Collaboratore dei Gracchi, fece parte della commissione incaricata di attuare la legge agraria, ma successivamente passò agli ottimati e nel 120 a.C., mentre era console insieme a Publio Manlio, difese Lucio Opimio accusato di aver ucciso Gaio Gracco.
Già sospettato di essere implicato nella morte di Scipione Emiliano, quando fu coinvolto in altri processi ed accusato da Lucio Licinio Crasso, consapevole di non poter constare su alcun appoggio politico, si suicidò .
Viene ricordato nel De Oratore di Cicerone come esempio negativo di oratore ignorante di leggi.

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Riferimenti letteratura:

Cicerone - Dell'Oratore

Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani

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Vedi anche:

Cronologia dei magistrati romani

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