anno prevedeva il mantenimento a carico dello stato dei bambini poveri per evitare che i genitori li uccidessero, vendessero o abbandonassero.
Alla fine dell'estate
Costantino
tornò a
Roma
.
Anno
316
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
: Antonio Cecina Sabino e
Gaio Vettio Cossinio Rufino
Costantino
concesse ai vescovi il diritto di convalidare le manomissioni degli schiavi.
I
donatisti
fecero appello all'imperatore contro il giudizio del Concilio di Arles che li aveva condannati e
Costantino
, che soggiornava per l'ultima volta in
Gallia
, si portò a
Milano
per ridiscutere la questione, ma di nuovo il giudizio fu contrario ai
donatisti
e favorevoli al loro avversario Ceciliano.
Il 7 di agosto, in Arles, Fausta moglie di
Costantino
partorì
Costantino Juniore
.
Anno
317
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
: Ovinio Gallicano e Settimio Basso
Il console Settimio Basso dal 15 maggio ricoprì anche la carica di prefetto di
Roma
.
Costantino
e
Licinio
trattarono per nominare cesari i figli.
Crispo
, figlio di
Costantino
e
Minervina
, era nato prima del
300
ed aveva studiato con
Lattanzio Firmiano
.
Crispo
e
Costantino Juniore
, noto l'anno precedente, furono entrambi nominati cesari. Valerio Liciniano Licinio, figlio di
Licinio
, aveva circa vent'anni ed anche egli ricevette la carica.
Il 13 agosto Fausta partorì
Costanzo
.
Anno
318
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
:
Licinio Augusto
e
Crispo
Costantino
soggiornava a
Sirmio
. Sotto il suo regno il
Cristianesimo
si diffondeva in piena serenità, mentre l'imperatore finanziava la costruzione di varie chiese.
Anche
Licinio
, pur essendo pagano, per paura di
Costantino
evitava di molestare i cristiani.
Anno
319
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
:
Costantino
e Licinio Cesare
Costantino
si tratteneva nelle sue province orientali forse per vigilare sui
Sarmati
.
Risalgono a quest'anno alcune leggi emanate da
Costantino
per controllare l'attività egli auguri ed evitare che frodassero chi a loro si rivolgeva.
Anno
320
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
:
Costantino
e
Costantino Juniore
Leggi di
Costantino
per regolare l'esazione dei debiti, pignoramenti, ecc.
Abrogazione delle pene contro il celibato. Varie disposizioni per la moralizzazione dei costumi e in materia giudiziaria.
Anno
321
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
:
Crispo
e
Costantino Juniore
Panegirico di Nazario per il quinquennio della carica di cesare di
Crispo
e
Costantino Juniore
.
Costantino
si trova nell'
Illirico
e pubblica leggi sulle pene giudiziarie, concede il permesso di continuare a consultare gli aruspici.
Un editto del 7 marzo ordina di festeggiare la domenica, altri editti di luglio concedono vari privilegi ai cristiani. Una legge del 22 giugno condanna le pratiche magiche.
Anno
322
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
,
Licinio
Consoli
: Petronio Probiano e Anicio Giuliano
Costantino
, ancora nell'
Illirico
, combatte contro i
Sarmati
,
Carpi
e
Goti
che vengono più volte sconfitti sul
Danubio
. Nei combattimenti muore anche Rausimondo re dei
Sarmati
. Per festeggiare la vittoria vengono istituiti i "Giochi Sarmatici".
Costantino
manda a
Roma
il figlio
Crispo
e la madre
Elena
ed in loro onore concede un'amnistia.
Anno
323
Papa:
Silvestro
Imperatori:
Costantino
e
Licinio
Consoli:
Acilio Severo
e
Vettio Rufino
Il console
Gaio Vettio Cossinio Rufino
aveva esercitato la prefettura urbana nel
315
.
All'inizio dell'anno
Costantino
si trova a
Tessalonica
per costruire un porto.
L'augusto interviene contro i
Goti
penetrati in
Tracia
e Media, territori di
Licinio
, probabilmente per fermarli prima che irrompano nei suoi domini, ma
Licinio
solleva una polemica,
Costantino
tenta l'accordo ma infine si viene alla guerra.
Libidinoso, avaro, avido e crudele,
Licinio
era odiato dai sudditi ed i suoi rapporti con
Costantino
si erano deteriorati da tempo.
A
Costantino
spiacevano in modo particolare le persecuzioni che il collega attuava più o meno apertamente contro i cristiani. Aveva cacciato tutti i cristiani dalla corte, proibito i concili ed ordinato che il culto cristiano fosse celebrato solo all'aperto e non nella chiesa. Inoltre tramava insidie e calunnie per mandare in rovina chi si professava cristiano.
La spedizione di
Costantino
contro i
Goti
nei territori di
Licinio
è dunque soltanto un pretesto. Le armate dei due augusti si portano nei pressi di
Adrianopoli
e si fronteggiano per qualche giorno separate dal
fiume Ebro
.
Individuato un guado nascosto dalla vegetazione,
Costantino
oltrepassa improvvisamente il fiume e si viene alla battaglia campale (3 luglio).
Le fonti parlano di trentaquattromila caduti, lo stesso
Costantino
rimane lievemente ferito e
Licinio
, sconfitto, fugge a
Bisanzio
dove si prepara a sostenere un assedio.
Costantino
lo insegue ed intanto affida a
Crispo
il comando della flotta con il compito di impedire alle navi nemiche di soccorrere
Licinio
.
Anche in mare le forze di
Licinio
vengono sconfitte grazie alla migliore organizzazione dell'equipaggio di
Crispo
e ad un vento furioso che, nello stretto di Gallipoli, spinge le navi di
Licinio
contro gli scogli della costa.
Licinio
ripara con il tesoro a
Calcedonia
ed invia il suo luogotenente Martiniano a
Lampsaco
per bloccare la flotta nemica. Per guadagnare tempo finge di voler avviare trattative di pace ma intanto cerca un'alleanza con i
Goti
contro
Costantino
ma questi non si lascia ingannare ed il 18 settembre si combatte di nuovo a Crisopoli, non lontano da
Calcedonia
.
Di nuovo sconfitto,
Licinio
si ritira a
Nicomedia
e manda la moglie Costanza, sorella di
Costantino
, a trattare. Costanza ottiene clemenza per il marito che viene confinato a
Tessalonica
.
Secondo alcuni autori Martiniano viene giustiziato ma secondo l'Anonimo Valesiano lo si risparmia per ucciderlo più tardi in
Cappadocia
.
Il giovane Licinio, figlio di Costanza, sarà ucciso tre anni dopo, molti ministri e ufficiali di
Licinio
vengono decapitati.
Così l'impero è di nuovo riunito sotto un solo imperatore. Fra i primi atti di
Costantino
si ricorda la liberazione dei cristiani fatti imprigionare da
Licinio
ed il reintegro nelle cariche di quanti ne erano stati privati per motivi religiosi.
Ormisda, figlio del re di
Persia
Ormisda II, chiede la protezione di
Costantino
contro i nobili che lo perseguono dalla morte del padre sostenendo suo fratello minore Sapore.
Costantino
lo accoglie ma non vuole intervenire nella questione.
A
Costanzo
, figlio di
Costantino
e
Fausta
, che ha circa sette anni, viene conferita la dignità di Cesare.
Anno
324
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli:
Flavio Giulio Crispo Cesare
e Flavio Valerio Costantino Cesare
Secondo molte fonti muore in quest'anno
Licinio
, esule a
Tessalonica
, forse strangolato per ordine di
Costantino
.
Sembra che
Licinio
cospirasse per riprendere il potere. Dopo la sua morte vengono cassati tutti i suoi decreti.
La falsa donazione di
Costantino
alla Chiesa fu datata in quest'anno. Da
Nicomedia
Costantino
invia Osio vescovo di Cordova ad
Alessandria
per comporre la disputa fra il vescovo
Alessandro
e l'eretico
Ario
che in questo periodo a iniziato a diffondere la sua dottrina.
Constatando la difficoltà e l'importanza di questa controversia nell'anno successivo l'imperatore convocherà il
Concilio di Nicea
.
Costantino
si dedica a riordinare le province orientali e a promuovere la diffusione del
Cristianesimo
. Fa ricostruire le chiese distrutte e ne fabbrica di nuove.
Anno
325
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Paolino e Giuliano
Si tiene il
Concilio di Nicea
con la partecipazione di trecentodiciotto vescovi che condannano la dottrina di Ario.
Costantino
partecipa personalmente ed alla fine esilia Eusebio vescovo di
Nicomedia
e Teognide vescovo di
Nicea
che continuano a sostenere l'
arianesimo
.
Un editto imperiale vieta i giochi gladiatorii, un altro pone un calmiere sugli interessi degli usurai.
Anno
326
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli:
Flavio Valerio Costantino Augusto
e
Flavio Giulio Costanzo Cesare
In estate
Costantino
torna a
Roma
per festeggiare il ventennale della sua nomina ad augusto.
Evitando la visita tradizionale al tempio di
Giove
provoca proteste e disordini fra la popolazione pagana ma non applica alcuna forma di repressione.
In quest'anno
Costantino
fa uccidere il figlio
Crispo
, le fonti non tramandano con chiarezza le ragioni di questa decisione ma avanzano ipotesi. Secondo
Zosimo
Crispo
aveva una relazione con la matrigna
Fausta Augusta
, oppure questa lo aveva calunniato presso il marito accusandolo di averla insidiata.
Altri ritengono che comunque l'imperatore fu indotto alla decisione dalla moglie che voleva eliminare un rivale nella successione per i suoi figli.
Forse per aver scoperto l'inganno o forse perché viene informato delle infedeltà coniugali della moglie,
Costantino
ordina di far morire anche
Fausta
annegandola in un bagno bollente.
Ancora per ignoti motivi l'imperatore fa uccidere anche il nipote Licinio figlio di sua sorella Costanza e del defunto
Licinio
.
Anno
327
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Flavio Valerio
Costantino
e Massimo
Probabilmente in quest'anno
Elena
madre di
Costantino
si reca in Terra Santa dove scopre il Sepolcro di
Cristo
e la Vera Croce.
Costantino
fa costruire un tempio sul luogo della scoperta ed altre chiese.
Alla madre, che muore ottantenne in quest'anno o nel successivo,
Costantino
dedica monete d'oro ed altri onori dopo aver finanziato munificamente le sue opere di carità. Ordina inoltre che il suo corpo venga trasportato a
Roma
e deposto in un magnifico sepolcro.
Le dedica anche Elenopoli, città fondata in
Bitinia
dall'imperatore e dalla stessa
Elena
.
Anno
328
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Januario e Giusto
Costantino
soggiorna in
Bitinia
e in
Mesia
. Fa costruire un ponte di pietra sul
Danubio
e probabilmente combatte contro i
Goti
oltre il fiume.
Consigliato da Eusebio vescovo di
Nicomedia
,
Costantino
richiama
Ario
e altri esuli.
Anno
329
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli:
Flavio Valerio Costantino Augusto
e
Flavio Valerio Costantino Cesare
Costantino
soggiorna in oriente ed inizia a progettare
Costantinopoli
e a costruire la
Basilica aurea
.
Anno
330
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Gallicano e Simmaco
Desideroso di gloria,
Costantino
decide di dare il proprio nome ad una nuova capitale nella quale vivere. Inizia i lavori in un sito vicino all'antica
Troia
ma quando nota la posizione di
Bisanzio
li abbandona e trasferisce il cantiere.
Nel vasto spazio intorno alle nuove mura costruisce il palazzo imperiale, strade, case, piazze, circoli, fontane, portici mai inferiori agli equivalenti romani.
Bandita ogni forma di culto pagano, costruisce chiese ed oratori. Con benefici, donativi e privilegi attira cittadini di altre città a vivere a
Costantinopoli
e dona ville e palazzi ai
senatori
disposti a trasferirsi da
Roma
.
Secondo molti autori la città viene inaugurata l'11 maggio, anche se i lavori continueranno ancora per anni.
Costantino
conferisce alla
Nuova Roma
tutti i privilegi di cui godeva la vecchia, vi istituisce un
senato
e varie magistrature.
Anno
331
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Annio Basso e
Ablavio
Costantino
risiede a
Costantinopoli
e legifera in materia giudiziaria. Riduce le imposte ed ordina una revisione del catasto dei terreni.
Porta a quattro il numero dei prefetti: dell'
Italia
, dell'Oriente, dell'
Illirico
e delle
Gallie
.
Anno
332
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Pacaziano e Ilariano
Costantino Cesare
, figlio dell'imperatore, combatte con il titolo di generale contro popolazioni barbariche (molte fonti parlano genericamente di
Goti
), alleandosi con i
Sarmati
.
Costantino
abolisce i tributi annuali che si pagavano alle popolazioni confinanti, stipula trattati e prende molti barbari a militare nell'esercito imperiale.
Anno
333
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Flavio Delmazio e Zenofilo
Il console Delmazio è figlio di un fratello di
Costantino
e più tardi riceverà il titolo di cesare.
Publio Optaziano Porfirio, autore di un panegirico di
Costantino
, viene nominato prefetto di
Roma
ma dopo un mese è sostituito da Ceionio Giuliano Camenio.
Costante
, figlio minore dell'imperatore, viene creato cesare.
Siria
e Cilicia sono devastate dalla carestia ed anche a
Costantinopoli
si soffre per penuria di grano.
Stando ad
Eusebio
,
Costantino
si sforzava di mantenere la pace con tutti gli stati confinanti e all'interno dell'impero. In particolare mantenne a lungo buoni rapporti con Sapore re di
Persia
nel cui impero andava diffondendosi il
Cristianesimo
.
Anno
334
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli:
Lucio Ranio Aconzio Optato
e Anicio Paolino Juniore
Disposizioni di
Costantino
in materia giudiziaria in favore degli orfani e delle vedove.
Nuova guerra fra
Goti
e
Sarmati
, questi ultimi arruolano gli schiavi che dopo aver sconfitto i nemici si rivolgono contro i padroni. I nobili sarmati chiedono asilo a
Costantino
che offre loro rifugio nei suoi stati.
Anno
335
Papa:
Silvestro
Imperatore:
Costantino
Consoli: Giulio Costanzo e Ceionio Rufio Albino
Giulio Costanzo, figlio di
Costanzo
e di
Flavia Massimiana Teodora
figliastra di Massimiano Erculio, era fratellastro di
Costantino
. Oltre al consolato ebbe il titolo di patrizio e la facoltà di indossare la veste rossa. Fu padre di
Gallo Cesare
e di Giuliano l'Apostata.
Ceionio Rufio Albino era figlio di Rufio Volusiano e nello stesso anno ebbe la prefettura di
Roma
.
Costantino
dedica la Chiesa della Resurrezione che ha fatto costruire in
Gerusalemme
.
Costantino
indice i concilii di Tiro e di
Gerusalemme
per dirimere la questione ariana ma sottovaluta la forza degli
Ariani
che a Tiro depongono Atanasio vescovo di
Alessandria
e a
Gerusalemme
approvano la dottrina di
Ario
.
Fravio Giulio Dalmazio
viene proclamato Principe della Gioventù.
Flavio Claudio Annibaliano
, fratello di
Dalmazio
, diventa re del
Ponto
, della
Cappadocia
e dell'
Armenia Minore
e sposa
Costantina (o Costanziana)
figlia dell'imperatore.
Muore papa
Silvestro
.
Anno
336
Papa:
Marco
Imperatore:
Costantino
Consoli:
Flavio Popilio Nepoziano
e Facondo
Nepoziano
era figlio di
Eutropia
sorella di
Costantino
.
Marco
viene eletto papa. Il suo pontificato dura solo otto mesi e venti giorni, gli succederà
Giulio I
eletto nei primi mesi del
337
.
Matrimonio di
Costanzo Cesare
, corse con la figlia di Giulio Costanzo (fratello di
Costantino
) e di Galla.
Costantino
dispone per la sua successione dividendo l'impero fra figli e nipoti:
Gallie
,
Spagna
,
Britannia
e Mauritania a
Costantino
; l'Oriente e l'
Egitto
a
Costanzo
; l'
Italia
, l'
Africa
e l'
Illirico
con la
Tracia
e
Costantinopoli
a
Costante
; la
Dacia Inferiore
a
Dalmazio
;
Ponto
,
Cappadocia
e
Armenia Minore
erano già state assegnate ad
Annibaliano
l'anno precedente.
Anno
337
Papa: Marco
Imperatore:
Costantino Juniore
,
Costanzo
e
Costante
Consoli: Feliciano, Tiberio Fabio Tiziano
Dopo quarant'anni di pace scoppia la guerra fra la
Persia
e l'Impero Romano. Secondo le fonti più attendibili il conflitto è provocato dal re di
Persia
Sapore II che intende recuperare gli stati già appartenuti al suo impero, anche se altri lo attribuiscono alle trame di un ambasciatore di nome Metrodoro.
Costantino
fa costruire il proprio sepolcro in
Costantinopoli
quindi, turbato dalla sua salute non più stabile, chiede di farsi battezzare e riceve il sacramento da Eusebio vescovo di
Nicomedia
.
L'imperatore richiama dall'Esilio Atanasio ed altri vescovi.
Costantino
muore il 22 maggio a sessantatre anni. Il suo corpo viene esposto nella sala del palazzo fino all'arrivo del figlio
Costanzo
dalla
Siria
, per poi essere sepolto nel monumento appositamente preparato.
Nell'impero il lutto viene celebrato solennemente, i pagani proclamano la deificazione dell'imperatore, i Greci lo santificano.
Tuttavia anche
Costantino
ebbe i suoi difetti, spesso esagerati dagli scrittori pagani: l'ambizione, l'amore per il lucco, l'eccessiva clemenza che danneggiava l'ordine pubblico ed agevolava i ministri disonesti.
Costantino
protesse le arti, le scienze e le lettere. Sotto di lui fiorirono gli autori della Storia Augusta come Sparziano, Lampridio e Capitolino, i panegiristi Eumene, Nazario e Optaziano, il filosofo Giamblico, i poeti Commodiano e Giuvenco, gli scrittori Arnobio, Giulio Firmico,
Eusebio di Cesarea
e i giuristi Gregorio e Ermogeniano.
Anno
338
Papa:
Giulio I
Imperatore:
Costantino Juniore
,
Costanzo
e
Costante
Consoli: Orso e Polemio
Costantino Juniore
,
Costanzo
e
Costante
si riuniscono a
Costantinopoli
per le esequie di Costantino, tutti e tre ricevono dalle milizie il titolo di Augusto e si chiede al
senato
il consenso per nominarli imperatori.
I tre fratelli sollevano dalla carica il prefetto
Ablavio
e poco dopo mandano sicari ad ucciderlo.
Analogo destino toccò a
Dalmazio
,
Annibaliano
, Giulio Costanzo e altri parenti di Costantino, pare per iniziativa del solo
Costanzo
.
Nella spartizione dell'impero fra gli eredi nacquero discordie che furono poi composte in una riunione a
Sirmio
: Costantino Juniore ebbe
Costantinopoli
, la
Tracia
, il
Ponto
, la
Mesia Inferiore
, parte dell'
Africa
, l'
Armenia
e la
Cappadocia
andarono a
Costanzo
ma mancano notizie sul resto dell'accordo che comunque ebbe breve durata.
Sapore re di
Persia
alla notizia della morte di Costantino invase la
Mesopotamia
ed assediò Nisibi ma si ritirò dopo due mesi.
Anno
339
Papa:
Giulio I
Imperatore:
Costantino Juniore
,
Costanzo
e
Costante
Consoli:
Costanzo
e
Costante
Nessun evento rilevante in quest'anno. Continua la guerra contro la
Persia
.
Anno
340
Papa:
Giulio I
Imperatore:
Costantino Juniore
,
Costanzo
e
Costante
Consoli:
Acindino
, Lucio Aradio Valerio Proculo
A proposito di
Acindino
,
Muratori
riporta un episodio narrato da
Agostino
. Fatto prigioniero un cittadino per debiti fiscali lo minacciò di morte. La moglie dell'uomo, per salvare il marito, si concesse ad un suo ricco ammiratore ma questi la truffò consegnandole un sacchetto di terra invece del compenso stabilito. La donna si rivolse ad
Acindino
che, rendendosi conto di aver esagerato nel minacciare il contribuente moroso, condannò il truffatore a pagare quanto dovuto al fisco e gli sequestrò il campo da cui aveva prelevato la terra per donarlo alla donna ingannata.
Degenera il disaccordo fra Costantino e
Costante
ed il primo muove in armi contro il secondo.
Costante
che si trova in
Dacia
per combattere i
Persiani
, invia milizie in
Italia
contro il fratello.
La battaglia si svolge presso
Aquileia
e Costantino Juniore venne sconfitto ed ucciso.
Costanzo
non tentò di ottenere parte dei domini di Costantino Juniore, quindi
Costante
si trovò ad essere imperatore dell'intero occidente.
Anno
341
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Console Antonio Marcellino Petronio Probino.
Costante
combatte contro i
Franchi
nella
Gallia
.
Concilio degli
Ariani
in
Antiochia
.
Un terremoto devasta molte città orientali.
Costante
emana una legge confermando gli editti del padre che proibivano i sacrifici pagani.
Protetti da
Costanzo
, gli
Ariani
occupano le sedi episcopali di
Costantinopoli
,
Alessandria
e
Antiochia
.
Ad
Antiochia
viene inaugurata la cattedrale iniziata da Costantino e completata da
Costanzo
.
Anno
342
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli:
Costanzo
e
Costante
Si conclude con un trattato di pace la guerra di
Costante
contro i
Franchi
.
Costanzo
caccia da
Costantinopoli
il vescovo cattolico Paolo in favore dell'
ariano
Macedonio. La popolazione cattolica insorge ed uccide il generale Ermogene, esecutore materiale degli ordini di
Costanzo
.
Anno
343
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli: Marco Memio Furio Baburio Ceciliano Proculo, Romolo.
Costante
visita la
Britannia
per prevenire eventuali insurrezioni.
Costanzo
continua la guerra contro i
Persiani
riducendo la sedici anni l'età per la leva militare.
Anno
344
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli: Leonzio e Sallustio
Costanzo
concede esenzioni fiscali a architetti e altri professionisti impegnati nelle sue opere pubbliche.
I due imperatori sono in contrasto per questioni religiose.
Un terremoto distrugge la città di Neocesarea nel
Ponto
.
Anno
345
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli: Amanzio e Albino
Terremoti a
Durazzo
, a
Roma
, in
Campania
, a
Rodi
.
Costanzo
inizia la costruzione delle sue terme a
Costantinopoli
.
Anno
346
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli:
Costanzo
e
Costante
Viene costruito il porto di Seleucia in
Siria
.
Anno
347
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli: Rufino e Eusebio
Su insistente richiesta di
Costante
al papa,
Costanzo
accetta di convocare un concilio a Sardica, Atanasio ed altri vescovi vengono dichiarati innocenti.
Anno
348
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli Flavio Filippo, Flavio Salio
Con una lettera molto dura al fratello,
Costante
sollecita che Atanasio venga richiamato dall'esilio come stabilito dal concilio dell'anno precedente ed ottiene quanto richiesto.
Grande battaglia a Singara contro i
Persiani
che, guidati personalmente da Sapore, sono penetrati in
Mesopotamia
. Vittoria dell'esercito romano, Sapore viene ucciso ma poiché i soldati romani continuano ad inseguire i nemici dopo il tramonto molti di loro cadono vittima degli arcieri
Persiani
.
Le fonti sono discordanti sugli esiti della battaglia e secondo alcuni non fu Sapore a morire ma suo figlio.
Anno
349
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
e
Costante
Consoli:
Ulpio Limenio
e
Aconio Catulino Filomazio o Filoniano
Giuliano Apostata e
Libanio
raccontano le gesta eroiche di
Costanzo
contro i
Persiani
ma secondo
Muratori
la loro testimonianza è distorta dall'adulazione.
In realtà i
Persiani
saccheggiarono e devastarono la
Mesopotamia
subendo in nove battaglie perdite minori di quelle dei
Romani
.
Anno
350
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
Consoli: Sergio e Nigriniano
Nella città di Autumn in
Gallia
l'ufficiale
Magno Magnenzio
congiura con Marcellino, Cresto ed altri militari contro
Costante
, si fa proclamare imperatore e fa uccidere
Costante
durante una battuta di caccia (
Zonara
) o mentre fuggiva in
Spagna
(altre fonti).
Gli scrittori pagani come
Eutropio
,
Aurelio Vittore
e
Zosimo
accusano
Costante
di crudeltà, avarizia e libidine, mentre gli autori cristiani lo lodano specialmente per la sua attività contro l'
arianesimo
e in particolare Libanio compose un elogio delle sue molte virtù.
Costante
era fidanzato con Olimpiade figlia di
Ablavio
primo ministro di Costantino ma le nozze non ebbero luogo per la tenera età della sposa.
Più tardi Olimpiade sposò Arsace re dell'
Armenia
.
Magnenzio
rimase padrone delle
Gallie
, della
Spagna
e della
Britannia
e in seguito acquisì anche
Sicilia
e
Africa
. Nominò cesare
Decenzio
, suo fratello o parente, e suo fratello
Desiderio
.
Magnenzio
era di origine germanica, alto e robusto, disponeva di una buona cultura e di una certa eloquenza. E' descritto come crudele, avaro, empio e sleale.
In
Pannonia
il generale
Vetranione
, rude e barbarico militare analfabeta, si fa proclamare a sua volta imperatore ed occupa
Pannonia
,
Grecia
e
Macedonia
. Pare fosse appoggiato da
Costantina Augusta
, sorella di
Costanzo
e vedova di
Annibaliano
e che lo stesso
Costanzo
approvasse per opporre
Vetranione
a
Magnenzio
.
Flavio Popilio Nepoziano
, figlio di
Eutropia
sorella di Costantino il Grande, già console nel
336
, si fa proclamare imperatore a
Roma
. Un mese dopo viene attaccato dalle truppe di
Magnenzio
comandate da Marcellino ed ucciso. Viene uccisa anche
Eutropia
e Marcellino si accanisce contro il
senato
e il popolo.
Intanto in oriente Sapore tornava ad assediare Nisibi validamente difesa da Luciliano, suocero del futuro imperatore Gioviano.
Sapore tenta ogni metodo per espugnare la città: taglia il rifornimento idrico, tenta di allagarla deviando un fiume, ma è tutto inutile e dopo quattro mesi il re torna nel suo paese che nel frattempo è stato attaccato dai Messageti.
Scemato il pericolo persiano,
Costanzo
si prepara a attaccare
Magnenzio
quando riceve la notizia che
Vetranione
si è alleato con l'usurpatore d'occidente. Una delegazione inviata dai due usurpatori si presenta a
Costanzo
per proporre un accordo.
Costanzo
rifiuta ogni trattativa (si diceva per ordine del padre apparsogli in sogno) e marcia verso Sardica capitale della
Dacia
, ma quando giunge a fronteggiare l'esercito di
Vetranione
trova un accordo con i soldati avversari e quando
Vetranione
si rende conto del pericolo si affretta a deporre la porpora.
Costanzo
si comporta con clemenza verso
Vetranione
che si ritira in
Bitinia
dove vivrà serenamente per il resto dei suoi giorni.
Anno
351
Papa:
Giulio I
Imperatori:
Costanzo
Consoli: Sergio e Nigriniano
Costanzo
trascorre l'inverno a
Sirmio
in
Pannonia
preparandosi contro
Magnenzio
ma quando riceve notizie di nuove offensive persiane in
Mesopotamia
decide di nominare un collega che lo aiuti a combattere su due fronti. Sceglie il cugino
Gallo
, figlio di Giulio Costanzo fratello di Costantino.
Gallo
e il fratello Giuliano (l'Apostata) avevano subito nel 337 la persecuzione di
Costanzo
come tutti i loro parenti ma poi
Costanzo
si era limitato a confinarli in
Cappadocia
.
Costanzo
conferì a
Gallo
il titolo di cesare e gli fece sposare sua sorella
Costantina
vedova di
Annibaliano
. Lo mandò quindi a combattere in oriente con il generale Luciliano.
Intanto
Franchi
,
Sassoni
e
Alemanni
tormentano la
Gallia
con le loro incursioni; secondo Libanio sono finanziati da
Costanzo
che spera così di indebolire
Magnenzio
.
Magnenzio
muove contro
Costanzo
attraverso il
Norico
e ha la meglio nei primi scontri.
Costanzo
manda a parlamentare l'ufficiale Filippo. L'ambasciatore propone la pace e riesce quasi a convincere le truppe di Magnenzio ma questi rinvia la sua risposta e l'indomani arringa ai soldati ed ordina di procedere.
La popolazione della città di Sciscia attacca i soldati di
Magnenzio
uccidendone molti, si giunge ad una tregua. Questa volta è
Costanzo
a rifiutare la trattativa.
Silvano, comandante di cavalleria di
Magnenzio
, diserta e passa a
Costanzo
con tutti i suoi uomini. Temendo altre diserzioni
Magnenzio
passa subito all'azione attaccando Sciscia e conquistandola, quindi attacca
Sirmio
ma trovandola troppo ben difesa desiste, muove contro la città di Mursa sul fiume Dravo e l'assedia.
Il 28 settembre le sue armate si scontrano. Vincono le truppe di
Costanzo
e
Magnenzio
fugge ma la strage è immensa e le perdite gravissime per entrambi i contendenti.
Costanzo
fa seppellire i morti e curare i feriti delle due armate e pubblica il perdono per chiunque abbia sostenuto
Magnenzio
.
Anno
352
Papa:
Liberio
Imperatori:
Costanzo
Consoli:
Costanzo
e
Gallo
Il 12 aprile muore papa Giulio, il 21 giugno viene eletto
Liberio
.
Magnenzio
, che si era rifugiato in
Gallia
, si porta con le truppe ad
Aquileia
per impedire a
Costanzo
di rientrare in
Italia
, ma si ritira quando
Costanzo
occupa senza difficoltà un castello delle
Alpi Giulie
ritenuto imprendibile.
Costanzo
continua ad avanzare e
Magnenzio
, mentre molti suoi soldati disertano, finisce per ritirarsi nelle
Gallie
.
Costanzo
si stabilisce a
Roma
ed annulla tutti i decreti di
Magnenzio
,
Gallo
governa l'oriente e scampa ad un attentato, forse di sicari di
Magnenzio
.
Insorgono i
Giudei
in Palestina ma vengono duramente repressi da
Gallo
.
Anno
353
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli:
Costanzo
e
Gallo
L'esercito di
Costanzo
entra in
Gallia
e sconfigge quello di
Magnenzio
già indebolito dai disordini. Furibondo
Magnenzio
ferisce il fratello
Desiderio
, uccide la madre e si suicida il 15 agosto. Anche il fratello
Decenzio
si uccide il 18 agosto. Le province già governate da
Magnenzio
si sottomettono spontaneamente a
Costanzo
.
Costanzo
soggiorna in
Gallia
perseguitando quanti avevano sostenuto
Magnenzio
e colpendo la popolazione con esose misure fiscali.
Privo di figli e vedovo,
Costanzo
sposa Eusebia, donna bella e colta ma estremamente superba.
Il periodo non è tranquillo, popolazioni germaniche continuano le loro scorrerie in
Gallia
, gli Isauri nelle province orientali, disordini a
Roma
.
Anno
354
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli:
Costanzo
e
Gallo
In primavera
Costanzo
passa a Valenza per combattere Gundemoro e Vadomorio re degli
Alemanni
ma poichè questi si arrendono e si sottomettono l'impresa si conclude senza colpo ferire.
In oriente
Gallo
governa in modo tirannico e crudele anche per istigazione della moglie
Costantina
, come affermano tutte le fonti. Anche Giuliano, che era suo fratello, ammette che
Gallo
non era fatto per regnare.
Estremamente sospettoso,
Gallo
ascolta le calunnie dei numerosi delatori e spesso condanna senza processo. La sua indifferenza per i bisogni del popolo in occasione di una carestia in
Antiochia
provoca una sommossa e Teofilo governatore della
Siria
viene ucciso.
Informato della situazione, Costanzo nomina
prefetto del pretorio
d'oriente un certo
Domiziano
incaricandolo segretamente di attirare
Gallo
in
Italia
ma
Domiziano
non usa il tatto necessario, irrita
Gallo
che ordina di arrestarlo e alla fine lo fa uccidere.
Tutto questo spinge
Costanzo
a temere che il cesare d'oriente stia preparando un colpo di stato e l'imperatore, dopo aver richiamato il generale delle armate orientali
Ursicino
per evitare che aiuti
Gallo
, scrive a questi di venire in
Italia
con la moglie per una consultazione sulla situazione del fronte persiano.
I due coniugi ricevono la convocazione con grande apprensione e decidono che parta prima
Costantina
per quietare l'animo del fratello ma durante il viaggio la donna muore per una febbre maligna. Portato a
Roma
il suo corpo sarà sepolto nella chiesa di
S. Agnese
da lei fatta costruire.
Giunto a Petovione (Petau),
Gallo
viene arrestato, spogliato della porpora e condotto in una fortezza in
Dalmazia
dove dopo un processo sommario viene giustiziato.
In estate si reprime una ribellione in
Germania
. Alcuni cortigiani calunniano Silvano, generale nelle
Gallie
che era passato in precedenza da
Magnenzio
a
Costanzo
. Vedendosi in pericolo Silvano si fa proclamare augusto dalle milizie, proprio mentre a
Roma
si scopre l'inganno perpetrato ai suoi danni. Dopo soli ventotto giorni Silvano viene eliminato da
Ursicino
.
Anno
355
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli: Flavio Arcezione, Quinto Flavio Mesio Egnazio Lolliano
Un consiglio riunitosi a
Milano
sotto il patrocinio di
Costanzo
depone il vescovo Atanasio. Papa
Liberio
rifiuta di sottoscrivere la decisione e viene esiliato. Il clero romano, costretto ad eleggere un nuovo pontefice, sceglie Felice.
Morto Silvano,
Franchi
,
Alemanni
e
Sassoni
prendono liberamente a saccheggiare la
Gallia
;
Quadi
e
Sarmati
fanno altrettanto in
Sassonia
.
Costanzo
si lascia convincere dalla moglie Eusebia a richiamare Giuliano (che studiava in
Atene
) e a conferirgli il titolo di cesare affidandogli il governo della
Gallia
.
Giuliano sposa Elena, sorella di
Costanzo
, e si trasferisce nella sua provincia. Tuttavia il sospettoso e geloso
Costanzo
fa in modo di limitare la sua autonomia e gli affianca il generale Marcello al quale viene affidato il comando militare.
Anno
356
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli:
Costanzo
e Giuliano.
Il vescovo di
Alessandria
Atanasio è di nuovo costretto ad abbandonare la sua sede. Anche Ilario vescovo di
Poitiers
subisce l'eislio.
Giuliano conduce una campagna nelle
Gallie
contro gli
Alemanni
liberando Colonia ed altre città assediate. A quanto pare la campagna ha successo nonostante Giuliano venga continuamente ostacolato, per segreto ordine di
Costanzo
, dai generali Marcello e
Ursicino
.
Anno
357
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli:
Costanzo
e Giuliano
In primavera
Costanzo
visita
Roma
dove gli vengono tributati onori trionfali benché non abbia mai combattuto.
Ammirate le opere dei suoi predecessori,
Costanzo
per non essere da meno ordina che si trasporti dall'
Egitto
un obelisco per ornare il
Circo Massimo
(Obelisco Vaticano).
Trascorso un mese a
Roma
,
Costanzo
torna a
Milano
e da qui passa in
Pannonia
per risolvere i problemi con
Quadi
e
Sarmati
con mezzi diplomatici.
Giuliano, stabilitosi nella città di
Sens
con una modesta guarnigione, riesce a respingere un improvviso attacco nemico, quindi protesta presso
Costanzo
perché il generale Marcello, che si trovava poco distante, non è intervenuto in suo aiuto.
Marcello viene destituito e Giuliano ottiene il comando militare senza più mediatori.
In estate Giuliano inizia una nuova campagna e caccia gli
Alemanni
dalle rive del
Reno
.
Cnodomerio, re degli
Alemanni
, intima a Giuliano di abbandonare le regione affermando di averla ricevuta da
Costanzo
ai tempi di
Magnenzio
. Il suo ambasciatore viene trattenuto da Giuliano e Cnodomerio muove contro il nemico alla testa di trentacinquemila uomini.
Giuliano, pur disponendo di forze netttamente minori, riesce a mettere in fuga i nemici subendo piccole perdite, cattura Cnodomerio e lo invia prigioniero a
Costanzo
.
La vittoria è importante e gli
Alemanni
rimarranno a lungo fuori dalle
Gallie
. Giuliano rifiuta l'offerta delle sue truppe di proclamarlo Augusto, passa il
Reno
e devasta il Paese nemico.
Anno
358
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli: Daziano Nerazio Ceriale
L'imperatore si trattenne ancora in
Pannonia
a causa della guerra con
Quadi
e
Sarmati
mentre inviò Barbazione contro i Giutunghi che infestavano la Rezia, in seguito oltrepassò personalmente il
Danubio
e debellò definitivamente gli invasori.
Tornato in
Pannonia
affrontò i Limiganti (denominazione assunta dagli schiavi dei
Sarmati
che si erano ribellati nel
334
) e li costrinse a restituire le terre tolte ai
Sarmati
trasferendosi altrove.
Costanzo
fece rientrare nel loro paese i
Sarmati
esiliati dai Limiganti, pose sul trono del paese un principe locale di nome Zizais e ristabilì la pace dopo ventiquattro anni dalla rivolta. Per questi successi ricevette il titolo di Sarmatico.
In quell'anno si svolsero trattative di pace fra il re persiano Sapore e l'imperatore
Costanzo
, trattative che non andarono in porto perché
Costanzo
respinse la richiesta di Sapore di cedere l'
Armenia
e la
Mesopotamia
.
L'imperatore lasciò rientrare dall'esilio il papa
Liberio
che accettò di sottoscrivere la condanna di Atanasio avversario dell'
arianesimo
(il rifiuto di questa condanna era stato la causa dell'esilio). Tornato il pontefice a
Roma
ne fu allontanato Felice che aveva preso il suo posto.
Un terremoto colpì l'Oriente facendo molte vittime e distruggendo, fra le altre, la città di
Nicomedia
in
Bitinia
.
Nelle Gallie, Giuliano amministrava la provincia con saggezza e riusciva a finanziare le operazioni militari contro
Alemanni
e
Franchi
ribelli senza aumentare il gravame fiscale. In vista della scadenza di una tregua oltrepassò il
Reno
portandosi nel paese degli
Alemanni
i quali, impressionati dallo schieramento dell'esercito romano, chiesero la pace. Giuliano la concesse pretendendo in cambio la liberazione dei
Romani
detenuti in
Alemagna
e in questo modo rimandò alle loro case ventimila prigionieri.
Anno
359
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli: Flavio Eusebio e Flavio Hypazio
I consoli erano entrambi fratelli di Eusebia moglie di
Costanzo
.
In
Gallia
Giuliano restaurò e rifornì varie città devastate dai barbari, quindi oltrepassò di nuovo il
Reno
per attaccare quegli
Alemanni
che erano ancora belligeranti. Anche questa campagna si concluse con la resa delle popolazioni ribelli e con il recupero dei prigionieri romani.
Costanzo
venne in possesso di una lettera della moglie del generale Barbazione che diceva che gli auguri prevedevano che il marito sarebbe divenuto imperatore. Tanto bastò perché
Costanzo
mandasse a morte entrambi i coniugi.
L'imperatore accettò di ascoltare le suppliche dei Limiganti che chiedevano un luogo nell'impero dove stabilirsi, ma si trattava di una trappola dalla quale
Costanzo
riuscì a scampare a stento.
In quest'anno Sapore armò un grande esercito contro l'impero e i
Romani
affidarono il comando ai generali
Ursicino
e Sabiniano, valoroso il primo, mediocre il secondo.
I
Persiani
invasero la
Mesopotamia
ma
Ursicino
, facendo bruciare i campi per privarli di sostentamento, li spinse a deviare e ad assediare la città di Amida.
La città resistette a lungo e quando cadde i
Persiani
impiccarono gli ufficiali romani e deportarono la popolazione. Sabiniano rimase inerte e senza il suo contributo
Ursicino
non riuscì ad aiutare Amida e, dopo aver subito un processo, si ritirò a vita privata.
I
Persiani
avevano subito gravi perdite durante l'assedio e con l'avvicinarsi dell'inverno si ritirarono in patria mentre
Costanzo
passò a
Costantinopoli
per reclutare nuove milizie da usare contro un eventuale ritorno di Sapore.
Anno
360
Papa:
Liberio
Imperatore:
Costanzo
Consoli:
Costanzo Augusto
e Flavio Claudio Giuliano Cesare
Giuliano, in
Gallia
, ricevette inviati di
Costanzo
che gli recavano l'ordine di mandare in Oriente buona parte della sua armata per la guerra contro i
Persiani
.
Secondo alcune fonti antiche il vero motivo di questo ordine era la gelosia che i successi di Giuliano avevano suscitato nell'imperatore.
Giuliano, benchè consapevole del colpo che stava per subire, si sottomise all'ordine ed incitò i suoi soldati alla partenza ma subito nacque fra le truppe un malcontento che presto divenne ammutinamento. I soldati rifiutarono di partire e proclamarono Giuliano imperatore.
Giuliano rifiutò e resistette fino a quando non fu minacciato di morte.
Infine Giuliano accettò la nomina ma si oppose ai soldati che volevano uccidere quanti erano stati contrari alla scelta. L'incertezza di Giuliano era durata lo spazio di una notte durante la quale si disse che insieme a un sacerdote aveva offerto sacrifici e praticato rituali pagani nel tentativo di conoscere quale sarebbe stato il suo destino.
Giuliano inviò a
Costanzo
ambasciatori con una lettera in cui si prometteva ubbidienza e, spiegando che era stato indotto con la violenza ad accettare la nomina, lo pregava di confermarlo augusto per l'Occidente e lasciargli scegliere un prefetto.
Costanzo
rispose negativamente ordinando a Giuliano di accontentarsi del titolo di Cesare e di accettare gli ufficiali che gli sarebbero stati inviati.
A sua volta Giuliano respinse gli ordini di
Costanzo
e rispose in modo molto meno rispettoso della volta precedente, iniziò così fra i due uno scambio di contumelie.
Costanzo
, che si trovava in Oriente impegnato contro i
Persiani
, avrebbe voluto abbandonare l'impresa per volgersi contro Giuliano ma ne fu dissuaso dai suoi consiglieri. Il re Sapore, infatti, aveva invaso la
Mesopotamia
conquistando diverse città e procedeva pericolosamente mentre le azioni di controffensiva di
Costanzo
si erano fin qui mostrate inefficaci.
Nel frattempo Giuliano oltrepassò il
Reno
e sconfisse i
Franchi
che molestavano la
Gallia
con le loro scorrerie.
In quest'anno morì Flavia Giulia Elena Augusta, sorella di
Costanzo
e moglie di Giuliano, forse di parto ma qualcuno disse di veleni.
Anno
361
Papa:
Liberio
Imperatore: Giuliano
Consoli: Flavio Tauro e Flavio Florenzio
Gli
Alemanni
presero a compiere scorrerie in Rezia, Giuliano inviò contro di loro una spedizione comandata da un ufficiale di nome Libinone che fu sconfitto ed ucciso.
Correva voce che Vadomaro re degli
Alemanni
agisse in accordo con
Costanzo
e Giuliano sfruttò questa ipotesi come pretesto per muovere guerra a
Costanzo
. Raccolse fondi e truppe nella
Gallia
, dove era apprezzato ed amato, e mosse verso l'Oriente dividendo l'esercito in due gruppi, l'uno marciava attraverso la Rezia, l'altro in
Italia
.
A Sirmio, capitale della
Pannonia
, i soldati di Giuliano si riunirono, rapidamente ebbero ragione del pressidio di
Costanzo
e furono lietamente accolti dalla popolazione.
Rapidamente
Pannonia
,
Illirico
,
Macedonia
e
Grecia
si sottomisero a Giulia il quale all'inizio dell'autunno si fermò in
Dacia
e si dedicò ad aumentare le sue forze.
In generale in tutto l'impero la maggioranza era favorevole a Giuliano, forse a causa della cattiva prova di se che aveva dato
Costanzo
. Non mancavano però le eccezioni come
Aquileia
che si sollevò insieme a due legioni in transito dalla
Pannonia
alla
Gallia
. Giuliano mandò il generale Giovino ad assediare la città.
Intanto
Costanzo
, sempre impegnato contro i
Persiani
, era rimasto vedovo di Eusebia dalla quale non aveva avuto figli ed aveva sposato Massima Faustina che partorì Flavia Massima Costanza dopo la morte di
Costanzo
.
Poiché si sapeva che Sapore stava organizzando nuove azioni,
Costanzo
si procurò l'amicizia degli stati limitrofi. Dal mese di maggio i
Romani
presidiarono a lungo la
Mesopotamia
ma si trattò di un falso allarme perché Sapore tornò indietro senza attaccare.
Costanzo
fu quindi libero di volgersi contro Giuliano ma durante il viaggio si ammalò e all'inizio di dicembre morì nella regione del Monte Tauro, forse per una febbre, forse fatto avvelenare dal rivale.
A detta di molti
Costanzo
fu moderato e clemente, colto e capace di pronunciare bei discorsi. Per contro era estremamente vanitoso, apprezzava chi lo adulava e non tollerava chi si esprimeva liberamente nei suoi confronti. Era circondato da eunuchi chelo manovravano senza difficoltà, da loro derivarono vendite di carice e altri abusi mentre gli eunuchi si lasciarono corrompere dagli
Ariani
e perseguitarono i cattolici.
Giuliano, che si trovava nell'
Illirico
, si portò a
Costantinopoli
per presenziare alle esequie ufficiali di
Costanzo
.
Anno
362
Papa:
Liberio
Imperatore: Giuliano
Consoli: Mamertino e Nevitta
Nevitta era probabilmente un goto, generale di Giuliano e suo uomo di fiducia. Mamertino era
prefetto del pretorio
nell'
Illirico
, compose un panegirico in lode di Giuliano.
Figlio di Giulio Costanzo e fratello di Gaio Cesare, Giuliano nacque a
Costantinopoli
nel 331. Studiò con Eusebio vescovo di
Nicomedia
e con l'eunuco Marconio che si rivelò un buon educatore. Dotato di vivace intelletto apprese con facilità le scienze e l'eloquenza. Grazie alla protezione di Eusebia Augusta ottenne la dignità di Cesare e il governo della
Gallia
.
Fino a vent'anni fu un cristiano convinto e praticante, poi per l'influenza del sofista Libanio prese a praticare indovini, maghi ed altri impostori che presto lo indussero all'apostasia con la speranza di diventare imperatore.
Finché visse
Costanzo
, Giuliano continuò a professarsi cristiano praticando segretamente i riti pagani. Governò le Gallie con giustizia e moderazione (secondo
Muratori
per guadagnare un immeritato credito presso la popolazione) e visse in modo molto austero e dignitoso.
Una volta divenuto augusto si dichiarò apertamente pagano, decretò la riapertura dei templi e il ripristino di rituali e sacrifici. Prese le distanze dai Goti per non subirne le ingerenze come era avvenuto al predecessore, tagliò drasticamente i costi della corte imperiale diminuendo molto il personale ed eliminando tutti i parassiti.
Ridusse ad un quinto il numero degli ufficiali del fisco ed istituì un tribunale per ascoltare le querele contro i funzionari di
Costanzo
. Questo tribunale comminò, a quanto pare, anche pene ingiuste contro i dissidenti e gli avversari politici di Giuliano e l'insieme di queste iniziative si trasformò in una persecuzione contro i cristiani.
Secondo
Giovanni Crisostomo
e Gregorio di Nazianzio una volta epurati i cortigiani di
Costanzo
, Giuliano li sostituì con uno stuolo di incantatori, indovini, sedicenti filosofi e prostitute che lo seguivano ovunque col pretesto di curare i sacrifici e i misteri. Nel descrivere in modo contraddittorio la figura e la condotta di Giuliano,
Muratori
e le sue fonti attestano che l'imperatore dotò
Costantinopoli
di un nuovo porto collegato da un portico alla città e di una biblioteca. Richiamò dall'esilio tutti i vescovi esiliati da
Costanzo
che presto ripresero le dispute fra cattolici,
ariani
, donatisti, ecc. distraendo il popolo dai problemi di governo.
Dopo circa otto mesi a
Costantinopoli
, Giuliano passò a
Nicomedia
dove elargì grosse somme per la ricostruzione della città semidistrutta dal terremoto del 358.
In estate si recò a
Antiochia
dove amministrò la giustizia con molta equità ma senza smettere di danneggiare i cristiani che subirono l'espulsione dall'esercito e la proibizione di insegnare.
Anno
363
Papa:
Liberio
Imperatore: Gioviano
Consoli: Giuliano Augusto e Secondo Sallustio
Il console Secondo Sallustio era anche
prefetto del pretorio
delle Gallie. L'amministrazione di
Roma
fu affidata al senatore Lucio Turcio secondo Aproniano Asterio nominato
prefetto del pretorio
da Giuliano e lodato da
Ammiano
per il buon governo.
Si verificarono in quest'anno diversi terremoti in Oriente e in
Sicilia
, a
Roma
bruciò un tempio di Apollo,
Alessandria d'Egitto
fu colpita da un maremoto, l'intero impero fu colpito da peste e carestia, tutti eventi che
Muratori
indica ovviamente come avvertimenti divini contro l'empietà dell'imperatore.
Giuliano si trovava a
Antiochia
dove il popolo prese ad esprimere il suo malcontento con la pubblica derisione dei comportamenti dell'imperatore che rispose a sua volta con una veemente satira contro gli
Antiocheni
, la tensione fu acuita dal permesso che Giuliano accordò ai
Giudei
di ricostruire il loro tempio, provvedimento molto sgradito ai cristiani. La ricostruzione del resto fu interrotta da un terremoto, poi da un incendio e venne abbandonata.
Intanto l'imperatore si preparava ad attaccare la
Persia
e, rifiutata la trattativa proposta da Sapore il 5 di marzo mosse da
Antiochia
con il suo esercito. Penetrò nell'impero persiano dall'
Assiria
e lasciò che i suoi soldati saccheggiassero il Paese.
Superò il fiume
Tigri
e raggiunse
Ctesifonte
respingendo altre ambascerie di Sapore. Constatate le difficoltà di un assedio a
Ctesifonte
decise di tornare indietro ma si allontanò dal
Tigri
sperando di incontrare Sapore, bruciò la sue barche per evitare che il nemico se ne servisse e si avventurò con scarsi viveri nel territorio nemico.
Quando incontrò i
Persiani
questi evitarono la battaglia campale ma presero a molestare le truppe in marcia aggredendole ai lati e alla coda. Durante questi scontri Giuliano fu colpito da una lancia e morì dopo poche ore all'età di trentadue anni.
La sua morte recò gioia ai cristiani e costernazione ai pagani. Furono molti gli autori suoi contemporanei che scrissero di lui:
Ammiano Marcellino
,
Eutropio
, Temistio e Libanio. Lo stesso Giuliano compose varie opere. Fra i cristiani parlarono di Giuliano San Basilio, San Gregorio Nisseno, Gregorio Nazianzieno, Cesareo, Ilario.
L'armata di Giuliano si trovò priva di rifornimenti in un paese straniero e sentì con urgenza la necessità di eleggere un nuovo comandante. Venne nominato Gioviano, allora capitano della guardia domestica.
Appena eletto Gioviano affermò di essere cristiano e di voler ripristinare il culto ed i rituali del
Cristianesimo
, scelta che tutti i suoi soldati avallarono immediatamente.
Anno
400
Papa: Anastasio
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli: Flavio Stilicone e Aureliano.
Il console Aureliano era stato
prefetto del pretorio
d'oriente l'anno precedente. A
Roma
Flaviano
continuò a esercitare la prefettura.
Onorio
emanò una legge per arruolare
Alemanni
,
Sarmati
e altre genti e richiamare nell'esercito quanti ne erano usciti facendosi preti.
Alarico
, principe goto della famiglia dei Balti, originario della regione danubiana,
ariano
, era un combattente molto esperto ed aspirava a conquistare la città di
Roma
. Era stato nominato generale da
Arcadio
dopo aver fatto irruzione in
Grecia
nel
396
. I Goti delle regioni orientali, o
Visigoti
, nominarono loro re
Alarico
con l'obiettivo di conquistare nuove sedi perché non tolleravano di abitare in territorio romano. Secondo Giordane,
Alarico
e
Radagaiso
li guidarono in
Italia
in quest'anno ma mancano notizie sulle loro azioni in quest'occasione.
In Oriente, dopo la caduta del potente eunuco
Eutropio
, l'imperatrice
Eudossia
, che dominava il marito
Arcadio
, prese ad occuparsi delle cose del governo come non aveva fatto in precedenza e fu attorniata da cortigiane ed eunuchi, tutti intenti ad arricchirsi con la corruzione e l'abuso.
Il 3 aprile
Eudossia
partorì Arcadia, sua terza figlia.
Gaina e Tribigildo, alti ufficiali dell'esercito entrambi di origine gota, presero a percorrere i territori orientali dell'impero saccheggiando e uccidendo. Gaina richiese la consegna dei tre più potenti ministri di
Arcadio
: Aureliano, Saturnino e Giovanni. I tre accettarono di correre il rischio e furono consegnati al ribelle che arrivò a farli salire sul patibolo per graziarli all'ultimo momento e mandarli in esilio. Riuscirono a fuggire e tornarono a
Costantinopoli
.
Gaina, che era probabilmente amante di
Eudossia
, pretese anche che
Arcadio
si recasse a
Costantinopoli
per incontrarlo personalmente. In questo incontro l'imperatore concesse a Gaina il comando dell'esercito e della cavalleria oltre al corpo di Goti del quale già disponeva. Quanto a Tribigildo si sa soltanto che morì poco dopo in
Tracia
.
Una volta insediatosi a
Costantinopoli
, Gaina agì in modo da allontanare dalla città i soldati romani e farvi entrare quanti più Goti possibile. L'intento era quello di saccheggiare la città e di impadronirsi del palazzo imperiale ma le cose non andarono come previsto, forse il suo piano fu scoperto prima di essere attuato, comunque la cittadinanza reagì, molti Goti vennero uccisi e lo stesso Gaina, che si salvò solo perché si era previdentemente allontanato da
Costantinopoli
, fu dichiarato nemico pubblico da
Arcadio
.
Con gli uomini che gli rimanevano Gaina, non potendo entrare in città, devastò il territorio finché non fu convinto ad allontanarsi da
San Giovanni Crisostomo
che ebbe il coraggio di incontrarlo.
Non ancora placato, fece costruire delle rozze navi per portare il saccheggio oltre lo stretto ma fu fermato da Flavita, ammiraglio della flotta imperiale, che affondò le imbarcazioni facendo morire in mare migliaia di Goti. Secondo alcuni Gaina fu inseguito e ucciso da soldati imperiali ma secondo
Zosimo
riuscì a superare il
Danubio
finendo in mano agli
Unni
che lo uccisero e mandarono la sua testa a
Arcadio
.
Anno
401
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli: Vincenzo e Fravita
Il console Vincenzo era stato prefetto delle Gallie ed è lodato da
Sulpicio Severo
, Fravita era colui che aveva sconfitto Gaina nello stretto l'anno precedente. Prefetto di
Roma
di quest'anno era Andromaco.
In questo inizio di secolo, considera
Muratori
, l'immenso impero romano stava dando segnali di cedimento e la decisione di
Teodosio
di dividerlo tra i suoi figli
Onorio
e
Arcadio
era rischiosa perché i due principi non avevano le doti necessarie per governare.
Sarà in questo secolo che le popolazioni settentrionali che tante volte avevano tentato di penetrare nelle province imperiali riusciranno ad annientare l'impero d'Oriente e ciò sarà facilitata dal gran numero di Goti che Valente e
Teodosio
avevano lasciato stabilirsi in
Tracia
e nell'
Illirico
. Ancora più nocivo fu l'aver arruolato questi Goti nell'esercito.
Come si è visto
Alarico
era già entrato in
Italia
anche se non si conoscono i particolari di questo evento. Il pericolo era comunque sentito da
Onorio
che ordinò lavori per rinforzare le mura di
Roma
.
Il 14 dicembre morì papa Anastasio, il 21 dicembre fu eletto Innocenzo I.
L'11 aprile a
Costantinopoli
Eudossia
partorì
Teodosio II
, lieto evento che fu molto festeggiato.
Anno
402
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli:
Flavio Arcadio
e
Flavio Onorio
Arcadio
nominò augusto il figlio neonato
Teodosio II
.
Alarico
, dopo aver conquistato diverse città, si spinse in
Lombardia
mentre
Onorio
si era ritirato a
Ravenna
e molti benestanti si trasferirono altrove.
Non sentendosi sicuro neanche a
Ravenna
,
Onorio
si mise in viaggio con la sua corte attraverso le Gallie ma Stilicone lo convinse a fermarsi ad Asti, città ben fortificata in grado di resistere a un eventuale assedio. Stilicone passò quindi in Rezia dove era scoppiata una rivolta e bastò il suo prestigio a placare i ribelli. Arruolate milizie in Rezia e richiamate alcune legioni dal
Reno
, Stilicone riunì una poderosa armata e rapidamente la guidò ad affrontare
Alarico
che nel frattempo era giunto nelle vicinanze di Asti.
Stilicone attaccò nel giorno di Pasqua. I Goti ebbero la meglio sulla sua avanguardia che era costituita da un corpo di
Alani
ma dopo lunghe ore di combattimento furono costretti a ritirarsi abbandonando i bagagli. Al termine della battaglia che si svolse sul fiume Tanaro, i figli e le nuore di
Alarico
rimasero prigionieri di Stilicone.
Invece di tornare indietro,
Alarico
che disponeva ancora diu un grosso esercito puntò verso
Roma
ma Stilicone gli offrì la liberazione dei figli per indurlo a uscire dall'
Italia
, tuttavia per cause non note si ebbero altri combattimenti, una parte dei Goti passò ai Romani.
Di nuovo sconfitto presso
Verona
e con la sua armata colpita da un'epidemia,
Alarico
fu costretto a lasciare l'
Italia
mettendosi in salvo con la fuga.
Anno
403
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
e
Teodosio II
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli:
Teodosio
, Flavio Rumorido
Scampato il pericolo,
Onorio
tornò a stabilirsi in
Ravenna
mentre romani e milanesi, tramite ambasciatori, lo invitavano a trasferirsi nelle loro città. Un gruppo di senatori pagani chiese a
Onorio
il permesso di celebrare i ludi secolari, mentre San Prudenzio gli scriveva pregandolo di abolire qualunque costumanza pagana.
Onorio
decise di recarsi a
Roma
per celebrarvi il decennale del suo impero.
Eudossia
partorì in febbraio la quarta figlia che fu chiamata Marina. Non tollerando le critiche del vescovo
Giovanni Crisostomo
,
Eudossia
lo fece deporre.
Anno
404
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
e
Teodosio II
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli:
Onorio
e Aristeneto
Roma
fu in festa per il decennale di
Onorio
ma non si tennero i Ludi Secolari, inoltre un decreto di
Onorio
vietò per sempre gli spettacoli dei gladiatori.
Onorio
e Innocenzo I tentavano di proteggere
San Giovanni Crisostomo
perseguitato in Oriente ma i rapporti tra i due fratelli imperatori non erano più buoni.
Radagaiso
stava raccogliendo un grosso esercito di
Unni
, Goti,
Sarmati
ed altre genti e si preparava a scendere in
Italia
, perciò
Onorio
ritenne più sicuro stabilirsi a
Ravenna
.
Morì in quest'anno
Eudossia
moglie di
Arcadio
.
Gli Isauri fecero irruzione in molte province romane, il generale Arbazacio li sconfisse più volte ma si lasciò corrompere e abbandonò l'impresa.
Anno
405
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
e
Teodosio II
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli: Flavio Stilicone e Antemio
Onorio
emanò decreti contro i Donatisti.
Radagaiso
entrò in
Italia
portando saccheggi e devastazione.
Onorio
riunì tutte le milizie che gli fu possibile reclutare arruolando anche Goti,
Alani
e
Unni
, ma Stilicone evitò la battaglia in campo aperto.
Quando gli invasori giunsero a valicare gli
Appennini
a
Roma
fu il panico e i pagani che ancora vi erano predicarono che il pericolo dipendeva dall'aver abbandonato il culto degli dei.
Radagaiso
superò l'
Appennino
ma Stilicone gli tagliò la strada, gli impedì di rifornirsi e lo bloccò nella zona di
Fiesole
. Senza via di uscita e senza mezzi di sostentamento, i barbari si arresero. Non fu necessario combattere.
Radagaiso
tentò di fuggire da solo ma venne intercettato e ucciso dai Romani. Secondo Orosio gran parte degli uomini di
Radagaiso
furono venduti come schiavi mentre
Zosimo
afferma che furono quasi tutti uccisi dai soldati di Stilicone.
Anno
406
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
e
Teodosio II
Imperatore d'Occidente:
Flavio Onorio
Consoli:
Flavio Arcadio
e Anicio Probo
A
Roma
fu innalzato un arco trionfale con le statue di
Arcadio
,
Onorio
e
Teodosio II
per la vittoria sui Goti. Fu dedicata una statua in rame anche a Stilicone
Secondo
Zosimo
, Stilicone tramava con
Alarico
e si proponeva di aiutarlo a conquistare l'
Illirico
ai danni di
Arcadio
.
Vandali
,
Svevi
e
Alani
andavano proponendo un potente esercito ma evitarono l'
Italia
dirigendosi contro la
Gallia
incontrando e superando la resistenza dei Franchi. L'armata dei barbari distrusse Magonza, Vormazia, Reims, Amiens e altre città.
In questa situazione
Onorio
ordinò ingenti arruolamenti promettendo la libertà agli schiavi che accettavano di entrare nell'esercito.
Anno
407
Papa: Innocenzo
Imperatori d'Oriente:
Flavio Arcadio
e
Teodosio II
Consoli:
Onorio
e Teodosio
Secondo
Zosimo
, Stilicone si preparava ad attaccare
Arcadio
per unire il suo impero a quello di
Onorio
.
Si ribellarono le legioni romane in
Britannia
e proclamarono imperatore Marco poi Graziano, che furono entrambi uccisi dopo pochi mesi, e infine Costantino. Costui riunì navi, soldati romani e giovani della
Britannia
ed attaccò le Gallie, occupò Boulogne e si spinse fino al confine alpino con l'
Italia
.
Costretto da questi eventi a sospendere i suoi piani, Stilicone incontrò
Onorio
a
Ravenna
e fu deciso di affidare il comando contro Costantino a un ufficiale goto di nome Saro. Questi passò in
Gallia
e riportò qualche successo ma le forze nemiche troppo superiori lo indussero ad abbandonare l'impresa e rientrare in
Italia
.
Costantino combattè contro varie genti barbare che attaccavano i territori da lui occupati, entrò in
Spagna
dove catturò alcuni parenti di
Onorio
e riuscì a far passare dalla sua parte altre legioni romane, tuttavia la sua situazione era resa precaria dal suo generale Geronzio che si ribellò contro di lui e si accordò con molti popoli dalla
Gallia
e della
Britannia
facendoli sollevare contro l'impero.
Morì quest'anno in esilio
San Giovanni Crisostomo
.
Anno
408
Papa: Innocenzo
Imperatori:
Onorio
e Teodosio
Consoli : Anicio Basso e Flavio Filippo
Il primo maggio di quest'anno morì
Flavio Arcadio
all'età di trentuno anni. I cristiani furono persuasi che una morte così prematura fosse la punizione divina per la persecuzione di
Arcadio
contro
Giovanni Crisostomo
.
Temendo che la successione al trono di suo figlio
Teodosio II
fosse minacciata da
Onorio
,
Arcadio
aveva preso la sorprendente decisione di affidare la tutela del figlio al re di Persia Isdegarde il quale si dimostrò molto corretto nel proteggere gli interessi di Teodosio. Quanto ad
Onorio
gli bastò sapere che la Persia proteggeva il giovane imperatore per accantonare ogni pretesa sul trono di oriente e si limitò a inviare a
Costantinopoli
il dotto Antemio come aio di suo nipote.
Maria moglie di
Onorio
e figlia di Stilicone era morta e
Onorio
sposò la sorella di lei Termanzia ancora bambina. Probabilmente Stilicone sperava che
Onorio
morisse senza figli e che suo figlio Eucherio potesse succedergli nell'impero. Secondo
Zosimo
e Filostorgio, Serena moglie di Stilicone ricorse alle arti di una strega per rendere
Onorio
impotente.
Alarico
portò il suo esercito nel Norico e presentò a Stilicone una richiesta di rimborso per le spese sostenute per procedere contro
Arcadio
come
Onorio
gli aveva ordinato e poi riportare indietro il suo esercito quando
Onorio
aveva annullato l'ordine.
Stilicone si recò a
Roma
per presentare al senato la richiesta di
Alarico
accompagnandola con le lettere di
Onorio
per dimostrare le ragioni del goto. Poiché Stilicone si mostrava favorevole al pagamento, il senato per timore del generale pagò la somma richiesta ma da quel momento molti criticarono Stilicone come fautore dei barbari a danno dell'impero.
Anno
434
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Ariovindo
e
Aspare
Recuperata la carica di generale e ottenuto il titolo di patrizio,
Ezio
decise di vendicarsi sui parenti del conte
Bonifacio
. Il genero e successore di questi,
Sebastiano
, fu esiliato e riparò a
Costantinopoli
.
Il console
Aspare
fu inviato a
Cartagine
dove si combatteva contro i
Vandali
.
Morì in quest'anno il re degli
Unni
Rua
lasciando il trono ai fratelli (in realtà erano nipoti)
Bleda
e
Attila
.
A
Costantinopoli
Teodosio
erogò aiuti a carico dell'erario alla popolazione colpita dalla carestia.
La giovane monaca Melania giuse a
Costantinopoli
chiamata dallo zio paterno il prefetto Volusiano che era molto malato e riuscì a convertirlo al
Cristianesimo
e farlo battezzare in punto di morte.
A
Ravenna
Grata Giusta Onoria Augusta, sorella di
Valentiniano
ancora nubile, rimase incinta del procuratore
Eugenio
e, secondo il conte Marcellino, fu inviata alla corte di
Teodosio
.
Anno
435
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli
Teodosio Augusto
e
Valentiniano Augusto
.
Teodosio
fece bruciare tutti i libri di
Nestorio
ed esiliare i vescovi che rifiutavano di condannarlo.
Ezio
combattè in
Gallia
una ribellione dei
Burgundi
e costrinse il loro re
Gundicario
a chiedere la pace.
A Ippona fu conclusa la pace tra
Valentiniano
e il re dei
Vandali
Genserico
che ottenne nuovi territori in
Africa
impegnandosi a pagare un tributo annuo e mandando in ostaggio a
Ravenna
suo figlio Unnerico.
Forse perseguitato da emissari di
Ezio
, secondo il conte Marcellino
Sebastiano
genero di
Bonifacio
passò da
Costantinopoli
in
Africa
dove fu ucciso.
Nelle Gallie si verificò una ribellione capeggiata da un certo Tibotene. I rivoltosi si unirono ai contadini detti Bagaudi che anni prima si erano ribellati ai governatori romani e ora vivevano di brigantaggio.
Valentiniano
celebrò a
Roma
con giuochi e spettacoli il decennale del suo impero.
Anno
436
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Flavio Antemio Isidoro e Flavio Senatore
Teoderico re dei
Visigoti
che vivevano in
Aquitania
e Settimania si impadronì di molte città confinanti e assediò
Narbona
. Quando la città stava per arrendersi per mancanza di viveri,
Ezio
inviò un corpo di militi comandati da Litorio che riuscirono a rifornire gli assediati e i
Visigoti
, forse sconfitti in uno scontro, forse ritenendo ormai inutile l'assedio, si ritirarono.
Ezio
riportò una grande vittoria sui
Burgundi
il cui capo
Gundicario
rimase ucciso in battaglia. In quest'occasione gli
Unni
combatterono come alleati dei Romani e sembra che
Attila
partecipasse personalmente all'azione.
Poiché
Nestorio
, confinato in un monastero di
Antiochia
, continuava a predicare la sua dottrina, per ordine di
Teodosio
fu trasferito in un luogo molto isolato dell'
Egitto
dove morì in quest'anno.
Anno
437
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Ezio
e Sigisboldo
In
Africa
i
Vandali
di
Genserico
tentavano di diffondere l'
arianesimo
e perseguitavano i vescovi cattolici.
Nelle Gallie
Ezio
alleato con gli
Unni
combatteva contro i
Visigoti
e in quest'anno fu catturato Tibatone che aveva provocato la rivolta.
Valentiniano
si recò a
Costantinopoli
dove sposò Licinia Eudossia figlia di
Teodosio II
con la quale era fidanzato dall'infanzia. Contratriamente alla consuetudine fu la famiglia della sposa a ricevere la dote dallo sposo, dote che in questo caso consisteva in parte dell'
Illirico
che fu ceduta dall'imperatore d'occidente a quello d'oriente.
Anno
438
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Teodosio Augusto
e
Anicio Acilio Glabrione Fausto
Teodosio
pubblicò in quest'anno il Codice Teodosiano con il quale veniva riordinata la giurisprudenza. Preparato per l'impero d'oriente, il codice fu adottato anche in occidente.
L'imperatrice Teodosia Augusta, per sciogliere un voto, si recò in pellegrinaggio a
Gerusalemme
, qui incontrò Santa Melania e fondò vari monasteri.
