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Polibio di Megalopoli



Storico greco di Megalopoli, nacque intorno al 206 a.C.
Alto magistrato della Lega Achea, al momento di Pidna si trovò compreso nell'elenco degli ostaggi achei rivendicati da Roma dopo la vittoria (167 a.C.), per questo motivo visse a Roma fino alla morte. Divenne amico e consigliere di Scipione Emiliano, che accompagnò in Africa durante la terza guerra punica.

Nelle Storie in quaranta libri, di cui restano i primi cinque, premesso un cenno sugli avvenimenti anteriori (dal 264 a.C.), narrò le conquiste compiute da Roma negli anni 220 a.C.-167 a.C. (guerre puniche, macedoniche, ecc.) scorgendo nella saldezza dell'ordinamento interno dello stato romano la ragione delle sue vittorie. Fu una delle principali fonti di Livio.

Nel sesto libro delle Storie Polibio espone con chiarezza le teorie di Platone sulle possibili forme di governo (monarchia, aristocrazia e democrazia) e delle loro possibili degenerazioni, per considerare quindi lo stato romano come un'eccezione che riesce a riunire in se i vantaggi delle tre forme. Machiavelli riprende e approfondisce questa teoria nei Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio esaminando come nella storia romana le tre forme si fusero quando, con l'istituzione dei tribuni della plebe, al potere personale dei consoli e a quello aristocratico dei senatori si unì quello dei tribuni che rappresentavano la volontà popolare.


Riferimenti letteratura:
  • Polibio di Megalopoli - Storie
  • Giuseppe Manno - Storia di Sardegna
  • Niccolò Machiavelli - Discorsi sulla prima decade di Tito Livio


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