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Stanza dell'Incendio di Borgo



La prima delle quattro Stanze di Raffaello in Vaticano è la Stanza dell'incendio di Borgo.
Quando Raffaello e i suoi aiuti iniziarono la decorazione delle pareti, la volta era già stata affrescata alcuni anni prima (1508) dal Perugino su commissione di Giulio II.

Le dimensioni dell'ambiente sono 660x750 cm circa, si trova al secondo piano dell'ala settentrionale del Palazzo Apostolico, è l'ultima delle quattro seguendo il consueto percorso di visita dei Musei Vaticani e fu la terza ad essere decorata da Raffaello.
Gli affreschi delle pareti furono in gran parte realizzati da GIulio Romano e Giovan Francesco Penni con cartoni e disegni di Raffaello.
Il sito dei Musei Vaticani offre una visita virtuale delle Stanze di Raffaello.
Provenienza immagine: dalla rete
Volta del Perugino

La Volta

La volta è divisa in quattro aree triangolari, ciascuna delle quali contiene un tondo con una raffigurazione ispirata alla Trinità.
Gli spazi lasciti liberi dai tondi sono decorati con grottesche a fondo d'oro.

I quattro riquadri:
- Padre Eterno tra angeli (est)
- Cristo come Sol Iustitiae e Cristo tentato dal demonio (nord)
- Cristo e gli apostoli con il Padre Eterno e lo Spirito Santo (ovest)
- Cristo Giudice tra la Misericordia e la Giustizia (sud)


Parete est - La battaglia di Ostia
La battaglia rappresentata in questo affresco fu combattuta nell'849 dalla flotta della lega di Amalfi, Napoli e Gaeta, promossa da Papa Leone IV e terminò con la sconfitta dei Saraceni. La rievocazione di questo evento faceva riferimento al progetto di Leone X di indire una nuova crociata contro i Turchi.
A sinistra il papa rappresenta Leone IV ma con i tratti di Leone X, alle sue spalle i cardinali Bernardo Dovizi da Bibbiena e Giulio de'Medici. Gran parte dell'opera fu eseguita da Giulio Romano su disegno di Raffaello.
Provenienza immagine: dalla rete
La battaglia di Ostia


Parete nord - Giuramento di Leone III
Leone III, accusato dai nipoti di Adriano I Pascale e Campolo di adulterio e spergiuro, accuse che se comprovate lo avrebbero reso indegno del papato, si purificò simbolicamente da tali accuse giurando la sua innocenza sul vangelo il 23 dicembre 800 alla presenza di Carlo Magno e della corte pontificia. La scelta di questo soggetto per l'affresco allude al Concilio Lateranense V che aveva confermato il principio secondo cui la condotta del pontefice non è giudicabile dagli esseri umani. Gli interventi personali di Raffaello in questo affresco sono rari, l'opera fu eseguita da Giulio Romano con altri aiuti.
Provenienza immagine: dalla rete
Il giuramento di Leone III


Parete ovest - Incoronazione di Carlo Magno
Anche in questo affresco il papa (in questo caso Leone III) è rappresentato con i lineamenti di Leone X mentre Carlo Magno ha quelli di Francesco I re di Francia, alleato del pontefice. L'esecuzione del dipinto fu a curo di Giovan Francesco Penni con la collaborazione di Giulio Romano e i disegni di Raffaello.
Provenienza immagine: dalla rete
Incoronazione di Carlo Magno


Parate sud - L'incendio di Borgo
L'affresco che da il nome all'intera stanza racconta un episodio tratto dal Liber Pontificalis: nell'847 un grande incendio scoppiato nel Borgo, il quartiere antistante la Basilica di San Pietro, minacciò di distruggere la basilica stessa e di fare molte vittime tra la popolazione ma sarebbe bastata la benedizione impartita dal papa Leone IV affacciato alla Loggia delle Benedizioni per spegnere immediatamente le fiamme. La scena comprende, oltre alla Loggia con il papa benedicente, uno scorcio dell'antica basilica come si presentava all'epoca della realizzazione dell'affresco (1514). In basso a sinistra Raffaello ha inserito un particolare che richiama l'incendio di Troia: Enea che fugge dalla città in fiamme con il padre sulle spalle e il figlio accanto. Rispetto agli altri affreschi della stanza qui la mano di Raffaello è più presente perché si tratta della scena che fu dipinta per prima quando l'artista non era ancora impegnato nelle altre commissioni del papa, in particolare nei cartoni degli arazzi per la Cappella Sistina. Anche qui, comunque, i critici hanno individuato ampie zone dipinte da Giulio Romano e dal Penni.
Provenienza immagine: dalla rete
L'incendio di Borgo


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