Teodosio
fece riportare a
Costantinopoli
le spoglie di
San Giovanni Crisostomo
facendo ammenda per la persecuzione che i suoi genitori avevano attuato ai danni del santo.
Nella
Gallia
continuavano le ostilità con i Goti sui quali il generale
Ezio
riportò un'altra grande vittoria.
In questo periodo l'imperatrice Eudocia compose un centone in versi omerici. Fiorirono in questi anni
San Cirillo
e
Teodoreto
, scrittori ecclesiastici.
Anno
439
Papa:
Sisto III
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Teodoro Augusto e Festo
L'imperatrice
Eudocia
, dopo aver soggiornato per diversi mesi a
Gerusalemme
e aver visitato
Antiochia
, tornò a
Costantinopoli
con delle reliquie di Santo Stefano Protomartire che furono poste nella basilica di San Lorenzo.
Teodosio
pubblicò editti contro i pagani che continuavano segretamente a sacrificare agli dei attribuendo loro la responsabilità della grave carestia che colpiva l'impero.
Ancora di
Teodosio
si sa che fece costruire un nuovo tratto di mura di
Costantinopoli
.
Il papa, sollecitato da
Valentiniano
e da Galla Placidia, dichiarò arcivescovato la diocesi di
Ravenna
.
Genserico
affettò grande amicizia e disponibilità verso
Valentiniano
fino ad ottenere la restituzione del figlio Unnerico che aveva dato in ostaggio, ma appena l'ebbe ottenuta occupò e saccheggiò barbaramente
Cartagine
violando gli accordi.
Nella
Gallia
il conte Littorio, secondo solo a
Ezio
nel comando militare, spinto da ambizione personale e da buoni presagi degli astrologi, attaccò i
Visigoti
con i quali l'impero era in pace. Teoderico re dei
Visigoti
inviò messaggeri a chiedere la pace ma Littorio rifiutò. Durante la battaglia, tuttavia, fu fatto prigioniero e le sue milizie, rimaste senza comandante, si ritirarono Littoni fu condotto a
Tolosa
dove rimase prigioniero per molto tempo. Fu quindi concluso un nuovo trattato di pace tra
Visigoti
e Romani dal momento che sia Teoderico, sia
Ezio
non considerarono opportuno continuare a combattere.
In
Spagna
Rechila re degli
Svevi
conquistò la città di Emerita (Merida) in Estremadura.
Anno
440
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Valentiniano Augusto
e Anatolio
L'11 agosto morì
Sisto III
al quale si deve la costruzione della Basilica di Santa Maria Maggiore in
Roma
. In settembre fu eletto
Leone
, diacono fatto appositamente tornare dalla
Gallia
dove si trovava in missione diplomatica. Si tratta di
San Leone il Grande
.
Intanto
Genserico
, che aveva conquistato quasi tutta la provincia africana esiliando nobili ed ecclesiastici e confiscando tutti i loro beni, passò con una grande flotta in
Sicilia
e saccheggiò molti luoghi dell'isola, assediò Palermo ma non riuscì a conquistarla e tornò rapidamente a
Cartagine
, sembra per aver saputo che
Sebastiano
genero del
conte Bonifacio
era giunto in
Africa
. Probabilmente
Genserico
credette che
Sebastiano
volesse riprendere
Cartagine
ma in effetti l'esule cercava l'amicizia dei
Vandali
, cosa che non gli riuscì e gli costò la vita. Fu fatto uccidere da
Genserico
con il pretesto che aveva rifiutato di abbracciare l'
arianesimo
.
Teodosio
emanò provvedimenti fiscali in favore dell'agricoltura e delle bonifiche dei terreni. Concesse inoltra a tutti i sudditi la licenza di armarsi contro
Genserico
nemico dell'impero romano.
Anno
441
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Console Ciro senza collega
Ciro fu console in oriente mentre in occidente non fu eletto il console. Egiziano e pagano, Ciro componeva versi e ciò lo rendeva gradito all'imperatrice
Eudocia
con il cui appoggio fece una rapida carriera fino ai più alti gradi militari, si convertì al
Cristianesimo
e in seguito divenne vescovo.
Teodosio
decise di contrastare
Genserico
e mandò in
Sicilia
una grande flotta comandata da
Ariovindo
, Anassila e Germano ma in quest'anno non fu compiuta alcuna azione contro i
Vandali
.
Ezio
tornò in
Italia
dalla
Gallia
probabilmente per unirsi all'armata di
Teodosio
.
In
Spagna
Rechila re degli
Svevi
, succeduto al defunto Ermerico, conquistò Siviglia, la Betica e la provincia di Cartagena.
L'impero d'oriente subì attacchi da parte di Persiani, Saraceni,
Unni
e altri. Un tentativo congiunto di invasione fu respinto dai generali Anatolio e
Aspare
che costrinsero i barbari a sottoscrivere una tregua di un anno che non fu accettata dagli
Unni
. Questi entrarono nell'
Illirico
e saccheggiarono molte località. Con una certa confusione tra le fonti,
Muratori
parla di un Giovanni Vandalo che tentò di prendere il potere in occidente ma fu catturato dai generali di
Teodosio
e condotto a
Bisanzio
dove fu fatto eliminare dal potente eunuco Crisafio.
Anno
442
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli Flavio Dioscoro e Eudossio.
Un corpo di
Unni
militava nelle Gallie in alleanza con i Romani ma il grosso della loro gente si trovava ancora in oriente e in quest'anno
Attila
loro re con il fratello
Bleda
entrò nell'
Illirico
e nella
Tracia
conquistando e saccheggiando città e castelli, perciò l'esercito che era in
Sicilia
per combattere i
Vandali
fu richiamato indietro, forse era stato proprio
Genserico
a sollecitare l'attacco degli
Unni
all'impero.
Teodosio
mandò contro gli
Unni
l'esercito comandato dal generale
Arnegisco
ma questi fu sconfitto e ucciso presso Marcianopoli in
Mesia
.
La peste si diffuse in tutto il mondo preceduta dall'apparizione di una cometa.
In
Africa
Genserico
scampò a una congiura dei suoi ufficiali e condannò a morte, oltre ai congiurati accertati, tutti coloro sui quali nutriva sospetti. Il Vandalo concluse quindi un trattato di pace con
Valentiniano
.
Iniziò in questo periodo a diffondersi l'eresia di
Eutiche
.
Anno
443
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli Petronio Massimo e Paterno o Paterio
Il Conte Marcellino parlava di un anno particolarmente freddo tanto che la terra rimase coperta di neve per sei mesi.
A
Roma
fu scoperta una setta clandestina di
Manichei
.
In
Spagna
il generale Merobaude, inviato di
Valentiniano
, sedò i disordini provocati dai
Bacaudi
, contadini ribelli nella città di ArAcilio (Biscaglia) ma fu presto rimosso dal comando per intrighi di palazzo.
Valentiniano
emise leggi in favore dei profughi africani in
Italia
.
Teodosio
fece imprigionare Teodato, scrittore e vescovo di Cirò sospettato di aver aderito al
nestorianesimo
.
Anno
444
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Teodosio Augusto
e Albino.
Attila
uccise il fratello
Bleda
prendendo il potere sull'intero regno, ma per il Conte Marcellino il fratricidio ebbe luogo nel
445
.
Morì certamente in quest'anno Arcadia, figlia dell'imperatore
Arcadio
e sorella di
Teodosio
che per le esortazioni della sorella
Pulcheria
si era mantenuta vergine fino alla morte avvenuta a quarantacinque anni. Morì anche
San Cirillo
vescovo di
Alessandria
e scrittore, avversario dell'eresia di
Nestorio
. Fu nominato al suo posto Dioscoro.
San Leone I
papa, proseguendo un'inchiesta sui
Manichei
a
Roma
, pubblicò un processo contro di loro .
Anno
445
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Valentiniano Augusto
e Nomo o Nonio
A
Costantinopoli
molte persone rimasero uccise in un tumulto scoppiato nel foro.
In
Gallia
gli
Alani
a cui
Ezio
aveva assegnato delle terre a dividere con gli abitanti del posto, trovando resistenze passarono alle armi e si impadronirono di tutto.
Secondo Prospero Tirone i Borgognoni sopravvissuti alla disfatta del loro regno furono stanziati in Sabaudia (Savoia). E' la prima citazione del nome Sabaudia.
In
Galizia
si tenne un processo contro i
Manichei
, nella stessa regione sbarcarono i
Vandali
e presero molti prigionieri. Su richiesta di papa
Leone I
,
Valentiniano
bandì da
Roma
i
Manichei
.
Anno
446
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Flavio
Ezio
e Quinto Aurelio Simmaco
Costantinopoli
fu colpita dalla caresta e dalla peste.
Il generale Vito condusse un'armata in
Spagna
contro gli
Svevi
ma fuggì di fronte all'esercito di Rechila re degli
Svevi
il quale saccheggiò la regione.
Gli abitanti della
Britannia
, tormentati dai Pitti e dagli Scoti, chiesero aiuto al generale
Ezio
ma questi non poteva intervenire perché impegnato a contenere le azioni di
Attila
che continuava a minacciare sia l'impero d'Oriente, sia quello d'Occidente. Lo storico Prisco, già ambasciatore di
Teodosio
presso
Attila
, raccontava che il re degli
Unni
mostrava clemenza verso chi lo supplicava o si arrendeva a lui. Lo descriveva basso e largo, con testa grande, occhi piccoli, poca barba, capelli brizzolati e carnagione scura. Gli
Unni
erano nomadi, simili ai Tartari, abituati a vivere in tenda sopportando il gelo e nutrendosi di erbe e di carne poco cotta. Combattevano a cavallo muovendosi in modo caotico, si vestivano di pelli e si bruciavano le guance per non far crescere la barba. Avevano conquistato immensi territori comprendenti la
Sarmazia
e la
Pannonia
, superato il
Danubio
, devastato
Tracia
e
Mesia
, dato alle fiamme decine di città.
Anno
447
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Calipio o Alipio e Ardaburio
Costantinopoli
subì una gravissima serie di terremoti che distrussero gran parte delle mura e interessarono ampie zone orientali. Ai terremoti seguirono carestie e malattie per le migliaia di cadaveri insepolti.
Attila
avanzò fino alle Termopili, superò la Tessaglia e si scontrò con l'esercito di
Teodosio
il cui comandante
Arnegisco
rimase ucciso in battaglia.
Dopo la morte del padre Clodione, in quest'anno divenne re dei Franchi
, capostipite dei
Merovingi
.
Morì San Proclo patriarca di
Costantinopoli
ed ebbe per successore San Flaviano. A questo patriarca furono ostili l'eunuco Crisafio, un consigliere di corte, e l'imperatrice
Eudocia
che tramarono contro
Pulcheria
sorella dell'imperatore la cui positiva influenza sul fratello suscitava la gelosia della cognata. Crisafio e
Eudocia
tramavano per far rinchiudere
Pulcheria
in convento, la donna ne fu informata da Flaviano e si ritirò a vita privata.
Valentiniano
pubblicò in quest'anno un editto che condannava all'esilio i sacerdoti cristiani che per eccesso di zelo religioso distruggevano i monumenti funebri pagani. Emise inoltre una legge che riconosceva ai figli dei liberti il diritto di ricevere l'eredità paterna e altre disposizioni riguardanti la dogana.
Anno
448
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Flavio Zenone e Rufio Pretestato Postuniano
Per una banale combinazione di eventi,
Teodosio
sospettò che la moglie
Eudocia
lo tradisse con un cortigiano di nome Paolino e decise di divorziare. Qualche tempo dopo fece uccidere Paolino ed altri funzionari vicini all'imperatrice mentre
Eudocia
si trasferì a
Gerusalemme
dove trascorse il resto della vita.
Teodosio
pubblicò un editto contro i sostenitori di
Nestorio
.
Morì Rechila re degli
Svevi
di Merida in
Lusitania
e salì al trono il figlio Rechiario che subito prese a saccheggiare le province romane vicine.
Anno
449
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Flavio Asturio e Flavio Florenzio Romano Protogene.
L'eunuco Crisafio e Dioscoro patriarca di
Alessandria
convinsero l'imperatore della necessità di un concilio che fu convocato a Efeso. I legati del papa protestarono invano contro la delibera del concilio che assolse l'eretico
Eutiche
e depose il patriarca di
Costantinopoli
San Flaviano il quale morì in esilio pochi mesi più tardi.
Poco dopo il papa convocò un altro concilio in
Roma
che dichiarò nullo quello di Efeso. Morì in quest'anno Marina sorella dell'imperatore
Teodosio
. Era nata nel 403 e non aveva mai voluto sposarsi. Morirono anche due generali patrizi:
Ariovindo
console del
434
e Tauro console nel 428.
Rechiario, in
Spagna
, sposò una figlia di
Teodorico re dei Visigoti
e continuò a commettere saccheggi e stragi insieme a un certo Basilio capo di una banda di Bagaudi (briganti celtici).
Attila
conquistò e distrusse molte città della
Tracia
spingendosi fino a Gallipoli e Sesto.
Teodosio
fu costretto a promettergli un tributo annuale per farlo uscire dal territorio romano.
Padrone della
Dacia
, Valacchia e Moldavia,
Attila
pretendeva tributi e proferiva minacce trattando da inferiori sottomessi entrambi gli imperatori e mantenendo un clima di tensione e di paura.
Anno
450
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Valentiniano Augusto
e Gennadio Avieno
Valentiniano
si recò a
Roma
con la moglie Eudossia e la madre Galla Placidia per visitare i sepolcri degli Apostoli. Incontrò il papa che invocò la sua protezione per la Chiesa contro le iniquità del Concilio di Efeso. Il pontefice scrisse in tal senso anche a
Teodosio
ma ne ebbe risposte evasive ispirate dai pessimi consiglieri. In quest'anno però per Crisafio fu la rovina:
Teodosio
lo depose dalle sue cariche, confiscò i suoi beni e lo mandò in esilio, certamente per aver scoperto le sue trame malefiche.
Teodosio
morì poco dopo, probabilmente per un incidente di caccia. Si diceva di
Teodosio
che fu molto religioso e clemente. Molto colto, letterato, esperto di matematica e di astronomia, si dilettava anche di pittura e scultura. Per contro era un mediocre governante e spesso fu l'assistenza della sorella
Pulcheria
ad evitargli di commettere grossi errori. Comprò la pace dai barbari invece di combattere e si lasciò sempre manovrare dagli eunuchi di corte.
Secondo il cronista Prospero Tirone, il corpo di
Teodosio
fu traslato a
Roma
e sepolto in Vaticano.
Pulcheria
tenne nascosta per qualche tempo la morte di
Teodosio
mentre proponeva a
Marciano
di diventare imperatore e suo marito, ma senza pregiudizio per la sua verginità che aveva consacrata a Dio.
Il patriarca Anatolio, il senato e l'esercito proclamarono imperatore
Marciano
che era uomo di età avanzata ma esperto di cose militari. Aveva cominciato come soldato semplice ed era con il tempo diventato un alto ufficiale. Era
di aspetto venerabile, di santi costumi, magnanimo, senza interesse, temperante e compassionevole
.
Era molto religioso e pubblicò un editto contro i monaci seguaci di
Nestorio
e
Eutiche
. Scrisse al papa proponendo un nuovo concilio.
Morì in quest'anno Galla Placidia, madre di
Valentiniano III
. Una legge di
Valentiniano
punì i comportamenti illeciti degli esattori del fisco.
Anno
451
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Teodosio II
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli:
Flavio Marciano Augusto
,
Flavio Adelfio
In quest'anno si svolse il concilio di Calcedonia che condannò la dottrina di
Eutiche
e depose Dioscoro patriarca di
Alessandria
.
Attila
che soggiornava in
Dacia
o in
Pannonia
quando ricevette la notizia della morte di
Teodosio
e una proposta matrimoniale da parte di Giusta Grata Onoria, sorella di
Valentiniano III
. Costei viveva a
Costantinopoli
in prigionia per aver perduto la verginità a diciassette anni essendo ancora nubile.
Attila
inviò ambasciatori a
Valentiniano III
per combinare il matrimonio ed altri a
Marciano
per richiedere tributi.
Valentiniano
rispose che Onoria era già sposata e che non avrebbe mai ereditato l'impero che si tramandava in linea maschile.
Marciano
rispose che non avrebbe pagato tributi e non avrebbe ratificato le promesse di
Teodosio
.
Attila
si armò contro l'Occidente: in
Italia
per costringere
Valentiniano
a lasciargli sposare Onoria e nelle Gallie per accogliere la richiesta di
Genserico
re dei
Vandali
di far guerra a
Teodorico re dei Visigoti
.
Genserico
, che aveva fatto mutilare sua nuora figlia di
Teodorico
perché sospettata di cospirazione, temeva infatti che il Visigoto volesse attaccarlo per vendicare l'oltraggio subito dalla figlia.
Attila
aveva inoltre un terzo incentivo ad agire in Occidente: la richiesta di aiuto di un principe franco del quale non si conosce il nome che alla morte del padre Clodione avrebbe dovuto ereditare il trono ma era stato cacciato dal fratello minore
Meroveo
con l'aiuto del generale romano
Ezio
. Questi aveva adottato
Meroveo
quando era ancora un ragazzo e lo aveva mandato a
Roma
per presentarsi a
Valentiniano
.
Prima di muoversi,
Attila
scrisse a
Valentiniano
assicurando di voler attaccare i
Visigoti
e non l'impero, contemporaneamente scrisse a
Teodorico re dei Visigoti
esortandolo a rompere i rapporti con i Romani.
Valentiniano
intuì che
Attila
cercava di far nascere discordie tra Romani e
Visigoti
e mandò ambasciatori a
Teodorico
per metterlo in guardia contro il comune nemico.
Teodorico
aderì alla proposta e unì tutte le sue risorse militari a quelle dell'esercito romano comandato dal valoroso
Ezio
.
L'armata di
Attila
era "una sterminata moltitudine di uomini e di cavalli" perché insieme agli
Unni
combattevano i Gepidi, gli Ostrogoti, i
Marcomanni
, gli
Svevi
, i
Quadi
, gli
Eruli
, i
Turcilingi
ed altre genti. Mossero in primavera partendo dalla
Pannonia
e rapidamente devastarono la città di Augusta, raggiunsero il
Reno
e lo superarono costruendo piccole imbarcazioni ed entrarono nella provincia Belgica Seconda senza incontrare ostacoli perché
Ezio
era ancora lontano.
Le truppe Romane si congiunsero ai
Visigoti
insieme a Franchi,
Sarmati
, Borgognoni ed altri.
Gli
Unni
saccheggiarono Metz, Treviri, Tongres e superarono Troyes senza notarla (secondo alcuni per un miracolo). I Romani e i
Visigoti
guidati da
Ezio
incontrarono il nemico nella pianura presso Chalons-sur-Marne detta
Capi Catalaunici
. La battaglia fu lunga e terribile, decine di migliaia i caduti, ma l'esito rimase incerto. Il giorno successivo
Attila
non osò uscire dal campo per combattere ancora.
Nel combattimento morì
Teodorico re dei Visigoti
e il suo primogenito
Torismondo
avrebbe voluto assediare
Attila
ad oltranza per vendicare il padre ma
Ezio
lo persuase a tornare in fretta a
Tolosa
per evitare che uno dei fratelli minori usurpasse il trono.
Anche
Meroveo
si affrettò a tornare in patria per evitare che il fratello in sua assenza si impadronisse del regno.
Attila
tornò in
Pannonia
con l'intenzione di riunire un'armata ancora più grande per attaccare l'
Italia
.
In quest'anno l'imperatore
Marciano
pubblicò un editto contro quanti tentavano di ripristinare culti pagani.
Anno
452
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Marciano
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Sporacio e Flavio Ercolano
Dopo aver rimpiazzato i caduti del suo esercito,
Attila
penetrò in
Italia
attraverso il Friuli. La prima città che subì l'assedio fu
Aquileia
che resistette valorosamente ma fu infine espugnata ed incendiata, molti cittadini furono uccisi e gli altri furono fatti schiavi. Dopo
Aquileia
,
Attila
conquistò e distrusse Altino,
Concordia
e
Padova
. Gli abitanti di queste città cercarono rifugio nelle isole della laguna dando inizio al primo nucleo di quella che sarà la città di c. Proseguendo la sua campagna,
Attila
saccheggiò
Vicenza
,
Verona
e
Bergamo
. Conquistò e saccheggiò anche
Milano
e
Pavia
ma qui si astenne dalle stragi e dagli incendi. Secondo una tradizione gli
Unni
superarono
Modena
senza vederla grazie alla protezione di San Geminiano, un racconto analogo si riferiva a
Ravenna
che
Attila
avrebbe risparmiato perché commosso dalle parole del vescovo. Tutt'altro destino toccò a
Piacenza
,
Parma
e Reggio che furono devastate dal "Flagello di Dio".
Attila
si accampò per l'inverno a
Governolo
, presso la confluenza del
Mincio
nel
Po
e qui fu raggiunto da un'ambasceria incaricata da
Valentiniano
di trattare la pace. Gli ambasciatori erano il papa
Leone
, il consolare Avieno e un certo Trigezio già
prefetto del pretorio
. Si dice che l'eloquenza del papa riuscì a rendere mansueto
Attila
che accettò la pace e promise di tornare al suo paese. Alcuni critici antichi e moderni ritengono che a convincere
Attila
a ritirarsi contribuirono l'imminenza di un potente attacco da parte di
Ezio
e gli effetti di un'epidemia che andava diffondendosi tra gli uomini di
Attila
.
Prima di lasciare l'
Italia
,
Attila
pretese che gli fosse mandata Onoria sorella di
Valentiniano
per sposarla e per avere dal fratello una ricchissima dote. Pur di allontanare
Attila
gli fu promesso quanto chiedeva tuttavia
Muratori
dubita che queste promesse furono mantenute.
Marciano
emanò proclami per ribadire la condanna dei seguaci di
Eutiche
e per riabilitare la memoria del patriarca Flaviano morto in esilio. Con una ulteriore disposizione ordinò che i nuovi consoli si dedicassero al restauro dell'acquedotto di
Costantinopoli
il denaro che tradizionalmente distribuivano al popolo dopo l'elezione. Ne seguirono disordini.
Anno
453
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Marciano
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Vincomalo e Opilione
Tornato in
Pannonia
,
Attila
scrisse all'imperatore
Marciano
imponendogli il pagamento dei tributi concordati con
Teodosio II
suo predecessore.
Attila
desiderava vendicarsi per la sconfitta subita in
Gallia
, decise quindi di attaccare gli
Alani
che vivevano presso la
Loira
, perciò mosse dalla
Pannonia
attraverso la
Germania
.
Torismondo
nuovo re dei
Visigoti
accorse in aiuto degli
Alani
e
Attila
, di nuovo sconfitto, fu costretto ancora una volta a tornare indietro. Non tutte le fonti parlano di questa seconda campagna in
Gallia
mentre quasi tutte concordano nel collocare in quest'anno la morte di
Attila
, secondo alcuni fu scannato da una donna mentre Giordane parla di soffocamento da abbondante epistassi mentre dormiva ubriaco.
Secondo gli usi degli
Unni
, al funerale di
Attila
i soldati si tagliarono parte dei capelli e si ferirono il viso. Dopo aver cantato un inno a
Attila
e aver banchettato presso il cadavere lo seppellirono in un luogo segreto e perché restasse tale gli schiavi che avevano scavato la fossa vennero uccisi.
Morto
Attila
iniziarono le liti tra i figli per la spartizione del regno e le rivolte dei popoli sottomessi. I Gepidi combatterono contro gli
Unni
e li sconfissero respingendoli verso il Mar Nero, quindi fecero alleanza con l'imperatore di Oriente.
A
Tolosa
Trasimondo re dei
Visigoti
fu ucciso da
Teodorico
e Federico suoi fratelli, il primo dei quali subentrò sul trono.
A
Costantinopoli
morì
Pulcheria
sorella di
Teodosio II
e moglie di
Marciano
, principessa estremamente religiosa che volle rimanere vergine anche nel matrimonio. Lasciò grandi ricchezze ai poveri e fu perciò riconosciuta santa sia in Oriente, sia in Occidente.
Anno
454
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Marciano
Imperatore d'Occidente
Valentiniano III
Consoli: Ezio (diverso dal generale) e Studio.
Ezio
fu ucciso da
Valentiniano
. Il generale e l'imperatore avevano da tempo concordato che un figlio del primo avrebbe sposato una figlia del secondo ma
Valentiniano
, forse subornato da un eunuco suo consigliere, sembrava non voler rispettare l'accordo.
Durante una discussione l'imperatore sguainò la spada per colpire
Ezio
, subito imitato dai cortigiani presenti e il generale, colpito da ogni direzione, giacque a terra morto. Nel tentativo di difenderlo fu ucciso con lui anche il suo amico senatore Boezio, antenato del più noto omonimo. Secondo alcuni autori
Valentiniano
aveva già deciso di eliminare
Ezio
perché temeva che con il suo grande ascendente sui soldati potesse usurpare il trono, secondo altri dietro le calunnie degli eunuchi di corte era Massimo che fu successore di
Valentiniano
e certamente doveva essere interessato a eliminare un potenziale potente ostacolo ai suoi progetti.
Anno
455
Papa:
Leone I
Imperatore d'Oriente:
Marciano
Imperatore d'Occidente
Avito
Consoli:
Valentiniano Augusto
Valentiniano
e Antemio
Nel mese di Marzo fu ucciso
Valentiniano III
in una congiura organizzata da Petronio Massimo. Secondo Procopio di Cesarea Petronio Massimo eliminò
Valentiniano
perché questi aveva violentato sua moglie, ma questo particolare non è confermato da altre fonti mentre tutti scrivono che Massimo, dopo l'uccisione di
Valentiniano
fu proclamato imperatore. Poco dopo, essendo morta la moglie, Petronio Massimo propose a Eudossia vedova di
Valentiniano
di sposarlo e la donna, ignara del ruolo che il pretendente aveva avuto nella morte del marito, accettò. Quando Eudossia venne a conoscere la verità scrisse segretamente a
Genserico
re dei
Vandali
pregandolo di vendicare il defunto imperatore del quale egli era stato alleato.
Genserico
accolse con entusiasmo la richiesta e si portò con la sua flotto alla costa laziale.
Alla notizia dell'arrivo dei
Vandali
il popolo e i soldati si sollevarono e, catturato Massimo che tentava di fuggire da
Roma
, lo fecero a pezzi. Fu ucciso anche Palladio figlio di Massimo che aveva sposato Eudocia figlia di
Valentiniano
. Poiché Massimo fu ucciso dopo aver regnato soltanto due mesi,
Muratori
dubita per ragioni cronologiche che
Genserico
sia stato chiamato da Eudossia.
Genserico
lasciò che l'orda dei
Vandali
e di Africani che lo seguiva saccheggiasse
Roma
ma il papa
Leone
riuscì a convincerlo a risparmiare la vita dei cittadini e a non permettere di dare fuoco alle case.
Il saccheggio durò quindici giorni e il bottino di incalcolabile valore fu inviato a
Cartagine
, fu asportata anche la copertura in bronzo del tempio di Giove Capitolino. Furono fatti molti prigionieri tra i quali Gaudenzio, figlio di
Ezio
, l'imperatrice Eudossia e le sue figlie Eudocia e Placidia. Alcuni anni dopo Eudocia sposò Unnerico figlio di
Genserico
ed ebbe un figlio di nome Ilderico. Dopo il saccheggio di
Roma
i
Vandali
si sparsero per la
Campania
, distrussero
Capua
e
Nola
e continuarono a saccheggiare il territorio.
Muratori
ricorda le caritatevoli virtù di Paolino vescovo di
Nola
e di Deogratias vescovo di
Cartagine
che vendettero ogni bene delle loro chiese per riscattare o assistere il maggior numero possibile di schiavi cristiani.
Nelle Gallie gli ufficiali romani consigliarono al generale Avito di occupare il trono imperiale rimasto vacante con la morte di Massimo.
Teodorico re dei Visigoti
, con il quale il generale stava trattando la pace, gli offrì la sua allenza contro
Genserico
. Nel mese di Luglio Avito venne proclamato imperatore.
A
Gerusalemme
Eudocia Atenaide, vedova di
Teodosio II
e madre della Eudossia deportata da
Genserico
si convertì dall'
eresia Eutichiana
e tornò alla fede cattolica.
Anno
468
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Antemio
Console
Antemio Augusto
senza collega.
Il prefetto delle
Gallie
Servando o Arvando fu accusato di tramare ai danni dell'impero d'accordo con i
Visigoti
. Rischiò la condanna a morte ma, graziato da
Antemio
, ebbe la pena commutata nell'esilio a vita in Oriente.
L'imperatore
Leone
organizzò una grande flotta per combattere i continui atti di pirateria di
Genserico re dei Vandali
. All'impresa contribuì con navi e mezzi finanziari anche l'imperatore d'Occidente
Antemio
.
Fu nominato ammiraglio
Basilisco
, fratello della moglie di
Leone
Verina Augusta, già noto per le sue vittoriose campagne militari contro Sciti e Tartari. La flotta occidentale era comandata da Marcellino.
L'armata arrivò rapidamente in
Africa
ed avrebbe debellato i
Vandali
se
Basilisco
, lasciatosi corrompere da
Genserico
, non avesse condotto le cose in modo che la campagna risultasse non conclusiva.
I
Vandali
riuscirono quindi ad incendiare la flotta romana che tornò alle sue basi avendo subito forti perdite.
Basilisco
si salvò dall'ira di
Leone
per intercessione di Verina Augusta ma fu mandato in esilio.
Quanto a Marcellino generale di
Antemio
morì durante la campagna contro i
Vandali
in
Africa
o in
Sicilia
.
Il 21 febbraio 468 morì papa Ilario, pochi giorni dopo fu eletto
Simplicio
, originario di
Tivoli
.
Anno
469
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Antemio
Consoli
Marciano e
Zenone
.
Marciano era figlio di
Antemio
,
Zenone
era marito di Arianna figlia di
Leone
ed aveva il titolo di duca d'Oriente.
Leone
nomina cesare Patricio figlio di
Aspare
e gli promette la mano della figlia Leonzia. E' costretto a prendere queste decisioni dalla grande potenza di
Aspare
, paragonabile a quella di
Ricimero
in Occidente.
La nomina di Patricio (
ariano
) solleva un tumulto nella comunità cattolica di
Costantinopoli
ed una delegazione guidata da San Marcello Archimandrita chiede a
Leone
che Patricio abiuri l'
arianesimo
o rinunci alla carica di cesare, ottenendo una promessa dell'imperatore.
Leone
invia un esercito comandato dal genero
Zenone
contro gli
Unni
che infestano la
Tracia
.
Zenone
scampa ad un attentato organizzato da
Aspare
che lo vedeva come un rivale di suo figlio nelle aspirazioni all'Impero.
In questo stesso anno
Leone
emana una legge contro le pratiche simoniache di molti prelati.
Anno
470
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Antemio
Consoli
Severo e Giordano.
Una nuova spedizione di
Leone
contro
Genserico
riesce vittoriosa e toglie ai
Vandali
Tripoli ed altre città africane.
Antemio
fa giustiziare un certo Romano che tentava di usurpare il trono.
Leone
, proponendosi di eliminare l'influenza di
Aspare
, richiama dall'esilio
Basilisco
.
Anno
471
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Antemio
Consoli
Leone Augusto
e Probiano.
Su ordine di
Leone
,
Zenone
ed i suoi soldati uccidono
Aspare
ed i suoi figli Ardaburio e Patricio che avevano per anni usato il potere della loro famiglia per controllare l'imperatore.
A questi eventi seguì una rivolta dei
Goti
e degli
Ariani
di
Costantinopoli
che fu rapidamente repressa dalla guardia imperiale ed il capo degli insorti, il conte Ostro, fuggì in
Tracia
.
Intanto in Occidente spadroneggiava il potente
Ricimero
che presto entrò in contrasto con l'imperatore
Antemio
, che era suo suocero, e si ritirò a
Milano
.
In un primo momento si tentò una riconciliazione tramite un'ambasciata a
Roma
guidata da S. Epifanio vescovo di
Pavia
.
Anno
472
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Olibrio
Consoli
Festo e Marciano.
Nonostante gli accordi conclusi da S. Epifanio,
Ricimero
si portò nei pressi di
Roma
con un esercito ed assediò la città.
L'imperatore fu colto di sorpresa, inoltre
Ricimero
poteva contare sull'appoggio di una parte del popolo romano.
Il governatore delle
Gallie
Bilimero giunse in soccorso dell'imperatore con il suo esercito ma venne sconfitto ed ucciso.
Infine l'11 luglio
Ricimero
entrò in
Roma
e fece immediatamente giustiziare
Antemio
per poi lasciare che i suoi uomini saccheggiassero la città.
Ricimero
non godette più a lungo del suo arbitrario potere perché il 18 agosto fu ucciso da una dolorosa malattia.
Si ricorda di lui che fece costruire in
Roma
la chiesa di S. Agata dove si professavano riti ariani.
Giunse dall'Oriente
Olibrio
che aspirava all'impero in quanto marito di Placidia, figlia di
Valentiniano III
.
Olibrio
prese il potere poco prima o poco dopo la morte di
Ricimero
con l'appoggio, sembra, dell'imperatore
Leone
, ma morì il 23 ottobre di morte naturale senza lasciare eredi maschi. Sua figlia Giuliana sposò Ariobindo, nipote dell'omonimo console del
434
.
In questo anno la cattolica Eudocia, sorella di Placidia e moglie di Unnerico figlio di
Genserico
, non più sopportando di avere un marito
ariano
, fuggì a
Gerusalemme
dove morì poco dopo.
Il
Conte Marcellino
ricorda in questo stesso anno una grande eruzione di cenere del
Vesuvio
.
Anno
473
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Leone
Imperatore d'Occidente:
Glicerio
Consoli
Flavio Leone Augusto
senza collega.
Dopo alcuni mesi di vacanza del trono d'occidente, il 5 marzo
473
viene proclamato imperatore
Glicerio
, un personaggio di oscure origini che probabilmente si fece incoronare senza l'approvazione del
senato
e dell'imperatore d'Oriente. Su questo imperatore si hanno scarsissime notizie: Teofane lo definisce "uomo non cattivo", Ennodio racconta dell'intercessione di S. Epifanio presso
Glicerio
a favore dei cittadini di
Pavia
che avevano offeso la madre dell'imperatore.
Si sa inoltre che tratto con il capo ostrogoto Videmiro che era entrato in
Italia
con un'armata per indurlo a passare nelle
Gallie
.
Intanto
Leone
, sentendosi prossimo alla fine e non avendo figli maschi, operava per garantire la successione al genero
Zenone
.
Non avendo in questo l'approvazione del
senato
e del popolo risolse di associare al potere il nipote
Leone
figlio di
Zenone
e di Arianna.
Teodorico figlio di Triario pretendeva l'eredità di
Aspare
, comprendente il comando delle milizie straniere ed il diritto di abitare in
Tracia
con la sua gente. Vedendo insoddisfatte le sue richieste attaccò
Filippi
ed Arcadiopoli ottenendo infine un tributo annuale per gli
Ostrogoti
e la carica di generale di due corpi d'armata per se stesso.
Anno
474
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Imperatore d'Occidente:
Nepote
Consoli
Flavio Leone juniore Augusto
senza collega.
Leone
morì di dissenteria nel mese di gennaio. L'impero passò a
Leone juniore
figlio di
Zenone
e di Arianna, ancora bambino secondo alcune fonti o diciassettenne secondo altre (
Muratori
propende per la prima ipotesi).
Zenone
indusse il figlio ad associarlo al potere con l'assenso del
senato
.
Leone juniore
morì nel mese di novembre (non mancarono i sospetti sul padre) e
Zenone
rimase solo a regnare.
Secondo gli storici
Evagrio
e Teofane appena creato imperatore si abbandonò a vizi e turpitudini di ogni genere.
Prima di morire
Leone
aveva mandato in
Italia
un esercito contro
Glicerio
che aveva preso il potere senza il suo consenso, lo comandava
Giulio Nepote
, figlio di
Nepoziano
, che venne nominato cesare.
Nepote
sbarcò a
Ravenna
e passò a
Roma
dove
Glicerio
rinunciò senza combattere alla porpora imperiale.
Nepote
lo costrinse a farsi prete e gli procurò la sede vescovile di
Salona
in
Dalmazia
.
Nepote
fu proclamato imperatore d'Occidente il 24 giugno.
Approfittando di questa situazione il re visigoto Eurico assediò la città di Auvergne (Clermont) in territorio romano, difesa da Ecdicio, figlio dell'imperatore
Avito
.
Nepote
conferì ad Ecdicio il titolo di generale d'armata ed inviò il questore Liciniano a trattare con Eurico. L'ambasciata non ebbe esito favorevole e
Nepote
decise di riprovare mandando Sant'Epifanio vescovo di
Pavia
. Questa volta la diplomazia ebbe successo ma Eurico pose come condizione la pacifica cessione della città assediata.
Anno
475
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Imperatore d'Occidente:
Romolo Augustolo
Consoli
Flavio Zenone Augusto
senza collega.
Eurico era
ariano
ed osteggiò gravemente la Chiesa Cattolica proibendo le nuove nomine quando un vescovo o un parroco morivano.
Nepote
chiamò a corte Ecdicio e lo sostituì nei suoi impegni militari con
Oreste
che per l'occasione fu nominato patrizio e generale.
Oreste
era di origine latina, era stato segretario di
Attila
per il quale aveva svolto missioni diplomatiche a
Costantinopoli
.
Una volta ricevuto l'incarico si volse contro
Nepote
, lo assediò a
Ravenna
e lo costrinse a lasciare il potere fuggendo a sua volta a
Salona
dove si trovava il deposto
Glicerio
.
Oreste
fece proclamare imperatore il 31 ottobre il giovane figlio
Romolo
che fu detto
Augustolo
a causa dell'età.
In questo anno gli
Ostrogoti
attaccarono l'impero d'Oriente invadendo la
Mesia
. Era loro re
Teodomiro
padre di
Teodorico
che successivamente divenne re d'
Italia
.
Teodomiro
aveva in precedenza combattuto contro
Alemanni
e
Svevi
per conto dell'impero mentre il figlio cresceva alla corte di
Costantinopoli
dove era stato lasciato come ostaggio.
All'età di diciotto anni
Teodorico
aveva di sua iniziativa armato un esercito per combattere contro i
Sarmati
ed ora militava a fianco del padre nell'invasione della
Mesia
.
Giunti a
Tessalonica
i
Goti
trattarono la pace ottenendo ampi territori in
Tracia
.
Teodomiro
morì e
Teodorico
fu suo successore.
Intanto
Zenone
continuava a coltivare le sue abitudini depravate. Quando negò una grazia alla suocera Verina questa cospirò con il fratello
Basilisco
per deporlo e
Zenone
fuggì in
Siria
poi in
Isauria
con la moglie Arianna portando con se un'ingente somma di denaro.
Basilisco
divenne imperatore ed associò al potere il figlio Marco.
STORIA ITALIANA
Anno
476 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
(orientali):
Basilisco
e
Armato (Flavio Armazio)
Il patrizio
Oreste
, padre di
Romolo Augustolo
, conclude un'alleanza con il re dei
Vandali
Genserico
Odoacre
figlio di
Edicone
, di stirpe gotica ma allevato in
Italia
, apparteneva alla tribù degli
Eruli
.
Odoacre
cala in
Italia
dalla
Pannonia
alla testa di un esercito composto da
Eruli
,
Rugi
,
Sciti
ed altre genti. Durante la marcia incontra nel
Norico
San Severino
che gli predice il trono.
Le fonti non sono concordi: secondo
Teofane
e
Procopio
Odoacre
si trovava già in
Italia
e militava nella guardia imperiale. Causa prima della rivolta di
Odoacre
è il rifiuto di
Oreste
di concedere ai soldati di origine gota un terzo delle terre italiane.
Odoacre
marcia verso
Milano
mentre
Oreste
lo attende presso
Lodi
, ma resosi conto della superiorità del nemico
Oreste
preferisce chiudersi a
Pavia
.
Odoacre
espugna
Pavia
, devasta la città e cattura
Oreste
che viene deportato a
Piacenza
ed ivi ucciso il 28 agosto.
Odoacre
procede su
Ravenna
dove il 4 settembre sconfigge ed uccide Paolo fratello di
Oreste
nella pineta di Classe.
Romolo Augustolo
viene risparmiato e confinato nel Castello di Lucullo a
Napoli
con un vitalizio annuo di seimila soldi d'oro.
Odoacre
prende possesso di molte città italiane, spesso pacificamente, a volte distruggendole ed uccidendone gli abitanti.
L'Anonimo Valesiano considera
Odoacre
re d'
Italia
dal 23 agosto
476
, dopo la presa di
Milano
e
Pavia
.
Non chiede il titolo di Imperatore accontentandosi di quello di patrizio e anche se molti autori lo considerano re, egli non vestì mai le insegne reali. Non emanò costituzioni e non battè moneta ma continuò a dichiararsi suddito di
Zenone
.
Odoacre
stabilì la propria residenza a
Ravenna
e distribuì ai suoi soldati un terzo delle terre italiche.
Trattò con
Genserico
per ottenere la
Sicilia
in cambio di un tributo annuale.
Ariano
, si dimostrò indulgente verso i Cattolici.
Intanto
Basilisco
usurpa il trono d'Oriente costringendo
Zenone
alla fuga.
Muratori
è perplesso sulla data dell'usurpazione che potrebbe essere avvenuta nel
475
.
Nepote
era fuggito in
Dalmazia
e quando venne a sapere della fine di
Oreste
e del ritorno sul trono d'Oriente di
Zenone
si rivolse a quest'ultimo per essere reintegrato nel potere imperiale.
Anno
477 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Morte di
Genserico re dei Vandali
(24 gennaio), gli succede il figlio Unnerico.
Su preghiera di
Simplicio
,
Zenone
riordina le Chiese d'Oriente abrogando le nomine eretiche di
Basilisco
.
Terremoto a
Costantinopoli
.
Il re dei
Goti
Eurico estende il proprio dominio in
Provenza
occupando Arles e
Marsiglia
.
Anno
478 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console
Illo
senza collega.
Zenone
nomina console in Oriente
Illo
che lo aveva aiutato contro
Basilisco
ma non nomina consoli in Occidente, neanche
Odoacre
osa farlo forse per non essere tacciato di abuso di autorità.
Eresia eutichiana
in Oriente.
Il consiglio indetto da
Acacio
patriarca di
Costantinopoli
condanna Timoteo Eluro, Pietro Fullone ed altri.
Situazione: i
Visigoti
controllano tutta la
Gallia Meridionale
dalle
Alpi Marittime
ai
Pirenei
, la
Catalogna
, Aragona e
Navarra
fino a Siviglia. Gli
Svevi
la
Galizia
ed il
Portogallo
, i
Borgognoni
(
Burgundi
) la Savoia e la
Borgogna
Anno
479 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Teodorico Amalo
, figlio del re degli
Ostrogoti
Teodemiro, muove guerra all'impero d'Oriente, devasta la
Grecia
e conquista
Durazzo
.
Il generale Sabiniano resiste a Teodemiro e lo convince a passare dalla parte di
Zenone
e combattere contro Teodorico figlio di Triario promettendogli ricompense ed onori a
Costantinopoli
.
Persecuzione dei Cattolici in
Africa
da parte dei
Visigoti
.
S. Epifanio cura la ricostruzione del Duomo di
Pavia
ed ottiene da
Odoacre
l'esenzione fiscale per cinque anni della città perché si riprenda dai danni subiti durante l'assedio.
Sedizione di Marciano figlio di
Antemio
contro
Zenone
. Marciano accampava i diritti della moglie Leonzia figlia di
Leone Augusto
e di Verina.
Marciano riesce ad entrare in
Costantinopoli
e vincere una battaglia ma durante la notte
Illo
corrompe i suoi soldati isolandolo. Al mattino Marciano si rifugia in chiesa, viene costretto a farsi prete e mandato in esilio in
Cappadocia
.
Anno
480 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console Basilio Juniore senza collega.
Pare che questo Basilio, diverso dal console del
463
(per distinguerlo dal quale è definito
Juniore
), fu
prefetto del pretorio
e patrizio. Fu nominato console da
Odoacre
che probabilmente intendeva liberarsi della sudditanza di
Zenone
.
Nepote
viene ucciso nella sua villa presso
Salona
dai suoi ufficiali Viatore e Ovida (9 maggio).
Eugenio nominato vescovo di
Cartagine
.
Anno
481 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console Placido senza collega.
Odoacre
passa in armi in
Dalmazia
e uccide Ovida, l'assassino di
Nepote
.
Teodorico di Triario fa irruzione in
Tracia
. Poco dopo muore per un incidente.
Muore il generale Sabiniano.
Muore
Childerico
re di
Franchi
, gli succede il figlio
Clodoveo
.
Anno
482 d.C.
Papa:
Simplicio
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
Trocondo (Oriente) e Severino (Occidente).
Trocondo era fratello di
Illo
, anche lui era passato da
Basilisco
a
Zenone
.
Teodorico Amalo
muove di nuovo guerra a
Zenone
e saccheggia
Macedonia
e
Tessaglia
.
Zenone
esilia la suocera Verina in
Calcedonia
mandandola a vivere con Marciano e Leonzia.
Arianna, altra figlia di Verina e moglie di
Zenone
, prega il marito di richiamare la madre e manda un sicario ad uccidere
Illo
ritenendolo l'artefice dell'esilio, ma il sicario fallisce.
Illo
passa in
Antiochia
con i patrizi
Leonzio
e Pamprepio,
Zenone
lo nomina prefetto d'Oriente.
Zenone
pubblica l'
Enoticon
, editto di conciliazione fra
Eutichiani
,
Nestoriani
e Cattolici, che in certa maniera rigetta il Concilio di
Calcedonia
. Autore dell'editto è
Acacio
, vescovo di
Costantinopoli
.
Papa
Simplicio
si oppone all'
Enoticon
.
L'
Italia
vive un periodo di tranquillità sotto il regno di
Odoacre
.
Anno
483 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console Fausto.
Il 2 marzo muore papa
Simplicio
Al conclave è presente un messo di
Odoacre
, il Basilio console del
480 d.C.
, il quale dovrebbe dare il proprio assenso all'elezione del nuovo pontefice per volontà del defunto
Simplicio
. Tuttavia questo dettato di
Simplicio
non si trova in alcun decreto e
Muratori
dubita della sua autenticità.
Elezione di
Felice III
, romano, parroco del titolo di Fesciola, che subito rigetta l'
Enoticon
e procede contro
Acacio
.
In
Africa
Unnerico perseguita i Cattolici negando loro ogni carica amministrativa e militare.
Zenone
nomina generale
Teodorico
e lo designa console per l'anno seguente.
Secondo
Giordane
Teodorico
viene adottato da
Zenone
per l'aiuto dato contro
Basilisco
.
Zenone
voleva assicurarsi l'aiuto di
Teodorico
contro la rivolta che
Illo
andava preparando in Oriente.
Illo
libera Verina, Marciano e Leonzia dal confino in
Cappadocia
, con l'intento di far proclamare imperatore da Verina il suo congiunto
Leonzio
.
Anno
484 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
:
Teodorico
e Venanzio
Ribellione in Oriente. Verina proclama imperatore
Leonzio
e con una serie di lettere informa della nomina tutte le regioni dell'impero.
Entrato in
Antiochia
Leonzio
nomina Liliano
prefetto del pretorio
.
Zenone
invia un esercito comandato da Giovanni Scita e da
Teodorico
che sconfigge
Leonzio
ed
Illo
.
Morte di Verina Augusta vedova di
Leone
.
Esiliati in
Africa
trecentocinquanta vescovi, chiuse le chiese cattoliche.
Morte di Unnerico (dicembre), gli succede Gundamondo, figlio del fratello Gentone.
Felice III
depone e scomunica
Acacio
.
Anno
485 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console Simmaco Juniore (Occidente).
Quinto Aurelio Memmio Simmaco Juniore era genero del filosofo
Boezio
detto Juniore per distingurlo dal Simmaco console nel
446
.
Concilio a
Roma
indetto da
Felice III
. Scomunica di
Acacio
, Pietro Fullone e Pietro Mongo.
Zenone
libera il fratello Longino che era stato imprigionato da
Illo
. Longino nominato Cesare.
Il poeta patrizio Pelazio critica la nomina di Longino parlando dei suoi vizi e viene fatto morire.
Anno
486 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
: Decio e Longino.
Pace nel regno di
Odoacre
.
Guerra fra
Clodoveo
e Siagrio. Sconfitto Siagrio ripara presso il re goto
Alarico
ma viene consegnato ai
Franchi
e giustiziato.
Anno
487 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console
Boezio
senza collega
Secondo
Muratori
Boezio
console non è il filosofo.
Il 15 novembre
Odoacre
sconfigge e fa prigioniero
Feva
re dei
Rugi
, probabilmente all'origini di questa guerra erano state le frequenti scorrerie dei
Rugi
in territorio romano.
Odoacre
devasta il paese dei
Rugi
e ne deporta gli abitanti. I
Longobardi
occupano quel territorio.
Federico
figlio di
Feva
fugge e si unisce a
Teodorico
in
Mesia
.
Anno
488 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
Dinamio e Sifidio
Morte del vescovo eretico Pietro Fullone, gli succede Palladio.
Illo
e
Leonzio
, assediati nel castello di Papurio in
Isauria
si arrendono per fame e vengono giustiziati.
Teodorico
chiede a
Zenone
di poter passare in
Italia
sottraendola a
Odoacre
,
Zenone
acconsente .
Secondo alcune fonti (
Procopio
,
Evagrio
,
Teofane
) fu
Zenone
a spingere
Teodorico
alla conquista dell'
Italia
.
I
Goti
muovono verso l'
Italia
con la famiglia portando con se viveri e masserizie.
Anno
489 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
Probino e Eusebio
Muore
Acacio
vescovo di
Costantinopoli
, gli succede Flaviano che muore dopo tre mesi, quindi Eufemio che torna al
Concilio di Calcedonia
.
I
Gepidi
ostacolano la marcia di
Teodorico
.
I
Bulgari
devastano la
Tracia
.
Sapendo della migrazione dei
Goti
,
Odoacre
prepara le difese.
In aprile
Odoacre
porta la sua armata sul fiume
Isonzo
.
Lo scontro con
Teodorico
è sfavorevole a
Odoacre
che si ritira a
Verona
.
Teodorico
sconfigge di nuovo
Odoacre
presso
Verona
ed entra in città.
Odoacre
raggiunge
Roma
ma trova le porte serrate. Indignato devasta i dintorni quindi torna a
Ravenna
dove inizia a costruire fortificazioni.
Teodorico
raggiunge
Milano
e riesce a far passare dalla sua parte le forze di
Odoacre
ivi stanziate, compreso il generale
Tufa
.
Pavia
, con il suo vescovo S. Epifanio, si consegna spontaneamente a
Teodorico
.
Tufa
convince
Teodorico
a fornirlo di truppe per attaccare
Odoacre
ma giunto nei pressi di
Ravenna
rivela di aver simulato e di essere ancora fedele a
Odoacre
al quale consegna gli ufficiali affidatigli da
Teodorico
. Sorpreso,
Teodorico
si ritira a
Pavia
.
Anno
490 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Zenone
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
Flavio Fausto Juniore e Longino
Muore Mango vescovo di
Alessandria
, gli succede Atanasio II.
Odoacre
passa a
Cremona
e da qui a
Milano
per assalire
Teodorico
.
Teodorico
ottiene rinforzi dal re visigoto
Alarico
.
13 agosto. Battaglia sull'
Adda
fra
Teodorico
e
Odoacre
, rotta di
Odoacre
.
Odoacre
assediato in
Ravenna
.
Il re dei
Burgundi
Gundebado cala in
Lombardia
e devasta
Milano
prendendo un gran numero di prigionieri.
Anno
491 d.C.
Papa:
Felice III
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Odoacre
Console
Olibrio
Juniore senza collega (Oriente)
Il 9 aprile muore
Zenone
. Corse voce che fosse stato sepolto vivo dalla moglie mentre era ubriaco ma
Muratori
definisce questa diceria una "favola" ispirata alle nefandezze del personaggio.
Longino tenta di salire al trono ma l'influenza della vedova Arianna spinge il
senato
a nominare
Anastasio
, un funzionario isaurico di basso rango.
Eufemio vescovo di
Costantinopoli
si oppone alla scelta ma
Anastasio
lo convince ad incoronarlo promettendogli di sostenere le deliberazioni del
Concilio di Calcedonia
.
Prosegue l'assedio di
Ravenna
. Fallisce una sortita notturna di
Odoacre
nella pineta di Classe.
Con imbarcazioni sequestrate a
Rimini
,
Teodorico
blocca a
Odoacre
i rifornimenti via mare.
Anno
492 d.C.
Papa:
Gelasio
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Odoacre
Consoli
:
Flavio Anastasio Augusto
e Rufo
Muore il papa
Felice III
, gli succede
Gelasio
di origine africana.
Anastasio
era molto religioso, spesso pregava in privato, digiunava e faceva molte elemosine.
Divenuto imperatore abolisce il tributo
Crisargiro
troppo gravoso sulla popolazione.
Rende gratuite le cariche statali che fino ad allora erano state concesse a titolo oneroso.
Vieta i combattimenti nell'anfiteatro fra belve e persone.
Manda in esilio ad
Alessandria
Longino costringendolo a farsi prete.
Una rivolta degli
Isauri
comandata da un altro Longino e dal governatore Ninilingi viene repressa violentemente dal generale Giovanni Scita.
Nessun evento particolare registrato in
Italia
, mentre continua l'assedio di
Ravenna
.
Anno
493 d.C.
Papa:
Gelasio
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
: Eusebio e Albino
Eusebio console in Oriente è lo stesso che fu console nel
489 d.C.
, probabilmente il
Magister Officiorum
(maggiordomo) dell'imperatore.
Albino sarà processato nel
524 d.C.
.
Insurrezione a
Costantinopoli
contro Anastasio e Arianna, citata dal solo
Conte Marcellino
.
Continua la guerra contro gli
Isauri
che assediano la città di Claudiopoli ma vengono respinti.
Dopo tre anni di assedio, a causa della fame che tormenta i
Ravennati
,
Odoacre
tratta la pace con Teodorico con la mediazione dell'arcivescovo di
Ravenna
.
Il 25 o il 27 febbraio si conclude la pace. Il 5 marzo vengono aperte le porte e Teodorico prende possesso della città e del porto di Classe.
Secondo
Procopio
, Teodorico accettò di associare
Odoacre
al governo mentre secondo l'Anonimo Valesiano si limitò a promettergli l'impunità.
Invitato
Odoacre
a un banchetto,
Teodorico
lo uccide a tradimento di propria mano e fa uccidere tutto il suo seguito.
I
Rugi
, guidati da
Federico
, occupano
Pavia
e compiono molte nefandezze ma il vescovo Epifanio riesce a contenere la loro ferocia. Più tardi, in data non precisabile, Federico sarà soppresso da
Teodorico
per essersi ribellato.
Teodorico
manda ambasciatori in missione di pace presso Anastasio.
Teodorico
stabilisce parentele con i regnanti di altri stati: sposa
Audelfreda
sorella di
Clodoveo
, sua sorella
Amalafreda
sposa
Trasamondo
re dei
Vandali
. La figlia
Teodegota
sposa il re dei
Visigoti
Alarico II
, l'altra figlia Ostrogota sposa Sigismondo figlio del re dei
Burgundi
Gunbobaldo. La nipote
Amalaberga
, figlia di primo letto di
Amalafreda
, sposa il re di
Turingia
Ermenefredo
.
Clodoveo
sposa la principessa burgunda Clotilde che lo porterà a convertirsi al
Cristianesimo
.
Anno
494 d.C.
Papa:
Gelasio
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
: Turcio Rufino Aproniano Asterio e Presidio.
Teodorico
conferma i magistrati e spinge i
Goti
ad adottare l'abbigliamento romano.
Su richiesta di Epifanio vescovo di
Pavia
e di Lorenzo arcivescovo di
Milano
,
Teodorico
abroga i suoi editti punitivi nei confronti delle città che avevano sostenuto
Odoacre
.
Epifanio e Vittore vescovo di
Torino
inviati da
Teodorico
presso il re burgundo Gundobado per riscattare i prigionieri presi in
Lombardia
.
Continua la guerra in Oriente contro gli
Isauri
.
Discordia fra
Anastasio
ed il patriarca Eufemio.
Decreto di papa
Gelasio
sull'autenticità delle Sacre Scritture.
Cassiodoro
entra al servizio di
Teodorico
.
Anno
495 d.C.
Papa:
Gelasio
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Console Flavio Viatore senza collega.
Stanco di attendere l'approvazione di Anastasio,
Teodorico
assume il titolo di re.
Anastasio
depone il patriarca Eufemio, lo manda in esilio e lo sostituisce con Macedonio.
Anno
496 d.C.
Papa:
Anastasio II
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Console Paolo senza collega (Oriente).
Il console Paolo era fratello dell'imperatore Anastasio.
Il 19 novembre muore
Gelasio
, autore dell'opera
De duabus in Christo Naturis
e revisore del Messale Romano.
Viene eletto papa
Anastasio II
.
Il 21 gennaio muore il vescovo di
Pavia
Epifanio durante il ritorno da una missione presso
Teodorico
per chiedere sgravi fiscali in favore delle popolazioni lombarde.
Anche
Teodorico
, benché
ariano
, si comporta amichevolmente nei confronti della Chiesa Cattolica. Si racconta che quando seppe che un suo fedele ministro cattolico si era fatto
ariano
per compiacerlo lo fece giustiziare dicendo: "Se costui non è stato fedele a Dio come potrebbe esserlo a me?".
Muore Gundamondo re dei
Vandali
in
Africa
che si era dimostrato molto indulgente verso i Cattolici.
Gli succede
Trasamondo
che chiede ed ottiene la mano di
Amalafreda
sorella di
Teodorico
.
Clodoveo
amplia il suo regno con nuove conquiste. Vincitore di una rischiosa guerra contro gli
Alemanni
si converte al
Cristianesimo
imitato da migliaia di sudditi.
Anno
497 d.C.
Papa:
Anastasio II
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Console Flavio Anastasio Augusto senza collega.
Secondo il
Conte Marcellino
in quest'anno terminò la guerra fra Anastasio e gli
Isauri
. Giovanni Scita, generale bizantino, catturò e fece decapitare i capi egli insorti: Atenodoro e Longino, già ufficiale romano.
Molti
Alemanni
sconfitti da
Clodoveo
fuggirono in
Italia
dove furono ben accolti da
Teodorico
, lieto di ripopolare le campagne dopo le molte perdite subite nelle guerre precedenti.
Teodorico
inoltre scrisse a
Clodoveo
consigliandolo di trattare i vinti con maggiore clemenza.
Il papa
Anastasio II
inviò un'ambasceria all'imperatore per chiedergli di radiare dai Dittici il nome di
Acacio
e di aiutare la chiesa alessandrina, con i legati pontifici andò il patrizio Festo inviato da
Teodorico
e questa missione migliorò i rapporti fra l'imperatore ed il nuovo re d'
Italia
.
Anno
498 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Console Giovanni Scita e Paolino.
Giovanni Scita viene compensato con il consolato in Oriente per i suoi successi nella guerra isaurica; Paolino viene nominato da
Teodorico
per l'Occidente.
Il 17 novembre muore il papa
Anastasio II
, il 22 viene eletto
Simmaco
, di origine sarda, ma una parte del clero nomina contro di lui Lorenzo, prete romano. La discordia riguarda anche nobili e senatori e durerà per tre anni provocando molti episodi di violenza.
Anno
499 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Console Giovanni il Gobbo senza collega.
Anche questo console è premiato per il suo operato nella guerra contro gli
Isauri
.
Viene chiesto a
Teodorico
di dirimere la questione dei due Papi.
Teodorico
conferma
Simmaco
in quanto nominato per primo e con più voti.
I
Bulgari
fanno irruzione in
Tracia
e contro di loro viene inviato il generale Aristo.
Anno
500 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Ipazio e Patricio
Ipazio era figlio della sorella di Anastasio, Patrizio era un generale di origine frigia.
In quest'anno
Teodorico
visita
Roma
, vi entra trionfalmente e nonostante sia
ariano
si reca a San Pietro ad onorare il sepolcro del Santo.
Per dimostrare la propria munificenza assegna donazioni di grano al popolo e stanzia fondi per il restauro del palazzo imperiale.
Trattenutosi sei mesi a
Roma
torna a
Ravenna
dove fa sposare la nipote
Amalaberga
con
Ermenefredo
re di
Turingia
.
Simmaco
convoca un nuovo sinodo e per misericordia crea vescovo il suo avversario Lorenzo, ma secondo alcuni la nomina era avvenuta in precedenza, subito dopo la conferma di
Simmaco
.
Nasce una discordia fra i due re fratelli dei
Burgundi
, Gundobado e Godisigelo. Quest'ultimo si accorda con
Clodoveo
perché attacchi il fratello. Gundobado fugge ad
Avignone
lasciando al fratello buona parte del regno, ma riprende le forze, attacca
Vienna
e uccide Godisigelo recuperando il potere.
Anno
501 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Rufio Magno Fausto Avieno e Flavio Pompeo.
Gundobado emanò un codice di leggi per tutelare le minoranze
romane
residenti nel suo regno.
Su iniziativa di S. Avito vescovo di
Vienna
si tiene una conferenza per tentare, ma senza successo di convertire l'
ariano
Gundobado al Cattolicesimo.
A
Costantinopoli
si ebbero disordini durante i giochi teatrali nello staio, vi rimasero uccise oltre tremila persone. Evidentemente le fazioni di tifosi delle squadre di cavalieri avevano un significato politico che esulava dalla competizione sportiva.
Teodorico
e
Clodoveo
si avverarono contro Gundobado. I
Franchi
sconfissero i
Burgundi
prima dell'arrivo dei
Goti
sul luogo delle battaglia, tuttavia
Teodorico
, dietro pagamento della somma prevista dai patti, ebbe la sua quota di territori conquistati annettendo al suo regno una parte della
Gallia
.
Secondo
Muratori
, tuttavia, questi eventi risalgono al 523 e la guerra non fu combattuta contro Gundobado ma contro suo figlio Sigismondo, contrariamente alla notizia di
Procopio
.
Anno
502 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Flavio Avieno Juniore e Probo.
Il terzo concilio convocato da
Simmaco
annulla il decreto risalente ai tempi di
Odoacre
che subordinava all'approvazione del re l'elezione papale.
I
Bulgari
tornano a devastare la
Tracia
e l'
Illirico
.
I
Persiani
chiedono denaro all'imperatore
Anastasio
e non ottenendolo attaccano l'
Armenia
, passano in
Mesopotamia
ed espugnano la città di Amida.
Clodoveo
sottomette la
Britannia
.
Anno
503 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Desicrate e Volusiano.
Un concilio detto Palmare tenutosi a
Roma
in questo anno dichiara definitivamente conclusa la contesa del soglio pontificio fra
Simmaco
e Lorenzo a vantaggio del primo.
Muratori
cita il cronista Anastasio Bibliotecario che descriveva i disordini verificatisi negli anni della lotta fra papa ed antipapa durante i quali si ebbero numerose vittime fra sacerdoti e laici. A questa fonte, partigiana di
Simmaco
, l'autore confronta un testo detto Anonimo Veronese, opera di un ignoto sostenitore di Lorenzo.
Qui si legge che trascorso qualche tempo dall'arbitrato di
Teodorico
favorevole a
Simmaco
, i sostenitori di Lorenzo accusarono il rivale di comportamenti immorali.
Simmaco
si sarebbe rifiutato di presentarsi a
Teodorico
che lo aveva convocato e di partecipare ad un concilio indetto dallo stesso re.
L'anonimo omette però di parlare di episodi di violenza ed intimidazione subiti da
Simmaco
e dal suo seguito. In ogni caso i fautori di Lorenzo ebbero momentaneamente il sopravvento e l'antipapa, tornato a
Roma
, riuscì ad impadronirsi di molte chiese. Infine
Simmaco
riuscì a dimostrare con un memoriale le proprie ragioni a
Teodorico
che lo reintegrò pienamente con la conferma, appunto, del concilio del
503 d.C.
.
Ancora da Anastasio Bibliotecario apprendiamo che
Simmaco
era entrato in polemica con l'imperatore
Anastasio
che aveva protetto la memoria di
Acacio
mostrandosi se non favorevole almeno tollerante nei confronti degli eretici.
Dalla testimonianza del Bibliotecario e dai documenti da lui tramandati si evince che probabilmente
Simmaco
scomunicò l'imperatore.
In questo stesso anno
503
si realizzarono a
Ravenna
grandi opere promosse e finanziate da
Teodorico
come il restauro dell'Acquedotto di
Traiano
.
Le fonti concordano nella sostanza riferendo un massiccio intervento di
Teodorico
contro i
Persiani
, con un esercito comandato da Patrizio, Ipazio e dal generale Ariobindo, già al servizio di
Olibrio
. La discordia fra questi comandanti, tuttavia, vanificò questo intervento che si concluse con una sconfitta e con la devastazione da parte dei
Persiani
di ampi territori dell'impero.
Si riaccendono inoltre le lotte fra le fazioni dello stadio di
Costantinopoli
con molte vittime fra le quali il figlio naturale dell'imperatore.
Anno
504 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Cetego senza collega.
Cetego era figlio di Probino, console nel
489 d.C.
.
Si tiene a
Roma
il sesto concilio convocato da
Simmaco
per stabilire le sanzioni contro chi, a seguito del recente scisma, ancora occupava beni della Chiesa.
In
Africa
il vandalo
Trasamondo
aveva bloccato la nomina dei nuovi vescovi, la reazione della Chiesa Cattolica provocò nuove persecuzioni e molti prelati, fra i quali San Fulgenzio, vennero condannati all'esilio.
Teodorico
combattè contro i
Bulgari
ed i
Gepidi
nelle regioni danubiane estendendo il proprio dominio su una parte della
Pannonia
.
Sostituendo alcuni ufficiali della sua armata, l'imperatore
Anastasio
riprende il controllo della guerra contro i
Persiani
e conclude la pace.
Anno
505 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Sabiniano e Teodoro.
L'unno Mundone (Mundo) discendente di
Attila
aveva occupato una regione oltre il
Danubio
dalla quale partiva per frequenti scorrerie nei territori dell'impero fino all'
Illirico
.
L'imperatore
Anastasio
mandò un esercito comandato dal console Sabiniano che venne sconfitto nei pressi di Horrea Margi da Mundo e dagli
Ostrogoti
comandati da Pitzia.
Dopo la vittoria Mundo si assoggettò spontaneamente a
Teodorico
che l'aveva aiutato ma ne nacquero discordie fra
Teodorico
ed
Anastasio
.
Teodorico
nominò il conte Colonneo governatore della
Pannonia
Sirmiense conquistata l'anno precedente e lo incaricò di emanare nuove norme, in particolare per vietare o contenere la pratica del duello molto diffusa in quelle regioni.
Anno
506 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Ariobindo e Messala
Ariobindo, figlio di Dagalaiso console nel
461
e nipote di Ariobindo console nel
434
è il generale bizantino che aveva combattuto contro i
Persiani
l'anno precedente. Aveva sposato Giuliana, figlia dell'imperatore
Olibrio
e di Placidia.
Il re franco
Clodoveo
, con vari pretesti, rompe la già precaria pace con il re dei
Visigoti
Alarico
accogliendo le sollecitazioni delle popolazioni galliche di fede cattolica che si trovano nel territorio visigoto.
A
Costantinopoli
Anastasio
fa pressioni sul vescovo Macedonio perché accetti l'
Enoticon
, protegge i
Manichei
ed in generale adotta comportamenti sgraditi alla Chiesa Cattolica.
Anno
507 d.C.
Papa:
Simmaco
Imperatore d'Oriente:
Anastasio
Re d'
Italia
:
Teodorico
Consoli
Flavio Anastasio Augusto
e Venanzio
Teodorico
si adopera intensamente con ambasciate e lettere a mantenere la pace fra
Franchi
e
Visigoti
sforzandosi in particolare di convincere
Clodoveo
a cercare una soluzione delle sue dispute con
Alarico
in un arbitrato senza ricorrere alle armi.
Tuttavia le ambizioni di
Clodoveo
continuano a spingerlo verso la guerra e la conquista. Ai
Franchi
si alleano i
Burgundi
, probabilmente in virtù di un precedente trattato.
In vista della guerra
Alarico
chiede aiuto a
Teodorico
ma finisce con l'affrontare la battaglia presso Carcassonne prima dell'arrivo dei rinforzi. Viene sconfitto ed ucciso con un gran numero dei suoi e
Clodoveo
si appropria di ampi territori del regno visigoto.
Ad
Alarico
succede il figlio naturale
Gesalico
dal momento che
Amalarico
, figlio di
Alarico
e di una nipote di
Teodorico
, è troppo giovane per prendere il potere.
Anno
538
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Vitige
Console: Flavio Giovanni senza collega.
Il Flavio Giovanni console in quest'anno era caro a
Giustiniano
e potentissimo alla sua corte, era stato
prefetto del pretorio
ed aveva ottenuto il titolo di patrizio nonostante avesse ucciso Eusebio vescovo di
Cizico
.
Papa
Silverio
era esule in
Licia
per sospetto di intese con
Vitige
.
