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San Martino di Tours



Nato nel 316 - morto l'8 novembre 397.

Santo di grande popolarità in tutta l'Europa occidentale. Fin dal quinto secolo la tomba di Martino fu a Tours meta di pellegrinaggi.
Nel quinto secolo San Perpetuo, vescovo di Tours (m. 491) compose come testimone oculare una raccolta di undici miracoli postumi operati da Martino di Tours. A diffondere il culto del santo fu re Clodoveo che cento anni dopo la sua morte lo proclamò patrono dei re e dei Franchi.
Martino vescovo si discostava dalla condotta ritenuta normale per il suo rango: era un monaco-vescovo ed il monachesimo fu fin dall'inizio un movimento di laici. I conflitti fra monaci e clero furono continui nella vita della chiesa e, sebbene Martino fosse vescovo di Tours, la sua vita fu sempre vicina agli ideali del monachesimo. La sua Vita fu scritta da Sulpicio Severo con un carattere apologetico molto evidente che cerca di difendere il santo dalle critiche dei contemporanei che mal tolleravano quel monaco asceta dall'aria selvatica divenuto vescovo per volontà popolare. Molti lo ritenevano un innovatore fanatico che esercitava, anche con la taumaturgia, un'influenza rivoluzionaria sul popolo delle Gallie.
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Simone Martini:
Martino si congeda dalla cavalleria
via Wikimedia Commons

La sua azione missionaria non rispettava le frontiere diocesiane. Il compromettente passato militare di Martino, la sua posizione di difensore della giustizia assunta nella controversia priscillianista contribuirono a fare di lui una personalità contestata nelle Gallie del quarto secolo. Nacque a Sabaria, in Pannonia, nel 316 da un ufficiale dell'esercito romano. Studiò a Pavia. A dieci anni fu catecumeno, a dodici andò a vivere nel deserto (secondo gli schemi agiografici, ma è molto improbabile); a quindici anni prestò giuramento militare per obbedire al padre ed in questo periodo si colloca l'episodio della carità di Amnies (il martello diviso con il mendicante). Non molto dopo venne battezzato (334). Rimase nell'esercito ancora due anni poi a Worms ottenne il congedo da Giuliano (356 più verosimilmente ma la data è difficilmente identificabile).
Martino aveva allora quaranta anni e si congedava dopo venticinque anni di servizio. Si recò quindi da Ilario vescovo di Poitiers col quale ebbe un rapporto che durò fino alla morte di Ilario nel 368 e fu molto importante per Martino e per gli esordi del monachesimo nelle Gallie.
Martino andò a Milano, in Pannonia, nei Balcani, nell'Illirico, ancora a Milano. Fu apertamente antiariano, per questo il vescovo di Milano Aussenzio lo espulse dalla città. Si ritirò a Gallinara in vita eremitica con caratteristiche più o meno egiziane. Il suo primo miracolo è l'autoguarigione da avvelenamento dovuto all'indigestione di elleboro. Saputo del ritorno di Ilario dall'esilio di recò a Poitiers e poi a Liguge in una cella d'eremita. Qui compì un miracolo: risuscitò un catecumeno morto in sua assenza. Si fermò qui sette anni vivendo di preghiera, con regime alimentare molto austero, astenendosi dal lavoro manuale (ascetismo siriaco). Nel 371, dopo la morte di Ilario (368) fu eletto per volere del popolo vescovo di Tours. Molti membri del clero erano contrari alla sua elezione. Nel 375 si stabilì in un eremo a due miglia da Poitiers, Marmoutier, dove fondò il Maius Monasterium quando altri ispirati dallo stesso desiderio di vita ascetica si unirono a lui. La regola di Marmoutier ricordava il monachesimo siriano (preghiera continua e niente lavoro) diverso da quello egiziano o palestinese dove i monaci lavoravano e vivevano del loro lavoro. La dieta a Momoitiers prescriveva l'astinenza dal vino e null'altro di particolare, diversamente da quanto si faceva nelle comunità orientali che prescrivevano di alimentarsi solo con poche erbe ed al più con un poco di pane d'orzo o lenticchie in sola acqua e senza olio. I monaci di Mamoutiers indossavano pelli di cammello o semplici vesti; molti fra loro erano nobili. Il carattere decisamente laico del movimento monastico che in Egitto ed in Siria impediva ai monaci di essere preti è assente a Mamoutiers che sarà vivaio di vescovi, come più tardi Lerins. Il sistema monastico di Mamoutiers era eclettico, moderato per via dell'ambiente sociale, ma ancora vicino a quello orientale. Martino fu un vescovo missionario che distrusse con i miracoli i santuari pagani, fu guaritore ed esorcista. Non è del tutto possibile sapere quali elementi della sua vita siano veri e quanti dovuti a Sulpicio Severo.


Riferimenti letteratura:
  • Sulpicio Severo - Vita di Martino
  • Rodolfo il Glabro - Storie


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