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ESCHILO
Coefore
Personaggi:
Oreste
Pilade
Coro
Elettra
Portiere
Clitemnestra
Gilissa
, nutrice di
Oreste
Egisto
Servo
Scena: La scena comprende la tomba di
Agamennone
ed il palazzo reale, ma i due edifici vanno intesi come due luoghi scenici diversi, non contigui.
Apre la tragedia
Oreste
, appena ritornato dall'esilio, che rende omaggio alla tomba paterna. E' con lui l'amico
Pilade
. I due si nascondono al sopraggiungere del coro per spiare non visti le intenzioni delle donne fra le quali
Oreste
ha riconosciuto la sorella
Elettra
. Il coro è costituito da dodici schiave catturate prima della guerra di
Troia
. Il coro, recando libagioni alla tomba, pronuncia un lamento ricordando il delitto che è stato commesso ed invocando la protezione dei colpevoli.
Prima di porgere le offerte,
Elettra
si consulta con il coro sulle parole rituali da pronunciare. Il coro le consiglia di dedicare i libami al defunto da parte "di chi lo ama", cioè di chiunque abbia ribrezzo di
Egisto
, e di invocare l'arrivo di un uomo che possa vendicare
Agamennone
.
Elettra
pronuncia la sua offerta denunciando chiaramente le colpe di
Clitemnestra
e di
Egisto
, nel farlo nota la ciocca di capelli che
Oreste
ha appena deposto sulla tomba, come propria offerta votiva. Nota anche le impronte dei piedi di
Oreste
e di
Pilade
e, dialogando con il coro, svela il suo emozionato presentimento dell'arrivo del fratello.
Oreste
esce dal nascondiglio, seguito a distanza da
Pilade
.
Elettra
esita a riconoscere
Oreste
il quale la convince mostrandole la tunica che lei stessa aveva tessuto. Le frasi e le esclamazioni dei due fratelli ricongiunti lasciano presto il posto alla dichiarazione di vendetta.
Oreste
racconta di un oracolo che gli ha ordinato di vendicare il padre, atto che egli avrebbe compiuto comunque perché è giusto che i colpevoli vengano colpitiripagando morte con morte.
Elettra
ed il coro raccontano l'inganno, l'omicidio, le mutilazioni inferte al cadavere di
Agamennone
mentre
Oreste
, esortato dal coro (
l'animo di
Perseo
: / della sinistra
Gorgone
/ effondi il sangue, nel paterno tetto: / e morte infliggi al reo. - Trad. Ettore Romagnoli
) pronuncia il giuramento di vendetta.
Oreste
,
Elettra
ed il coro invocano gli dei e lo spirito di
Agamennone
perché li aiutino nel proposito cosicché, compiuta la vendetta, possano essere degnamente celebrati i riti funebri per l'eternità del defunto e quelli musicali per la continuazione della stirpe.
Compiuto il rito, le schiave del coro raccontano di essere state inviate a recare offerte (Coefore significa appunto "che recano libagioni mortuarie") alla tomba da
Clitemnestra
turbata da un sogno nel quale si era vista partorire un serpente che poi suggeva latte e sangue dalle sue mammelle. Interpretando il sogno,
Oreste
riconosce se stesso nel serpente. Quindi
Oreste
passa all'organizzazione pratica dell'attacco, intende presentarsi a palazzo con
Pilade
, fingendosi viaggiatori stranieri in cerca di ospitalità.
Oreste
si sposta dunque avanti al palazzo e bussa alla porta. Davanti al portiere e a
Clitemnestra
,
Oreste
dichiara di provenire da Daulide in
Focide
. In viaggio verso
Focide
aveva conosciuto un uomo, Strofio Focese, che gli aveva chiesto di recare notizie della morte di
Oreste
.
Clitemnestra
apprende con dolore, forse simulato, la notizia che in realtà la libera dal timore della vendetta del figlio.
L'ipocrisia di
Clitemnestra
non sfugge all'anziana nutrice
Gilissa
che, poeticamente, ricorda le cure parentali da lei prestate in un tempo passato ad
Oreste
. Come previsto da
Oreste
la nutrice viene mandata a chiamare
Egisto
perché riceva l'ospite. Le Coefore la istruiscono perché inviti
Egisto
ad affrettarsi ed a non farsi seguire da alcuno.
Egisto
, appena entrato in scena, si manifesta sospettoso verso il messaggero e dubita dell'autenticità della notizia. L'incontro di
Egisto
con
Oreste
avviene fuori scena cosicché la sua uccisione (come quella di
Agamennone
nella tragedia precedente) non viene rappresentata direttamente sotto gli occhi del pubblico. Ad annunciare l'omicidio è un servo, alle cui grida accorre
Clitemnestra
. Arriva
Oreste
e, quando sta per colpirla,
Clitemnestra
lo riconosce e chiede pietà e rispetto filiale.
Oreste
esita e chiede consiglio a
Pilade
. Segue un dialogo intenso durante il quale
Oreste
accusa
Clitemnestra
e rifiuta le sue giustificazioni. Infine
Oreste
trascina con se
Clitemnestra
nel palazzo. In scena rimane il coro che, con i suoi versi, celebra la giustizia ristabilita, il volere divino che ha ormai ristabilito l'ordine delle cose.
Si aprono le porte del palazzo mostrando i due cadaveri già composti sui feretri. Fra loro è
Oreste
. Nel dialogo con il coro
Oreste
ribadisce la giustizia dell'atto che ha appena compiuto, tuttavia, ossessionato dalla visione delle "cagne furenti della madre", teme per le conseguenze che la sua "giusta colpa" potrà far ricadere su di lui e sulla sua discendenza. La tragedia si chiude sul proposito di
Oreste
di recarsi presso il santuario di
Apollo
, in cerca di purificazione.