Giustiniano
aprì un'inchiesta per chiarire la vicenda,
Silverio
fu ricondotto in
Italia
ma
Belisario
lo fece confinare a
Ponza
dove secondo alcune fonti fu lasciato morire di fame, secondo altre fu fatto uccidere da Antonina moglie di
Belisario
, probabilmente per ordine segreto di Teodora.
Continuava l'assedio di
Roma
e
Belisario
ordinò a Giovanni nipote di Vitaliano di compiere un'azione diversiva nel
Piceno
. Questi agì con successo sconfiggendo i
Goti
e conquistando
Ravenna
e
Rimini
, distogliendo
Vitige
dall'assedio.
Vitige
si portò a
Rimini
per liberarla mentre
Belisario
inviava mille uomini comandati da
Mundila
per nave a
Genova
a per aiutare i Milanesi. Queste truppe sconfissero i
Goti
a
Pavia
mentre i
Bizantini
liberavano
Milano
,
Bergamo
, Como,
Novara
.
Un contingente inviato da
Vitige
si unì a diecimila
Borgognoni
per assediare
Milano
. Non è certo se il contingente della
Borgogna
fosse intervenuto per ordine del re dei
Franchi
Teodeberto
, ma
Muratori
ne dubita perché pare fossero in corso trattative di alleanza fra
Teodeberto
e
Giustiniano
.
Da parte sua
Belisario
lasciò a
Roma
una guarnigione e mosse verso nord, conquistando rapidamente
Todi
e
Chiusi
. Intanto un rinforzo di settemila soldati bizantini sbarcava nel
Piceno
al comando dell'eunuco
Narsete
.
Belisario
e
Narsete
si incontrarono a
Fermo
e decisero di soccorrere Giovanni che difendeva
Rimini
, ma i
Goti
rinunciarono a quella città prima del loro arrivo.
I due generali, che non andavano d'accordo si divisero.
Belisario
conquistò
Urbino
,
Narsete
Imola
.
Tutta l'
Italia
era succube della carestia e nelle città assediate non mancavano episodi di cannibalismo.
Anno
539
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Vitige
Console: Flavio Appione senza collega.
Milano
capitolò ed i
Goti
entrati in città fecero strage della popolazione. Tutte le donne furono fatte schiave e donate ai
Burgundi
, la città fu distrutta. I
Goti
riconquistarono tutta la regione,
Mundila
e Paolo che avevano comandato le difese bizantine di
Milano
furono condotti prigionieri a
Ravenna
.
Vitige
tentò di provocare la discesa dei
Longobardi
in
Italia
ma questi, allora stanziati in
Pannonia
e nel
Norico
, rifiutarono per rispettare un trattato con
Giustiniano
.
Vitige
inviò allora ambasciatori a
Cosroe re di Persia
per indurlo ad attaccare l'impero bizantino, questa mossa preoccupò
Giustiniano
che, mentre proponeva trattative di pace ai Goti, richiamava
Narsete
e progettava di richiamare anche
Belisario
per organizzare le difese contro la
Persia
.
Intanto
Belisario
incaricava Cipriano e Giustino di occupare
Osimo
e
Fiesole
per aprirgli la strada verso
Ravenna
e mandava Martino e Giovanni a prendere
Tortona
.
Violando tutti i patti,
Teodeberto
re dei
Franchi
, calò in
Piemonte
con una grande armata ed arrivato al
Po
fece strage dei
Goti
che risiedevano nella regione e, più avanti, di quelli stanziati presso
Tortona
per fronteggiare Martino e Giovanni.
Anche questi ultimi furono messi in fuga dai
Franchi
e giunti in
Toscana
informarono
Belisario
che scrisse a
Teodeberto
per ricordargli i patti con
Giustiniano
.
Non fu quella lettera a far tornare indietro i
Franchi
ma la fame e le malattie che la loro armata incontrò in un paese già devastato dalla carestia.
Sulla via del ritorno i
Franchi
saccheggiarono
Piemonte
e
Liguria
colpendo particolarmente la città di
Genova
.
Finalmente conquistate
Osimo
e
Fiesole
, Belisario marciò verso
Ravenna
e si impadronì dei rifornimenti diretti agli assedianti.
Anno
540
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Ildibado
Console
Flavio Giustino Juniore
senza collega
Il console
Flavio Giustino Juniore
era nipote di
Giustiniano
, diverso dall'omonimo che successivamente fu imperatore.
Il re di
Persia
Cosroe
, già in guerra con
Giustiniano
, entrò in
Mesopotamia
e proseguì fino ad
Antiochia
, che saccheggiò ed incendiò.
Giustiniano
, di fronte a questa situazione, decise di chiudere più rapidamente possibile la guerra in
Italia
ed inviò ambasciatori presso
Vitige
. Gli ambasciatori svolsero una trattativa che prevedeva di mantenere all'imperatore i territori a sud del
Po
lasciando quelli a nord ai
Goti
, ma
Belisario
non volle sottoscrivere.
I
Goti
assediati in
Ravenna
, tormentati dalla mancanza di viveri, proposero allora a
Belisario
di proclamarsi re d'
Italia
con il loro sostegno.
Belisario
, pur non intendendo mancare di lealtà a
Giustiniano
, accettò di avviare questa trattativa e, ottenuta la resa di
Ravenna
senza combattere ancora, fece rifornire gli assediati e consentì a chi lo desiderava di lasciare la città, limitandosi ad arrestare
Vitige
(che fu deportato a
Bisanzio
con la famiglia).
Seguì un periodo di pace durante il quale la situazione italiana sembrò risolta ma gli avversari di
Belisario
lo criticarono presso l'imperatore sostenendo che aspirasse alla tirannia. Se
Giustiniano
credesse o meno a queste accuse non è noto, comunque richiamò
Belisario
in oriente per combattere contro i
Persiani
.
Venuti a conoscenza dell'imminente partenza di
Belisario
i
Goti
elessero re
Ildibado
il quale scrisse al generale bizantino accusandolo di aver mancato alla parola data ed esortandolo ancora a prendere la corona, ma
Belisario
rifiutò.
Anno
541
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Erarico
-
Totila
Console
Flavio Basilio Juniore
senza collega
Quello di quest'anno fu, salvo rare eccezioni, l'ultimo consolato non rivestito dall'imperatore.
Giustiniano
abrogò l'istituzione con il pretesto che le cerimonie per la nomina dei consoli erano troppo costose.
Belisario
portò a
Costantinopoli
Vitige
con la moglie, alcuni notabili goti ed i figli di
Ildibado
, oltre ai tesori di
Teodorico
sequestrati a
Ravenna
.
Vitige
visse a
Costantinopoli
gli ultimi anni della sua vita, quindi la vedova fu data in moglie a
Germano
, figlio di un fratello di
Giustino I
.
Belisario
prese a combattere contro i
Persiani
, ma con scarso successo.
Giustiniano
inviò in
Italia
, per verificare la gestione dei tributi, un funzionario di nome
Alessandro
soprannominato
forbicetta
, famoso per la sua avidità che prese a vessare la popolazione ed i soldati intentando accuse di evasione fiscale spesso inventate.
Ildibado
, con un'accorta politica, andava guadagnando credito nelle città dell'
Italia
settentrionale. Soltanto
Vitalio
, ufficiale imperiale al comando di
, mosse contro di lui ma venne sconfitto. Ma la vita di
Ildibado
finì improvvisamente: egli fu ucciso durante un banchetto da un ufficiale che lo odiava per motivi personali.
Morto
Ildibado
, i
Rugi
, gente venuta in
Italia
con
Teodorico
, dichiararono re il loro capo
Erarico
e gli altri
Goti
, pur senza entusiasmo, approvarono la nomina.
Si stabilì a
Ravenna
il bizantino
Costanziano
con il titolo di generale della armi. Pochi mesi dopo i
Goti
giudicarono
Erarico
inadatto alla corona e proposero la nomina di re al giovane
Totila
, nipote di
Ildibado
, che accettò a condizione che
Erarico
venisse eliminato.
Erarico
, che aveva avviato trattative segrete con
Giustiniano
, venne ucciso e sostituito da
Totila
.
Anno
542
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Sollecitati da
Giustiniano
,
Costanziano
,
Alessandro
ed un ufficiale armeno di nome
Artabaze
, riunirono le forze disponibili e muovendo da
Ravenna
occuparono
Verona
con la collaborazione di un cittadino filobizantino di nome
Marciano
, ma poco dopo i
Goti
ripresero la città.
Intervenne quindi
Totila
che accerchiò le truppe bizantine e ne fece strage per poi passare in
Toscana
ed assediare
Firenze
, difesa da un presidio comandato da
Giustino
, ma quando seppe che i
Bizantini
stavano per contrattaccare si ritirò nel
Mugello
.
Le forze imperiali comandate da
Giovanni
nipote di
Vitaliano
lo attaccarono ma furono di nuovo sconfitte.
Totila
proseguì verso sud, superò
Roma
, conquistò
Benevento
ed altre località della
Campania
e del
Sannio
. Durante questa spedizione fece visita a
Montecassino
a
San Benedetto
il quale lo esortò alla clemenza.
Intanto le truppe imperiali erano scontente perché non ricevevano la paga.
Costanziano
governava
Ravenna
,
Giustino
Firenze
,
Cipriano
Perugia
,
Bessa
Spoleto
ed altre città.
Giustiniano
inviò in
Italia
una flotta comandata da
Massimino
che aveva nominato prefetto d'
Italia
ma costui, pavido ed inesperto, si fermò in
Epiro
.
Fu allora inviato
Demetrio
che raccolse derrate in
Sicilia
per aiutare la popolazione di
Napoli
assediata dai
Goti
, ma disponendo di pochi soldati fu gravemente sconfitto. Verso la fine dell'anno
Massimino
giunse finalmente in
Italia
ma la sua flotta fu sospinta dal maltempo sulle coste campane dove i
Goti
fecero strage dei nuovi venuti.
In oriente
Belisario
riusciva, se non altro, ad arginare l'avanzata dei
Persiani
ma fu privato del comando da
Giustiniano
, tornò a
Costantinopoli
e si ritirò a vita privata.
Anno
543
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
I
Napoletani
si arresero e
Totila
li trattò con molta umanità arrivando a far loro dispensare il cibo gradualmente finché non si furono rimessi dai lunghi digiuni. Il presidio bizantino comandato da
Conone
fu libero di allontanarsi indisturbato, quindi
Totila
fece demolire le mura della città per prevenire nuovi problemi.
Ordinò quindi l'assedio di
Tivoli
e si diresse verso
Roma
.
Anno
544
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Totila
inviò una parte delle sue truppe ad assediare
Otranto
e scrisse varie lettere ai
Romani
per convincerli a cedergli pacificamente la città, ma il presidio bizantino comandato da
Giovanni
mantenne la situazione sotto controllo.
Giustiniano
rimandò in
Italia
Belisario
, riabilitato per intercessione di
Teodora
. Partito con pochi uomini,
Belisario
li accolse strada facendo e da
Salona
inviò ad
Otranto
un contingente che bastò a dissuadere i
Goti
dal continuare l'assedio.
Intanto
Totila
espugnava
Tivoli
e bloccava gli approvvigionamenti che giungevano a
Roma
lungo il
Tevere
. Le truppe di
Belisario
calarono in
Italia
e combatterono con alterne fortune a
Osimo
,
Pesaro
e
Fano
.
Il 26 marzo morì
San Benedetto
, fondatore del celebre ordine monastico.
Nello stesso anno il poeta romano
Aratore
pubblicò il suo poema epico.
Anno
545
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Belisario
mandò
Giovanni
a
Costantinopoli
per chiedere a
Giustiniano
rinforzi e fondi con cui pagare il soldo delle truppe. A
Costantinopoli
Giovanni
sposò
Giustina
figlia di
Germano
.
Totila
conquistò
Fermo
e
Ascoli
e passò ad assediare
Spoleto
e
Assisi
che si arresero spontaneamente non vedendo arrivare soccorsi.
Cercò quindi di convincere alla resa
Cipriano
governatore di
Perugia
, non riuscendovi corruppe una delle sue guardie che lo assassinò ma anche dopo la morte di
Cipriano
gli uomini del presidio bizantino continuarono a difendere
Perugia
e
Totila
abbandonò l'impresa.
Totila
strinse il blocco intorno a
Roma
e trucidò un manipolo di
Bizantini
che tentava una sortita. Controllare le coste della
Campania
gli permetteva di bloccare anche i rifornimenti provenienti dal mare. Contemporaneamente il Goto inviava parte delle sue truppe ad assediare
Piacenza
.
Belisario
insisteva per ottenere aiuti da
Giustiniano
che alla fine mandò rinforzi comandati da
Giovanni
e da
Isacco
fratello di
Narsete
. Il generale inviò quindi navi cariche di rifornimenti al comando degli ufficiali
Valentino e Foca
alla foce del
Tevere
per soccorrere la cittadinanza romana.
Valentino e Foca
contattarono
Bessa
, governatore del presidio di
Roma
, per organizzare un attacco agli assedianti ma
Bessa
non partecipò. I due ufficiali vollero ugualmente tentare un'azione ma furono sopraffatti dai
Goti
e perirono con molti dei loro uomini.
I
Goti
catturarono anche le navi di rifornimento inviate da papa
Vigilio
che prima dell'assedio si era trasferito in
Sicilia
. Fra i prigionieri catturati dai
Goti
in questa occasione era anche un vescovo che, interrogato da
Totila
fu accusato di menzogna e condannato al taglio delle mani.
Papa
Vigilio
fu convocato a
Costantinopoli
da
Giustiniano
oppure vi fu condotto a forza come affermano alcune fonti alle quali
Muratori
attribuisce minor credito.
Anno
546
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
I cittadini di
Piacenza
, vinti dalla fame, si arresero ai
Goti
. I
Romani
tentarono di trattare con
Totila
mandando in ambasciata il diacono
Pelagio
vicario di
Vigilio
ma la missione non ebbe successo.
Belisario
, unitosi a
Durazzo
con
Giovanni
e
Isacco
, passò a
Otranto
, da qui navigò fino al porto di
Roma
mentre
Giovanni
risaliva la penisola riconquistando
Brindisi
e parte dell'
Italia Meridionale
, ma veniva bloccato a
Capua
dai
Goti
.
Belisario
tentò di forzare il blocco del
Tevere
ma gli giunse la falsa notizia che il suo campo (nel quale si trovava la moglie
Antonina
) era caduto in mano al nemico e desistette.
Grazie al tradimento di alcune guardie gli uomini di
Totila
riuscirono ad entrare in
Roma
e ad aprire le porte.
La città fu occupata dai
Goti
ma
Totila
ordinò di non nuocere alla popolazione,
Bessa
riuscì a fuggire con altri patrizi. Nel suo palazzo furono trovate ingenti ricchezze ricavate vendendo a caro prezzo viveri agli assediati.
Fra la popolazione fu trovata
Rusticiana
, figlia di
Simmaco
e vedova di
Boezio
, ridotta in miseria per le elemosine elargite.
Totila
vietò che le fosse fatto del male.
Totila
inviò quindi proposte di pace a
Giustiniano
che rimise la decisione a
Belisario
.
Il re goto fece demolire le mura di
Roma
e deportò i
senatori
e parte della popolazione in
Campania
, quindi proseguì in
Calabria
e
Lucania
riprendendo i territori che
Giovanni
gli aveva sottratto.
Vigilio
, convocato da
Giustiniano
, giunse a
Costantinopoli
per trattare dei
Tre Capitoli
, cioè della condanna degli scritti di
Teodoro
,
Iba
e
Teodoreto
.
Anno
547
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Partito
Totila
,
Belisario
entrò in
Roma
, ormai quasi spopolata, e riformò come potè una muraglia di protezione con le macerie delle mura demolite.
Quando
Totila
lo seppe accorse con la sua armata e si svolse una durissima battaglia in cui i
Goti
furono sconfitti. Respinto più volte nei giorni successivi,
Totila
si ritirò a
Tivoli
, poco più tardi mosse verso
Perugia
nella speranza di concludere quell'assedio ma fu raggiunto dalla notizia che
Giovanni
aveva liberato
Acerenza
.
Belisario
fece rotta verso
Taranto
per ricevere contingenti inviati da
Giustiniano
ma il vento contrario spinse le sue navi a
Crotone
Nei pressi del campo di
Belisario
la cavalleria bizantina fu sconfitta da quella gota e
Belisario
si spostò a
Messina
mentre
Totila
assediava il castello di
Rossano
.
Anno
548
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Morì
Teodora
moglie di
Giustiniano
, donna deprecata per i suoi vizi e per la protezione degli eretici che pure elargì grandi elemosine e fece costruire molte chiese.
Antonina
moglie di
Belisario
che era andata a
Costantinopoli
per chiedere aiuto a
Teodora
arrivò che l'imperatrice era già morta.
Conone
, comandante del presidio greco a
Roma
, fu trucidato dai suoi soldati perché commerciava illecitamente le derrate.
Belisario
distolse alcune truppe da
Otranto
per soccorrere
Rossano
ma di nuovo il vento deviò le navi. Allora
Belisario
inviò
Giovanni
e
Valeriano
nel
Piceno
per creare un'azione diversiva ma
Totila
non rinunciò all'assedio di
Rossano
.
Infine i Rossanesi si arresero e furono trattati con clemenza, anche i soldati greci furono lasciati andare ad eccezione del loro comandante.
Belisario
tornò in oriente per combattere i
Persiani
concludendo una permanenza in
Italia
che gli aveva fruttato ricchezze ma non gloria.
I
Goti
conquistarono
Perugia
e decapitarono il vescovo
Ercolano
.
Una spedizione in
Dalmazia
comandata da
Ilauso
, ufficiale bizantino passato al nemico, saccheggiò alcune località nei pressi di
Salona
e sconfisse i
Bizantini
comandati da
Claudiano
.
Il re dei
Franchi
Teodeberto
rifiutò la richiesta di
Totila
di sposare la figlia.
Teodeberto
mirava a conquistare l'
Italia
ed infatti occupò alcune zone della
Liguria
e del
Veneto
approfittando della confusione, ma non riuscì a portare avanti progetti più ambiziosi perché morì improvvisamente.
Anno
549
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Il regno di
Giustiniano
era tormentato da incursioni di
Gepidi
,
Longobardi
e
Slavi
mentre continuavano la guerra in oriente contro i
Persiani
e quella contro i
Goti
in
Italia
.
Totila
tornò ad assediare
Roma
il cui presidio era questa volta comandato da
Diogene
.
La città era difesa validamente e l'assedio sarebbe durato a lungo se gli
Isauri
che facevano parte del presidio bizantino non avessero tradito ed aperto ai
Goti
la
Porta San Paolo
.
Riconquistata
Roma
Totila
si mostrò ancora una volta clemente. Concesse ai
Bizantini
di scegliere se tornare a casa o passare alla sue schiere, non nocque alla popolazione e richiamò i
senatori
in esilio.
Inviò quindi proposte di pace a
Giustiniano
ma questi non volle neanche ricevere gli ambasciatori, decisione che spinse
Totila
a tentare la conquista della
Sicilia
, dopo aver espugnato
Civitavecchia
.
Durante il viaggio inviò truppe a
Reggio Calabria
e
Taranto
, intanto i suoi soldati nel
Piceno
prendevano
Rimini
.
Giunto in
Sicilia
,
Totila
assediò
Messina
con alcune truppe spingendo le altre a saccheggiare l'isola.
Giustiniano
inviò in
Italia
Germano
, ufficiale di grande prestigio che aveva al suo attivo molte vittorie contro i barbari.
Anno
550
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
A
Germano
si unirono
Giovanni
, genero di
Giustiniano
, e schiere di
Eruli
appositamente assoldate.
Germano
aveva avuto due figli,
Giustino (Juniore)
e
Giustiniano
, dalla prima moglie
Passara
che era già morta in quest'anno. Sposò
Matasunta
, figlia di
Amalasunta
e vedova di
Vitige
e la portò con se in
Italia
sperando di valersi della sua diretta discendenza da
Teodorico
per convincere i
Goti
alla resa.
Germano
reclutò molti mercenari e gli
Italiani
che militavano con i
Goti
gli fecero segretamente sapere di essere pronti a passare nelle sue file. Avrebbe forse svolto un'impresa in grande stile se non fosse stato improvvisamente richiamato da
Giustiniano
per difendere
Salonicco
dagli
Slavi
che l'attaccavano. In ogni caso prima di imbarcarsi si ammalò gravemente ed in pochi giorni morì.
Giustiniano
inviò in
Sicilia
Liberio
e
Artabane
e passò a
Giustiniano
figlio di
Germano
il comando che era stato del padre.
Liberio
tentò di liberare
Siracusa
dall'assedio ma poiché le navi di
Artabane
furono disperse da una tempesta si trovò a corto di uomini e marciò verso
Palermo
.
I
Greci
catturarono
Spino da Spoleto
questore di
Totila
e lo rilasciarono a fronte della promessa di convincere il re a ritirarsi dalla
Sicilia
.
Spino
mantenne la promessa e tutti i
Goti
, carichi di bottino, tornarono in
Italia
.
Anno
551
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Totila
Per non favorire i
Persiani
,
Giustiniano
proibì l'acquisto della seta. Ne approfittarono alcuni monaci reduci da missioni in
India
che intrapresero lucrosi commerci di bachi da seta con quel Paese.
Giustiniano
affidò il comando della guerra in
Italia
a
Narsete
ed ordinò a
Giovanni
che sostava a
Salona
di attendere l'arrivo del nuovo comandante prima di muovere verso l'
Italia
.
Totila
, per prevenire
Narsete
, inviò trecento navi a razziare le coste della
Grecia
e bloccare le navi che dovevano portare rifornimenti all'armata bizantina.
Valeriano
, comandante del presidio di
Ravenna
, invitò
Giovanni
ad aiutarlo a liberare
Ancona
dall'assedio e
Giovanni
, contravvenendo agli ordini ricevuti, lo raggiunse a
Senigallia
dove i
Bizantini
vinsero i
Goti
in una battaglia navale.
La notizia di questa sconfitta indusse gli assedianti ad abbandonare
Ancona
.
Intanto
Artabane
liberava la
Sicilia
dai pochi presidi lasciati dai
Goti
ma
Totila
, senza perdersi d'animo davanti a tante avversità, occupava la
Sardegna
e la
Corsica
.
Giustiniano
inviò ambasciatori a
Teodebaldo
, nuovo re dei
Franchi
, per chiedergli la restituzione dei territori occupati da
Teodeberto
in
Liguria
e nel
Veneto
e per proporgli una lega contro i
Goti
.
Teodebaldo
rifiutò per rispetto degli accordi fra suo padre e
Totila
.
Audoino
re dei
Longobardi
chiese aiuto a
Giustiniano
contro i
Gepidi
con i quali erano in corso contese per i territori in
Pannonia
. Le forze inviate dall'imperatore erano comandate da
Amalafrido
figlio di
Amalaberga
figlia di
Amalafrida
sorella di
Teodorico
e fratello di
Rodelinda
moglie di
Audoino
.
Dalla guerra che seguì fra
Longobardi
e
Gepidi
questi ultimi uscirono gravemente sconfitti tanto che il loro regno si considera da qui in avanti estinto.
A
Costantinopoli
papa
Vigilio
venne in contrasto con
Giustiniano
sulla questione dei
Tre Capitoli
e fuggì a
Calcedonia
.
Anno
552
Papa:
Vigilio
Imperatore
Giustiniano
Re
Teia
Giustiniano
nominò comandante della guerra in
Italia
Narsete
dotandolo di ingenti mezzi finanziari per riorganizzare l'esercito.
Narsete
era eunuco, gracile ed incolto ma dotato di vivace ingegno e di grande forza d'animo.
Il nuovo generale assunse il comando delle forze già riunite in
Salona
alle quali aggiunse molti nuovi arruolamenti e contingenti di
Longobardi
,
Eruli
,
Unni
,
Persiani
e
Gepidi
.
Narsete
guidò l'esercito a
Ravenna
attraversando l'
Adriatico
, quindi raggiunse
Rimini
da dove proseguì verso sud seguendo l'
Appennino
ma evitando il passo di
Pietra Pertusa (Furlo)
presidiato dai
Goti
.
Intanto
Totila
da
Roma
si portò nei pressi di Tagina (Gualdo Tadino ma
Muratori
indica
Gubbio
) e accettò il combattimento solo dopo aver ricevuto tutti i rinforzi che attendeva. Al termine di una sanguinosa battaglia l'armata dei
Goti
fu sconfitta e si disperse.
Anche
Totila
tentò di mettersi in salvo ma morì in un luogo chiamato Capra per una ferita riportata in combattimento o durante la fuga.
Dopo la vittoria
Narsete
congedò i
Longobardi
perché si comportavano barbaramente saccheggiando e violentando le donne.
I
Goti
si riunirono a
Pavia
ed elessero re
Teia
che iniziò il suo regno occupandosi di riorganizzare l'esercito.
Narsete
liberò
Spoleto
,
Narni
,
Perugia
e si portò a
Roma
, penetrò nella città ed espugnò rapidamente la roccaforte che i
Goti
avevano organizzato intorno a
Castel Sant'Angelo
.
Mentre
Teia
cercava senza successo di procurarsi l'aiuto dei
Franchi
e trucidava tutti gli ostaggi presi da
Totila
,
Narsete
si dedicava a liberare uno dopo l'altro i territori occupati dai
Goti
nelle vicinanze di
Roma
.
Anno
568
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Dopo aver sconfitto i
Gepidi
,
Alboino
ed i
Longobardi
muovono dalla
Pannonia
dove abitavano per concessione di Giustiniano ed entrano in
Italia
. Non si tratta di un esercito ma di una completa migrazione: insieme agli uomini atti alle armi viaggiano le famiglie, inoltre ai
Longobardi
si sono unite ventimila famiglie di
Sassoni
e vari gruppi di altre etnie deportati in precedenza dai rispettivi paesi sconfitti da
Alboino
.
Secondo
Paolo Diacono
il nome
Longobardi
significa "lunghe barbe" mentre altri autori lo derivano da "lunghe lance".
Nel partire
Alboino
aveva ceduto agli
Avari
la
Pannonia
con il patto di restituirla se i
Longobardi
fossero stati costretti a tornare indietro.
Alla notizia dell'invasione l'arcivescovo di
Aquileia
Paolino
si ritira nell'isola di
Grado
.
Entrato nel Friuli senza incontrare resistenza,
Alboino
si impadronisce facilmente di
Cividale
ed istituisce il primo ducato longobardo in
Italia
che affida al nipote
Gisulfo
, suo scudiero, stabilendovi una parte del suo seguito.
Felice vescovo di Treviso
presentandosi coraggiosamente ad
Alboino
ottiene l'immunità per il popolo e per la chiesa della sua città.
Intanto Longino esarca di
Ravenna
scrive ripetutamente all'imperatore
Giustino
per chiedere rinforzi contro i
Longobardi
ma questi procedono impadronendosi senza combattere di
Vicenza
e
Verona
mentre incontrano resistenza a
Padova
, Montefelice e
Mantova
e sostano per l'inverno sperando di indurre alla resa queste città.
Anno
569
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Re:
Alboino
Mantova
,
Trento
,
Brescia
,
Bergamo
e
Milano
passano sotto il dominio longobardo ma le notizie in merito ai modi della resa sono scarse e frammentarie.
Il 3 settembre
Alboino
entra in
Milano
, il vescovo Onorato fugge a
Genova
per morirvi poco dopo. Alcuni autori (ma non
Paolo Diacono
) riferiscono che i
Longobardi
saccheggiarono
Milano
ma la notizia non è dimostrata.
I
Longobardi
dilagano rapidamente in
Lombardia
,
Piemonte
e
Liguria
. Incontrano la maggior resistenza nella città di
Ticino (Pavia)
e la assediano.
Anno
570
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Re:
Alboino
Alboino
tiene sotto assedio
Pavia
mentre i suoi conquistano
Tortona
,
Piacenza
,
Parma
,
Reggio
e
Modena
, avanzano quindi verso sud conquistando l'
Umbria
, parte della
Toscana
e parte delle
Marche
.
Le popolazioni italiane oppongono scarsa resistenza perché stremate dalla carestia e da un'epidemia di peste.
Muore
Paolino I
arcivescovo di
Aquileia
iniziatore dello scisma.
Anno
571
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Re:
Alboino
Continua l'assedio di
Pavia
. I
Longobardi
incendiano la fortezza di
Pietra Pertusa
sul
Metauro
e fortificano
Imola
.
Probabilmente in quest'anno conquistano la
Campania
e istituiscono il
Ducato di Benevento
del quale viene nominato primo duca
Zottone
.
Anno
572
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Re:
Alboino
Sul finire di quest'anno
Pavia
si arrende per fame. Secondo una tradizione il cavallo di
Alboino
cade mentre varca la porta della città e non si rialza finché il longobardo non ritratta il giuramento fatto in precedenza di uccidere tutti gli abitanti.
Alboino
si stabilisce nel palazzo costruito da
Teodorico
e si mostra clemente con la popolazione.
Muratori
non concorda con gli autori che datano in quest'anno la morte di
Alboino
.
Anno
573
Papa :
Giovanni III
Imperatore:
Giustino II
Re:
Clefi
Muore il papa
Giovanni III
e la Sede Pontificia rimane vacante forse a causa della minaccia longobarda alle porte di
Roma
.
Secondo
Muratori
in quest'anno muore
Alboino
.
Dopo la conquista di
Verona
Alboino
aveva offerto un banchetto ai suoi ufficiali. Il re beveva nel teschio legato in oro di
Cunimondo
re dei
Gepidi
che aveva ucciso in battaglia. Ubriaco, aveva costretto la moglie
Rosmunda
, figlia di
Cunimondo
, a bere dalla stessa coppa. Da quel momento
Rosmunda
aveva tramato con il cognato
Elmigiso (Elmichi)
per vendicarsi e non riuscendo a convincere un certo
Perideo
ad uccidere il re lo aveva costretto con l'inganno: entrata nel suo letto al posto di una cameriera
Rosmunda
si era unita a
Perideo
per poi ricattarlo.
Durante la notte
Perideo
aveva ucciso
Alboino
e
Rosmunda
aveva sposato
Elmigiso
ma i
Longobardi
non avevano gradito la nuova coppia reale e avevano costretto
Rosmunda
e il suo nuovo marito a fuggire a
Ravenna
presso l'esarca
Longino
.
Longino
si innamora di
Rosmunda
e la convince ad avvelenare
Elmigiso
ma questi prima di morire costringe anche lei a bere il veleno.
Longino
manda a
Costantinopoli
Albsuinda
figlia di
Alboino
ed il tesoro che i fuggiaschi avevano portato a
Ravenna
.
I
Longobardi
eleggono re
Clefi
del quale abbiamo poche notizie, tutte riguardanti la sua crudeltà.
Anno
574
Papa :
Benedetto I
Imperatore:
Giustino II
Cesare:
Tiberio Costantino
Re:
Clefi
Viene consacrato papa
Benedetto I
dopo dieci mesi di sede vacante.
A
Costantinopoli
Giustino II
, affetto da insania mentale, nomina cesare
Tiberio
.
Clefi
governa con durezza sfogando la propria crudeltà sulla popolazione italiana mentre i
Longobardi
in soli sette anni sono diventati signori della maggior parte della penisola.
Anno
575
Papa :
Benedetto I
Imperatore:
Giustino II
Cesare:
Tiberio Costantino
Re:
Clefi
Muore
Clefi
ucciso da un domestico per ragioni sconosciute, il trono longobardo resterà vacante per dieci anni, il governo sarà nelle mani dei duchi riuniti in una sorta di confederazione:
Zaban di Pavia
, Alboino di
Milano
, Vallari di
Bergamo
,
Alachiso di Brescia
,
Ewin di Trento
,
Gisulfo di Cividale
ed altri.
I
Bizantini
controllano ancora
Roma
,
Padova
, Monfelice,
Cremona
,
Genova
,
Napoli
, mentre i
Longobardi
possiedono tutta l'
Italia settentrionale
, la
Toscana
, l'
Umbria
e sono già penetrati in
Campania
e la
Puglia
.
Muore
Sigeberto re dei Franchi
e i
Longobardi
compiono incursioni nelle
Gallie
ricavando ricchi bottini.
In questi scontri cade il generale franco
Amato
comandante dell'esercito di
Gontrano
ma il suo successore
Mummolo
sventa un nuovo tentativo di invasione dei
Longobardi
sconfiggendoli duramente.
Anche i
Sassoni
scesi in
Italia
con
Alboino
tentano di invadere la
Gallia
e vengono massacrati da
Mummolo
, i superstiti tornano in
Sassonia
e si scontrano con gli
Svevi
che hanno occupato il loro territorio.
Intanto la
Gallia
è devastata dalla guerra civile fra
Sigeberto
e
Chilperico
.
Sigeberto
stava per annientare il rivale quando venne ucciso da due sicari inviati da
Fredegonda
moglie di
Chilperico
.
In oriente
Tiberio
organizza una poderosa armata e ne affida il comando a
Giustiniano
figlio del patrizio
Germano
che riporta un'importante vittoria sui
Persiani
di
Cosroe
.
San Gregorio
abbandona la politica ed entra nell'ordine dei Benedettini.
Anno
576
Papa :
Benedetto I
Imperatore:
Giustino II
Cesare:
Tiberio Costantino
I duchi longobardi
Zaban
,
Amo
e
Rodano
tentano l'invasione della
Provenza
ma vengono respinti da
Mummolo
e perdono molti uomini.
Anno
577
Papa :
Benedetto I
Imperatore:
Giustino II
Cesare:
Tiberio Costantino
I
Franchi
penetrano nel territorio di
Trento
, si impadroniscono di un castello e compiono molti saccheggi. Allontanandosi vengono raggiunti da
Ewin duca di Trento
che li sconfigge e recupera il bottino.
Anno
578
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Tiberio II
Il 26 settembre
Giustino II
fa incoronare imperatore
Tiberio II
e muore il 5 ottobre.
Dopo l'incoronazione
Tiberio
offre al popolo feste e donativi. Viene acclamata anche la moglie
Anastasia
, con dispiacere di
Sofia
moglie di
Giustino
che aveva sperato di sposare il nuovo imperatore alla morte del marito.
Muore il papa
Benedetto I
e viene consacrato
Pelagio II
. In questo periodo l'
Italia
versa in gravi condizioni per l'invasione dei
Longobardi
e per una tremenda carestia contro la quale
Giustino
aveva ordinato l'invio di ingenti quantitativi di grano dall'
Egitto
. Date le circostanze il clero romano decide di consacrare
Pelagio II
senza attendere l'approvazione di
Costantinopoli
.
Roma
ed il suo circondario, mantenendosi fedeli all'impero, soffrono in modo particolare per la violenza dei
Longobardi
.
Da
Costantinopoli
Tiberio
non è in grado di inviare truppe contro i
Longobardi
a causa della guerra contro i
Persiani
ma sembra abbia inviato un congruo valore in oro, forse per corrompere i
Longobardi
o forse per pagare i
Franchi
ed indurli a scacciare gli invasori dalla Penisola.
Anno
579
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Tiberio II
In
Persia
muore il re Cosroe ma suo figlio Ormisda continua la guerra contro
Bisanzio
.
Il patriarca di
Aquileia
Elia
trasferisce la sede metropolitana nell'isola di
Grado
perché
Aquileia
è occupata dai
Longobardi
. La decisione, presa con un concilio dei vescovi suffraganei di
Aquileia
, viene approvata con un breve da
Pelagio II
.
Anno
580
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Tiberio II
Faroaldo duca di Spoleto
saccheggia Classe, sobborgo e porto di
Ravenna
, e la occupa lasciandovi un presidio.
Faroaldo
è il primo duca di
Spoleto
, ducato recentemente costituito ma già esteso e potente.
Gli
Avari
occupano
Sirmio
e
Tiberio
, non avendo risorse per intervenire, ne ordina la resa.
Anno
581
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Tiberio II
I
Longobardi
assediano
Napoli
ma non riescono a prenderla nonostante gran parte della
Campania
sia già sottoposta al
Ducato di Benevento
.
Anno
582
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Muore Sant'Eutichio patriarca di
Costantinopoli
dopo aver predetto la morte di
Tiberio
che infatti avviene il 14 agosto di quest'anno.
Evagrio
ed altri autori antichi concordano nel lodare le virtù di
Tiberio
, uomo giusto, clemente e generoso. Poco prima di morire
Tiberio
ha indicato come suo successore
Maurizio
, glorioso generale al quale ha fatto sposare la figlia
Costantina
. Nato in
Cappadocia
,
Maurizio
sale al trono all'età di quarantatre anni.
Anno
583
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Il 10 maggio di quest'anno si verifica a
Costantinopoli
un terribile terremoto. Gli
Avari
inviano ambasciatori a
Maurizio
a richiedere il tributo annuo precedentemente concordato,
Maurizio
paga ma gli
Avari
avanzano altre richieste che l'imperatore respinge. Gli
Avari
reagiscono occupando alcune città dell'
Illirico
e maltrattando gli ambasciatori di
Costantinopoli
andati a protestare.
Questa situazione ed il proseguire della guerra contro i
Persiani
impediscono a
Maurizio
di intervenire in
Italia
.
Anno
584
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re dei
LongobardiAutari
Dopo un lungo interregno sale sul trono
Autari
figlio di
Clefi
, il primo monarca longobardo ad assumere il prenome di
Flavio
.
Lunga digressione di
Muratori
a proposito dei dubbi che sussistono sull'incoronazione di
Autari
in quanto alcuni cronisti la collocavano nel
582
.
I duchi che hanno detenuto il potere durante l'interregno hanno sempre mantenuto buoni rapporti con i
Franchi
ma
Maurizio
, non potendo intervenire in
Italia
, chiede di farlo a
Childeberto II
re dei
Franchi
, corroborando la richiesta con un ricco donativo in oro.
In questo anno, quindi,
Childeberto
guida personalmente un esercito in
Italia
, ma i
Longobardi
evitano la guerra e, con il denaro, inducono i
Franchi
a tornare indietro. Indignato
Maurizio
chiede la restituzione del suo donativo ma non ottiene risposta.
Diffidando comunque della parola dei
Franchi
, i
Longobardi
si preparano a sostenere nuovi attacchi e per questo motivo, secondo
Muratori
, decidono di eleggere un re che coordini le loro forze.
Intanto il papa
Pelagio II
continua a scrivere all'imperatore sollecitando ogni forma di soccorso per difendere
Roma
.
Anno
585
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re dei
LongobardiAutari
In
Spagna
il principe visigoto
Ermenegildo
, di religione ariana, si converte al Cattolicesimo persuaso dalla moglie
Ingonda (Ingunde)
figlia del re dei
Franchi
Sigeberto
. La decisione comporta una rottura fra
Ermenegildo
e il padre (il re
Leovigildo
) che da origine ad una guerra civile.
Ermenegildo
si rivolge a
Bisanzio
ma
Leovigildo
corrompe gli ufficiale dell'imperatore che abbandonano il principe.
Ermenegildo
viene imprigionato, rifiuta di rinnegare la sua nuova religione e viene giustiziato per ordine del padre.
Ingonda
è inviata a
Costantinopoli
ma muore durante il viaggio.
Childeberto
, fratello di
Ingonda
, interviene di nuovo in
Italia
ma anche questa volta desiste senza aver combattuto.
Si riferiscono a questo periodo le imprese di
Droctulf
di cui parla
Paolo Diacono
: alemanno di origine, fu prigioniero dei
Longobardi
ma acquistò tanto favore presso di loro da ricevere il titolo di duca. Si ribellò, passò ai
Bizantini
e conquistò Brescello. Da qui organizzò una spedizione contro il presidio longobardo di Classe costringendolo alla resa.
Autari
assediò Brescello,
Droctulf
la difese a lungo ma infine si ritirò a
Ravenna
dove morì e fu sepolto in San Vitale.
Papa
Pelagio
chiama presso di se a
Roma
San Gregorio
.
Anno
586
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAutari
Dopo la presa di Brescello
Autari
conclude una tregua di tre anni con l'esarca di
Ravenna
Smaragdo
.
Papa
Pelagio II
conduce trattative per risolvere la questione dei vescovi istriani scismatici.
Anno
587
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAutari
Su sollecitazione di
Pelagio II
,
Smaragdo
intima a
Elia
arcivescovo scismatico di
Aquileia
, di sottomettersi a
Roma
, ma
Elia
si rivolge all'imperatore ottenendo un rinvio.
Muore il patriarca
Elia
, gli succede
Severo
.
Smaragdo
compie un'incursione a
Grado
facendo prigionieri
Severo
, Giovanni vescovo di Parenzo, Severo vescovo di Trieste e Vindemio vescovo di Ceneda. Rimarranno sequestrati a
Ravenna
per un anno.
Riprendono le ostilità fra
Longobardi
e
Bizantini
.
Anno
588
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAutari
I vescovi imprigionati a
Ravenna
finiscono con l'accettare il Quinto Concilio ma, liberati e tornati a
Grado
, vengono cacciati dal popolo e dal clero. Ritrattano ma intanto molti altri vescovi abiurano lo scisma.
Smaragdo
viene richiamato a
Costantinopoli
e gli succede Romano.
Autari
chiede in moglie
Clotsuinda
sorella di
Childeberto
re dei
Franchi
. Il fidanzamento viene confermato ma poco dopo annullato da
Childeberto
che preferisce la proposta di
Recaredo
re dei
Visigoti
.
Nello stesso anno
Childeberto
scende in
Italia
contro i
Longobardi
ma viene sconfitto.
Autari
conquista dopo sei mesi d'assedio l'
Isola Comacina
nel lago di Como cacciandone il presidio bizantino. Invia quindi
Ewin duca di Trento
a saccheggiare e devastare l'
Istria
.
Anno
589
Papa :
Pelagio II
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAutari
Sfumato il fidanzamento con la principessa franca,
Autari
chiede in moglie
Teodolinda
, figlia di
Garibald duca di Baviera
, cattolica.
Curioso di conoscere la futura sposa,
Autari
accompagna gli ambasciatori presso
Garibald
senza farsi riconoscere e durante l'incontro sfiora la mano di
Teodolinda
.
Childeberto re dei Franchi
non gradisce il fidanzamento fra la figlia del suo vassallo
Garibald
ed il re dei
Longobardi
ed invia un'armata in
Baviera
per catturare
Teodolinda
ma la principessa fugge con il fratello Gundoaldo in
Italia
e il 15 maggio sposa
Autari
nei pressi di
Verona
.
Secondo
Paolo Diacono
in quest'anno
Autari
occupa
Benevento
e ne fonda il ducato ma
Muratori
, con diversi argomenti, colloca questi eventi molti anni prima.
La città di
Roma
è devastata da un'alluvione senza precedenti, analogo evento a
Verona
dove secondo la tradizione solo un miracolo impedisce all'
Adige
di distruggere la basilica di San Zenone.
Anno
590
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAutari
Alle alluvioni segue un'epidemia di peste che provoca innumerevoli vittime in
Italia
e in particolare a
Roma
dove uccide anche il papa
Pelagio II
.
Viene eletto
Gregorio
che conduce vita monastica e tenta di eludere la nomina, ma anche
Maurizio
conferma l'elezione e
Gregorio
viene condotto a fatica in chiesa e consacrato (3 settembre).
Intanto prosegue fra
Maurizio
e
Childeberto
la ricerca di un accordo per cacciare i
Longobardi
dall'
Italia
.
Childeberto
, che desidera riavere da
Maurizio
il nipote
Atanagildo
rimasto a
Costantinopoli
dopo la morte della madre
Ingonda
, accetta di organizzare una nuova spedizione in
Italia
, ma il grande esercito franco prima di compiere azioni di rilievo viene costretto a tornare indietro da un'epidemia di dissenteria e dalla fame.
Durante la ritirata i
Franchi
attaccano e danneggiano seriamente molte città fra cui
Piacenza
e
Verona
.
Muratori
parla di documenti da lui rinvenuti, non citati da
Paolo Diacono
: lettere di
Maurizio
e di Romano esarca di
Ravenna
a
Childeberto
per informarlo che benché l'esercito bizantino prima dell'arrivo dei
Franchi
abbia già occupato
Modena
,
Altino
e
Mantova
, l'offensiva comune è fallita a causa dell'improvvisa partenza dei
Franchi
. L'imperatore e l'esarca sollecitano in quelle lettere
Childeberto
perché mandi al più presto una nuova armata in
Italia
.
Dopo la partenza dell'armata nemica,
Autari
invia ambasciatori a
Gontrano
, nipote di
Childeberto
noto per le sue doti di mitezza e giustizia, pregandolo di intercedere per la fine delle ostilità.
Gontrano
accetta ma dopo pochi giorni giunge la notizia della morte di
Autari
.
Autari
infatti muore a
Pavia
il 5 settembre, dopo sei anni di regno. Nonostante sia cattolica e bavarese, la vedova
Teodolinda
gode del pieno rispetto della nobiltà longobarda e viene invitata a scegliere un altro marito che sarà il nuovo re.
Viene scelto
Agilulfo duca di Torino
, il matrimonio si celebra nel mese di novembre ma lo sposo non assume subito il titolo di re.
A
Costantinopoli
Maurizio
nomina augusto e collega il primogenito Teodosio.
Anno
591
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAgilulfo
Il primo atto di
Agilulfo
dopo l'incoronazione consiste nell'inviare a
Childeberto
la richiesta di liberazione dei prigionieri italiani che vengono rilasciati dietro riscatto, quindi invia
Ewin duca di TrentoTrento
presso
Gontrano
e
Clotario II
a chiedere che si facciano promotori della pace tra
Franchi
e
Longobardi
.
Childeberto
accetta la pace anche perché essendo morto il nipote
Atanagildo
, non ha più motivo per sostenere
Maurizio
.
Agilulfo
fa giustiziare l'ufficiale Minulfo che durante la guerra era passato ai
Franchi
. Si occupa quindi di
Gaidulfo duca e Bergamo
e di
Ulfari di Treviso
che si sono ribellati ma all'arrivo del re gli insorti si arrendono spontaneamente e vengono graziati.
Anno
592
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAgilulfo
Per garantire la sicurezza dei confini,
Agilulfo
conclude un trattato d'amicizia anche con gli
Avari
ma intanto l'esarca Romano convince
Maurizio
duca di
Perugia
ad accettare un presidio bizantino nella sua città, inoltre occupa varie località fra
Perugia
e
Roma
.
A queste notizie
Agilulfo
decide di intervenire personalmente e nel frattempo mobilita
Ariulfo duca di Spoleto
, più vicino a
Perugia
.
Intanto
Arechi I duca di Benevento
, successore di
Zottone
, sta minacciando la città di
Napoli
.
Il papa
Gregorio
, consapevole che l'arbitraria occupazione di
Perugia
da parte di Romano ha sollevato i
Longobardi
dall'impegno di rispettare la pace, cerca in ogni modo di avviare trattative con molte lettere che
Muratori
cita in dettaglio.
Anno
593
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
Agilulfo
Agilulfo
assedia ed espugna
Perugia
, il duca
Maurizio
viene decapitato. Il re longobardo muove quindi alla volta di
Roma
ma la difficoltà dell'impresa e il carisma di
Gregorio
lo fanno desistere.
Muore senza figli il re di
Borgogna
Gontrano
e il suo regno passa a
Childeberto
.
Anno
594
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
LongobardiAgilulfo
Papa
Gregorio
intrattiene una fitta corrispondenza con
Teodolinda
alla quale nel 604 dedicherà il suoi
Dialoghi
e si impegna in ogni modo per favorire una pace universale fra il
Longobardi
, i
Franchi
e i
Bizantini
.
Anno
595
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Sollecitato dal papa,
Agilulfo
accetta di trattare la pace con i
Bizantini
ma l'esarca Romano (che trae guadagni personali dalla guerra) calunnia
Gregorio
inviando a
Costantinopoli
una relazione non veritiera sulla situazione.
Con grande diplomazia
Gregorio
respinge le accuse e si lamenta degli abusi commessi da Romano a
Perugia
come di quelli di
Agilulfo
a
Roma
.
Nelle sue lettere il pontefice denuncia anche le angherie alle quali i funzionari bizantini sottopongono gli abitanti della
Sardegna
e della
Sicilia
costringendoli a volte a fuggire presso i
Longobardi
.
Muore San Gregorio di Tours, storico delle Gallie.
Childeberto
nomina
Tassilone
duca di
Baviera
.
Il patriarca di
Costantinopoli
Giovanni il Digiunatore tenta di attribuirsi il titolo di vescovo ecumenico o universale, il papa se ne lamenta con l'imperatore
Maurizio
e con la moglie
Costantina
. La disputa si conclude senza che l'imperatore debba intervenire perché il patriarca muore in questo stesso anno.
Anno
596
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Nuovo tentativo dei
Longobardi
di conquistare
Napoli
. Molti cittadini vengono fatti prigionieri e riscattati a spese del papa.
Gregorio
invia
S. Agostino
in
Inghilterra
per convertire gli
Anglosassoni
al
Cristianesimo
.
Muore
Childeberto II re di Austrasia e di Borgogna
all'età di venticinque anni, poiché nello stesso giorno muore anche la moglie Faileuba si pensa al veleno. I due figli piccoli
Teodeberto
e
Teoderico
vengono nominate re rispettivamente dell'
Austrasia
e della
Borgogna
.
Arechi duca di Benevento
conquista
Crotone
ma non tiene a lungo la città limitandosi ad incassare dal papa il riscatto dei prigionieri.
Anno
597
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Continuano le ostilità fra
Longobardi
e
Bizantini
ma mancano informazioni dettagliate sulle vicende italiane.
A
Costantinopoli
Maurizio
si ammala e fa testamento disponendo che l'Italia e le isole vadano al figlio minore Tiberio ed il resto dell'impero al maggiore Teodosio.
Muore Romano, gli succede
Callinico
.
Anno
598
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Anche riguardo a quest'anno le notizie sono scarse. Una lettera di
Gregorio I
parla di uno sbarco dei
Longobardi
in
Sardegna
e in altre epistole raccomanda ai vescovi di fare scorta di viveri a
Cagliari
e in altre città dell'isola, evidentemente temendo possibili assedi.
Anno
599
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Viene finalmente conclusa la pace fra
Agilulfo
e
Callinico
esarca di
Ravenna
. In effetti si tratta solo di una tregua di due anni, ma
Gregorio
se ne compiace nel suo epistolario mentre esorta
Teodolinda
a promuovere la conversione di
Agilulfo
dall'
arianesimo
al
Cristianesimo
.
Anno
600
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Agilulfo
firma a
Milano
un trattato di pace con gli
Avari
e con gli
Slavi
. Il re reprime la rivolta di Zangrulfo duca di
Verona
. Si ribella anche
Gaidulfo di Bergamo
per la terza volta e viene giustiziato.
Ravenna
è devastata dalla peste.
Clotario II re di Neustria
viene gravemente sconfitto da
Teodeberto
e
Teoderico
, perdendo gran parte dei suoi domini.
Anno
601
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Con un colpo di mano
Callinico
cattura una figlia di
Agilulfo
con il marito nella loro residenza di
Parma
, riaprendo le ostilità.
Agilulfo
reagisce assediando
Padova
che cade dopo una lunga difesa e viene devastata.
Nel frattempo
Ariulfo duca di Spoleto
, forse per ordine di
Agilulfo
, muove in armi verso
Roma
e sconfigge le truppe imperiali nei pressi di Camerino. Secondo una leggenda
Ariulfo
ottenne questa vittoria grazie all'aiuto di San Savino Martire.
Anno
602
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Maurizio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
I
Longobardi
, insieme agli
Avari
e agli
Slavi
invadono l'
Istria
.
Callinico
viene richiamato in Oriente e sostituito da
Smaragdo
.
Nella guerra contro i
Persiani
e gli
Avari
Maurizio
aveva lasciato nelle mani dei nemici migliaia di soldati per non pagare il riscatto. Questa decisione gli aveva procurato l'odio di gran parte dei sudditi. Ne approfitta un ufficiale di basso rango che si pone alla guida di un'insurrezione dell'esercito per deporre
Maurizio
e farsi proclamare imperatore.
Maurizio
fugge con la famiglia a Calcedone ma viene catturato pochi giorni dopo e costretto ad assistere all'esecuzione dei figli Teodosio, Tiberio, Pietro, Giustino e Giustiniano prima di essere egli stesso ucciso.
Tre anni dopo saranno uccise la moglie
Costantina
e le figlie Anastasia, Teottista e Cleopatra.
Nonostante la sua grande avarizia,
Maurizio
gode presso gli antichi la fama di uomo religioso, giusto e clemente.
Anno
603
Papa :
Gregorio I
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Nasce
Adaloaldo
, figlio di
Agilulfo
e
Teodolinda
e riceve il battesimo cattolico. La cerimonia si svolge a Monza, città cara a
Teodolinda
come dimostra la basilica di San Giovanni Battista ed il Palazzo da lei fatti costruire. Nel tesoro della basilica si conservano le "tre corone" fra cui la celebre corona di ferro, mentre dagli affreschi del palazzo
Paolo Diacono
dedusse l'aspetto e l'abbigliamento dei
Longobardi
in questo periodo.
Per liberare la figlia ed il genero,
Agilulfo
assedia
Cremona
con l'aiuto di truppe di
Avari
. Il 15 agosto espugna la città e la rade al suolo per poi passare a
Mantova
, che conquista il 15 settembre.
Gregorio I
chiede aiuto a
Foca
contro i
Longobardi
ma l'usurpatore ignora la richiesta perché Cosroe re di
Persia
sta muovendo contro di lui.
Smaragdo esarca di Ravenna
, consapevole di non poter contare sul soccorso della madre patria chiede la pace.
Agilulfo
accetta a condizione che la figlia e il genero vengano rilasciati e così avviene, ma poco dopo la giovane muore di parto e la guerra riprende.
Anno
604
Papa :
Sabiniano
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Il 12 marzo muore
Gregorio I
, gli succede
Sabiniano
che viene consacrato il 13 settembre.
In luglio
Adaloaldo
viene dichiarato collega e successore del padre
Agilulfo
con una solenne cerimonia a
Milano
.
Anno
605
Papa :
Sabiniano
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
La tregua fra
Bizantini
e
Longobardi
viene prorogata per un anno.
Teodeberto II re di Austrasia combatte contro una ribellione dei Sassoni.
Muore Severino patriarca scismatico di
Aquileia
. Viene eletto Candidiano che ripristina i rapporti con la Chiesa di
Roma
, pare che l'elezione sia stata condizionata dalle minacce di
Smaragdo
. Successivamente gli stessi vescovi elettori, sostenuti dai
Longobardi
, eleggono un altro patriarca, Giovanni, che si stabilisce ad
Aquileia
mentre la sede del rivale è a Grado e continua lo scisma.
A
Costantinopoli
Foca
, odiato da tutti, mette a morte molti personaggi illustri sospettati di cospirazione e fa uccidere
Costantina
, vedova di
Maurizio
, e le sue figlie.
Anno
606
Papa : Sede vacante
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Muore
Sabiniano
e la cattedra papale rimane vacante per tutto l'anno.
Terminata la tregua i
Longobardi
conquistano e
Orvieto
, quindi
Agilulfo
manda ambasciatori a
Foca
per trattare una pace stabile ma dalla missione risulta soltanto una nuova tregua di un anno.
Anno
607
Papa :
Bonifacio III
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Viene eletto papa
Bonifacio III
, ex legato di
Gregorio I
a
Costantinopoli
, il quale riesce ad ottenere da
Foca
un decreto attestante che il Pontefice è il capo di tutte le Chiese.
Bonifacio III
muore in novembre di questo stesso anno dopo circa nove mesi di pontificato.
Teoderico re di
Borgogna
sposa Ermemberga figlia di Vitterico re dei
Visigoti
ma dopo un breve periodo la ripudia a causa dei cattivi uffici della nonna
Brunechilde
e la rimanda in
Spagna
trattenendo la dote.
Offeso, il padre della sposa si allea con Clotario re di
Soissons
e con Teodeberto re di Austrasia contro Teoderico. Subito dopo i tre alleati coinvolgono nella lega
Agilulfo
, tuttavia l'episodio non ha alcun seguito per motivi che non ci sono noti.
Anno
608
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Dopo dieci mesi dalla morte di
Bonifacio III
viene eletto
Bonifacio IV
che ottiene il
Pantheon
da
Foca
e lo trasforma in chiesa cristiana.
Intanto in Oriente continua la guerra fra l'impero e i
Persiani
. Questi arrivano a Calcedone minacciando direttamente
Costantinopoli
.
Anno
609
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Foca
Re
Longobardi
:
Agilulfo
A
Costantinopoli
Foca
scampa a una congiura e reprime un'insurrezione.
Il governatore d'
Egitto
Eraclio
ed il figlio omonimo preparano, d'accordo con molti
senatori
, una flotta per rovesciare
Foca
.
Muore il duca di
Baviera
Tassilone
e gli succede il figlio
Garibald II
. Gli
Slavi
tentano l'invasione della
Baviera
ma vengono sconfitti.
Anno
610
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
In ottobre la flotta egiziana comandata da
Eraclio il Giovane
giunge a
Costantinopoli
carica di armati che, con l'aiuto della popolazione, sconfiggono le forze di
Foca
.
Poco dopo
Foca
viene spogliato delle vesti imperiali e decapitato, la sua testa è esposta al popolo.
Nello stesso giorno
Eraclio il Giovane
è proclamato imperatore e sposa Eudocia.
A
Roma
Bonifacio IV
tiene un concilio che riconosce ai monaci il diritto di somministrare il battesimo e la confessione, diritto che era stato messo in dubbio in
Inghilterra
.
Anno
611
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Eraclio
assume la guida di uno stato disastrato al quale i
Persiani
non danno tregua. Nel mese di Maggio l'esercito imperiale viene duramente sconfitto dai
Persiani
che assediano
Antiochia
.
Smaragdo esarca di Ravenna
viene richiamato in oriente e sostituito da Giovanni Lemigio che subito contratta con
Agilulfo
una tregua di un anno.
Secondo
Muratori
è in quest'anno che gli
Avari
, già padroni della
Pannonia
e dell'
Illirico
, invadono il Friuli.
La difesa coraggiosamente organizzata dal duca Gisulfo viene sopraffatta e lo stesso duca perde la vita in combattimento. Gli
Avari
assediano
Cividale
. La duchessa Romilda si invaghisce del loro capo e gli propone la resa pur di diventare sua moglie. Il capo barbaro accetta ma una volta aperte le porte fa strage della popolazione. I sopravvissuti vengono fatti prigionieri e più tardi trucidati.
Riescono a salvarsi Grimoaldo e Rodoaldo, figli di Gisulfo, che più tardi riscatteranno le sorelle fatte schiave dagli
Avari
e diventeranno rispettivamente re dei
Longobardi
e duca di
Benevento
.
La duchessa Romilda, dopo una sola notte trascorsa con il capo nemico di cui era innamorata, viene impalata dopo essere stata più volte violentata dai soldati.
Uno dei
Longobardi
deportati in
Ungheria
in questa occasione riuscirà dopo molti anni a fuggire e tornare in
Italia
e sarà antenato di
Paolo Diacono
.
Gli
Avari
dopo le razzie in Friuli tornano ai loro territori ma non si hanno notizie del comportamento di
Agilulfo
in questa occasione.
Anno
612
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Il 3 maggio nasce Eraclio Costantino figlio di
Eraclio
e Eudocia, futuro imperatore Eraclio II.
Il 4 ottobre
Eraclio
dichiara augusta la figlia Epifania Eudocia, nata l'anno precedente.
Il 13 agosto muore l'imperatrice Eudocia.
In
Gallia
Teodeberto viene definitivamente sconfitto dal fratello Teoderico ed ucciso insieme ai figli. Teoderico riunifica sotto il suo scettro
Borgogna
e
Austrasia
.
L'abate irlandese Colombano che, cacciato dalla
Borgogna
da Teoderico e
Brunechilde
, si era rifugiato presso Teodeberto, è costretto a fuggire di nuovo e si rivolge a
Agilulfo
e
Teodolinda
. Vive per qualche tempo a
Milano
predicando contro l'
arianesimo
ma desidera tornare alla vita monastica perciò si trasferisce in una località isolata presso Bobbio e vi fonda il celebre monastero.
Muore in un attentato
Gundobaldo duca d'Asti
, fratello di
Teodolinda
. Il cronista Fredegario sospetta
Agilulfo
e
Teodolinda
di essere i mandanti dell'assassinio per gelosia ma
Muratori
dubita di questa ipotesi considerando la religiosità della regina.
Gundobaldo
lascia due figli: Gundeberto e
Ariberto
, quest'ultimo sarà re dei
Longobardi
.
Anno
613
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Eraclio
dichiara imperatore e fa incoronare il figlio Flavio Eraclio Costantino, nato l'anno precedente.
Teoderico muove con una grande armata contro
Clotario II re di Neustria
, sobillato da
Brunechilde
intende impadronirsi anche di qual regno ma muore improvvisamente di malattia a soli ventisei anni.
L'armata si disgrega e Clotario con le sue modeste risorse militari riesce ad occupare
Austrasia
e
Borgogna
quasi senza combattere.
Brunechilde
, fautrice dell'odio familiare ed artefice di tante guerre, viene catturata, torturata e squartata.
Anno
614
Papa :
Bonifacio IV
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Agilulfo
Dopo aver occupato
Damasco
ed altre città, i
Persiani
conquistano
Gerusalemme
, fanno strage della popolazione, profanano i templi ed incendiano il Santo Sepolcro.
Molti abitanti di
Gerusalemme
fuggono ad
Alessandria
dove il patriarca Giovanni l'Elemosiniere presta loro rifugio ed aiuto.
Eraclio
sposa Martina, figlia di sua sorella, destando un certo scandalo.
Anno
614
Papa : Diodato (Deusdedit)
Imperatore:
Eraclio
Re
Longobardi
:
Adaloaldo
In quest'anno (ma secondo alcuni nel successivo) muore
Agilulfo
.
L'autore considera
Agilulfo
un saggio monarca promotore della pace e lo elogia come primo dei re
Longobardi
ad aver abbracciato il
Cristianesimo
.
Il trono passa a
Adaloaldo
(che ha solo tredici anni) sotto la reggenza di
Teodolinda
.
Muore anche il papa
Bonifacio IV
e gli succede Diodato dopo alcuni mesi di cattedra vacante.
Muore San Colombano nel monastero di Bobbio da lui fondato.
Anno
615
Papa :
Diodato (Deusdedit - Adeodato)
Imperatore:
Eraclio
Re dei
Longobardi
:
Adaloaldo
Rivolta a
Ravenna
contro il governo bizantino. L'esarca Giovanni Lenigio viene ucciso, lo sostituisce Eleuterio.
I
Persiani
penetrano nelle province africane fino alla
Libia
ma non consolidano la conquista tornando a casa con molti prigionieri e ricchi bottini.
Un altro esercito persiano occupa Calcedone di fronte a
Bisanzio
,
Eraclio
manda ambasciatori al re Cosroe per trattare la pace ma il persiano ignora le proposte e fa morire gli ambasciatori.
Anno
655
Papa:
Martino I
Imperatore
Costante
Re dei
Longobardi
Ariperto I
Il papa
Martino
fu trasferito dalla prigione al luogo del suo esilio, nell'odierna Crimea. Il 16 settembre la morte mise fine alle sue sofferenze. Il successore
Eugenio I
era stato eletto e consacrato mentre
Martino
era ancora in vita.
Morì anche Paolo patriarca di Costantinopoli al quale successe Pirro che morì a sua volta dopo cinque mesi e fu sostituito da Pietro. L'imperatore
Costante
combattè con la sua flotta contro i Saraceni nelle acque della
Licia
, fu sconfitto e rischiò di essere catturato.
Anno
656
Papa
Eugenio
Imperatore
Costante
Re dei
Longobardi
Ariperto I
Il nuovo patriarca di Costantinopoli Pietro inviò la tradizionale lettera al papa
Eugenio
nella quale annunciava la propria nomina e condannava le eresie ma evitava di parlare della questione monotelita che agitava gravemente gli animi del clero e del popoli romani.
Si attribuiva ai patriarchi di Costantinopoli la responsabilità di aver ingrandito e diffuso la questione delle Due Volontà, provocando la crudeltà di Costante e la sventura di Martino.
I Romani impedirono a papa
Eugenio
di celebrare la messa nella basilica di Santa Maria Maggiore finché non si fu impegnato a respingere la lettera del patriarca Pietro.
L'ostilità tra due fazioni di Saraceni provocò una crisi interna che sfociò un una guerra civile. Ne trassero beneficio l'impero romano e i popoli occidentali in generale. Probabilmente i Bizantini approfittarono della circostanza per espellere i Saraceni dalla
Sicilia
.
Morì il re dei Franchi Sigeberto lasciando il trono al figlio Dagoberto II sotto la tutela del maggiordomo Grimoaldo ma questi usurpò la corona per conferirla al proprio figlio Childeberto. Grimoaldo fu catturato e giustiziato da Clodoveo II re di Parigi e Childeberto fu deposto. In seguito morì lo stesso Clodoveo II e il suo regno passò al figlio Clotario III.
Anno
657
Papa
Vitaliano
Imperatore
Costante
Re dei
Longobardi
Ariperto I
Dopo due anni e otto mesi di regno morì papa
Eugenio
e dopo due mesi fu consacrato
Vitaliano
, nativo di Segni.
Vitaliano
comunicò all'imperatore la propria elezione ma non al patriarca di Costantinopoli. Sulla posizione di
Vitaliano
rispetto al monotelismo sappiamo soltanto che egli mantenne inalterate le regole dei predecessori, tuttavia
Costante
confermò i privilegi della Chiesa romana e donò al papa un vangelo di grande valore.
Continuarono intanto le ostilità tra le due fazioni saracene che si scontrarono più volte in battaglia.
Anno
701
Papa:
Giovanni VI
Imperatore:
Tiberio III
Re dei
Longobardi
: Ragimperto,
Ariperto II
Il 7 settembre muore il papa Sergio I, gli succede
Giovanni VI
.
Ragimberto duca di
Torino
, figlio di Godeberto, muove in armi contro il re Liutperto e nei pressi di
Novara
si scontra con Ansprando, tutore del giovane re, e con Rotari duca di
Bergamo
, vince la battaglia ed occupa
Pavia
impadronendosi della corona mentre Liutperto ed Ansprando si salvano con la fuga.
Ragimberto muore dopo pochi mesi di regno e gli succede il figlio
Ariperto II
.
Tiberio III
manda in esilio il futuro imperatore Filippico sospettato di cospirazione.
Anno
702
Papa:
Giovanni VI
Imperatore:
Tiberio III
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Il nuovo esarca Teofilatto decide di visitare
Roma
, la decisione provoca tumulti fra i soldati imperiali italiani ma l'intervento del papa placa la situazione.
Gisulfo II duca di Benevento occupa
Sora
,
Arpino
e Arce devastando la campagna romana, anche in questo caso l'intervento papale serve a convincere il duca a desistere da altre imprese.
Gisulfo muore probabilmente in quest'anno ma la data è controversa. Gli succede il figlio Romoaldo II.
Liutperto e Ansprando tentano di recuperare il trono con l'aiuto di alcuni duchi, ma Ariberto li sconfigge e condanna a morte Liutperto. Ansprando fugge nell'
Isola Comacina
ma Rotari di Bergamo organizza una nuova ribellione, Ariberto espugna
Bergamo
e manda Rotari in esilio a
Torino
per farlo uccidere pochi mesi dopo.
Anno
703
Papa:
Giovanni VI
Imperatore:
Tiberio III
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Ariberto tenta di catturare Ansprando che fugge in
Baviera
, il re si vendica prendendo la moglie e i figli di Ansprando e facendoli mutilare, risparmando solo il giovane Liutprando al quale concede di raggiungere il padre.
A
Spoleto
Faroaldo II succede al padre .
Anno
704
Papa:
Giovanni VI
Imperatore:
Tiberio III
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Il deposto imperatore Giustiniano II fugge dal confino in Crimea e ripara presso i Cazari, del cui re sposa la figlia Teodora.
Poco dopo il re si accorda con
Tiberio III
per consegnargli la testa di Giustiniano II che riesce a fuggire e con l'aiuto di Trebellio signore della
Bulgaria
organizza un'armata.
Anno
705
Papa:
Giovanni VII
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Muore Giovanni VI e gli succede
Giovanni VII
, greco come il predecessore.
Conquistata
Costantinopoli
, Giustiniano II congeda Trebellio dopo averlo lautamente ricompensato.
I precedenti imperatori Leonzio e
Tiberio III
vengono giustiziati nello stadio e si apre una feroce persecuzione contro i loro sostenitori veri o presunti.
Giustiniano manda a prendere la moglie Teodora che partorisce un figlio al quale è dato il nome di Tiberio.
Anno
706
Papa:
Giovanni VII
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Giustiniano II chiede a
Giovanni VII
di emendare i codici del Concilio Trullano rigettati da Sergio I ma il pontefice non accetta.
Il ducato del Friuli è molestato dagli
Slavi
confinanti mentre il duca Fredulfo è in contrasto con il nobile Argaido, entrambi muoiono combattendo per la difesa del ducato.
A Ferdulfo succede Corvolo che dopo poco viene deposto per aver offeso il re e lascia il ducato a
Pemmone
.
Ratberga, moglie di
Pemmone
, consapevole del suo aspetto grossolano e non gradevole, esorta il marito a ripudiarla per scegliere una sposa più consona alla sua condizione ma il duca la tiene con se e i due generano tre figli:
Ratchis
, Ratcait e
Astolfo
.
Uomo di nobili principi,
Pemmone
alleva insieme ai suoi figli gli orfani dei concittadini caduti in guerra.
