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ESCHILO
SUPPLICI
Personaggi:
Coro delle
Danaidi
Danao
Pelasgo
Araldo egiziano
La scena:
Vicino al mare, sulla costa argiva. Su un rialzo altari e statue.
Le
Danaidi
sono fuggite dall'Egitto, paese natale della loro progenitrice
Io
, per evitare il matrimonio con i loro cugini, figli di
Egitto
, fratello di
Danao
. Riparate sulla costa argiva sono ora supplici presso
Pelasgo
, re di Argo.
Nei 177 versi che aprono la tragedia, il coro descrive la situazione.
Danao
, che accompagna le figlie, vedendo arrivare un gruppo di greci, le esorta a comportarsi con umiltà come si addice a delle supplici e a pregare
Zeus
perché le protegga.
In generale le circostanze del mito delle
Danaidi
e del loro orrore per le nozze con i cugini, che notoriamente comporterà l'eccidio dei mariti, non sono chiare. In
Eschilo
, dalle parole del coro e di
Danao
, sembra prevalere la tesi dell'abuso, delle unioni volute con la violenza e la sopraffazione.
Entra in scena
Pelasgo
ed interroga le
Danaidi
, stupito per il loro aspetto ed abbigliamento esotico. Dichiara di essere il re dei Pelasgi, figlio di Palectone. In un fitto dialogo fra il coro e
Pelasgo
viene raccontata la leggenda di
Io
, figlia del re di Argo
Inaco
, amata da
Zeus
.
Era
gelosa l'aveva tramutata in una vacca ma
Zeus
si era unito a lei sotto forma di toro. Custodita dal mostruoso
Argo
, era stata liberata da
Ermes
che aveva ucciso il guardiano. Infine, tormentata dai tafani mandati da
Era
,
Io
era fuggita da Argo in Egitto e qui aveva partorito
Epafo
, di natura umana. Da
Epafo
nacque
Libia
, da questa nacque
Belo
.
Belo
ebbe due figli:
Danao
ed
Egitto
.
Una volta convinto
Pelasgo
delle loro origini argive, le
Danaidi
gli parlano dei cugini e delle ragioni della loro fuga dall'Egitto.
Pelasgo
esita ad accordare la sua protezione temendo la reazione degli Egiziadi ed i rischi di una guerra inattesa. Infine
Pelasgo
decide di consultare il popolo prima di accettare le supplici.
Davanti alle esitazioni di
Pelasgo
, le
Danaidi
minacciano di suicidarsi sul posto, profanando il luogo sacro in cui si trovano (come si è detto nella scena si trovano altari e statue).
Pelasgo
suggerisce che il vecchio
Danao
si rechi nei templi di Argo ad adornare gli altari di rami, simbolo di supplica, per procurarsi l'appoggio del popolo; gli concede quindi una scorta armata e
Danao
esce di scena.
Anche
Pelasgo
esce di scena per riunire l'assemblea. Rimaste sole le
Danaidi
recitano una nuova serie di versi corali in cui si descrive la fuga in Egitto di
Io
ossessionata dal morso del tafano.
Rientra
Danao
esultante annunciando che
Pelasgo
è riuscito a convincere l'assemblea ad accogliere le sue figlie come
meteci
(ospiti stranieri con diritto di residenza e di commercio).
Il coro leva una preghiera di ringraziamento ma
Danao
scorge navi egiziane che si avvicinano alla costa. La notizia getta di nuovo le donne nella disperazione, nonostante
Danao
si sforzi di tranquillizzarle ricordando loro la protezione promessa dai Greci.
L'araldo egiziano entra in scena e comincia ad urlare contro le
Danaidi
perché si affrettino alla nave, minacciandole e maledicendole. Le
Danaidi
resistono e gli ordini dell'araldo si fanno sempre più perentori e minacciosi. Entra in scena
Pelasgo
seguito dai suoi armigeri ed ordina all'araldo di desistere dal tentativo di far salire le donne sulla nave. Segue un violento alterco alla fine del quale l'araldo esce di scena dopo aver minacciato la guerra.
La tragedia si conclude con i versi pronunciati da
Danao
e da due semicori, dopo che
Pelasgo
ha esortato le
Danaidi
ad entrare in città ed a prendere dimora dove preferiscono.
Danao
esorta le figlie a comportarsi con casta serietà e ad essere grate per la benevolenza degli cittadini. Uno dei semicori ribadisce la volontà di evitare le nozze mentre l'altro tesse le lodi di
Afrodite
.
Le
Supplici
facevano parte di una serie di tragedie sull'intero mito, per questo motivo nel finale dell'opera appare chiaramente il preludio ad ulteriori sviluppi.