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Publio Terenzio Afro
EUNUCO
Personaggi:
Fedria
Parmenone
Taide
Gnatone
Cherea
Trasone
Pizia
Cremete
Antifone
Doria
Doro
Sanga
Sofrona
Demea
Nel prologo non si parla della trama della commedia ma, come era costume di
Terenzio
, si polemizza con i detrattori dell'autore.
In questo caso si prende di mira (senza nominarlo esplicitamente) Luscio Lanuvino, un commediografo che aveva accusato di plagio
Terenzio
.
Una strada di Atene, la porta della casa dell'etera
Taide
e quella della casa del vecchio Demea, padre di Fedria e di Cherea. I primi a comparire sono Fedria ed il servo Parmenone.
Fedria è stato cacciato e poi richiamato da
Taide
della quale è innamorato ed ora è tormentato dall'indecisione perchè ritiene che rispondere all'invito della donna equivalga ad un'aperta ammissione del suo amore, ad una resa totale. Parmenone gli consiglia di andare perchè è inutile appliocare il buon senso alle cose dell'amore, per loro natura smodate ed irrazionali.
Entra
Taide
ansiosa di chiarire la situazione: originaria di Rodi, ella è arrivata ad Atene con un suo amante. Questi ha recentemente acquistato una ragazza senza sapere che si tratta della sorella adottiva di
Taide
, rapita in Attica da bambina ed affidata alla madre dell'etera.
Tornato da un viaggio con il suo nuovo acquisto l'uomo esita a consegnare la schiava a
Taide
perché è geloso del rapporto di lei con Fedria o perché, come
Taide
sospetta, ha "messo gli occhi addosso" alla schiava.
Per ottenere la ragazza
Taide
ha bisogno di dimostrare all'uomo che la sua relazione con Fedria è priva di importanza e quindi le chiede di allontanarsi per agevolarla nel progetto. Fedria accetta a malincuore e dichiara che andrà due giorni in campagna dopo essersi fatto promettere da
Taide
che lo terrà sempre al centro dei suoi pensieri.
Gnatone, il parassita del soldato, conduce la giovane schiava a casa di
Taide
. Entra in scena filosofeggiando comicamente sul suo modo di vivere e, incontranto Parmenone, di diverte a deriderlo.
Uscito Gnatone sopraggiunge Cherea, il fratello minore di Fedria, che confida a Parmenone di essersi innamorato di una giovane incontrata casulamente per la via. Cherea ha cercato di seguirla per scoprire chi fosse e dove abitasse, ma senza successo, prega quindi Parmenone di aiutarlo a ritrovarla.
Parmenone intuisce che la giovane della quale è innamorato Cherea è la schiava che Gnatone ha appena condotto da
Taide
e, per scherzo, suggerisce a Cherea di prendere il posto dell'eunuco che Fedria intende donare alla cortigina. Cherea accetta con entusiasmo, felice di poter stare vicino alla sua amata, e prega Parmenone di provvedere al travestimento.
All'inizio del secondo atto Trasone, il soldato innamorato di
Taide
, dialoga con Gnatone e Parmenone vantandosi scioccamente. Gnatone gli consiglia di fingersi interessato a Panfila, la giovane schiava, per suscitare l'invidia di
Taide
.
Prima che
Taide
si allontani dalla sua casa per cenare con Trasone Parmenone gli consegna i doni di Fedria: una schiava etiope e l'eunuco.
Mandato a chiamare da
Taide
tramite la serva Pizia, sopraggiunge Cremete. Come
Taide
sospetta si tratta del fratello di Pandila e la cortigiana ha organizzato l'incontro per ricongiungerli. Non trovando
Taide
in casa, Cremete viene accompagnato presso il soldato.
Intanto Cherea, travestito da eunuco, ha avuto l'occasione di rimanere solo con Panfila e se ne compiace con l'amico Antifone che incontra per caso.
Incapace di resistere in campagna, Fedria decide di tornare a casa ed incontra Pizia e Doria, serve di
Taide
. Le due donne, sconvolte, lo informano che l'eunuco ha stuprato Panfila.
Fedria va a prendere a casa sua Doro, il vero eunuco, che racconta che Cherea ha voluto scambiare gli abiti con lui e che si è fatto condurre a casa di
Taide
al suo posto. Fedria comprende la verità ma cerca di nasconderla come può a Pizia e Doria per salvaguardare il buon nome della famiglia.
Taide
ha litigato con Trasone a causa della presenza di Cremete, che il soldato crede sia un rivale, ed ha lasciato la sua casa. Decide di consegnare Pandila al fratello senza chiedere alcun compenso ma ora è necessario proteggere la ragazza da Trasone che sicuramente vorrà riprenderla.
E infatti arriva il soldato con un seguito di servi, deciso a riavere Panfila anche con la forza, ma Cremete glielo impedisce asserendo che la ragazza è sua sorella, di condizione libera e cittadina ateniese.
Torna in scena Cherea che dopo poche battute ammette di essersi travestito con i panni di Doro ma sostiene di aver preso Panfila non per violenza ma per amore e di volerla sposare.
Taide
lo crede e lo perdona.
Ovviamente la commedia è a lieto fine: Cremete ritrova Sofrona, nutrice di Panfila, ed il riconoscimento viene confermato. Demea, padre di Cherea e di Fedria, acconsente che il primo sposi Panfila (ormai ufficilamente cittadina ateniese) ed il secondo tenga con se
Taide
che sarà così ricompensata per la sua generosità.
L'unico a concludere tristemente la vicenda dovrebbe essere Trasone che in un primo momento viene scacciato ma infine, grazie alla non disinteressata mediazione di Gnatone, gli viene permesso di rimanere nell'ambiente della famiglia: Gnatone infatti convince Fedria che il soldato è troppo stupido per essere un pericoloso rivale e troppo ricco per non essere sfruttato.