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PLINIO IL VECCHIO
STORIA NATURALE
Sintesi Parziale
PREFAZIONE
Lettera dedicatoria a
Tito
, all'epoca non ancora unico imperatore ma già associato al potere dal padre
Vespasiano
. Il tono è encomiastico e vengono ricordate le cariche, i successi e le virtù di
Tito
, ma
Plinio
insiste anche sulla familiarità e sull'amicizia che lo legano al destinatario.
Nel dedicare l'opera a
Tito
,
Plinio
si dice consapevole di scegliere il più colto dei giudici. Retoricamente dichiara che la sua opera non è dilettevole in quanto "descrive la natura, cioè la vita, nei suoi aspetti più umili".
L'intento è quello di toccare tutti gli argomenti di quell'insieme che i
Greci
definivano "cultura enciclopedica".
Alcune cifre su quelli che qualcuno aveva definito "magazzini e non libri": ventimila fatti degni di nota, duemila volumi studiati per ricavarli, trentasei libri composti (trentasette contando l'indice). Per dimostrare la propria correttezza
Plinio
citerà sempre le proprie fonti.
Per riguardo al tempo di
Tito
(e dei lettori in generale),
Plinio
dice di aver preparato un indice degli argomenti contenuti nell'opera in modo da poter di volta in volta ricercare le notizie desiderate senza la necessità di una lettura integrale.
LIBRO I - INDICE
L'indice compilato da
Plinio
(caso unico fra gli autori antichi) comprende l'elenco degli argomenti trattati in ciascun libro dell'opera, il conteggio (per ogni libro) dei dati, notizie ed osservazioni, l'elenco delle fonti romane, l'elenco delle fonti straniere.
LIBRO II - COSMOLOGIA
Il mondo, nel senso dell'intera realtà, che con altro nome si può chiamare "cielo" è "sacro, eterno, sconfinato". Un incipit solenne apre l'opera: è pazzia voler misurare il mondo che è infinito, ed è pazzia credere che possa esistere qualcosa al di fuori del mondo che è "coincidente con il tutto".
Ha la forma di un globo perfetto, la più adatta per sostenersi e muoversi, e si muove a folle velocità compiendo una rivoluzione ogni ventiquattro ore, in apparente silenzio per noi che siamo al suo interno.
Il termine "mondo" significa "ornamento" ed allude alla sua eleganza (
mundus
come aggettivo = pulito, elegante). Esistono quattro elementi: il fuoco degli spazi più elevati, l'aria, la terra e l'acqua. Sono tra loro in equilibrio grazie all'eterna rotazione del mondo: la terra è al centro, immobile.
Tra la terra ed il cielo si trovano sette astri, i pianeti, fra i quali si muove il sole. Da questa concezione così ispirata del "mondo" (non conta qui la correttezza delle nozioni scientifiche ma l'ampiezza della visione filosofica) Plinio passa a riflettere su Dio che, a sua avviso, non ha forma o immagine ma è "tutto se stesso". Di qui una polemica contro la religione e, soprattutto, contro il culto di divinità negative (Febbre, Cattiva Sorte), contro la rappresentazione antropomorfica degli dei e la divinazione.
Il vero dio, per
Plinio
, è la natura, lo dimostra il fatto che neanche gli dei potrebbero far tornare in vita chi è morto, cambiare il passato o "fare in modo che due per dieci non faccia venti".
Tornando in tema cosmologico
Plinio
nega le credenze del suo tempo rispetto alle stelle (che ce ne sia una per ogni essere umano), sono astri eterni che hanno grande rilevanza.
Anassimandro di Mileto
scoprì l'obliquità dello
Zodiaco
e
Cleostrato
ne scoprì le costellazioni.
Fra i pianeti il più elevato è Saturno, per questo sembra il più piccolo, compie la propria orbita in trenta anni, è freddo e coperto di ghiacci.
Giove, più in basso, percorre l'orbita in dodici anni. Segue Marte, infuocato per la vicinanza del sole che compie il suo movimento in due anni.
Viene poi il percorso del sole, diviso in trecentosessanta gradi ai quali si devono aggiungere cinque giorni ogni anno ed un giorno intercalare ogni quattro anni.
Più in basso percorrono le loro orbite Venere, Mercurio ed infine la luna.
La trattazione della luna oscilla fra poesia e nozioni scientifiche, questo astro polimorfo che muta continuamente di aspetto e posizione affascina l'Autore che ne descrive, con dati essenzialmente corretti, i movimenti nella volta celeste rispetto al sole ed alla terra, le fasi ed i fenomeni delle eclissi.
Già nell'antichità molti studiarono le eclissi.
Plinio
ricorda
Gaio Sulpicio Gallo
che poco prima della battaglia di
Pidna
spiegò il fenomeno ai soldati romani liberandoli dalla paura (giugno
168 a.C.
).
Talete di Mileto
predisse un'eclissi solare (
584 a.C.
).
Ipparco di Nicea
(
II sec. a.C.
) riuscì a predire le eclissi solari e lunari dei successivi seicento anni.
Plinio
prosegue con una dotta e dettagliata descrizione dei fenomeni celesti indicando il comportamento dei singoli pianeti rispetto alle costellazioni dello
Zodiaco
, i loro periodi di visibilità ed invisibilità e così via. Pianeti che generano fulmini come un legno ardente emette scintille, distanze fra i corpi celesti misurate in toni e semitoni secondo la celebrata teoria pitagorica.
Posidonio di Apamea
aveva stimato queste distanze in stadi ed aveva ipotizzato che le perturbazioni atmosferiche non si verificassero oltre una determinata altezza. Astri molto particolari sono le comete, delle quali
Plinio
elenca una serie di nomi (per lo più greci) riferiti alla forma apparente (barba, corvo, giavellotto, ecc.). L'immaginario popolare attribuiva all'apparizione delle comete significati divinatorii, spesso nefasti.
Plinio
ricorda quella apparsa nell'
87 a.C.
. quando il
console
Gneo Ottavio
combatteva contro
Mario
e
Cinna
(si trattava della cometa di Halley) e quella avvistata nel
48 a.C.
durante la guerra fra
Giulio Cesare
e
Pompeo
. Propizia fu considerata, invece, l'apparizione del "sidus Iulium", comparso il 23 settembre del
44 a.C.
. durante la celebrazione dei giochi voluti da
Ottaviano
in memoria di
Cesare
.
Fu
Ipparco
ad assumersi l'immane compito di catalogare le stelle assegnando a ciascuna un nome e misurandone posizioni e movimenti tramite speciali strumenti di sua invenzione.
Dopo aver citato una serie di fenomeni (caduta di meteoriti, due o tre soli visibili, ecc.),
Plinio
parla dei fuochi di Sant'Elmo, con un riferimento autobiografico alla sua carriera militare in marina. Un solo fuoco era considerato infausto e veniva riferito ad
Elena
, una coppia di fuochi rappresentava i
Dioscuri
e proteggeva la nave.
Nel cielo sublunare l'aria degli spazi più alti si mescola con le esalazioni della terra e ciò da luogo a tutti i fenomeni meteorologici. I pianeti e le stelle con i loro moti influenzano questi fenomeni: ad esempio la costellazione delle Iadi (Hyades) è portatrice di pioggia e quella di Arturo di grandine.
Fuochi che dalle stelle cadono sulle nuvole generano fulmini, lampi, tuoni e bufere.
I venti possono nascere dalle esalazioni del terreno o dai vapori del cielo o da altre causee, come la conformazione delle montagne; ma i veri venti, quelli regolari e durevoli, hanno origine diversa (forse dalle stelle, forse dai pianeti) legata a leggi naturali non del tutto note.
Gli antichi consideravano quattro venti in tutto, questa visione cambiò più volte ed ai tempi di
Plinio
si contavano otto venti: subsaliano (o afeliote), volturno (o euro), austro (o noto), africo (o libs), favonio (o zefiro), coro (o argeste), settentrione (o aparctias), aquilone (o borea).
Di ognuno
Plinio
descrive le caratteristiche, la direzione, la stagionalità.
Tornando ai venti occasionali (soffi d'aria) ed ai fulmini che possono generare,
Plinio
nota come i fulmini siano più frequenti in primavere ed in autunno (per le maggiori variazioni della temperatura) ed in determinate regioni come la zona di
Roma
e la
Campania
, intermedie fra territori più caldi e più freddi.
A proposito dei fulmini si raccontavano prodigi: un fulmine uccise un feto lasciando incolume la madre, un fulmine a ciel sereno uccise un decurione di
Pompei
. Prodigi analoghi si raccontavano sul fulmine che salvò la città di
Bolsena
da un mostro, fulmine che era stato propiziato dal re
Porsenna
. Anche
Numa Pompilio
conosceva i segreti per far cadere i fulmini.
Molti altri prodigi celesti si prestavano ad interpretazioni divinatorie (
Plinio
affronta l'argomento con un cauto scetticismo): fulmini come presagi propizi per
Silla
e per
Marco Emilio Scauro
, pioggia di cibi, pietre ed altri oggetti a preannunciare sconfitte o disgrazie. Piovve lana nel luogo dove più tardi sarebbe morto
Tito Annio Milone
.
Anassagora di Clazomene
, studiando il fenomeno delle meteoriti, aveva predetto con esattezza la caduta di alcune di esse.
Con brevi cenni agli arcobaleni, alla grandine ed alla nebbia
Plinio
conclude il discorso sull'aria e passa a parlare della terra.
Vera grande madre dell'umanità, verso la quale è sempre benigna e generosa, merita secondo
Plinio
che se ne studi a fondo la natura.
La prima delle meraviglie è la sua forma sferica attorno alla quale vivono tutte le creature. La terra non "cade" verso il basso perché si trova al centro dell'universo e le leggi naturali non permettono che prenda il posto di altri elementi.
Le acque che si trovano sulla sua superficie non cadono perchè i liquidi tendono ad andare verso il basso ed il luogo più basso è il centro della terra. L'argomento è occasione per una digressione sui mari più lontani e sulle imprese di celebri navigatori del passato per dimostrare come tutte le terre conosciute siano circondate dall'immensa distesa marina.
Con una serie di riferimenti geografici in generale corretti,
Plinio
fornisce dati sul funzionamento delle meridiane in vari luoghi della terra, cioè in merito alla diversa inclinazione delle ombre. In questa parte del libro vengono citati grandi eruditi del passato i cui lavori erano molto studiati e discussi ai tempi di
Plinio
:
Eratostene
,
Anassimandro
,
Anassimene
.
I terremoti si dicevano provocati da venti che penetrano nelle profondità della terra sconvolgendole. Si credeva possibile prevedere alcuni terremoti tramite vari fenomeni: calma di venti, vibrazioni, acque dei pozzi intorbidite.
Il più forte terremoto di cui si avesse memoria avvenne in
Asia
ai tempi di
Tiberio
(
17 d.C.
) e distrusse dodici città. I terremoti possono far emergere nuove terre come fu per
Delo
,
Rodi
ed altre isole del
Mediterraneo
. La natura ha staccato isole dalla terraferma o le ha riunite ad essa ed ha fatto sparire completamente delle terre: ci si riferisce alla favolosa Atlantide citata nei dialoghi di
Platone
.
Ma anche altri aspetti della terra affascinano
Plinio
, come i giacimenti di pietre preziose o i luoghi che emanano esalazioni metifiche.
La complessità degli argomenti di questo libro non permette all'autore di seguire uno sviluppo lineare. Ha già trattato degli astri e delle acque ma ora deve ritornare a parlarne per descrivere il fenomeno delle maree. Dovute all'attrazione lunare seguono un andamento costante rispetto alle ore equinoziali anche se, rispetto ad ogni singolo luogo, non si verificano mai ogni giorno alla stessa ora così come variabile è l'ora del sorgere e del tramontare della luna. Anche gli impulsi di altri astri e la conformazione dei bacini marini possono influenzare l'intensità e la periodicità delle maree.
Le acque presentano anche altri fenomeni: correnti di acqua dolce che attraversano il mare senza disperdersi, fiumi sotterranei che a volte passano sotto il fondale marino come il fiume greco
Alfeo
che sgorga in
Sicilia
nella fonte
Aretusa
. Segue un lungo elenco di fenomeni particolari come fonti calde o gelide, acque velenose, acque che determinano il colore del manto del bestiame che le beve.
Un fango infiammabile reperibile in uno stagno nei pressi di
Samosata
fu usato dagli abitanti del luogo contro i soldati di
Lucullo
durante la terza guerra mitridatica. Con una sostanza simile, la nafta,
Medea
avrebbe fatto bruciare la rivale
Creusa
(questa spiegazione dell'evento mitico è presente solo in
Plinio
).
Altre meraviglie della terra sono i vulcani.
Plinio
ne cita molti a partire dall'
Etna
fino all'etiope
Theon Ochema
, il Carro degli Dei (forse il monte Camerun che a quei tempi era un vulcano attivo). Oltre alle fiamme dei vulcani la natura produce altri fuochi misteriosi: si diceva che una volta bruciarono le acque del lago
Trasimeno
, che una fiamma sprizzò dalla testa di
Servio Tullio
ancora bambino e che altrettanto accadde al tribuno militare Lucio Marcio Settimio in
Spagna
mentre assumeva il comando dopo la morte dei due generali Gneo e Publio Scipione (
211 a.C.
, seconda guerra punica).
Al termine del libro
Plinio
annuncia di voler trattare della terra abitata, dall'
India
alle colonne d'Ercole. Di queste terre fornisce qui una serie di misurazioni attingendo ad
Artemidoro di Efeso
e Isidoro di Carace. Oltre queste terre si estendono territori sconfinati, in parte inabitabili, per lo più inesplorati.
LIBRO III -
EUROPA I
Il libro si apre con una nota sul metodo che
Plinio
intende seguire nel descrivere tutte le parti del mondo: si servirà per ciascuna regione della fonte che riterrà di volta in volta più attendibile. Chiede al lettore di prescindere dagli eventi storici la cui fama accompagna i luoghi che citerà ma di seguirlo nel suo intento di fornire in questo e nei libri successivi (fino al sesto) nozioni puramente geografiche, mentre gli altri aspetti saranno trattati in libri appositi.
Il mondo si divide in tre parti:
Europa
,
Asia
e
Africa
. Si trovano rispettivamente a sinistra, di fronte e a destra di chi entri del
Mediterraneo
dallo stretto di
Cadice
. I tre continenti sono divisi dai fiumi
Tanai (Don)
e
Nilo
.
Lo stretto ha una lunghezza di quindici miglia ed una larghezza massima di cinque (stando al geografo
Turranio Gracile
) e si trova fra due montagne dette Colonne d'Ercole.
L'
Europa
va dallo stretto al fiume
Tanai
. Il mare forma un immenso golfo fra
Calpe (Gibilterra)
ed il promontorio
Bruzio
(
Capo Spartivento
in
Calabria
).
Plinio
si accinge a descrivere una prima parte dell'
Europa
seguendo le coste di questo golfo.
Si inizia dunque dalla
Spagna Ulteriore
divisa in due province, la
Betica
(Andalusia) e la
Lusitania
(Portogallo meridionale) separate dal fiume Ana (Guadiana); più a nord si trovava la
Spagna Citeriore
o Tarragonese i cui confini erano segnati dai
Pirenei
, dal mare Iberico e dall'Oceano Gallico.
La
Betica
prendeva il nome dal fiume Betis (Guadalquivir) e comprendeva le giurisdizioni di
Cadice
,
Cordova
, Astigi (Ecija) e Ispali (Siviglia). Numerose le città lungo le coste mediterranee ed atlantiche. La popolazione comprendeva elementi di origine cartaginese, fenicia, persiana e celtica.
Segue un lungo elenco di città dell'interno citate nell'ordine in cui si incontravano lungo i corsi del Betis e dei suoi affluenti. Nel fornire le dimensioni della
Betica
(475 per 268 miglia) come le indicava
Agrippa
,
Plinio
precisa che questo tipo di misurazione non è mai esatta e varia da autore ad autore a causa di differenti percorsi, di mutamenti dell'ambiente e dei confini nel tempo e così via.
La
Spagna Citeriore
era divisa in sette giurisdizioni:
Cartagena
, Terragona,
Saragozza
, Clunia, Astorga, Lugo, Braga. Anche in questo caso vengono forniti elenchi di città e di popolazioni e misurazioni geografiche.
Vi scorre il
fiume Ibero (Ebro)
dal cui nome derivava quello greco di Iberia che indicava l'intera
Spagna
.
Tutta la
Spagna
era ricca di miniere di piombo, rame, ferro, argento e oro. Si estraevano anche il minio e la "pietra speculare" che veniva usata per le finestre come i vetri.
Oltre i
Pirenei
si trovava la
Gallia Narbonese
(Linguadoca e
Provenza
) che si estendeva fino alle
Alpi
, affacciandosi sul
Mediterraneo
. Il
Rodano
, il più importante e impetuoso fiume di questa provincia sfociava nel
Mediterraneo
con tre bocce (solo due ai nostri giorni). Anche per la
Gallia Narbonese
Plinio
elenca città, luoghi importanti e le misurazioni di
Agrippa
.
Segue l'
Italia
, il territorio dei
Liguri
, l'
Etruria
, l'
Umbria
, il
Lazio
con la foce del
Tevere
e
Roma
, il litorale dei
Volsci
, la
Campania
, quindi i litorali piacentino, lucano e
bruzio
.
A questo punto
Plinio
inserisce l'elogio dell'
Italia
secondo uno stile molto in uso ai suoi tempi, scusandosi per non riuscire a trattare compiutamente le meraviglie dell'
Italia
, "patria di tutte le genti del mondo intero". Così come occupandosi del cielo ha dovuto scegliere di parlare solo di alcune stelle, per l'
Italia
dovrà scegliere solo alcuni luoghi.
Segue l'elencazione delle misure della penisola e delle distanze dalle terre circostanti nel
Mediterraneo
. Per la descrizione del territorio e delle città
Plinio
premette che farà riferimento alla suddivisione in undici regioni stabilita da
Augusto
.
Si parte da nord-ovest con la
Liguria
per la quale vengono citate fra l'altro
Nizza
,
Ercole Moneco (Monaco)
, Albo Intimilio (Ventimiglia),
Albo Ingauno (Albenga)
,
Genova
, il Porto del Delfino (Portofino). Il
fiume Magra
segna il confine della
Liguria
, alle spalle di tutti questi luoghi corre l'
Appennino
che si estende per l'intera penisola fino allo stretto siculo. Oltre l'
Appennino
, fino al
Po
, si trovano altre città liguri come Libarna, Pollenza,
Asti
.
Confina con la
Liguria
l'
Etruria
, anticamente abitata dagli
Umbri
che furono cacciati dai
Pelasgi
e questi dai Lidi che presero il nome di Tirreni dal loro re
Tirreno
.
In
Etruria
si trovano Luni,
Piacenza
,
Pisa
,
Populonia
, Cosa e molte altre città lungo la costa fino a Fregene sul fiume
Tevere
. All'interno Roselle,
Siena
,
Sutri
,
Arezzo
,
Cortona
,
Chiusi
,
Pistoia
,
Perugia
,
Tarquinia
,
Tuscania
,
Veio
, etc.
Il
Tevere
si chiamava anticamente Tibris e prima ancora Albula. Nasce nel territorio di
Arezzo
, circa a metà dell'
Appennino
, nella prima parte del suo tortuoso corso non è navigabile poi lo diventa più a valle dopo aver ricevuto quarantadue affluenti fra i quali il
Nera
e l'
Aniene
. A
Roma
scorre fra alti argini ma le sue piene improvvise sono sempre temute.
Il
Lazio
va dal
Tevere
al
Circeo
e nei secoli fu abitato da molti popoli diversi. La più prossima al
Tevere
è la colonia di
Ostia
, seguono
Laurento
ed
Ardea
,
Anzio
e poi il
Circeo
che, stando ad
Omero
, una volta era un'isola.
Seguono
Terracina
, Sperlonga,
Gaeta
e
Formia
. Ultima città laziale è Sinuessa, oltre inizia la
Campania
, famosa per i suoi vini. Comprende infatti i territori di
Sezze
, il Cecubo, il Falerno, il Caleno, il Massimo. Nei Campi Leborini (zona della provincia di
Caserta
, dal
Medioevo
detta
Terra di Lavoro
) si coltiva il grano per trarne una bevanda detta alica. Il mare è ricco di ottimo pesce e vi si produce olio della migliore qualità. Abitarono la
Campania
gli
Oschi
, i
Greci
, gli
Umbri
, gli
Etruschi
ed infine i
Campani
.
Lungo la costa si trovano Volturno, Literno,
Cuma
,
Miseno
, il porto di
Baia
,
Pozzuoli
,
Napoli
,
Ercolano
,
Pompei
(dalla quale si vede il
Vesuvio
),
Sorrento
con il promontorio di Minerva, un tempo sede delle
Sirene
.
All'interno numerosissime colonie e città fra cui
Capua
, Aquino, Suessa,
Nola
,
Avellino
, Atella, Arpino,
Boville
, Cassino, Frosinone,
Ferentino
,
Ficolea
e molte altre. In questo "interno"
Plinio
considera la stessa
Roma
il cui secondo nome non doveva mai essere pronunciato, pena la morte come accadde a
Valerio Sorano
.
Ai tempi di
Plinio
Roma
era divisa in quattordici circoscrizioni, le mura misuravano tredici miglia e vi si aprivano trentasette porte. Nel suo sviluppo
Roma
inglobò numerose località e ben cinquantatre popolazioni.
Nei dintorni di
Roma
erano esistite molte città famose:
Pomezia
,
Scaptia
,
Politorio
,
Tellene
, Tifata,
Cenina
,
Ficana
,
Crustumeria
,
Ameriola
,
Medullia
,
Cornicolo
, Saturnia, Antipoli,
Antenne
,
Cameria
,
Collazia
, Amitino,
Norba
, Sulmo (Sermoneta). Oltre a queste città altre popolazioni albane condividevano la carne delle vittime sacrificali in occasione delle feste della
Lega Latina
:
Albani
,
Aesolani
, Acciensi,
Abolani
,
Bubetani
,
Bolani
, Cusuetani,
Coriolani
,
Fidenati
, Foreti, Ortensi, Latiniensi, Longani, Manati, Macrali, Muniensi, Numiniensi, Ollicolani, Ottolani,
Pedani
, Poletaurini,
Querquetulani
, Sicani, Sisolensi,
Toleriensi
, Tutiensi, Vimitellari, Veliensi, Venetolani, Vitellenses.
Dal territorio di
Sorrento
fino al fiume Sele si estende il territorio picentino, già appartenuto agli
Etruschi
.
Dal Sele ha inizio la terza regione comprendente la
Lucania
ed il
Bruzio
. Anche qui abitarono varie popolazioni fra cui
Pelasgi
,
Siculi
,
Greci
e infine i
Lucani
.
Si incontrano le città di Paestum,
Velia
, Bussento. Lungo la costa bruzia: Blanda (oggi Maratea), il porto di Partenio,
Cosenza
,
Vibo Valentia
, Scilla e
Reggio
sullo stretto Siculo.
Finisce qui il primo golfo dell'
Europa
che, dallo stretto di
Cadice
, comprende i mari Iberico, Gallico, Ligure, Etrusco o
Tirreno
.
Polibio
chiamava Ausonio il mare fra la
Sicilia
e il Salento.
Le prime isole che si incontrano nel Golfo proveniendo da ovest sono le Pitiusse che comprendono Ebuso (Ibiza), quindi le
Baleari
con le città di Palma e Pollenza ed un'altra ventina di piccole isole.
Presso le coste della
Gallia
si trovano Matina, le tre
isole Stecadi
, Lero e Lerina.
Nel
Mar Ligure
è la
Corsica
, con trentadue città.
Fra la
Corsica
e l'
Italia
sono Oglaza e
Pianosa
; Gorgona, Capraia, Giglio, Artemisio, altre isole minori e l'
Elba
, con le miniere di ferro.
A sud della foce del
Tevere
si trovano altre isole fra cui
Ponza
. Nel golfo di
Pozzuoli
Pandataria
e Procida. A otto miglia da
Sorrento
si trova
Capri
, famosa per il palazzo di
Tiberio
e, fuori dalla vista, la
Sardegna
circondata da piccole isole. In
Sardegna
vivevano gli
Iliensi
, i
Balari
, i Corsi ed altri.
Supera per fama tutte le altre isole la
Sicilia
, anche detta Sicania o Trinacria, che un tempo era unita al continente. Sullo stretto si trovano le rupi di Scilla e Cariddi, tristemente note per la loro pericolosità. Ha forma di triangolo, la punta verso l'
Italia
si chiama
Capo Pachino
, quella rivolta alla
Grecia
Peloro e la terza
Capo Lilibeo
. In
Sicilia
vi sono cinque colonie e sessantatre città. Sulla costa ionica sono
Messina
e
Tauromenio
, già
Naxos
, e il monte
Etna
dai meravigliosi bagliori notturni, il suo fragore si sente fino alle Madonie. Seguono
Catania
,
Lentini
, Megara,
Siracusa
. Sulla base meridionale
Camarina
,
Agrigento
,
Selinunte
. Poi
Trapani
e il
Monte Erice
,
Palermo
,
Imera
, Cefalù, Tindari. All'interno si trovano molte città di diritto latino fra le quali Gena,
Enna
e
Zancle
.
Numerose le isole fra la
Sicilia
e l'
Africa
, fra loro:
Malta
, Lampedusa e
Ustica
. A nord della
Sicilia
le sette
Isole Eolie
o
Lipari
dove, ai tempi della guerra di
Troia
, regnò
Eolo
. In una di esse,
Stromboli
, si trova un vulcano dal cui fumo si dice che gli abitanti sappiano prevedere la direzione del vento, di qui la leggenda della reggia di
Eolo
.
