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Publio Cornelio Scipione Emiliano
Publio Cornelio Scipione Emiliano Africano Numantino (
184
-
129 a.C.
) detto Scipione Emiliano.
Generale e mecenate romano, distrusse
Cartagine
nel
146 a.C.
e
Numanzia
nel
133 a.C.
Era figlio di
Lucio Emilio Paolo il Giovane
(vincitore di
Pidna
) e fu adottato da
Publio Cornelio Scipione
, figlio di
Scipione Africano Maggiore
, da cui prese il nome.
Sposò
Sempronia
, nipote di
Africano Maggiore
e sorella dei Gracchi. Nel
168
combatté a
Pidna
con il padre naturale. Poi nella guerra spagnola ottenne un valido aiuto da
Massinissa
, vecchio amico del nonno adottivo.
In seguito si schierò a fianco dei conservatori fra cui
Catone il Vecchio
, come promotore della
terza guerra punica
ed ebbe grande popolarità come tribuno militare. Nel
149 a.C.
fu in
Africa
come legato del
console
Manilio
, nel
147 a.C.
fu eletto
console
con
Gaio Livio Druso
abbreviando il
cursus honorum
grazie ad una legge speciale efficace per un solo anno che il
senato
emanò proprio per consentire la sua nomina.
Egli riprese le operazioni contro
Cartagine
iniziate due anni prima dai
consoli
Manio Manilio
(
149 a.C.
) e
Lucio Calpurnio Pisone
(
148 a.C.
). Fu il definitivo distruttore di
Cartagine
che cadde dopo un periodo di guerra durato centoventi anni.
Fu
censore
nel
142 a.C.
ed ambasciatore nei regni orientali nel
140
-
139 a.C.
Nel
134 a.C.
ottenne un nuovo
consolato
(con
Gaio Fulvio Flacco
) ed il comando della guerra numantina. Ritornato a
Roma
nel
132 a.C.
, Scipione si schierò contro le aspirazioni democratiche suscitate l'anno precedente da
Tiberio Gracco
ed utilizzò la propria influenza per sminuire l'autorità dei triumviri nominati per la riforma agraria, facendo demandare ad un
console
la giurisdizione delle controversie derivate dall'assegnazione delle terre, ciò lo rese alquanto impopolare e motivò, quando Scipione morì improvvisamente a cinquantasei anni, sospetti e pettegolezzi contro
Caio Gracco
,
Fulvio Flacco
,
Sempronia
e
Cornelia
.
Fu amico e protettore di
Polibio
.
E' il protagonista della
Repubblica
di
Cicerone
, un dialogo nel quale l'Emiliano afferma che il modello di governo romano, basato su magistrati elettivi annuali, sia preferibile rispetto alla monarchia ed alla democrazia.
S. Agostino
, nella
Città di Dio
riprende il passo di quest'opera nella quale Scipione Emiliano afferma la necessità della giustizia nella conduzione dello stato.
Riferimenti letteratura:
Cicerone - La Repubblica
Cicerone - Dell'amicizia
Velleio Patercolo - Storia romana
Plutarco - Pirro e Mario
Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani
Agostino di Ippona - La città di Dio
Vedi anche:
Cronologia dei magistrati romani
Riferimenti Genealogici
Padre:
Lucio Emilio Paolo Macedonico - Figlio
Famiglia:
Famiglia degli Scipioni
Fratelli e sorelle:
Quinto Fabio Massimo Emiliano
Indice sezione