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Giugurta
Figlio di Mastanabale, a sua volta figlio di
Massinissa
, Giugurta era principe della
Numidia
, nato intorno ad
160 a.C.
Nel
148 a.C.
Massinissa
morì ed il suo regno passò ai tre figli Gulussa,
Micipsa
e Mastanabale.
Nel
134 a.C.
Giugurta comandò un corpo numidico ausiliario inviato ai romani per aiutarli nell'assedio di Numazia comandato da
Scipione Emiliano
, in tale occasione Giugurta intrecciò relazioni con vari aristocratici romani.
Micipsa
sopravvisse ai fratelli fino al
118
e lasciò il regno ai suoi figli
Iempsale
ed
Aderbale
, nonché al nipote Giugurta che aveva adottato. Giugurta fu raccomandatao per la successione al trono da
Scipione Emiliano
, con il quale aveva partecipato all'assedio di Numazia.
Scipione
contava di perpetuare la tradizionale amicizia della sua famiglia con il regno di
Numidia
.
Nel periodo di discordia che seguì
Iempsale
venne assassinato (forse da Giugurta), quindi scoppiò la guerra fra Giugurta e
Aderbale
il quale chiese aiuto ai Romani. Il
Senato
romano, chiamato in causa tentò una soluzione moderata e divise il regno fra i due aspiranti. Ad effettuare la divisione del regno fu una commissione senatoria preceduta da
Lucio Opimio
, il rivale di
Caio Gracco
. Ad
Aderbale
toccò la parte orientale, a Giugurta quella occidentale.
Secondo
Sallustio
Giugurta corruppe
Lucio Opimio
per ottenere la parte di regno che preferiva, ma oggi si ritiene che le motivazioni della scelta fossero altre e che
Aderbale
ne fu avvantaggiato. Ben presto comunque scoppiò una nuova guerra e questa volta
Aderbale
fu catturato e messo a morte.
Il
Senato
romano reagì dichiarando guerra a Giugurta, ma non aveva serie intenzioni di impegnarsi in questo conflitto perché
Cimbri
e
Teutoni
incombevano ai confini settentrionali dello Stato romano. Il
console
Lucio Calpurnio Bestia
ed il legato
Marco Emilio Scauro
firmarono un trattato di pace con Giugurta.
Il Numida, che conservava il regno e la libertà , fu portato a
Roma
sotto salvacondotto per denunciare i cittadini romani da lui condotti ma il veto di un tribuno interruppe il procedimento. Nel frattempo gli avversari di Giugurta presentarono il principe Massiva (rifugiato a
Roma
) quale nuovo pretendente, Massiva fu subito assassinato ed i sospetti caddero su
Bomilcare
, del seguito di Giugurta.
Bomilcare
fuggì ed anche Giugurta fu costretto a lasciare l'
Italia
, l'accordo fu annullato e la guerra riprese. Nel
110 a.C.
fu inviato in
Africa
il
console
Spurio Postumio Albino
che tornò in
Italia
verso la fine dell'anno senza aver conseguito risultati e lasciò il comando al fratello Aulo. Si intendeva giungere ad un nuovo accordo ma i fautori della guerra in
Numidia
richiedevano che prima si conseguisse qualche successo militare.
Nel
109
Aulo Postumio Albino
invase la
Numidia
. Dopo una breve guerra si giunse ad un trattato che fu rescisso dal
Senato
mentre un tribunale straordinario giudicava tutti quelli che si erano lasciati corrompere da Giugurta.
Nell'estate del
109
il nuovo
console
Quinto Cecilio Metello, poi detto Numidico
, giunse in
Africa
. Erano con lui gli ufficiali
Publio Rutilio
e
Caio Mario
e si occupò innanzitutto di ristabilire la disciplina fra le truppe.
Metello
temporeggiò a lungo e solo nella primavera del
108 a.C.
intraprese una marcia verso Ippone Regio (Bona). A sua volta Giugurta esitò ad opporre resistenza per lasciare ai Romani la responsabilità della rottura degli accordi, e solo quando
Metello
ebbe preso la città di Vega i Romani furono attaccati dalle forze numidiche. La battaglia, molto dura, ebbe esito positivo per i Romani, tuttavia
Metello
interruppe la marcia e riprese a temporeggiare.
Scoppiarono dissensi fra
Metello
e
Caio Mario
che chiedeva il congedo per recarsi a Roma a chiedere il
consolato
. L'inverno fu occupato da trattative con Giugurta che questi troncò per il timore che i Romani tendessero ad impadronirsi della sua persona.
Nella primavera del 107
Metello
conquistò Thala, quindi procedette fino all'importante Cirta di cui si assicurò il possesso. Giugurta, alleatosi con
Bocco
, re di Mauretania, partì alla riscossa.
Metello
ricevette la notizia dell'elezione di
Mario
al
consolato
(107) e si ritirò dalla campagna non senza aver aperto delle trattative con
Bocco
.
Nell'estate del 107
Mario
sbarcò in
Africa
con notevoli rinforzi di leve volontarie costituite da proletari per la prima volta arruolati dall'esercito romano. Nel
106
Mario
aveva già conseguito alcuni successi quando marciò con il suo esercito fino al fiume Mulucha al confine fra
Numidia
e Mauretania, dove si trovava un castello importantissimo che conquistò: questa azione dimostrativa e l'acquartieramento dell'esercito in territorio nemico (Cirta) impressionarono molto
Bocco
che finì con il consegnare a tradimento Giugurta a Silla, inviato di
Mario
.
Ebbe così luogo la guerra giugurtina, nello stesso periodo in cui i romani subivano gravi perdite ad opera dei
Cimbri
e dei
Teutoni
, forse proprio a causa delle troppe risorse impegnate in
Numidia
. Dalla guerra giugurtina i Romani non ottennero acquisizioni territoriali, una parte del paese fu assegnata a
Bocco
, il rimanente a Gauda, figlio di Mastanabale.
Mario
si trattenne in
Numidia
per buona parte dell'anno 105 e tornato in
Italia
assunse subito (1/1/104) il suo secondo
consolato
, Giugurta fu strangolato nel
104
nel carcere Tulliano dopo essere stato condotto in catene davanti al carro del vincitore.
Dei due figli, internati in città italiane come prigionieri di stato, si sa solo che
Oxinte
era vivo al tempo delle
guerre sociali
quando gli insorti si giovavano del suo prestigio per provocare defezioni in un corpo ausiliario di
Numidi
al servizio dei Romani.
Riepilogo delle fasi della guerra giugurtina:
111
Lucio Calpurnio Bestia
sconfigge Giugurta ma per la mitezza delle condizioni imposte viene sospettato di corruzione
110
Spurio
e Aulo Postumio Albino vengono battuti a Sunthul
109-108
Quinto Cecilio Metello Numidico
continua la guerra fiaccando Giugurta ma questi resiste con tecniche di guerriglia e con l'aiuto di
Bocco
di Mauretania.
107
Caio Mario
continua la guerra, occupa Cirta e sconfigge i numidi
106
Bocco
accetta di trattare con i Romani e consegna a tradimento Giugurta a
Silla
, delegato di
Mario
104 Giugurta viene ucciso nel carcere Tulliano a Roma.
Riferimenti letteratura:
Diodoro Siculo - Biblioteca storica
Valerio Massimo - Fatti e detti memorabili
Plutarco - Vite di Lisandro e Silla
Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani
Indice sezione