Anno
707
Papa:
Giovanni VII
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Ariperto II
restituisce alla Chiesa i beni allodiali nella regione delle
Alpi Cozie
in precedenza occupati dai
Longobardi
.
Il 17 ottobre muore
Giovanni VII
e la sede papale rimane vacante. Al defunto pontefice è attribuito il merito di aver restaurato e riaperto il monastero di
Subiaco
, abbandonato da tempo.
Anno
708
Papa:
Sisinnio
poi
Costantino I
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Viene eletto papa il siriano
Sisinnio
che ordina il restauro delle mura di
Roma
ma muore dopo soli venti giorni di pontificato. Gli succede
Costantino I
.
Muore anche Damiano arcivescovo di
Ravenna
, sostituito da Felice che sarà in contrasto con la Chiesa di
Roma
.
Immemore dell'aiuto ricevuto, Giustiniano II attacca i
Bulgari
, ma sconfitto ed umiliato deve tornare rapidamente a
Costantinopoli
.
Anno
709
Papa:
Costantino I
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Giustiniano II attacca
Ravenna
e deporta molti cittadini che vengono uccisi a
Costantinopoli
. L'arcivescovo Felice viene accecato e mandato in esilio.
Anno
710
Papa:
Costantino I
Imperatore: Giustiniano II
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Giustiniano II invia navi a prendere
Costantino I
perché tenti a
Costantinopoli
di dirimere la controversia fra la Chiesa Romana e quella Orientale. Il pontefice parte con un seguito di arcivescovi.
Gli Arabi superano lo stretto di Gibilterra e invadono la
Spagna
occupando numerose città
Anno
711
Papa:
Costantino I
Imperatore: Filippico
Re dei
Longobardi
:
Ariperto II
Il papa giunge a
Costantinopoli
dove è accolto da Tiberio figlio dell'imperatore, dal patriarca Ciro e dal popolo in festa.
Più tardi
Costantino
incontra Giustiniano a
Nicea
. Non si conoscono i particolari dell'incontro ma probabilmente i canoni del Concilio Trullano vengono rivisti ed emendati.
In Ottobre
Costantino
rientra a
Roma
dove durante la sua assenza l'esarca Giovanni Rizocopo ha fatto decapitare alcuni alti prelati per ragioni sconosciute. Più tardi l'esarca viene ucciso a
Ravenna
dalla popolazione insorta.
Giustiniano ordina una spedizione punitiva nel Chersoneso i cui abitanti avevano attentato alla sua vita quando era in esilio. Le truppe fanno strage della popolazione ma risparmiano i bambini. Infuriato l'imperatore ordina una seconda spedizione che viene distrutta da una tempesta. Una terza spedizione viene sconfitta dagli abitanti della Crimea che proclamano imperatore Filippico esule presso di loro.
I soldati imperiali si uniscono ai rivoltosi e Filippico guida tutti a
Costantinopoli
dove Giustiniano, catturato mentre tenta di fuggire, viene giustiziato.
Muore Dagoberto re dei
Franchi
e gli succede Childeberto III.
Anno
712
Papa:
Costantino I
Imperatore: Filippico
Re dei
Longobardi
: Aliprando, poi
Liutprando
Il nuovo imperatore Filippico si dimostra "imbevuto di errori contrari alla dottrina" (era monotelista) e riapre delicate controversie religiose.
Richiama dall'esilio in Crimea Felice, ex arcivescovo di
Ravenna
deposto ed accecato sotto Giustiniano II, e lo reintegra nelle sue mansioni.
Papa
Costantino
rifiuta di riconoscere Filippico imperatore.
Ansprando, figlio di Liutberto, ottiene aiuti dal duca di
Baviera
Teodeberto ed attacca
Pavia
per deporre
Ariperto II
.
La battaglia ha esiti negativi per entrambi gli avversari ma Ariberto, forse male interpretando la situazione e temendo il peggio, decide di rifugiarsi in
Francia
abbandonando il trono. Durante la fuga muore affogando nel
Ticino
.
Ansprando viene incoronato ma dopo soli tre mesi di regno la corona passa al figlio
Liutprando
.
Anno
713
Papa:
Costantino I
Imperatore: Anastasio
Re dei
Longobardi
:
Liutprando
Disordini a
Roma
fra i sostenitori del governatore Duca Cristoforo e quelli del suo rivale Pietro che aveva avuto la nomina dall'esarca di
Ravenna
ma viene respinto da quanti hanno in odio l'eresia di Filippico.
A
Costantinopoli
un senatore di nome Rufo con altri congiurati depone ed acceca Filippico, il giorno dopo viene proclamato imperatore un funzionario di corte di nome Artemio che assume il nome di Anastasio.
Fra i primi atti di Anastasio la nomina di Scolastico all'
esarcato di Ravenna
ed una lettera a papa
Costantino
nella quale si dichiara fedele al vescovo di
Roma
.
Soddisfatto del cambiamento il popolo romano lascia che Pietro assuma la carica di Governatore.
Liutprando
emana una nuova norma ampliando il corpo delle leggi di Rotari e di Grimoaldo.
Anno
714
Papa:
Costantino I
Imperatore: Anastasio
Re dei
Longobardi
:
Liutprando
A
Pavia
viene scoperta e neutralizzata una congiura contro
Liutprando
.
Muore in
Francia
il Maggiordomo del regno
Pipino di Heristal
e gli succede il figlio
Carlo Martello
. Questi ha una moglie di nome
Rotrude
e due figli,
Carlomanno
e
Pipino
che sarà re dei
Franchi
.
Anno
715
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Anastasio
Re dei
Longobardi
:
Liutprando
L'8 aprile muore papa
Costantino
. Il 19 maggio vene ordinato papa il romano
Gregorio II
.
A
Costantinopoli
Anastasio depone il patriarca Giovanni, favorevole ai monoteliti, e nomina Germano.
Liutprando
rinnega la donazione dei territori nelle
Alpi Cozie
alla chiesa fatta da
Ariperto II
riappropriandosi di quei domini ma
Gregorio II
si oppone energicamente ed ottiene che il provvedimento venga annullato.
Muore Dagoberto III re dei
Franchi
.
Inviati di
Liutprando
giudicano una controversia fra il vescovo di
Siena
e quello di
Arezzo
aggiudicando alla giurisdizione del secondo la parrocchia contesa.
Anno
716
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Teodosio
Re dei
Longobardi
:
Liutprando
Gli equipaggi della flotta bizantina preparata per combattere i Saraceni si ammutinano e tornato a
Costantinopoli
con l'intento di proclamare imperatore un oscuro esattore fiscale di nome Teodosio.
Anastasio ripara a
Nicea
.
Costantinopoli
cade dopo sei mesi di assedio, Anastasio si arrende e, fatto monaco, viene confinato a
Salonicco
.
In
Italia
Faroaldo III duca di
Spoleto
conquista Classe presso
Ravenna
. In ottobre un'inondazione provoca gravissimi danni a
Roma
.
Anno
717
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Inadatto alla sua carica ed incapace di organizzare la difesa contro i Saraceni, Teodosio saggiamente si dimette. Viene eletto il generale Leone originario dell'Isauria che subito instaura buoni rapporti con la Chiesa inviando al papa un'ampia professione di fede.
Il duca di
Benevento
Romualdo II occupa la fortezza di
Cuma
.
Il papa tenta in ogni modo (ma senza successo) di indurre i
Longobardi
a ritirarsi infine convince Giovanni duca di
Napoli
ad intervenire per liberare
Cuma
.
I Saraceni assediano
Costantinopoli
attaccando dal mare con una flotta poderosa ma la difesa organizzata da Leone si dimostra molto efficace.
Muore
Paoluccio Anafesto
, primo doge di
Venezia
gli succede
Marcello Tegalliano
.
Anno
718
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
I Saraceni che assediano
Costantinopoli
ricevono consistenti rinforzi dall'
Egitto
ma le loro navi vengono distrutte da quelle bizantine armate con il "fuoco greco", una micidiale miscela incendiaria. Dopo aver subito altre sconfitte in scontri terrestri, il 15 agosto i Saraceni si ritirano e tolgono l'assedio. Durante la ritirata la gran parte di loro muore facendo naufragio.
Intanto in
Sicilia
un certo Basilio, sostenuto dal duca Sergio, credendo imminente la caduta di
Costantinopoli
, si è proclamato imperatore, ma passato il pericolo Leone invia una spedizione che cattura Basilio e Sergio sedando rapidamente la rivolta.
Il nobile bresciano Petronace, su esortazione di
Gregorio II
, fa restaurare il
Monastero di Montecassino
, devastato molti anni prima dai
Longobardi
. Vi si stabilisce una nuova congregazione di monaci che avrà in seguito grande importanza e prestigio.
Nasce
Costantino
, figlio di Leone Isaurico, che viene detto
Copronimo
per aver defecato durante il suo battesimo, incidente che viene considerato di pessimo auspicio.
Anno
719
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
L'ex imperatore Anastasio tenta di riprendere il potere con l'aiuto di truppe bulgare ma giunto a
Costantinopoli
trova opposizione da parte della cittadinanza, i
Bulgari
lo tradiscono e lo consegnano a Leone che lo fa giustiziare.
Il patriarca di
Aquileia
Sereno cerca di estendere i propri territori ai danni di Donato patriarca di grado. Questi se ne lamenta con il papa che ordina a Sereno di desistere.
Anno
720
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Leone Isaurico associa al trono il figlio
Costantino Copronimo
ancora bambino.
Muore il re dei
Franchi
Chilperico II e gli succede
Teoderico
, il potere è tuttavia in mano di
Carlo Martello
che ha per unico rivale
Eude duca di Aquitania
, ma in quest'anno
Carlo Martello
e
Eude
si alleano contro i Saraceni che, conquistata la
Spagna
, minacciano la Linguadoca.
Anno
721
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Liutprando emana undici nuove leggi. Alle donne della nobiltà longobarda viene vietato di sposare uomini di condizione sociale inferiore.
Papa
Gregorio II
indice a
Roma
un concilio che stabilisce il divieto di sposarsi per i sacerdoti.
I Saraceni conquistano
Narbona
e assediano
Tolosa
ma qui vengono sconfitti da
Eude
.
Anno
722
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Liutprando emana ventiquattro nuove leggi, la prima delle quali conferma il divieto di matrimonio delle persone consacrate emanato l'anno precedente dal concilio di
Roma
.
Per ordine di Liutprando il corpo di
S. Agostino
viene traslato dalla
Sardegna
a
Pavia
per salvarlo dai Saraceni che stanno invadendo l'isola.
Anno
723
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Elezione i Callisto patriarca di
Aquileia
con l'appoggio di Liutprando.
Pommone duca del Friuli respinge un nuovo tentativo di invasione da parte degli Slavi.
San Bonifacio nominato vescovo da papa
Gregorio II
.
Anno
724
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
In quest'anno, il tredicesimo del suo regno, Liutprando pubblica il suo sesto libro di leggi. Fra le norme contenute in questo libro alcune abrogano vecchi rituali scaramantici risalenti al paganesimo e ancora in uso fra i Longobardi, altre bandiscono gli indovini. Si nota inoltre da queste leggi che i sudditi potevano applicare il diritto longobardo o quello romano a loro scelta nella formulazione dei contratti.
In quest'anno viene nominato duca di
Spoleto
Trasamondo figlio di Faroaldo II che si è ribellato al padre costringendolo ad abdicare.
Anno
725
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
I Saraceni tentano di passare il
Rodano
ma vengono fermati da
Eude duca di Aquitania
.
Carlo Martello
conquista parte della
Baviera
togliendola al duca Grimoaldo, prende con se Sonichilde, figlia di una concubina di Grimoaldo e, essendo morta la sua prima moglie
Rotrude
, la sposa.
Anno
726
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Un'eruzione fa emergere una piccola isola nel Mare Egeo e l'imperatore Leone si lascia convincere la un consigliere che si tratta di un segno della collera divina contro l'adorazione delle icone. Di conseguenza Leone pubblica un editto ordinando di rimuovere tutte le immagini sacre dai luoghi di culto dell'intero territorio imperiale.
Il provvedimento provoca reazioni violente e un gruppo di ribelli greci proclama imperatore un certo Cosma, mette insieme una flotta e tenta di attaccare
Costantinopoli
ma le navi sono distrutte con il fuoco greco e Cosma viene giustiziato.
Muore il doge di
Venezia
Marcello Tegalliano
al quale succede
Orso Ipato
.
Anno
727
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Il papa
Gregorio II
respinge energicamente la teoria dell'imperatore e questi reagisce inviandogli ordini e lettere minatorie e successivamente organizzando attentati contro la persona del pontefice. I sicari sono scoperti e trucidati dal popolo ma Paolo esarca di Ravenna non desiste dal progetto di eliminare il papa ed invia milizie a
Roma
per deporlo, tuttavia i soldati vengono bloccati dai presidi organizzati dal popolo romano con l'aiuto dei Longobardi.
Anno
728
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Molte città italiane soggette a
Costantinopoli
si ribellano all'editto di Leone e cacciano i governanti bizantini, l'intervento pacificatore di
Gregorio II
contiene le conseguenze della rivolta.
L'esarca di
Ravenna
Paolo viene ucciso in una sommossa. Il re longobardo Liutprando coglie l'occasione per intervenire e, assediata
Ravenna
, se ne impossessa rapidamente. Marcia quindi verso sud togliendo ai Bizantini molti centri fra cui Narni e il castello di Sutri. Quest'ultimo appartiene al ducato romano e dopo un breve periodo viene restituito a
Gregorio II
.
Catturato mentre reca ordini per un nuovo attentato alla vita del papa, un messo dell'esarca Eutichio ottiene la grazia per intercessione di
Gregorio II
mentre Eutichio è colpito con la scomunica. Inutilmente l'esarca tenta con promesse e donativi di istigare contro il papa i duchi Longobardi.
Anno
729
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Mentre la distruzione di statue di
Cristo
provoca disordini a
Costantinopoli
, imperatore e papa si scambiano lettere dai toni molto tesi.
In quest'anno i Bizantini, con l'aiuto dei
Veneziani
, riprendono
Ravenna
occupata dai Longobardi. La documentazione di questa vicenda, lamenta
Muratori
, è molto scarsa ma da Anastasio Bibliotecario si ricava che gli imperiali riconquistarono anche le altre città perdute durante l'anno precedente.
Liutprando ed Eutichio concludono un accordo per sottomettere i ducati di
Spoleto
e Benevento a
Costantinopoli
. Non è chiaro perché il re longobardo si presti ad agire contro i duchi suoi vassalli, forse perché geloso della loro autonomia o forse nella speranza di liberare un suo nipote prigioniero dei
Veneziani
.
Anno
730
Papa:
Gregorio II
Imperatore: Leone Isaurico
Augusto:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Liutprando
Si verificò una rivolta contro l'imperatore nel Ducato Romano guidata da un certo Tiberio Petasio che raccolse seguaci in Barbarano e in altre località del
Viterbese
. L'esarca Eutichio che si trovava a
Roma
e l'esercito romano agli ordini di papa Gregorio soffocarono la rivolta e mandarono a
Costantinopoli
la testa di Petasio.
Leone III costrinse il patriarca di
Costantinopoli
Germano, contrario all'
iconoclastia
, a ritirarsi e nominò Anastasio ma questi non fu riconosciuto dal pontefice e venne minacciato di scomunica.
Anno
742
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Liutprando, associato Ildebrando
Dopo aver conquistato
Spoleto
, il re Liutprando marciò verso Benevento dove il duca Godescalco tentò di fuggire ma inutilmente perché fu ucciso dalla popolazione mentre la moglie riuscì a riparare a
Costantinopoli
Costantinopoli
con tutti i loro averi.
Liutprando nominò duca di Benevento Gisulfo e ripartì, durante il viaggio incontrò il papa
Zaccaria
a Terni nel
ducato di Spoleto
.
Zaccaria
perorò abilmente la sua causa tanto che indusse Liutprando a rendere alla Chiesa città occupate anni prima come Narni,
Osimo
,
Ancona
e
Numana
e a firmare un trattato di pace col Ducato Romano, inoltre liberò tutti i prigionieri da lui catturati nelle province della Chiesa.
In
Francia
fu incoronato Chilepico III, Pipino e Carlomanno divisero i beni del fratello Grifone. Da Pipino e Berta sua moglie nacque in quest'anno
Carlo
, il futuro imperatore
Carlo Magno
.
A
Venezia
fu eletto doge Diodato che ebbe anche il titolo di Ipato, cioè di console dell'imperatore di
Costantinopoli
.
Anno
743
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
:
Liutprando
, associato Ildebrando
Costantino Copronimo
sconfisse il rivale Artabaso e il figlio Nicea, li fece accecare e li esibì in modo ridicolo nello stadio insieme al patriarca Anastasio.
Liutprando
attaccò l'Esarcato e l'esarca Eutichio invocò la protezione del papa. Non riuscendo a dissuadere
Liutprando
dal suo intento con lettere e ambasciatori,
Zaccaria
si recò personalmente ad incontrarlo a Ravenna. Qui incontrò difficoltà con i ministri longobardi ma proseguì impavidamente fino a
Pavia
dove fu finalmente ricevuto dal re. Questa volta
Liutprando
si mostrò meno disponibile ma alla fine accettò di consegnare parte delle sue conquiste nell'Esarcato al Ducato Romano.
Anno
744
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Ildebrando, poi Rachis
Morì il re
Liutprando
lasciando la corona al nipote Ildebrando che venne deposto dai sudditi dopo sette mesi e fu nominato Rachis duca del Friuli.
Il defunto re veniva ricordato per la sua abilità politica e per le basiliche che fece costruire fra cui quella di
San Pietro in Ciel d'Oro
a
Pavia
nella quale fece trasportare le reliquie di
S. Agostino
. Papa
Zaccaria
non tardò a prendere contatti con Rachis e fu stipulata una tregua di venti anni.
Anno
745
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Rachis
Questo fu un anno pacifico per l'Italia che vide Rachis intento a organizzare il suo governo.
Carlomanno e Pipino combattevano con successo contro Sassoni e
Alemanni
.
Anno
746
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Rachis
Rachis pubblicò delle leggi una delle quali proibiva contatti con stati esterni al regno ma anche con i ducati di Spoleto e Benevento.
Morì Ansprando duca di Spoleto e fu sostituito da Lupo.
Anno
747
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Rachis
In quest'anno Carlomanno decise di farsi monaco seguendo l'esempio di
Unaldo duca di Aquitania
che due anni prima aveva fatto altrettanto. Passato in
Italia
e ottenuta la veste monacale dal papa
Zaccaria
, Carlomanno fondò il monastero del Monte Soratte e vi si stabilì ma poiché riceveva spesso le visite dei nobili francesi diretti a
Roma
dopo qualche tempo preferì trasferirsi a
Montecassino
.
Anno
748
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
: Rachis
Alcuni mercanti veneziani facevano commercio di schiavi cristiani che venivano acquistati a
Roma
e venduti in
Africa
ai Saraceni.
Zaccaria
proibì tale pratica e pagato il prezzo degli schiavi che si trovavano in mano ai mercanti li mise in libertà.
Anno
749
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Per motivi che non conosciamo Rachis considerò violata la tregua e assediò
Perugia
.
Zaccaria
si portò rapidamente sul posto e riuscì a convincerlo a togliere l'assedio. Sembra che in questa occasione, parlandogli di Carlomanno,
Zaccaria
indusse Rachis a scegliere la vita religiosa, infatti pochi giorni dopo a
Roma
Rachis prese i voti con la moglie Tasia e la figlia Rotrude. Rachis entrò a
Montecassino
mentre Tasia e Rotrude fondarono un convento femminile nelle vicinanze. La corona longobarda passò a
Astolfo
fratello di Rachis.
Anno
750
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Sant'Anselmo fondò in quest'anno il monastero di Fanano nei pressi di
Modena
. Anselmo era fratello di Giseltrude moglie di
Astolfo
e prima di prendere i voti era stato duca del Friuli.
Anno
751
Papa:
Zaccaria
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Costantino Copronimo
dichiarò augusto e associò all'impero il figlio Leone nato l'anno precedente.
Pipino aveva aumentato la sua potenza con il ritiro di Carlomanno, aveva represso la ribellione del fratello Grifone e punito i suoi sostenitori.
Avendo l'effettivo potere su tutto il regno in quanto maggiordomo di palazzo, Pipino scrisse al papa per conoscere il suo parere sulla possibilità di deporre Chilperico che era re solo formalmente.
Anno
752
Papa:
Stefano II
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Ricevuta la conferma da papa
Zaccaria
,
Pipino
, con il consenso della Sede Apostolica e di tutti i
Franchi
, fu incoronato re da San Bonifacio Arcivescovo di Magonza. Chilperico fu tonsurato e chiuso in monastero.
Il 14 marzo morì papa
Zaccaria
. Fu eletto
Stefano
che morì dopo tre giorni per un colpo apoplettico. Anche il successivo eletto si chiamava
Stefano
e poiché il precedente non ebbe il tempo di essere consacrato non viene in genere considerato negli elenchi dei pontefici e il nome di
Stefano II
viene attribuito al prelato eletto dopo la sua morte.
Nell'estate di quest'anno (o in quella dell'anno precedente secondo altre fonti)
Astolfo re dei Longobardi
occupò la città di
Ravenna
, l'Esarcato e la Pentapoli cacciando l'ultimo esarca Eutichio e prese a minacciare il ducato Romano.
Stefano II
inviò ad
Astolfo
suo fratello il diacono
Paolo
(futuro papa
Paolo I
) e
Ambrogio Primicerio
con l'incarico di trattare la pace. La missione ebbe successo e fu conclusa una tregua di quarant'anni ma dopo quattro mesi
Astolfo
violò l'accordo e riaprì le ostilità pretendendo tributi della Chiesa e dalla cittadinanza romana. Il papa inviò una seconda ambasceria che non sortì alcun risultato.
Intanto l'imperatore
Costantino Copronimo
insisteva sul bando delle sacre immagini e
Pipino
lottava contro i Saraceni che avevano occupato la Settimania (Linguadoca).
Anno
753
Papa:
Stefano II
Imperatore:
Costantino Copronimo
Imperatore: Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Giunse a
Roma
Giovanni Silenziario
inviato da Costantino che insieme al diacono Paolo si recò a
Ravenna
per conferire con
Astolfo
. Anche questa missione fu inutile e
Astolfo
si limitò a dire che avrebbe mandato i suoi messi a
Bisanzio
.
Stefano II
scrisse a Costantino esortandolo a liberare l'intera Italia dai Longobardi.
Visti inutili questi tentativi, Stefano chiese riservatamente aiuto a
Pipino
che lo invitò in
Francia
ma prima di andarvi il papa incontrò a
Pavia
, insieme a
Giovanni Silenziario
, il re
Astolfo
che ancora una volta respinse ogni richiesta.
Stefano, con un seguito di prelati, raggiunse rapidamente il confine e in territorio franco incontrò il principe Carlo che lo accompagnò alla villa regale di
Ponthion
dove
Pipino
lo attendeva con la sua famiglia.
In quest'anno fu consacrata l'abbazia di Nonantola, fondata da S. Anselmo su un terreno donatogli da re
Astolfo
che era suo cognato. Il papa
Stefano II
ordinò la consacrazione e donò all'abbazia reliquie di San Silvestro, ma
Muratori
dubita della tradizione che vuole che
Astolfo
abbia personalmente accompagnato Anselmo a
Roma
per richiedere la donazione delle reliquie.
Nei pressi dell'abbazia S. Anselmo fondò anche un ospedale e due ospizi per i poveri.
Anno
754
Papa:
Stefano II
Imperatore:
Costantino Copronimo
Imperatore: Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Il papa chiese aiuto a
Pipino
contro i Longobardi, fu condotto a
Parigi
dove incoronò re di
Francia
Pipino
e conferì ai suoi figli Carlo e Carlomanno il titolo di
Patrizi dei Romani
.
Pipino
inviò ambasciatori a chiedere a
Astolfo re dei Longobardi
la restituzione dei territori imperiali occupati ma non ottenne risultati, convocò quindi una dieta dei baroni che decise concordemente di far guerra ai Longobardi.
Astolfo
, facendo pressione sull'abate del suo monastero, ottenne che Carlomanno fratello di
Pipino
si presentasse alla dieta per perorare la sua causa. Carlomanno vi andò ma non tentò di far cambiare idea al fratello o non vi riuscì. Non tornò più in Italia e si ritirò in un monastero nel
Delfinato
dove poco dopo morì.
Falliti altri tentativi diplomatici,
Pipino
marciò con l'esercito e si scontrò con
Astolfo
ai confini del regno in territorio alpino.
Astolfo
fu duramente sconfitto e fuggì a
Pavia
dove fu assediato dai
Franchi
.
In questa situazione fu
Astolfo
a chiedere la pace e per ottenerla si impegnò a restituire
Ravenna
e le altre città dell'Esarcato consegnando ostaggi a
Pipino
come garanzia della promessa.
Pipino
tornò in
Francia
e
Stefano II
a
Roma
.
Intanto a
Costantinopoli
l'imperatore
Costantino Copronimo
convocata un sinodo per proibire la venerazione delle immagini sacre ed ordinarne la distruzione.
Anno
755
Papa:
Stefano II
Imperatore:
Costantino Copronimo
Imperatore: Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
Astolfo
non mantenne le promesse e inoltre, unito al suo l'esercito del ducato di Benevento, assediò
Roma
e prese a danneggiare le campagne circostanti.
Stefano II
si affrettò a richiamare
Pipino
e quando
Astolfo
seppe dell'imminente arrivo di un esercito franco lasciò
Roma
per correre a difendere i confini del suo regno.
Legati di
Costantino Copronimo
, che avevano il compito di convincere
Pipino
a combattere i Longobardi a favore dell'Impero, si resero conto che
Pipino
aveva già passato le
Alpi
ma il suo obiettivo non era quello di recuperare l'Esarcato per restituirlo a
Bisanzio
ma per farne dono al pontefice. Furono licenziati da
Pipino
che respinse le loro richieste affermando che non avrebbe cambiato la sua decisione.
Verso la fine dell'anno
Astolfo
si arrese e restituì Rimini,
Ravenna
, Pesaro, Fano,
Cesena
Senigallia,
Forlimpopoli
,
Forlì
, Montefeltro,
Urbino
, Cagli, Gubbio e altri centri minori, aggiunse
Comacchio
e Narni. Tenendo fede alla parola data
Pipino
consegnò a
Stefano II
tutte queste città.
In questo stesso anno San Bonifacio arcivescovo di Magonza subì il martirio.
Pipino
tolse ai Saraceni la città di
Narbona
dopo tre anni di assedio e li cacciò dalla Settimania.
Il doge
Diodato Orso Ipato
venne ucciso in una congiura organizzata dall'usurpatore
Galla Lupanio
.
Anno
756
Papa:
Stefano II
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Astolfo
In una battuta di caccia muore
Astolfo re dei Longobardi
senza lasciare eredi, viene quindi eletto
Desiderio
dalla dieta dei duchi.
Rachis, ex re che dopo aver abdicato si era ritirato in convento, decise di riprendere il potere e radunata un'armata si oppose a
Desiderio
. Questi chiese aiuto al papa promettendo di consegnare alcune città che
Astolfo
, violando i patti, aveva trattenuto e di aggiungere altri doni. Stefano trasmise la richiesta a
Pipino
che scrisse a Rachis per convincerlo a farsi da parte.
Rachis, che intanto aveva raccolto sostenitori in
Toscana
e si era dichiarato re a
Pisa
come risulta da documenti dell'epoca, preso atto della posizione del papa e di quella di
Pipino
decise di rinunciare e verso la fine dell'anno, o all'inizio dell'anno successivo,
Desiderio
potè assumere effettivamente il potere.
A
Venezia
Galla
venne deposto e accecato, fu eletto
Domenico Monegario
e furono istituiti due tribuni con carica annuale.
Anno
757
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
Desiderio
era insediato sul trono, a Spoleto fu eletto il nuovo duca Alboino.
Stefano II
scrisse a
Pipino
per pregarlo di inviare i suoi messi a
Desiderio
e convincerlo a perfezionare le restituzioni non completate da
Astolfo
. Il papa avrebbe voluto certamente conoscere la natura dei colloqui che avvenivano fra
Pipino
e un ministro bizantino che si trovava presso di lui, ma probabilmente non vi riuscì perché morì il 24 aprile. Dopo trentacinque giorni di sede vacante fu eletto
Paolo
, fratello del defunto, che fu consacrato il 29 maggio.
Anno
758
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
Durante il periodo di interregno fra
Astolfo
e
Desiderio
i ducati di Spoleto e Benevento si erano posti sotto l'autorità del re dei
Franchi
.
Desiderio
mosse in armi per punirli e durante la marcia devasto la campagna della Pentapoli. Fece quindi prigioniero Alboino duca di Spoleto mentre
Liutprando duca di Benevento
fuggiva a
Otranto
.
Desiderio
lo sostituì con Arichis.
Da una lettera di
Paolo I
a
Pipino
si apprende che
Desiderio
aveva preso accordi con l'imperatore di
Costantinopoli
per riconquistare Ravenna e espugnare
Otranto
, città che avrebbe lasciato ai bizantini pur di aver in mano il duca
Liutprando
.
Il papa condusse difficili trattative con
Desiderio
che avanzava a sua volta delle istanza come la liberazione dei prigionieri longobardi detenuti in
Francia
o la riconsegna di località già dei Longobardi poi occupate dai Greci. Non fidandosi ciascuno dell'altro, ognuno pretendeva di non essere il primo ad adempiere agli impegni assunti.
In quest'anno o nel seguente
Desiderio
associò al potere il figlio
Adelchi
.
Anno
759
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Lettere del papa a
Pipino
segnalano nuovi abusi di
Desiderio
e insistono perché
Pipino
lo costringa a completare le restituzioni.
In base al fatto che l'imperatore contrastava la chiesa molto più per il culto delle icone che non per la perdita dell'Esarcato,
Muratori
avanza l'ipotesi che l'autorità di
Bisanzio
sull'Italia e su
Roma
in quei tempi non fosse solo formale. Lo dimostrerebbe anche il fatto che i documenti vergati a
Roma
in quel periodo venivano datati in base agli anni di regno dell'imperatore come si era sempre usato in precedenza.
Anno
760
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Una lettera del papa a
Pipino
ci informa che
Desiderio
si impegnò con gli ambasciatori franchi a consegnare a San Pietro
i patrimoni, i diritti, i luoghi, confini e territori
conquistati all'Esarcato.
Il papa richiedeva anche ai duchi di
Napoli
e
Gaeta
la restituzione di patrimoni tolti in passato alla Chiesa e li esortava a mandare a
Roma
i loro vescovi per la consacrazione e non più a
Costantinopoli
.
Anno
761
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Dalle lettere di quest'anno si ricava che funzionari incaricati da
Desiderio
e funzionari del regno franco viaggiavano insieme in Italia per formalizzare il trasferimento alla Chiesa dei territori e beni oggetto degli accordi conclusi in precedenza.
Era quindi un momento di pace fra Chiesa,
Franchi
e Longobardi che il papa auspicava fosse duraturo, ma in quel periodo da
Costantinopoli
giunsero richieste per recuperare l'Esarcato.
Anno
762
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Con una bolla di
Paolo I
viene ceduto a
Pipino
il monastero di San Silvestro sul Monte Soratte fondato da Carlomanno con tre monasteri da esso dipendenti.
Il papa scrisse a
Pipino
di essere stato informato da fonti attendibili di un possibile attacco bizantino a Ravenna e a
Roma
e lo pregò di esortare
Desiderio
ad intervenire in caso di necessità in difesa delle città minacciate.
Anno
763
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Muratori
disquisisce sul problema di chi governasse
Roma
in questo periodo. L'interpretazione dei documenti farebbe talvolta pensare a una repubblica indipendente dall'impero e soggetta all'autorità temporale del papa, altre volta alla continuazione del dominio di
Costantinopoli
.
Morì Gisolfo duca di Spoleto e fu suo successore Teoderico o Teodericio.
Continuava la guerra di
Pipino
contro Gunisario duca d'Aquitania iniziata nel 760 che terminerà nel 768.
Anno
764
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Messi di
Desiderio
e di
Roma
si confrontarono davanti a
Pipino
sulla questione delle immagini ma non giunsero a risultati apprezzabili.
Tassilone duca di Baviera
, ribelle a
Pipino
, inviò ambasciatori a
Roma
per chiedere la mediazione del papa ma gli ambasciatori furono bloccati a
Pavia
dai Longobardi che avevano frainteso la loro missione.
Il doge di
Venezia
Domenico Mocenigo fu deposto, accecato e sostituito da Maurizio nobile di
Eraclea
.
Anno
765
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Molte chiese della
Gallia
e della
Germania
inviarono richieste al papa per avere delle reliquie di santi e ne conseguirono
alcune strepitose traslazioni
delle quali parlano gli annali ecclesiastici.
Anno
766
Papa:
Paolo I
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Probabilmente in quest'anno il re
Desiderio
e la moglie Ansa fondarono il monastero femminile di Santa Giulia, Anselberga, loro figlia, si fece monaca e ne divenne badessa.
Anno
767
Papa: sede vacante
Imperatore:
Costantino Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Il 28 giugno morì
Paolo I
. Poco dopo Totone governatore di Nepi sollevò una rivolta nella provincia e entrando in armi a
Roma
fece eleggere papa il fratello
Costantino
che era laico, quindi costrinse alcuni vescovi a farlo sacerdote e subito dopo consacrarlo papa.
Costantino
si affrettò a scrivere a
Pipino
dichiarando di essere stato nominato per volontà del popolo e chiedendo la sua protezione, ma
Pipino
non volle riconoscerlo.
Anno
768
Papa:
Stefano III
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
L'antipapa
Costantino
viene deposto con l'intervento dei Longobardi del ducato di Spoleto. Viene eletto
Stefano III
(
Stefano IV
in altri elenchi), prete di Santa Cecilia, consacrato il 7 agosto.
Mentre continuavano disordini popolari contro il deposto antipapa,
Stefano III
inviò a
Pipino il Breve
la richiesta di mandare a
Roma
alcuni vescovi esperti in diritto canonico per correggere in concilio quanto era stato legiferato sotto
Costantino
. Ma
Pipino
era morto il 24 settembre lasciando suoi successori i figli
Carlo
(cui toccò l'
Austrasia
) e Carlomanno (Svevia) i quali soddisfecero la richiesta del papa mandandogli un gruppo di prelati.
Anno
769
Papa:
Stefano III
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Si tenne in aprile il concilio nella chiesa patriarcale del
Vaticano
con l'intervento dei vescovi inviati da
Carlo
e Carlomanno e di altri provenienti da molte città d'Italia. Fu stabilito che nessun laico potesse essere nominato vescovo e fu ribadita la condanna degli
iconoclasti
.< br> Fu interrogato Costantino (che nel frattempo era stato accecato dai rivoltosi) ma non riuscì a giustificare la sua usurpazione e fu cacciato dopo aver ricevuto "molte guanciate".
L'ex duca di
Aquitania
Unaldo
, che si era ritirato a vita monastica anni prima, quando seppe della morte del fratello Guaisario ucciso nel 768 depose il saio e riuscì a farsi riconoscere nuovamente duca.
Carlo, cui era toccata l'
Aquitania
in eredità, intervenne e fece fuggire
Unaldo
in
Guascogna
. Carlomanno non volle aiutarlo in questa impresa e i rapporti tra i fratelli iniziarono a deteriorarsi.
In alcune lettere di
Stefano III
a
Carlo Magno
si legge che il papa richiedeva a
Desiderio
la restituzione delle "Giustizie di San Pietro" (beni allodiali, rendite, diritti) di cui i
Longobardi
si erano appropriati durante il regno dell'antipapa Costantino.
Cristoforo Primicerio e suo figlio Sergio furono incaricati di richiedere a
Desiderio
le
Giustizie
ma il re mosse con il suo esercito fino a
Roma
e si fermò alle porte della città per trattare con il papa.
Cristoforo e Sergio, sentendosi minacciati, chiusero le porte di
Roma
ponendo la città in stato di assedio mentre il loro avversario
Paolo Afiarta
(
cubicularius
e capo della fazione filolongobarda) tentava di sollevare il popolo contro di loro.
Quando il papa intimò loro di consegnarsi in
Vaticano
o di entrare in monastero, Cristoforo e Sergio si arresero a
Stefano III
che dichiarò di volerli salvare ma
Afiarta
li catturò e li fece accecare. Cristoforo morì tre giorni dopo, Sergio fu strangolato alla morte di
Stefano III
.
Muratori
annota comunque l'esistenza di una lettera in cui
Stefano III
raccontava a
Carlo Magno
e alla regina Berta una diversa versione di questa vicenda affermando che Cristoforo e Sergio avevano attentato alla sua vita e che
Desiderio
lo aveva salvato. Nella stessa lettera il papa accusava un certo Dodone, "missus" di Carlomanno, di aver aiutato gli attentatori.
La cronaca di Anastasio Bibliotecario dalla quale
Muratori
ha attinto questo racconto, questa lettera e altri documenti, non forniscono resoconti coerenti quindi la responsabilità degli eventi e la reale posizione di
Desiderio
rimangono non del tutto chiarite. Secondo l'annalista
Stefano III
può essersi servito dell'aiuto longobardo per eliminare i due funzionari divenuti troppo potenti. Anche la datazione dei fatti è incerta e
Muratori
ha adottato quella delle Cronache di Sigeberto mentre in altre fonti la caduta di Cristoforo è collocata nel 771.
Anno
770
Papa:
Stefano III
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Carlo Magno
e Carlo Manno si riconciliarono almeno momentaneamente grazie alla mediazione della madre Berta, la quale scese in
Italia
per concordare con re Desiderio i fidanzamenti dei due re suoi figli con le figlie di lui e di sua figlia
Gisela
con
Adelchi
figlio di
Desiderio
.
Questi fidanzamenti indignarono
Stefano III
che considerava i Longobardi nemici del suo stato e i
Franchi
impegnati per giuramento a difendere la Chiesa. Gli archivi Vaticani conservano una lettera inviata dal papa alla regina Berta e ai suoi figli della cui autenticità
Muratori
dubita perché piena di invettive volgari contro i Longobardi non consone allo stile di un pontefice. In ogni caso il matrimonio di
Carlo Magno
fu celebrato mentre Carlomanno rifiutò di sposare una figlia di
Desiderio
.< br> Morì l'arcivescovo di Ravenna Sergio che si era impadronito dell'Esarcato, gli succedette Leone che fece altrettanto ma un certo Michele, con l'aiuto del governatore di Rimini Maurizio, depose Leone e si proclamò arcivescovo. Papa Stefano rifiutò tuttavia la consacrazione per la violenza dell'evento e perché Michele era laico.
Anno
771
Papa:
Stefano III
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Carlo Magno
ripudiò Desiderata, figlia di
Desiderio
, non sono certe le motivazioni e la presunta sterilità della sposa non è mai stata provata.
Il 3 dicembre di quest'anno morì Carlomanno lasciando due figli, Pipino ed un altro di cui non si conosce il nome. Carlo ottenne rapidamente il consenso dei nobili e dei prelati dei territori del defunto e si fece incoronare re di tutta la
Gallia
e di gran parte della
Germania
, cioè l'intero regno di Pipino il Breve con l'aggiunta dell'
Aquitania
e della
Guascogna
. Gilberga, vedova di Carlomanno, fuggì con i figli presso
Desiderio
.
Michele continuava a tenere con la forza l'episcopato di Ravenna appoggiato dai Longobardi finché non fu deposto da delegati del papa e di
Carlo Magno
che reinsediarono Leone.
Anno
772
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Morì
Stefano III
e venne eletto
Adriano I
. Fra i primi eventi del nuovo pontificato fu il processo agli assassini di Sergio figlio di Cristoforo ucciso pochi giorni prima della nomina di
Adriano
che vennero esiliati a
Costantinopoli
. Anche
Paolo Afiarta
fu processato ma prima che si decidesse il suo destino venne trovato morto.
Desiderio
occupò
Faenza
,
Ferrara
e
Comacchio
, tutti appartenenti alla Chiesa e pose come condizione per restituirli di incontrare personalmente il nuovo papa, voleva evidentemente far incoronare i figli di Carlomanno che si erano rifugiati presso di lui ma il papa per non inimicarsi
Carlo Magno
rifiutò.
Desiderio
reagì occupando o saccheggiando altre località e spingendo il suo esercito fin nei pressi di
Roma
. Nello stesso periodo iniziò la guerra fra
Carlo Magno
e i Sassoni che non volevano più riconoscere la sovranità dei
Franchi
.
Anno
773
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Longobardi
:
Desiderio
, associato
Adelchi
Dopo aver insistito nel chiedere un incontro al papa, Desiderio mosse personalmente da
Pavia
verso
Roma
mandando avanti messi ad avvertire
Adriano I
del suo arrivo. Il papa ribadì che non lo avrebbe ricevuto se non dopo la restituzione delle città recentemente occupate e nell'attesa chiamò a
Roma
tutte le milizie disponibili per la difesa.
Sotto minaccia di scomunica Desiderio tornò indietro ma non restituì le città neanche quando ne fu esortato dai messi di
Carlo Magno
.
Carlo
infine si mise in marcia con l'esercito verso l'
Italia
e trovò Desiderio a contrastargli il passo detto Chiuse d'Italia. I
Franchi
trovarono un altro valico ed entrarono in Italia mentre
Adelchi
e una parte dei Longobardi si davano alla fuga e Desiderio si chiudeva in
Pavia
.
Deciso a sottomettere i Longobardi,
Carlo
si dispose a un lungo assedio di
Pavia
e di
Verona
, quest'ultima difesa da
Adelchi
.
Anno
774
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino V Copronimo
, associato
Leone IV
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Dopo sei mesi di assedio a
Pavia
Carlo si recò a
Roma
in visita a
Adriano I
e fu accolto con grande entusiasmo. In occasione di questa visita confermò le donazioni alla Chiesa fatte da suo padre Pipino.
Pavia
infine capitolò, Desiderio fu arrestato e portato in
Francia
con la moglie Ansa, visse ancora qualche anno in monastero dedicandosi alla preghiera e alla penitenza.
Adelchi
lasciò
Verona
nelle mani dei
Franchi
e fuggì a
Costantinopoli
dove cercò aiuto per riprendere il trono ottenendo soltanto promesse che non ebbero seguito.
Sconfitti i Longobardi,
Carlo Magno
divenne re d'Italia. Secondo
Muratori
la conquista dell'Italia da parte dei
Franchi
fu agevolata dalla propaganda operata da
Adriano I
e da Anselmo abate di Nonantola. In particolare Anselmo, imparentato con Rachis predecessore e avversario di Desiderio, avrà operato per spingere molti Longobardi a simpatizzare per
Carlo Magno
e, nel momento critico, insorgere contro Desiderio.
Carlo, dunque, si nominò re dei Longobardi prendendo possesso dell'intero dominio di Desiderio ad eccezione del ducato di Benevento dove era duca Arichi, marito di
Adelberga
figlia di Desiderio, il quale alla notizia della caduta del suocero volle aspirare a un più alto grado di sovranità e si fece incoronare principe dai suoi vescovi.
Carlo, che doveva fronteggiare problemi con i Sassoni, per il momento non intervenne.
Anno
775
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Leone IV
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Il 14 settembre di quest'anno morì Costantino Copronimo durante la sua avanzata contro i
Bulgari
, lasciò la corona al figlio Leone IV marito di Irene già associato al potere dal 751.
Adelchi
giunse a
Costantinopoli
in cerca di aiuto ma ottenne soltanto il titolo di patrizio. Le voci che corsero sulle intenzioni di
Adelchi
bastarono comunque a preoccupare il papa che scrisse ripetutamente a Carlo pregandolo di intervenire in caso di pericolo.
Quanto a
Carlo Magno
non aveva ancora mantenuto la promessa fatta al papa di rendere le città che desiderio aveva sottratto alla Chiesa e che restavano nel regno dei Longobardi ora governato dallo stesso Carlo.
Anno
776
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Leone IV
associato Costantino VI
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
L'imperatore Leone IV associò al potere il figlio Costantino. In primavera
Carlo Magno
giunse in Friuli dove il duca Radgauso si era ribellato e lo eliminò. Passò quindi ad assediare Stabilino suocero di Radgauso a Treviso, espugnò questa ed altre città della regione nelle quali collocò presidi militari e ripassò rapidamente le
Alpi
perché impegnato nella guerra contro i Sassoni.
Intanto papa
Adriano
continuava a fare pressione per ottenere la restaurazione delle città che i Longobardi avevano tolte alla chiesa e la consegna dei territori che Pipino e lo stesso
Carlo Magno
avevano promesso, ma non otteneva alcun risultato.
Anno
777
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Leone IV
associato Costantino VI
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Adriano I
scrisse a
Carlo Magno
lamentandosi per il comportamento di Leone arcivescovo di Ravenna che aveva visitato lo stesso re senza informarne il pontefice e abusava della propria autorità non rispettando quella di
Roma
. Da lettere successive si comprende che Leone pretendeva di aver ricevuto
Imola
e
Bologna
da
Carlo Magno
e che accampava pretese sull'Esarcato. Mancano informazioni sull'esito di questa vicenda che comunque qualche tempo dopo risulta conclusa.
A
Venezia
il doge
Maurizio Galbaio
ottenne il consenso per associare al governo suo figlio
Giovanni
che fu designato suo successore, ciò accadeva per la prima volta e creò un pericoloso precedente.
Anno
778
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Leone IV
associato Costantino VI
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Carlo valicò i Pirenei con due eserciti, prese Pamplona, Huesca e Jacca e consolidò la sua autorità in
Catalogna
, ma sulla via del ritorno, a Roncisvalle, i Franchi caddero in un'imboscata dei Guasconi che massacrarono la retroguardia. Furono uccisi Egarto soprintendente della mensa, Anselmo conte del Palazzo e Rolando governatore di
Britannia
.
Una nuova ribellione dei Sassoni suscitata dal principe
Witichindo
costrinse Carlo ad abbandonare i suoi progetti in
Spagna
e a intervenire contro i ribelli.
La regina Ildegarda partorì due figli: Lotario che morì a due anni e Ludovico futuro re d'
Aquitania
e in seguito imperatore.
Anno
779
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Leone IV
associato Costantino VI
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Maurizio vescovo d'Istria fu accecato perché sospettato di voler consegnare a
Carlo Magno
quella provincia che evidentemente apparteneva a
Bisanzio
.
Carlo continuava a combattere con successo contro i Sassoni.
Anno
780
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
reggente
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Morì Leone IV e fu suo successore Costantino sotto la reggenza della madre Irene che mise fine alle persecuzioni iconoclaste.
Carlo Magno
ritenendo ormai pacificata la
Sassonia
vi mandò alcuni missionari e decise di scendere in Italia per incontrare il papa.
Anno
781
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia:
Pipino
Carlo Magno
trascorse le festività a
Pavia
con la regina Ildegarda e i figli e in primavera partì per
Roma
dove giunse il 15 aprile, giorno di Pasqua.
Fece battezzare dal papa
Adriano
Carlomanno
il cui nome venne cambiato in
Pipino
. Il giorno seguente
Adriano
consacrò
Pipino
re d'Italia e
Ludovico
re di
Aquitania
. Tornando in
Francia
, Carlo sostò a
Milano
dove l'arcivescovo Tommaso battezzò Gisla figlia di Carlo e di Ildegarda.
Irene
imperatrice di
Bisanzio
propose il matrimonio di suo figlio
Costantino
con
Rotrude
figlia di
Carlo Magno
. Il matrimonio fu celebrato per procura ma non ebbe effetto per contrasti sopravvenuti fra
Irene
e
Costantino
.
Legati papali e funzionari del re andarono in delegazione presso
Tassilone duca di Baviera
e lo convinsero a rinnovare il giuramento di fedeltà a
Carlo Magno
ma più tardi
Tassilone
violò il giuramento.
In questo periodo
Carlo
si occupò del degrado delle scienze e delle lettere in
Italia
e in
Francia
incaricando noti intellettuali di promuovere gli studi e la cultura: Paolino futuro patriarca di
Aquileia
,
Alcuino di York
,
Pietro da Pisa
.
Anno
782
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
reggente
Irene
Re dei
Franchi
e dei
Longobardi
:
Carlo Magno
Re d'Italia: Pipino
Irene, dopo aver concluso una pace onerosa con i Saraceni, attaccò gli Sciavoni nel
Peloponneso
, recuperò
Salonicco
e la
Grecia
e riportò molti prigionieri e bottino.
Witichindo
sollevò una nuova ribellione in
Sassonia
,
Carlo Magno
intervenne personalmente, i Sassoni si sottomisero e
Witichindo
fuggì in Scandinavia.
Si tenne una dieta in Colonia alla quale parteciparono anche il re dei
Normanni
e il re degli Avari.
Muratori
ricorda qui
Paolo Diacono
che fiorì in questi anni. Era longobardo, nato a
Cividale del Friuli
, era stato consigliere di
Desiderio
e dopo la caduta di questi era passato in
Francia
. In seguito si ritirò a
Benevento
, alcuni dissero perché caduto in disgrazia presso
Carlo Magno
ma la notizia non è affidabile, visse alla corte del duca
Arichis
e della moglie
Adelberga
, figlia di
Desiderio
, poi a
Monte Cassino
dove si fece monaco. Scrisse la
Storia dei Longobardi
e altre opere.
Anno
783
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia: Pipino
Morì in quest'anno a ventisei anni Ildegarda moglie di
Carlo Magno
che venne santificata. Lasciò tre figlie e tre figli viventi: Carlo futuro re di Francia, Pipino re d'Italia, Ludovico re d'Aquitania. Il 12 luglio morì anche Berta madre i
Carlo Magno
. Presto
Carlo
si risposò con Fastrada.
Si verificò una nuova ribellione dei Sassoni subito repressa da
Carlo
.
Anno
784
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia: Pipino
Con una lettera di quest'anno re
Carlo
chiese al papa tutti i mosaici del Palazzo di
Ravenna
, richiesta alla quale il papa rispose positivamente.
Carlo Magno
ordinò di cacciare da
Ravenna
e da tutta la Pentapoli i mercanti veneziani dei quali diffidava considerandoli legati ai Bizantini. Dal santo suo il popolo protestò perché il duca Garamanno, inviato da
Carlo
, aveva occupato molti poderi nella chiesa di
Ravenna
.
Carlo Magno
intervenne in
Sassonia
dove era scoppiata una nuova ribellione e spedì il suo primogenito contro i popoli della
Westfalia
.
Anno
785
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia:
Pipino
L'imperatore
Costantino
e sua madre
Irene
invitarono il papa a un concilio generale sulla questione delle sacre immagini. Anche in quest'anno
Carlo Magno
intervenne in
Sassonia
contro i popoli ribelli. I Sassoni si diedero finalmente per vinti e i loro capi
Witichindo
e
Abbione
si fecero battezzare e giurarono fedeltà a
Carlo
.
I Saraceni, dopo un lungo assedio liberarono la città di Gerona e tutta la
Catalogna
fu unita al regno dei Franchi. A
Carlo Magno
che aveva segnalato al papa commerci di cristiani venduti come schiavi ai Saraceni, il papa rispose che tali commerci avvenivano nei territori dei Longobardi e non in quelli della Chiesa. In particolare in
Toscana
e in Liguria mercanti greci acquistavano schiavi cristiani che si vendevano per scampare alla carestia. Nel porto di Civitavecchia erano state bruciate navi greche e arrestati i Greci stessi.
Anno
786
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia:
Pipino
Si aprì a Costantinopoli un concilio generale convocato da Irene per decidere sulla questione delle sacre immagini, ma l'assemblea fu disturbata da militari iconoclasti che intervennero in armi minacciando chi era contrario ai decreti iconoclastici. Il concilio fu sospeso e l'imperatrice chiamò dall'Asia alcuni reggimenti per disarmare i soldati sedizioni, in questo modo fu possibile riprendere il concilio l'anno seguente.
In
Bretagna
ebbe inizio una rivolta contro
Carlo Magno
che era impegnato in
Sassonia
. Il re inviò un esercito comandato da un certo Audulfo che sedò la ribellione. Furono puniti gli autori di una congiura ordita in
Germania
contro la crudeltà della regina Fastrada.
Carlo Magno
decise di scendere in Italia e, partito in autunno, trascorse il natale a Firenze.
Il duca di
Benevento
Arigiso mandò un esercito ad incendiare la città di
Amalfi
appartenente al
Ducato di Napoli
ma fu respinto dai
Napoletani
che uccisero molti
Beneventani
>.
Anno
787
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Re d'Italia:
Pipino
Fu convocato il settimo concilio generale a
Nicea
in
Bitinia
parteciparono i legati del papa
Adriano I
, Tarasio patriarca di Costantinopoli, i legati dei patriarchi di
Alessandria
,
Antiochia
,
Gerusalemme
oltre a trecentocinquanta vescovi. Fu stabilito il culto delle immagini conforme alla dottrina cattolica e gli iconoclasti furono scomunicati.
Carlo Magno
giunse a
Roma
dove fu accolto dal papa
Adriano I
. Arigiso duca di Benevento mandò ad incontrarlo il figlio Romoaldo con molti doni per dichiararsi pronto ad obbedire, tuttavia il re fu messo in guardia dal papa procedette fino a Capua per saccheggiare il Beneventano.
Arigiso concluse la pace con
Napoli
e mandò un altro figlio, Grimoaldo, a chiedere la pace offrendo sottomissione, denaro e ostaggi. Carlo, desiderando evitare una guerra lunga e difficile, concesse la pace. Arigiso conservò il titolo di duca ma fu subordinato al re d'Italia, fu imposto un tributo e Grimoaldo dovette seguire il re a Aquisgrana come ostaggio.
Durante il soggiorno romano Carlo trattò con il papa il recupero delle città di Terracina che era stata occupata dai Bizantini e i rapporti con il duca di
Baviera
Tassilone
che da tempo era in trattative per la pace senza che si giungesse a una soluzione. Il papa mandò ambasciatori a Tassilone chiedendogli di sottomettersi formalmente a
Carlo Magno
ma ancora una volta i duca non tenne fede alle promesse e infine Carlo agì per ottenere con le armi quando non aveva potuto raggiungere in modo pacifico.
Guidò personalmente un esercito fino a Augusta mentre il figlio Pipino ne condusse un altro fino a Trento. A questo punto Tassilone si presentò a
Carlo Magno
per giurargli fedeltà e sottomissione e gli consegnò tredici ostaggi tra cui il proprio figlio Teodone.
A
Venezia
morì il doge Maurizio Galbaio e il potere rimase al figlio Giovanni Galbaio che era già associato al padre.
Tornando in patria da
Roma
, Carlo portò con se alcuni cantori che insegnassero in Francia il canto gregoriano, oltre a vari maestri per diffondere nel suo regno lo studio delle lettere.
Anno
788
Papa:
Adriano I
Imperatore:
Costantino VI
e
Irene
Re d'Italia:
Pipino
Re dei
Franchi
e dei Longobardi:
Carlo Magno
Adriano I
fu informato di segrete intese fra il duca di Benevento Arichis e l'imperatore di
Bisanzio
, quest'ultimo aveva preparato un intervento in Italia che non aveva avuto luogo perché Arichis era morto. Da parte sua il papa informò
Carlo Magno
pregandolo di non liberare il nuovo duca Grimoaldo che si trovava in
Francia
come ostaggio.
Contrariamente alle raccomandazioni del papa, Carlo liberò Grimoaldo e lo lasciò tornare a Benevento per evitare che i
Beneventani
si consegnassero spontaneamente ai Bizantini.
Quando Carlo annullò il fidanzamento della figlia Rotrude con Costantino VI incrinò i rapporti con
Bisanzio
e Irene mandò una flotta comandata da
Adelchi
ad attaccare il ducato di Benevento. Grimoaldo con l'aiuto di Ildebrando duca di Spoleto e di rinforzi franchi affrontò i Bizantini e li sconfisse. Secondo alcuni
Adelchi
morì in questa battaglia.
Nello stesso periodo Tassilone si ribellò istigato dalla moglie Liutperga figlia di Desiderio. Fu processato e rinchiuso in monastero, tuttavia gli Avari secondo accordi presi con Tassilone attaccarono il Friuli e la
Baviera
ma furono sconfitti su entrambi i fronti.
Anno
1003
Papa:
Giovanni XVII
poi
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
L'11 maggio (circa) morì
Silvestro II
, probabilmente avvelenato. Furono diffuse molte dicerie sul suo conto, si disse che era un negromante e che per giungere al papato aveva stretto un patto con il diavolo. Probabilmente queste superstiziose credenze nacquero dall'essere
Silvestro II
un uomo di grande cultura, studioso di matematica e altri argomenti misteriosi per la gente ignorante del suo tempo.
Fu eletto papa
Siccone
che prese il nome di
Giovanni XVII
e visse soltanto sei mesi dopo la nomina. Sul finire dell'anno fu nominato
Giovanni XVIII
detto Fasano (Fagiano).
Morì
Ottone III
e
Arduino marchese di Ivrea
fu incoronato re d'
Italia
anche se molti nobili italiani erano favorevoli a
Enrico II di Baviera
.
Anno
1004
Papa:
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Dopo aver nominato il cognato
Enrico
duca di
Baviera
,
Enrico II re di Germania
scese in
Italia
con un potente esercito. Trovò il passo delle Chiuse dell'
Adige
troppo ben presidiato, deviò quindi la marcia e conquistò un altro passo nelle vicinanze del fiume
Brenta
, qui sostò per far riposare le truppe fino al 17 aprile, giorno di Pasqua.
Alla notizia dell'imminente arrivo del re di
Germania
i sostenitori di
Arduino
lo abbandonarono ed egli si trovò privo di un esercito; senza combattere
Enrico II
entrò in
Verona
poi in
Brescia
lietamente accolto dalla popolazione e da importanti nobili italiani come
Bonifacio marchese di Toscana
e
Federico arcivescovo di Ravenna
.
A
Bergamo
Enrico
ricevette il giuramento di fedeltà di
Arnolfo arcivescovo di Milano
e a
Pavia
fu incoronato re d'
Italia
. Il giorno dell'incoronazione fu un giorno di festa a
Pavia
ma verso sera gli animi si riscaldarono per effetto del vino e scoppiò una rissa tra
Pavesi
e
Tedeschi
che durò tutta la notte. Al mattino la città aveva subito i gravissimi danni di un incendio che, fra l'altro, aveva distrutto il palazzo reale.
Enrico
si ritirò fuori città nel Monastero di
San Pietro in Ciel d'Oro
, dopo un breve soggiorno in
Italia
nel corso del quale distribuì diplomi e privilegi ai suoi sostenitori, tornò in
Germania
per affrontare
Boleslao
usurpatore della
Boemia
.
Anno
1005
Papa:
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
I
Pisani
assediarono
Reggio Calabria
che era occupata dai Saraceni e se ne impadronirono ma il re saraceno Musetto
(Mujahid ibn 'Abd Allah al-'Amiri)
ne approfittò per attaccare nottetempo
Pisa
con una grossa armata. I Saraceni bruciarono e saccheggiarono una parte della città ma il resto fu salvato da una donna di nome
Chinsica (Kinzica de'Sismondi)
che si accorse per prima dell'attacco e fece suonare le campane mettendo in fuga gli invasori. A quella donna fu dedicata una statua e il quartiere danneggiato ebbe il suo nome.
Carestia e epidemie fecero molte vittime fra cui
Giovanni
figlio e collega di
Pietro Orseolo II doge di Venezia
e sua moglie
Maria
sorella di
Romano III imperatore di Bisanzio
.
Enrico II
sconfisse
Boleslao
.
Anno
1006
Papa:
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
In
Germania
Enrico II
intervenne con scarsi risultati contro
Baldovino conte di Fiandra
che aveva occupato la città di
Valencienes
nella
Marca di Lorena
. Lo stesso re iniziò le trattative per istituire il vescovato di
Bamberga
, l'operazione incontrò resistenza da parte del vescovo di
Virtzburg (Würzburg)
che avrebbe perso parte della sua diocesi e andò in porto soltanto nell'anno seguente.
Anno
1007
Papa:
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Possibile, ma non certo, anno della morte del marchese
Tedaldo
, antenato di
Matilde di Canossa
.
Istituzione del vescovato di
Bamberga
con atto di
Enrico II
e bolla di
Giovanni XVIII
.
Enrico con il suo esercito passò la
Schelda
contro
Baldovino conte di Fiandra
che si arrese senza combattere. Ripresero anche le ostilità con
Boleslao di Polonia
.
Nascita di
Pietro di Damiano
in
Ravenna
.
Morte di
Landolfo IV principe di Capua
(24 luglio) e successione di
Pandolfo II
.
Anno
1008
Papa:
Giovanni XVIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Adalberone
fratello di
Cunegonda regina di Germania
fu eletto arcivescovo di
Treviri
ma suo cognato il re
Enrico II
, che aveva scelto un'altra persona, si oppose e combattè contro lo stesso
Adalberone
e i suoi fratelli
Teodorico vescovo di Metz
e
Enrico duca di Baviera
e dopo averli sconfitti assegnò la carica a
Megingaud di Magonza
e tolse il ducato a
Enrico di Baviera
.
Arduino
, che dalla discesa di
Enrico
in
Italia
si era ritirato in
Piemonte
, probabilmente in quest'anno si portò a
Pavia
dove i
Tedeschi
avevano lasciato un pessimo ricordo e recuperò la sua autorità regale.
Anno
1009
Papa:
Sergio IV
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Muore in quest'anno il papa
Giovanni XVIII
. Viene eletto
Pietro detto Bocca di Porco
(
Muratori
tende a confermare il soprannome che con il tempo divenne cognome) che prende il nome di
Sergio IV
.
A
Venezia
muore il doge
Pietro Orseolo II
, vincitore sui Saraceni, e gli succede il figlio
Ottone Orseolo
già associato in precedenza al dogato.
Il principe di
Capua
Pandolfo II
associa al principato lo zio paterno
Pandolfo II principe di Benevento
, probabilmente perché non avendo prole intende garantire la continuità del dominio alla famiglia.
Secondo il cronista
Lupo Protospata
nel mese di maggio inizia in
Puglia
una rivolta contro
Bisanzio
.
Arduino
regna a
Pavia
, mentre altre città lombarde sono fedeli a
Enrico II
.
Anno
1010
Papa:
Sergio IV
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Secondo
Giovanni Villani
in quest'anno i
Fiorentini
sottomettono
Fiesole
, ma
Muratori
dubita dell'attendibilità della notizia.
In questo periodo San Romualdo opera in
Toscana
e nel ducato di
Spoleto
fondando monasteri ed ampliando l'ordine dei Camaldolesi.
Inizia in
Puglia
la rivolta di
Melo di Bari
.
In Terra Santa i Saraceni demoliscono la Basilica del Santo Sepolcro.
Anno
1011
Papa:
Sergio IV
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Con qualche incertezza,
Muratori
colloca in questo anno le vicende salienti della rivolta di
Melo di Bari
il quale, temendo di essere tradito da una parte della cittadinanza, fugge ad
Ascoli
, quindi a
Benevento
,
Salerno
e
Capua
e cerca l'aiuto dei
Normanni
per liberare la sua città dai
Bizantini
.
Guerra di
Enrico II
con
Boleslao
duca di
Polonia
.
Anno
1012
Papa:
Benedetto VIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Muore Corrado duca di
Carinzia
e marchese di
Verona
, figlio di
Ottone
e fratello di
Brunone (papa Gregorio V)
. Lascia un figlio minorenne di nome Corrado, ma
Enrico II
assegna il ducato ad
Adalberone
.
Muore il papa
Sergio IV
e gli succede
Benedetto VIII
(
Teofilatto dei conti del Tuscolo
). Questa elezione viene osteggiata dal rivale Gregorio e
Benedetto VIII
deve fuggire in
Germania
presso
Enrico II
.
Anno
1013
Papa:
Benedetto VIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Le tensioni fra
Milano
, fedele a
Enrico II
e
Pavia
governata da
Arduino
, coinvolgono progressivamente tutte le città lombarde. Comincia a formarsi in
Lombardia
lo spirito di ribellione e di libertà che porterà alla nascita dei Comuni.
Conclusa la pace con
Boleslao
duca di
Polonia
,
Enrico II
decide di scendere per la seconda volta in
Italia
. Muovendosi al termine dell'autunno con la moglie
Cunegonda
ed un grosso esercito giunge a
Roma
in tempo per festeggiare il Natale con
Benedetto VIII
che nel frattempo è ritornato nella sua sede. Durante il viaggio entra a
Pavia
senza incontrare opposizioni.
Anno
1014
Papa:
Benedetto VIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Re di
Germania
:
Enrico II
Da
Pavia
Enrico II
passa a
Ravenna
dove fa eleggere arcivescovo il proprio fratello Arnaldo.
A
Roma
in febbraio
Benedetto VIII
consegna la corona imperiale a
Enrico II
e a
Cunegonda
e riceve dal nuovo imperatore la conferma dei possedimenti temporali della Chiesa.
Poco dopo l'incoronazione si verificano gravi scontri fra la popolazione romana ed i soldati di
Enrico II
.
Tornato Enrico in
Germania
,
Arduino
riprende le ostilità occupando
Vercelli
e
Novara
con l'aiuto dei progenitori della casa d'Este.
Con l'occasione
Muratori
fornisce una nota genealogica: Ugo e
Alberto Azzo I
erano figli di
Oberto II
,
Alberto Azzo II
era figlio di
Alberto Azzo I
.
Fanno la loro comparsa nei documenti di quest'anno Bertoldo e
Umberto
, progenitori dei Savoia.
Anno
1015
Papa:
Benedetto VIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Imperatore:
Enrico II
Gravemente malato
Arduino
depone il potere e si ritira in un monastero dove muore poco dopo.
Muratori
parla di documenti relativi ad una lite per possedimenti nel Ferrarese dai quali si ricava che il marchese Bonifacio, padre della celebre
Matilde di Canossa
, era in quest'epoca signore di
Ferrara
e Giovanni Crescenzi prefetto di
Roma
.
Anno
1016
Papa:
Benedetto VIII
Re d'
Italia
:
Arduino
Imperatore:
Enrico II
Enrico II
conferisce l'episcopato di Asti a Olderico fratello di Manfredi marchese di Susa (genero di Oberto II).
L'arcivescovo di
Milano
Arnolfo rifiuta di consacrare Olderico ma questi si reca a
Roma
ed ottiene l'investitura dal papa. Arnolfo lo scomunica, assedia Asti e la espugna. Portati a
Milano
, Olderico e Manfredi rendono atto di sottomissione e vengono perdonati.
I Saraceni occupano la città di
Luni
e vengono sconfitti e cacciati da un'armata radunata da
Benedetto VIII
.
Secondo
Muratori
avvenne in quest'anno il matrimonio fra il marchese Bonifacio e Richilde (lo proverebbe il documento di una donazione a loro da parte di
Enrico II
).
Enrico II
convoca una dieta a Strasburgo e riceve l'atto di sottomissione di
Rodolfo re di Borgogna
.
Anno
1017
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Spedizione dei
Pisani
e dei
Genovesi
in
Sardegna
contro i Saraceni che vengono cacciati dall'isola. Ne conseguono ostilità fra
Pisani
e
Genovesi
per il possesso della
Sardegna
che si concludono a favore dei
Pisani
.
Nel mese di maggio
Melo di Bari
con alleati normanni combatte una prima battaglia contro i
Bizantini
, con esito favorevole.
Melo
vince anche un secondo scontro avvenuto il 22 luglio, ma la notizia è incerta perché le fonti sono discordanti.
Anno
1018
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Muore in quest'anno (o nel successivo) Arnaldo arcivescovo di
Ravenna
.
Muore l'arcivescovo di
Milano
Arnolfo II, gli succede
Ariberto di Intimiano
.
I
Bizantini
inviano in
Italia
contro
Melo di Bari
Basilio detto Bugiono che fa ricostruire in
Puglia
l'antica città di Eclano dandole il nome di
Troia
ed erige alcuni forti nella Capitanata.
Anno
1019
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Agli inizi di ottobre i
Bizantini
comandati da Basilio Bugiono sconfiggono definitivamente l'armata di
Melo di Bari
ed i suoi alleati normanni.
Melo
rifugia in
Germania
presso l'imperatore
Enrico II
.
Anno
1020
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Benedetto VIII
visita
Bamberga
accolto da
Enrico II
. Il pontefice è preoccupato per l'espansionismo dei
Bizantini
che, dopo la disfatta di
Melo di Bari
, hanno esteso il loro dominio fino ad
Ascoli
, quindi è probabile che la visita abbia lo scopo di ottenere aiuti militari dall'imperatore.
Muore
Melo di Bari
esule in
Germania
.
Anno
1021
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Corrompendo
Pandolfo II principe di Capua
, i
Bizantini
catturano e giustiziano Datto parente di
Melo di Bari
che il papa aveva posto sotto la protezione di quel principe.
Pisani
e
Genovesi
continuano a contendere la
Sardegna
ai Saraceni. Presa l'isola i
Pisani
la dividono in quattro giudicati:
Cagliari
, Gallura, Arborea e Torri, ma qui
Muratori
dubita delle sue fonti e ritiene i giudicati istituiti in precedenza.
Sollecitato dal papa,
Enrico II
scende di nuovo in
Italia
ed all'inizio di dicembre è documentata la sua presenza a
Verona
e
Mantova
.
Anno
1022
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Nel mese di gennaio l'imperatore marcia verso la
Puglia
ed invia due eserciti contro i
Bizantini
in direzione di Camerino e di
Capua
.
