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Scilla



Sul personaggio di Scilla si tramandavano varie leggende che avevano in comune la mutazione di una vergine in mostro:

Tradizioni tardive le attribuivano natura femminile e la descrissero come una bella ninfa mutata in mostro per la gelosia delle dee, collocandola infine sullo stretto di Messina.

Figlia di Forco e di Ceto, era un orribile mostro latrante dotato di molti piedi e di molti colli. Le bocche avevano ognuna tre file di zanne. Abitava una rupe a picco sul mare dalla quale insidiava i naviganti (fra cui Ulisse). Sulla rupe antistante abitava il mostro Cariddi. Simbolo dei pericoli della navigazione, in particolare del passaggio degli stretti.

La figlia di Niso, uno dei figli di Pandione e re di Megara.
Megara fu assediata da Minosse nel corso della sua guerra contro Atene e Scilla si innamorò del re nemico. Tagliò al padre il magico capello 'purpureo' dal quale dipendeva la sua vita e Megara cadde facilmente in mano a Minosse. Per punizione Scilla fu legata alla poppa della nave di Minosse e lasciata affogare. Più tardi si parlò della sua metamorfosi in mostro.

In una leggenda raccontata da Ovidio e da Igino, Glauco si innamora della bellissima Scilla (qui figlia del fiume Crateide) vedendola passeggiare nuda lungo la spiaggia. Respinto, si rivolge alla maga Circe per avere un filtro che faccia innamorare Scilla di lui ma la maga a sua volta si invaghisce di Glauco e versa nel mare in cui Scilla suole bagnarsi un liquido magico che trasforma la ragazza in un mostro marino. Scilla si vendica divorando i compagni di Ulisse.


Riferimenti letteratura:
  • Odissea
  • Virgilio - Eneide
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Licofrone - Alessandra
  • Igino - Fabulae
  • Strabone - Geografia
  • Properzio - Elegie
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache


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