Ninfa cacciatrice, in talune versioni del mito amata da Dioniso che - tornando dalla guerra in India - fonda in suo onore la città omonima.
La città prendeva nome, in realtà, dalla figlia di Antipatro moglie di Lisimaco, secondo fondatore nel IV secolo dopo Antigono.
Nelle Dionisiache di Nonno di Panopoli la ninfa è amata dal giovane pastore Inno, ma indignata per l'appassionato corteggiamento di lui lo uccide con le sue frecce. Respinge anche Dioniso ma il dio, tramutando in vino l'acqua con cui Nicea si disseta le induce l'ebbrezza. La ninfa si addormenta e Dioniso la possiede senza svegliarla. Destatasi e resasi conto dello stupro Nicea si dispera, minaccia il suicidio ed abbandona la foresta giudicandosi indegna di seguire Artemide, tuttavia non morirà ed entrerà nel corteggio di Dioniso cosiì come la figlia Telete, nata dall'unione con il dio.

---

Riferimenti letteratura:

Nonno di Panopoli - Dionisiache

---