Atenolfo abate di
Montecassino
tenta la fuga, si imbarca ad
Otranto
alla volta di
Costantinopoli
ma perisce in un naufragio.
Pandolfo IV principe di
Capua
viene catturato e tradotto in
Germania
,
Enrico II
assedia i
Bizantini
a
Troia
, dopo aver ricevuto l'atto di sottomissione di Landolfo principe di
Benevento
.
Dopo tre mesi di duro assedio gli abitanti di
Troia
, come racconta anche
Rodolfo Glabro
(III,4), inviano un eremita con un seguito di bambini a chiedere pietà. L'imperatore si commuove e toglie l'assedio.
Enrico II
insedia Pandolfo conte di Tiano al potere nel principato di
Capua
.
Durante il viaggio di ritorno in
Germania
l'imperatore visita
Montecassino
, viene guarito dai monaci da certi dolori che lo tormentavano e li ricompensa con ricchi regali.
Transitando per la
Toscana
Enrico II
torna rapidamente in patria con l'esercito decimato da una pestilenza scoppiata durante l'assedio di
Troia
.
Anno
1023
Papa:
Benedetto VIII
Imperatore:
Enrico II
Scontro armato fra
Bonifacio di Canossa
ed i suoi avversari nei pressi di
Reggio
, viene soccorso dal fratello Corrado il quale rimane ferito.
Il doge di
Venezia
Ottone Orseolo
viene esiliato a
Grado
presso il patriarca
Orso
suo fratello.
Poppone patriarca di Aquileia
, già in polemica con
Orso
, attacca e conquista
Grado
piazzandovi un presidio militare, ma i
Veneziani
richiamano il doge in città e riconquistano
Grado
.
Anno
1024
Papa:
Giovanni XIX
Re di
Germania
:
Corrado II
Muore
Benedetto VIII
e gli succede
Giovanni XIX
.
Rodolfo Glabro
ed altri storici affermano che Giovanni acquistò la nomina per denaro con il sostegno della
famiglia del Tuscolo
.
Il 13 luglio muore anche
Enrico II
, santificato, lo si festeggia il 14 luglio, giorno probabile della sua sepoltura. Anche la sua consorte
Cunegonda
sarà santificata. Secondo le leggende rimase vergine anche dopo ul matrimonio ed una volta, accusata di adulterio, avrebbe dimostrato la propria innocenza camminando su dei ferri arroventati.
La morte di
Enrico
, che non lascia eredi, provoca contese per la successione. I principali pretendenti al trono sono Corrado detto Maggiore, figlio di Enrico duca di Franconia e suo cugino Corrado detto Minore, figlio di Corrado duca di
Carinzia
e marchese di
Verona
. Le loro pretese si basano sulla discendenza da Ottone I.
Viene eletto Corrado Maggiore, detto il Salico, che è incoronato l'8 settembre in
Magonza
.
Alla notizia della morte di
Enrico II
scoppia una sommossa a
Pavia
, gli insorti distruggono il palazzo reale.
Anno
1025
Papa:
Giovanni XIX
Re di
Germania
:
Corrado II
Alcuni nobili italiani, in odio ai regnanti tedeschi, si uniscono alla rivolta di
Pavia
. Fra di loro Maginfredo marchese di Susa, Alrico vescovo di Asti, Ugo e
Alberto Azzo I
antenati della
casa d'Este
.
Costoro si rivolgono a Roberto re di
Francia
promettendogli la corona di
Italia
ma Roberto declina per evitare una guerra con la
Germania
.
Si rivolgono quindi a Guglielmo IV duca d'Aquitania e a suo figlio Guglielmo V i quali prendono in seria considerazione la proposta ma rifiutano dopo aver constatato la mancanza di concordia e di organizzazione dei nobili italiani.
In questa situazione i nobili ribelli rinunciano ed uno di loro, Eriberto vescovo i
Milano
, offre la corona d'
Italia
a Corrado. Questi intanto intima tramite ambasciatori agli abitanti di
Pavia
di ricostruire il palazzo demolito.
Pandolfo IV principe di
Capua
prigioniero in
Germania
viene liberato e si organizza per riprendere il potere.
Anno
1026
Papa:
Giovanni XIX
Re di
Germania
:
Corrado II
Corrado
riesce a sedare le ostilità di una parte della nobiltà: Corrado duca di Franconia, Ernesto duca di Svevia ed il suo figliastro Guelfo, Federico duca di Lorena, scende quindi in
Italia
attirato dalla buona disposizione di alcuni principi e del papa.
Corrado
viene incoronato re di
Italia
probabilmente da Eriberto vescovo di
Milano
.
Per rivalsa contro
Pavia
ne devasta le campagne ma non intraprende un assedio che prevede troppo lungo e difficile.
Passato a
Ravenna
,
Corrado
deve intervenire personalmente per mettere fine agli scontri fra la popolazione ed i suoi soldati.
A
Costantinopoli
diviene imperatore Costantino succedendo al fratello Basilio morto l'anno precedente. Costantino decide di conquistare la
Sicilia
togliendola ai Saraceni, ma l'impresa fallisce a causa di una pestilenza e della morte dello stesso Costantino.
A
Venezia
Ottone Orseolo
rifiuta di investire Domenico Gradenico eletto vescovo, viene deposto ed esiliato a
Costantinopoli
. Viene deposto anche il fratello
Orso
patriarca di
Grado
.
E' eletto doge
Pietro Centranigo
il cui governo è turbato da varie sedizioni e dalle ostilità di
Poppone patriarca di Aquileia
, assistito dall'imperatore
Corrado
.
Radunati tutti i suoi alleati e sostenitori, Pandolfo IV reduce dalla prigionia in
Germania
assedia
Capua
per riprendere il potere. Con l'aiuto dei
Bizantini
riesce a recuperare il principato deponendo Pandolfo conte di Tieno che era stato insediato dall'imperatore Enrico.
Muore in quest'anno Bononio, abate nella diocesi di
Vercelli
, santificato per le sue virtù ed i suoi miracoli.
Anno
1027
Papa:
Giovanni XIX
Re di
Germania
:
Corrado II
Rivolta di
Rinieri marchese di Toscana
contro
Corrado
. Assediato a
Lucca
,
Rinieri
è costretto ad arrendersi, sembra che
Rinieri
venga deposto e che il marchesato passi a
Bonifacio di Canossa
in questa occasione ma mancano prove certe.
Corrado
giunge a
Roma
per la Pasqua e viene accolto con grandi onori da
Giovanni XIX
che lo incorona imperatore, insieme alla moglie Gisela figlia di Ermanno duca di
Alemagna
, alla presenza di
Rodolfo III re di Borgogna
e di
Canuto re di Inghilterra
.
Anche a
Roma
si verificano scontri fra la popolazione ed i soldati di
Corrado
, ne consegue una strage in cui periscono molti romani.
Nasce una rissa anche fra i Milanesi e i
Ravennati
presenti a causa di una contesa fra i rispettivi vescovi su chi avesse diritto di sedere alla destra del nuovo imperatore.
Corrado
prosegue verso sud e sottomette
Benevento
e
Capua
stabilendo in quelle città presidi di
Normanni
contro eventuali attacchi dei
Bizantini
, quindi riparte verso la
Germania
.
Durante l'assenza di
Corrado
i nobili a lui avversari si sono preparati a contrastarlo, ma al rientro dell'imperatore vengono rapidamente sconfitti e subiscono la prigionia o l'esilio.
Eriberto vescovo di
Milano
, sfruttando un privilegio ricevuto da
Corrado
, sceglie un nuovo vescovo per
Lodi
. I Lodigiani si ribellano ed Eriberto assedia la loro città. Eriberto ha la meglio ma con questa impresa innesca una catena di rivalità fra Lodigiani e Milanesi che provocherà tragedie negli anni successivi.
> Muore ultracentenario San Romualdo fondatore dell'ordine dei Camaldolesi.
Pandolfo IV ed il figlio Pandolfo V attaccano Sergio duca di
Napoli
che ha accolto il deposto Pandolfo di Tieno e conquistano
Napoli
. E' la prima volta che un ducato longobardo riesce ad impadronirsi di questa città.
Anno
1028
Papa:
Giovanni XIX
Imperatore:
Corrado II
Corrado
conferisce al figlio Enrico, di soli undici anni, il ducato di
Baviera
e lo fa incoronare re di
Germania
.
Eriberto vescovo di
Milano
interviene contro gli eretici del castello di Monforte (Asti) facendoli arrestare e mandandone molti al rogo.
Anno
1029
Papa:
Giovanni XIX
Re di
Germania
:
Corrado II
Sergio duca di
Napoli
cacciato da Pandolfo IV riesce a riprendere la città, probabilmente con l'aiuto dei
Bizantini
e certamente con quello dei
Normanni
.
Nomina conte Rainulfo, capo dei
Normanni
, e gli concede un ottimo territorio fra
Capua
e
Napoli
dove i
Normanni
costruiscono la città di
Aversa
.
Documenti attestano l'acquisto, avvenuto in questo anno, di molti territori nelle zone di
Pavia
,
Piacenza
,
Parma
e
Cremona
da parte del marchese Ugo, antenato degli
Estensi
. Dello stesso personaggio si conoscono ricchi donativi a chiese e luoghi sacri fra cui l'abbazia di Pomposa.
Morendo Ugo senza figli, la sua eredità passa al fratello
Alberto Azzo I
, quindi al nipote
Alberto Azzo II
.
Anno
1030
Papa:
Giovanni XIX
Imperatore:
Corrado II
Inizia una guerra fra
Corrado
e Stefano I d'Ungheria. Le truppe imperiali penetrano in territorio ungherese ma Stefano chiede ed ottiene la pace trattando con il giovane Enrico re di
Germania
.
Pandolfo IV commette una serie di angherie ai danni dei monaci di
Montecassino
e cambia atteggiamento solo quando viene a conoscenza della decisione dei monaci di chiedere aiuto all'imperatore.
Un grande incendio devasta la città di
Pisa
.
Anno
1031
Papa:
Giovanni XIX
Imperatore:
Corrado II
I
Veneziani
depongono dal dogato ed esiliano Pietro Barbolano e reintegrano
Ottone Orseolo
.
Muore Guglielmo di Duon, fondatore del monastero di Fruttuaria in
Piemonte
e riformatore di regole monastiche.
Anno
1145
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Morì il papa
Lucio II
che aveva indotto i nobili romani ad abrogare il
senato
che avevano costituito contro il divieto di
Innocenzo II
, ma non tutte le fonti concordano su questa notizia.
Secondo lo storico
Goffredo da Viterbo
, infatti, quando
Lucio II
con le sue guardie salì al
Campidoglio
per cacciarne i
senatori
scoppiarono disordini ed il papa, colpito da un sasso, morì poco dopo per la ferita riportata.
Durante il suo breve pontificato
Lucio II
aveva restaurato ed arricchito la chiesa di
Santa Croce in Gerusalemme
a
Roma
.
I cardinali si riunirono in conclave e il 27 febbraio elessero
Bernardo Paganelli
, cistercense, che prese il nome di
Eugenio III
;
Lucio II
era morto da soli due giorni.
A causa dei disordini ancora in corso,
Eugenio III
non fu consacrato a
Roma
ma nell'
Abbazia di Farfa
, si trasferì quindi a
Viterbo
dove si trattenne otto mesi.
Intanto
Arnaldo da Brescia
era rientrato a
Roma
ed aveva ripreso a predicare la restaurazione del
senato
e dell'ordine equestre e l'esclusione del pontefice dal potere temporale. I seguaci di
Arnaldo
destituirono il prefetto di
Roma
e conferirono il titolo di patrizio a
Giordano Pierleoni
, uno dei capi della rivolta.
Dopo aver inutilmente tentato la riconciliazione,
Eugenio III
scomunicò
Giordano Pierleoni
e con un intervento delle sue milizie riuscì a ristabilire l'ordine in città. Si giunse quindi ad un accorto che comportò l'abolizione del patriziato ed il ripristino del prefetto. Il papa riconobbe il comune di
Roma
ma come vassallo dell'autorità pontificia.
Ristabilitosi a
Roma
,
Eugenio III
celebrò il Natale e si dedicò a riconciliare
Pisa
e
Lucca
.
Anno
1146
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Il popolo romano continuava a mostrarsi turbolento e
Eugenio III
si ritirò in
Castel Sant'Angelo
sotto la protezione dei membri della famiglia Pierleoni a lui fedeli e nel mese di aprile si trasferì a Sutri, quindi a
Viterbo
,
Siena
,
Pisa
.
Il pontefice intervenne ancora nelle contese fra
Pisa
e
Lucca
,
Piacenza
,
Brescia
,
Bologna
Modena
ed altre città.
I
senatori
romani scrissero a
Corrado III
professando la loro fedeltà, sollecitandolo a prendere la corona imperiale e denunciando le famiglie romane che gli erano contrarie, ma Corrado non considerò importante l'epistola e continuò a mantenere buoni rapporti con
Eugenio III
.
I
Genovesi
combatterono contro i Saraceni all'isola di Minorca, quindi assediarono la città di Almeria nel regno di Granata liberandola solo dietro pagamento di un riscatto.
Ruggero re di Sicilia
attaccò Tripoli, città dei Saraceni in
Africa
, e conquistò l'isola di Gerba, quindi aprì le ostilità contro
Manuele I Comneno
imperatore di
Bisanzio
, inviando una potente flotta in
Epiro
e in
Dalmazia
. I
Siciliani
conquistarono Corfù e saccheggiarono
Cefalonia
,
Corinto
, Tebe,
Atene
ed altre città.
Ruggero
fece catturare molti artigiani che producevano tessuti pregiati e li deportò in
Sicilia
per avviare nell'isola quella produzione.
Bernardo di Chiaravalle
predicò una crociata contro gli Arabi che avevano conquistato Edessa ed indusse ad aderirvi
Luigi VII re di Francia
e
Corrado III
re di
Germania
.
Anno
1147
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Per promuovere la crociata
Eugenio III
incontrò
Luigi VII
a Digione.
Luigi VII
partì per la crociata portando con se
Amedeo di Savoia
e Guglielmo marchese del Monferrato, quest'ultimo marito di una sorella di
Corrado III
.
Corrado
tenne una dieta in Francoforte per far dichiarare re il figlio Enrico, vi partecipò anche
Enrico il Leone duca di Sassonia
che fece istanza per riavere il ducato di
Baviera
che era stato tolto a suo padre, ma la questione fu rimandata al ritorno di
Corrado III
dalla Terra Santa.
Seguirono
Corrado III
nella crociata Enrico duca di
Baviera
,
Ottone vescovo di Frisinga
, Federico nipote di
Corrado
che in seguito divenne imperatore, il duca Guelfo zio paterno del duca di
Sassonia
.
Giunto a
Costantinopoli
con il suo grande esercito,
Corrado
fu accolto con grandi onori da
Manuele Comneno
, che era suo cognato il quale promise assistenza e rifornimenti ma in seguito non rispettò gli impegni.
In questo stesso anno si svolse in
Spagna
contro i Saraceni un'altra crociata condotta dai
Francesi
con il concorso di
Pisani
e
Genovesi
.
Ruggero di Sicilia
continuò a combattere contro gli Arabi in
Africa
.
Bologna
fu colpita da un gravissimo incendio come risulta dalle cronache cittadine.
Anno
1148
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Eugenio III
tenne il Concilio di Reims che pubblicò molti canoni di disciplina ecclesiastica, quindi tornò in
Italia
.
Luigi VII
e
Corrado III
, dopo aver subito molte perdite, tentarono senza successo di assediare prima
Damasco
poi Ascalona. Constatando che molti aiuti promessi da varie fonti in realtà non sarebbero arrivati, i due sovrani decisero di abbandonare la spedizione e tornare ai rispettivi paesi. Durante il viaggio di ritorno morì di malattia a
Cipro
Amedeo di Savoia
conte di Moriana, gli successe il figlio Umberto III.
In
Spagna
Raimondo di Barcellona combatteva contro i Saraceni con l'aiuto di
Genova
.
Anno
1149
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Ruggero di Sicilia
inviò soldati al papa per sedare disordini del popolo romano.
Corrado III
per motivi di salute si tratteneva a
Costantinopoli
delegando temporaneamente il potere al nipote Federico. Probabilmente concertò un intervento in
Italia
con il cognato
Manuele Comneno
ma ne fu distolto dal duca Guelfo che, tornato in
Germania
, aveva ripreso la guerra contro la
Baviera
con l'aiuto finanziario di
Ruggero re di Sicilia
.
Manuele Comneno
con un esercito appositamente assoldato e con la partecipazione del doge di
Venezia
Pietro Polano, assediò Corfù per liberarla dal presidio normanno lasciatovi da
Ruggero II
.
Luigi VII re di Francia
, navigando verso il suo paese, fu catturato da una flotta bizantina i cui comandanti intendevano ricavare un riscatto, ma quelle navi si imbatterono in una spedizione normanna reduce da un'incursione a
Bisanzio
, il re francese fu liberato e condotto a Potenza dove si trovava
Ruggero
che gli tributò molti onori prima di farlo accompagnare a casa.
Manuele
riuscì a liberare Corfù ed intese attaccare la
Sicilia
ma quando una tempesta affondò molte delle sue navi abbandonò l'impresa.
Bizantini
e
Veneziani
si scontrarono più tardi con i
Siciliani
e riportarono una vittoria.
Morì il doge Pietro Polano e fu eletto Domenico Morosini.
Morì anche
Ruggero duca di Puglia
, appena trentenne, figlio di
Ruggero re di Sicilia
, lasciando due figli naturali:
Tancredi
e Guglielmo.
Anno
1150
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Eugenio III
giudicò opportuno allontanarsi di nuovo da
Roma
dove continuavano a sussistere pericolose tensioni e si recò in
Terra di Lavoro
, dopo aver ricevuto la visita di Pietro abate di Cluny.
In questi anni
San Bernardo
compose la sua opera
De Consideratione
che dedicò al papa.
Ruggero di Sicilia
si risposò con Sibilla sorella di Odone II duca di
Borgogna
ma la sposa morì nello stesso anno senza aver avuto figli.
I Piacentini si allearono con i Milanesi contro
Cremona
e recuperarono il castello di Tabiano perduto l'anno precedente, ma i Milanesi furono sconfitti dai Cremonesi a Castelnuovo e lasciarono il loro carroccio nelle mani del nemico.
Il doge Domenico Morosini organizzò una spedizione contro i pirati in
Istria
e contro Pola ed altre città ribelli riducendole all'obbedienza.
In ottobre
Eugenio III
ordinò a
Ferentino
molti vescovi ed arcivescovi.
Anno
1151
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
:
Corrado III
Ruggero di Sicilia
si sposò per la terza volta con
Beatrice di Rethel
, dalla quale ebbe una figlia che fu chiamata
Costanza
. Associò al trono il figlio
Guglielmo
il quale sposò Margherita figlia di Garçia re di
Navarra
.
Morì bambino Enrico figlio di
Corrado III
aprendo la via della successione a Federico figlio di un fratello di
Corrado
.
Cessò con una riconciliazione la guerra fra
Corrado
ed il duca Guelfo.
I Piacentini in guerra con
Parma
presero e distrussero Fornovo.
Modena
e
Parma
stipularono un trattato di alleanza che rimase in vigore per molto tempo.
Anno
1152
Papa:
Eugenio III
Re di
Germania
e di
Italia
: Federico I
Concluso un accordo con i nobili romani,
Eugenio III
rientrò a
Roma
.
Approfittando di conflitti locali,
Ruggero di Sicilia
intervenne in
Africa
e conquistò Ippona.
I Piacentini tolsero a
Parma
il castello di Medesana e lo distrussero.
Corrado III
, che si preparava a scendere in
Italia
per attaccare il regno di
Sicilia
, morì improvvisamente a
Bamberga
il 15 febbraio, secondo
Ottone di Frisinga
avvelenato da emissari di
Ruggero di Sicilia
.
Corrado
lasciò il regno a
Federico
, poi detto
Barbarossa
, figlio di suo fratello
Federico il Guercio
e di Giuditta figlia di Enrico il Nero.
Date le sue parentele l'elezione di
Federico
rappresentava una riconciliazione fra le due più potenti famiglie tedesche dalla quali avrebbero in seguito avuto origine le fazioni dei
Guelfi
e dei
Ghibellini
.
Federico
fu incoronato il 9 marzo in
Aquisgrana
e subito dopo notificò la propria nomina al papa ed ai principi europei.
Compose la lite per il ducato di
Baviera
fra
Enrico il Leone
ed Enrico figlio di Leopoldo.
Roberto principe di
Capua
e Andrea conte di Rupecanina si rivolsero a
Federico
chiedendogli aiuto contro
Ruggero re di Sicilia
che li aveva privati dei loro stati,
Federico
li invitò a pazientare fino alla sua discesa in
Italia
per prendere la corona imperiale.
Fu concluso un accordo fra
Eugenio III
e
Federico
: il primo prometteva l'incoronazione al secondo il quale si impegnava a proteggere i beni temporali della Chiesa.
Anno
1153
Papa:
Anastasio IV
Re di
Germania
e di
Italia
:
Federico I
Eugenio III
era riuscito a conquistare il consenso del popolo romano dopo tante controversie, aveva costruito un palazzo presso San Pietro ed uno a Segni, aveva recuperato
Terracina
,
Sezze
,
Formia
e la Rocca di Fumone.
Il pontefice morì a
Tivoli
il 7 luglio e fu sepolto nella Basilica Vaticana.
Due giorni dopo fu eletto Corrado vescovo di
Sabina
che prese il nome di
Anastasio IV
.
Nello stesso anno morì
Bernardo di Chiaravalle
.
Bologna
concluse una pace vantaggiosa con
Faenza
ed
Imola
dopo averle sconfitte.
Piacenza
e
Cremona
sconfissero
Parma
a Casalecchio.
Albernardo Alamano e Maestro Omobono
, cittadini di
Lodi
, trovandosi in
Germania
per affari, decisero di rivolgersi a
Federico
per chiedere giustizia dell'oppressione milanese sulla loro città. I due lodigiani agivano per propria iniziativa e tornati in patria furono severamente criticati per il loro operato dal consiglio cittadino timoroso delle rappresaglie milanesi.
Quando un ambasciatore di
Federico
si presentò a
Milano
per tutelare la causa di
Lodi
fu cacciato con ingiuria.
Federico
si ripromise di vendicare l'offesa alla prima occasione.
Con una sentenza
Federico
assegnò la
Baviera
a
Enrico il Leone
, nel
1156
avrebbe poi concesso al rivale Enrico figlio di Leopoldo la provincia d'
Austria
che in precedenza era parte della
Baviera
.
Al duca Guelfo, zio di
Enrico il Leone
, del ramo di
Germania
degli Estensi, furono assegnati la Marca di
Toscana
, il ducato di
Spoleto
, il principato di
Sardegna
ed i beni allodiali della contessa
Matilde
, ciò che fece raggiungere alla casa d'Este la sua massima potenza.
Anno
1154
Papa:
Adriano IV
Re di
Germania
e di
Italia
:
Federico I
Il 26 febbraio muore
Ruggero I re di Sicilia
, monarca poco amato dai sudditi e molto temuto da Greci e Saraceni.
Fu suo successore Guglielmo I che fu incoronato a Palermo il giorno di Pasqua. Guglielmo, poi detto "il Cattivo", si liberò subito dei ministri del padre licenziandoli, esiliandoli o mettendoli in prigione.
Il 2 dicembre morì papa
Anastasio IV
, il giorno successivo fu eletto l'inglese Niccolò vescovo di
Albano
, già missionario in Norvegia, che salì al soglio con il nome di
Adriano IV
. Il nuovo papa scomunicò
Arnaldo da Brescia
che già da tempo predicava a
Roma
la sua dottrina eretica e quando i seguaci di Arnaldo uccisero un cardinale
Adriano IV
colpì
Roma
con l'interdetto.
Guglielmo di Sicilia rese omaggio al nuovo pontefice ma questi era più orientato a cercare l'alleanza dell'imperatore Federico I.
L'11 agosto a Lardiraga sul fiume Olona i Milanesi combatterono contro gli abitanti di
Pavia
che avevano incitato l'imperatore contro di loro. La battaglia fu sanguinosa ma non portò alcun risultato. In ottobre Federico scese in
Italia
alla testa del suo esercito. era con lui Arrigo IV detto il Leone, duca di Sassonia e di
Baviera
. Federico sostò a
Roncaglia
nel Piacentino dove doveva incontrare tutti i suoi vassalli, qui trascorse alcuni giorni ascoltando le ragioni dei rappresentanti di Como,
Lodi
ed altre città che subivano il dominio di
Milano
. Guglielmo marchese di Monferrato intervenne per protestare contro Asti.
Gli ambasciatori di Genova vennero per rendere omaggio all'imperatore e regalargli animali esotici. Federico li accolse con molta cordialità perché aveva in animo di attaccare
Guglielmo re di Sicilia
e voleva far affidamento sulla flotta genovese.
Anche i Milanesi inviarono due consoli a confermare la loro fedeltà all'imperatore ma quando Federico li prese come guide per andare verso il
Piemonte
scelsero un itinerario desertico che creò molti disagi e scatenò l'ira del Barbarossa.
Più tardi, per dimostrare che non avevano voluto offendere il sovrano, i Milanesi demolirono la casa di Gherardo Negro, il responsabile dell'infelice scelta di quella strada.
Federico, irato per gli inconvenienti (oppure lieto di aver trovato un pretesto), aprì le ostilità contro i Milanesi con azioni di secondaria importanza bellica: saccheggiò Rosate per sfamare il suo esercito che lungo la strada non trovava ristoro, bruciò i ponti sul
Ticino
costruiti dai Milanesi, rifiutò il pagamento di un tributo ma ordinò di liberare Como e
Lodi
, distrusse altri centri appartenenti a
Milano
che incontrò durante il viaggio.
Federico si impadronì dei beni della contessa Matilde senza che il papa protestasse.
Intanto i Saraceni saccheggiarono il castello di
Pozzuoli
ma furono sterminati dalla flotta di Guglielmo di Sicilia.
Arrigo il Leone duca di Sassonia, che faceva parte del seguito dell'imperatore, compose in questa occasione una vecchia disputa fra gli Este italiani e quelli di
Germania
confermando i feudi dei marchesi Bonifacio, Folco II, Alberto e Obizzo.
Anno
1155
Papa:
Adriano IV
Imperatore:
Federico I
Per disaccordi su questioni a noi non note, Guglielmo di Sicilia entrò in contrasto con la Chiesa e ordinò l'assedio di Benevento al suo cancelliere Ascontino. Questi eseguì l'ordine ma poi tolse l'assedio per l'intervento di diversi baroni pugliesi in difesa di Benevento e penetrò nella campagna romana portando guasti fino a
Todi
e, tornando, a Aquino e Pontecorvo.
Adriano IV
scomunicò Federico e accogliendo un'istanza del clero tolse l'interdetto a
Roma
, quindi si stabilì nel Palazzo Lateranense.
Federico fece abbattere le torri del Cairo e consegnò Asti a Guglielmo del Monferrato. Assediò
Tortona
su richiesta dei
Pavesi
.
Tortona
resistette a lungo ma infine si arrese per fame, Federico non infierì sugli abitanti ma permise loro di andarsene con quanto potevano trasportare, quindi saccheggiò la città e la diede alle fiamme.
Secondo
Ottone di Frisinga
, Federico fu incoronato il 17 aprile nella Chiesa di San Michele a
Pavia
. Altri storici affermano che l'incoronazione avvenne a
Milano
ma
Muratori
respinge questa notizia perché ritiene che l'ostilità tra Federico e i Milanesi non la renda credibile.
Federico passò quindi a
Piacenza
ma trovandola ben difesa ed avendo fretta di raggiungere
Roma
passò oltre senza attaccare. Sostò a
Bologna
, quindi passò in
Toscana
. Ordinò ai
Pisani
di armare una flotta per usarla contro
Guglielmo re di Sicilia
e proseguì la sua marcia.
Il papa mandò tre cardinali ad accogliere l'imperatore a S. Quirico per saggiare le sue intenzioni prima che entrasse in
Roma
. I tre ambasciatori, fra l'altro, chiesero a Federico di catturare
Arnaldo da Brescia
, la richiesta fu accolta e l'eretico venne impiccato e bruciato.
L'imperatore e il papa si incontrarono a Sutri ma poiché Federico non rese l'omaggio di reggere la staffa del pontefice
Adriano IV
rifiutò di scambiare il bacio della pace e ne nacque una disputa che durò l'intera giornata. Alla fine Federico prese atto del cerimoniale e, passati tutti a Nepi, resse la staffa risolvendo la questione.
Federico aveva rifiutato le richieste, anche economiche, avanzate dai
Romani
per l'incoronazione e quando il 18 giugno ricevette dal papa la corona imperiale il popolo deluso venne alla rissa con i suoi soldati. Il combattimento durò fino a tarda sera con molti caduti e molti prigionieri poi rilasciati su preghiera del papa. Trascorso qualche giorno a Tivoli con il pontefice, l'imperatore ripartì per la
Lombardia
. Strada facendo saccheggiò e incendiò Spoleto che gli aveva rifiutato viveri.
A
Verona
pubblicò la sentenza di revoca di tutte le regalie godute da
Milano
, fra cui la zecca che passò a
Cremona
, quindi rientrò in
Germania
.
Intanto in
Puglia
si verificavano ribellioni di nobili appoggiati dal papa contro Guglielmo di Sicilia. Roberto di Capua riuscì a recuperare il suo principato. Guglielmo di Bassavilla conte di Loritello, benché cugino di Guglielmo di Sicilia, conquistò Suessa, Tiano e Bari. Andrea conte di Rupe Canina si impadronì del contado di Alife. Questi nobili ricevettero aiuti dall'imperatore di
Costantinopoli
Manuele
che inviò denaro e una flotta e conquistò rapidamente Brindisi.
Adriano IV
mosse da
Roma
con un'armata per incontrare i baroni ribelli a San Germano e ricevere il loro giuramento di fedeltà.
I Milanesi organizzarono la ricostruzione di
Tortona
, durante i lavori furono più volte attaccati dai
Pavesi
ma alla fine li respinsero e proseguirono la ricostruzione.
In Ottobre alla dieta di Ratisbona Federico conferì il possesso della
Baviera
a
Enrico il Leone Estense-Guelfo, duca di Sassonia
.
Anno
1156
Papa:
Adriano IV
Imperatore:
Federico I
In primavera Federico sposò Beatrice figlia di Rinaldo conte di
Borgogna
.
Corse voce che i Bizantini avevano falsificato dei documenti per simulare la concessione della
Campania
e della
Puglia
fatta da Federico a loro favore e a danno del regno di
Sicilia
. Si diceva inoltre che Guglielmo di Sicilia fosse morto o impazzito. Federico, benché nemico di Guglielmo, respinse gli ambasciatori di
Bisanzio
e progettò di punire tanta slealtà ma poiché le voci non erano dimostrate accantonò l'idea e si concentrò su
Milano
.
In
Sicilia
e in
Puglia
Majone, potente funzionario del regno, aveva causato molti contrasti fra baroni quando Guglielmo se ne rese conto. Guglielmo avviò negoziati per ristabilire buoni rapporti con la Chiesa, il papa era propenso ad accettare ma era ostacolato dai cardinali.
Guglielmo assediò Brindisi e sconfisse una flotta greco-pugliese, espugnò Bari e concesse due giorni ai cittadini per andare via con quanto potevano portare. Vista la sorte di Brindisi e Bari le altre città ribelli si arresero a Guglielmo che proseguì fino a Benevento.
Roberto principe di Capua fuggì ma fu catturato da Riccardo dell'Aquila conte di Fondi e consegnato a Roberto che lo fece imprigionare e accecare a Palermo dove poco dopo morì.
Altri nobili furono risparmiati per intercessione del papa che intavolò trattative con Guglielmo. Si giunse a un trattato di pace con il quale il papa si impegnava a investire Guglielmo del regno di
Sicilia
, del ducato di
Puglia
, del principato di
Capua
,
Napoli
,
Salerno
e Melfi e della Marca (forse quella di Chieti). Da parte sua Guglielmo si impegnò a difendere la Chiesa, a giurare fedeltà al papa e a versare dei tributi.
Adriano IV
tornò a
Roma
visitando
Montecassino
, Orvieto e
Viterbo
.
In
Lombardia
i Milanesi continuavano a combattere contro
Pavia
e i
Bresciani
fecero guerra ai
Bergamaschi
.
Morì Domenico Morosini doge di
Venezia
e fu eletto Vitale Michele II che concluse la pace con i
Pisani
.
I
Genovesi
fecero pace con
Guglielmo re di Sicilia
.
Anno
1157
Papa:
Adriano IV
Imperatore:
Federico I
Federico era adirato con il papa che aveva improvvisamente cambiato atteggiamento verso Guglielmo e aveva fatto pace con il regno di
Sicilia
senza consultarlo. Cominciò a manifestare il suo malcontento creando difficoltà al clero in
Germania
. Una lettera del papa presentata da legati pontifici a Federico in una pubblica udienza a Besançon suscitò un grave incidente perché il pontefice, volutamente o no, sembrava riferirsi all'impero come a un feudo della Chiesa concesso all'imperatore.
Anno
1189
Papa:
Clemente III
Imperatore:
Federico I
Re d'Italia: Enrico VI
Il 23 aprile ebbe inizio la spedizione verso Oriente dell'imperatore Federico che attraversò l'
Ungheria
, la Bulgaria e la Romania. L'imperatore Isacco Angelo inviò truppe per impedire il passaggio di Barbarossa ma il figlio di questi, Federico (Federico VI di Hohenstaufen) le sbaragliò e saccheggiò il territorio. Quando le ostilità ebbero termine, l'armata tedesca svernò in
Grecia
.
Riprese la guerra tra Filippo re di Francia e Enrico re di Inghilterra, ma si arrivò a stipulare la pace grazie alla mediazione del legato pontificio Giovanni da Anagni. I due sovrani ripresero quindi i preparativi per la crociata, Enrico morì e il suo primogenito Riccardo proseguì nel progetto.
Nel mese di agosto, Guido re di
Gerusalemme
, al comando di forze provenienti dall'
Italia
, assediò
Acri
ma il suo esercito, accerchiato dalla grande armata di Saladino, si trovò in grave pericolo finché sopraggiunsero navi provenienti dalla Frisia e dalla
Danimarca
a dar man forte agli Italiani. In
Italia
i cardinali legati Pietro e Siffredo riuscirono a concludere la pace tra
Piacenza
e
Parma
. Il 16 novembre morì
Guglielmo II il Buono re di Sicilia
senza lasciare figli. L'erede presuntiva era Costanza, zia del defunto e moglie di
Enrico VI
. Si opponevano i Siciliani che non intendevano essere governati da un principe tedesco.
Gualtieri arcivescovo di Palermo sosteneva
Costanza
e
Enrico VI
ma prevalse il cancelliere Matteo da Salerno che promosse la nomina di Tancredi conte di Lecce, rampollo maschio dei principi normanni.
Tancredi era figlio naturale di Ruggero duca di Puglia. Era stato prigioniero sotto Guglielmo I ma in buoni rapporti con Guglielmo II, suo cugino.
Muratori definisce Tancredi "Signore d'animo sublime e di molta prudenza" e loda la sua cultura.
Anno
1190
Papa:
Clemente III
Imperatore e Re d'Italia:
Enrico VI
In primavera l'esercito tedesco superò l'Ellesponto con navi fornite dall'imperatore di
Bisanzio
. Passati in Asia, i soldati di Federico soffrirono molto per la carenza di viveri e per l'ostilità della popolazione. Giunti ad Iconio, i crociati tentarono di acquistare vettovaglie ma, non riuscendovi, espugnarono la città facendo strage di Turchi. Federico proseguì in
Armenia
e giunse al fiume Salef nelle cui acque perse la vita il 10 giugno.
Il figlio Federico prese il comando dell'armata e la guidò fino a
Antiochia
subendo molte perdite durante la marcia e arrivando con pochi uomini all'assedio di
Acri
, dove morì a sua volta all'inizio dell'anno seguente.
Nel mese di agosto le flotte del re di Francia Filippo Augusto e del re di Inghilterra Riccardo si unirono nel porto di Genova e proseguirono insieme fino a Messina dove ricevettero splendida accoglienza da parte di Tancredi. Questi, incoronato a gennaio re di
Sicilia
, si era dovuto occupare dell'opposizione di città e nobili della
Puglia
che sostenevano Costanza, fra cui Ruggero Conte d'Andria, e aveva affidato il comando al cognato Riccardo conte di
Acerra
che riuscì a ridurre all'obbedienza quasi tutta la
Puglia
.
Intento
Enrico VI re di Germania
si armava per difendere i diritti della moglie Costanza. Un corpo di armata tedesco inviato da
Enrico VI
si unì al conte di Andria e riprese molti luoghi in
Puglia
ma, a causa di malattie e penuria di cibo, i tedeschi tornarono in patria abbandonando il conte di Andria che si rifugiò a Ascoli. Assediato dal conte di
Acerra
, il conte di Andria fu catturato a tradimento e decapitato.
In
Sicilia
Riccardo re d'Inghilterra pretese da Tancredi cento navi che Guglielmo II aveva promesso al padre di lui Enrico. Richiese anche la consegna di sua sorella Giovanna, vedova di Guglielmo, e la restituzione della relativa dote. Tardando Tancredi nel soddisfare le sue richieste, Riccardo passò alle maniere forti finché si giunse ad un accordo con la mediazione del re di Francia.
In quei giorni giunse a Messina, chiamato da Riccardo, l'abate Gioachino da Fiore.
Anno
1191
Papa:
Celestino III
Imperatore e re d'Italia:
Enrico VI
Nel mese di marzo morì
Clemente III
e fu eletto papa
Giacinto
cardinale di Santa Maria in Cosmedin che prese il nome di
Celestino III
. Il nuovo papa fu consacrato il 14 aprile, giorno di Pasqua, e il giorno successivi incoronò imperatore
Enrico VI
in San Pietro.
Dopo l'incoronazione Enrico cedette al papa la città di
Tuscolo
i cui cittadini, si dice, furono trucidati dai Romani. I superstiti costruirono nei dintorni capanne di frasche dalle quali prese il nome la cittadina di Frascati.
Fu concluso il fidanzamento tra Irene figlia di Isacco Angelo e Ruggero figlio di Tancredi. Dopo le nozze, Tancredi associò Ruggero al regno.
In primavera
Enrico VI
entrò in armi in
Puglia
e dopo aver occupato varie località passò ad assediare
Napoli
, difesa da Riccardo conte di
Acerra
, cognato di Tancredi. L'assedio si rivelò molto difficile, intanto Salerno si rendeva all'imperatore e i Pisani gli inviavano rinforzi. La flotta del re di
Sicilia
, comandata da Margaritone, assediò i Pisani a Castellamare. Enrico fece concessioni e promesse ai
Genovesi
per ottenere il loro aiuto, ma quando le navi genovesi giunsero a
Napoli
gli assedianti erano stati sterminati da un'epidemia e Enrico, gravemente malato, decise di ritirarsi dall'assedio.
Lasciata a Salerno l'imperatrice Costanza, Enrico tornò in
Germania
. L'ammiraglio siciliano cacciò Pisani e
Genovesi
mentre il conte di
Acerra
recuperava Capua e altre terre della
Campania
. I Salernitani, tradendo la fiducia dell'imperatore, decisero di riavvicinarsi a Tancredi e gli consegnarono Costanza.
Il papa Celestino convinse Tancredi a liberare l'illustre prigioniera la quale, da parte sua, evitò
Roma
e deviò per Spoleto.
In Terra Santa, Filippo re di Francia trovò gli assedianti di
Acri
in pessime condizioni ma con il suo aiuto l'assedio riprese con grande energia.
Riccardo d'Inghilterra conquistò e saccheggiò l'isola di Cipro, la vendette ai Cavalieri Templari, la riprese e la rivendette a Guido di Lusignano alla cui famiglia l'isola rimase per molto tempo.
Quando Riccardo raggiunse Filippo, nacquero discordie tra i due sovrani, ciò nonostante i Saraceni si arresero e lasciarono
Acri
nel mese di luglio.
Saladino si ritirò in fretta ma non volle restituire
Gerusalemme
, per rappresaglia Riccardo fece trucidare cinquemila prigionieri saraceni. Filippo re di Francia rientrò in patria, Riccardo rimase in
Siria
.
Morì Sibilla regina di
Gerusalemme
e moglie di Guido di Lusignano. Quest'ultimo non aveva più diritti per detenere il trono e Isabella, sorella di Sibilla, rimase unica erede. Isabella divorziò da Umfredo di Monreale e sposò Corrado marchese di Monferrato che ebbe così la possibilità di aspirare al trono.
Anno
1250
Papa:
Innocenzo IV
Imperatore:
Federico II
Spedizione di
Luigi IX
in
Egitto
. I Saraceni gli avrebbero ceduto
Gerusalemme
in cambio di Damietta ma i consiglieri del re si oppongono.
Luigi IX
deve rinunciare all'assedio del Cairo per un'epidemia che ha colpito l'esercito. Tornando verso Damietta viene sconfitto e fatto prigioniero dai Saraceni.
Per liberare
Luigi
e i molti prigionieri è necessario restituire Damietta e pagare un riscatto in denaro.
Parma
isolata dai filoimperiali e a corto di viveri viene soccorsa dai Milanesi, ma gli aiuto sono intercettati dai Piacentini.
A
Piacenza
prevale la fazione ghibellina, il legato papale ed i nobili guelfi lasciano la città.
Oberto Pallavicino, podestà ghibellino di
Cremona
, attacca
Parma
. I
Parmigiani
si difendono ma vengono sconfitti anche a causa del crollo di un ponte che costa loro molte vittime. Numerosi prigionieri parmigiani sono condotti in trionfo a
Cremona
.
I Milanesi sottraggono alcuni castelli al comune di
Lodi
.
Ansedisio de' Guidotti, podestà di
Padova
per volere dello zio
Ezzelino da Romano
, governa tirannicamente ed elimina con vari pretesti molti cittadini fra i quali il ricco Guglielmo da Campo San Piero.
Il 13 dicembre muore nel castello di Fiorentino in Capitanata l'imperatore
Federico II
. Nel suo testamento lascia il regno di
Sicilia
al figlio
Corrado
, rappresentato dal fratello
Manfredi
con funzione di governatore. A
Manfredi
lascia il Principato di
Taranto
.
Anno
1251
Papa:
Innocenzo IV
Impero vacante
Subito dopo la morte di
Federico II
, il papa
Innocenzo IV
si accanisce contro
Corrado
cercando di suscitargli contro tutti i regnanti europei.
Molte città del sud (
Foggia
,
Andria
,
Barletta
,
Napoli
, ecc.) si ribellano.
Manfredi
, a diciotto anni, regna per conto del fratello
Corrado
, riesce a sedare diverse ribellioni, si impadronisce di
Avellino
ed
Aversa
, assedia
Napoli
.
Innocenzo IV
da
Lione
si sposta a
Genova
e da qui scomunica
Corrado
e molti suoi sostenitori.
Innocenzo IV
entra a
Milano
il 7 luglio e vi rimane circa due mesi.
Milano
e
Cremona
combattono per il possesso di
Lodi
, vincono i Milanesi che nominano podesta di
Lodi
per dieci anni Sozzo Vistarini.
Il papa continua il suo viaggio passando da
Brescia
e
Bologna
poi si stabilisce a
Perugia
diffidando della situazione politica a
Roma
.
Ezzelino da Romano
devasta e saccheggia il
Mantovano
.
In ottobre
Corrado
scende in
Italia
. Entra in
Verona
accolto con entusiasmo da
Ezzelino
. Tiene un convegno a Goito con i rappresentanti di
Crema
,
Pavia
,
Piacenza
ed altre città ghibelline.
Rinaldo figlio di Azzo VII marchese d'Este muore in
Puglia
(forse avvelenato) dove si trova in ostaggio presso
Federico II
. Lascia un figlio di nome Obizzo che viene portato a
Ferrara
e nominato erede dal nonno.
A
Firenze
già nel mese di gennaio rientrano i fuoriusciti guelfi e si conclude la pace.
Alessandrini e Milanesi sconfiggono
Tortona
.
Anno
1252
Papa:
Innocenzo IV
Impero vacante
Corrado
giunge in
Puglia
e manda ambasciatori al papa per chiedergli di revocare la scomunica e di confermare la sua successione al trono.
Il papa rifiuta e
Corrado
reagisce attaccando in forze chi nel dominio imperiale era passato alla Chiesa. Attacca i conti d'Aquino e prende loro
Arpino
,
Sezze
, Aquino,
Sora
e altri possedimenti. Prende anche
Capua
che non oppone resistenza e inizia un lungo assedio a
Napoli
.
Si deteriorano i rapporti fra
Corrado
e
Manfredi
.
Discordie a
Milano
fra popolo e nobiltà. Viene ucciso frate Pietro da
Verona
, predicatore in visita alla città. Ne seguono disordini e viene imprigionato il podestà Pietro Avvocato da Como, accusato di aver lasciato sfuggire il sicario del frate.
A guidare la rivolta milanese è Martino Della Torre, capo dei nobili è Paolo da Soresina.
Ezzelino da Romano
incrudelisce contro i cittadini di
Verona
e
Padova
.
A
Roma
viene eletto senatore Brancaleone d'Andalò, ghibellino che pretende di essere nominato per tre anni ed istituisce una durissima repressione di ogni sedizione.
Anno
1253
Papa:
Innocenzo IV
Impero vacante
Re
Corrado
continua l'assedio di
Napoli
che a settembre si arrende per fame.
Innocenzo IV
offre la corona di
Sicilia
a Riccardo Conte di Cornovaglia fratello del re d'
Inghilterra
Enrico III
. Allo stesso regno si candida
Carlo d'Angiò
.
Il papa è sollecitato dai
Romani
ma temporaggia trascorrendo l'estate in
Umbria
. Arriva a
Roma
il 6 ottobre.
Vengono siglati accordi di pace fra varie città lombarde, una nuova guerra scoppia fra
Milano
e
Pavia
.
Innocenzo
scomunica
Ezzelino da Romano
e lo dichiara eretico.
Anno
1254
Papa:
Alessandro IV
Impero vacante
Muore Enrico figlio quindicenne di
Federico II
e di
Isabella di Inghilterra
. Corre la voce che sia stato fatto avvelenare dal fratello
Corrado
del quale era ospite a Melfi.
Nonostante i tentativi diplomatici di
Corrado
di trovare una via di conciliazione con la Chiesa, il papa conferma la scomunica.
Corrado
muore il 21 maggio, sulla via del ritorno in
Germania
. Anche in questo caso qualcuno parla di veneficio attribuendone la responsabilità a
Manfredi
, ma lasciando
Corrado
un erede diretto nel figlio
Corradino
ancora una volta i sospetti risultano infondati.
Per disposizione testamentaria di
Corrado
vengono inviati ambasciatori a
Innocenzo IV
a chiedere il regno di
Sicilia
per
Corradino
, ma il papa è inamovibile nell'affermare che il regno appartiene alla Chiesa e cassa il testamento di
Corrado
.
Anno
1312
Papa: Clemente V
Imperatore: Enrica VII
Enrico VII, constatato di non poter ricevere aiuti economici a Genova, decise di passare a Pisa, a questo fine
Genovesi
e Pisani allestirono trenta galee in quanto la lega di
Toscana
non avrebbe lasciato passare l'imperatore via terra.
Enrico VII e la sua gente si imbarcarono il 16 febbraio, sostarono a lungo a Porto Venere a causa del mare cattivo e giunsero a Pisa il 6 marzo. I Pisani accolsero in festa l'imperatore e molti fuoriusciti ghibellini di
Toscana
e Romagna accorsero a Pisa.
Re Roberto propose a Enrico un trattato di concordia ma pose condizioni troppo esose, quindi mandò il fratello Giovanni con molti cavalieri a
Roma
per occupare la Basilica Vaticana con il pretesto di assistere all'incoronazione imperiale. Questo Giovanni reclutò altra gente e ricevette rinforzi da Firenze, quindi prese a combattere contro i ghibellini romani alleandosi con le famiglie guelfe della città.
Enrico VII si mise in marcia verso
Roma
il 23 aprile e giunto a
Viterbo
sostò più giorni perché i soldati del re Roberto avevano occupato Ponte Milvio.
Nel frattempo i ghibellini di Orvieto tentarono di cacciare i guelfi ma vennero sopraffatti.
Enrico giunse a
Roma
il 7 maggio e subito iniziò a scontrarsi con le milizie di Roberto con alterne fortune. Non riuscendo a liberare il Vaticano dagli avversari, il 29 giugno si fece incoronare imperatore nella Basilica Lateranense. Nello stesso giorno una figlia di Enrico VII sposò Pietro figlio di Federico re di Sicilia. Il 20 luglio l'imperatore si ritirò a Tivoli, quindi accogliendo le istanze dei fuoriusciti toscani si diresse verso Firenze. Durante il tragitto arrecò danni nel Perugino, quindi giunse a
Arezzo
dove fu bene accolto. Il 19 settembre si accampò intorno alla città di Firenze, dopo aver battuto le milizie fiorentine all'Incisa, e cominciò a saccheggiare il contado per poi ritirarsi a San Casciano dove trascorse il natale.
I
Padovani
che avevano perso
Vicenza
conquistata dagli Scaligeri, si ribellarono all'imperatore e saccheggiarono vari luoghi del
Vicentino
. Da parte sua Cangrande della Scala entrò nel
Padovano
depredando ed incendiando i centri del territorio. Cangrande chiese aiuto al conte Guarnieri di Oemburg vicario generale di Enrico VII, mentre i
Padovani
ricevevano rinforzi da Francesco marchese d'Este e da Treviso.
Rizzardo da Camino, signore di Treviso, Feltre e Belluno, fu ucciso da un contadino che venne subito giustiziato dalle guardie senza che si sapesse chi fosse e da chi fosse mandato. A Rizzardo successe Guecelo (Guecellone da Camino), suo fratello.
Fu ucciso anche Francesco d'Este mentre rientrava dalla caccia a
Ferrara
per ordine di Dalmasio, governatore della città per conto del re Roberto.
Il guelfo Guglielmo Cavalcabò fece ribellare
Cremona
mettendo in fuga il vicario imperiale Galeazzo Visconti, quindi si alleò con Passerino della Torre ed occupò il castello di Soncino. Contro di lui intervenne il conte Guarnieri, vicario imperiale di
Brescia
, con rinforzi milanesi avuti da Matteo Visconti che riprese rapidamente Soncino e uccise Cavalcabò.
A
Cremona
morì anche Guido della Torre, già signore di Milano.
A
Lodi
i guelfi Vistarini con l'aiuto di Gilberto da Correggio cacciarono il vicario imperiale e presero il potere in città.
In
Pavia
i guelfi comandati da Filippone di Savoia cacciarono i Ghibellini forse con il consenso di Filippo di Savoia, vicario di Vercelli e Novara di dubbia fede ghibellina.
Galeazzo figlio di Matteo Visconti entrò in Lomellina a danno dei
Pavesi
rovinando i raccolti, saccheggiando castelli e prendendo Mortara e Garlasco. A Vercelli scoppiarono disordini tra due fazioni, Filippo di Savoia e il conte Guarnieri intervennero contemporaneamente e si batterono tra loro finendo entrambi feriti.
In febbraio a
Piacenza
i guelfi cacciarono i ghibellini e il vicario imperiale, ma nel mese di marzo i ghibellini rientrarono e Lodrisio Visconti fu nominato vicario imperiale. In settembre Alberto Scotto cacciò i ghibellini e si fece proclamare signore della città.
A Modena era vicario imperiale Francesco Pico della Mirandola. Le famiglie guelfe avevano accordi segreti con Bologna ma quando furono scoperte si ritirarono nei loro castelli e attaccarono Modena con l'aiuto di Sassuolo e di milizie bolognesi. Francesco della Mirandola fu sconfitto e molti illustri cittadini furono uccisi o fatti prigionieri. I Modenesi cercarono aiuto presso Cangrande della Scala, Passerino Bonaccorsi signore di Mantova e Matteo Visconti signore di Milano. I Bolognesi iniziarono l'assedio di Modena ma furono respinti da Passerino e da Cangrande. Passerino approfittò della situazione per farsi proclamare signore di Modena e per anni governò la città.
Guecelo da Camino fu cacciato da Treviso e si ritirò in un suo castello. I fuoriusciti di Asti il 4 aprile rientrarono in città con la forza e giurarono fedeltà al re Roberto.
Ugo del Balzo entrò per forza in Casale Monferrato, bandì i Ghibellini e fece riconoscere la signoria del re Roberto.
Morì Marino Zorzi doge di
Venezia
e il 13 giugno o 13 luglio fu eletto Giovanni Soranzo.
Si concluse il concilio generale di Vienna in cui fu abolito l'ordine dei Templari e fu riabilitata la memoria di Bonifacio VIII.
Enrico VII partì da
Brescia
prendendo con se settanta cittadini come ostaggi e li portò fino a Genova, qui gli ostaggi fuggirono e tornarono in patria provocando scontri tra guelfi e ghibellini, questi ultimi furono cacciati e
Brescia
si ribellò all'imperatore. Più tardi le fazioni si accordarono con la mediazione del vescovo Federico e fu conclusa la pace.
Anno
1372
Papa:
Gregorio XI
Imperatore: Carlo IV
Morì Giovanni marchese di Monferrato lasciando erede del Monferrato il primogenito Secondotto e della città di Asti gli altri figli Giovanni, Teodoro e Guglielmo oltre al suo parente e consigliere Ottone duca di Brunswich, quest'ultimo tutore dei figli minori insieme a Amedeo conte di Savoia.
Galeazzo Visconti assediò Asti, Ottone di Brunswich tentò di trattare senza successo e chiese l'aiuto di Amedeo di Savoia. Amedeo esitò perché era cognato di Galeazzo ma vedendo che quest'ultimo si era alleato con Federico marchese di Saluzzo, temendo che diventasse troppo potente, si alleò con il Monferrato. Amedeo di Savoia ottenne anche l'appoggio del papa mentre Niccolò d'Este, Francesco da Carrara e i Fiorentini erano già collegati tra loro contro Bernabò Visconti.
Dopo lungo assedio di Asti, Galeazzo fu sconfitto e costretto a ritirarsi.
Ambrosio figlio di Bernabò con Manfredino signore di Sassuolo attaccò
Modena
. Gli mossero contro il marchese Giovanni, il legato pontificio, le forze del Carrarese e di Fiorentini. Il 2 giugno le armate si scontrarono e dopo quattro ore di battaglia i collegati furono sconfitti. Francesco e Guglielmo da Fogliano, nobili di Reggio, furono catturati insieme a Giovanni Rod tedesco comandante dei Fiorentini. Bernabò fece impiccare Francesco da Fogliano.
Dopo non molto tempo giunsero in soccorso di
Modena
nuove truppe inviate dalla Chiesa e da
Giovanna regina di Napoli
. Per aiutare il fratello Galeazzo, Bernabò spedì ad Asti il suo esercito comandato da Ambrosio.
La compagnia degli Inglesi di Giovanni Acuto, scaduta la ferma per Bernabò, passò al servizio del papa e degli alleati, quindi si portò nel Piacentino per svernare. Fu stabilita una tregua ma Ambrosio Visconti, forse all'insaputa del padre, devastò il Bolognese recando gravissimi danni.
Il 3 settembre morì in
Pavia
Isabella moglie di Galeazzo Visconti conte di Virtù e figlia di Giovanni re di Francia.
Francesco da Carrara aveva inviato dei sicari a
Venezia
per eliminare alcuni nobili suoi avversari, il fatto venne scoperto e provocò la guerra di
Venezia
contro il signore di
Padova
.
Fu raggiunto un accordo tra
Giovanna regina di Napoli
e Federico d'Aragona re di Sicilia. Federico si riconobbe feudatario di Giovanna e si impegnò a pagare un pesante tributo.
Il 17 luglio morì
Malatesta Unghero
signore di
Rimini
, il dominio dei suoi stati andò allo zio Galeotto e al fratello Pandolfo.
Si verificarono incidenti a Cipro tra
Veneziani
e
Genovesi
. Alcuni
Genovesi
furono uccisi e quando la notizia giunse a Genova, il doge Domenico Fregosi armò una flotta e l'affidò al fratello Pietro con l'ordine di vendicare i caduti di Cipro.
Anno
1378
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Gregorio XI
tentò un accordo con
Firenze
con la mediazione del re di
Francia
. Si tenne un congresso a
Sarzana
al quale parteciparono ambasciatori della regina
Giovanna
, di
Firenze
e
Venezia
, nonchè
Bernabò Visconti
in persona. Il papa era rappresentato dal cardinale Giovanni della Grangia.
Durante il congresso morì
Gregorio XI
(27 marzo
1378
) e venne sepolto nella chiesa di Santa Maria Nuova. Il congresso venne sospeso il 7 aprile e i cardinali si riunirono in conclave a
Roma
: quattro italiani e dodici francesi.
I
Francesi
tentarono di eleggere un loro connazionale ma il popolo di
Roma
minacciò la ribellione ed anche i magistrati della città pregarono gli elettori di scegliere un italiano.
Si giunse al compromesso di eleggere Bartolomeo Prignano vescovo di
Bari
che essendo napoletano era suddito di
Giovanna d'Angiò
, cioè dei
Francesi
.
Intanto continuavano i disordini ed alcuni cardinali fuggirono da
Roma
per rientrare più tardi su garanzia dei magistrati.
Prignano venne incoronato il 18 aprile ed assunse il nome di
Urbano VI
, la nomina venne comunicata ufficialmente ai governanti di tutti gli stati europei.
Presto
Urbano VI
dimostrò di voler cambiare profondamente la condotta degli alti prelati esigendo regole di vita severe ed austere. Iniziative lodevoli, nota
Muratori
, ma commise l'errore di agire subito e con arroganza spingendo i cardinali a tramare per liberarsi di lui.
Con il pretesto del caldo, nel mese di luglio, i cardinali francesi si trasferirono ad
Anagni
. Da qui contattarono il re di
Francia
e la regina di
Napoli
ottenendo la loro approvazione. Assoldarono una compagnia di
Bretoni
comandata da Bernardo da Sala che durante il viaggio si scontrò con il popolo romano che cercava di bloccare il passaggio. Ne seguì una rivolta e tutti i
Francesi
che si trovavano a
Roma
vennero incarcerati.
Il 9 agosto i cardinali francesi, ai quali si erano uniti anche alcuni italiani, scomunicarono papa
Urbano VI
.
Il 20 settembre, trasferitisi a Fondi, elessero
Roberto di Ginevra
che prese il nome di
Clemente VII
. Dal canto suo
Urbano VI
scomunicò i cardinali ribelli e creò ventinove nuovi cardinali, tutti italiani. Lo scisma era aperto.
La
Francia
ed alcuni stati satelliti come
Napoli
e la Savoia riconobbero
Clemente VII
. Il resto dell'
Italia
, l'
Inghilterra
, la
Germania
, la
Boemia
, l'
Ungheria
, la
Polonia
ed il
Portogallo
sostenevano
Urbano VI
.
Urbano VI
concluse la pace con
Bernabò Visconti
e con
Firenze
. Il 29 novembre dello stesso anno morì in Praga l'imperatore Carlo IV cui successe il figlio Venceslao; il 4 agosto morì, non compianto dai sudditi,
Galeazzo Visconti
signore di
Pavia
e di una parte di
Milano
lasciando il potere al figlio
Gian Galeazzo
.
Quest'ultimo iniziò il suo governo sottomettendo con l'inganno il marchesato del Monferrato al cognato Secondotto il quale morì pochi giorni dopo ucciso dai suoi stessi soldati.
Bernabò Visconti
attaccò il
Veronese
accampando i diritti della moglie
Regina della Scala
sui domini degli scaligeri che erano in mano ai fratelli di lei Bartolomeo ed Antonio, figli illegittimi. Gli Scaligeri corruppero i mercenari del
Visconti
e questi l'anno seguente concluse la vicenda accettando un indennizzo in denaro.
Si formò una lega contro
Venezia
, ne facevano parte
Genova
, Francesco da Carrara signore di
Padova
, Ludovico re d'Ungheria ed il
patriarca di Aquileia
.
All'origine di questa guerra era la contesa fra
Genova
e
Venezia
per l'isola di
Tenedo
. L'isola era stata promessa ai
Genovesi
da
Andronico IV Paleologo
in cambio dell'aiuto ricevuto nel togliere il regno al padre ma il governatore di
Tenedo
si era ribellato ad
Andronico
ed aveva consegnato l'isola ai
Veneziani
.
Nel
1378
i
Veneziani
, comandati da
Vittor Pisani
, vinsero una grande battaglia navale contro i
Genovesi
di Luigi del Fiesco.
A
Firenze
si verificò la rivolta dei
Ciompi
.
A
Genova
il doge Domenico da Campofregoso fu destituito ed imprigionato dal successore Niccolò Guarco.
Anno
1379
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Clemente si recò a
Napoli
presso la regina
Giovanna
sua sostenitrice ma il popolo, che riconosceva il pontificato di
Urbano VI
, creò disordini che spinsero la regina a rimandarlo a Fondi. Di qui l'antipapa si trasferì a
Marsiglia
quindi ad
Avignone
con i suoi cardinali.
Intanto i due rivali continuavano a combattersi e a procurarsi sostenitori con elargizioni di denaro. Non mancarono saccheggi ed uccisioni dall'una e dall'altra parte.
Il 29 marzo a
Roma
fu liberato
Castel Sant'Angelo
dai luogotenenti di Clemente.
Urbano
assoldò la Compagnia di San Giorgio comandata da
Alberico da Barbiano
, una truppa mercenaria che il 28 aprile si scontrò vittoriosamente a Marino con i
Bretoni
dell'antipapa.
Il 5 e il 6 maggio dello stesso anno nella grande battaglia navale di Pola morì l'ammiraglio genovese Luciano Doria, comunque i
Veneziani
furono sconfitti e il loro comandante Vittor Pisani fu messo in prigione dal consiglio.
Il 16 agosto il nuovo comandante Pietro Doria con l'aiuto dei
Padovani
di Francesco da Carrara conquistò la città di Chioggia ed avanzò fino a Malamocco. Il doge
Andrea Contarini
tentò di trattare la pace ma Pietro Doria rifiutò sdegnosamente.
Sfumata la possibilità della pace i
Veneziani
potenziarono la flotta. Vittor Pisani fu liberato e reintegrato nel comando. I
Veneziani
assediarono Chioggia per liberarla, intento mandarono nove galee comandate da Carlo Zeno a saccheggiare la riviera genovese.
Contro i
Genovesi
intervenne
Bernabò Visconti
inviando la Compagnia della Stella guidata da Astorre de' Manfredi signore di
Faenza
che venne sconfitto e imprigionato; si salvò corrompendo i suoi carcerieri.
Francesco da Carrara, con forze inviategli da Ludovico re di Ungheria, assediò
Treviso
ma gli Ungheresi si lasciarono corrompere e il Carrara abbandonò l'impresa.
Bernabò Visconti
inviò
Giovanni Acuto
contro
Verona
ma il capitano di ventura fu sconfitto. Sospettando un tradimento
Bernabò
rifiutò di pagare e i mercenari saccheggiarono il
Cremonese
. Il
Visconti
mise una taglia sulla loro testa.
Anno
1380
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Il 21 aprile
Urbano VI
emanò una bolla che condannava
Giovanna d'Angiò
dichiarandola eretica. Il pontefice si accordò con Ludovico d'Ungheria il quale inviò contro
Giovanna
la sua armata comandata dal nipote
Carlo di Durazzo detto Carlo della Pace
e procedette ad alienare molti beni della chiesa per finanziare la sua crociata contro l'antipapa.
Priva di eredi,
Giovanna
adottò Ludovico d'Angiò, fratello di Carlo V re di
Francia
.
Intanto i
Veneziani
continuavano ad assediare in Chioggia i
Genovesi
che il 21 giugno si arresero per fame.
Il 1 luglio i
Genovesi
occuparono Capodistria che fu ripresa un mese dopo da Vittor Pisani il quale però morì di malattia il 14 agosto. I
Genovesi
occuparono Pola,
Trieste
si ribellò ai
Veneziani
e Francesco da Carrara assediò nuovamente
Treviso
.
Carlo della Pace
, in marcia da
Verona
a
Napoli
, fu ostacolato a
Rimini
dai fuoriusciti
Fiorentini
che lo indussero a deviare sulla
Toscana
dove occupò
Arezzo
e prese a minacciare
Siena
e
Firenze
. Di fronte alla superiorità militare di
Giovanni Acuto
, tuttavia,
Carlo
scese a compromessi e, tradendo i fuoriusciti, concluse un trattato con i
Fiorentini
, quindi si spostò a
Roma
dove fu accolto con grandi onori da
Urbano VI
.
A
Milano
Violante
, sorella di
Gian Galeazzo Visconti
, sposò il cugino
Ludovico
figlio di
Bernabò
, mentre
Gian Galeazzo
sposò Caterina, anche lei figlia di
Bernabò
. In effetti nel
1378
Gian Galeazzo
avrebbe dovuto sposare
Maria d'Aragona
regina di
Sicilia
, ma l'opposizione degli
Aragonesi
e dei baroni siciliani aveva fatto fallire il progetto. Il
Visconti
aveva dunque sposato Caterina sperando così di migliorare i rapporti con lo zio
Bernabò
.
Anno
1381
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Non riuscendo a difendere
Treviso
contro Francesco da Carrara i
Veneziani
preferirono cederla a Leopoldo d'Austria il quale prese possesso della città il 9 maggio.
In agosto, con la mediazione di
Amedeo di Savoia
, si concluse la guerra di Chioggia.
Intanto
Urbano VI
incoronava
Carlo della Pace
re di
Napoli
con la condizione di creare suo nipote Francesco Prignano principe di Capua una volta preso possesso del trono.
Carlo
attaccò
Napoli
ed alcuni cittadini, fautori di
Urbano VI
, gli aprirono le porte. Ottone di Brunswich, marito della regina, fuggì ad
Aversa
mentre
Giovanna
veniva assediata a Castelnuovo. Ottone tentò di attaccare
Carlo
ma rimase gravemente ferito e fu fatto prigiorniero (25 agosto). A questo punto
Giovanna
si arrese a sua volta e venne imprigionata.
Arezzo
si ribellò al legato di
Carlo
Giovanni Caracciolo il quale chiamò in suo aiuto
Alberico da Barbiano
. Questi intervenne saccheggiando brutalmente la città.
Bartolomeo della Scala venne ucciso il 13 luglio dai sicari del fratello Antonio.
Contro
Carlo della Pace
,
Clemente VII
dichiarò re di
Napoli
Ludovico d'Angiò, il figlio adottivo di
Giovanna
.
Anno
1382
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Ludovico d'Angiò organizzò un grande esercito per liberare
Giovanna
ed entrò in
Italia
accompagnato da
Amedeo di Savoia
. Pare che Clemente intendesse cedergli quasi tutti i domini temporali della chiesa. Ludovico concluse accordi con
Bernabò Visconti
e con Guido da Polenta signore di
Ravenna
.
Intanto
Carlo
, non riuscendo a sottomettere
Giovanna
, l'aveva fatta imprigionare e strangolare.
Ludovico entrò nel Regno di
Napoli
passando dall'
Abruzzo
e molti baroni napoletani che avevano sostenuto
Giovanna
si unirono a lui.
Urbano VI
, dal canto suo, inviò
Giovanni Acuto
a portare rinforzi a
Carlo
.
Nel mese di ottobre morì
che aveva ucciso i fratelli Ugolino e Francesco, gli succedette il figlio
genero di
Bernabò
.
Morì anche Ludovico re di Ungheria e di
Polonia
. Non avendo eredi maschi lasciò l'
Ungheria
alla figlia Maria e la
Polonia
alla figlia Edwige.
Il 5 giugno morì
Andrea Contarini
doge di
Venezia
, gli successe Michele Morosino che morì a sua volta dopo pochi mesi (15 ottobre) passando il dogato a Antonio Venier.
Anno
1383
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Procedendo lentamente la guerra di
Napoli
,
Urbano VI
decise di intervenire personalmente. Il 9 ottobre giunse a
Napoli
dove
Carlo
lo accolse con onore ma anche con diffidenza.
Francesco Prignano detto Butillo, il nipote del papa al quale
Carlo
aveva promesso
Capua
, fu arrestato e condannato a morte per aver rapito una monaca di nobile lignaggio, poi liberato per intercessione di
Urbano
.
Una terribile epidemia di peste scoppiata nel Friuli dilagò rapidamente in tutta
Italia
. L'armata angioina subì gravi perdite, fra gli altri morì
Amedeo di Savoia
che ebbe per successore il figlio
Amedeo VII
.
Il duca Leopoldo d'Austria che era entrato in possesso di
Treviso
intervenne contro Francesco da Carrara che continuava a molestare la città ma non conseguì risultati.
A
Genova
scoppiò una rivolta a causa di una nuova tassa sulla carne. Il doge Guarco venne deposto e sostituito da Leonardo da Montaldo.
Anno
1384
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Approfittando del colpo che la peste aveva inferto al nemico, re Carlo decise finalmente di scendere in campo, si portò a
Barletta
e sfidò Ludovico d'Angiò ma poi, su consiglio di Ottone di Brunswich, desistette dal combattere.
Carlo
fu colpito dalla peste ma guarì e nominò conestabile del regno
Alberico da Barbiano
.
