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ESCHILO

SETTE CONTRO TEBE


Personaggi: Eteocle
Messaggero
Coro
Antigone
Ismene
Araldo La scena: l'Acropoli di Tebe Tebe è assediata dalla spedizione guidata da Polinice, fratello di Eteocle. Eteocle ha saputo dall'indovino che durante la notte gli assediati intendono sferrare l'attacco decisivo. L'oracolo viene confermato da un messaggero che, dopo aver spiato i preparativi nel campo nemico, entra in scena per riferire ad Eteocle. Eteocle esce per organizzare la difesa, entra un coro di ragazze che piangendo ed implorando le statue degli dei presenti in scena descrive il minaccioso avvicinarsi dell'esercito nemico ed il terrore del popolo tebano. Le rimprovera Eteocle - rientrato in scena - e le minaccia di gravi pene se non cesseranno l'atteggiamento scoraggiante.
Il tema della paura continua nel dialogo serrato fra il coro ed Eteocle, dove quest'ultimo insiste perché le donne si chiudano in casa e quelle resistono per rimanere nell'Acropoli, presso gli idoli.
Infine Eteocle pone fine al dialogo imponendo il silenzio e promettendo sacrifici agli dei in caso di vittoria. Sopraggiunge un messaggero che annuncia i nomi dei sette capi degli assedianti che attaccheranno le altrettante porte di Tebe. Eteocle decide chi sarà il difensore di ciascuna porta, si forma così il seguente schema:
Assediante Difensore Porta
Tideo Menalippo Pretidi
Capaneo Polifonte Elettra
Eteoclo Megareo Neiste
Ippomedonte Iperbio di Atena Onca
Partenopeo Attore Borrea
Anfiarao Lastene Omoloide
Polinice Eteocle ?
Dunque sarà Eteocle ad affrontare direttamente il fratello Polinice (il quale ha organizzato la spedizione per vendicarsi dell'esilio impostogli da Eteocle). Questo scontro diretto fra i fratelli concretizzerà la maledizione scagliata su di loro dal padre Edipo.
Le donne del coro tentano di dissuadere Eteocle dal combattimento ma egli sente ormai la maledizione paterna come un destino ineluttabile.
Usciti Eteocle ed il messaggero, il coro racconta le origini della contesa: Laio - nonostante Apollo glielo avesse vietato - generò Edipo dal quale fu ucciso. Notoriamente Edipo sposò Giocasta senza sapere di esserne figlio, dopo aver cacciato la Sfinge da Tebe. Scoperto l'incesto, Edipo si era privato della vista e successivamente aveva maledetto i figli per ragioni non chiare (in una versione del mito si era considerato offeso dalla ripartizione delle carni di una vittima fatta da Eteocle e Polinice). Rientra il messaggero ed annuncia la vittoria tebana, annuncia altresì che Eteocle e Polinice si sono uccisi a vicenda. Mentre i servi entrano in scena trasportando i cadaveri dei due fratelli, il coro leva il suo lamento. Entrano Antigone ed Ismene, sorelle di Eteocle e Polinice. Da questo punto il coro si divide in due semicori che piangono il destino dei figli di Edipo con una rapida alternanza di battute.
Sopraggiunge l'araldo ad annunciare la decisione dei magistrati popolari: Eteocle sarà sepolto a Tebe con tutti gli onori mentre il cadavere di Polinice dovrà essere abbandonato fuori della città senza sepoltura.
A questa decisione si oppone fieramente Antigone che giura di seppellire personalmente il fratello, nonostante il divieto.
La tragedia si conclude sulle parole dei due semicori: uno scorterà le esequie di Eteocle e l'altro si unirà ad Antigone per dar sepoltura a Polinice.