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VITTORIO ALFIERI
VIRGINIA
Personaggi
Appio Claudio
Virginia
Numitoria
Icilio
Virginio
Marco
Popolo
Littori
Seguaci di
Icilio
Schiavi di Marco
Scena, il Foro di
Roma
Atto Primo
Camminando nel Foro, Numitoria informa la figlia
Virginia
che suo padre
Virginio
ha deciso di concludere il matrimonio di lei con il giovane
Icilio
.
Virginia
ne gioisce e si dice fiera di essere plebea come il suo fidanzato.
Entra Marco con un seguito di schiavi: sostiene che in realtà
Virginia
sia una sua schiava e non sia figlia di
Virginio
e Numitoria, intende quindi portarla via con se e tenerla fra i suoi servi. Le due donne reagiscono e resistono come possono.
Sopraggiunge
Icilio
che ovviamente si oppone a Marco: dalla lite fra i due trapelano i significati politici della tragedia.
Roma
è sotto il dominio tirannico dei decemviri,
Icilio
, che è già stato
tribuno della plebe
, si rivolge al popolo presente nel Foro per chiedere aiuto. Nell'alterco
Icilio
accusa i
patrizi
di ogni violenza e prevaricazione, Marco accusa
Icilio
di sobillare la plebe e sostiene di operare nel suo pieno diritto e rispetto delle leggi di
Roma
.
Infine Marco propone di risolvere la lite davanti al giudice
Appio Claudio
al quale - dice - potrà dimostrare che
Virginia
è nata schiava e far valere i propri diritti.
Uscito Marco,
Virginia
spiega che
Appio Claudio
da tempo la insidia e cerca di sedurla.
Virginia
ha taciuto perché il padre è in guerra e la madre non avrebbe potuto aiutarla.
Icilio
giura che se la giustizia non risolverà la situazione provvederà lui, con la sua spada, a difendere la promessa sposa.
Atto Secondo
Appio
, solo in scena, in un breve monologo si ripromette di trovare un cavillo legale (lui che sa e che può cambiare le leggi a suo piacimento) per ottenere che
Virginia
gli si conceda.
Davanti ad
Appio
Numitoria afferma la condizione libera e l'identità di sua figlia ed
Icilio
giura che la sposerà, ma
Appio
risponde che giudicherà solo in base alla verità, non ai loro sentimenti.
Marco spiega l'origine delle sue pretese: ha saputo che Numitoria aveva perso una figlia neonata ed aveva comprato da una schiera di Marco un'altra neonata (
Virginia
, appunto) fingendola sua figlia ed ingannando anche il marito
Virginio
. Marco sostiene di poter produrre testimoni di quanto afferma.
Icilio
e Numitoria lo accusano di aver trovato falsi testimoni e chiedono che si sospenda il giudizio fino al ritorno di
Virginio
. La discussione fra
Icilio
ed
Appio
ed
Icilio
accusa con irruenza il decemviro di essere un tiranno e chiede al popolo di deporlo.
Appio
lo minaccia ma
Icilio
non tace e svela agli astanti le turpi brame di cui
Virginia
ha accusato
Appio
. Dopo una lite
Appio
decide di sospendere l'udienza per attendere
Virginio
, come richiesto da Numitoria, da
Icilio
e dal popolo.
Marco vorrebbe nell'attesa portare
Virginia
a casa sua ma tutti i presenti si dichiarano mallevadori della ragazza.
Atto Terzo
Tornato a
Roma
Virginio
incontra
Icilio
che lo informa sulla situazione: all'ora sesta del mattino si terrà l'udienza.
Icilio
parla di combattere e morire,
Virginio
è pronto a fare altrettanto ma vuole prima tentare di ottenere giustizia con la ragione e con la pietà. Entrano Numitoria e
Virginia
e riabbracciano
Virginio
.
L'irruenza di
Icilio
si confronta con la saggezza di
Virginio
, la sofferta dignità della giovane oltraggiata e contesa con il dolore lacerante della madre, ma per tutti è chiara una decisione davanti ai soprusi di
Appio
e di Marco: vinceranno o si daranno la morte. Su questa promessa
Icilio
si congeda lasciando che
Virginio
, forse per l'ultima volta, riposi con i suoi cari e con i suoi
Lari
.
Atto Quarto
Appio
avverte Marco che
Virginio
con la moglie e la figlia sta girando
Roma
in vesti dimesse e, piangendo, espone alla gente il loro caso, mentre
Icilio
con la spada in pugno sta tentando di provocare una rivolta.
Si svolge un dialogo fra
Virginio
ed
Appio
, quest'ultimo accusa
Icilio
di mirare al potere e di cogliere l'occasione per tentare di sollevare la plebe. Finge di impietosirsi per l'angoscia di
Virginio
e gli promette che
Virginia
resterà nella sua casa a condizione che non sposi
Icilio
, al quale del resto
Appio
intende in quel giorno togliere la vita.
Esce
Virginio
ed entrano le donne. Affettando benevolenza
Appio
ammette di amare
Virginia
e ripete la proposta già fatta al padre. Non avrà problemi nel far tacere Marco se
Virginia
accetterà di dimenticare
Icilio
ed essere sua, altrimenti farà morire
Icilio
e
Virginio
.
Sconvolta
Virginia
sta per cedergli ma poi ritorna alla sua fierezza di romana e di plebea: lei sa che il suo uomo e suo padre non accetteranno mai un simile commercio per aver salva la vita, moriranno dunque, e lei con loro.
Atto Quinto
Virginio
e
Icilio
si incontrano presso il tribunale e ribadiscono la propria decisione. Un dubbio, provocato dalle parole di
Appio
, sfiora
Virginio
sulle reali aspirazioni di
Icilio
ma basta il fiero atteggiamento di questo a fugarlo. I due concordano di ascoltare la sentenza prima di agire e poi, se necessario, uccidere
Appio
.
Virginio
afferma che non tradirà la parola data ad
Icilio
.
Sopraggiungono sconvolte Numitoria e
Virginia
e piangendo descrivono la morte di
Icilio
. E' stato aggredito in strada dai suoi seguaci che lo chiamavano traditore.
Icilio
si è difeso e ne ha uccisi alcuni ma quando uno di loro ha gridato alla gente che
Icilio
voleva diventare re molti fra la folla hanno preso a colpire l'ex
tribuno
.
Prima di morire per mano altrui
Icilio
ha preferito uccidersi con la propria spada. Numitoria accusa
Appio
di aver pagato i sicari e di aver diffuso calunnie sul conto di
Icilio
.
Appio
ordina ai
littori
di trattenere
Virginio
e dopo aver affermato di aver esaminato prove e testimonianze sentenzia che Marco ha ragione e che
Virginio
sarà sua schiava.
Virginio
, fingendosi rassegnato, prega il decemviro di lasciargli abbracciare per l'ultima volta quella giovane che lui ha sempre creduto sua figlia e come figlia ha amato.
Appio
, per non mostrarsi crudele, lo concede ma quando
Virginia
corre ad abbracciare il padre questi la pugnala a morte.
A questa vista il popolo insorge contro
Appio
e grida di volere la sua fine. Il sipario si chiude su questo tumulto.