Il 10 ottobre morì a
Bari
Ludovico d'Angiò, forse di peste, lasciando la signoria sulla
Provenza
e le pretese sul regno di
Napoli
al figlio Ludovico ancora bambino. Le sue milizie si disgregarono rapidamente salvo una parte che si affidò al comando di Raimondello Orsino.
Intanto
Urbano VI
si era stabilito a Nocera e la sua permanenza preoccupava la corte napoletana dove si temeva che il pontefice tramasse per togliere il regno a
Carlo
. I rapporti fra
Carlo
e
Urbano
si guastarono rapidamente.
A
Genova
la peste fece molte vittime fra i quali Leonardo da Montaldo al quale successe Antoniotto Adorno.
Leopoldo d'Austria, stanco delle molestie di Francesco da Carrara, decise di vendergli
Treviso
insieme ad altre città.
Il 18 giugno morì
Regina della Scala
, moglie di
Bernabò Visconti
.
Anno
1385
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Sospettandoli di congiurare contro di lui,
Urbano VI
fece torturare alcuni cardinali finché non confessarono un complotto che forse non esisteva. Accusandoli di aver sostenuto la congiura
Urbano VI
scomunicò
Carlo
e la moglie
Margherita
, li dichiarò decaduti dal regno e scagliò l'interdetto su
Napoli
.
Carlo
reagì mandando
Alberico da Barbiano
ad assediare il papa in Nocera. Venne in soccorso del papa Raimondello Orsino che lo liberò l'8 agosto.
Urbano VI
si mise in viaggio per
Salerno
, durante il trasferimento fece uccidere uno dei prelati prigionieri che rallentava la marcia. Si imbarcò quindi per
Genova
dove si trattenne un anno ospite del doge Antoniotto Adorno. Intanto
Carlo
prendeva Nocera ed imprigionava il Butillo.
Bernabò Visconti
, per i suoi modi tirannici e per le fortissime imposte, non era amato dal popolo. Quando il nipote Gian Galeazzo che da tempo temeva di esserne sopraffatto lo attirò in un tranello e lo catturò con i figli Ludovico e Ridolfo, nessuno intervenne in suo soccorso e nel giro di pochi giorni Gian Galeazzo si impadronì di tutti i domini dello zio.
Bernabò
fu incarcerato nel castello di
Trezzo
dove fu avvelenato alcuni mesi più tardi.
In quest'anno
Urbano VI
conferì il
patriarcato di Aquileia
a
Filippo d'Alanzone (Philippe d'Alençon)
già vescovo della
Sabina
che era una sua creatura. La nomina provocò incidenti con la popolazione di Udine che rifiutò di riconoscere il nuovo patriarca.
Urbano
chiese aiuto a Francesco da Carrara che, sperando in un guadagno, si gettò nella mischia. Contro di lui
Venezia
finanziò segretamente gli Udinesi ed il giovane Antonio della Scala, signore di
Vicenza
e di
Verona
.
Morì Galeotto Malatesta signore di
Rimini
, gli successero i figli Pandolfo e Carlo.
Il signore di
Forlì
Sinibaldo degli Ordelaffi fu destituito ed imprigionato dai nipoti Pino e Cecco che presero il potere.
Anno
1386
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
Urbano VI
si tratteneva a
Genova
dove aveva rinchiuso i sei cardinali presunti congiurati, ne liberò uno per l'insistenza del re di
Inghilterra
e fece morire gli altri.
Nel mese di dicembre, non sentendosi ben accetto a
Genova
,
Urbano
passò a
Lucca
.
Da
Napoli
Carlo
si imbarcò per l'
Ungheria
, regno sul quale accampava pretese che sperava di realizzare con l'aiuto di una parte della nobiltà locale contro la regina Maria che intanto aveva sposato Sigismondo fratello dell'imperatore Venceslao.
Carlo
riuscì a farsi incoronare ma poco dopo venne assassinato dai sostenitori della regina Maria. Lasciò il regno di
Napoli
ai figli
Ladislao
e
Giovanna
sotto la reggenza della vedova
Margherita
. Morto il re, il partito filoangioino si risollevò e scatenò una serie di rivolte contro gli eredi di
Carlo
.
Intanto continuava la guerra fra Antonio della Sala e Francesco da Carrara. Il primo riportò una vittoria e il secondo reagì affidando il comando a Giovanni d'Azzo degli Ubaldini che riuscì a capovolgere le sorti della guerra. Tuttavia lo sconfitto Scaligero non accettò la proposta di pace del nemico, assoldò nuove truppe mercenarie ed attaccò il Trevisano.
Anno
1387
Papa:
Urbano VI
Imperatore: Venceslao
A
Napoli
si verificarono scontri fra il partito filoangioino e le forze della regina
Margherita
la quale giudicò prudente trasferirsi a
Gaeta
.
Ottone di Brunswich tornò a
Napoli
, il suo partito ebbe il sopravvento e furono perseguiti quanti risultarono coinvolti nella morte di
Giovanna
.
Urbano VI
, da
Lucca
, vedeva con disappunto questi eventi. Era contrario sia agli
Angioini
sia alla famiglia di
Carlo
e
Margherita
non riuscì ad ottenere da lui il permesso di dare cristiana sepoltura al marito. In settembre il papa si trasferì a
Perugia
continuando a tramare per impadronirsi di
Napoli
.
Dopo ripetute reciproche provocazioni,
Padovani
e
Veronesi
si scontrarono ed i primi - comandati da
Giovanni Acuto
e Giovanni d'Azzo - ebbero la meglio. Pur avendo subito una gravissima sconfitta, Antonio della Scala, sempre sostenuto dai
Veneziani
, non accettò proposte di pace.
Entrò nel conflitto anche
Gian Galeazzo Visconti
, schierandosi con Francesco da Carrara. I
Padovani
saccheggiarono
Aquileia
e devastarono il territorio dello Scaligero.
Il 18 ottobre le forze viscontee entrarono in
Verona
. Antonio consegnò il castello ad un ambasciatore dell'imperatore e fuggì a
Venezia
con la famiglia. Il 21 si arrese anche
Vicenza
consegnandosi a Caterina moglie di Gian Galeazzo che, come figlia di Regina, aveva diritti sui domini degli Scaligeri.
Antonio della Scala morì l'anno successivo per malattia o per veleno.
Francesco da Carrara conclusa la guerra, non ne ebbe alcun vantaggio in quanto, come si è detto,
Vicenza
si era consegnata a Caterina e il furbo
Visconti
fece la parte del leone.
Intanto la regina
Margherita
assediava
Napoli
difesa da Ottone il quale, deluso dall'atteggiamento degli
Angioini
che avevano inviato un governatore invece del giovane Ludovico, finì per cambiare partito.
Gian Galeazzo fece sposare la figlia Valentina a Ludovico conte di Valois, fratello del re di
Francia
, dandole in dote la città di Asti e alcuni castelli piemontesi.
Anno
1401
Papa: Bonifacio IX
Re dei Romani:
Roberto III
Il secolo che ebbe inizio con questo anno vide in
Italia
una straordinaria fioritura delle lettere e delle arti. Fra gli sproni del fenomeno fu l'arrivo a
Venezia
poi a
Firenze
di Emanuele Crisolora, esule da
Costantinopoli
, che si dedicò all'insegnamento del greco.
Nacquero in questo secolo artisti eccezionali come Leonardo da Vinci, Pietro Perugino,
Michelangelo Buonarroti
, Tiziano, Andrea del Sarto, Antonio Allegri detto il Correggio,
Raffaello da Urbino
, ecc.
In campo militare gli italiani smisero di far ricorso ai mercenari stranieri e si affermarono capitani di grande perizia e valore come
Alberico da Barbiano
, Iacopo dal Verme,
Biordo
, Broglia, Carlo Malatesta.
Sforza degli Attendoli arrivò a conquistare il Ducato di Milano. Secondo un racconto tradizionale da giovane aveva affidato il suo destino al caso: aveva lanciato la sua zappa su un albero, se fosse ricaduta avrebbe continuato a lavorare la terra, altrimenti sarebbe partito con i soldati. La zappa non cadde. Suo figlio Francesco nacque da Lucia Terzani il 23 luglio
1401
.
Giovanni e Niccolò Colonna chiesero il perdono del papa Bonifacio IX, altrettanto fece Gabriello Gaetano figlio di Onorato conte di Fondi.
L'antipapa Benedetto che era prigioniero a
Avignone
, con la mediazione di Ludovico duca d'Orleans, rinunciò alle sue pretese e venne liberato.
Ladislao re di
Napoli
represse i baroni ribelli in
Calabria
perdendo solo
Crotone
e Reggio che Niccolò Ruffo conte di Catanzaro aveva ceduto agli Angioini. Fece arrestare Tommaso Sanseverino ed altri personaggi che pure lo avevano aiutato in passato.
Roberto di Baviera
fu incoronato re dei Romani e subito venne invitato dai
Fiorentini
e dal papa a scendere in
Italia
contro Gian Galeazzo duca di Milano. Si associarono anche Francesco da Carrara signore di
Padova
e i
Veneziani
, mentre Niccolò d'Este di
Ferrara
si mantenne neutrale.
In ottobre
Roberto
fu a Trento dove fu raggiunto da Francesco da Carrara che venne nominato capitano dell'armata. Dopo un fallito approccio diplomatico da parte di
Roberto
, Gian Galeazzo aveva inviato ai suoi confini l'esercito comandato da Facino Cane e Ottobuono Terzo.
Dopo alcune scaramucce si combattè il 26 ottobre una battaglia che vide i Tedeschi duramente sconfitti.
Roberto
si ritirò a
Padova
e il 10 dicembre a
Venezia
, successive trattative con i
Fiorentini
si arenarono a causa delle richieste economiche del re.
Giovanni il Meingle detto Bucicaldo, maresciallo di
Francia
, intervenne a Genova e mandò a morte Battista Boccanegra e Battista de' Franchi Lusiardo che avevano tentato un colpo di stato ripristinando l'ordine sul territorio.
Giovanni Bentivoglio con il favore del duca di Milano si fece proclamare signore di
Bologna
, più tardi si accordò con i
Fiorentini
e il Visconti mandò contro di lui
Alberico da Barbiano
.
A
Bologna
Ricciardo de' Cancellieri tentò di prendere il potere ma fu sconfitto dai
Fiorentini
.
Intanto a Milano la tensione era alta a causa dell'aumento delle imposte voluto da Gian Galeazzo per finanziare le operazioni belliche.
Anno
1409
Papa: Alessandro V
Re dei Romani: Roberto III
Si tenne in quest'anno il Concilio di Pisa per decidere la contesa fra Gregorio e Benedetto, entrambi pretendenti al papato. Il concilio decise di deporli entrambi, scomunicandoli e dichiarandoli eretici e eleggendo dopo molte consultazioni Pietro Filargo da Candia già vescovo di
Vicenza
e
Novara
, arcivescovo di Milano e cardinale, che prese il nome di Alessandro V.
Lo scisma non era tuttavia risolto perché anche se il nuovo papa ebbe l'obbedienza di gran parte della cristianità, Gregorio continuò ad avere i suoi sostenitori in
Italia
e in
Germania
, mentre l'Aragona e altre regioni spagnole continuarono a riconoscere Benedetto.
Nel mese di Maggio Gregorio tenne un concilio a
Cividale del Friuli
che condannò tutti gli atti del rivale e quelli di Alessandro, Benedetto fece altrettanto in Perpignano.
Gregorio sfuggì ai
Veneziani
che avevano riconosciuto Alessandro e riparò nel regno di
Napoli
presso il re Ladislao al quale vendette
Roma
,
Bologna
e altre città della Chiesa.
Ladislao era arrivato a
Roma
il 12 marzo con un esercito e nel mese di Aprile ne era ripartito alla volta della
Toscana
con Paolo Orsini e
Alberico da Barbiano
(che morì a
Perugia
) e si impadronì di
Cortona
mandandone in prigione il signore Luigi de' Casali. Era deciso ad attaccare
Firenze
e Siena ma si rese conto che le città erano ben difese, inoltre Baldassarre Cossa legato di
Bologna
muoveva contro di lui con l'esercito pontificio inviato da Alessandro V. Abbandonando l'impresa Ladislao tornò a
Napoli
e cedette la città di Zara ai
Veneziani
per centomila fiorini.
In settembre il re Luigi con cinquecento uomini si unì alle forze di Cossa e della Repubblica Fiorentina e marciò verso
Roma
. A Orvieto Paolo Orsini accettando un'offerta dei
Fiorentini
cambiò bandiera e passò a Luigi. Strada facendo si unirono Braccio da Montone, Orvieto, Montefiascone, Carneto, Sutri,
Viterbo
. Nei primi d'ottobre re Luigi e i suoi alleati si impadronirono di San Pietro e del palazzo papale. Castel Sant'Angelo fu a disposizione di Alessandro. L'assedio di
Roma
continuò e alla fine di dicembre un difensore corrotto dagli assedianti aprì le porte della città.
Con il tramite di Bucicaldo (Jean Le Maingre signore di Boucicault) fu costituita una lega fra il duca di Milano, il re di
Francia
, i principi di Savoia, il conte di
Pavia
e Bernardone governatore di Asti per il duca di Orleans.
Pandolfo e Carlo Malatesta lasciarono Milano e Pandolfo, riunite milizie a
Brescia
, passò l'
Adda
e si inoltrò in Brianza. Mossero contro di lui Facino Cane, Teodoro del Monferrato e Astorre Visconti. Combatterono nella valle di Ravagnate il 7 aprile ma non vi furono vincitori, si concluse infine di scacciare i consiglieri del duca da Milano e di insediarvi due governatori, uno per Facino e l'altro per Pandolfo.
Bucicaldo governatore di Genova decise di approfittare della situazione e acquistò dal duca una carica nel governo di Milano ma mentre ne prendeva possesso la popolazione di Genova si ribellò alla soggezione ai
Francesi
, Facino Cane tornò alle sue terre e Teodoro del Monferrato fu eletto Capitano di Genova.
Bucicaldo era accorso con alcune migliaia di cavalieri e fanti ma si era fermato a Gavi dove si rese conto che non sarebbe potuto rientrare nè a Genova nè a Milano e tornò in
Francia
.
Ottobuono de' Terzi fu ucciso a tradimento da Sforza da Cotignola durante un incontro con Niccolò d'Este.
Niccolò d'Este, sostenuto dal cardinale Cossa iniziò una campagna nel
Parmigiano
conquistando alcuni centri e il 26 giugno il popolo di
Parma
lo acclamò suo signore cacciando i Terzi. Pochi giorni dopo anche
Reggio
si sottomise spontaneamente al governo della monarchia d'Este.
Anno
1416
Papa: Sede vacante
Imperatore:
Sigismondo
Continuava il Concilio di Costanza che si concentrava sulla questione dell'antipapa Benedetto, alla soluzione della quale si rimandava l'elezione di un nuovo papa.
Bologna
si ribellò al controllo della Chiesa. Intervenne
Braccio da Montone
ma trovò un accordo con i
Bolognesi
e incassato un premio in denaro si allontanò.
I
Bolognesi
fecero rientrare in città molti nobili che avevano subito l'esilio e recuperarono altri castelli.
Braccio da Montone
si diresse a
Perugia
con l'intenzione di entrare con la forza in città. I
Perugini
chiesero aiuto a Carlo Malatesta signore di
Rimini
il quale mosse in loro soccorso insieme ad
Angelo della Pergola
ed altri capitani.
Braccio
lo intercettò ad
Assisi
il 7 luglio, lo sconfisse e lo fece prigioniero. Il Malatesta venne liberato dopo diversi mesi dietro pagamento di un riscatto.
Il 19 luglio
Braccio da Montone
prese possesso di
Perugia
: i cittadini si erano arresi e gli avevano offerto la signoria.
Il 5 agosto un esercito inviato da
Braccio da Montone
al comando del
Tartaglia
affrontò a Colfiorito Paolo Orsini che fu sconfitto e perse la vita.
Il 20 settembre morì Malatesta Malatesta, signore di
Cesena
e fratello di Carlo e Pandolfo.
Nello stesso periodo morì Gian Galeazzo Manfredi, signore di
Faenza
cui successe il figlio Guidazzo.
Filippo Maria Visconti riportò sotto il suo dominio
Lodi
, eliminandone il signore Giovanni da Vignate, e Como accordandosi con Lottieri Rusca che l'aveva occupata.
A
Napoli
il popolo insorse contro Jacopo della Marca che aveva sposato la regina Giovanna e si era impadronito del potere praticamente segregando la moglie. Jacopo dovette fuggire da
Napoli
e subire varie condizioni fra cui la liberazione dello
Sforza
che era suo prigioniero.
Muzio Attendolo Sforza
venne liberato e riebbe la carica di gran connestabile. Il figlio
Francesco
venne invece trattenuto da Jacopo come ostaggio.
Il 1 aprile morì Ferdinando re d'Aragona,
Sardegna
e
Sicilia
al quale successe il figlio Alfonso.
Il 26 febbraio l'imperatore
Sigismondo
nominò duca
Amedeo di Savoia
.
Anno
1417
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Nel mese di luglio il Concilio di Costanza dichiarò Benedetto XIII decaduto in quanto scismatico ed eretico.
L'11 novembre il concilio elesse
Ottone Colonna
, cardinale diacono di San Giorgio al Velabro, che prese il nome di
Martino V
.
Il 13 giugno
Braccio da Montone
assediò
Roma
che, essendo il seggio papale vacante, era governata dal cardinale Iacopo Isolani mentre
Castel Sant'Angelo
era presidiato da una guarnigione di
Giovanna II
Il 16 giugno
Braccio
entrò in
Roma
ed assunse il titolo di difensore della città, il 16 luglio iniziò l'assedio di
Castel Sant'Angelo
mentre alla sua milizia si univa quella del
Tartaglia
.
Contro il Montone e il
Tartaglia
, il 10 agosto giunse a
Roma
Muzio Attendolo Sforza
, mandato da
Giovanna II
ma mosso anche da astio personale.
Braccio
rinunciò a combattere e tornò a
Perugia
lasciando nella zona due suoi comandanti: Piccinino e
Tartaglia
. Lo
Sforza
li sconfisse entrambi. Piccinino fu catturato e rilasciato dopo quattro mesi in uno scambio di prigionieri.
L'11 giugno il
Conte di Carmagnola
espugnò il castello di
Trezzo sull'Adda
, occupato dai Colleoni di
Bergamo
, che assediava da tempo.
Il
Carmagnola
passò quindi ad assediare
Piacenza
che era occupata da Filippo Arcelli il quale fuggì e si mise al servizio dei
Veneziani
.
I
Genovesi
si rivolsero a
Filippo Maria Visconti
chiedendo aiuto per spodestare Tommaso da Campofregoso.
I
Veneziani
fecero guerra a Ludovico
patriarca di Aquileia
che era in lega con l'imperatore
Sigismondo
.
Anno
1418
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Concluso il concilio, in maggio il Papa partì da Costanza alla volta dell'
Italia
. Dopo aver sostato a Ginevra e
Torino
, il 12 ottobre fu a
Milano
ospite di
Filippo Maria Visconti
, quindi a
Brescia
presso Pandolfo Malatesta, poi riposò a
Mantova
per il resto dell'anno.
I
Fiorentini
lo invitarono nella loro città e
Braccio da Montone
gli chiese di essere nominato vicario nelle città che governava.
Martino
accolse la prima proposta e rinviò la seconda al suo arrivo a
Roma
.
Morì in quell'anno Teodoro II marchese del Monferrato, cui successe il figlio Gian Iacopo.
Filippo Maria Visconti
fece decapitare la moglie
Beatrice di Tenda
accusata di adulterio.
Accogliendo le richieste dei fuoriusciti genovesi, il Visconti fece guerra al doge Tommaso da Campofregoso.
Martino V
promise di incoronare
Giovanna II
con la quale stipulò accordi per la difesa dello Stato Pontificio.
A
Napoli
il gran siniscalco Caracciolo, preferito della regina, era ostile allo
Sforza
e geloso dei benefici che questi riceveva, come il feudo di
Benevento
ed il matrimonio del figlio Francesco con la nobile Polissena Ruffo.
Le trame del Caracciolo inimicarono la regina e lo Sforza, il condottiero esasperato portò le sue milizie alle porte di
Napoli
per far valere le proprie ragioni con la forza.
Il Caracciolo riuscì a sollevare la popolazione contro
Muzio Attendolo Sforza
e le ostilità durarono fino al 9 ottobre quando fu concluso un accordo che prevedeva la restituzione dei beni confiscati al condottiero e l'allontanamento del Caracciolo da
Napoli
.
Intanto
Braccio da Montone
finanziava la propria armata con scorrerie e riscatti. Incassò grosse somme per allontanarsi, dopo avervi fatto incursioni, dal territorio di
Lucca
e poi da quello di Norcia.
Anno
1419
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Martino V
visitò
Ferrara
e
Forlì
, quindi si stabilì a
Firenze
(26 febbraio).
Il 13 maggio
Baldassarre Cossa (antipapa Giovanni XXIII)
, fuggito dalla detenzione in
Germania
, giunse a
Firenze
dove fece atto di sottomissione a
Martino V
, ben lieto dell'evento
Martino
lo reintegrò nella porpora cardinalizia ma il
Cossa
morì il 22 dicembre di questo stesso anno.
Giovanna
regina di
Napoli
accolse Antonio Colonna nipote del papa e lo nominò duca di
Amalfi
e Castellamare e principe di
Salerno
.
Jacopo della Marca, marito di
Giovanna
, che era tenuto prigioniero per aver tentato di usurpare il trono, fu liberato per intercessione del papa e si trasferì a
Taranto
. Qui fu osteggiato dalla regina Maria, già moglie di
Ladislao
, ed andò in
Francia
dove più tardi entrò in monastero.
Il 28 ottobre due vescovi inviati a
Napoli
dal papa celebrarono l'incoronazione di
Giovanna
.
Giovanna
si adoperò per far rientrare a
Napoli
Giovanni Caracciolo, suo favorito che era in esilio a
Firenze
per volontà dello
Sforza
e per riconciliarlo con quest'ultimo.
Nello stesso anno
Muzio Attendolo Sforza
ricevette da
Martino V
il titolo di Confaloniere della Chiesa.
Sollecitato dal papa lo
Sforza
, con l'approvazione di
Giovanna
, si rivolse contro
Braccio da Montone
ed il 20 giugno i due condottieri si affrontarono a
Viterbo
. Gli scontri durarono a lungo con esiti alterni.
Muzio Attendolo Sforza
riuscì a far passare dalla sua parte il
Tartaglia
, uno dei più valenti ufficiali di
Braccio
.
Intanto Guido Antonio da Montefeltro, inviato del papa, toglieva
Assisi
a
Braccio
ma questi mosse rapidamente in
Umbria
e recuperò la città. Perse invece
Spoleto
, conquistata da truppe spedite dallo
Sforza
.
Braccio
tese un'imboscata ad
Orvieto
ai danni del
Tartaglia
che perse molti uomini ma si salvò.
Tommaso da Campofregoso, doge di
Genova
, comprò la pace dal ducato di
Milano
pagando un'ingente somma di denaro e rinunciando alla carica di doge.
Quindi
Filippo Maria Visconti
incaricò il
Carmagnola
di attaccare
Cremona
che era dominata da Gabrino Fondolo, ma Pandolfo Malatesta signore di
Brescia
e
Bergamo
, nonostante l'alleanza con i
Visconti
, soccorse il Fondolo.
Carmagnola
assediò
Bergamo
ed il 26 luglio la conquistò.
I
Veneziani
continuarono a combattere in
Friuli
contro il
Patriarca di Aquileia
ed il 7 aprile conquistarono
Cividale
seguita poco dopo da diversi centri.
Anno
1420
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Consigliato dai
Fiorentini
,
Martino V
concesse a
Braccio da Montone
il vicariato di
Perugia
,
Assisi
, Jesi e
Todi
contro la restituzione di
Orvieto
,
Terni
,
Narni
e Orte.
A febbraio
Braccio da Montone
si recò a
Firenze
e si accordò con
Martino V
promettendo di recuperare
Bologna
per la Chiesa ed ottenendo il desiderato titolo di vicario.
Il 28 febbraio ambasciatori del Papa che chiedevano ai
Bolognesi
di affidare il governo alla Chiesa ricevettero un rifiuto e
Martino V
colpì la città con l'interdetto.
Il 17 maggio
Braccio
entrò in territorio bolognese insieme a Ludovico Migliorati e
Angelo della Pergola
.
Il 15 luglio
Bologna
si arrese alla Chiesa.
Il Caracciolo aveva convinto
Giovanna
ad interrompere gli aiuti finanziari alla Chiesa inimicandosi
Martino V
che prese a sostenere
Luigi III d'Angiò
pretendente al trono di
Napoli
.
Muzio Attendolo Sforza
ed il figlio Francesco nell'estate entrarono in territorio napoletano ed ingiunsero alla regina di cedere il trono a
Luigi d'Angiò
.
In questa situazione
Giovanna
e Caracciolo inviarono ambasciatori a trattare con il Papa ed uno di loro, Antonio Caraffa detto Malizia, prese contatti anche con Alfonso d'Aragona.
Nell'anno precedente Alfonso V assediava il Castello di Bonifacio di proprietà dei
Genovesi
nell'intento di impadronirsi della
Corsica
. Nel gennaio
1420
le navi inviate dal doge Tommaso di Campofregoso riuscirono a sconfiggere gli assedianti .
Alfonso tergiversò alle proposte del Caraffa ma infine accettò di difendere
Giovanna
contro
Luigi d'Angiò
a condizione di essere adottato dalla regina e di essere nominato duca di
Calabria
.
Il 15 agosto una flotta armata da
Luigi d'Angiò
giunse a
Napoli
ed i
Francesi
assediarono la città insieme alle milizie dello
Sforza
, ma il 6 settembre furono attaccati e sconfitti dalla flotta aragonese.
Gabrino Fondolo, signore di
Cremona
, cedette la sua città ai
Visconti
e passò al servizio di
Bologna
.
L'8 ottobre il
conte di Carmagnola
, per conto del Visconti, si scontrò con Pandolfo Malatesta. Questi aveva ricevuto consistenti rinforzi dal fratello Carlo ma
Filippo Maria Visconti
, con un'accorta manovra diplomatica, gli aveva alienato l'aiuto di
Venezia
; la battaglia fu vinta dal
Carmagnola
.
Dal canto suo Niccolò d'Este prevenne iniziative ostili del Visconti proponendo e concludendo un accordo con il quale gli cedeva
Parma
e conservava il dominio di
Reggio Emilia
.
Intanto le forze veneziane comandate da Filippo Arcelli conquistavano diverse località del
Friuli
e il 7 giugno entravano vittoriosamente in Udine.
Martino V
lasciò
Firenze
ed il 30 settembre entrò in
Roma
.
Anno
1421
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
D'accordo con il papa
Giovanna II
si rivolse a
Braccio da Montone
contro
Luigi d'Angiò
.
Braccio
chiese come compenso i titoli di connestabile del Regno di
Napoli
e di principe di
Capua
, oltre a consistenti somme di denaro.
Il 26 giugno le truppe di
Braccio
si unirono a
Napoli
con quelle di Alfonso V.
Luigi d'Angiò
si rivolse al papa che mandò il
Tartaglia
a portare rinforzi allo
Sforza
ma intanto
Giovanna
si pentiva di aver adottato Alfonso ed intraprendeva trattative segrete con il duca angioino.
Tartaglia
venne sospettato di aver tramato un tradimento contro
Braccio da Montone
e venne arrestato. Sotto tortura ammise ciò di cui veniva accusato e venne giustiziato. Anche
Luigi d'Angiò
, che aveva voluto la morte di
Tartaglia
, venne danneggiato dall'evento perché i soldati del condottiero passarono al nemico.
Il 16 marzo il
Carmagnola
entrò in
Brescia
che Pandolfo Malatesta aveva infine ceduto ai
Visconti
.
Giunta l'estate il
Carmagnola
passò in
Liguria
ed assediò
Genova
. I
Genovesi
furono sconfitti e Battista da Campofregoso, fratello del doge, venne catturato.
Il doge fu costretto a trattare ed ottenne di poter conservare
Sarzana
, cedette
Savona
e fu obbligato a lasciare
Genova
dove il 2 novembre si insediò il
Carmagnola
in nome di
Filippo Maria Visconti
, riammettendo in città tutti gli esuli.
I
Veneziani
completarono la conquista del
Friuli
ma il loro comandante Filippo Arcelli cadde in combattimento.
Anno
1422
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Il papa trattò un accordo fra
Luigi d'Angiò
e Alfonso d'Aragona. L'angiò si stabilì a
Roma
dove visse a spese del Pontefice.
Giovanna
e Alfonso, consapevoli che l'unica risorsa rimasta al nemico era lo
Sforza
, affidarono a
Braccio da Montone
l'incarico di trattare con il condottiero e
Braccio
portò a termine l'incarico con successo.
Tornato in
Umbria
,
Braccio
assediò
Città di Castello
che si arrese senza combattere.
Molte città italiane in quest'anno furono colpite dalla peste.
Anno
1423
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Nella fortezza di Peniscola in
Spagna
morì Pietro di Luna, già antipapa Benedetto XIII e i cardinali dissidenti nominarono Egidio Munoz che prese il nome di Clemente VIII, ma secondo alcune fonti questi eventi avvennero nel
1424
.
Ebbe inizio il concilio di
Pavia
che fu presto trasferito a
Siena
a causa della peste.
Crescendo il disaccordo fra Alfonso e
Giovanna
, l'Aragonese fece imprigionare il gran siniscalco Caracciolo, quindi tentò di arrestare la regina ma questa - barricatasi nel Castello di Capuana - chiamò in suo aiuto
Muzio Attendolo Sforza
.
Gli
Aragonesi
tentarono di fermare le milizie sforzesche prima che raggiungessero
Napoli
ma furono clamorosamente sconfitti nonostante la superiorità numerica.
Lo
Sforza
liberò
Giovanna
e passò ad assediare
Aversa
che era in mano ad una guarnigione di Alfonso.
Tuttavia l'11 giugno nuove truppe aragonesi giunte per mare occuparono
Napoli
e lo
Sforza
, non riuscendo a respingerle, portò in salvo
Giovanna
ad
Aversa
e liberò il Caracciolo con uno scambio di prigionieri.
Giovanna
annullò l'adozione di Alfonso e la trasferì a
Luigi d'Angiò
che si affrettò a raggiungerla ad
Aversa
.
Napoli
era in mano agli
Aragonesi
ma Alfonso, sapendo che i
Visconti
accordatisi con
Giovanna
si preparavano ad attaccarlo e che in
Spagna
i suoi nemici castigliani stavano creando difficoltà, preferì rientrare in patria affidando
Napoli
a suo fratello Pietro.
Durante il viaggio saccheggiò
Marsiglia
per rappresaglia contro
Luigi d'Angiò
.
Intanto
Braccio da Montone
, sempre teso ad ingrandire i propri domini, assediava l'Aquila. I cittadini chiesero aiuto a
Giovanna
che inviò in loro soccorso
Muzio Attendolo Sforza
.
Intanto per motivi non noti si erano raffreddati i rapporti fra il
Carmagnola
e
Filippo Maria Visconti
che avviò trattative con
Sforza
per averlo al suo servizio ed affidò la flotta allestita a
Genova
al conte Guido Terello invece che al
Carmagnola
, fra lo stupore generale.
A
Forlì
il popolo si rivoltò contro Lucrezia Ordelaffi, reggente in nome del piccolo Tebaldo, e chiamò in aiuto il Visconti che inviò
Angelo della Pergola
ad occupare la città.
A fianco di Lucrezia si schierarono i
Fiorentini
che inviarono truppe comandate da Pandolfo Malatesta.
I
Fiorentini
furono sconfitti e proposero senza successo un'alleanza a Tommaso Mocenigo doge di
Venezia
.
Questo doge morì nell'aprile dello stesso anno e gli successe Francesco Foscari.
Anno
1424
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Martino V
sciolse il concilio di
Siena
rinviando di sette anni a Basilea.
Secondo molti fu in questo anno che morì il novantenne Pietro di Luna (Benedetto XIII) e venne eletto Clemente VIII con l'appoggio di Alfonso di Aragona che intendeva tenere in ansia
Martino V
con la minaccia di un antipapa.
Il 4 gennaio
Muzio Attendolo Sforza
si trovò sulle sponde del fiume Pescara mentre andava a soccorrere l'Aquila assediata da
Braccio da Montone
. Nel tentativo di aiutare un suo soldato caduto in acqua fu travolto dal fiume in piena e il suo cadavere non fu mai trovato.
Francesco, figlio di Muzio Attendolo, dopo la morte del padre accorse a controllare che non sorgessero problemi nelle terre della sua famiglia, quindi rese visita a
Giovanna
che gli confermò domini e incarichi del padre.
Intanto la flotta genovese, giunta in
Campania
per aiutare
Giovanna
, si impadronì di
Gaeta
, Procida, Castellamare,
Sorrento
e altre località.
L'infante Don Pietro, fratello di Alfonso V, trattò un accordo segreto con Guido Torello e il 12 aprile lasciò entrare i
Genovesi
a
Napoli
.
Dopo tredici mesi d'assedio
Giovanna
e
Martino V
mandarono a L'Aquila una nuova armata comandata da Iacopo Caldora nella quale militavano Francesco Sforza, Ludovico Colonna, Luigi San Severino, Niccolò da Tolentino.
Il 2 giugno questa armata ingaggiò battaglia con quella di
Braccio da Montone
.
Niccolò Piccinino, violando l'ordine di
Braccio
che lo aveva incaricato di impedire che la popolazione uscisse dalla città, si gettò con le sue truppe nel combattimento. Una gran folla uscì dall'Aquila per aiutare i soccorritori e le truppe di
Braccio
si trovarono accerchiate .
L'Aquila venne liberata e
Braccio
, ferito a morte, spirò poco dopo.
Ludovico Colonna portò a
Roma
il suo cadavere che venne sepolto in terra sconsacrata.
Perugia
e le altre terre governate da
Braccio da Montone
tornarono rapidamente alla Chiesa, il principato di
Capua
alla regina
Giovanna
.
Intanto
Filippo Maria Visconti
conquistava
Imola
e i
Fiorentini
inviavano in
Romagna
contro le forze viscontee diecimila uomini agli ordini di Carlo e Pandolfo Malatesta.
I viscontei di
Angelo della Pergola
sconfissero i
Malatesta
a Zagonara il 27 luglio e fecero prigioniero Carlo Malatesta, quindi passarono ad assediare
Forlimpopoli
conquistandola il 13 agosto.
Carlo Malatesta, condotto a
Milano
, fu accolto con onore dal duca che in breve lo lasciò libero e gli restituì i castelli che aveva perso durante la guerra. Con questa generosità il Visconti indusse il Malatesta a passare dalla sua parte.
Anno
1425
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Oddo Fortebracci, figlio di
Braccio da Montone
e Niccolò Piccinino passarono al soldo di
Firenze
ed in gennaio dovevano raggiungere in
Romagna
le altre forze fiorentine ,a furono assaliti durante il viaggio.
Oddo morì in combattimento, il Piccinino fu catturato insieme al figlio Francesco, Niccolò da Tolentino e Nicola Orsini e condotto a
Faenza
.
Guidazzo Manfredi signore di
Faenza
tuttavia abbandonò l'alleanza con il Visconti e passò ai
Fiorentini
.
In aprile mosse contro i
Visconti
la flotta di Alfonso V d'Aragona, non riuscì a prendere
Genova
ma conquistò alcune località rivierasche insieme a Tommaso di Campofregoso ex doge genovese.
Niccolò Piccinino, liberato dal Manfredi, riprese a militare per
Firenze
ma non ricevendo il soldo si ritirò a
Perugia
e fu ingaggiato dal duca di
Milano
.
I
Fiorentini
avviarono trattative per un'alleanza con i
Veneziani
mentre questi ultimi erano sobillati contro
Filippo Maria Visconti
dal
conte di Carmagnola
desideroso di vendicarsi del duca che lo aveva espulso confiscandogli i beni.
Filippo Maria Visconti
, sospettandolo Gabrino Fondolo di tradimento, lo fece arrestare e decapitare, quindi ingaggiò Francesco Sforza ed altri condottieri per assediare
Faenza
, ma senza successo.
Anno
1426
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
L'11 febbraio il
Carmagnola
ottenne il comando dell'armata veneziana ed il 17 marzo entrò in
Brescia
senza ostacoli da parte della popolazione insoddisfatta del governo visconteo. Nello stesso periodo
Gianfrancesco Gonzaga
, alleato di
Venezia
, conquistava diversi castelli in territorio bresciano.
Contro l'armata veneta accorsero Francesco Sforza e Niccolò Piccinino, mentre i
Fiorentini
ordinavano a Niccolò da Tolentino di portare rinforzi al
Carmagnola
.
Nel mese di luglio anche
Amedeo duca di Savoia
e Gian Giacomo marchese del Monferrato aderirono alla lega antiviscontea. Entro il mese di novembre tutti gli avamposti viscontei nel bresciano capitolarono.
Il 30 dicembre con la mediazione di
Martino V
fu conclusa la pace e
Brescia
fu definitivamente assegnata alla Repubblica Veneta.
Anno
1427
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Filippo Maria Visconti
, spinto a ciò anche dall'insoddisfazione della nobiltà milanese, mostrò di non voler rispettare i patti della pace.
La guerra ricominciò e si combattè lungo il
Po
e il 21 maggio le forze del duca furono sconfitte dalla flotta veneziana nei pressi di Brescello e a luglio il
Carmagnola
assediò
Cremona
.
L'11 ottobre i
Visconti
subirono un'altra sconfitta e Carlo Malatesta fu fatto prigioniero.
Dopo queste disavventure
Filippo Maria Visconti
decise di cercare la pace e richiese la mediazione di
Martino V
e dell'imperatore
Sigismondo
.
Sul fronte piemontese comperò la pace cedendo
Vercelli
ad
Amedeo di Savoia
e sposando la figlia di questi Maria. Si riunì quindi un congresso a
Forlì
per trattare la pace con i
Veneziani
ed i loro alleati.
In settembre morì Pandolfo Malatesta.
Anno
1428
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Francesco Sforza fu screditato dai suoi rivali e cadde in disgrazia presso
Filippo Maria Visconti
che lo relegò a Mortara e solo dopo due anni riuscì a dimostrare la propria innocenza.
La pace fu conclusa il 18 aprile. Oltre
Brescia
Filippo Maria Visconti
dovette cedere
Bergamo
e
Cremona
a
Venezia
.
In quest'anno i
Bolognesi
si sollevarono di nuovo ed espulsero il legato pontificio. Il Papa assoldò Ladislao Guinigi con i suoi settecento cavalieri ed ebbe l'appoggio della regina
Giovanna
che inviò Iacopo Caldora.
Anno
1429
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Clemente VIII abdicò e
Martino V
lo nominò vescovo di
Maiorca
.
Il 30 agosto si venne ad un accordo fra la Chiesa e
Bologna
. La città tornò sotto il governo pontificio ed il papa revocò l'interdetto e concesse privilegi alla popolazione.
Il 14 settembre morì Carlo Malatesta signore di
Rimini
, il 19 dicembre morì suo fratello Malatesta signore di
Pesaro
.
La città di
Volterra
si ribellò al dominio fiorentino. La rivolta venne domata da Niccolò Fortebracci, nipote di
Braccio da Montone
.
Quindi Niccolò attaccò il territorio di
Lucca
, contro il signore Paolo Guinigi che era in cattivi rapporti con
Firenze
.
Il 15 dicembre
Firenze
dichiarò ufficialmente guerra a
Lucca
ed ordinò al Fortebracci di conquistare la città nemica.
Nel regno di
Napoli
Iacopo Caldora ebbe il titolo di duca di
Bari
.
Anno
1430
Papa:
Martino V
Imperatore:
Sigismondo
Approfittando delle discordie in merito alla successione dei Malatesta, il Papa, inviando la sua milizia, riuscì a conquistare alcuni castelli del loro territorio.
I
Fiorentini
assediarono
Lucca
ma la conquista si presentò molto difficile. L'architetto
Filippo Brunelleschi
propose di allagare
Lucca
deviando il corso del
Serchio
ma i
Lucchesi
prevennero i nemici costruendo argini che respinsero le acque nel campo fiorentino.
Il Guinigi chiese aiuto a
Filippo Maria Visconti
. Questi non poteva intervenire senza violare l'ultimo trattato di pace con
Firenze
che gli proibiva di agire in
Toscana
ma finanziò segretamente Francesco Sforza, che aveva recuperato la sua fiducia, perché soccorresse i
Lucchesi
.
All'arrivo dello
Sforza
i
Fiorentini
tolsero l'assedio ma i cittadini di
Lucca
, sospettando il Guinigi di tradimento, si accordarono con Francesco Sforza perché lo arrestasse.
Il Guinigi fu condotto a
Milano
dove morì in prigione due anni dopo.
I
Fiorentini
però mal tollerarono che la guerra da loro iniziata avesse arrecato benefici solo al popolo lucchese ed appena partito lo
Sforza
ripresero l'assedio.
I
Lucchesi
fecero lega con i
Genovesi
(con il segreto consenso del duca di
Milano
) e la difesa fu affidata a Niccolò Piccinino.
Il 2 dicembre l'esercito fiorentino fu duramente sconfitto e Niccolò Fortebracci fuggì a
Pisa
.
Intanto a
Bologna
continuavano grandi disordini a causa delle ostilità fra la famiglia dei Canedoli e quella dei
Bentivoglio
.
Anno
1431
Papa:
Eugenio IV
Imperatore:
Sigismondo
Martino V
morì nella notte fra il 19 e il 20 febbraio.
Il 3 marzo venne eletto
Gabriello de' Condolmieri
, veneziano, cardinale di San Clemente e già vescovo di
Siena
. Prese il nome di
Eugenio IV
e fu incoronato l'11 marzo.
Eugenio IV
si mostrò presto partigiano degli Orsini che lo avevano sostenuto ed ostile ai Colonna.
Poco dopo l'elezione accusò di furto e peculato molti Colonna che erano stati funzionari di
Martino V
e li fece giustiziare. Prevedibilmente ne seguirono disordini e Stefano Colonna tentò, senza successo, di occupare
Roma
.
La regina
Giovanna
mandò a sostegno del Papa Iacopo Caldora che si lasciò corrompere da Antonio Colonna principe di
Salerno
ma
seppe anche Papa Eugenio giocar di danaro, ed il Caldora tornò ad assisterlo
.
Il 22 settembre Antonio Colonna concluse con Egenio IV un oneroso accordo .
Anche con i
Bolognesi
Eugenio IV
trovò una soluzione ed i suoi legati ripresero il governo della città.
L'imperatore
Sigismondo
scese in
Italia
e fu ospite di
Filippo Maria Visconti
. Il 25 novembre fu incoronato in Sant'Ambrogio a
Milano
con la corona di ferro dall'arcivescovo Bartolomeo Capra.
.........
Anno
1470
Papa:
Paolo II
Imperatore:
Federico III
Maometto II imperatore dei Turchi sbarcò con un esercito nell'isola di
Negroponte (Eubea)
, all'epoca posseduta da
Venezia
, ed iniziò l'assedio della capitale sottoponendola a continui assalti fino a conquistarla il 12 luglio con grandi perdite da ambo le parti.
Questo evento spinse il papa
Paolo II
ad accantonare le contese con il re di
Napoli
e a correre, tardivamente, ai ripari.
Il 22 dicembre fu costituita una lega fra il papa,
Ferdinando re di Napoli
,
Galeazzo Maria duca di Milano
, i
Fiorentini
,
Borso d'Este duca di Modena
e altri principi.
Fu costituita in quest'anno l'
Accademia Romana
con la partecipazione di illustri letterati come il
Platina
e
Pomponio Leto
. Gli studi di filosofia degli
Accademici
, tuttavia, destarono sospetti e con l'accusa di voler insidiare la vita del pontefice alcuni di loro, fra cui il
Platina
, conobbero la prigionia e la tortura.
Un contrasto fra
Galeazzo Maria duca di Milano
e di
Signori di Correggio
rischiò di provocare una guerra ma fu fortunatamente risolto con la mediazione di
Borso d'Este
.
Anno
1471
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Il papa
Paolo II
conferì a
Borso d'Este
duca di
Modena
e di
Reggio
e conte di Rovigo anche il titolo di duca di
Ferrara
.
Borso
si recò a
Roma
con un corteo eccezionalmente fastoso e il 14 aprile, giorno di Pasqua, si svolse in San Pietro la solenne cerimonia della sua investitura ducale. La letizia di
Borso
fu di breve durata perché il 27 maggio morì a
Ferrara
per una misteriosa febbre contratta a
Roma
.
Fu suo successore
Ercole d'Este
, fratello di
Borso
, mentre il nipote
Niccolò
figlio di Leonello che accampava pretese sulla signoria di
Ferrara
si ritirò sconfitto a
Mantova
.
Niccolò
ottenne l'appoggio di
Ludovico marchese di Mantova
e di
Galeazzo Maria duca di Milano
, quest'ultimo fece avanzare un esercito verso
Ferrara
ma, vedendo che i
Veneziani
sarebbero intervenuti in favore del duca
Ercole
, si ritirò.
La notte fra il 25 e il 26 luglio il papa
Paolo II
morì per un colpo apoplettico. Come spesso accade in questi casi circolò il sospetto di avvelenamento ma
Muratori
ritiene l'ipotesi infondata.
Successore di
Paolo II
fu
Francesco della Rovere
cardinale di
San Pietro in Vincoli
, già generale dell'ordine dei Francescani. Di una famiglia del territorio di
Savona
di modeste condizioni, era diventato un grande esperto di teologia e di diritto canonico. Fu eletto il 9 agosto e consacrato il 23. Scelte il nome di
Sisto IV
. La cerimonia della sua consacrazione fu disturbata da un tumulto popolare.
Morì il 9 novembre
Cristoforo Moro
doge di
Venezia
che aveva una pessima reputazione, gli successe
Niccolò Tron
.
Galeazzo Maria Sforza
si recò in visita a
Firenze
con la moglie
Bona
e con un esagerato e dispendiosissimo seguito. Furono ospiti del palazzo di Lorenzo de'Medici e furono offerti loro tre magnifici spettacoli. Il duca di Milano visitò anche Lucca e Genova ma, poco soddisfatto dell'accoglienza ricevuta in quest'ultima città si trattenne pochi giorni e tornato a Milano prese a costruire fortificazioni.
Anno
1472
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Dai primi tempi del suo pontificato
Sisto IV
si occupò di raccogliere fondi per finanziare imprese militari contro i Turchi. A questo fine inviò suoi rappresentanti in molti stati europei. In
Spagna
inviò Rodrigo Borgia (futuro papa Alessandro VI) il quale ne approfittò per appropriarsi di buona parte dei contributi raccolti.
Il papa armò trentaquattro galee e le affidò al comando del cardinale Olivieri Caraffa, i
Veneziani
conferirono altre cinquanta galee e
Ferdinando re di Napoli
ventiquattro. Questa flotta riuscì soltanto a saccheggiare Smirne e il cardinale tornò a
Roma
con grande pompa ma soltanto pochi prigionieri e qualche cammello.
Occupandosi dei parenti,
Sisto IV
nominò il nipote
Leonardo della Rovere
prefetto di
Roma
e gli fece sposare una figlia illegittima di
Re Ferdinando
, creò cardinale un altro nipote di nome
Giuliano
che in seguito fu papa
Giulio II
. In particolare favorì altri due nipoti, Pietro e Girolamo Riario tanto che si sospettò fossero suoi figli.
Concesse al re
Ferdinando
per il matrimonio di
Leonardo
, il ducato di
Sora
e l'esenzione dei tributi. Gli abitanti di
Volterra
si ribellarono al governo fiorentino per una questione relativa a un giacimento di albume di rocca nel loro territorio, i
Fiorentini
inviarono a domare la rivolta Federico conte di Urbino ed ebbero rinforzi dalle milizie pontificie e da Milano. I
Volterresi
si arresero ma un Veneziano introdusse soldati nella città e la fece saccheggiare.
Volterra
fu privata dei precedenti privilegi e i
Fiorentini
installarono una fortezza per controllarla in futuro.
Morì
Amedeo IX duca di Savoia
, uomo molto pio e virtuoso, che fu beatificato. Il ducato passò al figlio Filiberto.
Anno
1473
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
La flotta delle galee pontificie, veneziane e napoletane attaccò di nuovo i Turchi senza trarne vantaggio, inoltre i Turchi giunsero in Friuli arrecando gravi danni.
Ercole d'Este
si riconciliò con
Ferdinando re di Napoli
(contro il quale aveva combattuto in favore degli Angioini) e si fidanzò con Leonora d'Aragona figlia di
Ferdinando
.
Recandosi a
Ferrara
la principessa sostò a
Roma
dove il papa e il cardinale Pietro Riario offrirono in suo onore festeggiamenti incredibilmente sfarzosi e dispendiosi. Il 3 luglio Leonora giunse a
Ferrara
dove si tennero altri incredibili festeggiamenti e furono celebrate le nozze.
Il 28 luglio morì il doge di
Venezia
Niccolò Tron al quale successe Niccolò Marcello.
Alessandro Sforza signore di Pesaro morì in aprile mentre si recava a
Venezia
e il suo dominio andò al figlio Costanzo.
Il cardinale Pietro Riario, nominato vicario di
Sisto IV
, si recò a visitare il
Duca di Milano
con un numerosissimo seguito. Secondo il Corio il cardinale si accordò con
Galeazzo Maria Sforza
per ottenere con il suo aiuto la successione al papato offrendo in cambio la sua collaborazione per creare un regno di
Lombardia
governato, ovviamente, dallo Sforza.
Ancora lo stesso cardinale acquistò la città di
Imola
da Taddeo Manfredi che ne era stato cacciato e la donò al fratello Girolamo. Passò quindi a
Venezia
ed anche qui ricevette splendide accoglienze ma probabilmente i
Veneziani
lo guardavano con sospetto a causa dei suoi rapporti con il duca di Milano.
Anno
1474
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Il 15 gennaio morì il cardinale Pietro Riario dopo una breve malattia, probabilmente avvelenato, compianto solo dai suoi numerosi cortigiani che aveva lautamente beneficato. Il 16 agosto morì Ricciarda madre di
Ercole I duca di Ferrara
. I
Veneziani
, i
Fiorentini
e il duca di Milano il 20 novembre conclusero un'alleanza dalla quale rimase escluso
Ferdinando re di Napoli
che si ritenne gravemente offeso.
Avvennero a
Todi
scontri fra Guelfi e Ghibellini, aiutati questi ultimi dagli Spoletini, e la situazione andava facendosi pericolosa quando
Sisto IV
fece intervenire le sue milizie comandate dal cardinale
Giuliano della Rovere
che pacificò
Todi
ma non riuscì a impedire che i suoi soldati saccheggiassero Spoleto.
Giuliano della Rovere
si portò a Città di Castello per deporre il tiranno Niccolò Vitelli il quale resistette a lungo spalleggiato da Milanesi e
Fiorentini
e si arrese soltanto quando intervenne Federico conte di Urbino che ebbe in questo periodo dal papa il titolo di duca.
Morì il doge di
Venezia
Niccolò Marcello e fu eletto Pietro Mocenigo.
Cristiano re di Danimarca fece visita al papa che lo accolse con onori e regali.
Anno
1475
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Volendo celebrare il Giubileo durante il suo pontificato,
Sisto IV
ridusse l'intervallo a venticinque anni. Non fu molto affollato il giubileo del
1475
perché
Francia
, Inghilterra,
Spagna
,
Ungheria
e Polonia si trovavano in guerra.
Partecipò
Ferdinando re di Napoli
che voleva approfittarne per trattare con il papa. Vi andò Carlotta regina in esilio di Cipro che era in contenzioso con
Venezia
.
In quest'anno i Turchi conquistarono la città di Caffa in Crimea togliendola ai
Genovesi
.
Il papa fece sposare
Giovanni della Rovere
con Giovanna figlia di Federico duca di Urbino e gli procurò il vicariato di Senigallia.
In novembre morì
Leonardo
nipote di
Sisto IV
e prefetto di
Roma
, la carica passò a
Giovanni della Rovere
di cui sopra.
Morì in ottobre Bartolomeo Colleoni lasciando i suoi averi alla Repubblica Veneziana che gli dedicò una statua equestre. Un mattino la statua fu trovata con un sacco al collo e una scopa in mano.
Anno
1476
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Roma
fu colpita in gennaio da una disastrosa inondazione del
Tevere
alla quale seguì un'epidemia forse causata dalle acque infette del fiume che fee strage della popolazione.
Il primo settembre lo
Niccolò d'Este
che intendeva spodestare lo zio
Ercole
, giunse a
Ferrara
con cinque navi cariche di armati, entrò in città, occupò la piazza principale e aprì le carceri. Aveva organizzato l'azione con il supporto di Galeazzo Maria duca di Milano, ma non ricevette l'accoglienza che aveva sperato perché i Ferraresi erano soddisfatti del governo di
Ercole
. La duchessa Leonora e suo cognato Sigismondo d'Este si rifugiarono in un castello dove però mancavano provviste e mezzi di sussistenza. Il duca
Ercole
che si trovava a Belriguardo partì per
Ferrara
non appena fu informato dell'accaduto ma strada facendo ricevette altre notizie false o esagerate sulle forze di
Niccolò
e deviò per andare a fortificarsi a Lugo.
Niccolò
si rese conto che la cittadinanza non lo seguiva e fuggì oltre il
Po
con i suoi ma fu catturato e riportato a
Ferrara
dove il giorno seguente
Ercole
lo fece decapitare.
Il 21 luglio al duca
Ercole
e alla moglie Leonora era nato un bambino che avevano chiamato Alfonso.
Beatrice figlia del re di
Napoli
Ferdinando
e sorella della duchessa Leonora sostò alcuni giorni a
Ferrara
durante il viaggio verso l'
Ungheria
dove l'attendeva il matrimonio con il re Mattia Corvino.
Congiurarono contro Galeazzo Maria Sforza duca di Milano Gian Andrea Lampugnano, Girolamo Olgiato, Carlo Visconti, nobili milanesi, e il 26 dicembre lo uccisero mentre si recava alla basilica di Santo Stefano. I congiurati furono presi e giustiziati, il titolo di duca passò a Gian Galeazzo Maria, primogenito del defunto che aveva solo otto anni e la madre
Bona di Savoia
assunse la reggenza.
A
Venezia
morì il doge Pietro Mocenigo e fu eletto Andrea Vendramin.
Anno
1477
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Ferdinando re di Napoli
rimasto vedovo sposò Giovanna figlia di Giovanni re di Sicilia e di Aragona. La nuova regina fu incoronata dal cardinale Rodrigo Borgia che presenziò alla cerimonia con il titolo di legato.
Poco dopo
Ferdinando
indicò ai baroni il figlio Alfonso duca di Calabria come suo successore designato. Fra i nuovi cardinali investiti da
Sisto IV
in quest'anno fu Giovanni d'Aragona, altro figlio di
Ferdinando di Napoli
.
Carlo di Montone figlio di Braccio tentò di replicare le gesta paterne assediando
Perugia
ma poiché gli abitanti si erano alleati con i Fiorentini l'impresa fallì e Carlo volle ritentarla con Siena ma anche qui fu allontanato dai
Fiorentini
chiamati dagli assediati.
I
Genovesi
si ribellarono al governo degli Sforza con la guida di Matteo, Obietto e Gian Luigi Fieschi. Gli Sforza inviarono da Milano dodicimila armati comandati da Roberto di San Severino con il quale erano Ludovico il Moro, Ottaviano e Prospero Adorno, quest'ultimo si trovava confinato a Milano e si prestò con successo a calmare i
Genovesi
evitando una strage. Infatti il 9 maggio la popolazione di Genova prestò giuramento di fedeltà agli Sforza e Adorno rimase a governare in nome del duca.
Cecco Simonetta era il più importante ministro di
Bona duchessa di Milano
, aveva ricevuto la carica dal defunto Francesco Sforza. Era oggetto di molte gelosie in particolare da parte dei principi Sforza duca di Bari, Ludovico, Ottaviano e Ascanio che tramavano per abbatterlo coinvolgendo Roberto di San Severino.
L'accorto ministro fece arrestare Donato del Conte, uno dei congiurati, provocando la reazione armata dei fratelli Sforza che, tuttavia, dovettero rapidamente placarsi. Roberto San Severino fuggì ad Asti, Ottaviano Sforza annegò nell'
Adda
mentre tentava di fuggire e gli altri furono confinati: Sforza Maria nel suo ducato di Bari, Ludovico a Pisa e Ascanio a
Perugia
,
La duchessa
Bona
ordinò a Giovanni Bentivoglio di aiutare Galeotto de'Manfredi signore di Faenza contro il fratello Carlo che aveva usurpato il potere.
Il Friuli venne saccheggiato da un'orda di trentamila Turchi a cavallo.
Anno
1478
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Grande clamore fece in quest'anno la
congiura dei Pazzi
. Quella dei
Pazzi
era in
Firenze
una famiglia molto potente ma non quanto i Medici. Francesco de'Pazzi tesoriere del papa concepì il progetto di eliminare Lorenzo e Giuliano e trovò disposto ad aiutarlo il conte Girolamo Riario nipote di papa
Sisto
. Riario odiava Lorenzo che aveva ostacolato i suoi progetti di espansione della signoria di
Imola
e riuscì a coinvolgere il papa suo zio nella congiura.
Sisto IV
e
Ferdinando re di Napoli
non avevano perdonato al Magnifico di essere stati esclusi dalla lega che i Medici avevano fatto con Milano e
Venezia
e di conseguenza desideravano abbattere la loro signoria e favorire quella dei
Pazzi
.
Vennero a
Firenze
per l'attentato anche Francesco Salviati vescovo di Pisa e il cardinale Raffaello Riario. Il papa, inoltre, ordinò al suo capitano Gian Francesco da Tolentino di tener presso
Firenze
duemila armati a disposizione dei congiurati.
Il 26 aprile nella cattedrale di
Firenze
Francesco de'Pazzi uccise Giuliano de'Medici che insieme a Lorenzo aveva accompagnato il cardinal Riario. Lorenzo riuscì a rifugiarsi nella sacrestia riportando soltanto una leggera ferita alla gola.
Il popolo si sollevò in favore dei Medici, Francesco Salviati che era già al Palazzo della Signoria per impadronirsene fu impiccato insieme a Jacopo Salviati e a Jacopo figlio di Poggio. Poco dopo fu la volta di Francesco Pazzi, di Jacopo Pazzi e diversi loro parenti e sostenitori per un totale di settanta esecuzioni. Il giovane cardinal Riario fu trattenuto sotto custodia, si proclamava innocente e alla fine fu liberato per timore del papa.
Infuriato per il fallimento della congiura,
Sisto IV
con il pretesto dell'uccisione di un arcivescovo e della detenzione di un cardinale, scagliò la scomunica sui Medici e sull'intera
Firenze
, d'accordo con re
Ferdinando
fece sequestrare gli averi dei
Fiorentini
che si trovavano a
Roma
e a
Napoli
e dichiarò guerra a
Firenze
.
Siena si unì alla lega del papa ma Luigi XI re di
Francia
, la reggenza di Milano,
Venezia
, gli Este di
Ferrara
, i Malatesta di
Rimini
e altri si pronunciarono apertamente contrari alla scelta del papa e favorevoli a Lorenzo de'Medici.
L'imperatore Federico e
Mattia Corvino d'Ungheria
inviarono ambasciatori a
Sisto IV
per pregarlo di desistere da questa guerra e, piuttosto, preoccuparsi per i Turchi.
I
Veneziani
conclusero con i Turchi una pace che provocò non pochi problemi nei paese cristiani.
Intanto il papa e il re
Ferdinando di Napoli
spedivano le loro milizie contro
Firenze
mentre per evitare l'intervento milanese provocavano disordini a Genova dove il governatore Prospero Adorno era passato dalla loro parte. I rivoltosi occuparono la città e Roberto da Sanseverino si schierò con Adorno per fronteggiare i Milanesi. La duchessa
Bona
mandò a Genova un grosso esercito comandato dal poco esperto Sforza Visconti che aveva per consigliere Pier Francesco Visconti.
San Severino convinse i
Genovesi
che i soldati di Milano avevano avuto dal vescovo di Como la licenza di saccheggiare la loro città e i
Genovesi
inferociti combatterono con particolare energia sconfiggendo i Milanesi il 7 di agosto.
Intanto da Milano Battistino Fregoso entrò in Genova e convinse i capi a cacciare l'Adorno e il Sanseverino e a nominarlo doge ma molte località rivierasche rimasero fedeli a Prospero Adorno.
Sisto IV
annullò il giuramento degli
Svizzeri
di non nuocere al ducato di Milano e gli
Svizzeri
si mossero immediatamente conquistando castelli e assediando Lucano. Furono cacciati da Federico marchese di
Mantova
ma i Milanesi de presidio di Bellinzona vollero inseguirli e sulle montagne, bersagliati dai nemici con lancio di pietre, subirono molte perdite.
In
Toscana
, il 14 agosto Alfonso duca di Calabria espugnò Castellina, intanto
Firenze
e la duchessa di Milano nominarono capitano generale delle loro milizie
Ercole duca di Ferrara
nonostante fosse genero di
Ferdinando di Napoli
.
Ercole
allontanò i nemici da
Firenze
e arrecò molti danni a Siena ma a
Firenze
c'erano discordie e i rinforzi francesi, milanesi e veneziani erano insufficienti. I
Fiorentini
ingaggiarono Roberto Malatesta mentre Giovanni Bentivoglio da
Bologna
inviava altri aiuti.
Il 6 maggio morì Andrea Vendramin doge di
Venezia
, il 18 fu eletto Giovanni Mocenigo.
In giugno morì Ludovico Gonzaga marchese di
Mantova
cui succedette il figlio Federico che fu assoldato dalla duchessa di Milano.
In quest'anno gran parte dell'Italia fu colpita dalla peste.
Anno
1479
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Sisto IV
si ostinava nel pretendere che i
Fiorentini
gli consegnassero Lorenzo de'Medici e mentre sollecitava i sovrani europei a fare la guerra ai Turchi si dedicava a farla ai Cristiani. Scomunicò
Ercole duca di Ferrara
e altri nobili italiani che si erano schierati con i Francesi
Ercole duca di Ferrara
, Federico marchese di Mantova e Roberto Malatesta sconfissero Matteo da Capua che conduceva rinforzi al duca di Calabria ma il Sanseverino si accordò con Ludovico il Moro, Sforza duca di Bari, Obietto e Gianluigi Fieschi e formò un esercito con il quale marciò attraverso la Lunigiana contro
Firenze
, fu respinto dal
duca di Ferrara
ma poco dopo calò su
Tortona
il cui governatore gli consegnò la città.
Ludovico il Moro, lasciato l'esercito a Sanseverino, si recò al castello di Milano dove la duchessa
Bona
, assistita dai suoi consiglieri, decise di accoglierlo per tentare una riconciliazione ma Ludovico aveva ben altri progetti e per prima cosa fece arrestare il potente ministro Simonetta che dopo essere stato detenuto e torturato a
Pavia
per diversi mesi fu decapitato il 30 ottobre
1480
.
La duchessa
Bona
aveva chiamato in suo aiuto
Ercole duca di Ferrara
che era giunto a Milano troppo tardi per intervenire ma così facendo aveva lasciato la
Toscana
dove le sue genti furono messe in rotta dal duca di Calabria.
L'armata napoletana e pontificia stava mettendo alle strette i
Fiorentini
che avevano perso anche l'alleanza di Milano ora governata da Ludovico il Moro. A questo punto Lorenzo de'Medici prese l'ardita decisione di recarsi personalmente a
Napoli
per incontrare il re
Ferdinando
. Non è noto quali precauzioni avesse preso Lorenzo e quali voci consigliarono a
Ferdinando
di cercare una soluzione, forse quella di
Ercole di Ferrara
che era genero del re o forse quella di Ludovico il Moro che era interessato alla pace.
Anno
1480
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
La missione diplomatica di
Lorenzo dei Medici
presso
Ferdinando I re di
Napoli
ha pieno successo, si stabilisce la pace e si sottoscrive un'alleanza. Papa
Sisto IV
non gradisce l'accordo al quale non ha partecipato ma non è in grado di opporsi.
Girolamo Riario
, nipote del papa e signore di
Imola
, porta la guerra contro
Costanzo Sforza
signore di
Pesaro
il quale è appoggiato da
Ferdinando I
.
A
Forlì
muore Pino degli Ordelaffi lasciando la signoria al figlio illegittimo Sinibaldo sotto la tutela di sua moglie , ma Anton Maria e Francesco Maria Ordelaffi, nipoti di Pino, fanno guerra a Sinibaldo. Ne approfitta
Girolamo Riario
che entra in
Forlì
con l'aiuto di Federico duca di
Urbino
, liquida la vedova con una somma di denaro ed ottiene dal papa l'investitura, togliendo agli Ordelaffi la signoria di
Forlì
.
Il Papa stringe una lega con
Venezia
e varie signorie, ne viene nominato comandante
Girolamo Riario
mentre a Federico di Urbino va il titolo di gonfaloniere della Chiesa.
Nel mese di luglio i Turchi assediano
Otranto
e la conquistano il 31 agosto facendo strage della cittadinanza. Il papa invoca soccorsi. Alfonso di Calabria, che si trova in
Toscana
, accorre dopo essersi fatto proclamare signore di
Siena
.
I
Fiorentini
si riconciliano con il Papa.
Ludovico il Moro
confina a
Ferrara
il fratello Ascanio Sforza e associa al governo il dodicenne Gian Galeazzo Maria allontanando anche la madre di questi,
Bona di Savoia
.
In dicembre guerra civile a
Genova
fra i Campofregoso e i Fieschi.
Anno
1481
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Lega contro i Turchi:
Sisto IV
,
Ferdinando di Napoli
,
Mattia Corvino re di Ungheria
,
Ludovico il Moro
, il duca di
Ferrara
, i marchesi di
Mantova
, i
Fiorentini
,
Genova
,
Siena
,
Lucca
,
Bologna
.
Il 31 maggio muore Maometto II, la lega approfitta della conseguente guerra di successione per liberare
Otranto
.
Roberto di Sanseverino
, condottiero al servizio del
Ducato di Milano
, viene in contrasto con
Ludovico il Moro
e passa a
Venezia
.
Al suo posto
il Moro
assolda
Costanzo Sforza
signore di
Pesaro
che arriva a
Milano
il 18 ottobre.
Installazioni veneziane nel
Ferrarese
provocano contrasti con gli
Estensi
. Il duca di
Ferrara
cerca alleanza a
Napoli
,
Milano
e
Firenze
e tutti sollecitano il Papa a tentare una mediazione ma il Pontefice non interviene.
Muoiono in quest'anno
Francesco Filelfo
e
Bartolomeo Platina
.
Anno
1482
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Guerra fra
Venezia
e
Ercole I d'Este duca di Ferrara
, provocata dai
Veneziani
.
Sisto IV
indotto da
Girolamo Riario
a sostenere
Venezia
.
Lega contro
Milano
(
Genova
,
Rimini
,
Venezia
ed altri) comandata da
Roberto di Sanseverino
.
In aiuto di
Ferrara
erano
Ferdinando re di Napoli
,
Ludovico il Moro
, Federico Marchese di
Mantova
,
Firenze
e Giovanni Bentivoglio. Capitano generale Federico duca di Urbino.
Alfonso duca di
Calabria
, cognato ed alleato di
Ercole d'Este
, attacca lo Stato della Chiesa e conquista
Trevi
e
Terracina
. I Colonna sono con lui, gli Orsini con il Papa.
Sisto IV
chiede ai
Veneziani
Roberto Malatesta per fronteggiare l'invasione. Il Malatesta sconfigge il nemico il 31 agosto a Campomorto presso
Velletri
ma muore di dissenteria a
Roma
nel mese di settembre a soli quaranta anni. Lascia la signoria di
Rimini
al figlio naturale Pandolfo.
Anche Federico duca d'Urbino muore il 10 settembre e gli succede il figlio Guidobaldo.
In dicembre si conclude la pace con gli Estensi.
Alfonso duca di
Calabria
si unisce alla Lega contro
Venezia
.
Il 22 aprile muore Filiberto duca di Savoia, gli succede il fratello Carlo.
Ascanio Maria Sforza, già confinato da
Ludovico il Moro
, viene riammesso a
Milano
.
Anno
1483
Papa:
Sisto IV
Imperatore:
Federico III
Il 25 maggio il Papa scomunica i
Veneziani
e dichiara l'interdetto sui loro domini.
Venezia
assolda Renato duca di Lorena, pretendente al Regno di
Napoli
.
Il duca di
Milano
e il marchese di
Mantova
dichiarano guerra a
Venezia
.
Muore
Costanzo Sforza
signore di
Pesaro
, gli succede il figlio naturale Giovanni.
Alfonso duca di
Calabria
e Federico marchese di
Mantova
combattono contro
Venezia
nei territori di
Bergamo
,
Brescia
e
Verona
.
Muore Guglielmo marchese del Monferrato, gli succede il fratello minore Bonifacio.
A
Genova
l'arcivescovo Paolo Fregoso imprigiona il doge Batistino Fregoso ed assume il dogato.
Anno
1484
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
A
Milano
sventata una congiura contro
Ludovico il Moro
.
Muore Federico marchese di
Mantova
, gli succede il primogenito Giovanni Francesco II.
I
Veneziani
, notando dissapori fra
Ludovico il Moro
e Alfonso Duca di
Calabria
, avviano trattative segrete con
Milano
. Nello stesso anno la flotta veneziana conquista Gallipoli, Nardò,
Monopoli
ed assedia
Taranto
.
