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Tascio Cecilio Cipriano



Tascio Cecilio Cipriano (Thascius Caecilius Cyprianus). Nato a Cartagine intorno al 210 da famiglia pagana, si fece battezzare nel 245 e nel 249 fu nominato vescovo di Cartagine. Nel 250 l'imperatore Decio ordinò che tutti i sudditi dell'impero offrissero sacrifici alle divinità pagane comminando pene durissime per chi avesse rifiutato. Cipriano si nascose rimanendo in contatto con gli altri fedeli dalla clandestinità.
L'anno successivo, cessata la persecuzione, i fedeli che avevano scelto di nascondersi, di fuggire o di offrire i sacrifici per evitare le pene previste, si vollero riavvicinare alla comunità cristiana ma molti di quelli che avevano resistito si opposero alla loro riammissione. Contemporaneamente a Roma il presbitero Novaziano, rigorista convinto, accusò il papa Cornelio di debolezza originando uno scisma che durò oltre duecento anni. In questa disputa Cipriano fu dalla parte di Cornelio e si schierò contro Novaziano. Quando Cornelio morì in esilio nel 253, Cipriano appoggiò il nuovo papa Lucio I che morì a sua volta nel 254. Divenne papa Stefano I con il quale Cipriano fu in contrasto a proposito della validità dei sacramenti somministrati dagli scismatici. Cipriano accusò inoltre Stefano I di non rispettare l'autonomia delle singole chiese.
Quando Stefano morì nel 257 era imperatore Valeriano, autore di un'altra persecuzione nella quale morì anche il papa Sisto II. Cipriano fu esiliato, quindi riammesso a Cartagine ma nel 258 fu di nuovo arrestato e giustiziato.
Venne santificato pochi mesi dopo la morte. La sua festa ricorre il 16 settembre per la Chiesa Cattolica e il 31 agosto per la Chiesa Cristiana Ortodossa.
Fra le opere di Cipriano si ricordano:
- il monologo Ad Donatum
- Testimonia ad Quirinum
- Dominica oratione


Riferimenti letteratura:
  • Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica



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