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TITO MACCIO PLAUTO
ANFITRIONE
Personaggi:
Mercurio
Sosia, servo di
Anfitrione
Giove
Alcmena
Anfitrione
Blefarone
Bromia
Una cameriera di
Alcmena
Servi di
Anfitrione
La scena: di fronte al palazzo di
Anfitrione
a Tebe. Sui lati due vie: quella di destra proviene dal porto, quella di sinistra dalla piazza.
Nel prologo il dio
Mercurio
, travestito da schiavo, spiega agli spettatori l'argomento della rappresentazione:
Giove
si è innamorato della bella
Alcmena
ed approfittando dell'assenza del marito di lei
Anfitrione
partito per la guerra ne ha assunto le sembianze. Ora, dice
Mercurio
,
Giove
si trova nel letto di
Alcmena
convinta di concedersi al marito. Lo stesso
Mercurio
ha l'aspetto di Sosia, servo di
Anfitrione
, anche egli partito con il padrone. Ma
Anfitrione
e Sosia stanno per tornare e gli equivoci che ne nasceranno saranno, appunto, l'argomento della commedia.
Il primo atto, infatti, è quasi interamente recitato dai due Sosia: quello vero che è stato invitato da
Anfitrione
ad annunciare ad
Alcmena
il suo ritorno dalla guerra e quello falso che gli impedisce di avvicinarsi alla casa per non disturbare la notte d'amore di
Giove
. Il vero Sosia è esterefatto per la somiglianza del suo interlocutore ma sa di non essere impazzito ed insiste per entrare in casa ma
Mercurio
, che sostiene di essere l'unico vero servitore di
Anfitrione
, gli sbarra il passo e, ricorrendo alle percosse, lo fa fuggire.
Infine
Giove
(con l'aspetto di
Anfitrione
) esce dalla casa insieme ad
Alcmena
dalla quale sta prendendo congedo. La donna si lamenta per la nuova partenza del marito ma il falso
Anfitrione
sostiene di dover riprendere il suo posto fra l'esercito dal quale si è allontanato per trascorrere una notte con lei, e le promette di tornare molto presto.
Ed infatti
Anfitrione
torna di primo mattino, accomapagnato da Sosia. Ma questa volta si tratta dei veri
Anfitrione
e Sosia che percorrono la strada discutendo animatamente perché
Anfitrione
non vuole credere al racconto di Sosia a proposito del misterioso alter-ego. Giunto finalmente a casa
Anfitrione
non riceve dalla moglie l'accoglienza che si sarebbe aspettato dopo una lunga assenza. Da parte sua
Alcmena
, convinta di aver salutato il marito poche ore prima, crede che
Anfitrione
voglia prendersi gioco di lei.
La donna giura di aver accolto
Anfitrione
in casa la sera prima e di aver trascorso la notte con lui e mostra, come prova, una coppa avuta in dono da
Giove
che era cimelio di guerra di
Anfitrione
. Il marito sa bene di aver trascorso la notte sulla nave e di non aver rivisto
Alcmena
fino a quel momento. Dall'equivoco nasce presto il sospetto ed
Anfitrione
accusa la moglie di averlo tradito.
Quando il vero
Anfitrione
esce di scena entra quello falso.
Giove
parla con l'offesa
Alcmena
, la blandisce chiedendole perdono, giura di aver scherzato ed infine, fatta la pace, si apparta di nuovo con lei dopo aver incaricato
Mercurio
di tener lontano dalla casa il povero
Anfitrione
.
Purtroppo un'ampia lacuna nei codici ci priva di una parte della commedia, da alcuni frammenti si evince che l'azione comprendeva un confronto dei due
Anfitrione
al cospetto di
Alcmena
. Quando il testo riprende troviamo il vero
Anfitrione
deciso a denunciare al re Creonte tutta la situazione. Ormai fuori di se l'uomo minaccia di entrare in casa ed uccidere chiunque vi trovi ma viene colpito da un fulmine.
Quando rinviene è con lui la serva Bromia che parla di prodigi:
Alcmena
ha appena partorito due gemelli, uno dei quali, grande e fortissimo ha strozzato due misteriosi serpenti che avevano attaccato le culle. Subito dopo la voce di
Giove
ha svelato ad
Alcmena
la verità.
Giove
appare direttamente anche ad
Anfitrione
e gli conferma di essersi unito ad
Alcmena
, scagionando questa da ogni accusa. Gli ordina quindi di tornare dalla moglie e di continuare a vivere serenamente con lei.