In un congresso tenutosi a Bagnolo il 2 agosto viene sottoscritta la pace fra
Venezia
e la Lega. Il trattato è favorevole ai
Veneziani
che acquisiscono Rovigo e il Polesine, dannoso per gli
Estensi
che perdono quei territori.
Disordini a
Roma
per ostilità fra Orsini e Colonna, viene giustiziato Ludovico Colonna.
Le milizie del Papa assediano Marino, città dei Colonna.
Il 25 agosto muore di malattia
Sisto IV
. Il suo pontificato è stato per molti aspetti discutibile, soprattutto per il nepotismo, ma
Muratori
gli riconosce il merito di aver ornato
Roma
con opere insigni.
Il 29 agosto viene eletto Giovan Battista Cibò cardinale di Santa Cecilia che prende il nome di
Innocenzo VIII
.
I Colonna e i Savelli riprendono Capranica, Marino ed altre terre che
Sisto IV
aveva tolto loro.
Venezia
ed altre città sono colpite dalla peste.
Anno
1485
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
La prima cura del nuovo Papa è il promuovere una lega contro i Turchi, ma viene presto coinvolto dai nuovi disordini nel Regno di
Napoli
e a
Roma
, fra Orsini e Colonna.
A
Napoli
i nobili si ribellano alle vessazioni del re e del duca di
Calabria
e si rivolgono a
Innocenzo VIII
. Il Pontefice convoca a
Roma
re
Ferdinando
che si fa rappresentare dal figlio Giovanni, cardinale, il quale muore durante la missione, forse avvelenato da Antonello Sanseverino principe di
Salerno
.
Nel mese di Ottobre anche la città dell'Aquila si ribella contro
Ferdinando
mettendosi sotto la protezione del Papa e provocando una guerra fra
Innocenzo
e
Ferdinando
, quest'ultimo si allea con
Firenze
e
Milano
mentre
Genovesi
e
Veneziani
sostengono
Innocenzo VIII
.
Intanto a
Milano
Ludovico il Moro
, consigliere del duca Gian Galeazzo, trama per impossessarsi del potere.
A
Venezia
muore di peste il doge Giovanni Mocenigo e viene nominato Marco Barbarigo.
Anno
1486
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Il 16 febbraio
Massimiliano
, figlio dell'imperatore
Federico III
viene nominato re dei Romani.
L'11 agosto re
Ferdinando
con l'intervento diplomatico di
Lorenzo de' Medici
e di Ascanio Sforza conclude la pace con il Papa. Del resto il Pontefice era preoccupato dai continui disordini romani e
Ferdinando
dall'imminente intervento della
Francia
in favore della Chiesa.
Immediatamente
Ferdinando
passa a vendicarsi dei baroni ribelli, una parte ne fa giustiziare per tradimento, ad altri confisca ogni avere. Inoltre
Ferdinando
viola le cause che riguardano l'Aquila occupando la città con la forza.
Muore il doge di
Venezia
Marco Barbarigo e viene sostituito dal fratello
Agostino Barbarigo
.
La città di
Osimo
si ribella alla Chiesa ed è assediata dal cardinale
Giuliano della Rovere
, futuro papa
Giulio II
.
Anno
1487
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Comandava la rivolta di
Osimo
un certo Boccolino che ha usurpato il potere e minaccia di cedere la città ai Turchi.
Ancora una volta risolve la situazione la diplomazia di
Lorenzo il Magnifico
che convince Boccolino a desistere in cambio di una modesta somma e a trasferirsi a
Milano
dove
Ludovico il Moro
lo fa impiccare.
Sigismondo duca d'Austria muove guerra a
Venezia
e conquista Rovereto. In questa guerra perde la vita
Roberto di Sanseverino
comandante delle truppe veneziane.
I
Fiorentini
recuperano il 22 giugno la città di
Sarzana
che era stata occupata anni prima dai genovesi.
Preoccupato dalla vittoria di
Firenze
il doge di
Genova
Paolo Fregoso decide di mettere la città sotto la tutela del ducato di
Milano
.
Ferdinando di Napoli
continua a perseguitare i notabili con numerose condanne capitali.
Franceschetto Cibo, figlio di
Innocenzo VIII
, sposa
Maddalena
figlia di
Lorenzo de' Medici
e nipote di Virginio Orsini risanando i rapporti degli Orsini con la Chiesa.
Anno
1488
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Congiura a
Forlì
contro il signore della città
Girolamo Riario
che viene ucciso. I congiurati prendono la città ma non la rocca e catturano la moglie di
Riario
a>,
Caterina Sforza
sorella del duca di
Milano
.
Caterina
a>, con il pretesto di convincere ad arrendersi quanti ancora resistono, ottiene di poter entrare nella rocca, ma qui assume il comando della resistenza e non si arrende neanche davanti alla minacciata uccisione dei figli.
Giungono in suo aiuto Giovanni Bentivoglio e Gian Galeazzo Sanseverino mandati dal duca di
Milano
e assediano la città costringendo i congiurati a capitolare (29 aprile). Signore di
Forlì
viene proclamato Ottaviano Riario, primogenito di Girolamo.
Il 31 maggio viene ucciso Galeotto Manfredi signore di
Faenza
, probabilmente il mandante è la moglie Francesca Bentivoglio che intende così punire gli adulteri del marito. Ne nascono disordini ed interviene Giovanni Bentivoglio, padre di Francesca, per assicurare la successione al nipote Astorre. I
Fiorentini
istigano la popolazione contro Giovanni Bentivoglio e lo catturano rilasciandolo poi per intercessione del duca di
Milano
e del re di
Napoli
.
A
Genova
Obietto del Fiesco e Batista Fregoso attaccano il governatore Paolo Fregoso. Ne consegue una crisi che si conclude con la conferma del dominio milanese. Il governo viene affidato ad
Agostino Adorno
in nome di Gian Galeazzo Sforza.
A
Bologna
viene sventata una congiura contro i
Bentivoglio
.
Anno
1489
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Innocenzo VIII
ottiene la liberazione di Zizim (Djem), fratello del sultano turco Bajazet, e lo riceve a
Roma
.
Il Papa nomina cardinale il quattordicenne
Giovanni de' Medici
, figlio di Lorenzo, futuro papa
Leone X
.
Il Papa scomunica
Ferdinando re di Napoli
per mancato pagamento delle decime e lo dichiara decaduto dal regno.
Gian Galeazzo Sforza duca di
Milano
sposa Isabella figlia di Alfonso duca di
Calabria
, primogenito di
Ferdinando
.
Ludovico il Moro
si impadronisce dei Castelli di
Milano
e di
Trezzo
e di altre fortezze sostituendo gli ufficiali del duca con altri di sua fiducia.
Il 13 marzo, a soli ventuno anni muore Carlo duca di Savoia. Lascia un unico figlio neonato, Carlo, e la reggenza va a Bianca figlia di Guglielmo marchese del Monferrato.
Anno
1490
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Il papa, che continua a tenere Zizim in una prigionia di fatto, promuove senza successo interventi militari contro i Turchi.
Nel mese di Aprile muore
Mattia Corvino re di Ungheria
.
Ludovico il Moro
sposa Beatrice figlia di
Ercole d'Este
e di Leonora d'Aragona.
Gianfrancesco Gonzaga
marchese di
Mantova
sposa Isabella sorella di Beatrice.
Anno
1491
Papa:
Innocenzo VIII
Imperatore:
Federico III
Guerra di successione in
Ungheria
.
Scontri a
Perugia
per il tentativo degli Offi, esiliati dai
Baglioni
, di prendere la città. Fra i caduti Fabrizio e Ridolfo Oddi.
Alfonso d'Este, primogenito di
Ercole I
, sposa Anna Sforza sorella di Gian Galeazzo.
Anno
1492
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Federico III
Ferdinando il Cattolico ed Isabella di Castiglia conquistano Granada ponendo fine al dominio arabo.
Il 7 aprile muore Lorenzo de'Medici all'età di quarantaquattro anni. Lascia tre figli: Piero, Giovanni e Giuliano.
Accordo fra
Innocenzo VIII
e
Ferdinando re di Napoli
con la mediazione di Ferdinando il Cattolico.
La notte fra il 25 ed il 26 luglio muore
Innocenzo VIII
.
L'11 Agosto viene eletto papa
Rodrigo Borgia
, cardinale, vescovo di Porto e vicecancelliere della Chiesa Romana. Originario di Valenza in
Spagna
era figlio di Lorenzo Lenzoli e di
Isabella Borgia
, sorella di
Callisto III
. Prende il nome di
Alessandro VI
.
Alessandro VI
ha quattro figli: Giovanni,
Cesare
, Gioffrè e
Lucrezia
, nati da
Vannozza Cattanei
.
Il cardinale
Della Rovere
, futuro papa
Giulio II
, acerrimo avversario del nuovo Pontefice, si ritira ad
Ostia
per un periodo. Tornato a
Roma
si accorge di essere in pericolo e si trasferisce in
Francia
.
In quest'anno compie la sua famosa impresa il genovese Cristoforo Colombo al servizio dei regnanti di
Spagna
.
Anno
1493
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
L'imperatore
Federico III
muore il 20 agosto dopo un regno durato oltre quarant'anni. Gli succede il figlio
Massimiliano I
già re dei Romani.
Isabella moglie di Gian Galeazzo Sforza e figlia di Alfonso duca di
Calabria
, lamenta presso il padre le ingerenze di
Ludovico il Moro
che non intende lasciare la reggenza del ducato di
Milano
nonostante Gian Galeazzo sia ormai maggiorenne.
Alfonso si rivolge a
Ferdinando re di Napoli
che a sua volta fa pressione su
Ludovico
. Questo dissimula disponibilità ma si rivolge a
Carlo VIII
re di
Francia
invitandolo a conquistare il regno di
Napoli
ed offrendogli aiuti militari e finanziari.
Inoltre
Ludovico
, tramite calunnie e con la diplomazia del fratello Ascanio cardinale in
Roma
, si sforza di guastare i rapporti fra
Alessandro VI
e
Ferdinando
.
Contemporaneamente
il Moro
avvia trattative segrete con l'imperatore
Massimiliano
per ottenere il titolo ducale a scapito del nipote Gian Galeazzo e combina le nozze di
Massimiliano
con Bianca Maria Sforza.
Da parte sua
Alessandro VI
fa sposare la figlia
Lucrezia
con
Giovanni Sforza
signore di
Pesaro
(12 giugno).
L'11 ottobre muore Leonora duchessa di
Ferrara
, figlia del re
Ferdinando
e suocera di
Ludovico il Moro
.
Giuffrè Borgia sposa Sancia figlia illegittima di Alfonso duca di
Calabria
.
Il 20 settembre
Alessandro VI
nomina cardinale il figlio Cesare, Ippolito d'Este e
Alessandro Farnese
, futuro papa
Paolo III
. Quest'ultimo ottiene la porpora su richiesta della sorella Giulia detta Giulia la Bella.
Anno
1494
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Il 25 gennaio muore a settanta anni
Ferdinando re di Napoli
, gli succede il figlio
Alfonso
che conclude il trattato di pace con il papa ed ottiene l'investitura.
In aprile
Alfonso II
viene incoronato dal cardinale Giovanni Borgia, nipote del Papa.
Alfonso II
nomina il genero Goffredo Borgia principe di Tricarico e conte di Chiaramonte, Lauria e Corniola.
Riconciliato con gli
Aragonesi
,
Alessandro VI
che insieme a
Ludovico il Moro
aveva invitato in
Italia
Carlo VIII
di
Francia
, tenta invano di dissuaderlo con il pretesto della peste.
A convincere
Carlo VIII
a scendere in
Italia
lavorano invece
Ludovico il Moro
e
Giuliano della Rovere
.
Per stornare la guerra dal suo regno,
Alfonso II
invia il figlio Ferdinando contro i possedimenti sforzeschi in
Romagna
ed il fratello Federico contro
Genova
a sostegno di Obietto Fieschi, ribelle nei confronti del ducato di
Milano
.
L'8 settembre una flotta comandata da Ludovico duca d'Orleans sconfigge i
Napoletani
a Rapallo. L'11 settembre
Carlo VIII
giunse ad
Asti
con la sua armata ma contrae il vaiolo.
Guarito si reca a
Pavia
dove si trova Gian Galeazzo Sforza gravemente malato (probabilmente avvelenato da Ludovico) il quale muore il 20 ottobre a venticinque anni, poco dopo la partenza del re di
Francia
.
Avendo opportunamente tramato con l'imperatore
Massimiliano
,
Ludovico il Moro
ottenne il ducato a scapito di Francesco Sforza, primogenito del defunto Gian Galeazzo.
La vedova Isabella ed i figli vengono confinati nel castello di
Pavia
.
Una parte dell'armata francese allontana le truppe napoletane da
Cesena
e conquista alcuni castelli con un'operazione sanguinaria spargendo morte e terrore fra la popolazione.
Quando i
Francesi
passano in
Toscana
, Piero de' Medici, preoccupatissimo per le sorti di
Firenze
, conclude un trattato con
Carlo VIII
cedendogli
Sarzana
, Sarzanello e Pietrasanta. Inoltre Carlo pretende
Pisa
e Livorno promettendo di riconsegnarli dopo la conquista di
Napoli
.
Il trattato non piace ai
Fiorentini
che costringono Piero a fuggire a
Bologna
con i fratelli Giovanni e Giuliano.
Carlo presenta ai
Fiorentini
richieste esose ed inaccettabili mostrandosi chiuso ad ogni compromesso. L'ambasciatore Piero Capponi straccia l'accordo preparato dai ministri del re pronunciando la famosa frase
Voi suonate le vostre trombe, noi suoneremo le nostre campane
.
L'audacia di Capponi si rivela opportuna e spinge i
Francesi
a più miti pretese e il 26 novembre si conclude un accordo pagando i
Fiorentini
una somma contenuta.
Sembra che in questo periodo
Alessandro VI
e
Alfonso II
chiedano aiuto ai Turchi ma il sultano Bajazet, considerando l forze impegnate dai
Francesi
, preferisce rifiutare.
Muore a
Firenze
a soli trentatre anni Giovanni Pico della Mirandola, "Fenice degli ingegni".
Nello stesso anno muoiono anche
Angelo Poliziano
e Ermolao Barbaro.
Anno
1495
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Alessandro VI
, che pure è stato il primo a chiamare Carlo VII, ora teme per le sorti dello Stato Pontificio ed avvia trattative con il re francese che il 1 gennaio di quest'anno entra in
Roma
.
Il re viene ospitato nel palazzo San Marco mentre il Papa ritiene prudente trasferirsi in
Castel Sant'Angelo
.
Viene siglato un accordo in cui il Papa si impegna ad incoronare Carlo re di
Napoli
, gli cede temporaneamente alcuni territori della Chiesa e gli consegna come ostaggio il figlio
Cesare Borgia
.
Carlo VIII
chiede al Papa, che subito la concede, la nomina a cardinale del suo primo ministro Guglielmo Brissonteto.
Carlo VIII
parte da
Siena
alla volta di
Napoli
il 28 gennaio. Il 23 gennaio
Alfonso II
abdica in favore del figlio Ferdinando II, più amato di lui dalla nobiltà e dal popolo, per ritirarsi in un monastero di Mazara dove muore il 19 novembre.
Durante la marcia di
Carlo VIII
muore Zizim, fratello del sultano, che era stato consegnato al re dal Papa. A
Velletri
Cesare Borgia
, che segue Carlo come ostaggio, fugge e torna a
Roma
.
A
Napoli
Ferdinando II libera i baroni imprigionati dal padre ed usa ogni mezzo per guadagnare la fiducia dei sudditi, ma viene tradito dagli ufficiali.
Capua
, l'Aquila,
Gaeta
ed altre città si arrendono ai
Francesi
senza combattere.
Anche i
Napoletani
offrono a Carlo di sottomettersi e Ferdinando II si ritira ad
Ischia
(21 febbraio) dove uccide l'ufficiale Giusto della Candona che, passato ai
Francesi
, tentava di impedirgli i insediarsi nel castello.
Carlo entra a
Napoli
con trentottomila uomini e pochi giorni dopo si arrendono anche gli ultimi focolai di resistenza.
Ferdinando d'Aragona
re di
Sicilia
protesta presso
Carlo VIII
e fortifica i confini con il regno di
Napoli
.
Le rapide conquiste francesi spaventano i potentati europei, contro Carlo si crea una lega cui partecipano
Alessandro VI
,
Venezia
,
Massimiliano I
, Ferdinando ed Isabella di Spagna e
Ludovico il Moro
.
Francesco Gonzaga
signore di
Mantova
è nominato capitano generale delle forze della lega.
Il 10 maggio Carlo lascia
Napoli
per tornare in
Francia
, giunto a
Roma
scopre che
Alessandro VI
è fuggito a
Perugia
.
Carlo procede rapidamente mentre le sue truppe compiono saccheggi ed atti di crudeltà. In
Piemonte
Ludovico duca d'Orleans conquista
Novara
per Carlo togliendola agli Sforza.
L'armata francese si scontra con quella della Lega comandata da
Francesco Gonzaga
sul
fiume Taro
presso Fornovo in una breve e sanguinosa battaglia nella quale entrambe le parti subiscono gravi perdite, i
Francesi
comunque riescono a superare l'ostacolo e procedono verso
Piacenza
.
L'esercito di
Ludovico il Moro
e quello veneziano assediano
Novara
, non avendo forze sufficienti per riprendere la città
Carlo VIII
la restituisce agli Sforza e torna in
Francia
.
Una parte dell'esercito francese rimane in
Italia
per tentare di prendere
Genova
insieme ai fuoriusciti di quella città ma i
Genovesi
si difendono valorosamente ed i
Francesi
rinunciano all'impresa.
Partito Carlo, Ferdinando II comincia ad organizzarsi per recuperare il regno. Un primo scontro avviene in
Calabria
dove le forze di Ferdinando, condotte dal Consalvo, vengono sconfitte.
Intanto la popolazione cova la ribellione contro gli invasori francesi ed una rivolta a
Napoli
consente a Ferdinando di rientrare in città il 7 luglio.
Il presidio francese viene assediato in
Castel Nuovo
e
Castel dell'Ovo
. I
Francesi
vengono espulsi da
Napoli
ma gli scontri si susseguono durante quest'anno ed il successivo.
Anno
1496
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Ferdinando II ottiene da
Venezia
una flotta ed un esercito comandati da
Francesco Gonzaga
, oltre a un forte prestito per il quale da in garanzia
Brindisi
,
Trani
,
Gallipoli
,
Otranto
ed altre terre pugliesi.
Consalvo Fernandez riesce a conquistare
Cosenza
, quindi si unisce a Ferdinando assediando ed espugnando Atella.
A causa dell'aria malsana dei luoghi muore il signore di Mompensieri, comandante delle truppe francesi e
Francesco Gonzaga
, malato, è costretto a tornare in
Lombardia
.
Con dispensa papale Ferdinando II sposa la zia Giovanna, figlia di Ferdinando I e sorella di Alfonso, e muore poco dopo, il 5 ottobre.
Non avendo lasciato Ferdinando alcun erede viene proclamato re lo zio Federico conte di Altamura che subito riprende
Gaeta
ai
Francesi
.
Alessandro VI
fa imprigionare Virginio e Paolo Orsini per aver sostenuto i
Francesi
e tenta di occupare i loro castelli.
Il governatore francese di
Sarzana
, sembra fraintendendo un ordine di
Carlo VIII
, vende la città ai
Genovesi
e la cittadella di
Pisa
ai
Pisani
stessi provocando incidenti con
Firenze
.
Firenze
attacca
Pisa
che ottiene aiuti da
Venezia
e
Milano
.
Un esercito francese si sposta ad
Asti
. Lo comanda il condottiero milanese Gian Jacopo Trivulzio che, dopo aver servito il regno di
Napoli
, è passato a
Carlo VIII
.
Per fronteggiare questa minaccia
Ludovico il Moro
convince l'imperatore
Massimiliano
a scendere in
Italia
.
Muore Carlo Giovanni Amedeo duca di Savoia a soli otto anni (16 aprile), gli succede nel ducato lo zio Ludovico che muore l'anno successivo.
Anno
1497
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Il 24 gennaio le milizie pontificie comandate da Guidobaldo duca di Urbino e dal figlio duca di Gandia vengono sconfitte presso Soriano dalle forze degli Orsini comandate da Bartolomeo d'Alviano e da Vitellozzo Vitelli.
La sconfitta mette fine al progetto del Papa di passare le terre degli Orsini ai figli, di conseguenza
Alessandro VI
nomina il figlio Giovanni duca di
Benevento
e conte di
Terracina
e Pontecorvo. Gli si oppone solo il cardinal Piccolomini.
Giovanni Borgia viene ucciso il 14 giugno, il suo corpo ritrovato nel
Tevere
. Si pensa che il mandante dell'omicidio sia il fratello Cesare.
Lucrezia Borgia
lascia la casa del marito
Giovanni Sforza
signore di
Pesaro
ed
Alessandro VI
scioglie il matrimonio.
Cesare Borgia
, delegato dal padre, incorona a
Capua
Federico re di
Napoli
che subito si dedica a liberare il suo regno dal brigantaggio e a ripristinare l'ordine e gli affari pubblici. Tuttavia deve affrontare l'ostilità di una parte dei nobili.
Piero de'Medici tenta senza successo di rientrare in
Firenze
.
Il 2 gennaio a
Milano
muore di peste Beatrice d'Este moglie di Ludovico Sforza.
Il cardinale
Giuliano della Rovere
e Batistino Campofregoso, con l'appoggio francese, tentano invano di togliere
Savona
ai
Genovesi
.
Gian Giacomo Trivulzi, anche egli sostenuto dalla
Francia
, molesta il ducato di
Milano
ma viene respinto.
Muore Filippo duca di Savoia e gli succede il figlio Filiberto II.
Anno
1498
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
In Aprile muore il re di
Francia
Carlo VIII
che non lascia eredi, gli succede il cugino Ludovico duca d'Orleans,
Luigi XII
, incoronato il 27 maggio, che prende anche i titoli di duca di
Milano
e re delle Due Sicilie.
Il nuovo re ripudia la moglie Giovanna figlia di Luigi XI per sposare
Anna di Bretagna
vedova di
Carlo VIII
che porta in dote il ducato di
Bretagna
. Il Papa concede la dispensa ma manovra in modo da essere ricompensato con favori per suo figlio
Cesare
che viene inviato in
Francia
a consegnare la bolla di scioglimento del matrimonio. Infatti
Luigi XII
nomina
Cesare
duca di Valenza del
Delfinato
e gli assegna una pensione.
Luigi XII
accampa pretese sul ducato di
Milano
in base ai diritti della sua antenata Valentina Visconti.
I
Veneziani
assoldano Guidobaldo duca di Urbino, Astorre Baglioni, Bartolomeo d'Alviano, Paolo Orsini e
Francesco Gonzaga
e muovono in aiuto di
Pisa
, coinvolgendo anche i Medici e altri fuoriusciti
Fiorentini
.
Ludovico Sforza, per evitare che
Venezia
conquisti il dominio di
Pisa
, soccorre i
Fiorentini
. Le forze di
Firenze
, comandate da Paolo Vitelli, riportano alcune modeste vittorie.
Il domenicano ferrarese
Girolamo Savonarola
predica a
Firenze
ed interviene nei pubblici affari sostenendo l'alleanza con il re di
Francia
.
Ha molti nemici politici fra cui i Medici e le sue parole contro i vizi del Papa e della Chiesa romana inducono
Alessandro VI
a vietargli la predicazione.
Savonarola
ignora il divieto ed è scomunicato, il Papa chiede al governo fiorentino di perseguirlo, minacciando l'interdetto.
Infine, anche a causa delle frequenti diatribe con altri predicatori a lui contrari,
Savonarola
viene arrestato. Contro di lui si usano la tortura, prove falsificate, un processo basato su accuse infondate con il risultato che il 23 maggio il frate è impiccato ed il suo corpo dato alle fiamme, le ceneri gettate in
Arno
.
Il giudizio di
Muratori
tiene conto delle doti dell'uomo ma gli imputa disobbedienza al Papa (a prescindere dai vizi dello stesso) ed eccessiva ingerenza nelle cose secolari.
Anno
1499
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Milano
,
Venezia
e
Firenze
, volendo porre fine alla guerra di
Pisa
, affidano l'arbitrato a
Ercole I d'Este
che decide deludendo tutti che
Firenze
abbia
Pisa
e paghi centoottantamila fiorini a
Venezia
, mentre le rendite pubbliche e le fortezze della città vadano ai
Pisani
.
I
Pisani
non accettano la decisione e continuano da soli la guerra, contro di loro i
Fiorentini
mandano Paolo Vitelli.
Il Vitelli conquista una fortezza ma non riesce ad assediare
Pisa
. I
Fiorentini
considerano il suo comportamento sospetto ed il 1 ottobre lo decapitano.
Pisa
viene quindi conquistata da Vitellozzo Vitelli fratello di Paolo.
Muore Marsilio Ficino.
Luigi XII
ed
Alessandro VI
consolidano la loro alleanza. Il 10 maggio
Cesare Borgia
sposa la figlia di Giovanni d'Albret re di
Navarra
alla quale il papa fornisce una ricca dote.
Sempre intenzionato ad impadronirsi del ducato di
Milano
e del regno di
Napoli
,
Luigi XII
forma una lega con
Venezia
contro
Ludovico il Moro
. Il Papa aderisce alla lega con il patto che i
Francesi
aiutino
Cesare Borgia
a conquistare
Imola
,
Faenza
,
Forlì
e
Pesaro
.
Alleatosi anche con Filiberto duca di Savoia,
Luigi XII
invia truppe ad
Asti
comandate da Gian Giacomo Trivulzio.
Ludovico affida il comando al genero Gian Galeazzo di Sanseverino.
Nel mese di agosto i
Francesi
conquistano Valenza, quindi
Tortona
, Voghera ed altre città, mentre i
Veneziani
attaccano da est e prendono Caravaggio.
I
Francesi
conquistano
Alessandria
grazie al tradimento del fratello di Sanseverino, Mortara e
Pavia
si arrendono senza combattere.
I 2 settembre
Ludovico il Moro
affida il castello di
Milano
a Bernardino da Corte e parte per la
Germania
con la famiglia e il tesoro, sperando di ottenere aiuti da
Massimiliano I
. I Milanesi si consegnano ai
Francesi
.
Tutto il ducato è in mano francese ad eccezione di
Cremona
che secondo i patti viene ceduta a
Venezia
. Bernardino da Corte vende ai
Francesi
il Castello Sforzesco.
Il 6 ottobre
Luigi XII
entra in
Milano
accolto festosamente dalla popolazione lieta di essersi liberata di
Ludovico il Moro
.
Il piccolo Francesco Sforza, figlio del defunto duca Gian Galeazzo, che si trova a
Milano
viene condotto in monastero, la madre Isabella rimandata a
Napoli
.
Gian Galeazzo Trivulzi riceve in premio le terre di Vigevano.
Anche
Genova
si consegna al re di
Francia
ed i
Fiorentini
formano una lega con lui.
Alessandro VI
si impadronisce di Sermoneta e ne fa dono alla figlia
Lucrezia
che ha sposato
Alfonso d'Aragona duca di Bisceglie
ed ha già il titolo di governatrice del ducato di
Spoleto
.
Il Papa sollecita
Luigi XII
perché mantenga la sua promessa di aiutare il
Valentino
a conquistare la
Romagna
contro gli Sforza di
Pesaro
, i Malatesta di
Rimini
, i Manfredi di
Faenza
, i Riario di
Imola
e
Forlì
, i Varano di
Camerino
ed i Montefeltro di
Urbino
.
Il
Valentino
ottiene un esercito unendo le forze fornite da
Luigi XII
e da
Alessandro VI
. Dopo un mese
Luigi XII
torna in
Francia
affidando
Milano
a Gian Giacomo Trivulzio e
Cesare Borgia
assedia
Imola
che capitola rapidamente.
Il
Valentino
passa ad assediare
Forlì
governata da
Caterina Sforza
a> vedova di
Gerolamo Riario
.
Anno
1500
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Nonostante la strenua resistenza degli assediati
Cesare Sforza
a> conquista
Imola
e manda
Caterina Sforza
a> a
Roma
dove viene tenuta prigioniera in
Castel Sant'Angelo
. Viene liberata dopo una breve reclusione. Aveva sposato Giovanni de'Medici, padre di quel
Giovanni
a> che a sua volta generò
Cosimo I
a> granduca di
Toscana
.
Il
Valentino
è in possesso di
Imola
,
Cesena
e
Forlì
ma poiché i
Francesi
al suo comando vengono richiamati in
Lombardia
, deve rimandare altre conquiste e tornare a
Roma
.
A
Roma
si celebra il
Giubileo
e
Alessandro VI
guadagna tesori con il commercio delle indulgenze.
Il duca
Valentino
viene nominato gonfaloniere della Chiesa.
In
Lombardia
si forma un partito contrario ai
Francesi
e favorevole al ritorno degli Sforza.
Gli Sforza assoldano ottomila
Svizzeri
e cinquecento
Borgognoni
, forze che alla fine di gennaio scendono a Como che apre loro le porte.
A
Milano
i
Francesi
si rifugiano nel Castello e Trivulzio si ritira a Mortara, in Febbraio Ludovico e Ascanio entrano in città.
Pavia
e
Parma
si schierano con gli Sforza; per evitare che facciano altrettanto i
Francesi
occupano
Piacenza
e
Lodi
.
Ivo d'Allegre riconquista
Tortona
per gli Sforza, Ludovico assedia
Novara
mentre
Luigi XII
invia rinforzi in
Italia
.
In aprile gli Svizzeri assoldati da
Ludovico il Moro
lo tradiscono e, ritirandosi a
Novara
, lo catturano insieme ai tre Sanseverino, provocando lo sbandamento dell'intera armata sforzesca.
Poco dopo viene catturato anche Ascanio Sforza e portato a
Venezia
. Quindi Ludovico ed Ascanio vengono trasferiti in
Francia
e lasciati in prigione.
Un vento di eccezionale potenza abbatte un camino del
Vaticano
provocando danni anche agli appartamenti del Papa e causando alcune vittime. Si tratta, secondo
Muratori
, di un monito divino per la scandalosa condotta del Papa, ma
Alessandro VI
non si lascia impressionare.
Dei sicari, probabilmente inviati da
Cesare Borgia
, aggrediscono
Alfonso d'Aragona
marito di
Lucrezia
. La vittima sopravvive ma pochi giorni dopo muore di veleno.
In ottobre il
Valentino
riprende la guerra in
Romagna
con il supporto dei
Francesi
comandati da Ivo d'Allegre ed occupa rapidamente
Pesaro
e
Rimini
, mentre
Faenza
resiste fino all'anno seguente.
I
Fiorentini
assoldano truppe svizzere e con il concorso dei
Francesi
tentano di riprendere
Pisa
, ma senza successo.
Anno
1501
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Cesare Borgia
attacca
Faenza
che ancora gli resiste con un forte esercito. La città infine capitola e il Valentino, violando le condizioni di resta, porta a
Roma
il giovane Astorgio Manfredi, lo fa giustiziare e ottiene dal padre l'investitura di duca di
Romagna
.
Quindi
Cesare Borgia
si volge verso
Bologna
il cui signore Giovanni Bentivoglio si è posto sotto la protezione del re di
Francia
Luigi XII
. Questa circostanza e la resistenza delle popolazioni spingono il Valentino a trattare e ad accontentarsi della cessione di Castel Bolognese ed altri privilegi.
Con la sua armata valica l'
Appennino
e passa in
Toscana
. Cerca di approfittare dei contrasti interni di
Firenze
ma riesce ad ottenere soltanto un modesto ingaggio per le sui truppe per poi tornare a
Roma
anche a causa delle pressioni del re di
Francia
in favore dei
Fiorentini
.
Intanto
Luigi XII
, che si è guadagnato il favore del Papa con le concessioni fatte al Valentino, organizza il fidanzamento della figlia Claudia con Carlo duca di Lussemburgo, nipote dell'imperatore
Massimiliano
, per procurarsi alleati mentre progetta di conquistare il regno di
Napoli
.
Il re di
Napoli
Federico contava sull'aiuto di Ferdinando il Cattolico di Aragona ma questi ha già concluso un trattato segreto con
Luigi XII
per spartire il regno di
Napoli
fra
Spagnoli
e
Francesi
. A questa alleanza, che ha la motivazione ufficiale di combattere i Turchi, aderisce anche il Papa.
Il 24 luglio i
Francesi
conquistano
Capua
massacrando la popolazione con la collaborazione di
Cesare Borgia
.
La vicenda di
Capua
diffonde il panico nel regno e il re Federico si rifugia in Castelnuovo. Poco dopo
Napoli
si consegna ai
Francesi
.
Federico, al quale viene data libertà di trasferirsi dove preferisce, sceglie di andare in
Francia
confidando nella generosità di
Luigi XII
che in effetti gli concede una pensione ed il ducato d'Angiò dove il deposto monarca morirà il 9 settembre
1504
.
Ferrante, primogenito di Federico, viene mandato in
Spagna
dove morirà nel
1550
, il fratello Alfonso passato con il padre in
Francia
morirà a Grenoble nel
1515
. Infine il terzogenito
Cesare
si trasferisce a
Ferrara
dove morirà ancora diciottenne.
Recatosi personalmente ad assediare Sermoneta per toglierla ai Colonna,
Alessandro VI
delega gli affari di governo alla figlia
Lucrezia
, appositamente stabilitasi in
Vaticano
.
Cesare Borgia
invia Vitellozzo e Gian Paolo Baglioni contro
Piombino
, il locale signore Jacopo d'Appiano ripara in
Francia
.
Muore
Agostino Barbarigo
, doge di
Venezia
e gli succede Leonardo Loredan.
Anno
1502
Papa:
Alessandro VI
Imperatore:
Massimiliano I
Lucrezia Borgia
, munita dal padre di ricchissima dote, sposa
Alfonso d'Este
figlio di
Ercole I duca di Ferrara
ed entra in
Ferrara
il 2 febbraio.
Cesare Borgia
attacca a tradimento il ducato di
Urbino
dopo essersene finto alleato. Il duca Guidobaldo fugge a
Mantova
con il nipote Francesco Maria della Rovere.
Con analoga strategia attacca
Camerino
e fa giustiziare Giulio da Varano signore di quella città.
Una coalizione formata da Vitellozzo Vitelli, Gian Paolo Baglioni, Fabio Orsini, Piero de' Medici e Pandolfo Petrucci, conquista
Arezzo
ed altri centri della
Toscana
a danno dei
Fiorentini
. Anche in questo caso i mandanti sono i Borgia, ma vengono fermati dall'intervento del re di
Francia
.
I potentati italiani che si sentono minacciati dal Valentino convincono
Luigi XII
a scendere in
Italia
ma la diplomazia di
Alessandro VI
placa lo sdegno del re che si dedica alla conquista del regno di
Napoli
, ora conteso con gli
Spagnoli
.
Anche il Valentino, con menzogne ed adulazioni, riesce a recuperare la fiducia di
Luigi XII
e ne approfitta subito per aspirare alla signoria di
Bologna
.
Bologna
tuttavia appare troppo difficile da conquista ed il Valentino si limita a concludere con Giovanni Bentivoglio un accordo che gli arreca nuove risorse finanziarie.
Passa quindi a conquistare
Senigallia
, città di Francesco Maria della Rovere, per poi strangolare alcuni dei suoi capitani che hanno svolto l'impresa.
Anno
1503
Papa:
Pio III
poi
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
L'anno precedente il
Valentino
ha ucciso, fra gli altri comandanti, Paolo Orsini violando la pace stabilita da
Alessandro VI
con quella famiglia.
Avutane notizia il papa fa imprigionare il cardinale Giambattista Orsini e l'arcivescovo di
Firenze
Rinaldo Orsini, impadronendosi dei loro possedimenti.
Cesare Borgia
progetta di attaccare
Siena
governata da Pandolfo Panducci ma viene richiamato dal padre per fronteggiare la rivolta di Gian Giordano Orsini duca di Bracciano.
I Borgia continuano senza scrupoli a coltivare le proprie ambizioni di dominio sull'intera
Italia
ma
Alessandro VI
si ammala improvvisamente e muore il 18 agosto.
Secondo numerose fonti
Alessandro VI
muore per aver ingerito per errore il veleno che aveva destinato ad
Adriano
cardinale di Corneto suo commensale. In effetti anche questo cardinale e
Cesare Borgia
che partecipavano alla cena si ammalarono ma, più giovani del Papa, superarono la crisi.
Il
Valentino
riunisce tutte le sue truppe a
Roma
ed esercita pressioni sui cardinali perché eleggano un Papa di suo gradimento. Per lo stesso motivo conclude la pace con i Colonna ed un accordo con i
Francesi
.
Il 22 settembre il conclave elegge
Francesco Piccolomini
, senese, che prende il nome di
Pio III
ma regna solo per poche settimane morendo il 18 ottobre per un'infezione. Nel suo breve pontificato tenta di convocare un concilio ecumenico per riformare la Chiesa.
Cesare Borgia
, giunto a
Roma
per onorare il nuovo pontefice, si scontra con Gian Paolo Baglioni e con gli Orsini ed è costretto a rifugiarsi in
Vaticano
, quindi in
Castel Sant'Angelo
.
Il primo novembre viene eletto papa
Giulio II
, il cardinale
Giuliano della Rovere
di
Savona
, nipote di
Sisto IV
.
Il Della Rovere, da sempre avversario dei Borgia, si era trasferito in
Francia
durante il pontificato di
Alessandro VI
. Deciso a recuperare i territori della Chiesa,
Giulio II
intende utilizzare
Cesare Borgia
, lo fa uscire da
Castel Sant'Angelo
e gli conferma titoli e privilegi.
Intento in
Romagna
gli Ordelaffi ed i Malatesta recuperano i rispettivi possedimenti con l'aiuto di
Venezia
.
Giulio II
affida una missione a
Venezia
al Valentino ma poiché questi si comporta in modo insubordinato lo richiama a
Roma
dove viene di nuovo detenuto nella Torre dei Borgia.
Intanto continua la guerra fra
Francesi
e
Spagnoli
per il regno di
Napoli
e falliscono le trattative per trovare una conciliazione fra
Luigi XII
e l'arciduca Filippo genero del re Ferdinando.
In
Puglia
il capitano Consalvo continua a raccogliere forze per resistere ai
Francesi
. Si verificano combattimenti ed il 14 maggio Consalvo riesce ad entrare in
Napoli
ed attaccare i presidi francesi di Castelnuovo e di
Castel dell'Ovo
, costringendo i
Francesi
a ritirarsi a
Gaeta
.
Luigi XII
invia in
Italia
un nuovo esercito comandato da
Francesco Gonzaga
ma questi, giunto a
Gaeta
, si ammala ed ottiene licenza di tornare a
Mantova
.
A Consalvo si uniscono nuove forze guidate da Bartolomeo d'Alviano.
Francesi
e
Spagnoli
vengono a battaglia il 28 dicembre sul
Garigliano
, i
Francesi
sono sconfitti e gli
Spagnoli
occupano
Gaeta
. Nello scontro perisce, fra gli altri, Piero de' Medici.
Anno
1504
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Giulio II
intima ai
Veneziani
di restituire alla Chiesa
Ravenna
,
Faenza
e
Rimini
, ma
Venezia
adduce varie ragioni per rifiutare.
Il Papa lascia libero il Valentino facendosi consegnare le fortezze di
Cesena
,
Imola
e Bertinoro. Il 28 aprile il duca si sposta a
Napoli
senza aver restituito la rocca di
Forlì
. Il papa protesta presso Ferdinando e Isabella di Spagna che fanno arrestare il Valentino. Condotto in
Spagna
,
Cesare Borgia
vi rimane prigioniero per circa tre anni. Quando fugge e passa a militare in
Navarra
viene ucciso in un agguato.
Giulio II
adotta il nipote Francesco Maria della Rovere.
I
Francesi
assediati a
Gaeta
si arrendono e gli
Spagnoli
sono in pieno possesso del Regno di
Napoli
.
Muore la regina Isabella di Castiglia. L'arciduca Filippo figlio di
Massimiliano I
accampa pretese sulla
Castiglia
ma la questione viene temporaneamente risolta con un trattato fra
Massimiliano
, Filippo e
Ferdinando II il Cattolico
.
I
Fiorentini
continuano a tentare la conquista di
Pisa
, devastano la campagna per ridurre alla fame gli assediati ed arrivano a progettare di deviare l'
Arno
.
Esule a Tours, muore l'ex re di
Napoli
Federico. Muore anche Filiberto duca di Savoia al quale succede il fratello Carlo III.
Anno
1505
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Accordo fra
Venezia
e
Giulio II
il quale recupera Cesenatico ed altre terre in
Romagna
.
In primavera Bartolomeo d'Alviano interviene in favore dei
Pisani
ma viene sconfitto da Ercole Bentivoglio, comandante delle forze fiorentine, e costretto a ritirarsi a
Siena
. I
Fiorentini
insistono nell'attaccare
Pisa
ma i
Pisani
si difendono con efficacia, grazie anche ai rinforzi forniti dal Consalvo.
Il 25 gennaio muore
Ercole I d'Este
duca di
Ferrara
. Lascia tre figli:
Alfonso
, Ferdinando e Ippolito.
Alfonso
, il primogenito, viene riconosciuto nuovo duca.
Per l'
Italia
è un anno di pace, ma funestato dalla carestia, dalla peste e da alcuni terremoti.
Viene stipulato un accordo fra
Francia
e
Spagna
nel quale
Luigi XII
rinuncia, in cambio di denaro, alle sue imprese nel Napoletano. Di conseguenza nel regno di
Napoli
vengono liberati e riabilitati i nobili filofrancesi che si trovano in prigione.
Anno
1506
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Il 27 agosto
Giulio II
si muove personalmente da
Roma
a capo di un'armata per intervenire a
Perugia
contro la tirannia dei
Baglioni
. Gian Paolo Baglioni preferisce non resistere ed incontra il Papa ad
Orvieto
per mettersi a sua disposizione.
Il 12 settembre
Giulio II
prende possesso di
Perugia
ed aggiunte alle sue le truppe dei
Baglioni
muove verso
Bologna
.
L'arciduca Filippo, che ha assunto il titolo di re di
Castiglia
, si reca in
Spagna
per incontrare Ferdinando il Cattolico. Poco dopo questi, che nutre sospetti sulla fedeltà di Consalvo vicerè di
Napoli
, decide di recarsi personalmente a
Napoli
per verificare la situazione.
Consalvo, informato del progetto, invia al re suoi delegati per congratularsi per la decisione e Ferdinando, dissimulando i suoi sospetti, gli conferma cariche, rendite e privilegi.
Ferdinando giunge a
Napoli
alla fine di ottobre, poco dopo riceva la notizia della morte del genero Filippo avvenuta in
Spagna
il 25 settembre.
Rivolta dei
Genovesi
che cacciano i nobili dalla città ed assediano Monaco dove è signore Luciano Grimaldi.
Luigi XII
, fallito un tentativo diplomatico, si prepara ad attaccare militarmente gli insorti.
Ferdinando e Giulio d'Este cospirano contro il fratello
Alfonso
. Scoperti vengono condannati a morte e graziati dal duca all'ultimo momento.
Anno
1507
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Il Papa, rientrato a
Roma
da
Bologna
, si dedica ad organizzare una lega contro i
Veneziani
per costringerli a restituire i territori sottratti alla Chiesa.
I
Genovesi
, costretti dai
Francesi
a togliere l'assedio a Monaco, eleggono doge il plebeo Paolo da Novi.
Luigi XII
scende personalmente in
Italia
ed il 28 aprile entra a
Genova
che gli si arrende senza combattere. Domata con molta moderazione la rivolta, Luigi passa in
Lombardia
, quindi sosta a
Savona
dove ha convenuto di incontrare Ferdinando il Cattolico.
Ferdinando viene sollecitato a tornare in
Spagna
per assumere personalmente il governo della
Castiglia
in quanto Carlo e Ferdinando, figli del defunto Filippo, erano troppo giovani e la vedova Giovanna soffriva di una malattia mentale.
Il 28 giugno
Ferdinando d'Aragona
e
Luigi XII di Francia
si incontrano a
Savona
e dedicano quattro giorni ad accordi e trattative.
La cortesia di
Luigi XII
verso il Consalvo acuisce i sospetti di FErdinando ed al rientro in
Spagna
la fortuna del Capitano tramonta. Consalvo morirà nel
1515
dopo aver trascorso gli ultimi anni nell'ombra, vedendosi negare dal re premi ed onori che gli erano stati promessi.
Anno
1508
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Deciso a scendere in
Italia
per soccorrere
Pisa
,
Massimiliano I
chiede a
Venezia
il passo per il suo esercito ma i
Veneziani
rifiutano temendo un'invasione. Sdegnato, l'imperatore dichiara guerra a
Venezia
ed attacca Rovereto ed il Cadore.
I
Veneziani
assoldano Niccolò Orsini,
Andrea Gritti
, Bartolomeo d'Alviano e Giorgio Cornaro, inoltre
Luigi XII
manda in loro soccorso Carlo d'Ambois governatore di
Milano
e Gian Giacomo Trivulzio.
Bartolomeo d'Alviano opera nel Cadore conquistando alcuni castelli. In uno di questi scontri muore il giovane Carlo Malatesta.
Il 28 marzo l'Alviano prende Gorizia, quindi passa ad espugnare
Trieste
, Porto Naone e Fiume.
I suoi successi inducono l'imperatore a concludere una tregua di tre anni con
Venezia
(30 aprile), ma
Luigi XII
non perdona ai
Veneziani
di averlo escluso dalle trattative.
Giulio II
incarica il suo legato Giorgio d'Ambois cardinale di Roano di promuovere una lega antiveneziana. Il cardinale si incontra a Cambrai con Margherita di Savoia figlia di
Massimiliano
e con gli ambasciatori di
Ferdinando il Cattolico
.
Il 10 dicembre viene costituita la lega di Cambrai fra l'imperatore
Massimiliano
, la
Francia
, la
Spagna
e la Chiesa. Aderiscono inoltre il duca di Savoia, il duca di
Ferrara
e
Francesco Gonzaga
marchese di
Mantova
.
Giulio II
intima a
Venezia
la restituzione delle terre della Chiesa pena l'interdetto e l'intervento imperiale. In questo modo solleva
Massimiliano
dal vincolo della tregua triennale recentemente sottoscritta.
Muore
Ludovico il Moro
già duca di
Milano
.
Anno
1509
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Venezia
è all'apice della ricchezza e potenza ma presto i suoi guadagni prenderanno a diminuire a causa delle nuove vie mercantili aperte dalla scoperta dell'America.
Davanti alla Lega di Cambrai i
Veneziani
tentano una soluzione diplomatica ma vedendola fallire organizzano una grande armata.
Le forze della Lega si riuniscono nello stato di
Milano
ed il 15 aprile i
Francesi
aprono le ostilità con una scorreria oltre l'
Adda
comandata da Carlo d'Ambois.
Francesco Gonzaga
attacca il
Veronese
ma è respinto da Bartolomeo d'Alviano.
Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino e nipote del Papa, saccheggia il Faentino ed assedia
Ravenna
.
Il 14 maggio
1509
si giunge ad una grande battaglia e fra l'esercito francese e quello veneziano ad
Agnadello
nel
Cremonese
. I
Veneziani
sono duramente sconfitti e Bartolomeo d'Alviano, fatto prigioniero, resterà agli arresti in
Francia
per più di tre anni.
L'altro comandante dei
Veneziani
, Niccolò Orsini conte di Pitigliano, si mette in salvo fuggendo a Caravaggio.
Crema
,
Cremona
,
Bergamo
e
Brescia
si arrendono ai
Francesi
, quindi
Luigi XII
conquista il castello di Peschiera sul lago di Garda.
Costernati per la sconfitta i
Veneziani
cercano di mitigare i nemici ordinando a
Verona
,
Vicenza
,
Faenza
,
Rimini
,
Cervia
e
Ravenna
di arrendersi a
Massimiliano I
.
Nel mese di maggio
Alfonso d'Este
, aderente alla Lega di Cambrai, conquista Rovigo ed il Polesine.
Il
senato
di
Venezia
invia l'ambasciatore Antonio Giustiniano a chiedere la pace a
Massimiliano I
con la facoltà di cedere qualsiasi possedimento veneziano in terraferma, ma la missione non ha successo.
Anche
Giulio II
non si dimostra mitigato nei confronti di
Venezia
e conferma interdetto e censure.
Nel mese di luglio i
Padovani
si ribellano al nuovo governo francese e, soccorsi dai
Veneziani
, liberano la città.
Preoccupato dall'eccessivo successo dei
Francesi
,
Giulio II
sollecita
Massimiliano I
ad intervenire nel
Veneto
.
I nobili fuoriusciti durante la ribellione vengono catturati dai
Veneziani
, accusati di intelligenza con il nemico e molti di loro vengono giustiziati.
Francesco Gonzaga
, vittima di un'imboscata, viene catturato ed imprigionato a
Venezia
.
Sul finire di agosto
Massimiliano
giunge a
Padova
dove il suo esercito, numeroso ma disordinato, si dedica al saccheggio.
Agli imperiali si uniscono forze inviate da
Alfonso
duca di
Ferrara
e comandate dal cardinale Ippolito d'Este, e quelle pontificie agli ordini di Ludovico Pico della Mirandola.
Con tante risorse
Massimiliano
assedia
Padova
ma la difesa della città è talmente valida che il 27 settembre l'imperatore si ritira a
Vicenza
per tornare poco dopo in
Germania
.
Anno
1510
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Muore in febbraio Niccolò Orsini conte di Pitigliano.
Giulio II
, che ha ormai recuperato quanto i
Veneziani
avevano sottratto alla Chiesa, cambia atteggiamento anche in considerazione della difesa che
Venezia
costituisce contro i Turchi.
Con sdegno del re di
Francia
il Papa riceve gli ambasciatori
Veneziani
ed inizia un'opera di conciliazione fra
Venezia
e l'imperatore, intanto stringe un'alleanza con i
Cantoni Svizzeri
e solleva polemiche con
Luigi XII
e con
Francesco Gonzaga
.
I
Veneziani
assoldano i condottieri Lucio Malvezzi e
Renzo da Ceri
e tentano la presa di
Verona
, ma l'impresa fallisce e
Massimiliano I
dispone un presidio per proteggere
Verona
.
L'esercito imperiale attacca e saccheggia
Vicenza
e fa strage di centinaia di cittadini rifugiatisi nelle grotte naturali presto Custoza.
Nello stesso periodo i
Francesi
compiono analoghe violenze ai danni di Legnano.
I
Veneziani
assoldano milizie turche. Il Papa arruola quindicimila
Svizzeri
perché attacchino lo stato di
Milano
.
Il 9 agosto
Giulio II
scomunica
Alfonso d'Este
dichiarandolo decaduto dal ducato di
Ferrara
, quindi gli manda contro suo nipote Francesco Maria della Rovere duca di Urbino.
Mentre i
Francesi
sconfiggono i Turchi al servizio di
Venezia
, l'armata imperiale e quella pontificia si concentrano contro il ducato di
Ferrara
e lo stesso
Giulio II
prende parte alle manovre, giungendo a
Bologna
il 22 settembre.
Il 30 luglio i
Veneziani
liberano
Francesco Gonzaga
marchese di
Mantova
, che tenevano prigioniero, il 3 ottobre il Papa lo nomina Gonfaloniere della Chiesa.
Il Papa tenta più volte di istigare i
Genovesi
a ribellarsi al dominio francese, tenta anche azioni militari in questo senso ma gli
Svizzeri
lo abbandonano.
Si svolgono trattative infruttuose fra i delegati del re di
Francia
e quelli di
Giulio II
.
Il papa, uomo irascibile e determinato, è sdegnato con i
Francesi
che si sono avvicinati in armi a
Bologna
mentre lui vi soggiornava malato ed è pieno di rancore verso
Alfonso d'Este
per la sua alleanza con la
Francia
.
Giulio II
è deciso a conquistare
Ferrara
ma le difficoltà dell'inverno imminente lo inducono ad attaccare per il momento la piazzaforte di Mirandola.
Luigi XII
intanto convoca un concilio di vescovi francesi per consultarlo sulla legittimità del difendere i territori reali contro il Papa ed ottiene risposte affermative, passa quindi ad organizzare insieme a
Massimiliano I
un concilio generale a
Lione
per deporre
Giulio II
.
Anno
1511
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
L'esercito pontificio, unito a molte milizie venete, continua l'assedio della Mirandola. Il Papa presenzia e dirige le operazioni.
Francesca Trivulzi, vedova del conte Ludovico Pico della Mirandola, a causa di una breccia aperta dagli assedianti e dei rigori dell'inverno decide di arrendersi.
Carlo d'Ambois, governatore francese di
Milano
, per recuperare il prestigio perduto con la caduta della Mirandola e con altre sconfitte tenta la presa di
Modena
(temporaneamente affidata all'imperatore in base ad una trattativa fra questi ed il Papa) ma non ricevendo la collaborazione della cittadinanza si ritira a
Correggio
dove muore il 10 marzo.
Il duca di
Ferrara
respinge un attacco delle forze pontificie e venete, si tenta quindi una trattativa di pace ma senza successo.
Giangiacomo Trivulzio, che è subentrato a Carlo d'Ambois nel comando dei
Francesi
in
Italia
, conquista
Concordia
. All'impresa partecipa il giovane Gastone di Fois duca di Nemours, nipote di
Luigi XII
.
Giulio II
affida il governo di
Bologna
al cardinale Francesco Alidosio e si trasferisce a
Ravenna
.
Partito il Papa i
Bolognesi
si sollevano e il 21 maggio fanno rientrare in città i
Bentivoglio
mentre il cardinale Alidosio fugge a
Imola
.
Trivulzio provvede a mettere in fuga tutti i soldati pontifici che si trovano a
Bologna
, quindi si ferma perché
Luigi XII
, sperando di trovare un accordo con
Giulio II
, gli ordina di non penetrare oltre nei possedimenti della Chiesa.
Il cardinale Alidosio tenta di addossare la responsabilità al duca di
Urbino
il quale, sdegnato, lo uccide.
Giulio II
lo dichiara decaduto dal ducato ma alcuni mesi dopo, convinto dagli avversari del defunto Alidosio, lo reintegra nel titolo.
Un esercito imperiale conquista buona parte del
Friuli
a danno di
Venezia
, ma poco dopo il perugino Gian Paolo Baglioni assume il comando dell'armata veneziana e recupera quei territori oltre a
Verona
e
Vicenza
.
Giulio II
rientrato a
Roma
si ammala gravemente ma supera la crisi e stringe alleanza con Ferdinando d'Aragon a e con Enrico XIII re di Inghilterra.
In base a questo accordo un esercito comandato da Raimondo di Cardona vicerè di
Napoli
si unisce in
Romagna
alle forze del Papa.
In questo anno i
Fiorentini
ottengono Montepulciano grazie ad un trattato con i Senesi.
Il 24 ottobre
Giulio II
scomunica i cardinali che partecipano al concilio di
Pisa
che dovrebbe deporlo. Questi cardinali a causa delle frequenti risse fra la popolazione pisana e la loro guardia francese, si trasferiscono a
Milano
.
Anno
1512
Papa:
Giulio II
Imperatore:
Massimiliano I
Le forze coalizzate pontificie, spagnole e venete si impadroniscono della Fortezza di Fossa Zaniola, conquista importante per attaccare
Ferrara
. Il 13 gennaio
Alfonso d'Este
riesce a riconquistare la fortezza rimanendo ferito nel combattimento.
Il 26 gennaio le forze coalizzate iniziano l'assedio di
Bologna
validamente difesa dai
Bentivoglio
e dai loro alleati, ma l'intervento di Gastone di Foix induce gli assedianti a ritirarsi a
Imola
.
Il 3 febbraio i
Veneziani
conquistano
Brescia
cacciando i
Francesi
, poco dopo
Bergamo
si consegna loro spontaneamente. Gastone di Foix interviene e si scontra con Gian Paolo Baglioni a Isola della Scala riportando una vittoria.
Gritti
organizza una valida difesa di
Brescia
insieme alla popolazione ma i
Francesi
riescono ad entrare in città il 19 febbraio con un assalto sanguinoso.
Andrea Gritti
ed altri ufficiali vengono fatti prigionieri.
I
Francesi
si abbandonano al sacco della città e dei monasteri nonostante il divieto di Gastone di Foix che riesce a stento a ripristinare la disciplina facendo impiccare molti trasgressori.
Il conte bresciano Luigi Avogadro, che aveva congiurato per consegnare
Brescia
ai
Veneziani
, viene decapitato a
Bergamo
ed anche questa città torna sotto i
Francesi
.
Intanto
Giulio II
opera per alienare al re di
Francia
l'alleanza con l'imperatore e spingere
Enrico VIII
e
Ferdinando d'Aragona
a fargli guerra.
Il 26 marzo, per ordine di
Luigi XII
e con l'aiuto di
Alfonso d'Este
, Gastone di Foix muove con la sua armata contro
Bologna
e lungo il percorso espugna il castello di Russi ed attacca
Ravenna
, difesa da Marcantonio Colonna.
L'assedio è difficile e i
Francesi
, a corto di vettovaglie, tentano la battaglia campale. Il combattimento è durissimo, i
Francesi
conseguono la vittoria catturando il legato pontificio Giovanni de' Medici.
Fabrizio Colonna, uno dei più validi difensori, è fatto prigioniero da
Alfonso d'Este
.
Numerosissimi i caduti fra i quali è Gastone de Foix. Marcantonio Colonna ripara a
Rimini
.
Di nuovo i
Francesi
si dedicano al saccheggio e il capo ad interim dell'armata per ristabilire la disciplina fa impiccare trentaquattro soldati che hanno assalito un monastero femminile.
Spaventate dalla sorte di
Ravenna
le città di
Faenza
,
Cervia
,
Imola
,
Cesena
Rimini
e
Forlì
si consegnano ai
Francesi
.
Ma questa vittoria è l'ultima dei
Francesi
: minacciato dall'
Inghilterra
, dalla
Spagna
e dal Papa,
Luigi XII
ordina a La Palisse di ritirarsi nel
ducato di Milano
abbandonando le città conquistate in
Romagna
.
Il ducato di
Milano
è minacciato dalle forze imperiali, aggrava la situazione il richiamo da parte di
Massimiliano I
di tutti i mercenari tedeschi al soldo della
Francia
. Circola inoltre la voce che
Massimiliano Sforza
, figlio del defunto
Ludovico il Moro
, si stia organizzando per riprendere il potere.
In effetti
Luigi XII
è costretto a richiamare in patria La Palisse e molte città già occupate dai
Francesi
si consegnano spontaneamente allo
Sforza
e ai
Veneziani
.
Durante il rientro in
Francia
l'armata di La Palisse si scontra con quella imperiale presso
Pavia
e viene sconfitta. Il cardinale Giovanni de' Medici, prigioniero dei
Francesi
, viene liberato.
La ritirata francese è una vera e propria fuga e molti soldati muoiono in scontri con le popolazioni dei territori che attraversano.
Intanto in
Romagna
Francesco Maria della Rovere, nipote del Papa, recupera alcune città che i
Francesi
avevano sottratto alla Chiesa, i
Bentivoglio
fuggono da
Bologna
che il 13 giugno viene di nuovo occupata dalle forze pontificie.
Deciso a riconciliarsi con il Papa,
Alfonso d'Este
il 23 giugno è a
Roma
per rendergli omaggio ed essere assolto dalla scomunica ma intanto a sua insaputa l'armata pontificia occupa parte dei suoi domini.
Alfonso
viene trattenuto a
Roma
da
Giulio II
che intende sottrargli il ducato di
Ferrara
e, liberato da Fabrizio e Marcantonio Colonna, riesce dopo tre mesi a tornare a
Firenze
in incognito.
Giulio II
tenta di restautare i
Medici
a> a
Firenze
con l'appoggio del vicerè spagnolo di
Napoli
Raimondo de Cordona, ma durante le trattative le truppe spagnole saccheggiano e devastano
Prato
(30 agosto).
Il 31 agosto il gonfaloniere
Soderini
lascia
Firenze
e viene ripristinato il governo dei
Medici
a>.
Il 13 novembre
Brescia
viene consegnata al Cordona, seguono Peschiera,
Trezzo
ed altri centri.
Si svolge a
Roma
il negoziato di pace fra
Venezia
e
Massimiliano
. Le condizioni, dettate da
Giulio II
, prevedono che
Verona
o
Vicenza
restino all'imperatore oltre al pagamento di ingenti tributi a carico dei
Veneziani
.
I
Veneziani
rifiutano ed aprono trattative con il re di
Francia
.
Il 15 dicembre
Massimiliano Sforza
, reintegrato nel ducato, si insedia a
Milano
.
Anno
1513
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
I tentativi di
Luigi XII
di concludere la pace hanno come unico risultato una tregua di un anno con lo
Sforza
. Il re si rivolge quindi ai
Veneziani
che, sentendosi traditi dalla Lega, accettano l'alleanza.
Andrea Gritti
, prigioniero in
Francia
, viene liberato.
Giulio II
acquista segretamente
Siena
dall'imperatore per darla al nipote duca di
Urbino
.
Continuano le trame del papa contro
Luigi XII
e
Alfonso d'Este
. Quest'ultimo conclude una tregua con
Venezia
ed organizza tutte le possibili difese.
Giulio II
progetta di attaccare
Ferrara
ma si ammala improvvisamente e muore il 21 febbraio.
Nel giudizio di
Muratori
Giulio II
preferì la guerra alla pace e si occupò di estendere i domini della Chiesa più che di salvare le anime. Gli riconosce comunque i meriti di non aver esagerato nel nepotismo e di aver iniziato la costruzione della
Basilica di San Pietro
.
Viene eletto papa
Giovanni de'Medici
che prende il nome di
Leone X
, incoronato l'11 aprile. Letterato e liberale, assume come suoi segretari due scrittori:
Pietro Bembo
e Jacopo Sadoleto.
Il nuovo papa inizia il pontificato con un atteggiamento neutrale nei confronti delle potenze europee. Intanto
Francesi
e
Veneziani
si organizzano per recuperare quanto hanno perduto in
Italia
.
I
Veneziani
nominano capitano generale Bartolomeo d'Alviano, recentemente liberato dalla prigionia in
Francia
.
A
Milano
, dopo gli iniziali entusiasmi, il duca
Massimiliano
ha rapidamente perso il favore della popolazione a causa dell'eccessivo gravame fiscale, quindi quando le minacce cominciano ad incombere non può contare sulla resistenza dei sudditi.
I
Francesi
scendono in
Italia
ed occupano possedimenti milanesi, altrettanto fanno i
Veneziani
nell'area orientale del Ducato.
Navi francesi attaccano
Genova
coadiuvate dalla rivolta sollevata dai fratelli Antoniotto e Girolamo Adorno e cacciano il doge Giano Fregoso .
Massimiliano
ripara a
Novara
dove viene assediato dai
Francesi
. Il 6 giugno si arriva alla battaglia campale e le truppe francesi vengono sconfitte e messe in fuga dagli
Svizzeri
al servizio degli
Sforza
. La notizia di questa vittoria muta gli umori della popolazione che si ribella ai
Francesi
cacciandoli dal ducato.
Ottaviano Fregoso, con truppe fornite dal vicerè di
Napoli
Cardona, riprende
Genova
mettendo in fuga Antoniotto Adorno.
Renzo da Ceri
, al servizio di
Venezia
, deve abbandonare
Brescia
per carenza di soldati e la città viene ripresa dagli
Spagnoli
.
Continuano con alterne vicende le operazioni di
Spagnoli
,
Francesi
,
Veneziani
ed imperiali per conquistare le città del ducato milanese, operazioni che vedono in campo famosi condottieri come Bartolomeo d'Alviano,
Renzo da Ceri
, Silvio Savello, Cesare Fieramosca e il Cardona.
Venezia
rifiuta ogni trattativa con gli
Spagnoli
che per rappresaglia devastano il
Padovano
. L'Alviano, impegnato nella difesa della città, ottiene il permesso di uscire contro gli invasori e riesce ad accerchiare i nemici, ma volendo osare troppo nonostante si trovi in minoranza numerica finisce con l'essere duramente sconfitto.
Prospero Colonna, generale del ducato di
Milano
, assedia
Crema
, ma viene respinto da
Renzo da Ceri
.
Anno
1514
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
Disastroso incendio a
Venezia
.
Prosegue in
Friuli
la guerra fra imperiali e
Venezia
. L'Alviano e Malatesta Baglioni intervengono catturando il comandante nemico.
Intanto
Luigi XII
conclusa la guerra con la
Spagna
e l'
Inghilterra
, inizia preparativi per scendere in nuovo in
Italia
.
Con un colpo di mano improvviso
Renzo da Ceri
occupa
Bergamo
, viene assediato dagli
Spagnoli
ma questi presto devono allontanarsi per difendere Rovigo attaccata da Bartolomeo d'Alviano. Tuttavia
Renzo da Ceri
, a corto di truppe e di risorse, è costretto ad arrendersi.
Il 12 marzo
Leone X
riceve gli ambasciatori del re del
Portogallo
Emanuele I che fra i molti doni gli recano un elefante ed una pantera.
Segretamente il Papa va seminando discordia fra i potenti europei per assicurarsi il controllo della situazione.
La missione di
Pietro Bembo
presso i
Veneziani
per indurli a rompere l'alleanza con la
Francia
fallisce, ma svela a
Luigi XII
le mire del Papa.
Anche
Alfonso d'Este
viene deluso dalla promessa non rispettata da
Leone X
di rendergli la città di
Reggio
che era stata occupata da
Giulio II
. Inoltre
Leone
acquista da
Massimiliano
la città di
Modena
a scapito degli
Estensi
.
Ma il peggior difetto di
Leone X
, come sarà anche per il suo parente
Clemente VII
, è la brama di arricchire la sua casata medicea. In particolare mira a costituire con
Modena
,
Reggio
,
Parma
e
Piacenza
un principato per il fratello
Giuliano
.
Anno
1515
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
Il 1 gennaio muore
Luigi XII
. Non avendo lasciato eredi maschi gli succede il parente più prossimo:
Francesco I conte di Angoulemme
, di soli ventidue anni.
Francesco I
conferma le alleanze con
Inghilterra
e
Venezia
ma non riesce a concludere trattati con
Massimiliano
, con
Ferdinando il Cattolico
, con gli
Svizzeri
e con il Papa, anzi costoro formano leghe contro la
Francia
.
Leone X
organizza il matrimonio del fratello
Giuliano
con
Filiberta
, figlia di Filippo duca di Savoia.
Francesco I
inizia grandi preparativi per scendere in
Italia
e recuperare il ducato di
Milano
, reclutando truppe francesi e mercenari tedeschi.
Ottaviano Fregoso doge di
Genova
si accorda segretamente con
Francesco I
, ma la notizia trapela e Prospero Colonna generale delle forze milanesi muove contro di lui ma viene fermato dall'intervento di
Leone X
protettore del Fregoso.
Colonna e Fregoso stipulano un accordo che obbliga il secondo a non aiutare i
Francesi
ed il primo muove rapidamente in
Piemonte
per ostacolare
Francesco I
.
A causa di una disputa fra Bartolomeo d'Alviano e
Renzo da Ceri
, i
Veneziani
decidono di separarli mandando Renzo a presidiare
Crema
e l'Alviano a
Vicenza
, ma questi è costretto a ritirarsi per l'arrivo di un esercito spagnolo comandato dal Cardona.
In agosto le forze del Papa, quelle di
Napoli
e quelle del ducato di
Milano
si concentrano nell'
Italia
Settentrionale per fronteggiare i
Francesi
ma
Francesco I
non intende desistere dall'impresa.
Nonostante l'ostacolo costituito dagli
Svizzeri
che presidiano i passi alpini, i
Francesi
riescono a penetrare in
Italia
ed il 15 agosto attaccano improvvisamente il campo milanese nei pressi di Saluzzo facendo prigionieri Prospero Colonna ed altri illustri capitani.
Poco dopo
Francesco I
entra in
Torino
accolto con onore da Carlo III duca di Savoia.
Da
Torino
l'armata francese avanza conquistando
Novara
e
Pavia
, quindi si accampa a San Donato nei pressi di
Milano
.
Qui il 13 settembre i
Francesi
vengono raggiunti ed attaccati dagli
Svizzeri
. Segue una lunga e sanguinosa battaglia, i
Francesi
sono comandati dal signor de la Palisse, da Trivulzio, da altri ufficiali e dallo stesso
Francesco I
. Decisivo è l'intervento di Bartolomeo d'Alviano, che pure comanda forze modeste avendo lasciato il grosso della sua armata a fronteggiare gli
Spagnoli
. Al suo arrivo gli
Svizzeri
, temendo di dover affrontare l'intero esercito veneto, iniziano a ritirarsi.
Milano
invia le chiavi al re di
Francia
ma questi desiste dall'entrare in città e si reca a
Pavia
dove il duca
Massimiliano Sforza
si è rifugiato.
Leone X
conclude un trattato di alleanza con
Francesco I
restituendo alla
Francia
Parma
e
Piacenza
ed ottenendo domini e benefici per il fratello
Giuliano
ed il nipote Lorenzo.
Il 5 ottobre
Massimiliano Sforza
capitola accettando di rinunciare al ducato e di stabilirsi in
Francia
dotato di una pensione.
