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Publio Sulpicio Rufo tribuno nell'88 a.C.



Tribuno della plebe nell'88 a.C., si fece promotore di riforme del sistema elettorale per tutelare i diritti degli Italici che avevano appena ottenuto la cittadinanza romana a seguito della guerra sociale.
Per procurarsi un alleato influente propose che la guerra contro Mitridate VI, che stava iniziando, fosse guidata da Caio Mario mentre l'incarico era già stato assegnato a Silla. Di qui la prima guerra civile. Silla occupò militarmente Roma mentre Caio Mario fuggiva in Africa e Sulpicio Rufo cercava di nascondersi in una villa. Scoperto per il tradimento di uno schiavo venne messo a morte, lo schiavo fu liberato ed incassò la taglia, subito dopo venne precipitato dalla Rupe Tarpea per comportamento infame.
Plutarco, nella Vita di Silla, fornisce di Sulpicio Rufo un ritratto quanto mai negativo, accusandolo di essere sedizioso e sfacciatamente corrotto. Quando riuscì a far assegnare a Mario il comando nella guerra mitridatica i consoli in carica, Quinto Pompeo e lo stesso Silla, sospesero gli affari pubblici per impedire la formalizzazione della proposta. Sulpicio Rufo ed i suoi sostenitori aggredirono i consoli durante un'assemblea costringendoli alla fuga e scatenando gravi disordini.
Compare nel De Oratore di Cicerone insieme a Gaio Aurelio Cotta come giovane invitato ad assistere alla discussione dottrinale fra gli oratori più anziani. Nel Brutus Cicerone esprime grande ammirazioni per le capacità oratorie di Sulpicio Rufo.


Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Dell'Oratore
  • Cicerone - Filippiche
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Plutarco - Vite di Lisandro e Silla
  • Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani


    Vedi anche:
  • Cronologia dei magistrati romani


  • Indice sezione