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Lucio Icilio



Tribuno della plebe nel 456 a.C. all'epoca delle grandi rivendicazioni plebee, promosse la Lex Icilia per destinare l'Aventino alla costruzione di case popolari in favore della plebe.
Icilio si fidanzò con Virginia figlia dell'ufficiale Lucio Virginio, protagonista di un episodio probabilmente leggendario, tramandato da Livio per dimostrare la bassezza e l'arroganza del decemviro Appio Claudio Crasso (V sec. a.C.).
Invaghitosi della giovane, Appio Claudio tentò di conquistarla e, vedendosi rifiutato, usò i suoi poteri giudiziari per ottenere quanto desiderava.
Valendosi di falsi testimoni dimostrò che Virginia era figlia di una sua schiava e, quindi, gli apparteneva di diritto.
Nonostante la solidarietà popolare verso Virginia e la sua famiglia, Appio Claudio vinse la causa ed ottenne che la ragazza gli venisse affidata in condizioni di servitù.
Alla conclusione del processo Lucio Virginio ottenne di potersi appartare con la figlia e ne approfittò per pugnalare Virginia liberandola, con la morte, della schiavitù e del disonore.
I tumulti che ne seguirono, secondo Livio, furono fra le concause della decisione del Senato di sciogliere definitivamente il decemvirato.
Lucio Icilio fu fra i capi di questa rivolta. Subito dopo l'abolizione del decemvirato il tribunato della plebe venne ripristinato e Lucio Icilio venne rieletto (450 a.C.) con Lucio Virginio, Publio Numitorio, Caio Sicinio, Marco Duilio, Marco Titinio, Marco Pomponio, Caio Apronio, Publio Villio e Caio Oppio.


Riferimenti letteratura:
  • Livio - Storia di Roma
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Vittorio Alfieri - Virginia


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