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Paolo Afiarta



Funzionario della Curia Romana esercitò la sua grande influenza in favore del re longobardo Desiderio sotto i papi Stefano III e Adriano I.
In un clima di intensa ostilità tra i dignitari della curia e la nobiltà romana, Paolo Afiarta, cubiculario del palazzo lateranense, indusse il papa Stefano III a opporsi al potente primicerio Cristoforo e a suo figlio Sergio, notoriamente ostili ai Longobardi.
Nel 771 Afiarta promosse un incontro a Roma tra Stefano III e Desiderio per trattare la restituzione alla Chiesa di territori occupati dai Longobardi in Emilia, Romagna e Marche, le cosiddette iustitiae beati Petri.
In vista dell'arrivo di Desiderio, Cristoforo e Sergio aumentarono le difese di Roma con nuove milizie appositamente chiamate dalla Campania e dall'Umbria.
Durante un colloquio di Desiderio con il papa, Cristoforo e Sergio irruppero nel palazzo lateranense e tentarono di catturare Afiarta che, secondo loro, intendeva consegnare Roma ai Longobardi. Stefano III riuscì ad evitare la cattura di Afiarta e si ritirò in San Pietro sotto la protezione di Desiderio.
Quando fu loro intimato di arrendersi o di chiudersi in monastero, Cristoforo e Sergio tentarono di trattare con Stefano III ma furono catturati da Desiderio e consegnati a Afiarta che li fece accecare. Cristoforo sopravvisse pochi giorni, Sergio fu incarcerato e più tardi strangolato da uomini di Afiarta.
Dopo la morte di Stefano III, Paolo Afiarta, sospettato di essere responsabile della morte di Servio fu messo sotto processo ma prima della condanna fu fatto uccidere da Leone arcivescovo di Ravenna.


Riferimenti letteratura:
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare


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