Qui si conclude la trattazione del primo golfo di
Europa
.
Locri è l'inizio della
Magna Grecia
, la base meridionale dell'
Italia
che si affaccia sul Mar Ausonio. Da Locri a Capo Lacinio presso
Crotone
la costa forma un primo golfo, ma da Capo Lacinio ha inizio anche il secondo grande golfo d'
Europa
delimitato dall'
Epiro
.
Proseguendo oltre
Crotone
si incontrano Turii, Crati,
Sibari
e
Metaponto
al confine della terza regione d'
Italia
.
Fra le varie città all'interno del
Bruzio
Plinio
ricorda Eboli,
Grumento
, Potenza.
Confina con questi luoghi la seconda regione che comprende l'Irpinia, la
Calabria
(per i Romani la
Calabria
erano gli attuali territori provinciali di
Lecce
e
Brindisi
, la
Puglia
ed il Salento con il golfo di
Taranto
).
Napoli
è la città più vicina alla
Grecia
, tanto che
Pirro
pensò di costruire un ponte sul canale. Ma il porto più sicuro è quello di
Brindisi
dal quale si raggiunge
Durazzo
dopo una traversata di 225 miglia.
Oltre la città di
Canosa
ha inizio la
Puglia
dei
Dauni
, che prese il nome da
Dauno
la cui figlia (Eurippe) aveva sposato
Diomede
. Ci sono tre stirpi di
Dauni
: i Teani, i
Lucani
e i
Dauni
, segue un lungo elenco alfabetico delle città dell'
Apulia
.
Segue la quarta regione che comprende il territorio dei
Frentani
, quello dei
Marrucini
, dei
Marsi
, degli
Equicoli
, dei
Vestini
, dei
Sanniti
, dei
Sabini
. Questi ultimi vivono nella regione dei Laghi Velini il cui emissario è il
fiume Nera
, affluente del
Tevere
.
La quinta regione è il
Piceno
. I
Picenti
provennero dai
Sabini
in seguito ad una primavera sacra. Il
Piceno
comprende il territorio di Atri (
Agro Adriano
), il
territorio Palmese
, il
Pretuzio
, Castro Nuovo, il fiume Batino, i fiumi
Vomano
,
Tronto
, Albula, Tesino ed Elvino, la città di
Tronto
abitata dai
Liburni
. La colonia più famosa in quella regione è
Ascoli
.
La sesta regione comprende l'
Umbria
ed il territorio dei
Galli
al di qua di
Rimini
. Da
Ancona
inizia la costa della Gallia Togata che fu dei
Siculi
e dei
Liburni
, poi scacciati dagli
Umbri
, questi dagli
Etruschi
e gli
Etruschi
, a loro volta, dai
Galli
. La popolazione degli
Umbri
è la più antica di
Italia
. La regione comprende le colonie di Fano,
Pesaro
,
Spello
e
Todi
. Segue un altro elenco alfabetico di città e località.
L'ottava regione è compresa fra
Rimini
, il
Po
e l'
Appennino
. L'attraversa il
Rubicone
, un tempo confine d'
Italia
,
Bologna
,
Modena
,
Parma
,
Piacenza
,
Cesena
ed altre.
Il
Po
nasce sul
Monviso
nel territorio dei
Liguri
, chiamato
Eridano
dai
Greci
e reso celebre dal mito di
Fetonte
. Ha trenta affluenti e sfocia nell'
Adriatico
, con più bocche. Sulla foce del
Po
sorgeva un tempo la città di Spina, fondata da
Diomede
.
Dal nome del
Po
deriva quello dell'undicesima regione Transpadana, dove si trovano
Augusta Pretoria
,
Vercelli
,
Novara
. Gli
Insubri
fondarono
Milano
,
Como
,
Bergamo
e altre comunità di stirpe celtica.
La decima regione comprende Venezia (nel senso di regione triveneta, la città non esisteva ai tempi di
Plinio
), la colonia di
Aquileia
,
Trieste
confine attuale con l'
Istria
.
All'interno della decima regione sono le colonie di
Cremona
e
Brescia
, le città di
Padova
,
Belluno
,
Vicenza
.
Mantova
è la sola città etrusca al di là del
Po
.
La lunghezza delle
Alpi
è di circa mille miglia, vi vivono molte popolazioni come i Fecussi, i Subocrini, i Catali, i Menoncaleni, i
Carni
, i
Reti
e i
Vindelici
. A questo punto
Plinio
cita testualmente un'iscrizione posta sulle
Alpi
in onore di
Augusto
.
Tornando all'
Istria
Plinio
ne cita un elenco di città e di popolazioni fra cui la colonia di
Salona
, fondata dall'imperatore
Claudio
. L'
Istria
e la
Dalmazia
formano la regione dell'
Illirico
che confina con la
Macedonia
oltre la città di Lisso. Vi abitano Parteni e Dassareti con le città di Denda e
Durazzo
. Oltre la città di
Orico
ha inizio l'
Epiro
.
Alle spalle dei
Carni
e dei
Reti
si trova il
Norico
(corrispondente approssimativamente all'attuale
Austria
) la cui città più importante è Viruno. Confinano con il
Norico
il lago Pelsone (Balaton) ed il territorio dei
Boi
(
Boemia
).
Dove le
Alpi
scendono verso il
Mar Adriatico
dividono l'
Illirico
dalla
Pannonia
(approssimativamente
Ungheria
e
Slovenia
) che si estende fino al
Danubio
nel quale confluiscono due fiumi: la Drava proveniente dal
Norico
e la
Sava
che nasce dalle
Alpi
Carniche. Segue un elenco di popolazioni della
Pannonia
, fra cui
Scordisci
e Taurisci.
Confina con la
Pannonia
la provincia della
Mesia
(
Bulgaria
e parte della Jugoslavia) che, attraversato il
Danubio
, si estende fino al Ponto.
Di questo "golfo" fin qui descritto da
Plinio
fanno parte due mari: lo
Ionio
e l'
Adriatico
.
Nello
Ionio
, davanti alla costa pugliese, si trova l'isola Diomedea con la tomba di
Diomede
. Di fronte alle coste dell'
Illirico
si trovano più di mille isole dovuta al lavoro del mare sui fondali bassi.
Davanti alla costa della Liburnia sono le Isole Cretesi e le Liburniche.
LIBRO IV -
EUROPA
II
Il terzo golfo dell'
Europa
va dagli
Acrocerauni
all'
Ellesponto
e comprende:
Epiro
,
Acarnania
,
Etolia
,
Focide
,
,
Messenia
,
Laconia
,
Argolide
, Megaride,
Attica
,
Beozia
,
Doride
, Ftiotide,
Tessaglia
,
Magnesia
,
Macedonia
,
Tracia
.
In
Epiro
abitano i Caoni, i
Tesproti
, gli Antigonensi, i Cestrini, i
Perrebi
, i Cassopei, i Driopi, i Selli, gli Ellopi, i
Molossi
.
Luoghi notevoli sono il tempio di Giove in
Dodona
presso i
Molossi
, la fortezza di Chimera sugli
Acrocerauni
, le città di Meandria e Cestria, la colonia di
Butroto
ed il golfo di
Ambracia
con l'omonima città.
Le città dell'
Acarnania
sono Eraclia, Echino,
Azio
, Nicopoli, Leucade che sorge su una penisola che un tempo fu separata dalla terraferma; Alizia, Strato, Argo Anfilochia. Il fiume
Acheloo
divide l'
Acarnania
dall'
Etolia
.
Abitano l'
Etolia
gli Atamari, i Tinfei, gli Efiri, gli
Eniensi (o Eniani)
, i
Perrebi
, i
Dolopi
, i Maraci, gli Atraci.
Le maggiori città dell'
Etolia
sono
Calidone
, Macinia, Molicria,
Naupatto
, Eupolimna, Pleurone, Alicarna.
Nella
???
si trovano le città di Eante, Argina, Eupalia, Calauso e la libera città di
Delfi
con il santuario di
Apollo
.
Il
Peloponneso
è una penisola situata fra l'
Egeo
e lo
Ionio
. Il periplo del
Peloponneso
è rischioso per le navi, si è dunque cercato di scavare un canale nell'itsmo che collega la penisola al continente da parte di
Demetrio Poliorcete
, di
Cesare
,
Caligola
e Nerone. Sull'istmo si trova la città di
Corinto
.
Dall'istmo ha inizio l'
Acaia
con le città di Lechee, Oliro, Elice, Bura,
Sicione
, Egira, Egio, Erineo, Cleone, Isia e il porto di Panormo.
Segue il territorio degli Elei con la città di
Elide
ed il santuario di Giove Olimpio dove si svolgono i Giochi ed altre città fino al confine con la
Messenia
. Qui si trovano Messene,
Itome
,
Ecalia
, Arene, Pteleo, Trio, Dario, Zancle.
Segue la
Laconia
con le città di Tenaro,
Amicle
,
Fere
,
Leuttra
,
Sparta
,
Terapne
.
Il golfo successivo è l'Argolico con le città di Argo, Bova,
Epidauro
, Zarace,
Mantinea
ed il sito dove sorgeva Tirinto. Ancora in
Argolide
si trovano Ermione,
Trezene
, Corifazio.
Nell'entroterra del
Peloponneso
si trova l'
Arcadia
, lontana dal mare. Le sue città: Psofide,
Mantinea
, Stinfalo,
Tegea
,
Orcomeno
,
Feneo
, Pallanteo,
Megalopoli
, Gortina, Bucolio, Carmio, Parrasia, Telpusa, Melene, Erea, Pile, Pellene, Agre, Epio, Cinete, Lepreo, Alea, Metidrio, Enispia, Macisto, Lampia,
Clitorio
, Cleone.
Dalla strettoia dell'istmo inizia l'Ellade o
Grecia
con l'
Attica
. Vi si trovano Megara, Scheno, Sidunte, Cremnione, Gerania, Eleusi.
Atene
è unita ai porti del
Pireo
e del
Falero
da un muro lungo cinque miglia. Oltre le città di Melite e Oropo inizia la
Beozia
.
Le maggiori città della
Beozia
sono Antedone,
Onchesto
,
Tespie
, Lebadea e
Tebe
. Nei pressi di
Tebe
il bosco dell'Elicona ritenuto luogo di nascita delle
Muse
. Sullo stretto di Euripo che la separa dall'isola di
Eubea
si trova
Aulide
.
L'unica città costiera della
Focide
è Dafnunte, all'interno Larisa,
Elatea
, Lilea, Cnemide e Iempoli.
Nella
Doride
si trovano Sparto, Erineo, Baio, Pindo e Citino.
In
Tessaglia
si trovano
Orcomeno
, Alimo, Atrace,
Fere
,
Larissa
,
Gonfi
, Tebe di Tessaglia, Demetriade,
Tricca
,
Farsalo
.
Confina con la
Tessaglia
la Magnesia con le città di Iolco, Ormeio, Pirra, Metone, Olizo, Castana, Spolatra, Melibea, Rizo, Erimne,
Crannone
ed altre.
Viene quindi la
Macedonia
il cui impero un tempo abbracciava il mondo. Le sue città sono Egem, Berea, Eginio, Eraclea,
Pidna
, Aloro, Stobi, Antigonea, Europo, Calastra, Piloro, Lete,
Tessalonica
, Terme,
Pellene
, Flegra, Miscella, Ampelo, Tarone, Singo, Stelo,
Stagira
, Sitone,
Apollonia
, Aretusa e
Anfipoli
a>. La
Macedonia
è abitata da centocinquanta popolazioni.
Oltre la
Tessaglia
si trova la
Tracia
abitata da numerose popolazioni fra le più forti d'
Europa
. Fra le sue città Paneropoli, Filippopoli,
Apollonia
, Esima, Neapoli e Dato, Istropoli, Tomi, Collati, Eraclea.
Superato il
Bosforo
si trova il promontorio del Corno d'Oro con la città di
Bisanzio
.
L'
Ellesponto
divide
Europa
e
Asia
, sulla costa europea le città di Callipoli e Sesto, su quella asiatica
Lampsaco
e
Abido
.
Qui finisce il terzo golfo dell'
Europa
del quale
Plinio
passa a descrivere le isole. A dodici miglia da
Butroto
si trova Corcira con la città omonima attorniata da numerose isole minori. Numerosissime le isole che si trovano di fronte all'
Etolia
fra le quali le Teleboidi, Zacinto,
Itaca
.
Nel golfo Argolico si trovano Pitusa, Arine e Efire.
A venti miglia dal porto del
Pireo
è Egina.
Creta
si allunga da est a ovest e possiede cento famose città fra le quali Elea, Festo, Cnosso. Anche
Creta
è attorniata da isole minori.
Fra le isole di fronte all'
Attica
la più illustre è
Salamina
. L'
Eubea
si trova davanti alla
Beozia
dalla quale è separata dallo stretto canale dell'Euripo. La città più importante è
Calcide
.
Al largo dell'
Eubea
si trovano molte isole fra le quali la più famosa è
Delo
per il Santuario di
Apollo
. Seguono le Sporadi: Elene, Facusa, Nicasia, Schinusa, Folegrando e Icaro. Altre isole non riunite in arcipelago sono
Sciro
, Io (dove sarebbe sepolto
Omero
), Odia, Oletandro ed altre.
Il quarto golfo dell'
Europa
inizia dall'
Ellesponto
e termina alle bocche della
Meotide
. Si tratta del
Ponto (Mar Nero)
. Vi si accede dall'
Ellesponto
che Serse superò con un ponte di navi, lo stretto di allarga per un tratto di ottantasei miglia formando un mare interno chiamato Propontide (Mar di Marmara) che fu attraversato da
Alessandro Magno
per poi restringersi di nuovo nella strettoia del
Bosforo Tracio
sulla quale Dario gettò un ponte. Superato questo stretto si apre il
Ponto Eusino
che ha la forma di un grande arco ed all'estremità comunica con il lago
Meotide (Mar d'Azov)
tramite il passaggio del
Bosforo Cimmerio (stretto di Kerc)
. Nel lago
Meotide
confluisce il fiume
Tanai
(Don) che costituisce l'estremo confine fra
Europa
ed
Asia
.
Nel
Ponto Eusino
sfocia il fiume Istro (
Danubio
) che nasce in
Germania
e dopo aver ricevuto sessanta affluenti forma un ampio delta comprendente sei canali: il canale sacro, la bocca di Naraco, la bella bocca, la bocca finta, la bocca del nord e la bocca calva. La portata del fiume è tale che nelle quaranta miglia circostanti il delta l'acqua del mare è dolce.
Le popolazioni di quella regione appartengono tutte al ceppo degli
Sciti
e si distinguono in Geti o
Daci
,
Sarmati
,
Sauromati
,
Sciti
degeneri o Trogloditi,
Alani
e
Rossolani
.
Procedendo dal delta dell'Istro fino alle bocche del lago
Meotide
si incontra un'ampia insenatura detta golfo Carcinite con le città di Navaro e Carcine. Da questo golfo ha inizio la
Tauride
, abitata da trenta diverse tribu.
Sul
Bosforo Cimmerio
si trovano le città di Ermisio e Mirmecio, al suo interno l'isola di Alopece.
Partendo dal lago
Meotide
ed inoltrandosi nel continente si incontrano le popolazioni degli Aucheti, i Neuri, i Geloni, i Tissacleti, i Budini, i Basilidi, gli
Agatirsi
, i Nomadi, gli Antropofagi, i
Sauromati
e gli Essedoni. Lungo la costa vivono i
Meoti
e, lontanissimi alle loro spalle gli
Arimaspi
.
Dopo una regione chiamata Pteroforo condannata dalla natura alla neve perenne ed incessante, vivono i fortunati Iperborei, rinomati per mitiche meraviglie. Vivono in pace nei boschi in un clima mite e sono esenti da guerre e malattie. Giunti all'estrema vecchiaia, quando sono sazi di vivere, si uccidono gettandosi in mare. Toglie ogni dubbio sulla loro esistenza il fatto che molti scrittori testimoniano che gli Iperborei anticamente solevano inviare le primizie al santuario di
Delo
dedicandole ad
Apollo
al quale sono particolarmente devoti.
Nel Ponto si trovano le isole
Simplegadi
che secondo il mito collidevano fra loro (
Plinio
spiega questa credenza con un effetto ottico che si nota navigando: a tratti si vedono due isole, a tratti sembra di vederne una sola).
Più a largo l'isola degli Apolloniati dalla quale
Marco Licinio Lucullo
proconsole
in
Macedonia
prese la statua di
Apollo
che portò a
Roma
per il suo trionfo (71 a.C.) e l'isola di
Achille
che dicono custodisca la tomba dell'eroe.
Lasciando il Ponto
Plinio
passa a descrivere gli estremi contorni dell'
Europa
seguendo le coste dell'Oceano Settentrionale e precisa che per queste regioni le sue informazioni sono molto meno dettagliate.
Si parte dalla coste scitiche di fronte alle quali si trovano la grande isola di Balcia e le isole Eone dove abitano gli Ippopopodi, uomini con zoccoli di cavallo, e le isole dei Fanesii i cui abitanti hanno enormi orecchie che usano per coprire il corpo.
A partire dall'inizio della
Germania
, zona abitata dagli Ingueoni il monte Sevo forma una grande baia fino al promontorio dei
Cimbri
(lo Jutland), la baia ha nome golfo Codano (Mar Baltico) e comprende molte grandi isole fra cui la
Scandinavia
, abitata solo in parte dagli Illevioni, e la Eningia (forse la Finlandia).
Grandi discrepanze delle sue fonti impediscono all'Autore di stimare le dimensioni delle coste germaniche. I
Germani
si dividono in cinque razze: I
Vandali
(Burgodioni,
Varinni
, Carini, Gutoni), gli Ingueoni (
Cimbri
e Teutoni), gli Istueoni, gli Ermioni (
Suebi
, Ermunduri,
Catti
,
Cherusci
), la quinta razza comprende Peucini e Basterni. Fra i fiumi della
Germania
il
Reno
, la Vistola, l'
Albi (Elba)
, l'Amisi (Ems) e la Mosa.
Di fronte a queste terre c'è l'isola di
Britannia
, un tempo chiamata Albione, esplorata soltanto fino al limite della foresta
Caledonia
(la
Scozia
).
A cinquanta miglia dalla
Britannia
si trova l'
Ibernia (Irlanda)
. Fra le isole minori di quei mari sono le
Orcadi (Orkneis)
, le Acmodi (Shetland), le Ebridi ed altre.
L'ultima isola è
Thule
(forse l'Islanda o parte della Norvegia), senza notte d'estate e senza giorno d'inverno. Ad un giorno di navigazione da
Thule
inizia il "mare solidificato".
La
Gallia
, nel complesso detta Comata, è divisa in tre ceppi razziali e in tre aree geografiche delimitate dei
fiume Scaldi (Schelda)
,
Senna
e
Garonna
:
Gallia Belgica
,
Gallia Celtica o Lugdunese
e
Gallia Aquitanica o Aremorica
.
Nella
Gallia Belgica
vivono i Tessuandri, i
Menapi
, i Morini, i Marsaci, i Britanni, gli Ambiani, i Bellovaci e i Bassi e molte altre popolazioni.
Fra le popolazioni citate per la
Gallia Lugdunese
: i Calevi, i Veneti, i Namneti, gli Edui, i
Boi
e i
Senoni
.
Vivono fra gli altri nella
Gallia Aquitanica
Ambiletri e Anagnuti, Venami, Vellati, Ausci.
Le coste sono bagnate dai mari Settentrionale, Britannico e Gallico.
Dal massiccio dei
Pirenei
inizia la
Spagna
(
Penisola Iberica)
che si trova fra l'Oceano e il mare Iberico. La parte orientale è la
Spagna Citeriore o Tarragonese
, fra le cui popolazioni sono
Cantabri
ed
Asturi
. Vi scorre il Duero, uno dei fiumi maggiori della penisola, presso Numanzia. Tutta le regione è ricca di miniere d'oro, argento e altri metalli. Dal Duero ha inizio la
Lusitania
.
Aggirando il promontorio formato dalle ultime propaggini dei
Pirenei
si passa dal Mare Gallico all'Oceano Atlantico. Le popolazioni sono i
Celti
Turduli, i Vettoni e i
Lusitani
. Vi si trovano quarantacinque colonie romane o latine, fra le quali Olisipane detta anche Felicita Giulia è municipio di cittadinanza romana.
Davanti alla costa betica a venticinque miglia dall'imbocco dello stretto è l'isola di
Cadice
.
Si è concluso così il giro dell'
Europa
che, partito dallo Stretto di
Cadice
, ad esso è ritornato.
LIBRO V -
AFRICA
I
Greci
chiamavano
Libia
l'
Africa
e Libico il mare circostante. Ha inizio con le due Mauritanie, un tempo regni, province dal regno di
Caligola
. Procedendo verso occidente si trova il promontorio dell'Ampelusa dove ha inizio la costa atlantica. Si incontrano quindi le città di Zicce e Lisso, qui il mito collocava
Anteo
che fu ucciso da
Eracle
ed i giardini delle Esperidi. All'interno la colonia Giulia Campestre, Banasa e la città di Volubile.
Sulla costa, a cinquanta miglia fal fiume Lisso c'è il fiume Sububo, quindi la città di Sala ai limiti del deserto. Da qui una strada porta al Monte Atlante. Il versante che guarda verso il mare è arido mentre quello rivolto all'
Africa
è coperto di boschi e ricco di sorgenti. Durante il giorno il monte è immerso in un solenne silenzio mentre si dice che di notte sia animato dagli Egipani, dai Satiri e dai loro fuochi.
Il comandante cartaginese Annone, che circumnavigò l'
Africa
, lasciò appunti che descrivono quei luoghi e le molte città che egli avrebbe fondato, delle quali non rimaneva traccia. Dagli appunti di Annone avevano tratto spunti racconti fantasiosi di autori greci e latini.
Anche
Polibio
aveva descritto la regione del Monte Atlante dopo averne esplorato le coste con navi procurategli da
Scipione Emiliano
.
I Romani combatterono per la prima volta in
Mauretania
sotto
Claudio
quando il liberto Edemone provocò una rivolta per vendicare il re Tolomeo di Mauretania fatto uccidere da
Caligola
.
Svetonio Paolino
fu il primo comandante romano ad attraversare e superare l'Atlante. Attraversò deserti di polvere nera e foreste piene di belve, abitate dalle tribù dei Canarii che si cibavano di animali selvatici. Il re
Giuba II
, famoso studioso, ha fornito molte notizie sull'Atlante e su un'erba medicinale che vi nasce detta euforbia, utile contro i veleni.
La provincia Tingitana è abitata da Mauri, Baniuri, Autetoli, Nesimi. Vi nascono molti elefanti nella zona orientale montuosa con il
monte Abila e
con i Sette Fratelli, montagne così chiamate perché hanno la stessa altezza. Da queste alture che dominano lo stretto ha inizio la costa mediterranea.
Di fronte a Malaga si trova la città di Siga che fu residenza di Siface. Lungo la costa le città di Cesarea, residenza di
Giuba II
, Icosio, Rusucuru, Rusazo, Salde, Igilgil, Tucca. Il fiume Ampsaga separa la
Mauretania
dalla Numidia, patria di Massinissa, abitata in prevalenza da nomadi.
Fra le città della Numidia sono citate Cullu, Rusicade, Cirta, Tacatua ed altre. Superato il fiume Tusca ha inizio la Zeugitania, nell'
Africa
propriamente detta (cioè nel territorio di
Cartagine
). Sulla costa tre promontori definiscono due golfi, nel secondo dei quali si trova
Utica
, dove morì Catone.
Nel sito della grande
Cartagine
non rimane che una colonia (rifondata da
Augusto
nel
29 a.C.
).
Più ad est un altro grande golfo è diviso in due baie dette Grande e Piccola Sirte.
All'interno, in corrispondenza di queste baie, si trovano terre desolate e vasti deserti oltre i quali abitano i Garamanti, gli Augili, gli
Psilli
e i Cissippadi.
La costa infondo all'insenatura era un tempo abitata dai
Lotofagi
. Oltre il promontorio Boreo che chiude la Grande Sirte ha inizio la provincia di Cirenaica.
Dal fiume Ampaga a questo punto vivono in totale cinquecentosedici comunità, tutte sotto il dominio romano.
In Cirenaica si trovano il famoso oracolo di Ammone e le città di Cirene e Berenice. Fra le popolazioni cirenaiche sono i Marmaridi e i
Nasamoni
.
I già citati Garamanti hanno la loro capitale in Garama e furono sottomessi da Lucio Cornelio Balbo (nel 21 - 20 a.C.).
Oltre la Cirenaica si incontra la
Libia Mareotide
, confinante con l'
Egitto
.
Nel mare antistante queste regioni si trovano poche isole, le più grandi sono Meninge e Cercina, cinquanta miglia più a Nord è Lampedusa.
Qualche nota sui costumi e le caratteristiche di alcuni popoli africani: gli Atlanti imprecano contro il sole che ritengono nocivo e non sognano mai. I Trogloditi vivono nelle grotte, si cibano di serpenti e stridono invece di parlare. I Garamanti non conoscono unioni coniugali. I Ganfasanti vivono nudi, non sanno combattere e rifiutano ogni contatto con gli estranei.
I Blemnii sono privi di testa e hanno gli occhi in mezzo al petto, gli Imentopodi hanno per natura i piedi inabili e si muovono strisciando.
L'
Africa
, come fin qui descritta, confina con l'
Egitto
che si estende verso sud fino al paese degli Etiopi.
L'
Egitto
è diviso in due parti a loro volta suddivise in prefetture cittadine o
Nomoi
.
In
Egitto
si trovava un tempo un grande lago artificiale fatto scavare dal Faraone Meride (Amenemhet III) a sessantadue miglia dalla città di
Menfi
.
