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Manto



Indovina, figlia di Tiresia.
Quando gli Argivi conquistarono Tebe fu catturata e resa sacerdotessa di Apollo.
Gli Argivi avevano infatti fatto voto di dedicare al dio la cosa più bella che avessero trovato nella città e Manto era - appunto - eccezionalmente bella.
In seguito Apollo ordinò che dovesse sposare il primo uomo che avesse incontrato, toccò ad un certo Rachio o Racio di Creta, con il quale Manto si trasferì sulla costa dell'Asia Minore per fondare il santuario apollineo di Claro.
Secondo una versione è madre dell'indovino Mopso, avuto da Apollo.
In un'altra versione è catturata da Alcmeone, uno dei conquistatori di Tebe, ed ha da lui due figli.
In Virgilio e Servio, suo figlio Ocno, trasferitosi in Italia, fonda la città di Mantova.

Dante la colloca fra gli indovini puniti nella quarta bolgia dell'ottavo cerchio (Inferno, XX), in occasione del suo incontro Virgilio, che era mantovano, racconta la storia della fondazione della sua città.
Pausania parla della Sedia di Manto, una pietra all'ingresso del tempio di Apollo Ismenio a Tebe sulla quale si diceva che Manto sedesse abitualmente.


Riferimenti letteratura:
  • Igino - Fabulae
  • Seneca - Edipo
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Divina Commedia - Inferno

  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Tiresia
    Figli:
  • Ocno


  • Indice sezione