Nacque in
Dalmazia intorno al
430, figlio di
Nepoziano che fu maestro dei soldati sotto l'imperatore
Avito e della sorella del generale
Marcellino, responsabile militare per la
Sicilia e la
Dalmazia.
Intrapresa la carriera militare, intorno al
468 sostituì lo zio nel comando della
Dalmazia. Sua moglie era nipote di Elia Verina, la consorte di
Leone I, imperatore d'Oriente.
Nel
474 Leone I, che non aveva riconosciuto
Glicerio come imperatore d'Occidente, decise di sostituire quest'ultimo con Giulio Nepote il quale, dotato di opportune risorse militari, sbarcò ad
Ostia per essere proclamato imperatore a
Ravenna il 19 giugno
474 mentre
Glicerio veniva confinato in
Dalmazia ed ordinato vescovo di
Salona.
Nepote avviò trattative con
Vandali e
Visigoti per consolidare i suoi domini occidentali e contenere l'espansione barbarica che continuava a togliere territori al già ridotto impero d'Occidente.
Ottenne dai barbari garanzie a salvaguardia della
Provenza ma dovette rinunciare all'
Arvernia ed alla
Spagna.
L'esito della sua diplomazia rese Nepote inviso al
Senato ed all'aristocrazia romana che lo consideravano strumento dell'imperatore d'Oriente a sua volta ritenuto colpevole di 'tradimento' verso l'Occidente perché nulla faceva per contrastare l'espansionismo germanico.
Inoltre Nepote operò una revisione della composizione del
Senato e delle alte gerarchie amministrativa e militare allontanando molti
patrizi romani e sostituendoli con elementi di origine barbarica, aggravando così l'ostilità della nobiltà nei suoi confronti e commettendo, infine, l'errore di nominare 'magister militum'
Flavio Oreste, affidandogli il comando dell'esercito.
Il 28 agosto
475 Oreste, sfruttando proprio l'esercito che Nepote gli aveva messo a disposizione, occupò
Ravenna costringendo l'imperatore a fuggire in
Dalmazia e ponendo sul trono il proprio figlio adolescente
Romolo il cui titolo di Augusto viene tradizionalmente alterato in 'Augustolo' proprio a causa dell'età .
L'anno successivo
Romolo Augustolo venne a sua volta deposto da
Odoacre che uccise
Flavio Oreste. Giulio Nepote mandò ambasciatori a
Zenone, che nel frattempo era diventato imperatore d'Oriente, cercando l'aiuto bizantino per riprendere il potere.
Zenone, che aveva ricevuto anche una delegazione inviata da
Odoacre che gli consegnava le insegne di Roma e chiedeva di essere riconosciuto non imperatore d'Occidente ma rappresentante ufficiale di quello d'Oriente, cercò una soluzione di compromesso. Si limitò ad invitare
Odoacre ed il
Senato a riconoscere l'ufficialità della carica di Nepote ma senza intraprendere alcun intervento concreto per riportare quest'ultimo in
Italia.
Odoacre accettò il compromesso e fece anche battere moneta con l'immagine di Nepote ma di fatto mantenne il potere mentre il contendente rimaneva isolato in
Dalmazia.
Alcuni anni dopo Nepote tentò di organizzare un'azione militare per rientrare in
Italia ma prima di poterla mettere in atto venne ucciso da persone del suo seguito (
480). Molti ritengono che i mandanti dell'assassinio siano stati
Odoacre, che aveva scoperto i preparativi di Nepote, e
Glicerio che cercava vendetta per essere stato a suo tempo destituito da Nepote.
Dopo la morte di Giulio Nepote,
Odoacre invase la
Dalmazia incorporandola nei suoi domini.
Ad avvalorare la tesi delle trame di
Glicerio si è notato il fatto che questi, dopo la conquista della
Dalmazia, fu nominato da
Odoacre vescovo di
Milano, città ben più importante della
Salona (Split) dove aveva rivestito la stessa carica negli ultimi anni. La responsabilità di
Glicerio nell'eliminazione di Nepote non è comunque provata storicamente.
Aperta rimane anche la discussione fra gli storici su chi sia stato effettivamente l'ultimo imperatore d'Occidente: molti infatti sostengono che poichè il
Senato confermò la nomina di
Augustolo questo sia da considerarsi l'ultimo ad aver detenuto il titolo, ma alcuni obiettano che Nepote, sia pure in esilio, rimase legalmente in carica fino alla morte basandosi sulla decisione di
Zenone che, come si è detto, non nominò imperatore
Odoacre ed anzi lo invitò a riconoscere Nepote.
Riferimenti letteratura:
Anonimo Valesiano
Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare
Vedi anche:
Cronologia degli Imperatori Romani