Non si sono trovate le sorgenti del
Nilo
. Secondo il re
Giuba
il fiume nasce in
Mauretania
, forma laghi ed isole, scorre sotterraneo per due lunghi tratti e riaffiora in
Etiopia
.
Durante questo lungo corso prende diversi nomi e soltanto il tratto egiziano è chiamato
Nilo
.
Numerose le teorie per spiegare le piene del
Nilo
: un riflusso alla foce quando è ostacolato dai venti etesii, la stagione piovosa in
Etiopia
, oppure il surriscaldamento estivo dei tratti sotterranei.
Le esondazioni stagionali si verificano sempre in periodi precisi, il livello ottimale è di sedici cubiti, quando non viene raggiunta la siccità impedisce la semina, se viene superato l'acqua defluisce più lentamente ostacolando i lavori agricoli.
Ai tempi del faraone Amasi l'
Egitto
arrivò ad avere ventimila città ed ancora ai tempi di
Plinio
i centri egiziani erano molto numerosi. Si ricordano
Tebe
dalle cento porte,
Abido
con il tempio di Osiride e la reggia di Memnone, Tolemaide, Panopoli,
Menfi
, Arsinoe,
Eliopoli
.
Sulla costa si trova
Alessandria
che fu fondata da
Alessandro Magno
(nel 331 a.C.). Tramite il vicino lago Meteotide, collegato da un canale alle foci del
Nilo
,
Alessandria
riceve il commercio proveniente dall'interno del Paese.
Nella regione delle foci del
Nilo
si trovano altre città come Buto, Sais, Naucrati.
Oltre la foce detta Pelusiaca inizia l'
Arabia
che si estende fino al
Mar Rosso
, sterile ad eccezione della zona ai confini con la
Siria
.
La
Siria
, un tempo la più grande delle terre, comprende la Palestina, la
Giudea
, la
Celesiria
, la
Fenicia
e la
Siria Damascena
(qui il termine
Siria
corrisponde all'insieme degli antichi domini degli
Assiri
) ed ancora
Babilonia
,
Mesopotamia
,
Sofene
,
Commagene
,
Armenia
e
Cilicia
.
L'antichissima città fenicia di Ioppe è posta di fronte alla roccia alla quale fu legata
Andromeda
. In
Siria
sono anche
Apollonia
, la Torre di Stratone,
Cesarea
fondata da
Erode
, Neapoli, Sebaste e Gamale.
La parte di
Giudea
confinante con la
Siria
si chiama
Galilea
, quella più vicina all'
Arabia
Perea, il resto della
Giudea
è diviso in otto toparchie: Gerico, Emmaus, Lidda, Ioppe, Acrabate, Gofa, Tamna, Betoleptef (che comprende
Gerusalemme
) ed Erdio.
Il Giordano è un fiume ameno dal corso tortuoso, si riversa nel malsano lago Asfaltide (
Mar Morto
) che produce soltanto bitume. Ad occidente del lago vivono gli
Esseni
, una popolazione di uomini solitari che hanno rinunciato alle donne per vivere in castità. La popolazione si mantiene da secoli costante per il continuo arrivo di nuovi aderenti ai costumi degli
Esseni
.
Oltre gli
Esseni
si trovano la città di Engada e la fortezza di Masada.
Confina con la
Siria
la regione della Decapoli comprendente
Damasco
, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Ippo, Dion,
Pella
, Garasa e Canata.
Tornando sulla costa punica si incontrano Capo Carmelo e la città omonima, Getta e Geba, il fiume Belo nella cui sabbia si trovano pietruzze utili per fare il vetro.
Tiro era un'isola finché
Alessandro Magno
, assediandola, non la unì alla terraferma con un terrapieno. Fu madrepatria di Leptis,
Utica
,
Cartagine
e
Cadice
.
A Sidone, madrepatria di
Tebe
in
Beozia
, si fabbrica il vetro. Alle spalle di Sidone inizia la catena montuosa del
Libano
che arriva fino alla
Celesiria
. Le si oppone la catena dell'Antilibano oltre la quale si incontrano la Decapoli e la Palestina.
Sulla costa della
Lidia
si trovano
Antiochia
e Seleucia. Il
fiume Oronte
nasce fra
Libano
e Antilibano e scorre presso queste città. La
Celesiria
comprende le città di Apameae Ierapoli, Calcide, Cirro.
L'
Eufrate
nasce in
Armenia
Maggiore, bagna la
Cappadocia
e supera la catena del Tauro e da qui separa l'
Arabia
dalla
Commagene
. Forma delle cateratte a quarantuno miglia dalla città di
Samosata
.
Il distretto arabico degli Orrei, bagnato dall'
Eufrate
, comprende le città di Edessa e Carre, famosa per la sconfitta di Crasso e confina con la
Mesopotamia
che comprende Antemusia e Niceforio.
Sotto
Samosata
l'
Eufrate
riceve le acque del fiume Marsia, entra quindi nel territorio degli Imenei dove bagna Epifania, Antiochia sull'
Eufrate
e Zeugma, quest'ultima unita ad Apamea da un ponte costruito da Seleuco I.
Giunto alla città di Sura il fiume volge a Oriente lasciando il deserto di
Palmira
che arriva fino a
Petra
e all'
Arabia
Felice.
Palmira
si trova in un'oasi del deserto siriano famosa per la qualità del suolo e delle acque. Posta fra l'Impero Romano ed il regno dei
Parti
attira costantemente l'attenzione di entrambi.
Molto più avanti di Zeugma l'
Eufrate
si divide in due rami, il ramo sinistro scorre verso la
Mesopotamia
bagnando Seleucia, il ramo destro raggiunge
Babilonia
e dopo averla superata si disperde in paludi. Come il
Nilo
, anche l'
Eufrate
compie regolari esondazioni annuali.
Si torna alla costa della
Siria
. Città: Isso, Mallo, Magirso, Tarso (all'interno), Casipane, Mopso, Tiro, Zefirio, Anchiale, Soli di Cilicia, Corico, Iconio.
Fiumi: Diafane, Piramo, Saro Cidno, Lipari, Bombo, Paradiso. Fra la
Cilicia
e la
Panfilia
si trova l'Isauria con le città di Isaura, Cilibano, Lalesi.
Località di interesse in
Panfilia
sono Side, Aspendio, Platonisto e Perga, Lirneso, Olbia e Fasali. Scorre in
Panfilia
il fiume
Eurimedonte
.
Il promontorio del Monte Tauro separa la
Cilicia
dalla
Licia
. La Catena del Tauro, lambita da diversi mari, giunge fino all'Oceano Indiano assumendo nei vari tratti nomi diversi. I
Greci
la chiamano Ceraunio.
In
Licia
si incontrano Simena, Efestio, Limira, Andrio, Mira, Pirra, Xanto, Patera, Candiba, Telandro.
Principali città della
Caria
sono Dedale, Cria, Calinda. All'interno si trova Laodicea situata fra i fiumi
Asopo
e Capso.
Ad Aulocrene si svolse la gara di flauto fra
Apollo
e
Marsia
.
Numerose le popolazioni: Idreliti, Temisoni, Ierapoliti, Acmonensi, Pelteni, Silbiani. Nel golfo della
Doride
: Leucopoli, Eleo, Alicarnasso. All'interno della
Caria
sono Milosa, Antiochia, Lisia, Tralle Stratonicea, Visconono, il
Meandro
, il Marsino, il Tebaide e l'Eudone.
La
Lidia
confina con la
Frigia
, la
Misia
e la
Caria
. E' percorsa dal
Meandro
. Il suo principale centro è Sardi. La
Ionia
inizia dal golfo di Iaso e presenta una costa tortuosa con molte insenature. Sua capitale è Mileto, patria di
Cadmo
.
A dieci stadi da Mileto sfocia in mare il
Meandro
, noto per la tortuosità del suo corso. Fra le altre città della
Ionia
sono Eraclea,
Miunte
, Nauloco, Priene,
Magnesia
, Matio,
Efeso
,
Colofone
,
Eritre
.
Sulla costa sorge
Smirne
che fu fondata da un'
amazzone
ed è bagnata dal fiume Melete. La giurisdizione di
Smirne
comprende la maggior parte dell'
Etolia
.
La regione successiva è l'Eolide (prima della
Troade
sulle coste dell'
Ellesponto
). Qui si trovano Mirina, Elea, Pitane e il
Monte Ida
. Il capo Lecto separa l'Eolide dalla
Troade
.
Procedendo nella
Troade
si incontrano Amassito, Cebrenia,
Troade
, Antigonia, il fiume
Scamandro
che sfocia nella località detta "Porto degli Achei" insieme allo Xanto e al
Simoenta
.
Oltre il golfo ci sono le città di Reteo, Dardanio e Ariste.
All'interno, confinante con l'Eolide e parte della
Troade
, si estende il distretto di
Teutrania
, comprendente la città di
Pergamo
.
Fra le isole situate davanti alla costa asiatica,
Canopo
, davanti alla costa del
Nilo
, prese il nome del timoniere di
Menelao
. Segue Faro unita da un ponte ad
Alessandria
e munita di un faro per la sicurezza delle navi, quindi Arado, nei suoi pressi sgorga una sorgente sottomarina sfruttata tramite tubi di cuoio.
Nel mare di
Cilicia
si trovano isole importanti fra cui
Cipro
con le città di Pago, Salamina, Soli,
Epidauro
ed altre.
La più bella è l'isola di
Rodi
con l'omonima città, le appartengono le isole minori di
Carpato
,
Caso
, Agne, Eulimna,
Nisiro
.
Fra le isole antistanti la
Caria
la più famosa è
Cos
.
Fra
Samo
e
Lesbo
si trovano l'isola di
Chio
con la sua città e le sue cave di marmo. Sull'isola di
Lesbo
sorgono
Mitilene
, Ereso e Pirra.
Fuori dall'
Ellesponto
, davanti alla costa di
Sigeo
è situata l'isola di
Tenedo
.
Nei pressi del punto in cui la corrente dell'
Ellesponto
segue la linea di confine fra
Asia
ed
Europa
sono le città di
Abido
,
Percote
,
Lampsaco
, la colonia di Perio; più oltre la città di
Cizico
.
Sono in
Bitinia
le città di Gordiucome, Dascilo e Cio fondata dai Milesi.
La
Frigia
è situata a Nord della
Troade
, confina anche con la
Galazia
, la
Licaonia
, la Pisidia, la Migdonia e la
Cappadocia
.
Fra le sue città sono
Ancira
, Andria, Celene, Colosse, Casina, Cotico, Cerene, Conio e Mideo.
A nord della
Frigia
si trova la
Galazia
che comprende prevalentemente territori già appartenuti alla stessa
Frigia
, come la città di Gordio.
A sud e a est della
Galazia
si estende la
Cappadocia
.
Galazia
e
Cappadocia
furono invase da popolazioni celtiche (nel
278 a.C.
).
Plinio
torna alla costa e partendo da Cio si dirige verso l'interno incontrando Prusa, Nicea, la tomba di
Annibale
e
Nicomedia
. A 62 miglia da
Nicomedia
, verso il
Bosforo
, si trova la città di Calcedone detta la città dei Ciechi perché i suoi fondatori non avevano notato il sito poco distante e molto più favorevole dove più tardi sarebbe sorta
Bisanzio
.
LIBRO VI -
ASIA
Non accontentandosi di circondare le terre emerse, a volte il mare penetra profondamente nel loro interno, come nel caso del
Ponto Eusino (Mar Nero)
che si trova fra l'
Europa
e l'
Asia
, fra l'
Ellesponto
ed il lago
Meotide (Mar d'Azov)
.
A partire dall'imboccatura del
Bosforo
, procedendo in senso antiorario, si incontrano il fiume
Reba o Reso
, Siri, Calpa e i fiumi Sangari (Sakaria) e Coralio, Eraclea sul fiume Lico, il porto di Acone, i fiumi Pelopide,
Callicoro
, Sonaute, Billi. Inizia qui la
Paflagonia
dalla quale ebbero origine gli
Eneti
, antenati dei
Veneti
.
Proseguendo: le città di Sesamo e Amastri, il monte Citoro, le città di Cimoli e Stafane, il fiume Partenio, il capo Carambi, la colonia di Sinope, il fiume Vareco, la città di Caturia Gizelo, il
fiume Halys
, la colonia di
Amiso
.
Il golfo di
Amiso
fa dell'
Asia Minore
una penisola. Fra le popolazioni che abitano la regione sono greche la dorica, la ionica e l'eolica.
Sono città della
Cappadocia
Archelaide, Amasia, Sebastopoli, Melita (fondata da
Semiramide
), Ziela (o Zela) dove nel
67 a.C.
Valerio Triario, legato di
Lucullo
, sconfisse
Mitridate
e nel 47 a.C.
Giulio Cesare
annientò Farnace (
Veni, Vidi, Vici
).
Il fiume
Termodonte
che sfocia nel Ponto bagnava le città di
Termodonte
, Amazonio,
Temiscira
, Sotira, Amasia e Comana.
La città di Farnacea è a ottanta miglia da
Amiso
, più avanti è Trapezunte (Trebisonda). Le montagne dividono queste zone dall'Iberia (attuale Georgia), mentre lungo la costa vivono numerose popolazioni fra le quali quella dei Colchi nei pressi del fiume Fasi che riceve molti affluenti.
Nella parte del litorale pontico abitata dai popoli selvaggi del Melancleni e dei Corassi si trova la città di Dioscuriade, tradizionalmente fondata da Anfito e Telchio, aurighi di
Castore e Polluce
, dai quali derivò il popolo degli Eniochi.
Oltre le montagne del
Caucaso
abitano i
Sauromati
presso il quale si rifugiò il principe Mitridate durante l'impero di
Claudio
.
La costa del
Bosforo
si incurva sia dalla parte dell'
Asia
che da quella dell'
Europa
per formare la
Meotide
, all'estremità dello stretto si trova la città di Cimmerio.
A partire dal
Cimmerio
abitano i
Meoti
, i Vali, i Serbi i Serrei, gli Scizi e gli Gnissi. Alla foce del
Tanai
vivono i
Sarmati
, considerati discendenti dei
Medi
e divisi in diverse stirpi:
Sauromati
Ginecocratumeni, Nevazi, Coiti, Cizici, Messeniani, Costoboci, Zeceti, Zigi, Tindari, Tussageti, Tirci.
Prima di passare alla descrizione delle regioni interne, dopo aver completato la descrizione delle rive del
Mar Nero
,
Plinio
precisa che utilizzerà fonti diverse da quelle fin qui considerate, in particolare Domizio Corbulone (che fra il
58 d.C.
ed il
63 d.C.
svolse una campagna contro i
Parti
.
L'esame ha inizio con il popolo dei Cappadoci. E' la popolazione pontica che si estende di più verso l'interno, fino ai confini con l'
Armenia
e la
Commagene
.
L'
Armenia Maggiore
è divisa dalla
Cappadocia
dal fiume
Eufrate
, dalla
Mesopotamia
dal
Tigri
, dall'
Armenia Minore
dal fiume Absarro e dai monti Periedri.
In
Armenia Minore
si trovano le città di Cesarea, Aza, Nicopoli. In
Armenia Maggiore
Arsamosata, Carcatiocerta,
Tigranocerta
, Artassata.
A Oriente l'
Armenia
confina con l'
Adiabene
. Lungo i confini vivono gli Albani, gli Iberi, gli Armenocalibi, i Moschi, i Sacasani, i Maceroni, i Lupeni, i Diduri e i Sodi.
Nel Ponto sono le isole
Plancte
o
Simplegadi
e l'isola di Apollonia Tinia.
Plinio
immagina l'
Asia
, compresa l'
India
, come circondata da tre mari: il Caspio a nord, l'Oceano Serico ad est e l'Oceano Indiano a sud. Il continente è separato dal
Ponto Eusino
dalla catena dei
monti Ripei
.
Una vasta parte dell'
Asia Settentrionale
è formata da zone gelide e desertiche.
All'estremo nord-est abitano gli
Sciti
. A partire dal loro paese si incontra Litarmi, quindi il fiume Carambuci oltre il quale il clima diventa più mite. Qui abitano i pacifici Arinfei, affini agli Iperborei, considerati sacri ed inviolabili dalle popolazioni vicine.
Seguono
Sciti
,
Cimmeri
, Cissi, Anti, Georgi,
Amazzoni
, fino al Mar Caspio che
Plinio
considera comunicante con l'Oceano, le rive del Mar Caspio sono abitate dai Caspi.
Il regno persiano, poi partico, si estendeva fra il Golfo Persico ed il Mar Caspio fino alla catena del
Caucaso
che corre lungo la regione detta Cefenia. La Cefenia confina con il territorio degli
Assiri
(
Adiabene
) comprendente la regione di Arbela dove Alessandro sconfisse Dario.
Le città dell'
Adiabene
sono Alessandria ed Antiochia (o Nesebi) e, anticamente,
Ninive
.
L'altro versante del
Caucaso
è rivolto verso la Media la cui capitale
Ecbatana
fu fondata da Seleuco. Altre città della Media sono Fisganzaga e Apamea.
Nella valle del
Tigri
si trovano le città della Partia: Calliope, Issati e la capitale Ecatompilo.
A oriente dei Caspi si trova l'Apavortene con la città di Dareio, quindi i paesi dei Tapiri, Anariaci, Stauri e Ircani. Segue la regione Margiana che produce la vite grazie al suo clima particolarmente mite.
Nella Margiana Alessandro fondò una città che fu distrutta dai Barbari e ricostruita da Antioco figlio di Seleuco che le diede il nome di Antiochia.
Nella parte montuosa della Margiana abitano molte popolazioni fra le quali i feroci Mardi.
Oltre il fiume Iassarte abitano altre popolazioni di stirpe scitica fra le quali i Messageti, gli
Arimaspi
, gli Etei.
L'acqua del Mar Caspio è resa dolce dalla grande quantità di fiumi che vi sfociano (si deve ricordare che
Plinio
considera il Mar Caspio un'insenatura oceanica).
Procedendo verso l'Oceano Scitico e seguendo la costa verso est si arriva all'Oceano Eoo (estreme regioni dell'
Asia Orientale
). La prima parte è inabitabile per il gelo, la regione successiva ospita gli
Sciti
Antropofagi che si cibano di carne umana ed una grande varietà di belve feroci.
Si incontra infine la catena del Tabi a strapiombo sul mare e più a nord-est il paese dei Seri che producevano lana con le foglie delle loro foreste (si tratta di Cinesi produttori di seta), lana che arrivava fino a
Roma
per gli abiti trasparenti delle matrone. Un'altra serie di popolazioni stanziali o nomadi abita le aree da qui all'
India
.
Il paese degli Indiani inizia dalla catena dei Monti Emodi (Himalaya) e si affaccia sia sull'Oceano Eoo che sull'Oceano Indiano.
Il clima dell'
India
è favorito dal vento favonio e consente due raccolti annuali, anche l'inverno è mite e il mare rimane navigabile. Innumerevoli i popoli e le città dell'
India
: i collaboratori di
Alessandro Magno
hanno parlato di oltre cinquemila grandi città e novemila popoli.
Dai tempi di
Libero
ad
Alessandro Magno
trascorsero 6.451 anni e regnarono centocinquantatre re.
Straordinarie le dimensioni dei fiumi indiani come l'
Indo
ed il
Gange
e delle catene montuose dalle quali tutta l'
India
digrada in un'immensa pianura.
Plinio
espone una lunga serie di misurazioni geografiche dell'
India
attingendo alle testimonianze dei topografi al seguito di
Alessandro Magno
e di Seleuco Nicatore.
Come il
Nilo
, il
Gange
irriga le regioni che attraversa e proviene da fonti sconosciute. Riceve diciannove affluenti.
La popolazione indiana è divisa in classi: agricoltori, militari, commercianti. La classe più privilegiata si occupa di amminitsrare lo stato e la giustizia. Questi ottimati seguono una dottrina filosofica e religiosa e danno termine alla loro vita morendo volontariamente sul rogo.
La classe più bassa è formata da individui semiselvaggi, oberati dal compito di domare gli elefanti utilizzati in agricoltura ed in guerra.
Il popolo più potente dell'
India
è quello dei Prasi (Pracya) con capitale in Polibrota.
A sud del
Gange
vivono genti dalla pelle scura che diventa sempre più bruna via via che si avvicina al fiume
Indo
. L'
Indo
nasce dalla catena del
Caucaso
e, come il
Gange
, riceve diciannove affluenti fra cui l'
Idaspe
.
Fra l'
Indo
e lo Iomane (affluente del
Gange
) vivono i Cesi, i Cetriboni, i Megalli ed altre popolazioni, il paese è infestato da tigri feroci.
I popoli dell'
India
citati da Plinio
Isari
Cosiri
Izi
Chirotosagi
Mactocalingi
Calingi Mandei
Malli
Modocalingi
Modubi
Molindi
Uberi
Modessi
Preti
Calissi
Sasuri
Passali
Colebi
Orumcoli
Abali
Taluti
Andari
Dardi
Seti
Prasi o Palibroti
Monedi
Suari
Pigmei indiani
Cesi
Cetriboni
Megalli
Crisei
Parasangi
Asmagi
Dari
Suri
Maltecori
Singi
Maroi
Rarungi
Moruni
Narei
Orati
Suarartarati
Odombeori
Sarabastri
Carmi
Pandi
Derangi
Posingi
Buti
Gogarei
Umbri
Nerei
Brangosi
Nobundi
Cocondo
Nesei
Palatiti
Salobriasi
Orostri
Matoi
Bolingi
Gallitaluti
Dimuri
Megari
Ardabi
Mesi
Abisari
Sili
Organagi
Aborti
Brasuerti
Sorofagi
Arbi
Marogomarti
Umbriti d
Cei
Asini
Soseadi
Sondri
Samarabi
Sambraceni
Bisambriti
Ors i
Andiseni
Tassili
Peugoliti
Arsagaliti
Gereti
Assoi
Aracoti
Ari
Paropanisidi
Aspagani
Fra i numerosi popoli indiani citati da
Plinio
quello dei Pandi è l'unico ad essere governato da donne. Sono le discendenti, secondo un mito, di Pandea figlia di
Ercole
.
Ai miti dionisiaci sono invece collegati il Monte Mero, sacro al dio dal cui nome
Plinio
fa derivare la leggenda di
Dioniso
partorito dalla coscia di Giove (Meros=coscia) ed il territorio degli Aspagani, ricco di viti.
L'isola di Taprobane (Ceylon) fu considarata una sorta di "altro mondo" fino alla spedizione di Alessandro.
Onesicrito
,
Megastene
ed
Eratostene
descrivono l'isola, le sue ricchezze e le sue dimensioni.
Il mare fra l'
India
e Tabropane presenta fondali bassi ma anche grani profondità, si usano navi con due prore che possono invertire la direzione senza virare. L'Orsa Maggiore non è visibile ma i marinai usano liberare degli uccelli per seguirne il volo verso terra.
Durante l'impero di
Claudio
un liberto di un certo Annio Proclamo, esattore fiscale nel
Mar Rosso
, fu spinto fino a Tabropane da una tempesta e fu accolto benevolmente. Il liberto imparò la lingua locale e rispose al re dell'isola curioso di conoscere l'origine del visitatore. Il re rimase impressionato dalle notizie sui romani ed inviò a
Roma
degli ambasciatori dai quali si appresero molte informazioni su Tabropane.
Gli isolani commerciavano con i Seri (ma probabilmente non si trattava di Cinesi, ma di Indiani continentali) barattando le merci senza parlare, l'isola era molto ricca d'oro e d'argento che erano ostentati più che a
Roma
.
Governava un re elettivo che non doveva avere figli per evitare i rischi di monarchia ereditaria. Nel complesso le leggi di Tabropane erano molto miti, gli abitanti erano longevi, amavano la caccia alle tigri e agli elefanti e la pesca delle tartarughe.
La principale attività era una ricca agricoltura ma non conoscevano la vite.
Terminata la descrizione dell'
India
si torna alla
Persia
e precisamente alle quattro
satrapie
nordorientali.
Partendo dall'
Indo
si incontra Capisene, con la città di Capisa che fu distrutta da Ciro. L'Aracosia (Afghanistan Meridionale) con un fiume ed una città con lo stesso nome; la terra degli Ari con la città di Alessandria (Obeh); la regione Ariana con le città di Artacoana sul fiume Ario e di Artacabane.
A proposito di queste regioni
Plinio
fa riferimento a
Onesicrito
rielaborato da
Giuba
e riepiloga brevemente le tappe di
Nearco
che guidò la flotta di
Alessandro
dall'
Indo
alla foce dell'
Eufrate
nel
325 a.C.
La flotta partì da Silinepoli, una città sul delta dell'
Indo
non precisamente identificata. Superato il fiume Tombero costeggiò per trenta giorni il paese degli
Ittiofagi
e giunse al fiume Ittani, dove si comincia a vedere l'Orsa Maggiore. Navigò infine fra le isole del golfo prima di arrivare in
Persia
. Continuando giunsero alla foce dell'
Eufrate
ed al lago nei pressi di Carace e, risalendo il
Tigri
, giunsero a
Susa
.
Qui, dopo tre mesi di navigazione,
Nearco
incontrò Alessandro che era tornato a
Susa
via terra.
Successivamente furono sperimentate altre rotte ed all'epoca di
Plinio
il commercio di merci pregiate provenienti dall'
India
era abituale. Si partiva, informa lo scrittore, con navi dotata di coorti di arcieri per proteggersi dagli attacchi dei pirati.
Partendo da
Alessandria d'Egitto
si risaliva il
Nilo
fino a Copto (Kuft) per proseguire a dorso di cammello verso il
Mar Rosso
per duecentocinquantasette miglia fino alla città di Berenice dove ci si imbarcava per l'
Arabia
. Dalla città araba di Oceli occorrono quaranta giorni di navigazione fino al primo porto indiano che si chiama Muziri, ma per vari motivi è consigliabile proseguire fino al porto di Becare nel paese dei Neacindi.
