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Storia Greca



Nel Paleolitico popolazioni dedite alla caccia ed alla pesca si diffusero in Tessaglia ed in Beozia, ma fu nel Neolitico che la "corrente culturale dell'Asia Anteriore" e la "corrente culturale dell'Africa Settentrionale" contribuirono a far sorgere in Grecia nuove tecnologie, come l'arte della ceramica. Intanto si passava dal nomadismo ad abitudini stanziali, grazie alle mutate tecniche agricole: si imparò infatti a lavorare la terra anziché spostarsi di anno in anno in cerca di terreni fertili.
A Creta si sviluppa la cultura minoica (dal nome mitico re Minosse). Nell'età del bronzo fiorisce il periodo dei "palazzi più antichi" caratterizzato da grandi costruzioni, sontuose residenze dinastiche e fitti agglomerati abitativi. Questo periodo termina verso il 1700 a.C. con grandi distruzioni, forse dovute a terremoti, segue il "periodo dei palazzi recenti" di più breve durata, anche esso conclusosi con gravi distruzioni intorno al 1.500 a.C.
Creta conobbe un periodo di grande potere grazie alla sua flotta che esercitò il controllo dell'Egeo e di grande ricchezza dovuta ai fiorenti scambi mercantili con la Grecia continentale e con l'Egitto. Tuttavia la civiltà minoica tendeva ad essere pacifica e ciò non favorì a lungo il perdurare della sua potenza.
A Creta si venerava principalmente la "Grande Dea Madre", culto dal quale derivavano caratteristiche matriarcali della religione e della società. La Dea Madre, la Terra, rappresentava la fertilità (concetto tipico delle religioni arcaiche); alla fertilità era connesso anche il culto del Toro dal quale più tardi i Greci derivarono alcuni miti fra cui quello del Minotauro.
La prima forma di scrittura cretese, risalente all'età del bronzo, era di tipo pittografico, con probabili elementi importati dall'Egitto. Da essa derivò nel XVII secolo a.C. un sistema di scrittura semplificato detto "Lineare A", più tardi, principalmente nella città di Cnosso, si formò la scrittura "Lineare B" che fu ripresa anche nella cultura micenea.
Se l'isola di Creta rimase più a lungo al di fuori dell'invasione delle grandi migrazioni indoeuropee, nella Grecia continentale la cultura antico-ellenica fu soppiantata in modo più o meno violento dalle civiltà che nacquero dalla fusione delle popolazioni indigene con i conquistatori provenienti dall'Est (protogreci). Fra il 1.900 e il 1700 a.C. questo processo di fusione si svolse dando vita a modeste forme di civiltà, mentre Creta, al massimo della sua potenza, signoreggiava l'Egeo; ma dopo il 1700 il predominio passò a queste nuove nazioni. Intorno al 1.600 a.C. Creta fu devastata da un terremoto mentre le tempeste distruggevano la sua flotta. Da allora Micene, evidentemente, riuscì a prevalere e ad accumulare grandi ricchezze, come attestano i preziosi ritrovamenti delle tombe dei re micenei. In questo periodo i Greci intrattennero intensi rapporti con gli Egiziani e da loro - a quanto pare - appresero l'uso del cavallo e del carro da combattimento. Si formò così una cultura complessa che fondeva elementi elladici (cioè della Grecia anteriore alle invasioni) con elementi egiziani, minoici ed orientali. Sembra che questa nuova civiltà fiorì inizialmente a Micene (dove sono stati scoperti i reperti più ricchi ed antichi) e si diffuse rapidamente in Messnia, nella Grecia Centrale ed in Tessaglia. Questo periodo di diffusione durò circa dal 1580 al 1480 a.C., è detto Antico Miceneo e sul piano politico è caratterizzato dalle corti di principi nobili e guerrieri di stampo cavalleresco-feudale. Il periodo successivo, fino al 1.400 a.C., è detto Medio Miceneo e coincide più o meno con il Tardo Minoico, l'ultimo della civiltà cretese. In quegli anni, in modo non violento, forse per accordi politici e matrimoni fra dinastie, anche Creta finì per passare sotto il governo dei Micenei. Nel 1400 il palazzo di Cnosso, da cui si governava l'intera isola, fu nuovamente distrutto da un terremoto e non fu più ricostruito.
Nel Tardo Miceneo (1400-1200) Micene fu cinta da possenti mura che comprendevano la "Porta dei Leoni", tuttora esistente. Sulla rocca si trovavano un grande palazzo, case gentilizie e molte tombe a cupola, in una delle quali fu ritrovato il cosiddetto "Tesoro di Atreo".
I Micenei svolsero frequenti viaggi, esplorazioni, intensi commerci, fondarono colonie in varie località del Mediterraneo. Le transazioni commerciali e le proprietà venivano ordinatamente registrate come attestano le tavolette fittili rinvenute a Pilo.
Verso il 1200 a.C. cominciò un'epoca di invasioni forse provocate dallo spostamento degli Illiri verso il Mediterraneo. Nello stesso periodo i Filistei invasero la Palestina: di questi grandi movimenti fa parte l'invasione dorica (1.200-1.100) che da nord-est di spinse a sud soppiantando in gran parte gli Achei. La grande migrazione egea ed in particolare la parte di essa che venne definita "migrazione dorica", furono eventi estremamente complessi, di lunga durata e comportarono conseguenze eterogenee nelle varie regioni della Grecia. I popoli invasori si mescolarono con le genti che trovarono nei luoghi conquistati: a volte si fermavano formando culture e costumi nuovi, a volte proseguivano trascinando con loro una parte delle popolazioni sottomesse. La frammentazione di questo processo nello spazio e nel tempo creò una miriade di gruppi etnici ed impedì il formarsi di entità politiche di grandi dimensioni. Ne nacque, secondo molti studiosi, il quadro variopinto delle "città stato", piccole e numerose, che caratterizzò molti secoli della storia dell'Ellade.
Dal punto di vista sociale, un periodo di tre secoli di migrazioni e di invasioni più o meno violente del territorio comportò il formarsi di una classe aristocratica composta dai conquistatori e dai loro discendenti e contrapposta ad una classe socialmente molto bassa formata dalle popolazioni asservite e, in generale, dagli sconfitti dei molti scontri etnici che certamente si verificavano. Agli inizi dell'ottavo secolo a.C. questa situazione si era consolidata fino a formare quel mosaico di piccoli regni feudali che viene implicitamente descritto nei poemi omerici.
L'aristocrazia, abbastanza ricca da potersi astenere da qualsiasi lavoro manuale, si dedicava ad attività belliche e cavalleresce reclutando facilmente le proprie truppe nella classe dei Teti formata da nullatenenti disposti a tutto per la mera sopravvivenza.

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