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Rodolfo il Glabro



Monaco cluniacense e cronista borgognone nacque intorno al 985 e morì dopo il 1044.

Fu autore degli Historiarum Libri Quinque interessanti per la conoscenza delle leggende fiorite dopo l'anno mille.

Scrisse inoltre Vita di Guglielmo Abate, biografia di Guglielmo da Volpiano, abate di San Benigno di Digione, di cui Rodolfo era stato allievo.

Dai suoi scritti si ricavano molte informazioni sulla sua personalità: colto ed irrequieto era ossessionato dalla fede religiosa e da molte superstizioni tipiche del suo tempo. Come storico e come teologo egli ricerca nella storia dell'umanità il segno dell'intervento divino, intervento che non riuscirà comunque a sanare la connaturata malvagità dell'uomo. Nel raccontare gli eventi dei suoi tempi (le sue cronache vanno dal 900 ai suoi anni) Rodolfo vede negli eventi orribili come guerre, stragi, epidemie il presagio certo della prossima fine del mondo ma egli non sa individuare le causee di tanto male e nella sua opera Dio stesso finisce per essere assente mentre la narrazione segue l'andamento di un caotico precipitare dell'umanità verso la rovina.

Pregno di cultura medievale segue la ripartizione cronologica della storia in voga ai suoi tempi, che individuava quattro periodi: dall'inizio del mondo al diluvio universale (prevale la saggezza); periodo dei Patriarchi da Abramo a Giuseppe, prevale la temperanza; da Mosè alla venuta di Cristo prevale la fortezza; dalla venuta di Cristo in poi prevale la giustizia.


Riferimenti letteratura:
  • Rodolfo il Glabro - Storie



  • Indice sezione