Il viaggio di andata si svolgeva in estate, al sorgere della costellazione del Cane (18 luglio) mentre si ripartiva nel mese di dicembre o prima delle idi di gennaio.
Il
Mar Rosso
secondo alcuni prendeva questo nome per effetto del riverbero del sole, per altri dipendeva dalla natura del fondo o delle acque. E' diviso in due parti, quella orientale si chiama Golfo Persico e fronteggia la costa dell'
Arabia
.
Vi si trova la Carmania dove abitano i Chelonofagi, selvaggi e villosi si nutrono di testuggini e producono i propri indumenti con squame di pesce.
La ricchissima Persia occupa circa 550 miglia di questa costa, da tempo ha cambiato nome in Partia (conquista da parte di
Arsace
nel
247 a.C.
). In origine i
Parti
venivano da un paese delle catene montuose (Iran settentrionale).
A ovest della
Partia
giace la Media.
Un tempo tutta la
Mesopotamia
apparteneva agli
Assiri
e la popolazione era dispersa in numerosissimi villaggi. A parte
Babilonia
e
Ninive
le altre città mesopotamiche furono successivamente fondate dai Macedoni.
Babilonia
, capitale delle genti caldee, fu fra le città più famose del mondo e tutta la regione circostante prese il suo nome. era circondata da due possenti cinte di mura ed attraversata dall'
Eufrate
.
Decadde e si spopolò quando Seleuco fondò nelle vicinanze la città di Seleucia. Questa sorge dove un canale artificiale confluisce nel
Tigri
e, nonostante l'origine e i costumi macedoni, ai tempi di
Plinio
era detta Seleucia Babilonese.
A tre miglia da Seleucia i
Parti
fondarono la loro capitale Ctesifonte e più tardi, in concorrenza a Ctesifonte il re parto
Vologese I
fondò non lontano Vologesicerta.
Secondo
Nearco
e
Onesicrito
l'
Eufrate
è navigabile fino a
Babilonia
, secondo autori più tardi lo è per circa trenta miglia in più ino a Seleucia.
Il
Tigri
nasce in
Armenia
Maggiore nella pianura di Diglito e scorre lentamente per il primo tratto, poi raggiunge una tale velocità che ne derivò il nome di
Tigri
che nella lingua dei
Medi
significa freccia.
Il fiume attraversa il lago Aretissa che emana vapori di nitro senza che le sue acque si mescolino a quelle lacustri, quindi supera la catena del Tauro percorrendo un tratto sotterraneo ed emergendo in una località chiamata Zoaranda.
Dopo un altro lago, il Tospite, ed un altro tratto sotto terra e dopo aver ricevuto gli affluenti Partenia e Niceforione, arriva a congiungersi con l'
Eufrate
.
Il grande fiume che così si forma scorre nei pressi di Apamea, si divide in due rami e dove questi si ricongiungono prende il nome di Pasitigri, riceve il Coaspe e si getta nel Golfo Persico con un estuario largo dieci miglia.
Fra le città della regione contigua al
Tigri
si trova
Susa
che fu fondata da Dario (e fu capitale del
regno achemenide
) a 250 miglia dal Golfo Persico, bagnata dal fiume Euleo che nasce nella Media. L'Euleo divide la regione di
Susa
(la Susiana) dall'
Ellesponto
le cui città sono un'altra Seleucia e Sostrata, regione estremamente paludosa.
Nel punto più interno del Golfo Persico, all'inizio dell'
Arabia
Felice, Alessandro fondò Carace (324 a.C.) fra il
Tigri
e l'Euleo.
Distrutta due volte dalle alluvioni, fu ricostruita prima da Antioco e poi dagli Arabi. Carace fu la patria di un geografo che
Plinio
chiama Dionisio (ma probabilmente si tratta di Isidoro di Carace,
I secolo d.C.
) che visitò e descrisse quelle regioni per ordine di
Augusto
.
Tigrane II di Armenia
(
95 a.C.
-
55 a.C.
) trasferì molte popolazioni arabe sulla costa del golfo dal loro paese di origine (intorno al
67 a.C.
) mentre altre migrarono spontaneamente verso il
Mediterraneo
.
La penisola araba propriamente detta è situata fra il
Mar Rosso
ed il Golfo Persico, è simile all'
Italia
per forma e dimensioni.
Le popolazioni arabe stanziate oltre il deserto di
Palmira
sono prevalentemente nomadi, comprendono gli Sceniti ed i
Nabatei
. Questi ultimi costruirono la città di
Petra
, in una vallata circondata da montagne invalicabili, all'incrocio delle principali vie di transito della regione.
Plinio
passa a descrivere la costa araba a partire da Carace, esplorata per la prima volta da
Antioco IV Epifane
.
Vi si trovano la foce del fiume Salso, capo Caldone, il fiume Aceuro, baie e zone desertiche. A cinquanta miglia dalla costa si trova l'isola di Tilo, famosa per le perle. La descrizione prosegue con un minuzioso elenco dei popoli e dei luoghi che è possibile incontrare percorrendo le circa quattromila miglia di costa arabica da Carace alla città di Leana o Eleana e visitando l'interno del paese. Viene ricordata la spedizione di Elio Gallo prefetto d'
Egitto
dal 25 al 24 a.C. che (pur dimostrandosi inutile e non conseguendo risultati di rilievo) servì ad arricchire le conoscenze sull'
Arabia
, le sue popolazioni, i costumi e le risorse economiche.
Si passa ora a descrivere la costa antistante l'
Arabia
, cioè quella dell'attuale
Mar Rosso
. Qui il porto di Danei secondo un vecchio progetto doveva essere il punto di partenza di un canale artificiale che avrebbe dovuto unire il
Mar Rosso
al delta del
Nilo
. Il progetto fu ideato dal faraone Sesostri, poi ripreso da Dario e da Tolomeo II ed infine abbandonato per timore di inondazioni. Anche in questo caso vengono elencate città, popolazioni e territori. Si ricorda
Eratostene
che lungo questa costa sviluppò i propri studi astronomici misurando le ombre proiettate dal sole nelle varie ore del giorno.
Famosi gli empori dei Trogloditi e degli Etiopi dove si commerciano "avorio, corna di rinoceronte, pelli d'ippopotamo, gusci di testuggine, scimmie e schiavi".
Segue una lunga lista delle città etiopi bagnate dal
Nilo
:
Plinio
lascia al lettore la scelta di considerarle asiatiche o africane e precisa che ai tempi di
Augusto
molte di esse erano già scomparse a causa dei millenari conflitti con l'
Egitto
.
Ci si sofferma sulla città nubiana di Meroe, governata da una regina e situata in una zona fertile e boscosa, mentre alle estreme propaggini del paese vivono genti mostruose: prive di naso, del labbro superiore o della lingua. Altre tribù hanno le labbra saldate ed un unico orifizio sul viso attraverso il quale assumono alimenti liquidi succhiandoli con cannucce d'avena. Queste tribù non conobbero l'uso del fuoco fino ai tempi di Tolomeo Latiro.
Strane abitudini alimentari: gli Agriofagi si cibano di carne di pantera e di leone, gli Antropofagi di carne umana, i Panfagi mangiano di tutto. I membri di un'altra tribù mangiano solo locuste affumicate e conservate sotto sale: non vivono mai più di quarant'anni.
Dettagliato ma un po' confuso l'elenco delle isole del
Mar Rosso
fra cui le Gorgadi, già sede delle
Gorgoni
, e le isole fortunate.
Completata la descrizione di tutte le regioni ai suoi tempi conosciute,
Plinio
riporta i dati delle sue fonti relative alla misurazione dei mari, passa quindi a parlare della suddivisione del pianeta in paralleli.
LIBRO VII - ANTROPOLOGIA
Il settimo libro, dedicato all'antropologia, si apre con una considerazione pessimistica sulla condizione umana: l'uomo nasce nudo, incapace di compiere qualsiasi azione che non gli venga insegnata, inabile ed indifeso sa soltanto piangere, non a caso fra tutti gli animali è l'unico a possedere la prerogativa del pianto. Come molti hanno già scritto la sorte migliore sarebbe non nascere affatto ma, una volta venuti al mondo, c'è da augurarsi di lasciarlo il più presto possibile. Queste deprimenti considerazioni non sono certo originali ma manifestamente richiamano autori greci e latini, tuttavia il fatto che
Plinio
le riprenda più volte nel seguito dell'opera potrebbe dimostrare che le aveva profondamente meditate ed apertamente le condivideva.
L'esposizione dell'antropologia comprenderà molte notizie particolari, a volte bizzarre, a volte assolutamente fantasiose. L'autore dichiarerà ove opportuno i nomi delle fonti citate.
Si comincia con quella parte di tribù di
Sciti
che, come si è detto in precedenza, vivono molto a Nord e si cibano di carne umana, usanza bestiale ma in fondo non completamente dissimile dall'immolare vittime umane come ancora si faceva in tempi recenti per
Plinio
in paesi civilizzati. Non lontano dagli
Sciti
Antropofagi vivono gli
Arimaspi
che hanno un solo occhio al centro della fronte. Pare combattano continuamente con dei grifoni alati che cercano di impedire loro lo sfruttamento delle miniere d'oro.
Nella regione del monte Imavo (Himalaya) vive un popolo di uomini velocissimi con i piedi rivolti all'indietro. Ne parla uno scrittore di nome Isigono di Nicea il quale fornisce anche particolari macabri sugli antropofagi che bevevano nel cranio delle vittime e parlava di un popolo di albini stanziati sul
Caucaso
che vedono meglio nell'oscurità.
Da Cratete di Pergamo, invece,
Plinio
trae notizie sui popoli immuni al veleno dei serpenti. Sono gli Ofiogeni sull'
Ellesponto
, gli
Psilli
dei quali parlava
Agatarchide
in
Africa
ed i
Marsi
in
Italia
, questi ultimi discendenti secondo il mito da Marso, figlio di
Ulisse
e di
Circe
.
Pochissimi superstiti rimangono degli
Psilli
che in tempi antichi furono sterminati nella guerra contro i
Nasamoni
.
Confinano con i
Nasamoni
anche i Maclii Androgini dotati di entrambi i sessi che si accoppiano scambiandosi i ruoli.
Ancora Isigono ed altre fonti riferiscono di persone dagli occhi dotati di doppia pupilla (se ne trovano un po' ovunque) il cui sguardo è sempre nocivo e può risultare letale se fissano qualcuno con ira e consapevole malizia.
Innocui, ma dotati di una speciale caratteristica, sono gli Irpi, una piccola comunità del territorio dei
Falisci
non lontano da
Roma
. Durante un rito annuale che si svolge in onore di
Apollo
sul
Monte Soratte
, camminano senza bruciarsi sulle braci ardenti.
Alcune persone sono dotate di misteriose facoltà terapeutiche come
Pirro
che poteva guarire un malato di milza toccandolo con l'alluce destro; ma le più grandi meraviglie sembrano essere concentrate in
India
ed in
Etiopia
.
Gli animali, le piante, gli alberi sono in India molto più grandi che altrove, gli uomini sono più alti e immuni a quasi tutte le malattie.
I gimnosofisti, cioè i filosofi indiani, possono rimanere dall'alba al tramonto sulla sabbia ardente poggiando un piede alla volta e fissando il sole. Da Ctesia di Cnido Plinio attinge notizie su uomini con la testa di cane, donne che partoriscono una sola volta nella vita, uomini con una gamba sola (monocoli o sciapoli) che procedono saltellando e si fanno ombra con il grande piede.
Altre
meraviglie
dell'India erano descritte da Eudosso di Cnido e da
Megastene
: uomini senza bocca che si cibano di odori, uomini senza naso, trogloditi, pigmei sempre in lotta con le gru. Caratteristica di molte popolazioni indiane era in molti casi la longevità non accompagnata a volte dall'invecchiamento, ma Agatarchide parlava anche di un popolo che si ciba di cavallette i cui componenti vivono non più di quarant'anni. Completano la rassegna dei popoli indiani più sorprendenti coloro che usano accoppiarsi con le belve, coloro che sono dotati di coda e estremamente agili e quanti sono interamente ricoperti dalle loro orecchie.
Anche l'
Etiopia
è abitata da persone altissime o velocissime, da nomadi che si cibano solo del latte di animali detti
cinocefali
. Nei deserti dell'
Africa
appaiono e scompaiono fantasmi di uomini (miraggi??).
3) Dopo aver parlato di alcune popolazioni come di prodigi della natura, Plinio passa a descrivere delle particolari caratteristiche di tutta l'umanità.
I parti trigemini avvengono, come conferma l'esempio di Orazi e Curiazi, sono considerati prodigiosi ma non impossibili i casi in cui nascono più di tre bambini. Si ricordano parti di cinque o sette gemelli, parti di ermafroditi e il caso di una donna che partorì trenta volte, quelli di donne che partorirono animali. Plinio stesso dice di aver visto il corpo di un ippocentauro conservato nel miele.
Altre eventi bizzarri ma documentati sono cambiamenti di sesso, alcuni erano narrati da
Licinio Muciano
(consigliere di Vespasiano e autore di
Mirabilia
).
4) Diversamente dagli altri animali l'uomo nasce in qualsiasi periodo dell'anno e la gestazione può durare dai sette ai dieci mesi. Prima del settimo mese il parto non è mai vitale.
5) Mal di testa e nausea sono spesso i primi segnali di una gravidanza. Per la gestante è più problematico aver concepito una femmina che un maschio ma a prescindere dal sesso la donna, il feto e il neonato sono esposti a mille pericoli. Uno sbadiglio al momento del parto può uccidere il nascituro, l'odore di una lampada appena spenta può provocare un aborto e
da queste premesse
- scrive Plinio -
nascono i tiranni, nasce un animo da carnefice.
Un monito per l'uomo superbo perché ricordi che si può morire soffocati da un acino d'uva come
Anacreonte
.
6) Venivano chiamati
Agrippa
i bambini nati con i piedi in avanti, circostanza di cattivo augurio. Marco Agrippa fu il solo nato in quel modo ad essere felice tuttavia anche lui ebbe le sue sofferenze, ebbe vita breve e funesta discendenza che comprese Gaio e Nerone, flagelli del genere umano.
7) Nascono con auspici migliori i bambini la cui madre muore di parto come Scipione Africano e Giulio Cesare che ebbe questo nome per il parto cesareo con cui venne al monto (in realtà la madre di Cesare non morì di parto).
8) Quando in una coppia di gemelli ne veniva abortito solo uno l'altro veniva detto
Vopisco
.
9) E' raro ma non impossibile che una donna rimanga incinta di due gemelli da due accoppiamenti ravvicinati, come nel caso di
Ercole
e Ificle (il primo figlio di Zeus, il secondo di Anfitrione marito di Alcmena).
10) Plinio riflette su casi particolari di quello che noi chiameremmo trasmissione di caratteri genetici: somiglianza ai genitori, difetti ereditari, caratteristiche che mancano per una o più generazioni per poi ripresentarsi.
Una donna figlia di un etiope aveva la pelle bianca ma suo figlio ebbe lo stesso colore del nonno. Immagini, suoni e pensieri al momento del concepimento possono influenzare l'aspetto del nascituro, ciò può dar luogo ad esempio alla nascita di persone identiche a personaggi famosi il cui volto è venuto un istante in mente a uno dei genitori durante l'amplesso.
11) Ci sono coppie che non riescono ad aver figli come
Augusto
e
Livia
, coppie che generano solo femmine e solo maschi mentre in genere il sesso dei nati si alterna, altre donne sono sterili o non riescono a portare a termine la gravidanza.
Augusto
riuscì a vedere il nipote di suo nipote, Marco Silano che fu
proconsole
in Asia e morì avvelenato da Nerone.
Quinto Metello Macedonico e Gaio Crispino Ilaro furono progenitori di famiglie particolarmente numerose.
12) Mentre nelle donne la fertilità cessa intorno ai quaranta anni, si hanno esempi di uomini ottuagenari che generarono figli come Massinissa e Catone il Censore.
13) La donna è il solo essere vivente ad avere le mestruazioni, si attribuivano al flusso mestruale incredibili proprietà come far appassire i fiori, appannare gli specchi, far diventare rabbiosi i cani (alcune di queste credenze erano ancora diffuse in
Italia
pochi decenni orsono).
14) Si credeva che il feto si formasse dal coagulo del mestruo per effetto del seme maschile. Secondo Nigidio se una donna incinta aveva ancora le mestruazioni il figlio poteva nascere morto o molto debole.
15) I denti spuntano dal settimo mese di vita e nel settimo anno cadono e ne nascono altri, ma alcuni nascono già con i denti come Manio Curio Dentato (non a caso il cognome) o Gneo Papirio Carbone. Gli uomini hanno trentadue denti, le donne di meno, avere un maggior numero di denti poteva essere un presagio positivo.
16) Secondo una dottrina stoica alla quale Plinio sembra rifarsi, il mondo va verso la conflagrazione che ha anticipata da un progressivo degrado, per questo motivo la statura di ogni generazione è in genere inferiore a quella della precedente. A
Creta
fu scoperto un corpo alto 46 cubiti (20 metri) che fu attribuito a un gigante come Orione o Oto. Il corpo di Oreste riesumato per ordine di un oracolo risultò essere alto 7 cubiti (3,10 mt.).
L'uomo più alto visto ai tempi di Plinio era un arabo vissuto sotto Claudio che raggiungeva 2,88 mt.
17) Plinio cita vari esempi di nanismo e gigantismo fra cui quello di un fratello dello storico Tacito che da bambino raggiunse un'altezza anomala.
18) Il cavaliere Giulio Viatore guarito dall'idropisia si abituò a vivere senza bere. Crasso, nonno dell'omonimo triumviro non rise mai mentre altre persone non piangono mai.
Socrate
rimase sempre impassibile, caratteristica che in alcuni casi sopprime i sentimenti e porta all'insensibilità come fu per Diogene Cinico, Pirrone, Eraclito, Timone.
19) Esempi di forza eccezionale: Il gladiatore Tritano uccise un avversario con le sole braccia. Vinnio Valente, centurione sotto
Augusto
, riusciva a sollevare carri carichi di otri di vino e a trattenere un carro con le mani mentre i buoi lo tiravano dalla parte opposta.
Nessuno poteva muovere dal suo posto l'atleta Milone o aprirgli le dita quando stringeva una mela.
20) Filippide percorse in un giorno 1140 stadi fra
Atene
e
Sparta
, i corrieri Anisti e Filonide corsero in un solo giorno da
Sicione
a
Elide
(241 km.)
Il più lungo viaggio in carrozza in un giorno e una notte fu di 200 miglia, lo fece
Tiberio
accorrendo in
Germania
al cappezzale del fratello
Druso
.
21) Sull'acutezza della vista:
Cicerone
vide una copia dell'
Iliade
chiusa in un guscio di noce. Si diceva di un uomo capace di vedere da Lilibeo il porto di
Cartagine
, altri costruivano quadrighe, navi e altri oggetti in miniatura.
22) Sull'udito: la battaglia in cui fu distrutta
Sibari
si udì a
Olimpia
.
23) Sulla resistenza fisica: la meretrice
Leena
non denunciò
Armodio
e
Aristogitone
sotto tortura.
Anassarco
, torturato per motivi analoghi, si staccò a morsi la lingua e la sputò in faccia al carnefice.
24) Sulla memoria: Ciro chiamava per nome tutti i suoi soldati, Scipione tutti i cittadini romani,
Cinea
ambasciatore di
Pirro
imparò in un solo giorno i nomi di tutti i senatori e di tutti i cavalieri. Mitridate parlava ventidue lingue, Carmada citava a memoria un'intera biblioteca. Simonide inventò la mnemotecnica e Metrodoro di Scepsi la perfezionò.
25) Cesare è stato l'uomo dotato di intelligenza più vivace con particolare riguardo alla rapidità nel decidere e alla capacità di concentrazione. Plinio non considera invece un merito di Cesare l'aver ucciso oltre un milione di uomini senza contare le guerre civili.
26) Grande merito ebbe
Pompeo
nel combattere la pirateria mentre Cesare compì il suo atto più magnanimo quando dopo
Farsalo
e Tapso venne in possesso del carteggio di
Pompeo
e lo fece bruciare senza leggerlo.
27) Encomio di
Pompeo
e esaltazione delle sue imprese: rinconquistò la Sicilia e conquistò dell'
Africa
, fu il primo cavaliere a celebrare il trionfo, sottomise 874 città dalle
Alpi
alla
Spagna Ulteriore
, condusse una grande campagna contro i pirati, conquistò l'oriente dalla Meotide al
Mar Rosso
, dedicò il tempio di Minerva al termine della campagna d'Oriente (
62 a.C.
).
Come disse lo stesso
Pompeo
, ricevette l'Asia come una provincia di frontiera e la rese una provincia interna.
Quanto a Cesare, Plinio evita di elencare le sue imprese perché l'elenco risulterebbe troppo lungo (in questo modo lascia in evidenza il valore del suo preferito
Pompeo
senza denigrare Cesare, cosa che avrebbe potuto rivelarsi pericolosa).
28) Catone il Censore, capostipite della famiglia Porcia, fu ottimo oratore, ottimo generale, ottimo senatore. Fu coinvolto in moltissimi processi ma venne sempre assolto. Scipione Emiliano ebbe le sue stesse qualità, forse in misura maggiore.
29) Esempi di valore:
Lucio Siccio Dentato
, tribuno della plebe (
454 a.C.
) partecipò a centoventi battaglie, aveva cinquantacinque cicatrici nel petto e nessuna nelle spalle, ottenne una quantità incredibile di premi.
Anche Capitolino (console
392 a.C.
) ottenne molti riconoscimenti al suo valore e salvò da solo il
Campidoglio
dai
Galli
ma fece una misera fine perché aspirò alla corona.
Marco Sergio perse in battaglia la mano destra e subì molte altre ferite, fu catturato due volte da Annibale e riuscì sempre a fuggire. Liberò Cremona dall'assedio combattendo con una mano finta e compì altre imprese ma il suo valore è maggiore se si considerano le circostanze drammatiche in cui operò.
30) Tutti concordano nel considerare
Omero
il massimo dei poeti. Venuto in possesso di uno scrigno preziosissimo,
Alessandro Magno
preferì custodirvi le opere di
Omero
invece che gioielli e profumi. Lo stesso
Alessandro
rispettò a
Tebe
la casa di Pindaro e amò la città di Aristotele.
L'oracolo di
Delfi
smascherò gli assassini di Archiloco e lo spartano Lisandro concesse una tregua per le esequie di Sofocle come gli era stato ordinato da
Libero
.
31)
Platone
fu onorato dal crudele
Dionisio di Siracusa
, un discorso di
Isocrate
valeva venti talenti,
Eschine
pronunciò un discorso in difesa del suo avversario
Demostene
e ne lodò l'eloquenza,
Tucidide
fu disprezzato come generale ma ammirato come storico e oratore.
Il commediografo Menandro fu onorato dai re d'
Egitto
e
Macedonia
.
Pompeo
fece inchinare i fasci davanti alla porta di
Posidonio
, Catone il Censore elogiò
Carneade
. L'Africano Maggiore volle una statua di Ennio sul suo monumento funebre.
Augusto
impedì la distruzione delle opere di
Virgilio
contro le ultime volontà del poeta.
La statua di
Varrone
fu posta nella prima biblioteca pubblica di Roma mentre era ancora vivo.
Ma fu
Cicerone
, del quale Plinio ricorda solo alcuni dei momenti più gloriosi come le lotte contro Catilina e Marco Antonio, a conseguire un alloro superiore a quello di tutti i trionfi.
32) Furono di Chilone di
Sparta
le massine "conosci te stesso, "non desiderare nulla di eccessivo", "ai debiti e alle liti si accompagna la miseria". Morì di gioia quando il figlio vinse ad
Olimpia
.
33) Gli indovini più famosi: la
Sibilla
, il greco
Melampo
, il romano Marcio.
34) L'unico uomo che il senato dichiarò
vir optimus
fu Scipione Nasica (204 a.C.) che pure non riuscì a vincere le elezioni.
35) Le donne più pudiche: Sulpicia che fu scelta dalle matrone per consacrare una statua di Venere e Claudia scelta per accogliere a Roma la statua della Madre degli Dei.
36) Esempi di pietà: una puerpera la cui madre era condannata al supplizio si recava a trovarla in carcere e l'allattava, quando lo si seppe la madre fu graziata ed entrambe ebbero un vitalizio. A Tiberio Sempronio Gracco (padre dei Gracchi) fu predetto che se fosse stata uccisa la femmina di una coppia di serpenti trovata nella sua casa lui sarebbe sopravvissuto ma volle si uccidesse il maschio per amore di sua moglie.
37) Nell'astrologia eccelse Beroso, nella grammatica Apollodoro, nella medicina
Ippocrate
, Cleombroto di Cero, Critobulo e soprattutto Asclepiade di Prusia fondatore di una nuova scuola di medicina.
38+39) Archimede di Siracusa eccelse nella geometria e nella meccanica, fu ucciso durante la presa di
Siracusa
da un soldato che non lo aveva riconosciuto.
Chersifone di Cnosso è ricordato per il progetto del tempio di
Diana
a
Efeso
, Filone per l'arsenale di
Atene
, Ctesibio per l'invenzione della pompa pneumatica e dell'organo idraulico.
Quando
Alessandro
fondò
Alessandria
, Dinocare ne tracciò la pianta.
Plinio
prosegue citando diversi artisti:
Apelle
pittore, Pirgotele incisore,
Lisippo
scultore, Aristide di Tebe pittore, Timomaco pittore, Bularco pittore,
Protogene
pittore,
Prassitele
scultore,
Fidia
scultore, Mentore scultore.
