Personaggio probabilmente leggendario, aveva salvato Roma in diverse occasioni ma fu mandato a morte senza pietà da Appio Claudio nel periodo susseguente al decemvirato, quando cioè Appio Claudio credeva di poter realizzare le proprie mire tiranniche (quinto secolo a.C.).
Sarebbe stato tribuno della plebe durante il consolato di Spurio Tarpeio e di Aulo Eternio. (454 a.C.).
Uno dei campioni romani più decorati, partecipò a centoventi battaglie e si fregiava di quarantacinque cicatrici sul petto.
Ricordato da Plinio il Vecchio (N.H. VII,102).

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Riferimenti letteratura:

Livio - Storia di Roma

Aulo Gellio - Notti Attiche

Plinio il Vecchio - Storia Naturale

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