Venezia
continua a resistere agli
Spagnoli
e Bartolomeo d'Alviano riesce a occupare
Bergamo
ma mentre tenta di prendere
Brescia
muore di malattia (7 ottobre).
Anche
Renzo da Ceri
, insoddisfatto dei rapporti con
Venezia
, si è dimesso per passare al Papa.
I nuovi comandanti delle forze veneziane, Gabriello Emo e Domenico Contarini, conquistano la fortezza di Peschiera del Garda ed altre località, quindi con l'aiuto del Trivulzio assediano
Brescia
, ma devono ritirarsi davanti agli armamenti spagnoli.
L'11 dicembre
Francesco I
e
Leone X
si incontrano a
Bologna
per definire più precisamente la loro lega.
In quest'occasione
Francesco I
chiede al Papa di restituire
Modena
e
Reggio
agli
Estensi
, ma il Papa, pur intavolando trattative, riesce ad evitare l'impegno.
Francesco I
torna in
Francia
affidando il Ducato di
Milano
a
Carlo duca di Borbone
.
Anno
1516
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
Il 17 marzo muore Giuliano de' Medici, fratello di
Leone X
. Il defunto non aveva voluto prendere in considerazione la possibilità, ventilata dal Pontefice, di usurpare il ducato di
Urbino
ai danni di Francesco Maria della Rovere. Morto Giuliano, il nipote Lorenzo e sua madre Alfonsina Orsini si attivano per impossessarsi di quel dominio allestendo un processo contro il duca.
Quando i rivali passano all'azione militare, il duca si ritira a
Mantova
con la famiglia.
Renzo da Ceri
con le truppe pontificie invade il ducato e Francesco Maria viene deposto.
Il 15 gennaio muore Ferdinando il Cattolico re d'Aragona. Gli succede l'arciduca Carlo, nipote dell'imperatore
Massimiliano
.
Francesco re di
Francia
decide di approfittare per realizzare le sue mire sul regno di
Napoli
, ma intanto
Massimiliano
organizza una spedizione in soccorso di
Brescia
e
Verona
assediate dai
Francesi
e dai
Veneziani
.
Ad un primo contingente di truppe imperiali fa seguito un esercito comandato dallo stesso imperatore che scende in
Italia
agli inizi di marzo.
Massimiliano
conquista rapidamente Peschiera ma poi commette un errore tattico perdendo tempo nell'infruttuoso assedio del castello di Asola e lasciando ai
Francesi
il modo di riorganizzarsi e ricevere rinforzi.
Avvicinandosi a
Milano
gli imperiali conquistano
Lodi
.
Milano
è difesa dal duca di Borbone. Per le difficoltà dell'assedio e per carenza di mezzi finanziari l'imperatore si ritira a
Lodi
, quindi a
Trento
dove viene abbandonato dalle truppe svizzere che non è in grado di pagare.
Carlo duca di Borbone si trasferisce in
Francia
dimettendosi dalla carica di governatore di
Milano
che passa a Odetto di Fois signore di Lautrec.
Partiti gli imperiali, il 16 maggio
Andrea Gritti
attacca
Brescia
con l'armata veneta e la conquista dopo dieci giorni cacciandone
Spagnoli
e Tedeschi.
All'inizio di giugno il signore di Lautrec, su pressione dei
Veneziani
, assedia
Verona
difesa da Marcantonio Colonna divenuto generale di
Massimiliano
.
Gli assedianti saccheggiano e devastano il territorio per ridurre alla fame i difensori ma l'avvicinarsi di truppe imperiali induce il governatore di
Milano
a ritirarsi.
In Luglio Marcantonio Colonna attacca
Vicenza
con truppe tedesche e la saccheggia per ricompensare i soldati non pagati.
In agosto il Colonna riprende la difesa di
Verona
di nuovo attaccata dai
Francesi
e resiste validamente per mesi.
In ottobre gli Imperiali riescono a infrangere i presidi franco-veneti e a rifornire gli assediati.
I
Veneziani
non intendono rinunciare a
Verona
e si fanno carico di spese esorbitanti per finanziare l'assedio.
Nell'aprile di quest'anno
Leone X
scampa ad un tentativo di rapimento da parte di pirati africani che razziavano la costa laziale mentre il Pontefice la visitava per diporto.
Anno
1517
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
Si conclude il Concilio Lateranense.
A giudizio di
Muratori
i tanti abusi della Chiesa furono la causa dello scisma provocato da
Lutero
in questo periodo.
Negli ultimi mesi dell'anno precedente una serie di trattati fra le potenze europee ha posto fine alla guerra ed alla Lega di Cambrai.
In forza di questi trattati la città di
Verona
è tornata ai
Veneziani
.
Francesco Maria della Rovere, già duca di
Urbino
esule a
Mantova
, recluta truppe per recuperare il ducato. Con una piccola armata composta prevalentemente da truppe spagnole e tedesche congedate in seguito alla pace, valica il
Furlo
e rapidamente occupa il ducato di
Urbino
ad eccezione della rocca di San Leo.
Sostenuti dal Papa i
Medici
a> preparano la controffensiva reclutando altre truppe. Il duca Lorenzo viene ferito e durante la sua assenza i suoi soldati si abbandonano a saccheggi e violenze. Infine, dopo circa otto mesi di guerra, si stipula un trattato e Francesco Maria torna a
Mantova
senza aver recuperato il ducato.
In quest'anno il cardinale Alfonso Petrucci di
Siena
congiura contro
Leone X
. Il movente è il sostegno dato da
Leone X
all'espulsione da
Siena
di Borghese Petrucci, fratello di Alfonso e signore di fatto della città.
Il Petrucci, corrompendo il medico personale del Papa, tenta di far avvelenare
Leone X
ma il complotto viene scoperto e il cardinale viene giustiziato.
L'8 ottobre
Francesco I
di
Francia
rinnova la lega con
Venezia
.
Anno
1518
Papa:
Leone X
Imperatore:
Massimiliano I
Finalmente un anno di pace fra gli Stati Cristiani, ma turbato dalla minaccia turca contro la quale
Leone X
promuove una nuova lega.
Il sultano turco Selim, in guerra contro l'
Egitto
, conquista parte della
Persia
e
Gerusalemme
e rapidamente distrugge la dinastia regnante dei sultani egiziani e prende a minacciare l'occidente.
Leone X
, pur impegnato nella propaganda antiturca non tralascia di organizzare il matrimonio di Lorenzo duca di Urbino con Maddalena dei duchi di Piccardia.
Nasce il figlio del re di
Francia
Francesco I
, il futuro Francesco II.
In
Germania
dilaga la dottrina di
Lutero
che ha il sostegno di Federico duca di
Sassonia
. Il Papa invia il cardinale Tommaso da Vio, detto Cardinale Gaetano, a disputare con
Lutero
ma l'iniziativa non consegue risultati.
Il 14 novembre
Alfonso d'Este
, deluso dal mancato rispetto delle promesse di
Leone X
rispetto a
Modena
,
Reggio
e Rubiera, si reca a
Parigi
per protestare presso il re di
Francia
.
Anno
1519
Papa:
Leone X
Imperatore:
Carlo V
Il 12 gennaio muore
Massimiliano I
. Due candidati contendono a lungo il trono imperiale:
Carlo V
re di
Spagna
e
Francesco I re di Francia
, infine gli elettori scelgono il primo che era favorito dalla sua origine tedesca.
Con
Carlo V
diviene definitivo il titolo di Imperatore mentre i suoi predecessori usavano quello di Re dei Romani.
Lorenzo dei Medici duca di Urbino muore di malattia il 28 aprile seguendo di pochi giorni nella tomba la moglie Maddalena morta partorendo Caterina, futura regina di
Francia
. Lorenzo lascia inoltre un figlio illegittimo di nome Alessandro che sarà duca di
Firenze
.
L'11 giugno nasce Cosimo de' Medici, figlio di Giovannino, che arriverà al titolo di
granduca di Toscana
.
Sfumati con la morte di Lorenzo i suoi progetti di ingrandire la sua famiglia,
Leone X
si dedica ad arricchire il potere temporale della Chiesa e quando, in novembre, il duca
Alfonso d'Este
si ammala gravemente, il Papa riprende le sue mire su
Ferrara
e si accorda con Alessandro Fregoso vescovo di Ventimiglia e con Alberto Pio signore di Carpi per insidiare il ducato estense.
L'armata così costituita si accinge a passare il
Po
ma
Federico marchese di Mantova
avverte lo zio
Alfonso d'Este
che prepara difese adatte a dissuadere gli attaccanti.
Federico
era salito al potere da pochi mesi succedendo al padre Francesco morto nel febbraio di quest'anno, lasciando tre figli: lo stesso
Federico
, Ercole che diverrà cardinale e Don Ferrante che sarà duca di Molfetta e Guastalla.
Anno
1520
Papa:
Leone X
Imperatore:
Carlo V
Il 24 ottobre
Carlo V
fu incoronato imperatore in Aquisgrana. Intanto in
Germania
Martin Lutero
continuava a propagandare le sue idee mettendo in discussione anche antichi dogmi della Chiesa Cattolica e il 16 giugno
Leone X
pubblicò una bolla (
Exsurge Domine
) in cui condannava i suoi errori e lo censurava insieme ai suoi numerosi seguaci fra i quali era anche Federico duca di Sassonia.
Lutero
continuò a fare proseliti e ne trovava tra i principi che avevano modo, seguendolo, di sequestrare i beni degli ecclesiastici, nel clero perché aboliva il celibato e nei laici perché li sgravava di digiuni e penitenze.
I Turchi erano arrivati in Dalmazia e in Croazia e minacciavano
Rodi
ma la loro attività diminuì a causa della malattia che colpi il sultano Selim il quale morì in autunno lasciando il trono a suo figlio Solimano.
In quel periodo
Perugia
e i suoi dintorni erano sotto Gian Paolo Baglioni che governava come un tiranno e aveva commesso molti delitti.
Leone X
lo convocò a
Roma
, superò la sua diffidenza con la massima gentilezza e facendolo persuadere anche da altre persone e quando finalmente lo ebbe in
Vaticano
lo fece arrestare, processare e giustiziare. La moglie e i figli fuggirono e
Perugia
tornò sotto l'autorità pontificia.
Ancora in quest'anno
Leone X
mandò Giovannino de'Medici con adeguate milizia a recuperare
Fermo
che era in potere di Ludovico Freducci il quale si difese eroicamente ma infine cadde in combattimento.
Leone X
intendeva conquistare anche
Ferrara
e poiché i duca Alfonso era difficile da sconfiggere militarmente, il papa decise di farlo assassinare. Fu incaricato della faccenda il protonotaro apostolico Uberto Gambara che prese contatti con Rodolfo Hello, capitano della guardia del duca, ma questi denunciò il complotto. Alfonso evitò di suscitare una guerra contro il papa e si limitò a raccogliere prove e testimonianze.
Anno
1521
Papa:
Leone X
Imperatore:
Carlo V
Carlo V
convocò
Lutero
il 16 aprile alla dieta di Varmazia e non riuscendo a fargli ritrattare le sue tesi pubblicò un bando contro di lui e contro i suoi seguaci ma non ottenne risultati.
In
Spagna
il malcontento per la sottomissione a
Carlo V
e ai suoi ministri fiamminghi provocò rivolte. Francesco I re di
Francia
mosse guerra alla Navarra mentre
Leone X
continuava a coltivare i suoi progetti di gloria terrena riguardo a
Parma
,
Piacenza
,
Ferrara
e anche al regno di
Napoli
.
Il giorno 8 maggio
Leone X
firmò un trattato di alleanza con Carlo V a difesa di
Firenze
, stabilendo di tagliare ai Francesi il ducato di Milano e darlo a Francesco Maria Sforza figlio di Ludovico il Moro. Il trattato era segreto e quando il papa assoldò truppe svizzere fece credere ai Francesi che servissero per difendere il confine fra lo stato della Chiesa e il Napoletano e ottenne il permesso di farle transitare nel ducato di Milano.
Il papa ottenne il permesso di transito per gli
Svizzeri
anche a Alfonso duca di
Ferrara
che era molto sospettoso, i mercenari si imbarcarono a
Ravenna
e giunsero per mare nelle Marche ma dopo qualche tempo, essendo rimasti inattivi, molti di loro chiesero il congedo. Intanto la gente del papa e i fuoriusciti di Milano si andavano riunendo a
Reggio Emilia
dove si verificarono scontri con gli uomini del governatore francese nei quali morì Alessandro Trivulzio.
A Milano si verificò l'esplosione della torre del castello in cui si conservava la polvere da sparo, con molte vittime e gravi danni.
La concentrazione di milizie a
Reggio Emilia
rese palesi i progetti di
Leone X
per cui i
Veneziani
e il governatore francese Lautrec prepararono adeguate forze militari. Lautrec occupò Busseto uccidendone il signore Cristoforo Pallavicino.
A Genova i Fieschi e gli Adorno tentarono di cacciare Ottaviano Fregoso e i Francesi con aiuti inviati dal papa ma non ebbero successo.
Il papa chiamò a
Roma
Prospero Colonna generale dell'imperatore per concordare la presa del ducato di Milano e assegnò a Federico marchese di Mantova la carica di capitano generale della Chiesa.
Si concentrarono a
Bologna
le truppe pontificie e spagnole e Prospero Colonna iniziò in agosto l'assedio di
Parma
, si unirono a lui il marchese di
Parma
e ottomila soldati tedeschi.
I Francesi si ritirarono dalla parte della città detta Codiponte, gli assedianti vi entrarono e saccheggiarono le case. I fanti che entrarono in un monastero femminile furono fatti impiccare dal Colonna. Gli assedianti si concentrarono per prendere l'altra parte della città mentre Lautrec al comando di un'armata francese si avvicinava lentamente per attendere rinforzi svizzeri. A questo punto Alfonso duca di
Ferrara
che si sapeva odiato dal papa decise di intervenire, entrò nel Modenese, conquistò alcune città e puntò su
Modena
.
Le truppe ispano-pontificie spedirono soccorsi a
Modena
e si ritirarono dall'assedio di
Parma
. Prospero Colonna non reagì ai tentativi francesi di attaccare battaglia attendendo di congiungersi a nuovi contingenti svizzeri chiamati dal papa.
Gli
Svizzeri
che militavano nell'armata francese abbandonarono Lautrec, non se ne conosce il motivo, e questi trovandosi a corto di uomini e di denaro si ritirò oltre l'
Adda
e poi a Milano sospinto dal Colonna.
Il giorno dopo gli alleati raggiunsero Milano e Ferdinando d'Avalos marchese di Pescara con duecento cavalieri e tremila fanti spagnoli assalì Porta romana difesa dai
Veneziani
di Teodoro Trivulzio e
Andrea Gritti
. Conquistò la porta e entrò in città mentre Lautrec, lasciata una guarnigione al castello, si ritirava a Como con il resto dei suoi.
Girolamo Morone, cancelliere del ducato, ottenne dai vincitori la proibizione per i soldati di nuocere ai civili, pena l'impiccagione, quindi prese possesso della città a nome di Francesco Maria Sforza.
Pavia
,
Lodi
,
Parma
e
Piacenza
si arresero ai ministri del papa mentre il Marchese di Pescara inseguiva i Francesi che da Como si muovevano verso
Cremona
.
Il marchese di Pescara prese Como con il patto di non nuocere ma con sua grande infamia i soldati spagnoli saccheggiarono la città.
In breve lo stato di Milano, con l'eccezione i poche fortezze, fu in mano di Francesco Sforza con grande preoccupazione dei
Veneziani
e di Alfonso duca di Ferrara. Quest'ultimo, infatti, perse molte terre conquistate dall'armata ispano-pontificia, inoltre il papa colpì lui e
Ferrara
con l'interdetto. Il duca reagì fieramente pubblicando un manifesto che denunciava soprusi e abusi del papa e dedicandosi a fortificare
Ferrara
, deciso a vendere a caro prezzo la propria rovina.
Leone X
fu estremamente soddisfatto della presa di Milano e già pregustava quelle di
Parma
e
Piacenza
quando si ammalò e nel giro di pochi giorni, il primo dicembre, morì a soli quarantasei anni. Come al solito si parlò di veleno ma senza far nulla per appurarlo. Molti autori di rammaricarono che
Leone X
, dotato di grande cultura e grandi capacità, si dedicasse soltanto al potere temporale e ai piaceri della vita. Molti lo celebrarono per aver promosso il rinascimento delle lettere.
Lasciò le casse del
Vaticano
vuote e enormi debiti da pagare per finanziare le sue guerre di conquista ma trascurò il pericolo turco e la questione luterana. Il giovane re d'
Ungheria
Ludovico chiese più volte aiuto al papa e all'imperatore contro i Turchi ma ottenne soltanto parole di solidarietà.
Il 22 giugno di quest'anno morì il doge di
Venezia
Leonardo Loredan al quale successe Antonio Grimano.
Anno
1522
Papa:
Leone X
Imperatore:
Carlo V
Subito dopo la morte di
Leone X
, Alfonso duca di Ferrara riconquistò i territori che le truppe pontificie gli avevano tolto tramite Cento difesa dai
Bolognesi
.
Il signor di Lautrec, ancora rifugiato a
Cremona
, incoraggiato dalla morte del papa che aveva sbandato l'esercito pontificio, fece un tentativo di prendere
Parma
ma fu respinto e abbandonò l'impresa. Anche Francesco Maria della Rovere, già duca di Urbino, decise di riprendere i suoi stati. Si alleò con Malatesta e Orazio Baglioni esuli da
Perugia
e riunita un'armata puntò su
Urbino
dove era molto amato e in pochi giorni riebbe il ducato, quindi prese anche Pesaro che era difesa da Vitello Vitelli con truppe fiorentine insieme a Gentile Baglioni che era stato insediato da
Leone X
.
Il 9 gennaio il conclave elesse il
cardinale Adriano
vescovo di Tortosa nativo di Utrecht in
Fiandra
che, di umili origini, per il suo sapere era stato maestro di Carlo V.
Adriano
fu informato della nomina mentre era in Biscaia come inviato dell'imperatore e decise di tenere il proprio nome salendo al soglio come
Adriano VI
. Lasciò passare mesi prima di recarsi a
Roma
dove la tensione era alta per la scelta di uno straniero e perché con la morte di
Leone X
erno cessati i bei tempi della splendida corte e dei lauti guadagni.
Il duca di
Urbino
mosse contro Siena con il progetto di cambiare il governo di quella città ma vedendola difesa dai Fiorentini si ritirò e passò nel Montefeltro che recuperò ad eccezione della fortezza di San Leo e della Rocca di Maiuolo.
In
Lombardia
Prospero Colonna generale dell'esercito imperiale si preparava a fronteggiare i tentativi dei Francesi che, si sapeva, avevano assoldato molti
Svizzeri
. Fece realizzare un trinceramento intorno al castello e lo munì con l'artiglieria. Intanto Girolamo Morone, luogotenente del duca, screditava i Francesi presso la nobiltà e Frate Andrea da Ferrara predicava al popolo contro di loro.
Raccogliendo fondi dalla cittadinanza, Morone assoldò quattromila tedeschi e l'imperatore ne inviò altri seimila. Colonna e Morone mandarono ottomila armati contro
Alessandria
che era passata ai Francesi, la città fu presa e saccheggiata mentre i sostenitori dei Francesi si davano alla fuga. Fu presa anche Asti tagliando le comunicazione tra la
Francia
e Genova.
Francesco I affidò il comando degli
Svizzeri
a Renato bastardo di Savoia e a Galeazzo di Sanseverino che calarono in
Lombardia
e si unirono al signor de Lautrec e ai
Veneziani
comandati da Teodoro Trivulzio e
Andrea Gritti
.
Prospero Colonna inviò guarnigioni a
Novara
,
Alessandria
,
Pavia
e
Piacenza
a guardia di quelle città e rimase a Milano con il resto delle milizie. Quando i Francesi si avvicinarono ai trinceramenti di Milano, rimasero uccisi Marco Antonio Colonna, nipote di Prospero che militava per la
Francia
e Camillo Trivulzio. Il popolo di Milano accorse in armi e Lautrec si ritirò a qualche miglio dalla città per fare poi scorrerie e bloccare il passaggio al duca Francesco che si trovava in Trento e sarebbe dovuto rientrare a Milano.
Il Signore dello Scudo, fratello di Lautrec, inviò a Milano un corpo di soldati comandati da Federico Gonzaga che conquistò Vigevano e personalmente andò a occupare
Novara
.
Lautrec tornò ad accamparsi presso
Pavia
e una notte il suo campo subì l'assalto di due squadroni di cavalleria comandati da Francesco Fernando d'Avalos marchese di Pescara.
Il 22 aprile Lautrec decise di attaccare il campo imperiale che si trovava nella località detta La Bicocca ma non riuscì a superare i fossati e lo sbarramento dell'artiglieria. Si ritirò, congedò i mercenari svizzeri e tornò in
Francia
.
Il marchese di Pescara conquistò
Lodi
, che fu saccheggiata, e Pizzighettone. Prospero Colonna assediò
Cremona
e firmò una tregua di quaranta giorni con i Francesi, passò a Genova per destituire il doge Ottaviano Fregoso che si arrese e fu fatto prigioniero morendo poco dopo. Fu nominato doge Antoniotto Adorno e il Colonna passò in
Piemonte
.
Il 4 luglio, scadenza delle tregua, il Signore dello Scudo consegnò
Cremona
agli imperiali e tornò in
Francia
.
Renzo da Ceri
attaccò Siena ma finì col firmare un accordo con il comandante dei Fiorentini Guido Randone.
In Romagna Sigismondo Malatesta si impadronì di
Rimini
.
Il 29 agosto
Adriano VI
giunse finalmente a
Roma
con un grande seguito, l'entrata in città di tanta gente riaccese un sopito focolaio di peste che uccise migliaia di persone.
Il papa mandò le sue milizie in Romagna a recuperare
Rimini
,
Imola
,
Ravenna
e altre città. Annullò il decreto di
Leone X
contro Alfonso duce di Ferrara al quale confermò il dominio di Ferrara, Finale e San Felice e promise la restituzione di
Modena
e Reggio mentre il duca per suo conto recuperava Cento e la Pieve.
Il 20 settembre Solimano si impadronì di
Rodi
mentre dilagava in Europa la dottrina di
Lutero
.
Anno
1523
Papa:
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Il duca Francesco Maria Sforza riuscì a riprendere il castello di Milano il 24 aprile. In agosto il duca subì un attentato segna gravi conseguenze dal suo cameriere Bonifacio Visconti che riuscì a fuggire. Si persò ad una congiura e seguirono arresti e esecuzioni. Secondo un cronista il duca rimase offeso dal veleno con cui era intriso il pugnale che lo aveva leggermente ferito.
Carlo V inviò in Italia il suo cancelliere Girolamo Adorno per concludere accordi con Ferrara e
Venezia
. L'ambasciatore confermò l'investitura del duca di Ferrara e concordò la restituzione dietro pagamento di
Modena
e Reggio.
A
Venezia
l'Adorno propose l'alleanza con l'impero ma morì mentre il senato ne discuteva e le trattative ripresero con il nuovo ambasciatore Marino Caracciolo. Morì anche il doge Antonio Grimani e venne eletto
Andrea Gritti
il quale lasciò la decisione sulla proposta di Carlo V al senato che l'accettò.
In Luglio fu quindi conclusa la lega tra
Venezia
, l'imperatore, l'arciduca Ferdinando e Francesco duca di Milano, in agosto aderirono anche il papa, i re d'Inghilterra e di
Ungheria
, Firenze, Siena e Genova.
Il cardinale Francesco Soderini fu scoperto a tramare una congiura contro l'imperatore e imprigionato in
Castel Sant'Angelo
per ordine del papa.
In settembre morì
Adriano VI
. Il duca Alfonso che non aveva ancora visto onorare le promesse riguardo
Modena
e Reggio decise di passare alle vie di fatto e in settembre si recò con la sua armata a
Modena
ma vedendola troppo ben difesa passò a Reggio che prese senza combattere, accolto lietamente dalla popolazione. Usando l'artiglieria conquistò anche il castello di Rubiera.
Intanto Carlo di Borbone, per contrasti con il re di
Francia
, passava al partito dell'imperatore Carlo V con il quale progettava di occupare la
Borgogna
quando Francesco si fosse mosso per riprendere Milano come in effetti era sua intenzione.
Le manovre del duca di Borbone furono scoperte quando il re si trovava a
Lione
, il duca riuscì a fuggire ma il re ritenne prudente rimanere in
Francia
e mandò in
Lombardia
Guglielmo Grofferio detto Bonivet, ammiraglio di Grancia, persona molto superba e arrogante ma incompetente di cose militari. Comandava un grosso esercito che arrivò a Susa nel mese di settembre. Conquistò Asti,
Alessandria
,
Novara
, passò il
Ticino
e sarebbe entrato facilmente a Milano ma sostò per attendere ulteriori truppe, dando il tempo agli alleati di preparare le difese.
L'armata francese conquistò Monza e si concentrò a Binasco. Nonivet mandò Federico da Bozzolo a soccorrere
Lodi
che era minacciata dal Marchese di Mantova e il castello di
Cremona
che dopo lungo assedio stava per capitolare. Il Bozzolo entrò in
Lodi
e quando il marchese di Mantova se ne allontanò si portò a
Cremona
dove riuscì a rifornire i difensori.
I Francesi tentarono di occupare l'intera città di
Cremona
ma quando ebbero aperto una breccia nelle mura il maltempo fece ingrossare i fiumi bloccando i rifornimenti. A Federico da Bozzolo non rimase che tornare a
Lodi
.
Il Bonivet si avvicinò a Milano mentre Prospero Colonna, che si era ammalato, cedeva il comando al
signore di Alarcone
.
Dopo due mesi di conclave fu eletto papa
Giulio de' Medici
che scelse il nome di
Clemente VII
, si dichiarò neutrale e annunciò di voler pacificare le nazioni europee per poi indire una crociata contro i Turchi. Il duca di Ferrara cessò l'offensiva contro
Modena
, mandò ambasciatori a
Clemente VII
per omaggiarlo e chiedere la restituzione di
Modena
promessa dai predecessori ma il papa voleva indietro Reggio e Rubiera, infine si decise di sospendere la vertenza per un anno.
Peggiorando la salute di Prospero Colonna, l'imperatore nominò comandante delle sue forze in
Lombardia
don Carlos de Nois vicerè di
Napoli
che incontrò a
Parma
Carlo duca di Borbone. Si unì a loro anche il marchese di Pescara che condusse altri soldati e insieme raggiunsero Milano dove fecero visita al Colonna che morì negli ultimi giorni di dicembre.
Anno
1524
Papa:
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
I comandanti delle forze imperiali raccolsero fondi dalla popolazione milanese. Contribuì anche il papa in modo segretissimo mentre continuava a mostrarsi neutrale. Giunsero altri rinforzi dalla
Germania
e giunse Francesco Maria della Rovere duca d'Urbino, generale dei
Veneziani
.
La guerra continuò con scaramucce, scorrerie e conquiste di centri minori mentre gli imperiali evitavano la battaglia campale. Contro un'armata svizzera calata nel
Bergamasco
il duca di Milano mandò Giovanni de' Medici, uomo estremamente ardito, che la respinse verso le montagne e passò ad occupare Caravaggio dove eliminò il presidio francese e lasciò che le sue truppe saccheggiassero la popolazione.
Il Medici attaccò e conquistò Biagrasso dove si trovava un forte presidio francese. Biagrasso fu saccheggiata e probabilmente il bottino veicolò a Milano un'epidemia di peste.
Avendo perso molti uomini ed essendo a corto di viveri, il Bonivet cominciò a ritirarsi. Il duca di Borbone avrebbe voluto attaccarlo ma gli altri comandanti preferirono lasciarlo andare. Mentre i Francesi superavano il Sesia furono attaccati da uno squadrone e persero ancora molti uomini e pezzi di artiglieria, lo stesso Bonivet venne ferito e così ebbero fine le sue imprese in
Lombardia
.
Partito Bonivet i comandanti dell'esercito imperiale recuperarono
Lodi
e
Alessandria
cacciando gli ultimi presidi francesi. Il vicerè de Nois compì una spedizione punitiva contro il Monferrato e Saluzzo che avevano i Francesi.
Il duca di Borbone, francese ribelle che odiava il re di
Francia
che lo aveva privato dei suoi domini, convinse l'imperatore a portare la guerra in
Francia
. Carlo V progettò di attaccare la
Guascogna
e sperava che Enrico re d'Inghilterra attaccasse la Piccardia. Nel mese di luglio il duca di Borbone passò le
Alpi
con il suo esercito. Contro il suo parere gli altri comandanti vollero attaccare Marsiglia che era difesa da
Renzo da Ceri
e Federico da Bozzolo, l'impresa non ebbe successo e gli imperiali si ritirarono dopo aver subito consistenti perdite. Il re Francesco decise di approfittare dell'assenza degli altri imperiali della
Lombardia
per tentare personalmente di prendere Milano e si mise in marcia per il Moncenisio certo di poter precedere i nemici.
Milano era indifendibile perché oltre a essere priva di valido presidio, era flagellata dalla peste che ogni giorni uccideva centinaia di persone. Anche il duca abbandonò la città mentre vi entravano i Francesi. Il re lasciò parte dei suoi soldati ad assediare il castello e andò a attaccare
Pavia
mentre se avesse seguito gli imperiali in ritirata li avrebbe probabilmente sconfitti.
I Francesi presero d'assalto
Pavia
e non riuscendo ad entrarvi decisero di tentare dal lato protetto del fiume
Ticino
che il difensore Antonio da Leva non aveva creduto necessario fortificare. Un gran numero di uomini fu impegnato a deviare il corso del fiume ma quando vi riuscirono iniziò a piovere ininterrottamente, il fiume si ingrossò e cancellò il lavoro fatto.
Il 4 dicembre il re ordinò di attaccare
Pavia
da due lati ma ne ricavò solo ottocento caduti e molti feriti.
Clemente VII
firmò un accordo segreto con il re di
Francia
il quale inaspettatamente sospese i combattimenti a
Pavia
ma senza togliere l'assedio e si dedicò alla conquista del
regno di Napoli
, secondo alcuni su consiglio dello stesso papa. Il cambio di posizione del pontefice amareggiò e preoccupò
Carlo V
gli altri alleati che protestarono vivacemente.
Anno
1525
Papa:
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Gli assedianti di
Pavia
erano in cattive condizione e, tardando il pagamento del soldo, minacciavano di consegnare la città ai
Francesi
ma il loro comandante Antonio da Leva riusciva ancora a mantenere la disciplina con le promesse e la persuasione.
Anche l'armata francese era in difficoltà per le perdite causate da diserzioni e malattie e dall'inopportuna impresa del
Duca di Albania (Giovanni Stewart duca d'Albany)
verso il
regno di Napoli
.
Quanto all'esercito imperiale, tutti i soldati protestavano e minacciavano diserzioni, a fatica il Marchese di Pescara manteneva l'ordine promettendo un'imminente vittoria.
Tra gennaio e febbraio giunsero al campo imperiale consistenti rinforzi inviati dall'arciduca Ferdinando. Intanto il
vicerè Lanoia
(Carlo di Lennoy), decise di tentare la liberazione di
Pavia
e concentrò le sue forze in
Lombardia
. Il Marchese di Pescara fece strage del presidio francese di Sant'Angelo tra
Lodi
e
Pavia
.
I Francesi subirono vari incidenti e defezioni mentre il re Francesco I nella certosa di
Pavia
si dava ai diverimenti sicuro di avere un'armata in piena efficienza.
A
Roma
i
Colonna
, fautori degli imperiali, andarono con quattromila uomini contro un corpo francese guidato dal
duca d'Albany
alle porte di
Roma
. Il 14 febbraio il duca di Pescara riuscì a far entrare in
Pavia
viveri e munizioni, ma il re Francesco I si ostinava a resistere e mandò via dalla città tutti coloro che non potevano combattere preparandosi a ricevere un assalto nemico.
Gli imperiali attaccarono il 24 febbraio, aprirono una breccia nelle mura ed entrarono in
Pavia
. Francesco I fu catturato e si arrese al vicerè
Lannoy
che lo accolse onorevolmente. I Francesi subirono migliaia di perdite, molte di meno gli imperiali.
Il re Francesco fu tradotto alla Rocca di Pizzighettone e gli fu concessa la compagnia di venti persone del suo seguito, successivamente fu condotto a Madrid dove egli stesso aveva chiesto di essere trasferito per poter trattare direttamente con Carlo V. Il marchese di Pescara, trasportato a Milano, rimase lungamente in cura per le ferite riportate in battaglia.
I signori degli stati italiani erano preoccupati per i successi dell'imperatore in Italia e il papa trattò un accordo con il vincitore che fu concluso il primo aprile.
Il duca di Milano constatava che il suo stato era ormai in mano agli Spagnoli e il suo consigliere Girolamo Morone si rivolse al duca di Pescara proponendogli di unire le forze per scacciare gli Spagnoli, liberare Milano e impadronirsi della corona di
Napoli
. Il duca accettò a condizione che
Venezia
e il papa partecipassero all'impresa.
Venezia
e il papa si dissero disponibili ma il duca di Pescara ne informò Carlo V che gli ordinò di agire contro la nascente lega. Girolamo Morone fu arrestata e Milano fu presidiata militarmente costringendo lo Sforza a rifugiarsi nel castello. Tutti gli stati italiani intrapresero iniziative contro il crescente potere imperiale coinvolgendo anche la regina di Francia che a sua volta aveva fatto lega con l'Inghilterra.
Morì in Novembre Francesco Ferdinando d'Avalos duca di Pescara considerato l'eroe delle recenti guerre, lasciò vedova Vittoria Colonna, donna celebrata dai poeti del suo tempo.
Alfonso marchese del Vasto assunse il ruolo di comando che era stato del defunto duca.
Anno
1526
Papa:
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Il 17 gennaio fu conclusa la pace tra Carlo V e Francesco I che era ancora prigioniero. La Francia cedeva all'imperatore tutti i suoi diritti sul regno di
Napoli
, su Milano, Genova e Fiandra e si impegnava a cedere anche il
ducato di Borgogna
.
All'inizio di marzo il re venne liberato e due suoi figli furono consegnati in ostaggio a garanzia degli impegni presi. La pace conclusa non piacque al papa, a
Venezia
e agli altri stati italiani che iniziarono trattative per allearsi contro l'imperatore.
Il 22 maggio
1526
fu costituita la Lega di Cognac detta Lega Santa tra il papa, la Francia,
Venezia
, Firenze e Francesco Sforza. Il papa spedì a
Piacenza
il conte guido Rangone al comando delle milizie pontificie, le forze fiorentine erano comandate da Francesco Vitelli e da Giovanni de'Medici, quelle veneziane da Francesco Maria duca di Urbino. Carlo V, non ancora informato sulla costituzione della lega, intendeva avviare trattative di pace con il papa ma
Clemente VII
respinse ogni sua proposta.
Nel mese di giugno
Lodi
fu liberata dal presidio spagnolo da Ludovico Vistarino, lodigiani, alleatosi con il marchese di Urbino e con Malatesta Baglioni comandante dei
Veneziani
.
Le forze collegate si concentrarono nei pressi di Milano ma entrò in città il duca di Borbone con ottocento fanti spagnoli e quanto tentarono un assalto i collegati incontrarono una resistenza imprevista e si ritirarono a Marignano.
Milano rimaneva assediata dagli Spagnoli. Il duca, ancora chiuso nel castello, si accordò con il duca di Borbone ed ottenne la libertà di uscire da Milano per trasferirsi a
Lodi
con la famiglia.
In agosto i collegati tentarono di liberare
Cremona
, intanto il papa trattava di pace con
Napoli
e il 22 di agosto concluse un accordo e imprudentemente licenziò gran parte delle sue milizie.
La notte tra il 19 e il 20 settembre un'armata comandata dal reggente di
Napoli
Ugo di Moncada e da Ascanio e Vespasiano Colonna attaccò
Roma
e prese tre porte. Era con loro il cardinale
Pompeo Colonna
che notoriamente aspirava al soglio pontificio. Il papa si chiuse in
Castel Sant'Angelo
mentre i
Napoletani
saccheggiavano il Vaticano.
Clemente VII
fu costretto a cedere alle condizioni offerte da Ugo di Moncada che prevedevano tra l'altro il ritiro delle truppe dalla Chiesa in
Lombardia
. Presto il papa ruppe la tregua e mandò i soldati richiamati dal fronte lombardo a danneggiare i possedimenti dei
Colonna
per vendicare l'offesa subita.
A novembre entrò in Italia
Georg von Frundsberg
(Muratori scrive Giorgio Fransperch) con quattordicimila soldati tedeschi che aveva reclutato a proprie spese. Nei pressi di Borgoforte furono affrontati da Giovanni de'Medici il quale fu ferito durante lo scontro e trasportato a Mantova morì il 30 settembre all'età di ventotto anni.
I Tedeschi, entrati in Italia senza artiglieria, ne erano stati riforniti da Alfonso duca di Ferrara, avversario del papa e simpatizzante per l'imperatore. Questi respinse il tardivo tentativo di conciliazione da parte di
Clemente VII
perché Carlo V aveva confermato tutti i suoi domini e lo aveva nominato capitano generale delle sue forze in Italia, mentre veniva concordato il matrimonio tra Ercole figlio del duca e Margherita figlia naturale dell'imperatore.
Una flotta spagnola comandata dal vicerè
Lannoy
giunse in Italia e si scontrò con le navi del papa comandate da Andrea Doria e con quelle francesi comandate da Pietro Navarro, perse una nave e riparò a
Napoli
.
Il Borbone imprigionò Girolamo Morone che gli versò un riscatto e poi divenne suo consigliere.
Napoli
fu colpita dalla peste e dalla carestia.
I Turchi fecero irruzione in
Ungheria
e occuparono Buda mentre tutti deprecavano il comportamento del papa che invece di tentare di fermarli faceva guerra ai cristiani.
Anno
1527
Papa:
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Il giovane
Napoleone Orsini abate di Farfa
venne rinchiuso in
Castel S. Angelo
con l'accusa di aver preso accordi segreti con il vicerè
Lannoy
e di tramare contro la persona del papa. Il vicerè andò all'assedio di
Frosinone
ma fu respinto da
Renzo da Ceri
e da Alessandro Vitelli.
Renato conte di Vaudemont, chiamato dal papa, prese il comando di una flotta di navi del Vaticano e di
Venezia
e navigò fino alla costa campana. Conquistò Castellamare di Stabia, Torre del Greco,
Sorrento
e
Salerno
. Intanto in
Abruzzo
gli agenti del papa fecero ribellare l'Aquila mentre
Renzo da Ceri
conquistava
Tagliacozzo
e puntava verso
Sora
ma la mancanza di denaro per pagare i soldati provocò tante diserzioni che
Renzo da Ceri
tornò a
Roma
abbandonando le sue imprese.
Il papa aveva più volte tentato approcci con il vicerè di
Napoli
ma l'opposizione del re di Francia e di
Venezia
complicavano le trattative. Quando seppe che gli imperiali erano stati espulsi da
Frosinone
il papa, sperando fosse l'inizio di una serie di successi, interruppe i negoziati. Poco dopo
Clemente VII
firmò una tregua di otto mesi con l'impero e commise il grave errore di licenziare le milizie.
Comparve a
Roma
un bizzarro personaggio vestito di sacco, detto Brandano o il Pazzo di Cristo, andava predicando l'imminente tragedia che attendeva i Romani ed esortava al pentimento. Fu imprigionato per evitare disordini ma dopo il sacco di
Roma
venne liberato e ritenuto un profeta.
Carlo duca di Borbone recò rinforzi a
Von Frundsberg
che era occupato presso Fiorenzuola. L'esercito che si formò contava molti luterani, inoltre da molto tempo i soldati non venivano pagati, fu quindi naturale che concepissero il piano di marciare fino a
Roma
per arricchirsi con il saccheggio. Iniziarono la discesa verso il Lazio predando quanto trovavano lungo il cammino, il duca di Ferrara mandò loro rifornimenti sperando di indurli a lasciare al più presto il suo territorio.
Il comandante
von Frundsberg
, sofferente per un colpo apoplettico, fu portato a Ferrara per essere curato mentre l'esercito sostava nel Bolognese, ma quando giunse da
Roma
l'ordine di uscire dai territori della Chiesa, i soldati si ribellarono. Il marchese del Vasto ottenne dal duca di Ferrara il pagamento di una transazione per l'acquisto della Signoria di Carpi e con quel denaro riuscì a placare gli insorti. Un inviato del vicerè ordinò all'esercito invasore di non procedere oltre ma senza risultati.
Superato l'
Appennino
, il Duca di Borbone che comandava l'intera armata essendo il
Frundsberg
infermo, penetrò in
Toscana
e si fermò al confine del Senese saccheggiando e bruciando il contado fiorentino mentre riceveva aiuti e rifornimenti da Siena.
In questa situazione i Fiorentini si sollevarono per scacciare i Medici e chiamarono in soccorso il duca di Urbino e Michele marchese di Saluzzo la cui presenza indusse il Borbone a lasciare Firenze e a mettersi in marcia con l'esercito alla volta di
Roma
. Non è certo il numero di quei militari tedeschi, spagnoli e italiani che forse arrivavano a trentamila, inoltre si aggiunsero molti malviventi in cerca di bottino.
La carenza di viveri era un forte incentivo alla rapidità per l'esercito del Borbone che procedeva velocemente nonostante le pessime condizioni delle strade e saccheggiava
Acquapendente
, San Lorenzo alle Grotte, Ronciglione e altri luoghi. Il papa, nonostante la tregua già stabilita con Lannoy, si alleò con
Venezia
e con il duca di Milano ma non bastò questo per evitare la catastrofe. Era incaricato di organizzare le difese Renzo da Ceri che riuscì a radunare diecimila uomini ma molti erano popolani inesperti.
Il Borbone giunse alle porte di
Roma
il 5 maggio e il giorno seguente assalì il Borgo di San Pietro. Renzo da Ceri, Camillo Orsini, Orazio Baglioni e altri resistettero validamente ma furono ostacolati da un'improvvisa nebbia che impediva il tiro dell'artiglieria. Il duca di Borbone fu ucciso da un proiettile mentre saliva sulle mura, ma i suoi soldati entrarono e si impadronirono di
Trastevere
e di altri quartieri mentre papa Clemente si ritirava in Castel Sant'Angelo con il suo seguito.
Il saccheggio durò diversi giorni, furono uccisi migliaia di cittadini, i soldati del Borbone, gli Spagnoli e i Tedeschi commisero infinite atrocità.
Gli invasori catturarono molti nobili e prelati per esigere riscatti e per far loro rivelare i nascondigli di denaro e preziosi. Molte matrone romane, ragazze e suore furono stuprate non avendo alcun freno la libidine e la violenza dei saccheggiatori.
Intanto il papa rimaneva chiuso in
Castel Sant'Angelo
e sperava di essere soccorso dalle forze della Lega. Queste si stavano lentamente avvicinando a Orvieto e qui si trattennero mentre i comandanti discutevano sul da farsi.
Filiberto principe d'Oranges fu eletto generale degli imperiali che si trovavano a
Roma
e subito ordinò la costruzione di trinceramenti intorno a
Castel Sant'Angelo
.
Il 10 maggio arrivarono a
Roma
ugo di Moncada e il cardinale
Pompeo Colonna
che con la loro autorità riuscirono a far cessare almeno in parte i crimini degli invasori. Il 16 maggio la popolazione di Firenze mandò in esilio Alessandro e Ippolito de'Medici e i cardinali
Cortona
, Cibò e Salviati legati del papa restaurando il governo popolare.
I
Veneziani
occuparono le città di
Ravenna
e di Cesena. Sigismondo Malatesta entrò a
Rimini
, Alfonso duca di Ferrara recuperò
Modena
che gli era stata tolta dalla Chiesa con grande soddisfazione della cittadinanza. Le forze della Lega, giudicando troppo pericoloso attaccare gli imperiali, si ritirarono verso
Viterbo
e al papa non rimase che accettare le dure condizioni di resa imposte dagli imperiali che consistevano nel pagamento di grosse somme di denaro, nella consegna di
Castel Sant'Angelo
e altri siti fortificati e nella cessione all'imperatore di
Piacenza
,
Parma
e
Modena
. Un presidio militare entrò in
Castel Sant'Angelo
mentre il papa e tredici cardinali furono trattenuti prigionieri in garanzia dei pagamenti stabiliti.
La peste, o altra epidemia provocata dall'abbondanza di cadaveri non sepolti, colpì l'armata degli invasori e ne fece strage: sembra che in meno di due anni morissero tutti coloro che avevano preso parte al sacco di
Roma
.
L'imperatore Carlo V alla notizia del sacco di
Roma
si mostrò addolorato e interruppe i festeggiamenti per la nascita del figlio Filippo ma in realtà non è noto se fosse sincero o se avesse proprio lui ordinato di saccheggiare la città ed arrestare il papa.
Il re di Francia e il re d'Inghilterra fecero lega tra loro per cogliere l'occasione di ridimensionare il potere di Carlo V, alla lega aderirono anche i
Veneziani
, il duca di Milano, il collegio dei cardinali e i Fiorentini.
A Milano era governatore Antonio da Leva che aveva con se milizie tedesche e spagnole. I soldati non ricevevano la paga e vivevano a spese della popolazione. I
Veneziani
e il duca di Milano portarono le loro forze a
Lodi
per attaccare Leva ma questi li prevenne posizionando le sue truppe a Marignano.
Gian Giacomo Medici detto il Medeghino condusse quattromila fanti e cinquecento cavalieri nel Milanese dove arrecò infiniti danni finché non fu sconfitto da Antonio da Leva.
Il re di Francia reclutò un potente esercito e lo mandò in Italia comandato da Odetto di Fois signore di Lautrec, assoldò anche Andrea Doria con otto galee.
Lautrec combattè in
Piemonte
contro Ludovico conte di Lodrone e infine lo sconfisse conquistando
Alessandria
.
Andrea Doria intercettò a Portofino navi cariche di rifornimenti dirette a Genova.
I
Genovesi
decisero di arrendersi ai Francesi, Lautrec mandò Teodoro Trivulzio a governare la loro città. I Francesi conquistarono anche
Alessandria
dove fu posto un presidio del duca di Milano.
Lautrec passò quindi ad assediare
Pavia
, valorosamente difesa dal conte di Belgioioso, che dovette arrendersi in ottobre. La città fu saccheggiata e prima che Lautrec desse l'ordine di ripartire vennero uccise oltre duemila persone. Rimanevano da conquistare Milano e Como ma Lautrec accolse le sollecitazioni del cardinale Cibò che lo invitava a liberare il papa ancora prigioniero degli Spagnoli e mosse verso
Roma
. Fece sosta a
Piacenza
per concludere alleanza con Alfonso duca di Ferrara e Federico Gonzaga marchese di Mantova.
Intanto a
Roma
infuriava la peste. Il papa e i cardinali che erano con lui furono trasferiti in Belvedere, quanto restava dell'esercito invasore si spostò verso Otricoli, Terni, Narni, Spoleto e altri luoghi depredando e uccidendo.
A
Perugia
Orazio Baglioni uccise Gentile Baglioni che era al servizio del papa, demolì il suo palazzo, saccheggiò molte case e rimase padrone della città.
A
Roma
le trattative per la liberazione del papa si erano arenate ma alla morte di Lannoy furono riprese dal nuovo Vicerè di
Napoli
Ugo di Moncada coadiuvato da Girolamo Morone e dal cardinale
Pompeo Colonna
. Finalmente il 31 ottobre si giunse ad un accordo che impegnava il papa a non opporsi all'imperatore nelle cose riguardanti Milano e
Napoli
e a pagare grosse somme di denaro. Per procurare i fondi necessari il pontefice creò a pagamento alcuni nuovi cardinali.
Diffidando degli Spagnoli,
Clemente VII
non attese la data stabilita per la sua liberazione ma fuggì travestito da mercante e raggiunse Orvieto con l'aiuto di Luigi Gonzaga.
In quest'anno l'intera Italia fu colpita dalla peste e dalla carestia, la popolazione era in miseria e la mortalità altissima.
Anno
1528
Papa
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Il duca di Urbino e altri rappresentanti della Lega si recarono a Orvieto per rendere omaggio a
Clemente VII
e convincerlo ad aderire alla Lega stessa, ma il papa non prese alcuna decisione in merito.
I rappresentanti di Francia e Inghilterra il 25 gennaio dichiararono guerra a Carlo V. Il Lautrec, che aveva sostato a
Bologna
in attesa degli eventi, si mise in marcia e il 10 febbraio raggiunse con il suo esercito il
fiume Tronto
, confine tra lo stato della Chiesa e il regno di
Napoli
.
Il 17 febbraio il principe d'Orange alla testa dell'armata imperiale lasciò
Roma
alla volta di
Napoli
. Poco dopo giunse a
Roma
Napoleone Orsini abate di Farfa che si occupò di ammazzare tutti gli Spagnoli e i Tedeschi rimasti in città perché malati. Intanto Lautre conquistava diverse località nel Piceno, in
Abruzzo
e in
Puglia
. Il vicerè Ugo di Moncada si ritirò con le sue genti sotto le mura di
Napoli
mentre i Francesi penetravano in
Campania
e i
Veneziani
si impossessavano di Trani e di Monopoli. Alla fine di aprile anche Lautrec si accampò sotto
Napoli
.
In quel periodo la
Lombardia
e il Veneto soffrivano per una grave epidemia di peste. Milano in particolare, oltre alla pestilenza doveva sopportare la fame e l'obbligo di nutrire le truppe imperiali che rimanevano in città in attesa della paga. In aprile Gian Giacomo de'Medici tentò di conquistare Lecco e fu respinto ma intraprese abilmente trattative diplomatiche con le quali ottenne da De Leyva il titolo di conte di Lecco.
Carlo V inviò in Italia un corpo di quattordicimila tedeschi comandati da Arrigo duca di Brunsich che in maggio giunse al lago di Garda dandosi al saccheggio del
Bresciano
e del
Bergamasco
. Il duca di Brunswich si accordò con Antonio de Leva, che aveva recentemente conquistato
Pavia
, e insieme assediarono
Lodi
: l'avrebbero conquistata se una grave epidemia non avesse devastato le truppe dei Tedeschi costringendo il duca a ricondurle in
Germania
.
I Francesci, rinforzati da nuovi contingenti svizzeri, insieme ai
Veneziani
tentarono di prendere
Pavia
che cadde in loro potere nel mese di settembre. I Milanesi inviarono richieste di aiuto all'imperatore ottenendo soltanto "buone parole e promesse di pace" mentre il de Leva inventava nuove gabelle a carico della cittadinanza per pagare i soldati.
Nel frattempo i Francesi di Lautrec continuavano a assediare
Napoli
. Andrea Doria, comandante delle navi francesi, bloccava le navi da carico che portavano rifornimenti agli assediati. Il vicerè Moncada uscì in mare con cinque galee contro il Doria e nella sanguinosa battaglia che seguì persero la vita lo stesso Moncada, Cesare Fieramosca, Jaches d'Altamura e molti altri. Furono catturati il marchese del Vasto, Ascanio e Camillo Colonna, il principe di Salerno. Le navi da carico furono prese dal Doria con grande danno per gli imperiali.
La peste che colpiva
Napoli
contaggiò gli assedianti uccidendone molti fra con il nunzio del papa e Luigi Pisano legato veneto. Si ammalò anche il Lautrec che morì il 15 agosto lasciando il comando al marchese di Saluzzo.
Intanto Andrea Doria, scaduta la sua ferma presso i Francesi, passò all'imperatore facendo saltare tutti i piani degli assedianti che si ritrovarono a Aversa ma furono attaccati dagli imperiali durante la ritirata e subirono molte perdite. Si conclusero così i tentativi francesi di prendere
Napoli
ma le ostilità continuarono. Renzo da Ceri con alcuni degli Orsini si fortificò in Barletta mentre i
Veneziani
comandati da Cacciadiavoli Contarino occuparono vari luoghi in
Puglia
e in Calabria.
Intanto il Principe d'Oranges intentò causee contro i nobili napoletani che avevano dimostrato di simpatizzare per i Francesi.
Il 12 settembre Andrea Dor ia, che era passato agli imperiali, entrò in Genova con un manipoilo di soldati e sollevò la popolazione contro gli occupanti francesi. Negli ultimi giorni di settembre la città fu liberata e ne venne affidato il governo alle principali famiglie.
Clemente VII
lasciò Orvieto e tornò a
Roma
, richiamando quanti erano fuggiti, riprese quindi ad insidiare l'odiato Alfonso duca di Ferrara contro il quale vennero ordine alcune congiure che il papa negò di aver ispirato.
Don Ercole, figlio del fuca Alfonso, sposò Renea figlia di Luigi XII e cognata di Francesco I.
Anno
1529
Papa
Clemente VII
Imperatore:
Carlo V
Papa Clemente si ammalò gravemente tanto che si sparse la voce della sua morte, tuttavia il pontefice guarì e riprese le sue trattative politiche con l'imperatore e con il re di Francia.
Forti tensioni turbavano il regno di
Napoli
: l'Aquila si era ribellata, Barletta era nelle mani di Renzo da Ceri, Trani, Pulignano e Monopoli in quelle dei
Veneziani
, Monte Sant'Angelo, Nardò e Castro ubbidivano ai Francesi. Alfonso marchese del Vasto represse la ribellione dell'Aquila, passò quindi a Monopoli ma i
Veneziani
lo costrinsero a ritirarsi. Molfetta fu presa e saccheggiata da Cacciadiavoli Contarino.
Un contingente di duemila spagnoli malamente armati e vestiti raggiunse Genova e fu preso in consegna dal conte Ludovico di Barbiano che lo condusse a Milano dove gli Spagnoli si diedero a depredare le cose dei cittadini.
I Francesi conquistarono Novara, Vigevano e altri luoghi. Il Signore di San Polo, generale dei Francesi, tenne un consiglio con i comandanti veneti e sforzeschi e fu deciso di assediare Milano con l'obiettivo di prenderla per fame. Il San Polo quindi passò a Genova sperando di approfittare dell'assenza di Andrea Doria che era stato chiamato in
Spagna
dall'imperatore, ma fu sorpreso e sconfitto da Antonio de Leyva che fece prigionieri il conte Claudio Rangone, Giangirolamo da Castiglione e lo stesso San Polo.
Considerati gli insuccessi dei Francesi e il proprio rancore nei confronti dei Fiorentini il papa decise di accordarsi con l'imperatore mettendo da parte il ricordo degli affronti subiti. Il 29 giugno fu conclusa a Barcellona la lega tra il papa e l'imperatore. Quest'ultimo si impegnò a restaurare il governo dei Medici a Firenze, far sposare sua figlia Margherita d'Austria con Alessandro creduto figlio illegittimo di Lorenzo de'Medici, a restituire al papa
Modena
, Reggio, Rubiera,
Cervia
e
Ravenna
occupate dai
Veneziani
, ad aiutare
Clemente VII
a togliere il ducato di Ferrara alla casa d'Este.
Il re Francesco I il 5 di agosto concluse un accordo per liberare i figli che erano presso l'imperatore come ostaggi, pagando un esoso riscatto in denaro e in cessioni territoriali.
In Italia continuava la guerra dei
Veneziani
e del duca di Milano contro gli Imperiali. Il papa mandò il principe d'Oranges con ottomila mercenari contro Firenze.
Malatesta Baglioni, passato dal papa ai Fiorentini, recuperò
Perugia
, mise presidi in Macerata, Montefalco a Assisi e saccheggiò Spello, ma il 9 settembre, attaccato in
Perugia
dal principe di Oranges, fu costretto a arrendersi.
In ottobre il d'Oranges si accampò presso Firenze. Il papa propose ai Fiorentini moderate condizioni di pace, in pratica chiese solo la restaurazione dei Medici ma il consiglio cittadino respinse ogni proposta.
Il 12 agosto Carlo V giunse a Genova con la flotta di Andrea Doria e fu accolto con grandi onori dalla popolazione. Il papa moderava le trattative tra l'imperatore, i
Veneziani
e il duca di Milano. Carlo V voleva
Alessandria
e
Pavia
, mandò i soldati che erano con lui nella prima e concordò con il de Leyva di assediare la seconda che si arrese senza combattere.
Il 5 novembre il papa e l'imperatore si incontrarono a
Bologna
ed avviarono le trattative per pacificare l'Italia. Il 22 novembre furono raggiunti da Francesco Maria Sforza duca di Milano che grazie ai buoni uffici del papa fu reinsediato dal governo di Milano a condizione di pagare all'imperatore tributi in denaro che, ovviamente, andarono ad aggravare per l'ennesima volta le condizioni della popolazione milanese. Inoltre l'esercito imperiale, avuta notizia dell'accordo, si portò rapidamente presso Milano e fece pressione per ottenere dai cittadini le paghe che da tempo non percepiva pena il saccheggio e la devastazione. Informato da messaggeri milanesi, Carlo V stornò il pericolo ordinando alle milizie di portarsi in
Toscana
.
Anche i
Veneziani
conclusero la pace con l'imperatore impegnandosi a restituire le terre occupate nel regno di
Napoli
,
Ravenna
e
Cervia
. Il 23 dicembre fu istituita una lega perpetua tra Carlo V,
Clemente VII
,
Ferdinando di Ungheria
,
Venezia
, Milano, il duca di Savoia, i marchesi di Monferrato e di Mantova.
La guerra continuava solo a Firenze dove si erano concentrate le milizie del papa e quelle dell'imperatore.
------ volume 14 -- p. 269
Anno
1536
Papa
Paolo III
Imperatore:
Carlo V
Giunto a
Napoli
il duca di
Firenze
Alessandro de'Medici fu chiamato a rispondere delle accuse dei fuoriusciti
Fiorentini
ma l'imperatore, per denaro o per scelta politica, decise la questione in favore del duca riconoscendolo signore di
Firenze
e gli fece sposare Margherita, sua figlia naturale. Dopo le nozze il duca tornò a
Firenze
mentre l'imperatore con il suo seguito raggiunse
Roma
il 5 aprile.
Paolo III
si lamentò con l'imperatore per l'arroganza del re di
Francia
Francesco che senza tener conto dei trattati in essere aveva attaccato il duca di Savoia. Il papa si offrì di fare da mediatore ma Francesco si ostinò a pretendere il ducato di Milano per il suo primogenito duca d'Orleans marito di Caterina de'Medici. Approfittando della presenza dell'imperatore nel concistoro tenutosi in quel mese di aprile il papa annunciò la convocazione del concilio ecumenico. L'imperatore si portò in
Lombardia
sostando in varie città dove raccolse tributi per finanziare le sue imprese. L'esercito francese calò in Italia comandato dall'ammiraglio Filippo Sciabot al quale si unì Francesco Marchese di Saluzzo e conquistò
Torino
, Pinerolo, Fossano, Chieri e altre località. Il duca di Savoia con l'aiuto di Antonio da Leva governatore di Milano e dei Vaneziani riuscì soltanto a presidiare Vercelli ma il re di
Francia
fermò l'avanzata della sua armata per ascoltare le proposte del pontefice e inviò in Italia il cardinale di Lorena per incontrare Carlo V ma i colloqui che seguirono non produssero risultati concreti. Ad Asti l'imperatore, il marchese di Saluzzo e il governatore di Milano decisero di far guerra alla
Francia
.
Una grande armata di tedeschi, spagnoli e italiani comandata da Antonio da Leva, Alfonso del Vasto, Don Ferrante Gonzaga e il duca d'Alba all'inizio di luglio mosse verso la Provenza procedendo in parallelo con la flotta di Andrea Doria. Gian Giacomo signore di Musso e marchese di Marignano detto il Medeghino (Gian Giacomo Medici) rimase con circa diecimila soldati ad assediare
Torino
insieme al marchese di Saluzzo.
In autunno l'armata imperiale rientrò in Italia con grandi perdite e senza risultati. Uno dei promotori della spedizione, Antonio de Leva, era morto in
Francia
di malattia..
Anche i Francesi avevano subito gravi danni e il re piangeva la morte del figlio, il delfino Francesco, fulminato da una malattia. IL coppiere conte Sebastiano Montecuccoli fu ingiustamente accusato di averlo avvelenato su istigazione del generale De Leva e sulla base di una confessione estorta con la tortura venne atrocemente giustiziato.
Il conte Guido Rangone generale dell'esercito francese entrò in Italia con l'ordine di tentare la presa di Genova approfittando dell'assenza della flotta. In agosto occupò
Tortona
e dopo un assalto fallito alle mura di Genova si portò in
Piemonte
dove conquistò Carignano, Chieri,
Carmagnola
, Chierasco mentre delegava a Cesare Fregoso la presa di Raconigi. Infine liberò
Torino
dall'assedio degli imperiali.
Carlo V incontrò a Genova Federico marchese di Mantova che gli espose i diritti della moglie sul Monferrato. L'imperatore gli assegnò la regione a scapito degli altri pretendenti, il marchese di Saluzzo e Carlo duca di Savoia. Carlo V ripartì per la
Spagna
. Federico duca di Mantova riuscì a entrare a
Casale
il 29 novembre con l'aiuto del nuovo governatore di Milano Marchese del Vasto che la liberò dai militari francesi che l'avevano occupata. Nello stesso mese Massimiliano Stampa cedette all'imperatore il castello di Milano del quale era affidatario per volontà del defunto Francesco Sforza e fu nominato marchese di Soncina.
Anno
1541
Papa
Paolo III
Imperatore:
Carlo V
L'esercito pontificio comandato da Pier Luigi Farnese attaccò Rocca di Papa sconfiggendo Ascanio Colonna. Passò quindi a Palliano e solo dopo un lungo assedio se ne impadronì vincendo Fabio Colonna e conquistò anche le altre località occupate dai Colonna nel territorio della Chiesa.
L'imperatore
Carlo V
era alle prese con le lotte di religione e con i Turchi che minacciavano l'
Ungheria
. Non si riuscì a convocare il Concilio per dissensi sulla scelta della sede e in
Ungheria
l'esercito del re
Ferdinando
fu sconfitto dall'armata di Solimano che occupò Buda. Carlo, tuttavia, scese in Italia per svolgere il suo progetto di combattere i corsari di Algeri. Fu accolto a Trento dal Marchese del Vasto, Ercole II duca di Ferrara e Ottavio Farnese duca di Camerino. Passò quindi a Milano poi a Genova per raggiungere Lucca dove doveva incontrare il papa.
Il re di
Francia
Francesco, mirando a indebolire la potenza austriaca, intratteneva rapporti diplomatici con Solimano. Il suo ambasciatore Antonio Rincone rientrando in Italia da
Costantinopoli
fu trucidato sul Po con il suo seguito e il re di
Francia
ne incolpò il Marchese del Vasto dichiarando di considerare rotta la tregua che vigeva tra
Francia
e Impero. Era una chiara minaccia di guerra e per scongiurarla
Paolo III
andava ad incontrare Carlo V.
Durante i colloqui tra papa e imperatore si presentò un inviato del re di
Francia
a chiedere giustizia contro il Marchese del Vasto, ottenuto un rifiuto il re fece arrestare Giorgio d'Austria vescovo di Liegi, quindi strinse alleanza con i re di Svezia e di Danimarca contro l'imperatore.
Paolo III
propose a Carlo V di affidare provvisoriamente il ducato di Milano a suo nipote Ottavio Farnese.
Dopo un breve soggiorno a Lucca, l'imperatore si portò a
Maiorca
per unirsi alla sua potente flotta comandata da Andrea Doria. Il 18 ottobre partì per Algeri e qui giunti gli imperiali iniziarono l'assedio ma il 25 ottobre centotrenta delle loro navi furono distrutte da una tempesta. I superstiti si trovarono privi di sostentamento e furono costretti a riprendere il mare con le imbarcazioni ancora utilizzabili ma molti fecero naufragio e lo stesso Carlo V riuscì a raggiungere Cartagena solo il 3 dicembre dopo varie disavventure.
Anno
1572
Papa Gregorio XIII
Imperatore Massimiliano II
Morì in quest'anno il papa Pio V. Acceso sostenitore della lotta contro gli Ottomani aveva a questo fine raccolto grandi somme, parte delle quali fu trovata in Castel S. Angelo. Il conclave scelse come successore i Pio V il cardinale Ugo Boncompagni di antica e nobile famiglia bolognese che secondo Muratore discendeva dallo scrittore fiorentino Boncompagno vissuto nel XII secolo. Il nuovo papa prese il nome di Gregorio XIII e come primo atto del suo pontificato destinò ai poveri le somme che tradizionalmente si erogavano al popolo e ai partecipanti del conclave in occasione dell'elezione papale.
Per proseguire la guerra contro gli Ottomani, Gregorio XIII inviò messi nelle corti d'Europa a sollecitare aiuti. Nominò comandante della galee pontificie Marcantonio Colonna. Soltanto Filippo II inviò soccorsi, per altro limitati perché si credeva imminente una guerra tra Francia e
Spagna
. Fu comunque organizzata una flotta consistente ma i Turchi evitarono più volte lo scontro diretto e all'inizio dell'inverno le navi tornarono indietro senza aver ottenuto risultati apprezzabili.
Iniziò in quest'anno la ribellione dei Paesi Bassi contro il re di
Spagna
, a stimolarla con promesse di aiuti era soprattutto il principe d'Orange appoggiato dai protestanti tedeschi e dagli ugonotti francesi. Scoppiarono rivolte in Olanda, Zelanda e Frisia, soprattutto nelle città dove il protestantesimo aveva più seguaci. Queste città si unirono per dare vita alla Repubblica delle Province Unite che successivamente crebbe fino a diventare una delle maggiori potenze europee.
Il re di Francia Carlo IX colse l'occasione del matrimonio tra Enrico re di Navarra e Margherita di Valois, che aveva attirato a Parigi molti ugonotti, per ordinare la strage della notte del 24 agosto, San Bartolomeo. Furono uccisi due o tremila protestanti tra i quali quattrocento nobili. Poco dopo a
Lione
,
Tolosa
, Roano ed altre città si verificarono altre stragi.
Nel mese di settembre morì Barbara d'Austria duchessa di Ferrara.
Anno
1588
Papa Sisto V
Imperatore Rodolfo II
Papa Sisto V istituì per ogni città dello Stato Pontificio l'archivio pubblico dove registrare tutti gli atti notarili. Istituì anche un tesoro di cinque milioni di scudi d'oro che la Chiesa potesse utilizzare in caso di invasione degli Ottomani o in altre simili emergenze. Il prelievo fiscale straordinario attuato per costituire questo tesoro suscitò molto malcontento. Lo stesso papa fece costruire dieci nuove galee.
A
Roma
giaceva in terra un grandissimo obelisco che Costantino aveva trasportato dalla sua sede in
Egitto
fino a
Alessandria
con l'intenzione di portarlo a Costantinopoli ma suo figlio Costanzo lo aveva condotto a
Roma
e lo aveva eretto nel Circo Massimo. Rotto in tre pezzi, l'obelisco rimase in terra per secoli finché Sisto V lo fece riparare e installare nella Piazza del Laterano.
Il papa fece costruire anche un nuovo edificio per la Biblioteca Vaticana con annessa stamperia.
Filippo II aveva allestito una grande flotta che intendeva usare contro Elisabetta regina di Inghilterra, sostenitrice dei protestanti nei Paesi Bassi. Il duca Alessandro Farnese ebbe ordine di preparare un grosso esercito con navi adatte a trasportarlo in Fiandra. Arruolando soldati a Milano,
Napoli
, in
Borgogna
e in
Germania
, il Farnese riunì quarantamila fanti e tremila cavalieri.
Anche la regina Elisabetta approntò una poderosa flotta e un forte esercito affidando il comando a Carlo Howard e Francesco Drago (Francis Drake).
La flotta spagnola al comando del duca di Medina Sidonia partì nel mese di giugno ma fu presto dispersa da una burrasca. Una volta riunita proseguì verso l'Inghilterra e giunse in vista dell'armata nemica. Il comandante spagnolo attese l'ordine del Consiglio di Spagna e tentò senza successo di provocare uno scontro con il Farnese. Improvvisamente una tempesta colpì la flotta spagnola affondando molte navi, altre furono catturate dagli Inglesi e quelle che riuscirono a tornare in
Spagna
erano in pessimo stato. Filippo II non si perse d'animo, tuttavia il duca di Medina Sidonia fu esonerato dall'incarico.
In Francia il re Enrico III guardava con sospetto ed inquietudine la popolarità che Enrico di Guisa andava acquistando. Il 12 maggio, detto il giorno delle barricate, il popolo cattolico di Parigi insorse contro la guarnigione armata di Svizzeri e Francesi che il papa teneva in città. Dopo lunghe trattative per la concordia il re ricevette a corte il duca di Guisa e i suoi seguaci con grandi onori ma il 23 dicembre fece trucidare il duca e suo fratello il cardinale di Guisa.
Furono imprigionati il cardinale di Borbone, l'arcivescovo di
Lione
e altri personaggi illustri del partito cattolico, il duca di Nemours fuggì dalla prigione e con Carlo di Lorena continuò a spronare gli insorti. Si parlò di trame contro il re di Francia che coinvolgevano, oltre al duca di Guisa, anche Filippo II di Spagna e Carlo Emanuele duca di Savoia ma probabilmente era una menzogna diffusa per giustificare l'assassinio del Guisa.
Il duca di Savoia approfittò della situazione per impossessarsi del Marchesato di Saluzzo con il pretesto di non far penetrare il protestantesimo in Italia. Sostenne anche di voler preservare il marchesato di Saluzzo contro i nemici della Francia ma il re Enrico III, non convinto da queste affermazioni, si preparò a combattere per recuperare Saluzzo.