40) Casi di schiavi liberati pagando prezzi altissimi.
41) Il popolo più valoroso è quello romano. Non è possibile dire chi sia stato l'uomo più felice perché il concetto è soggettivo, è fortunato chi non è infelice. Se un uomo fosse totalmente felice la paura che le cose possano cambiare incrinerebbe la sua felicità.
42) Lampido di
Sparta
fu l'unica donna figlia, moglie e madre di re. Berenice l'unica figlia, sorella e madre di vincitori a
Olimpia
, solo i Curioni hanno avuto tre generazioni consecutive di oratori, solo i Fabi tre capi del senato di seguito: Marco Fabio Ambusto, Fabio Rulliano, Quinto Fabio Gurgite.
43) Scherzi della fortuna: il senatore Marco Fidustio fu proscritto due volte da Silla e, morto questi, da Antonio.
44) Publio Ventidio ebbe una gioventù di stenti come soldato semplice, fu prigioniero di Gneo Pompeo Strabone ma in seguito fu il solo generale a trionfare sui Parti.
Dopo essere stato sotto accusa e aver rischiato la fustigazione, Cornelio Balbo il Vecchio fu il primo console straniero. Lucio Fulvio comandò la rivolta di Tuscolo ma passato ai Romani fu nominato console e nello stesso anno celebrò il trionfo.
Silla ebbe l'appellativo di Felice "essendo stato adottato dal sangue delle guerre civili e dell'oppressione della sua patria", tuttavia morì in modo atroce (di ftiriasi, infezione da pidocchi).
45) Lucio Cecilio Metello il Pontefice aveva grandi qualità, ricchezza, successo e onori ma aveva perduto la vista mentre portava via il Palladio dal
tempio di Vesta
in fiamme.
Il figlio Quinto Cecilio Metello Macedonico fu altrettanto onorato finché un tribuno della plebe di nome Gaio Atinio Labeone detto Macerione che egli aveva espulso dal senato quando era censore non lo trascinò sul
Campidoglio
per precipitarlo dalla
Rupe Tarpea
. Metello fu salvato in extremis dal veto di un altro tribuno.
46) Anche
Augusto
conobbe momenti infelici: non riuscì a diventare comandante della cavalleria di Cesare, fu odiato per le proscrizioni del triumvirato, si ammalò durante la battaglia di Filippi e fu costretto a nascondersi in una palude, fece naufragio in Sicilia (durante la guerra civile contro Sesto Pompeo), affrontò l'ansia per la guerra di Perugia, la battaglia di
Azio
e tante rivolte, altre malattie, le mire sospette di Marcello, l'allontanamento di Agrippa, la condotta della figlia e della nipote, la disfatta di Varo e altri dolori fino agli ultimi anni sofferti per le macchinazioni della moglie e di
Tiberio
. Infine
lasciò come erede il figlio di un suo nemico
.
47) Una volta l'oracolo di
Delfi
additò come il più felice un uomo appena morto per la patria, un'altra volta un vecchio mai uscito dal suo piccolo podere che bastava alle sue necessità.
48) Due statue del pugile Eutimo, una a Locri e una a
Olimpia
, furono colpite dal fulmine lo stesso giorno e l'oracolo di
Delfi
ordinò di offrire sacrifici a Eutimo mentre era ancora vivo.
49) Molti autori citavano casi di eccezionale longevità, ma si trattava di errori nel calcolare la durata dell'anno. Sono invece accertati alcuni casi di persone che raggiunsero età molto avanzate come Massinissa, Gorgia di Sicilia, Perpenna e altri.
Livia moglie di Rutilio superò i novantasette anni, Terenzia moglie di
Cicerone
morì a centotre.
50) Secondo l'astrologo Epigone non si può arrivare a centododici anni, secondo Beroso a centosedici, ma fra gli astrologhi esisteva una grande varietà di opinioni su questo argomento, cio che dimostra quanto si incerta questa materia.
Per fornire dati più concreti, invece, con un procedimento sorprendentemente moderno,
Plinio
fornisce un estratto dell'ultimo censimento dal quale risulta che nell'ottava regione d'
Italia
, compresa fra il
Po
e l'Appennino, vivevano cinquantaquattro centenari.
51) Publio Cornelio Rufo divenne cieco mentre sognava di perdere la vista.
Giasone di Fere
era affetto da vomica (accumulo di pus nelle vie respiratorie), cercando la morte in battaglia guarì grazie a una ferita al petto.
Quinto Fabio Massimo guarì dalla febbre quartana sul campo di una battaglia in cui perirono centrotrentamila nemici.
In ogni caso la vita è un dono meschino: comunque breve di fronte all'eternità, dimezzata dal sonno, dall'infanzia incosciente, dalla vecchiaia demente ... e poi i dolori, le malattie, i pericoli ...
52) Sintomi di morte: riso e crisi di follia, delirio, movimenti maniacali, mancanza di reazioni, incontinenza, decubito, polso irregolare. Il numero delle malattie è infinito: Ferecide di Siro morì per un'invasione di vermi nel suo corpo, Gaio Mecenate per febbre e insonnia continua.
53) L'ex console Aviola rinvenne sul rogo funebre e bruciò vivo. Altri casi di morte apparente ed esperienze extracorporee.
Varrone
raccontava il caso di due fratelli: uno fu colpito da morte apparente e quando rinvenne disse di aver parlato con il fratello che dava disposizioni per il proprio funerale e poco dopo si seppe che il fratello era morto veramente.
54) E' frequente il fenomeno della morte improvvisa che
Plinio
definisce
la massima felicità che possa capitare nella vita
. Fra gli esempi di morte improvvisa Sofocle, Dionisio di Siracusa, Lucio Giulio Cesare (padre del
dittatore
),
Quinto Fabio Massimo
, Gaio Volcacio Gurgite, Quinto Emilio Lepido e vari altri personaggi altrimenti sconosciuti. Bella è l'immagine di un attore che muore durante il banchetto per il suo compleanno dopo aver posto una corona sulla sua maschera.
Esempi di morte infelice: Lucio Domizio console nel 54 a.C. che sconfitto da Cesare bevve il veleno ma subito si pentì e tentò di rimanere in vita, un tifoso delle corse dei cavalli che si gettò sul rogo funebre del suo cocchiere preferito.
55) In origine i Romani praticavano l'inumazione, passarono alla cremazione per evitare che i corpi dei caduti in paesi lontani venissero dissepolti. I Corneli rimasero all'inumazione ma Silla (che aveva profanato la tomba di Mario) volle essere cremato.
56)
Plinio
respinge qualunque credenza sulla vita dopo la morte e sull'immortalità dell'anima.
57) Le invenzioni: il commercio fu inventato da Mercurio, la viticoltura, il diadema regale e il trionfo da
Libero
.
Cerere insegnò a coltivare cereali e a macinare il Grano. Gli
Assiri
inventarono l'alfabeto ma l'annalista Gneo Gellio lo attribuiva a Marcurio, altri a Cadmo con contributi di Palamede e Simonide, o a Foroneo, ai Babilonesi. L'alfabeto fu introdotto nel
Lazio
dai Pelasgi.
Due fratelli ateniesi, Eurialo e Iperbio, fecero le prime fornaci per i mattoni, Cinira figlio di Argiope inventò le tegole e scoprì le miniere di rame di Cipro ... e
Plinio
prosegue esponendo un lungo elenco di invenzioni tratto da numerose fonti.
58) Tutti i popoli adottarono l'alfabeto ionico. L'antico alfabeto greco era più simile a quello latino come si poteva vedere da un tripode di bronzo sul Palatino.
59) I barbieri vennero in
Italia
dalla Sicilia nel 300 a.C. Il primo a radersi ogni giorno fu l'Africano Maggiore.
60) La divisione del tempo in ore fu introdotta con ritardo a Roma, nelle
Dodici Tavole
si parlava solo di alba e tramonto. Secondo Fabio Vestale Lucio Papirio Cursore collocò il primo orologio solare presso il tempio di Quirino (293 a.C.), ma secondo
Varrone
il primo orologio collocato in luogo pubblico fu quello portato da
Catania
da Marco Valerio Messala nel 263 a.C.
Quinto Marcio Filippo durante la sua censura (164 a.C.) fece installare un nuovo orologio più preciso di quello siciliano. Scipione Nasica per primo inaugurò un orologio ad acqua (159 a.C.) risolvendo il problema delle giornate nuvolose.
LIBRO VIII - GLI ANIMALI TERRESTRI
1) L'elefante è il più grande degli animali e il più vicino alla sensibilità dell'uomo. Dotato di grande intelligenza e memoria comprende quanto gli di insegna e lo ricorda. A suo modo adora il sole e la luna, prova sentimenti, desidera l'onore e la gloria.
2)
Pompeo
fu il primo a celebrare il trionfo su un carro trainato da elefanti,
Germanico
li esibì in esercizi di danza.
3) Esercizi di tipo circense con cui gli elefanti divertivano i Romani, piccoli aneddoti, qualche esagerazione (un elefante che scriveva).
4-5) Gli elefanti sanno che l'uomo li caccia per le loro zanne e cercano di difenderle come possono. Sanno che l'orma di un uomo è un segnale di pericolo e
Plinio
si chiede stupito come facciano a saperlo, ma questa percezione, presente anche nelle tigri, è opera della natura che mette in guardia gli animali feroci contro ciò che devono temere.
Gli elefanti si muovono sempre in branchi, i più anziani aprono e chiudono la schiera. Conoscono il rispetto, l'onore, il pudore e la vergogna.
Si accoppiano per pochi giorni ogni due anni e dopo i rapporti si purificano lavandosi nel fiume, non conoscono l'adulterio e non lottano per le femmine. Nell'insieme le parole di
Plinio
esprimono ammirazione e rispetto per i grandi pachidermi e poco conta che non tutte le notizie siano veritiere o realistiche. Un elefante conservava monetine gettategli dal popolo per darle alla persona a cui era affezionato, un altro riconobbe in vecchiaia il guardiano della sua gioventù, altri elefanti rifiutarono di combattere contro i loro simili. Tutti racconti che indicano con chiarezza lo sconfinato amore di
Plinio
per la natura.
6) I primi elefanti in
Italia
furono quelli portati da
Pirro
, nel
275 a.C.
Mario Curio Dentato li mostrò nel suo trionfo, molti altri furono presi ai
Cartaginesi
.
7) Un romano prigioniero di Annibale costretto a combattere da colo contro un elefante riuscì ad ucciderlo ma Annibale lo fece sopprimere dai suoi.
Nei giochi, ovviamente, gli elefanti avevano sempre la peggio e
Plinio
racconta alcuni episodi di raccapricciante crudeltà verso questi nobili animali che non attaccano mai se non sono provocati.
8) In India, per catturare elefanti da domare, se ne cercavano esemplari isolati e li si inseguiva fino a stancarli, poi un uomo vi saliva sopra e ne prendeva il controllo. Trappole, scuri e frecce venivano invece usate per ucciderli e prendere le zanne. Da notare che
Plinio
dice che ai suoi tempi l'avorio era molto raro per la caccia eccessiva.
9) In oriente gli elefanti sono molto usati in guerra anche se quando sono feriti o spaventati tornato indietro con grave danno della loro stessa parte.
10) La gestazione dura due anni e partoriscono un solo cucciolo. Vivono duecento anni o più. Odiano i topi, la pelle è dura sul dorso e molle sul ventre, sono poco pelosi. Era considerato un grande lusso dai Romani mangiare il callo della proboscide.
11) Anche in
Africa
nascono elefanti ma quelli indiani sono più grandi. Si trovano in India anche enormi serpenti capaci di avvolgere un elefante e stringerlo fino ad ucciderlo per poi finire schiacciati sotto il peso della vittima.
12) Lotta senza esclusione di colpi fra serpenti e elefanti, quasi la natura volesse offrire un terribile spettacolo.
13) Anche in Etiobia di sono serpenti di mostruosa grandezza.
14) Famoso episodio di un serpente lungo centoventi piedi nel territorio di
Cartagine
che fu ucciso dai Romani con le macchine da guerra. In India vivono i boa che hanno questo nome perché come primo alimento succhiano latte di vacca.
15) Nei paesi del nord vivono bisonti, uri e mandri di cavalli selvatici.
16) In Scaldinavia vive l'acli, simile all'alce ma incapace di piegare i garretti. In Peonia vive il bonaso simile a un toro con la criniera di cavallo e le corna troppo ritorte per combattere. Quando fugge lascia escrementi caustici.
17) Mantere, leoni e simili ritraggono le unghie per camminare o correre per evitare che possano spuntarsi. Si crede che la leonessa partorisca una sola volta nella vita ma Aristotele non concorda. Per desideri di
Alessandro Magno
, Aristotele elaborò una grande opera sugli animali (pervenutaci solo parzialmente) e
Plinio
intende riepilogare il lavoro di Aristotele aggiungendo le nozioni scoperte successivamente.
18) I leoni si cibano a giorni alterni e dopo un pasto abbondante si astengono dal cibo per tre giorni.
19) I leoni sono le uniche belve capaci di provare clemenza, raramente attaccano le donne, quasi mai i bambini. La coda indica lo stato d'animo del leone: è ferma quando l'animale è tranquillo, se si infuria batte la terra con la coda e poi la propria schiena. Un leone inseguito procede con calma finché è in vista e solo quando entra nel folto della vegetazione fugge velocemente.
20) Il primo spettacolo con i leoni a Roma fu offerto da Scevola figlio di Publio. Durante la sua pretura Lucio Silla fece combattere cento leoni con la criniera,
Pompeo
seicento, Cesare da
dittatore
quattrocento.
21) Fu scoperto per caso che per catturare un leone è necessario gettargli in testa un mantello o altro tessuto perché con gli occhi coperti non oppone resistenza, fu probabilmente il caso di Lisimaco chiuso in gabbia con un leone per ordine di Alessandro.
Marco Antonio fece attaccare leoni al suo carro, mentre il primo a domare un leone fu il cartaginese Annone. Un certo Mentore di Siracusa estrasse una scheggia dalla zampa di un leone che gli leccava i piedi con atteggiamento supplice. Un altro leone si fece aiutare a togliere un osso che gli si era incastrato nelle fauci obbligandolo a stare a bocca aperta. Una pantera fece capire a un uomo che i suoi piccoli erano caduti in una fossa e si mostrò riconoscente per l'aiuto ricevuto.
22) In
Arcadia
un uomo caduto in un'imboscata di ladroni fu salvato da un enorme serpente che aveva allevato da ragazzo. Quanto ai personaggi abbandonati e allattati dalle belve come
Romolo
e
Remo
, sono leggende che nascono dalla fama dei salvati.
23) La pantera e la tigre hanno il manto maculato mentre gli altri animali feroci hanno colore uniforme.
24) Era proibito importare pantere africane in
Italia
, poi il divieto fu abrogato e
Pompeo
e
Augusto
ne fecero venire molte per i giochi.
25)
Augusto
presentò una tigre addomesticata per inaugurazione del Teatro di Marcello, più tardi Claudio ne mostrò quattro.
26) In oriente vivono anche i cammelli, quelli della Battriana hanno due gobbe sul dorso, quelli dell'India ne hanno una sul dorso e una sul petto. Sono adatti alla soma e possono partecipare alle battaglie. Sopravvivono quattro giorni senza bere. Odiano i cavalli.
27) Gli Etiopi chiamano
nabu
o cammelopardo (giraffa) una bestia con il collo da cavallo, piedi e zampe da bue, testa da cammello e pelo maculato. Fu esposta per la prima volta a Roma durante i giochi offerti da Cesare.
28) I giochi di
Pompeo
mostrarono il
cama
dall'aspetto di lupo con le macchie dei pardi (lince europea) e il
cepi
dagli arti simili a quelli dell'uomo (un tipo di scimmia non identificato con certezza).
29) Durante gli stessi giochi fu mostrato il rinoceronte, dotato di un solo corno sul naso è nemico naturale dell'elefante.
30) In
Etiopia
vivono molte linci e sfingi con il pelo nero (altre scimmie), cavalli alati e cornuti, crocati (iene), cercopitechi, buoi con un solo corno o con tre corna. La
leucocrotta
(forse una varietà di iena) + un animale velocissimo grande come un asino selvatico, ha il posteriore di cervo, il collo, la coda e il petto di leone ed è capace di imitare la voce umana. Fra gli altri animali fantastici dell'
Etiopia
,
Plinio
ricorda la
manticora
di cui parlava Ctesi: ha tre file di denti, volto e orecchie umane, occhi azzurri, colore sanguigno, corpo di leone e punge come lo scorpione con la coda. E' velocissima e avida di carne umana.
31) Altri animali in India: un bue con un solo corno, l'
Axis
simile a un cerbiatto, scimmie bianche, il monoceronte con un unico grande corno, simile a un cavallo (ne deriverà l'idea dell'unicorno).
32) In
Etiopia
presso la fonte del Nilo vive la
catoblepa
, piccola ma dalla testa pesantissima, deve sempre guardare in terra ... fortunatamente perché il suo sguardo uccide.
33) La stessa proprietà è anche del basilisco di Cirenaica, secca gli arbusti, brucia le erbe e spezza le pietre con il suo soffio. Può essere ucciso soltanto dall'odore delle donnole.
34) Esistono lupi anche in
Africa
ma quelli dei paesi freddi sono più forti e feroci. Nacquero in
Arcadia
le fantasiose storie dei lupi mannari, uomini che durante la vita trascorrevano periodi di nove anni con aspetto di lupo vivendo in branco. In una di queste leggende un uomo era diventato lupo dopo aver mangiato carne umana.
35) Fra i serpenti i cerasti hanno piccole corna (vipere cornute), le anfisbene hanno due teste, il serpente giavellotto si lancia dagli alberi sulle prede, non c'è rimedio contro il veleno dell'aspide. Nemico naturale dei serpenti è l'
icneumone
(mangusta).
36) La mangusta si immerge nel fango e lo lascia seccare al sole per essere protetta quando combatte con i rettili.
37) Ferocissimo è il coccodrillo, terribile tanto in terra che in acqua. La femmina riesce sempre a deporre le uova più in alto del livello della successiva piena del Nilo. Quando il coccodrillo dorme sazio sulla riva un piccolo uccello chiamato
trochilo
entra nella sua bocca per raccogliere briciole di cibo. Vededo le sue fauci spalancate a volte l'
icneumone
vi entra in fretta per rodere il coccodrillo dall'interno.
38) Ancora sul Nilo nasce un piccolo animale detto
scinco
dal quale si ricavano antidoti e afrodisiaci. Anche i delfini che entrano nel Nilo spesso attaccano i coccodrilli passando in acqua sotto di loro per ferire con la dura pinna dorsale il ventre molle dell'avversario. Gli abitanti dell'isola Tentira (in effetti si tratta di una città) combattono contro i coccodrilli e li costringono a andare dove vogliono.
39) Gli ippopotami hanno zoccoli bifidi come i buoi, dorso, criniera e nitrito come il cavallo.
40) Marco Scauro li presentò per la prima volta a Roma durante la sua
edilità curule
. Quando un ippopotamo diventa troppo grosso si ferisce da solo per far sgorgare il sangue e allegerire il suo corpo.
41) L'osservazione del comportamento degli animali ha permesso agli uomini di apprendere l'uso terapeutico di molte erbe e altri vegetali.
42) Molti animali sono capaci di presentire la pioggia, le tempeste e altri fenomeni. Gli uomini traggono pronostici non soltanto dai sacrifici animali ma anche da altri segni, come nel caso dei topi che abbandonano un edificio che sta per crollare.
43) Si ricordano anche disastri provocati dagli animali come intere città fatte crollare dagli scavi delle talpe, invasioni di cavallette, di topi o di scorpioni.
44) Secondo una credenza poolare le iene hanno entrambi i sessi, si dice anche fra le varie cose mirabolanti, che queste belve scavino le tombe per tirarne fuori i cadaveri.
45) Il
corocotta
nasce in
Etiopia
dall'incrocio fra iena e leonessa ed è capace di imitare la voce umana.
46) Fra gli asini selvatici africani i maschi governano i greggi di femmine e ne sono molto gelosi.
47) I castori del Ponto sono simili alle lontre. Sanno di essere cacciati per un liquido che si ricava dai loro genitali e se li amputano quando sono in pericolo. Il loro morso può tagliare tronchi d'albero e braccia umane.
48) Le
rane rubete
(rospi) producono veleni e rimedi.
49) Il vitello marino può vivere in mare e in terra. Produce sostanze utili in medicina.
50) Se i cervi sono incalzati dai cani cercano spontaneamente aiuto presso l'uomo. Sono le femmine a occuparsi della prole mentre i maschi si allontanano dopo l'accoppiamento. Al cervo
Plinio
dedica note si lunghe e si sente che ne ammira la bellezza e l'ingenuità:
si meraviglia di tutto come di un miracolo
. Parla delle madri che crescono i cuccioli, delle corna dei maschi che si rinnovano ogni anno, della capacità dei cervi di combattere i serpenti e della loro longevità.
51) La descrizione del camaleonte è molto accurata salvo la strana affermazione che si al'unico animale che si ciba d'aria. La colorazione mutevole è il suo aspetto più straordinario.
52) Anche le renne della Scizia cambiano colore, così come il licaone indiano.
53) In India e in
Africa
si trovano gli istrici, simili ai ricci ma capaci di lanciare gli aculei.
54) Gli orsi si accoppiano all'inizio dell'inverno stando sdraiati e abbracciati, poi si recano in caverne diverse e la femmina partorisce cinque cuccioli, palline informi di carne che la madre plascma leccandole.
I maschi vanno in letargo per un mese, le femmine per quattro mesi e per motivi sconosciuti gli orsi ingrassano durante il letargo.
55) Anche i topi bianchi del Ponto (forse ermellini) vanno in letargo, così come i topi della
Alpi
(marmotte).
56) I ricci preparano provviste per l'inverno nelle cavità degli alberi. L'orina dei ricci è corrosiva e se un riccio è in estremo pericolo se ne spruzza per rendere la sua pelle e la sua carne inutilizzabili.
57) Il
leontofono
è velenoso per il leone che se lo mangia o se viene spruzzato con la sua orina muore immediatamente. L'orina delle linci si solidifica in una sostanza simile all'ambra detta
lincurio
.
58) I tassi si difendono gonfiando la pelle. Gli scoiattoli prevedono la tempesta.
59) La vipera è l'unico serpente che si nasconde sottoterra. Anche le chiocciole vanno in letargo in luoghi diversi secondo le varietà.
60) Le lucertole son o nemiche delle chiocciole. Non superano i sei mesi di vita. In India sono lunghe fino a ventiquattro piedi.
61) Cane e cavallo sono gli animali più fedeli all'uomo. Seguono vari esempi di fedeltà canina come quello dei cani dei Cimbri che difesero le famiglie dei loro padroni che dopo la sconfitta fuggivano sui carri, o di altri cani che difesero il padrone dai briganti a costo della vita.
Solo i cani fra gli animali sono in grado di ricordare il proprio nome e di riconoscere il padrone anche se travestito. La loro abilità e il loro odorato sono insostituibili nella caccia. Gli Indiani incrociano i cani con le tigri, i
Galli
lo fanno con i lupi.
Il re d'Albania regalò a
Alessandro Magno
un cane di grandezza eccezionale che era in grado di uccidere tigri e elefanti.
62) I cani si riproducono due volte l'anno, la gestazione dura settanta giorni e i cuccioli nascono ciechi.
63) La rabbia dei cani è pericolosissima per gli uomini, in sorge con l'apparire della stella Sirio. Secondo Columella i cuccioli a cui quaranta giorni dopo la nascita viene tagliata la coda sono immuni dalla rabbia.
64) Il cavallo di Alessandro si chiamava Bucefalo per una testa di bue impressa sulla spalla, se veniva bardato con la sella regale si lasciava avvicinare solo da Alessandro. Quando morì dopo aver partecipato a numerose battaglie, Alessandro gli fece fare dei funerali e fondò una città con il suo nome.
Anche il cavallo di Cesare non si lasciava montare da altre persone e anche quello di
Augusto
ebbe un tumulo funebre. Secondo
Giuba
la regina Semiramide si accoppiava con il suo cavallo.
I cavalli soffrono per la morte dei loro padroni e ne sentono la mancanza.
65) Infiniti sono i possibili esempi dell'intelligenza dei cavalli.
Plinio
racconta quello dei cavalli che vinsero una gara col carro durante i giochi secolari di Claudio comportandosi perfettamente nonostante l'auriga fosse caduto all'inizio della corsa.
I cavalli dell'auriga Ratumene vincitore a Verio portarono al
Campidoglio
la palma e la corona della vittoria anche se l'auriga era caduto. Il nome di Ratumenna fu poi dato alla porta.
66) La gestazione delle cavalle dura undici mesi. Non sono molto fecondi e un maschio non può accoppiarsi più di quindici volte l'anno. Le femmine amano i loro nati più degli altri animali e se un piccolo perde la madre viene allevato dalle altre femmine del branco.
67) In
Lusitania
presso Olisipone (Lisbona) certe cavalle vengono fecondate dal vento e partoriscono puledri velocissimi ma che vivono solo tre anni. In
Spagna
vivono cavalli detti
asturconi
che procedono spontaneamente all'ambio.
68) Gli asini sono utili per l'aratura e per la procreazione delle mule. Eccellenti quelli dell'
Arcadia
e quelli del Reatino. Gestazione e parto sono uguali a quelle dei cavalli, possono vivere fino a trent'anni. Odiano l'acqua.
69) Da un asino e una cavalla nasce una mula, animale straordinariamente resistente alla fatica. La cavalla deve avere non meno di quattro anni e non più di dieci. La mula nasce anche da un cavallo e da un'asina ma è selvaggia e ribelle. Le bestie nate da specie diverse non si riproducono mai, per questo le mule sono sterili.
70) I buoi dell'India sono alti come cammelli e le loro corna arrivano a quattro piedi. In Epiro esisteva una razza di buoi selezionata ai tempi di
Pirro
. La gestazione dura dieci mesi, le femmine vivono quindici anni, i maschi venti.
I buoi della Siria e della Caria hanno una gobba sul dorso e sono ottimi lavoratori. Quando i tori si preparano al combattimento manifestano la tensione gettando terra contro il ventre con le zampe anteriori. I tori erano considerate le vittime più pregiate nei sacrifici.
71) Gli Egiziani adorano un bue come un dio e lo chiamano Api. Se ne occupa un corpo di sacerdoti che devono ucciderlo quando arriva a una determinata età e sostituirlo con uno che abbia gli stessi segni particolari. Dal suo comportamento si traggono profezie.
72) La gestazione delle pecore dura centocinquanta giorni, l'ariete preferisce le pecore più anziane e esso stesso è migliore quando è vecchio. Le
pecore coperte
vivevano nelle masserie (venivano protette con delle coperte per non rovinare la lana).
73) La lana migliore è quella degli Puglie, seguono il tipo che in
Italia
è detto lana greca e poi quella delle pecore di Mileto. Segue un elenco di tipi di lana, del loro colore, della loro provenienza e del loro uso: per farne indumenti, coperte, tappeti.
74)
Marco Varrone
(in un testo per noi perduto) affermava di aver visto nel tempio di
Sanco
la conocchia di
Tanaquilla
e nel tempio della
Fortuna
una toga da lei confezionata che fu indossata da
Servio Tullio
.
Tanaquilla
fu la prima a tessere la tunica dritta indossata dalle spose, ne derivò la tradizione che un fuso, una canocchia e della lana accompagnano tutti i cortei nuziali. Tuniche più elaborate per le spose si cominciarono ad usare, secondo Fenestella, ai tempi di
Augusto
.
La toga pretesta era di origine etrusca mentre la
tradea
(formata da strisce bianche e di porpora) era in uso presso gli antichi re e già nota a
Omero
, divenne quella per le cerimonie del trionfo.
75) In
Spagna
e in Corsica vive il
musmo
(muflone) animale non molto diverso dalla pecora.
76) Le capre partoriscono fino a quattro piccolo dopo cinque mesi di gestazione.
Muciano
raccontava il curioso episodio di due capre che si incontrarono su un ponte troppo stretto: impossibile girarsi, troppo pericoloso procedere all'indietro. Uno dei due animali si sdraiò a terra e così l'altro lo superò passandogli sopra.
77) Le femmine dei suini partoriscono due volte l'anno fino a venti piccoli, la gestazione dura quattro mesi. In genere i maiali vivono quindici anni e possono arrivare a venti. Le varie parti del maiale hanno sapori diversi e sono tutte utilizzate per preparare manicaretti.
78) Anche le carni dei maiali selvatici sono buone da mangiare. Quinto Fulvio Lippino ebbe per primo l'idea di creare parchi per i cinghiali e per altri animali selvatici, ebbe presto illustri imitatori come Lucio Lucullo e Quinto Ortensio Ortalo.
79) Per ogni animale domestico esiste il corrispettivo selvatico. Le capre si dividono in molte specie che comprendono camosci, stambecchi, daini e antilopi.
80) Numerose anche le specie di scimmie. Questi animali simili all'uomo differiscono fra loro soprattutto per la coda. Provano grande amore per i loro piccoli.
81) Anche le lepri si dividono in molte specie. Quelle della
Alpi
sono bianche in inverno e rossastre quando la neve si scioglie. La varietà spagnola sono i conigli inesauribilmente fecondi tanto da provocare la carestia nelle isole Baleari. Lepri e conigli si cacciano utilizzando i furetti che si introducono nelle loro tane.
82) Esistono animali che non sono nè domestici nè selvatici, fra questi sono le lepri, le rondini, le api e i delfini. Alcuni autori considerano in questa categoria anche i topi che a volte hanno fornito presagi (ad esempio la nascita di topi bianchi è di buon auspicio). Per istinto i topi rodono anche i metalli e nelle miniere si sono trovati spesso pezzi d'oro nelle loro viscere.
83) Con molti esempi
Plinio
spiega che in natura spesso l'ambiente di ogni animale è circoscritto alle zone più favorevoli.
84) Alcuni animali sono inoffensivi per gli indigeni ma uccidono gli stranieri, come i serpenti in Siria.
LIBRO IX - GLI ANIMALI ACQUATICI
1) Fra gli animali acquatici ve ne sono di più grandi di quelli terrestri grazie all'abbondanza di nutrimento contenuta nell'elemento liquido. Dall'intrecciarsi dei principi generativi nelle acque in eterno movimento possono essere creati anche esseri mostruosi e
qualsiasi cosa nasca, in qualsiasi parte della natura, si trova anche in mare, e in più nel mare si trovano molte cose che non sono in nessuna altra parte
.
2) I più numerosi e i più grandi si trovano nel Mare Indiano dove vivono balene, pistrici, aragoste e anguille gigantesche. I mostri si avvicinano alla superficie nel periodo dei solstizi quando piogge e tempeste li fanno muovere dal fondo dove di solito vivono. La flotta di Alessandro si trovò ad affrontare un branco di queste creature. Nel
Mar Rosso
vivono creature acquatiche tanto grandi da essere immobili e altre che vengono a terra per cibarsi di arbusti.
3) I più grandi del Mare Indiano sono la pistrice e le balene, nell'Oceano Gallico il capodoglio.
4) Testimoni ai tempi di
Augusto
e di
Tiberio
affermavano di aver visto tritoni e nereidi, elefanti marini (trichechi) e arieti marini (
delphinus orca
). Marco Scauro durante la sua edilità espose a Roma le ossa di una bestia come quella alla quale si diceva fosse stata offerta
Andromeda
.
5) Nell'Oceano Gaditano non si vedono balene fino al solstizio d'inverno. Cercano insenature tranquille per partorire ma spesso vengono attaccate dalle feroci orche che sono in grado di divorare i neonati come le balene adulte. Durante la costruzione del porto di Ostia un'orca rimase insabbiata e la sua cattura fu un pericolosa impresa alla quale prese parte l'imperatore Claudio in persona.
6) Le balene hanno delle aperture sulla fronte dalle quali emettono forti getti d'acqua. Esse respirano mentre era diffusa l'opinione che quasi tutte le altre creature acquatiche non respirassero perché prive di polmoni.
Plinio
si dissocia ritenendo che la natura possa aver previsto anche per le creature che vivono in acqua un idoneo sistema di respirazione.
7) Il delfino è il più veloce di tutti gli animali. Per la posizione della bocca deve mangiare stando rovesciato sul dorso. I delfini vivono in genere in coppia, la gravidanza dura dieci mesi, nutrono i piccoli tramite mammelle e si prendono cura di loro con grande amore. Vivono fino a trent'anni, la loro voce è simile a un gemito umano.
8) Il delfino ama la musica ed è amico dell'uomo. Si raccontava che un bambino che ogni giorno si recava a scuola a
Pozzuoli
aveva fatto amicizia con un delfino offrendogli briciole di pane. Il delfino lo lasciava salire sulla sua groppa e lo portava a scuola, più tardi lo riaccompagnava indietro. Quando il bambino morì per una malattia il delfino tornò molte volte ad aspettarlo e infine morì anch'esso per il dispiacere. Da molte fonti diverse
Plinio
attinge storie analoghe di delfini affezionati a uomini o bambini, racconta quindi la celebre vicenda del musico Arione che i delfini, dopo averlo ascoltato suonare, salvarono dai marinai che volevano ucciderlo.
9) In una zona della provincia narbonese i delfini pescano i muffini in collaborazione con gli uomini spingendo le prede verso le reti dei pescatori e impedendo loro di fuggire. Alla fine della battuta di pesca ricevono la loro parte e vengono premiati con zuppa di pane intriso nel vino.
10) I delfini sono fra loro solidali, si raccontava un episodio in cui riunendosi e manifestando la loro mestizia riuscirono a far liberare un compagno prigioniero. Un adulto accompagna sempre i piccoli come custode e si sono visti delfini trasportare un loro simile morto per non farlo divorare dalle belve marine.
11) I pesci detti
tursioni
somigliano ai delfini ma non hanno la stessa allegria.
12) Le grandi testuggini del Mare Indiano sono facili da catturare quando si addormentano sulla superficie dell'acqua. Non hanno denti ma la loro bocca è tanto dura che possono triturare pietre, si cibano di conchiglie in mare e di erba a terra. Depongono uova in buche che scavano fuori dall'acqua e le covano per un anno.
13) Carvilio Pollione ebbe l'idea di ricavare delle lamine dai gusci delle testuggini per guarnire il mobilio.
14) Alcuni animali acquatici sono ricoperti di cuoio e pelo come i vitelli marini, altri di cuoio come i delfini, altri hanno un guscio, altri ancora sono ricoperti di pietra come le ostriche, di croste come le aragoste, di squame come i pesci, ecc.
15) Gli animali vivipari come la pistrice e la balena sono rivestiti di pelo. I soli animali vivipari privi di pelo sono il delfino e la vipera.
16) Esistono settantaquattro specie di pesci e trenta di crostacei.
17) Di particolare grandezza sono i tonni ma anche nei fiumi si trovano pesci altrettanto grandi come il siluro del Nilo e l'attilo del
Po
. Per tirare fuori dall'acqua questi pesci è necessario legarli a coppie di buoi.
18) I tonni maschi non hanno la pinna sotto il ventre. Le femmine depongono le uova soltanto nel Ponto Eusino a primavera. Se ne mangiano freschi la cervice e l'addome, tutto il resto si conserva sotto sale.
19) Nel Ponto, grazie al gran numero di fiumi che vi sfociano i pesci crescono con straordinaria rapidità.
20) Una grande roccia bianca che si trova nel
Bosforo Tracio
presso Calcedone spaventa i tonni che fuggono in direzione opposta verso Bisanzio ed è infatti qui che la pesca è più ricca. La pesca del tonno dura dal sorgere della Pleiadi fino al tramonto di Arturo, per il resto dell'inverno si nascondono in profondità.
21) Un piccolo animale simile allo scorpione può pungere con il suo aculeo i tonni e altri grandi animali facendoli impazzire di dolore.
22) Anche i pesci forniscono presagi, come accadde a
Augusto
durante la guerra contro Sesto Pompeo quando un pesce saltò fuori dal mare ai suoi piedi.
23) Le femmine dei pesci sono in genere più grandi dei maschi. Quasi tutti i pesci vivono in branchi, amano le piogge moderate che smuovono l'acqua, muoiono se l'acqua non ha ricambio.
24) Tutti i pesci di scoglio non si possono pescare d'inverno perché rimangono inerti nelle cavità della roccia o del fondo.
25) Altri pesci fra cui le orate si nascondono nei periodi più caldi.
26) In Fenicia e in altre zone si pescano le femmine dei muggini attirandole con un maschio legato durante il periodo degli accoppiamenti.
27) Lo storione era anticamente molto pregiato ma ai tempi di
Plinio
non lo si ricercava più.
28) Gli
aselli
e altre specie pregiate.
29) Il più pregiato è lo
scaro
che viveva presso le coste della Troade e fu importato nel Tirreno sotto Claudio. Lo scaro è l'unico pesce a nutrirsi d'erba.
30) Ricercate e abbondanti sono le triglie, presenti in tutti i mari in molteplici varietà. Sono migliori quelle pescate al largo.
31) Sotto il principato di Caligola l'ex console Asinio Celere pagò una triglia ottomila sesterzi.
Plinio
depreca questi eccessi.
32) In
Egitto
il pesce considerato più pregiato era il coracino, a Cadice lo
zaeus o fabbro
(forse il pesce San Pietro), a Ebuso (Ibiza) il merluzzo, in
Aquitania
il salmone di fiume.
33) Le varie specie di pesce hanno branchie diverse. La durezza delle squame indica vecchiaia.
34) Il pesce
esecoeto
dell'
Arcadia
esce all'asciutto per dormire.
35) Alcune specie di pesce di mare risalgono i fiumi per figliare in ambiente meno pericoloso per i piccoli.
36-37) Molti pesci hanno due o quattro pinne, quelli che non ne hanno come le murene si spostano tramite movimenti sinuosi del corpo come i serpenti.
38) Le anguille vivono otto anni, non resistono in acque torbide. All'uscita del Mincio dal Lago di Garda nel mese di ottobre si pescano enormi ammassi di anguille sospinte dalle perturbazioni del lago in quel periodo.
39) Si credeva che le murene si accoppiassero con i serpenti. Vedio Pollione, cavaliere romano amico di
Augusto
, faceva immergere gli schiavi condannati nei vivai delle murene per vederli dilaniati contemporaneamente in tutto il corpo.
40) Razze, pastinache, torpedini e altri pesci hanno una cartilagine invece della lisca.
41) La remora è un piccolo pesce di scoglio, si credeva che attaccandosi alle navi potesse rallentarle (da qui il suo nome) poteva anche ritardare i malefici amorosi, le sentenze giuridiche e la rottura delle acque delle donne gravide.
42) Alcuni pesci cambiano colore con la stagione. La
phycis
(una specie di lampreda) fabbrica un nido con le alghe e vi depone le uova.
43) La rondine marina e il nibbio marino volano come uccelli. Il pesce lucerna ha la lingua che splende nel buio. Il drago marino riesce a scavare gallerie nella sabbia con estrema velocità.
44) Pesci senza sangue: molluschi, pesci coperti di croste sottili, pesci con guscio duro. Molluschi: calamari, seppie, polipi e altri.
45) Il calamaro può volare slanciandosi sopra le acque. Le seppie ferite diffondono un liquido nero.
46) I polipi si muovono usando i tentacoli, si cibano di molluschi spezzando le conchiglie. E' falso che mangino i loro stessi tentacoli, che i tentacoli ricrescano se tagliati è invece vero.
47) Il nautilo affiora in superficie espellendo l'acqua ingerita e in caso di pericolo beve per immergersi rapidamente.
48) I polipi vivono al massimo due anni. Sono ghiotti di conchiglie e spesso queste amputano le punte dei loro tentacoli, ma in genere riescono a aprirle e cibarsene. Si accaniscono contro gli uomini in acqua, per difendersi è opportuno rovesciarli. Trebio Nigreo raccontava la vicenda di un polipo di inaudita grandezza in
Spagna
che aveva imparato ad uscire dal mare per rubare il pesce nei vivai. Scoperto dai custodi e dai loro cani, si difese strenuamente e fu ucciso con grande fatica.
49)
Muciano
raccontava del nauplio della Propontide che viveva all'interno di grandi conchiglie.
50) Le aragoste e i granchi sono muniti di una crosta fragile che rimuovono all'inizio della primavera, le aragoste vivono in luoghi pietrosi, i granchi su fondali molli.
51) Specie di granchi sono i gamberi, gli astici, i paguri e altri. I granchi hanno otto piedi e due pinne. Anche i ricci fanno parte dei granchi. Si credeva che presentissero le tempeste e afferrassero piccole pietro per non essere trascinati via dal mare.
52) Esistono innumerevoli specie di conchiglie che vairano per forma, dimensioni e colore.
53)
Plinio
depreca le spese voluttuarie che si sostengono e i pericoli che si corrono per ricavare dal mare ornamenti di lusso come le perle e la porpora.
54) Le cose di maggior valore che provengono dal mare sono le perle, soprattutto dal Mare Indiano, dall'Arabia, dal Golfo Persico e dal
Mar Rosso
.
Le ostriche perlifere vengono rese gravide da un elemento fecondante che si trova nel mare e il loro parto è la perla le cui dimensioni e il cui colore variano a seconda del luogo, delle condizioni del mare e del tempo atmosferico. La luce del sole altera il colore delle perle, perciò è in profondità che si trovano quelle più candide.
55) I bordi taglienti delle conchiglie, gli scogli in cui si trovano e i
cani marini
(pescicani) sono tutti grandi pericoli per i pescatori di perle
e tuttavia non si possono tenere lontane da esse le orecchie delle donne
.
56) Ancora contro di eccessi del lusso e la vanità di usare ornamenti costori e rari come le perle.
57) Giulio Cesare dedicò nel tempio di Venere Genitrice una corazza di perle di
Britannia
, una varietà di perle piccole e scolorite.
58) Lollia Paolina, moglie di Caligola, partecipò ad un pranzo di fidanzamento indossando perle e smeraldi per quaranta milioni di sesterzi, pronta a dimostrarne il valore con i registri contabili. Questi preziosi el venivano dall'eredità paterna, il padre Marco Lollio si era lasciato corrompere in Oriente. Cleopatra, avendo scommesso con Antonio che avrebbe speso per una sola cena dieci milioni di sesterzi, fece sciogliere nell'aceto una perla preziosissima e bevve la miscela ottenuta.
59) Le perle divennero comuni a Roma dopo la conquista di
Alessandria
.
60) Le porpore secernono una cera viscosa usata per tingere i tessuti. Le migliori si trovano a Tiro, a Meninge, lungo la costa dei Geruli e in
Laconia
.
61) Le tinture si ottengono da due tipi di conchiglie, il buccino, più piccolo e privo di aculei, e la porpora, più grande e dotata di aculei.
62) Si preleva da ogni conchiglia la ghiandola che produce la sostanza colorante, la si fa macerare sotto sale, bollire e evaporare a calore moderato. Il ricavato viene filtrato e quindi vi vengono immersi campioni di lana per verificare il colore che se ne può ottenere. Il rosso più scuro vale di più. Si ottengono varie colorazioni con successivi passaggi e mescolando le tinture ottenute da conchiglie provenienti da diverse regioni.
63)
Romolo
usava la porpora solo per la trabea, Tullo Ostilio fu il primo a far uso della toga pretesta e del laticlavio.
64) Per temperare il colore si usava acqua e urina umana, si ottenevano così colorazioni più chiare e meno uniformi.
65) Altri colori si ottengono da erbe e bacche, come il
coccum
(un rosso scarlatto che in realtà si ricavava da un insetto che si credeva fosse la bacca di certe querce).
66) Al genere delle conchiglie appartiene anche la
pinna
, aprendo il suo corpo privo di occhi richiama piccoli pesci, poi al segnale di un granchio suo parassita si richiude uccidendo le prede che divide con il socio.
67) Non è vero che gli animali acquatici sono privi di intelligenza come dimostrano le tattiche usate da molti di loro per procurare il cibo e per evitare le insidie.
68) Anche esseri che non si ritenevano animali o vegetali, come le ortiche di mare e le spugne, hanno una forma di intelligenza. L'ortica di mare caccia le sue prede fingendosi un'alga e lasciandosi avvicinare, emette una sostanza urticante.
69) Esistono tre specie di spugna di diversa consistenza, vivono attaccate alle rocce.
70) I cercatori di spugne sono spesso attaccati da squali. Ci si può salvare dagli squali solo attaccandoli perché hanno paura dell'uomo. I cercatori di spugne lottano in acqua risalendo e quando sono in superficie vengono issati in barca dai compagni ma se questo salvataggio non è rapidissimo possono essere inghiottiti dagli squali.
71) I pesci chiusi nei gusci come le ostriche sono privi di sensibilità. Nel mare nascono anche animali piccolissimi come le pulci e i pidocchi marini.
72) La lepre marina secerne un terribile veleno, dannoso anche al solo contatto. Velenosissimo è anche l'aculeo del ragno marino ma nulla è letale come la coda del
Trygon
o pastinaca.
73) Non si sa quali specie di pesci sono soggette a malattia.
74) I pesci si riproducono strofinandosi col ventre molto rapidamente, poi quando la femmina espelle le uova il maschio le feconda aspergendole con il suo seme. Il numero delle uova è enorme ma solo una parte viene fecondata.
Crostacei, molluschi e altri animali marini hanno vari modi e posizioni per accoppiarsi di cui
Plinio
fornisce un elenco e altrettanto variano il luogo e il periodo in cui le uova si schiudono.
75) Le torpedini e i pesci cartilaginosi sono ovovivipari.
76) Nell'aguglia l'utero si squarcia per la grande quantità di uova e si rimargina dopo il parto. Il topo marino depone le uova in una buca scavata nella sabbia e le sotterra per un'incubazione di trenta giorni.
77) Gli
erythini
, le
canne
e il
trochis
sono pesci ermafroditi.
78) I pesci possono essere molto longevi, si erano osservati pesci in vasca superare i sessant'anni di età.
79) Sergio Orata inventò i vivai di ostriche nella sua villa a
Baia
. Vi coltivò ostriche del lago Locrino e di Brindisi traendone notevoli guadagni.
80) Licinio Murena inventò vivai per tutti gli altri pesci e fu imitato da Lucio Marcio Filippo, Ortensio Ortalo e Lucullo. Quest'ultimo fece scavare un canale per collegare al mare la sua villa vicino Napoli.
81) Gaio Irrio fu il primo a realizzare vivai sulle murene. Ne prestò migliaia a Cesare per le sue cene trionfali. Ortensio Ortalo si affezionò a una murena al punto di piangere quando morì. Antonia moglie di
Druso
mise gli orecchini a una murena alla quale era affezionata.
82) Fulvio Lippino creò vivai di lumache e mise a punto un sistema di allevamento.
83) Teofrasto parlava di piccoli pesci che escono dall'acqua in cerca di cibo, simili alle rane di mare. Altri pesci rimangono a lungo in cavità asciutte o si lasciano prendere dai ghiacci.
84) Quando le piene del Nilo si ritirano si trovano dei topo d'acqua che in parte sono vivi e in parte sono fatti di terra: dimostrano l'opera di fecondazione delle acque sulla terra.
85) il pesce
anthia
(non identificato) è molto prudente. I pescatori con grande pazienza ne attirano uno offrendo del cibo finchè quello, abituatosi, torna con altri simili che vengono pescati cercando di non far fuggire il branco.
86) La stella marina ha parti carnose molto ridotte e all'esterno è callosa e dura. Sembra produca molto calore e digerisca immediatamente ogni cibo.
87) Le conchiglie dette
datteri
producono un umore luminescente.
88) Muggine e lupo marino sono nemici irriducibili, come il grongo e la murena. Gronghi e aragoste hanno il terrore gli uni delle altre. Al contrario le balene sono amiche dei topolini di mare che le aiutano ad evitare fondali pericolosi.
LIBRO X - GLI UCCELLI
1) Gli struzzi africani sono più alti di un uomo a cavallo e più veloci. Non volano e le loro ali servono a sostenerli nella corsa. Combattono con i piedi e li usano per scagliare pietre. Digeriscono qualsiasi cosa e sono così stupidi da credere di essere nascosti quando mettono la testa in un cespuglio.
2) Fra gli uccelli dell'
Etiopia
e dell'India la più famosa è la fenice d'Arabia. Grande come un'aquila e meravigliosamente variopinta, in Arabia è sacra.
Vive cinquecentoquaranta anni e quando invecchia prepara un nido di piante odorose sul quale morire. Dalle ossa e dalle viscere rinasce una larva che diventa pulcino poi uccello e trasporta il nido con i resti del predecessore a
Eliopoli
in
Egitto
per deporlo sull'altare degli dei. L'erudito Manilio aveva descritto la fenice e aveva osservato che il suo ciclo vitale corrispondeva al
Grande Anno
, un ciclo al termine del quale il sole, la luna e i pianeti tornano nella posizione iniziale.
Nel 47 d.C. era stato esposto a Roma un esemplare di Fenice ma si trattava di un falso.
3) Tra "gli uccelli che conosciamo" (
Plinio
torna alla sfera del reale lasciando da parte le creature favolose) l'aquila è il più forte e il più nobile.
Ne esistono sei specie:
- il melanaeto o aquila delle lepri, piccola, molto forte, vive sui monti e alleva i suoi piccoli diversamente dalle altre, - il pigargo, ha la coda bianca e vive nelle città e nelle campagne,
- il morfno vive vicino ai laghi. Secondo Femonoe e Boeto (sacerdotesse delfiche autrici di opere sugli auspici e sull'ornitologia) ha i denti, è muta e priva di lingua. Secondo una tradizione uno di questi uccelli lasciò cadere una tartaruga per romperne il guscio e colpì il poeta
Eschilo
uccidendolo,
- il percnottero o oripelargo, simile a un avvoltoio è codardo e ingordo,
- gnesio è il nome di un'aquila di razza pura (forse l'aquila reale) di media grandezza e colore rossastro, difficile da vedere,
- l'aliaeto si nutre tuffandosi in mare per catturare pesci che scorge da lontano grazie alla sua vista acutissima.
4) Alcune specie di aquile inglobano nel nido la pietra aetite o gagite, utile per farne medicine. Ad eccezione del melanaeto tutte le aquile cacciano presto dal nido i piccoli perché non diventino loro concorrenti nella caccia. Delimitano il proprio territorio e rispettano quello altrui. Si diceva che nessun'aquila fu mai colpita da un fulmine, per questo la tradizione ne ha fatto un attributo di Giove.
5) Gaio Mario adottò l'aquila come unica insegna delle legioni romane mentre prima si usavano anche altri animali. Le aquile attaccano sempre i grandi serpenti perché sanno che costituiscono un pericolo per le loro uova.
6) Nella città di Sesto un'aquila si affezionò ad una ragazza al punto di gettarsi nel suo rogo quando lei morì. Fu eretto in quel luogo un monumento detto di Giove e della Vergine.
7) Gli avvoltoi neri sono i più forti. Nidificano su rupi molto alte e l'aruspice Umbricio sosteneva che depongono tredici uova ma ne usano uno per purificare il nido.
8) Il sanquale e l'immusolo erano forse piccoli di avvoltoi o di aquile ma gli aruspici speculavano sulla loro rarità.
9) Esistono sedici specie di falchi, in generale tutte considerate di buon augurio. Il triorche, così chiamato per il numero dei testicoli, era il più propizio secondo Femonoe, i Romani lo chiamavano Buteone e una famiglia ne aveva tratto il soprannome.
10) In
Tracia
uomini e falchi collaborano nella caccia, gli uomini fanno sollevare gli uccelli dalle selve e dai canneti e i falchi li spingono verso di loro, poi dividono la preda.
11) Si credeva che il cuculo fosse un falco che in determinato periodo dell'anno cambiava aspetto, ciò perché la comparsa dei cuculi coincideva con la mancanza dei falchi. Il cuculo depone le uova nei nidi di altri uccelli, secondo
Plinio
perché essendo inviso agli altri volatili cerca di nascondere i suoi piccoli.
12) Il nibbio appartiene alla stessa specie dei falchi. Era considerato un pessimo auspicio se rubava offerte sacrificali. Il suo di usare la coda per controllare la direzione del volo ispirò l'invenzione del timone delle imbarcazioni.
13) Classificazione degli uccelli in base ai piedi: artigli, dita, piedi palmati.
14) Le cornacchie mangiano molti tipi di cibo, lasciano cadere dall'alto i semi più duri per romperne il guscio. In inverno non le si vedeva nei boschi sacri a Minerva. Sono i soli uccelli a nutrire la prole per un certo periodo dopo che ha imparato a volare.
15) Affini alle cornacchie sono i corvi dei quali si diceva che si accoppiassero e deponessero le uova attraverso il becco, credenza popolare che Aristotele respingeva seccamente.
16) Civette, gufi, allocchi e corvi notturni hanno artigli adunchi e vista debole di giorno. La presenza del gufo in città era considerata funesta, durante il consolato di Sesto Palpellio Istrio e Lucio Pedanio (43 d.C.) un gufo entrò nella cella del Campidoglio e fu indetto uno speciale rito di purificazione.
17) durante il consolato di Lucio Cassio e Gaio Mario (107 a.C.) furono visti a Roma un gufo e un uccello incendiario e anche in questo caso la città venne purificata ma le fonti di
Plinio
non chiarivano cosa fosse l'uccello incendiario.
18) Civette, gufi e altri rapaci escono dall'uovo dalla parte della coda perché il peso della loro testa capovolge l'uovo durante la cova.
19) Le civette lottano con abilità stando supine e difendendosi con gli artigli. Gli sparvieri le difendono per solidarietà naturale.
20) Anche il piccolo picchio ha artigli adunchi, è noto il suo modo di cercare cibo nella corteccia degli alberi. Nel
Lazio
era considerato fondamentale negli auspici dai tempi del mitico re Pico. Quando un picchio si posò sul capo di Elio Tuberone mentre amministrava la giustizia nel foro, gli indovini dissero che se lo avessero ucciso il pretore sarebbe morto ma se lo avessero lasciato andare sarebbe stata la rovina della repubblica. Tuberone uccise l'uccello e poco dopo morì.
21) I falchi che si nutrono solo di carne non bevono, gli uccelli che hanno artigli adunchi sono solitari, hanno ali ampie e volano in alto, camminano con difficoltà.
22) La seconda classe di uccelli, quelli dotati di dita, si dividono in due gruppi, quelli dalla voce augurale e quelli da cui si traggono auspici osservando il volo. Fra questi primo per bellezza è il pavone che, consapevole del proprio aspetto, ama esibire i suoi meravigliosi colori. In inverno perde la coda e rimane nascosto. Vive venticinque anni.
23) L'oratore Ortensio fu il primo a Roma a servire carne di pavone a banchetto. Marco Aufidio Lurcone fu il primo ad allevare pavoni e ne trasse ricche rendite.
24 e 25) Orgoglioso come il pavone è il gallo, la sentinella notturna che annuncia col suo canto il sorgere del sole. Ne esistono specie note solo per il combattimento e in genere si tratta di animali molto bellicosi, spesso le loro lotte si concludono con la morte di entrambi i contendenti. Molto importanti per gli aruspici che osservano il loro modo di prendere il cibo, e per i sacrifici. A Pergamo veniva annualmente allestito uno spettacolo di lotta tra galli.
26) Anche le oche sanno vigilare come dimostrano quelle che difesero il
Campidoglio
. Glauce di Chio, musicista e poetessa, e il filosofo Lacide erano sempre accompagnati da un'oca.
27) Si attribuiva a Scipione Metello (console 52 a.C.) o al cavaliere Marco Seio la scoperta del fegato d'oca come prelibatezza culinaria. Le piume d'oca usate nel vestiario erano considerate una grande raffinatezza ed erano molto costose.
28) Nella
Commagene
, in Siria, si ricavava un farmaco dal grasso d'oca.
29) Fanno parte delle oche i chenalopecio e le cheneroti molto apprezzate a tavola dai Britanni. Pregiato è anche il tetraone, dagli splendidi colori, mentre un uccello che vive sulle
Alpi
è il più grande del gruppo e può quasi arrivare alle dimensioni dello struzzo (il gallo cedrone).
30) Le gru coprono un'immensa distanza venendo dai mari dell'India, volano in alto in stormi compatti, quando devono traversare il Ponto si zavorrano reggendo pietre con le zampe per avere maggiore stabilità.
31) Non si conosceva la provenienza delle cicogne nè la loro destinazione quando migravano altrove. Si sapeva che usano volare in grandi stormi e che passano in estate, ma nessuno le aveva mai viste durante il volo migratorio. In
Tessaglia
uccidere una cicogna era punito alla stregua di un omicidio, tanto erano rispettate per la loro lotta contro i serpenti.
32) Anche le oche e i cigni migrano come le cicogne ma è possibile vedere i loro stormi che volano in formazione a punta per fendere l'aria più facilmente. Le cicogne ritornano negli stessi nidi e si dice che assistano le madri quando queste diventano vecchie.
33) Anche uccelli molto piccoli come le quaglie compiono lunghe migrazioni, preferiscono volare con l'aquilone e non volano quando spira l'austro.
Plinio
cita molti piccoli volatili simili alle quaglie nelle dimensioni e nelle abitudini migratorie.
34) Anche le rondini migrano in inverno, vanno in luoghi non lontani ma più caldi. Si diceva che non nidificassero a
Tebe
a causa dei delitti di Tereo.
35) Migrano verso paesi vicini anche i merli, i tordi e gli storni.
36) Alcuni uccelli si vedono tutto l'anno come i piccioni, altri sei mesi come le rondini, altri per tre mesi come i tordi e le tortore, rigogoli e upupe migrano dopo essersi riprodotti.
37) Gli uccelli memnonidi tutti gli anni volano a Ilio per combattere presso il sepolcro di Memnone.
38) Analogamente combattono fra loro in
Beozia
le meleagridi (faraone) sulla tomba di Meleagro.
39) Sul monte Cadmo (in Cilicia) si prega Giove perché mandi gli uccelli seleucidi quando si verifica un'invasione di cavallette.
40) Gli Egiziani invocano gli ibis contro i serpenti e gli abitanti dell'
Elide
si rivolgono al loro dio Miagro contro gli sciami di mosche che diffondono le pestilenze.
41) Ci sono luoghi dove determinate specie di uccelli non esistono e se vi vengono importate possono morire. Non ci sono civette a
Creta
, taccole sul lago di Como, aquile a
Rodi
, picchi a Taranto, pernici in Attica e così via.
42) Gli uccelli canori mutano colore e voce in determinati periodi dell'anno.
43)
Plinio
ammira il virtuosismo canoro dell'usignolo. Canta all'inizio dell'estate, poi aumentando il caldo la voce cambia e l'uccello canta sempre meno finché si ritira per l'inverno. Depone le uova a primavera. Per la loro voce tanto melodiosa gli usignoli erano molto ricercati e potevano avere prezzi molto alti.
44) Si credeva che il beccafico e la capinera fossero lo stesso uccello che muta con la stagione (non è corretto, sono due uccelli diversi che si ritirano a periodo alterni). Subisce trasformazioni anche l'upupa, uccello considerato immondo.
45, 46) Varie notizie sui ritiri stagionali degli uccelli e sui periodi di riproduzione.
47) Abitudini degli alcioni, riproduzione in inverno, nidi a forma di spugna composti con un materiale sconosciuto.
48) I gabbiani fanno i nidi sugli scogli, gli smerghi anche sugli alberi.
49) Abilità delle rondini nel costruire i loro nidi di fango.
50) Un uccello che fa un nido perfettamente sferico appartiene al genere delle vitiparre (non identificato con certezza). L'acantallide forma un nido sferico con il lino. I picchi appendono i nidi agli alberi per proteggerli dai quatrupedi. Il cinnamolgo d'Arabia nidifica con ramoscelli di cannella, gli indigeni lo abbattono per impadronirsi di quel legno prezioso. Le gazze trasferiscono le uova se sospettano che il loro nido sia stato individuato dagli esseri umani.
51) L'uccello merope (gruccione) scava buche nel terreno in cui nidifica, nutre i suoi genitori mentre questi si tengono nascosti. Le pernici fortificano i loro nidi con arbusti spinosi. In loro l'istinto sessuale è così forte da spingerli ad abbandonare i piccoli o a mettersi in pericolo pur di accoppiarsi frequentemente. tuttavia se una femmina vede un cacciatore vicino al nido lo distrae fingendosi stanca o ferita e mentre quello cerca di catturarla si allontana dai piccoli.
52) Sono simili i costumi dei piccioni ma questi sono molto fedeli nel rapporto coniugale e hanno grande cura della prole. I piccioni sono vanitosi e amano volteggiare in cielo per mostrarsi a costo di esporsi agli assalti dei falchi. Li difende spesso il gheppio, loro naturale alleato, molto temuto dai falchi.
53) Grande ammirazione di
Plinio
per i piccioni viaggiatori: ricorda il caso del piccione che portò al campo dei consoli un messaggio di Decimo Bruto durante l'assedio di
Modena
superando senza difficoltà la sorveglianza di Antonio.
54) Ogni tipo di uccello ha il suo modo di muoversi sia in aria che in terra, il suo modo di atterrare e di riprendere il volo.
55) Alcuni uccelli detti apodi o cipseli sono sempre in volo o stanno accovacciati perché privi di zampe (balestruccio, rondine delle rocce che in realtà hanno zampe piccole e deboli).
56) I succiacapre sono privi della vista di giorno, durante la notte entrano negli ovili e succhiano il latte delle capre.
57) Dopo aver deposto l'uovo le galline girano intorno con le penne arruffate compiendo un rito di purificazione. Esistono uccelli capaci di imitare il muggito dei buoi o il nitrito dei cavalli.
58) I pappagalli, di origine indiana, imitano la voce umana.
59) Anche le gazze di una determinata specie sono capaci di ripetere le parole che ascoltano.
60) Durante il regno di
Tiberio
un giovane corvo trovò casa nella bottega di un calzolaio e imparò a parlare. Ogni mattina volava sulla tribuna degli oratori e salutava
Tiberio
,
Germanico
e
Druso
. Un altro calzolaio, per invidia o rivalità, uccise il corvo provocando l'indignazione popolare. L'uccello ebbe esequie solenni mentre l'uccisore fu scacciato e più tardi ammazzato.
61) Gli uccelli di
Diomede
nidificano scavando una buca e ricoprendola con un graticcio e con la terra. Vivono solo in un'isola delle Tremiti dove si trova il tempio di
Diomede
e lavano il tempio portando acqua col becco, si diceva che fossero i compagni di
Diomede
trasformati in volatili.
62) Ci sono animali che non si lasciano ammaestrare come le rondini e i topi.
63 e 64) L'uccello porfirione tipico della
Commagene
e l'imantopodo egiziano usano bagnare il cibo prima di mangiarlo e lo portano al becco con una zampa.
65) Gli uccelli più pesanti si nutrono di cereali, quelli che volano in alto soltanto di carne.
66) I pellicani hanno una grande sacca sotto il becco che riempiono di prede. Il cibo ritorna gradatamente dalla sacca al becco e da qui passa allo stomaco.
67) Nella
Selva Ercinia
in
Germania
esistono uccelli strordinari le cui piume sono luminose di notte.
69) Apicio parlava della bontà della lingua dei fenicotteri.
Plinio
cita varie speie di uccelli ricercati dai buongustai.
70)
Plinio
indica come
creature da favola
una serie di esseri alati presi dalla mitologia: pegasi, grifoni, tragopani (aquile con le corna), sirene.
71) Nacque a Delo l'abitudine di ingrassare il pollame, abitudine contrastata da una legge di Gaio Fannio del 161 a.C., legge che rimase in vigore molto a lungo ma con molte scappatoie come è facile immaginare.
72) Il cavaliere di Brindisi Marco Lenio Strabone fu il primo a costruire voliere e
da lui abbiamo imparato a mettere in carcere animali a cui la natura aveva assegnato il cielo
. L'attore
Clodio Esopo
spese cifre esorbitanti per mangiare uccelli parlanti.
73) Gli uccelli si riproducono tramite le uova come molti animali acquatici, come le lucertole, i serpenti, ecc. Quelli con gli artigli sono poco prolifici, i più fecondi sono quelli più timorosi.
74) Le uova degli uccelli hanno diversi colori all'esterno ma sono tutti bicolori all'interno. Varie notizie sui periodi e la frequenza di deposizione delle uova.
Nell'uovo il corpo dell'uccello si forma con l'albume e si nutre con il tuorlo. Via via che l'embrione si sviluppa il tuorlo scompare.
75) La cova deve aver inizio entro dieci giorni dalla deposizione delle uova: troppo vecchie o troppo recenti le uova sono infeconde. Dura di meno in estate (19 giorni) e di più in inverno (25 giorni).
76) Le gestanti usavano incubare un uovo in seno fino alla nascita del pulcino il cui sesso, si credeva, sarebbe stato lo stesso del nascituro. Lo fece
Livia Drusilla
in attesa di
Tiberio
e la predizione fu esatta.
77) Caratteristiche delle galline di buona razza.
78) Rimedi contro la pipita del pollame.
79) Accoppiamenti, numero di uova e metodi di cova di piccioni, colombi e uccelli affini, delle oche, degli aironi, delle aquile e delle gazze.
80) Le femmine di molti uccelli possono deporre uova sterili non essendosi accoppiate con il maschio. Per conservare le uova si può coprirle con farina di fave, oppure d'inverno metterle nella paglia e d'estate nella crusca.
81) Il pipistrello è il solo uccello viviparo e l'unico ad avere ali membranacee, nutre i figli con il latte si nutre di zanzare.
82) Durante l'accoppiamento la vipera femmina divora la testa del maschio. Le uova si schiudono nel suo utero e i neonati escono troppo lentamente, quindi rompono i fianchi della madre facendola morire.
83) L'uomo è l'unico bipede viviparo. Il suo appetito sessuale è insaziabile: Messalina moglie di Claudio gareggiò con una famosa prostituta e la vinse accoppiandosi con venticinque uomini in ventiquattro ore. Solo gli esseri umani hanno inventato modi deviati di gustare il piacere dell'amore. Segue una lunga serie di informazioni sulle posizioni di accoppiamento di molti animali e sulla durata delle gestazioni.
84) Posizione del feto nell'utero e al momento del parto nei vari animali.
85) I più fecondi sono i topi che concepiscono leccandosi e non accoppiandosi. Si seppe di una topolina che partorì centoventi topi. Si spiegano così le infestazioni ma non si sa dove finiscano i topi quando improvvisamente scompaiono.
86) Si credeva che dal midollo umano potessero nascere serpenti.
87) Le salamandre non sono né maschi né femmine e nascono senza alcuna origine simile a quella degli altri animali.
88) L'uomo supera tutti gli altri animali per il tatto e per il gusto, non così per gli altri sensi. Le aquile hanno vista migliore di quella umana, gli avvoltoi l'odorato più acuto, le talpe l'udito più fine.
89) I pesci non hanno organi uditivi ma percepiscono comunque i suoni, specialmente quelli che vivono in fondali bassi.
90) I pesci hanno il senso dell'olfatto, come dimostrano molti casi in cui sono attratti dall'odore delle esche.
91)
Plinio
ritiene che tutti gli animali abbiano il senso del gusto e considera ammirato la varietà dei modi in cui gli uccelli impiegano becco e zampe per mangiare il cibo leccandolo, strappandolo, succhiandolo, ecc.
92) I serpenti adulti ingoiano uova intere e rigurgitano il guscio, altrettanto fanno con le piume degli uccelli. Quelli più giovani rompono una parte del guscio fra le spire e succhiano il contenuto.
93) Gli animali velenosi come scorpioni, ragni e serpenti non muoiono mai di fame o di sete perche necessitano di pochissimo cibo e acqua.
94) In
Africa
le belve non bevono in estate per mancanza di pioggia. L'orige (una sorta di antilope non bene identificata) non beve mai ma nel suo corpo esistono vesciche piene di liquido.
95) Molti animali provano sentimenti di ostilità o di amicizia: c'è discordia tra i cigni e le aquile, il corvo e il cloreo (nibbio??), le cornacchie e le civette, la volpe e il nibbio, ecc.
Le cince e i cardellini odiano gli asini che grattandosi contro i rovi distruggono i loro nidi. Ci sono ragni che uccidono i serpenti mordendoli sul capo.
96) Sono invece amici pavoni e piccioni, tortore e pappagalli, merli e tortore e altri animali. Filarco tramandava il racconto di un aspide che uccise un proprio piccolo perché aveva morso il figlio dell'uomo che l'aveva nutrita.
97) Tutti gli animali terrestri dotati di palpebre dormono, lo fanno anche i pesci e gli insetti.
98) Il neonato umano dorme per alcuni mesi quasi continuamente, poi il periodo di veglia si fa più lungo di giorno in giorno. Da subito sogna.
Plinio
si astiene dal trattare le teorie sulla preveggenza nei sogni ma lascia intendere il suo scetticismo in proposito.
LIBRO XI - PRIMA PARTE - GLI INSETTI
1-4) In creature così piccole, secondo
Plinio
, la natura ha espresso tutta la sua perfezione. Gli insetti respirano, sono dotati di un fluido vitale, hanno occhi, il tatto, il gusto, alcuni l'odorato, pochi l'udito.
In particolare destano stupore e ammirazione le api con la loro organizzazione sociale. Durante l'inverno rimangono al riparo e riprendono la loro attività in primavera inoltrata. Costruiscono favi e modellano la cera lavorando con grande disciplina e organizzazione. I fuchi sono considerati api imperfette perché sono stati generati per ultimi da genitori spossati. Contribuiscono con il loro numero a mantenere il calore ma a primavera vengono cacciati o uccisi.
12-15) Nella parte più bassa dell'alveare vengono costruite le celle più ampie per i futuri capi. In uno o due giorni le celle vengono riempite di miele, sostanza che veniva considerata come una sorta di rugiada o di
sudore celeste
o di
saliva astrale
. Liquido all'inizio, il miele fermenta e il ventesimo giorno si fa più denso. Diversi elementi concorrono alla qualità del miele, il tipo di fiore in cui si è depositato ed è stato raccolto dalle api, il paese di provenienza, il periodo in cui è stato prodotto. Esistono tre tipi di miele: il primaverile detto
antino
, l'estivo o
oreo
che se raccolto al momento giusto ha straordinarie proprietà medicinali, il miele selvatico o miele di erica.
16-17) Non era chiaro ai tempi di
Plinio
il modo di riproduzione delle api. L'opinione più diffusa ma con molte incertezze era che ogni alveare avesse un re, padre di tutti i nati nell'alveare stesso. Il re è obbedito da tutti i suoi sudditi ed è l'unico a non avere doveri. Esce dall'alveare solo quando è tempo di migrare, seguito da tutte le api.
18) Dal comportamento delle api si traevano presagi. Si posarono sulla bocca di
Platone
bambino per preannunciare la soavità della sua parola e nel campo di
Druso
prima che vincesse sui Sigambri. Capita che le api combattano per rubare il miele di altri alveari o per dispute durante la raccolta.
19) Nemici delle api sono vespe e calabroni, insetti degeneri della stessa specie, le rondini e altri uccelli, le rane.
20) Esistono malattie proprie delle api. Le api nutrono i malati e portano via i cadaveri. Se muore il re tutto l'alveare rimane depresso e inerte.
21) Il suono dell'eco è dannoso per le api, così la nebbia. I ragni e le falene sono loro nemici. Possono venire soffocate dal miele o rimanervi invischiate: tanti sono i pericoli per animali così piccoli e benefici.
22-23) Se riescono a sopravvivere a tante avversità, le api vivono al massimo sette anni. Si credeva che le api morte se ben conservate potessero tornare a vivere esponendole al sole primaverile e che potessero riprodursi dal ventre di un bue ucciso (v.
Virgilio
, Georgiche IV).
24) Le vespe costruiscono i nidi in luoghi elevati, i calabroni in buchi sotterranei, anche questi animali producono cera e realizzano celle esagonali.
25-27) Simili alle tre specie suddette ma più grandi sono i bombici che vivono in
Assiria
. Originati come grossi vermi subiscono una serie di trasformazioni. Fanno una tela simile a quella dei ragni con un filamento che viene lavorato per farne un tessuto prezioso detto bombicina.
28)
Plinio
descrive con grande ammirazione la tela dei ragni e si intuisce chiaramente come deve essere rimasto affascinato nell'osservare, con il suo spirito di naturalista, il lavoro incredibilmente perfetto e complesso di questi piccoli animali.
29) Tutti i ragni fanno le uova sulla tela distanziandole fra loro, i piccoli del ragno falangio appena nati divorano la madre e il padre.
30) Anche gli scorpioni muoiono nello stesso modo. Velenosi come i serpenti, gli scorpioni procurano un'agonia più lenta che può durare tre giorni. Ne esistono molte varietà più o meno velenose, quelli africani sono i peggiori ma non si adattano al nostro clima. Quelli che si trovano in
Italia
e in altri paesi sono inoffensivi.
31-32) I gechi si nutrono di rugiada, altrettanto fanno le cicale che la suggono tramite un organo apposito posto al centro del petto. Non tutte le specie di cicala cantano e in ogni caso sono solo i maschi a cantare.
33) Alcuni insetti hanno due ali, altri quattro, le cicale volano con l'aiuto di membrane.
34) Gli scarafaggi non hanno pungiglione ma alcuni hanno delle lunghe corna terminanti con delle tenaglie (cervi volanti). Esistono scarafaggi che formano palline di sterco per deporvi le uova. Le blatte vivono nell'oscurità e nell'umidità.
35) Sulle cavallette le fonti di
Plinio
avevano strane notizie: alcuni credevano che nascessero e morissero due volte, altre che tutte le femmine morissero dopo aver generato strangolate da un misterioso vermetto nato improvvisamente intorno alla gola. I loro sciami sono un vero flagello, con la loro velocità distruggono i raccolti e provocano la carestia. In Cirenaica era fatto obbligo alla popolazione di combattere le cavallette e gli abitanti dell'isola di
Lemno
dovevano periodicamente dimostrare ai magistrati di averne uccise molte.
36) Considerando le loro dimensioni e il peso che riescono a trasportare, risulta chiaro che le formiche sono i più forti animali che esistano. Accumulano le provviste per l'inverno con cura sorprendente, si riuniscono periodicamente per scambiarsi informazioni sul lavoro in corso, sono gli unici esseri viventi oltre all'uomo a seppellire i morti.
In India vivevano formiche gigantesche che estraevano l'oro dal terreno.
37-38) Molti insetti nascono da una goccia di rugiada dalla quale si sviluppa un 'vermetto' avvolto in una ragnatela detta crisalide, dalla quale poi esce una farfalla; altri insetti nascono dalla terra, dal legno e dovunque ci sia molta umidità.
39) Alcuni tipi di vermi e di altri insetti nascono nella carne morta o sono parassiti degli animali e degli uomini. Per un'infezione di questo tipo (ftiriasi) morirono Silla e il poeta Alcmane.
40) Le zecche si nutrono di sangue e non avendo una via di uscita per il cibo scoppiano e muoiono quando sono troppo piene. Insaziabili di sangue sono anche le sanguisughe delle acque paludose.
41) Le tarme nascono nella lana, nella stoffa e nella carta per effetto della polvere. I fichi selvatici producono le cantarini che possono essere velenosi. Fichi. peri, pini e altre piante producono vari tipi di zanzare.
42) Nelle fonderie di rame di Cipro vive un animale che vola nel fuoco e se se ne allontana muore, si chiama
pirallo o pirotoco
(sconosciuto).
43) Molti insetti vivono solo pochi giorni durante i quali in genere subiscono metamorfosi.
44-45) Qui
Plinio
passa dalla prima parte dell'undicesimo libro nella quale ha trattato gli insetti alla seconda per esaminare le varie parti del corpo degli animali.
Tutti gli animali dotati di sangue hanno una testa. Alcuni uccelli hanno sul capo una cresta o ornamenti formati di piume.
44) Molti animali hanno corna di varie forme comprese alcune creature marine e alcuni serpenti ma le corna propriamente dette appartengono soltanto ai quadrupedi. Questi hanno un'incredibile varietà di corna: ramificate, semplici, parlmate, ramate, avvolte in spirale, grandi, piccole. Le corna di alcuni animali vengono usati per fabbricare recipienti, utensili, armi e monili.
46) I pesci hanno la testa molto grande in proporzione al corpo.
47) L'uomo è l'animale che ha i peli del capo più lunghi. In alcuni paesi non si tagliano i capelli, ne deriva il nome dei Capillati delle
Alpi
e della Gallia Comata. I Miconi e gli abitanti di Cauno nascono senza capelli per un'affezione congenita. La caduta dei capelli è rara nella donna e assente negli eunuchi.
48) Le ossa del capo sono piatte, sottili e prive di midollo. Si sopravvive a una loro parziale asportazione.
49) Il cervello dell'uomo è il più grande rispetto alle dimensioni del corpo, è umido e freddo e avvolto in due membrane la cui rottura provoca la morte. E' il
culmine dell'organismo e l'organo direttivo del pensiero
.
50) Solo nell'uomo le orecchie sono immobili. Belle donne sono la parte del corpo più dispendiosa a causa delle perle che vi si appendono. I delfini sono privi di orecchie ma hanno udito sensibilissimo. In molti animali la posizione delle orecchie indica lo stato d'animo.
51-53) Solo l'uomo ha un volto, gli altri animali hanno un muso o un becco. Solo la fronte umana è in grado di esprimere stati d'animo. Subito sotto sono gli occhi che con la luce
segnano la differenza fra la vita e la morte
, non tutti gli animali ne hanno. Solo nell'uomo il colore e la forma degli occhi possono essere tanto variabili.
54) Variano molto da uomo a uomo l'acutezza della vista e la sensibilità alla luce. Nessuna parte del corpo risulta essere espressiva quanto gli occhi.
55) I Romani avevano l'usanza di chiudere gli occhi ai morenti e di riaprirli al cadavere quando veniva posto sul rogo. Da deformazioni naturali degli occhi erano nati i nomi di Strabone e Peto, chi nasceva cieco da un occhio veniva chiamato Coclite, chi aveva gli occhi piccoli Ocello, chi ne perdeva uno per un incidente Luscino. Gli occhi degli animali notturni brillano al buio.
56) Scopo delle ciglia è la protezione degli occhi.
Plinio
ironizza sull'uso femminile di truccarle.
57) Non tutti gli animali hanno due palpebre.
58) Solo gli esseri umani hanno gote capaci di arrossire. Sono la
sede del pudore
.
59-60) La bocca esprime l'allegria e il riso. Solo l'uomo ha un naso sporgente che a volte può essere oggetto di sarcasmo.
61) Esistono denti seghettati, continui e sporgenti. L'uomo li ha continui, molti pesci li hanno seghettati, animali come i cinghiali hanno denti sporgenti.
62) I serpenti velenosi ganno due denti percorsi da un canale attraverso il quale espellono il veleno che altro non è che il loro fiele.
63) Mentre altri animali nascono con i denti, nell'uomo appaiono dopo il settimo mese e alcuni vengono più tardi sostituiti. Alcuni denti crescono intorno ai vent'anni.
64) Il numero di denti consente di stabilite l'età dei cavalli, degli asini e di altre bestie come buoi e maiali.
65) La forma e la dimensione della lingua varia molto fra gli animali. I rettili l'hanno lunga, bifida e sottile, i felini ruvida. La lingua serve, fra l'altro, a percepire i sapori.
66) L'ugola che pende tra le tonsille è presente solo nell'uomo. L'epiglottide serve ad evitare che cibo e bevande scendano nel canale destinato a portare l'aria ai polmoni.
67) Non tutti gli animali hanno la nuca che è un'articolazione di più ossa unite alla spina dorsale che permette di ruotare la testa. La spina dorsale è composta da ossa di forma circolare percorse da una foro che contiene il midollo.
68) La parte superiore della gola si chiama fauci, quella inferiore stomaco (la parola stomaco in latino indica l'esofago).
69) Il cuore è in mezzo al petto in tutti gli animali salvo che nell'uomo che lo ha a sinistra. Protetto da un involucro membranoso e flessibile e dalle costole ha all'interno la prima sede dello spirito vitale e del sangue in una cavità bipartita.
E' là che risiede il pensiero
.
70) Sono stupidi gli animali che hanno il cuore duro e rigido, audaci quelli che lo hanno piccolo, codardi quello in cui è particolarmente grande. Si diceva che chi ha il cuore peloso è particolarmente coraggioso: Aristomene di Messenia fece strage dei nemici combattendo contro gli
Spartani
, catturato fuggì più volte e quando lo uccisero aprendogli il petto trovarono il cuore peloso.
71) Non sempre il cuore delle vittime fu usato per la divinazione. Quando Cesare sacrificò per la prima volta come
dittatore
alla vittima mancava il cuore.
72) I polmoni sono l'organo della respirazione, pochi animali acquatici li posseggono. I polmoni in proporzione più grandi sono quelli del camaleonte.
73) Il fegato si trova a destra, è detto "capo delle viscere". Mancava nella vittima offerta da Marco Marcello il giorno in cui morì combattendo contro Annibale, altrettanto accadde a Caligola e a Claudio.
74) Nel fegato si trova la bile. Alcuni animali non ne hanno. Manca anche ad alcuni esseri umani i quali godono di ottima salute e lunga vita.
75) La bille nera causa la follia nell'uomo. Esempi di animali privi e di animali dotati di bile.
76)) Il fegato dei topi si ingrossa di inverno, i conigli della Betica spesso lo hanno doppio.
77) Nell'uomo le viscere del torace sono separate da quelle sottostanti da una membrana che i Greci chiamano
Phrénes
(diaframma).
78) Lo stomaco dei ruminanti è duplice. Quello dell'uomo è simile a quello del cane, solo uomo e cane vomitano e ciò dipende dalla forma dello stomaco.
79) Dallo stomaco ha inizio l'intestino tenue che a sua volta prosegue nell'intestino crasso. Varie conformazioni dell'apparato digerente negli uccelli e in altri animali.
80) Stomaco e intestino sono ricoperti dal peritoneo, a sinistra si trova la milza e a destra il fegato, in casi prodigiosi si scambiano di posto.
81) Nei reni si accumula grasso e a volte si formano delle pietruzze. Gli animali alati e quelli squamosi non hanno reni.
82) Gli organi vitali e i precordi sono protetti dallo sterno e dalle costole mentre il ventre è lasciato libero di crescere. Lo sterno umano è piatto, quello degli uccelli e carenato.
83) Sotto il ventre si trova la vescica, mancante negli ovipari e in altri animali. E' soggetta alla formazione di calcoli.
84) Nelle donne la vescica è unita all'utero diviso in due cavità laterali. Seguono varie informazioni sull'utero delle scrofe.
85) L'adipe è una sostanza solida che si sviluppa sotto la carne mentre il grasso fra la carne e la pelle è liquido. L'adipe è insensibile, il suo eccesso provoca vecchiaia precoce.
86) Il midollo si trova nelle ossa cave. Non tutti gli animali ne hanno.
87) Gli animali che non hanno grasso hanno le ossa dure. I delfini hanno ossa e non lische, i serpenti hanno lische. Molluschi e insetti non hanno né le une né le altre.
88) I nervi nascono dal cuore e si diramano nel corpo collegando le ossa mobili e le loro articolazioni.
89) Fra i nervi si insinuano arterie e vene nelle quali scorre il sangue. Erofilo (medico alessandrino del III secolo a.C.) aveva stabilito regole precise per valutare lo stato di salute di una persona in base alle pulsazioni.
90) Gli animali più coraggiosi hanno il sangue più denso, quelli intelligenti più liquido, gli animali che hanno poco sangue sono molto paurosi.
91) Durante il letargo gli animali non hanno che pochissimo sangue intorno al cuore. Anche nell'uomo perun fenomeno analogo il sangue scorre più lento nel sonno, affluisce alle gote quando si arrossisce, si ritira quando si ha paura.
92+93) Una teoria piuttosto bizzarra metteva in relazione la stupidità con la durezza e lo spessore della pelle che non lasciava penetrare l'aria pura e fluida. La teoria è facilmente confutabile, nota
Plinio
, pensando all'astuzia dei coccodrilli e all'intelligenza degli elefanti.
94) I vivipari hanno peli, gli ovipari penne, squame o una corazza. Nell'uomo alcuni peli sono presenti dalla nascita, altri crescono più tardi ma non negli eunuchi. Alle donne e agli eunuchi non cadono i capelli come succede agli uomini.
95) Il maschio umano è il solo ad avere le mammelle. Nessuna specie ovipara ha le mammelle, fra gli esseri volanti ne hanno solo i pipistrelli. Catalogo dei mammiferi e rispettivo numero di mammelle.
96) Comparsa e durata del periodo di lattazione e proprietà del latte nella donna e nelle varie specie animali. Poppea faceva il bagno nel latte di asina credendo di rendere così più bianca la sua pelle.
97) Il formaggio più apprezzato a Roma proveniva dalla regione di Nims in Gallia. Altri ottimi formaggi provenivano dalle
Alpi
e da regioni appenniniche come la
Liguria
, l'
Umbria
e l'
Etruria
.
98) Soltanto l'uomo è bipede, è il solo ad avere la clavicola e le spalle.
99) Il poeta Volcacio Segidito aveva sei dita per mano. Descrizione delle dita (falangi, lunghezze, posizione).
100) Le scimmie sono molto simili agli uomini nella faccia, nel nasom nelle orecchie, nelle mani e negli organi interni.
101) Le unghie sono considerate terminazioni dei tendini, tutti gli esseri dotati di dita hanno anche le unghie. Le unghie umane crescono anche dopo la morte.
102) Nell'uomo, nell'orso e nella scimmia le ginocchia e i gomiti si piegano in senso contrario, molti animali piegano indietro le zampe anteriori e in avanti quelle posteriori.
102) Nell'uomo, nell'orso e nella scimmia le ginocchia e i gomiti si piegano in senso contrario, molti animali piegano indietro le zampe anteriori e in avanti quelle posteriori.
103) Alcune parti del corpo hanno valore sacrale come le ginocchia che abbracciano i supplici, la mano destra che si bacia e si stende per i giuramenti, la parte bassa dell'orecchio (sede della memoria) che si tocca quando si fa testimonianza.
104) Solo l'uomo ha le varici alle gambe, la donna le ha raramente.
105) Tutti gli animali iniziano a muoversi da destra e si distendono verso sinistra. Solo l'essere umano ha i polpacci e la pianta dei piedi concava.
106) Notizie varie su zoccoli, corna e astragali.
107) Tutti gli uccelli hanno tre dita per zampa disposte in avanti e uno nel tallone. Il
torcicollo
(un tipo di picchio) è l'unico ad avere due dita avanti e due dietro. E' in grado di girare il collo in direzione opposta.
108) Gli insetti con gli occhi duri hanno le zampe anteriori più lunghe e le usano per asciugare gli occhi come fanno le mosche.
109) Lupo, volpe, donnola e furetto hanno il fallo ossuto. Quello del cammello è usato in oriente per farne corde d'arco.
110) Pecore e buoi hanno testicoli penduli mentre quelli del maiale sono strettamente attaccati al corpo, nell'elefante sono visibili.
111) Quasi tutti gli animali hanno una coda funzionale alle necessità del loro corpo.
112) Secondo Aristotele solo gli animali dotati di polmoni e trachea hanno una voce, perciò gli insetti non emettono una voce ma rumori. Nel caso di mosche, api e altri insetti è l'aria che penetra in certe cavità del loro corpo a produrre un ronzio, per questo li si sente solo quando volano. Seguono considerazioni sulla natura sulla tonalità e le caratteristiche della voce degli animali.
113) In
Egitto
è vissuto un mostro simile a un uomo con due occhi ciechi dietro la testa.
114) Con stupore di
Plinio
, Aristotele credeva che certi segni indicassero la durata della vita: denti radi, dita molto lunghe, colorito scuro e linee spezzate sulla mano significano vita brene. Sono indizio di lunga vita le spalle incurvate, linee lunghe sulla mano, più di trentadue denti e orecchie grandi.
115) Il fiato del leone contiene un veleno fetido, quello dell'orso è pestilenziale. L'alito dei Parti è sgradevole a causa della grande quantità di vino che bevono, lo correggono con i semi di mela di
Assiria
. Il fiato degli elefanti fa uscire i serpenti dalle tane, quello dei cervi li uccide.
116) Animali inoffensivi possono diventare tossici se si nutrono di sostanze velenose, come i cinghiali se mangiano una salamandra. Le vespe sono avide di carne di serpente, alimento che rende mortali le loro punture.
117) Gli alimenti semplici sono i migliori, pietanze con molti ingredienti o condimenti si digeriscono con difficoltà. Gli emetici sono nocivi per gli occhi e per i denti.
118) Non è salutare dormire durante la digestione. Le sostanze dolci o grasse e le bevande fanno ingrassare, le sostanze secche e la sete fanno dimagrire.
119) Alcune sostanze ingerite in piccole quantità calmano fame e sete e preservano le forze come il burro, il caciocavallo e la liquirizia. Gli eccessi sono sempre dannosi, nulla è più utile che ridurre il superfluo.
LIBRO XXXIV - I MINERALI DI RAME
I minerali di Rame. Il loro uso era antichissimo, tanto che Numa Pompilio istituì il collegio dei fonditori di rame.
Miniere di rame dei suoi composti erano in
Italia
(Campania, Lombardia, Alpi), in
Germania
, a Cipro e in Galia. Il più pregiato ai tempi dei Plinio era detto Rame Marino, lo si estraeva presso Condova.
La lega bronzea più pregiata era la Corinzia formatasi per la prima volta per caso nell'assedio di Corinto. Verre sarebbe stato proscritto, insieme al suo accusatore
Cicerone
, perché non aveva voluto cedere a Antonio degli oggetti in lega corinzia.
Del bronzo corinzio esistevano tre tipi a seconda del prevalere dell'argento o del rame nella miscela. Plinio cita varie leghe di bronzo e la loro origine, bronzo corinzio, deliaco (la lega più antica), eginatico.
In bronzo deliaco era stata realizzata la statua di Giove nel tempio di Giove Tonante sul Campidoglio. Mirone usava il bronzo eginatico,
Policleto
il deliaco. Anticamente il bronzo era usato anche per la porte e le soglie dei templi. Gneo Ottavia, il vincitore di Perseo, fece costruire presso il Circo Flaminio un portico che fu detto corinzio per i capitelli bronzei delle colonne, e fece ricoprire di bronzo siracusano il tetto del
tempio di Vesta
.
Erano in bronzo siracusano anche i capitelli posti da Marco Aurelio sulle colonne del Pantheon. Plinio prosegue con vari esempi di utilizzo del bronzo negli ornamenti dei templi ma anche in oggetti di lusso nelle case private.
Con le statue di bronzo dei tirannicidi
Armodio
e
Aristogitone
gli ateniesi diedero inizio alla consuetudine di dedicare le statue dette iconiche a personaggi illustri e di scrivere i loro nomi sui basamenti.
Le statue greche nude erano dette achillee, l'uso romano era di rappresentare i personaggi con la corazza come nel caso di quella di Cesare nel suo foro. Gaio Ostilio Mancino, che fu consegnato ai nemici dai feziali, si fece ritrarre nudo e con le mani legate come al momento della consegna (il senato non aveva ratificato la pace da lui conclusa con i Numantini e lo aveva fatto consegnare in quello stato ma lo reintegrò dopo la presa di Numanzia. Mancino aveva voluto quella statua per ricordare ai concittadini l'affronto che gli avevano fatto).
Plinio inserisce una digressione citando diversi esempi di statue, colonne e monumenti dedicati a magistrati, eroi di guerra come Orazio Coclite e altri personaggi. Fra le più antiche erano le statue delle Sibille, quelle di Romolo e Tito Tazio, quella di Camillo e altre.
Nota: L'elenco delle colonne dedicate e delle statue nel Foro fornito da
Plinio
è riportato in
questa scheda
.
I censori Publio Cornelio Scipione e Marco Popilio (
158 a.C.
) fecero togliere dal Foro tutte le statue erette da privati in proprio onore lasciando solo quelle decretate dal senato o dal popolo.
Catone il Censore deprecava l'uso di dedicare statue alle donne ma non potè impedire che la statua di Cornelia madre dei Gracchi fosse posta nel Foro. Gaio Elio tribuno della plebe e autore di una legge contro Stennio Stallio Lucano che per due volte aveva depredato la colonia di Turi, fu il primo a vedersi dedicare una statua a spese di cittadini stranieri. In seguito i Turini ne dedicarono un'altra a Fabrizio che li aveva liberati da un assedio.
L'arte della statuaria aveva a Roma origini molto antiche: nel Foro Boario era una statua di
Ercole
che secondo la tradizione era stata dedicata da Evandro, mentre Numa Pompilio dedicò quella di Giano Bifronte.
Anche le statue etrusche avevano spesso per soggetto le divinità ed erano realizzate in legno o in terracotta come quelle romane precedenti alla conquista dell'Asia.
Lucio Mummio, Lucio e Marco Licinio Lucullo portarono migliaia di statue a Roma dalla Grecia e dalla
Macedonia
, non di meno Muciano (console nel 67) potè affermare nelle sue memorie di viaggio che a
Rodi
esistevano ancora tremila statue e molte di più dovevano essercene a
Atene
,
Olimpia
e
Delfi
. Si raccontava che il solo
Lisippo
produsse oltre millecinquecento statue, tutte di grande valore.
Esistevano statue colossali come l'Apollo in Campidoglio proveniente da Apollonia, il Giove del Campo Marzio o l'enorme Giove di Taranto, opera di
Lisippo
.
Il colosso più noto e ammirato era la statua del Sole a
Rodi
, opera di Carete di Lindo allievo di
Lisippo
. Era alto settanta cubiti (circa 32 m.) e pur caduto a terra a causa di un terremoto era uno straordinario spettacolo per le sue dimensioni. Era stato finanziato con il ricavato della vendita dei materiali bellici abbandonati dal re
Demetrio
e dopo aver lungamente e inutilmente assediato
Rodi
. A
Rodi
erano anche altri "colossi" più piccoli e cinque statue di dei opera di Briasside.
Anche in
Italia
si trovavano statue colossali, nel Tempio di Augusto e sul Campidoglio.
Lo scultore Zenodoro fece un'enorme statua di Mercurio per gli Arverni in Gallia, in seguito fu chiamato a Roma da Nerone dove fece un colosso dell'imperatore in seguito consacrato al Sole.
L'oratore Ortensio portava sempre con se una sfinge di bronzo presa a Verre sulla quale
Cicerone
aveva ironizzato. Nerone portava in giro un'
amazzone
e Gaio Cestio si portava dietro una statua anche in battaglia, anche
Alessandro Magno
aveva avuto simili abitudini.
Fra gli innumerevoli scultori il più grande è
Fidia
, autore della statua di
Giove
di
Olimpia
in oro e avorio. Fiorì durante l'83ma Olimpiade. Fece anche in avorio la statua di
Minerva
nel
Partenone di Atene
, un'
Amazzone
, un'altra
Minerva
detta "la bella", la
Minerva
portatrice di chiavi
e quella che Paolo Emilio portò a
Roma
e dedicò nel tempio della Fortuna (
168 a.C.
) e altre due statue
vestite del Pallio
dedicate nello stesso tempio da Lutazio Catulo (
101 a.C.
)
Policleto di Sicione
, allievo di Ageladas, fece il
Diadumeno
(giovane che si cinge il capo con una benda) e il
Doriforo
(portatore di lancia) e compose il
Canone
, trattato sulla bronzistica. Realizzò diverse statue di atleti e di giovani tra le quali gli
astragalizonti
(bambini che giocano a dadi, opera che si trovava nell'atrio della casa dell'imperatore Tito. Ancora di
Policleto
il Mercurio di Lisimachia, l'Ercole di Roma, il
Condottiero che prende le armi
, la statua di Artemone detta
l'uomo in lettiga
.
Fidia
è stato l'iniziatore della scultura in bronzo,
Policleto
colui che l'ha portata alla perfezione.
Lisippo di Sicione
era un fonditore di bronzo prima di dedicarsi all'arte, fece più statue di ogni altro scultore, era suo l'
Atleta che si deterge
che
Agrippa
pose davanti alle sue terme e
Tiberio
fece collocare nella sua camera da letto ma dovette riportarlo al suo posto per le proteste popolari. Fra le opere di
Lisippo
:
Suonatrice di flauto ebbra, Cani da caccia, Quadriga del Sole,
Alessandro Magno
,
Efestione
, La caccia di Alessandro, Il Satiro di
Atene
, La schiera di Alessandro
. perfezionò i dettagli della tecnica, mise a punto un suo sistema di proporzioni e prestò particolare attenzione nel rappresentare le espressioni. Ebbe come discepoli i figli
Laippo
,
Boeda
,
Euticrate
.
Segue un lungo elenco di scultori minori che lavorarono il bronzo con rapidi cenni alle loro opere principali (vedere box e schede collegate).
Gli artisti che lavorarono
il bronzo citati da Plinio
Mirone di Eleutere
Pitagora di Reggio
Pitagora di Samo
Tisicrate di Sicione
Telefane di Focea
Prassitele
Alcamene
Aristide
Anficrate
Briasside
Boeda
Batone
Calamide
Cresila
Cefisodoro
Canaco
Cherea
Ctesilao
Dedalo
Dinomete
Eufranore
Eutichide
Egla
Agesia
Isidoto
Licio
Leocare
Menecmo
Naucide
Naucero
Nicerato
Piromaco
Policle
Pirro
Fanide
Stippace di Cipro
Silanione
Strongilione
Teodoro
Senocrate
Isigono
Priomaco
Stratorico
Antigono
Boeto
Aristone
Callide
Ctesia
Cantaro di Sicione
Diodoro
Deliade
Pitodico
Polignoto (pittore)
Scimno
Apollodoro
Androbulo
Asclepiodoro
Aleva
Apella
Antignoti
Antimaco
Atenodoro
Aristodemo
Cefidosoto
Colote
Cleonte
Cencrami
Callicle
Cepi
Calcostene
Daippo
Daifrone
Demetrio
Democrito
Damone
Epigono
Eubulo
Eubulide
Mirone
Menogene
Nicerato
Pistone
Perillo
Stennide
Simone
Stratonico
Scopa
Batone
Euchiro
Glaudice
Eliodoro
Icano
Lofonte
Lisone
Leone
Menodoto
Miabro
Policrate
Poliido
Pitocrito
Protogene
Patrocle
Pollide
Posidonio
Periclimeno
Filone
Timoteo
Timarchide
Timone
Tisia
Trasone
Callimaco
Completata la rassegna dei bronzisti, Plinio passa a parlare dei vari tipi di rame e di leghe e dei relativi usi (per le statue, i tavoli, le pentole, gli stampi).
I minerali di rame erano usati anche in medicina, in particolare la sostanza denominata Cadmia o Cadmea che si forma sulle pareti delle fornaci durante la fusione del rame. Se ne facevano unguenti per curare ulcere e piaghe e una polvere per pulire i denti. Altri prodotti a base di rame si usavano per curare la sordità, il mal di gola, le tonsilliti, l'idropisia. Il verderame, purificato con varie lavorazioni, era impiegato nella produzione di collirii. Un altro sottoprodotto della lavorazione del rame era detto calcitide e veniva usato come emostatico.
Il
sory
(marcassite) veniva usato per colliri e collutori, il
misy
(pirite) era impiegato nella raffinazione dell'oro m anche nella cura di ulcere e piaghe. Anche il "nero da calzolaio", usato per tingere il cuoio, era un minerale contenente rame che si trovava in pozzi e stagni.
Dopo aver citato altri derivati del rame usati in farmacia, Plinio conclude la sua trattazione di questo metallo con una curiosità: la famiglia Servilia custodiva un "triente" (moneta di rame) che assorbiva l'oro e l'argento che gli venivano "offerti". Considerata sacra, la moneta variava di dimensioni, fenomeno da cui i Servili traevano pronostici per il loro avvenire.
Il ferro
è il miglio e il peggiore servitore dell'umanità
, il migliore per i suoi usi nell'agricoltura e in tutte le attività, il peggiore perché
strumento di guerra, di strage, di brigantaggio
. La responsabilità chiaramente è dell'uomo e non della natura.
Del ferro si possono fare anche usi artistici: Aristonide fuse il ferro con il rame merla statua di Atamante che si trovava a
Rodi
, il quella città era anche un Ercole di ferro opera di
Alcone
.
Il ferro di trova ovunque, può essere fuso come il rame e ne esistono numerose varietà. Si conoscevano diversi procedimenti di fusione e anche l'acqua nella quale si immerge il ferro incandescente per raffreddarlo genera differenze nel prodotto.
Il ferro è la sola materia che
deriva un potere malefico
dalla pietra di magnete della quale si parlerà più avanti.
In medicina il ferro serve per tagliare ma anche per usi magici, per farne amuleti, per cauterizzare le ferite infette come i morsi di cane rabbioso.
Anche la ruggine ha proprietà curative, può cicatrizzare, essiccare, arrestare il sangue, è utile contro il fuoco sacro, la scabbia e altri disturbi.
Esistono due generi di piombo, il nero e il bianco. Il bianco era molto prezioso. Si trovava in
Lusitania
e Galizia in superficie su terreni sassosi o nel letto di torrenti in secca.
Il piombo nero era abbondante in
Cantabria
, per saldare tra loro due parti di piombo nero era necessario del piombo bianco.
Il piombo bianco si trovava mescolato all'argento, fondendo questo minerale si otteneva stagno e argento. Lo stagno era usato per rivestire recipienti di rame (evita il formarsi del verderame) e per fabbricare specchi.
Il piombo nero veniva usato per fare tubi e laviere, lo si trovava in
Spagna
, Gallia e soprattutto in Britannia.
Si usavano lamine di piombo per curare cicatrici e per reprimere desideri erotici, secondo Nerone una lamina di piombo posta sul petto migliorava la voce.
I vapori di fusione del piombo sono tossici. La polvere di piombo ha poteri astringenti, stagna e cicatrizza, per usi simili si ricorreva anche alla cenere di piombo bruciato, alle scorie, alla risciacquatura.
Con la molibdena (minerale contenente piombo e argento) si preparavano unguenti lenitivi e rinfrescanti per ferite e irritazioni.
Plinio nomina altri minerali, composti, sottoprodotti di lavorazione per "ammirare l'esperienza umana che in così tanti modi ha cercato di sfruttare persino la feccia e gli scarti più ripugnanti".